COMMISSIONE D'INDAGINE

Seduta 02 - 08 Agosto 2001

Audizione del comandante generale della Guardia di finanza, generale Alberto Zignani.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui fatti accaduti in occasione del vertice G8 tenutosi a Genova, l'audizione del comandante generale della Guardia di finanza, generale di Corpo d'armata, Alberto Zignani.
Il comandante generale della Guardia di finanza, Alberto Zignani, chiede di essere accompagnato dal colonnello Vincenzo Suppa e dal capitano Stefano Gesuelli. Non essendovi obiezioni, può rimanere così stabilito.


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Prima di dare inizio all'audizione in titolo, ricordo che l'indagine ha natura meramente conoscitiva e non inquisitoria.
La pubblicità delle sedute del Comitato è realizzata secondo le forme consuete previste dagli articoli 65 e 144 del regolamento della Camera, che prevedono la resocontazione stenografica della seduta.
La pubblicità dei lavori è garantita, salvo obiezioni da parte dei componenti il Comitato, anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, che consente alla stampa di seguire lo svolgimento dei lavori in separati locali.
Non essendovi obiezioni, dispongo l'attivazione dell'impianto visivo a circuito chiuso.
Ringrazio il comandante generale della Guardia di finanza, Alberto Zignani, e lo invito a riferire.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FRANCO BASSANINI
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. Ringrazio il presidente e i membri del Comitato per l'opportunità che mi viene offerta di illustrare il contributo di uomini e mezzi fornito dalla Guardia di finanza in occasione del vertice G8 tenutosi a Genova dal 20 al 22 luglio ultimi scorsi.
Evidenzio subito che tale apporto deve necessariamente essere considerato e valutato alla luce delle disposizioni legislative e regolamentari che oggi disciplinano l'intervento del corpo nei servizi volti al mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica.
L'ordinamento giuridico prevede, infatti, che la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica sia affidata alla Guardia di finanza solo in termini di concorso. Più in particolare,


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l'attuale disciplina - contenuta nel decreto del Ministro dell'interno del 12 febbraio 1992 - prevede che la Guardia di finanza concorra impiegando: in via ordinaria, cioè normalmente, i militari in forza ai vari reparti di pronto impiego (i cosiddetti AT-PI - anti terrorismo pronto impiego): si tratta di personale in possesso di specifica qualificazione addestrativa, in grado di offrire garanzie di sicurezza ed efficienza nell'espletamento della particolare attività; in via eccezionale, invece, cioè in caso di consultazioni elettorali, gravi turbamenti dell'ordine pubblico, rilevanti flussi di immigrazione clandestina ed altri eventi di particolare gravità, possono essere impiegati militari in servizio presso i reparti territoriali. In virtù di questo quadro normativo i finanzieri impiegati nell'espletamento dei servizi di ordine pubblico sono sempre posti alle dipendenze dell'autorità di pubblica sicurezza, la sola responsabile della direzione ed esecuzione del servizio.
Ciò premesso vengo al vertice G8 e tratterò innanzitutto delle iniziative che sono state assunte a livello centrale.
In primo luogo il concorso della Guardia di finanza. L'apporto richiesto alla Guardia di finanza è stato determinato in sede di comitato nazionale dell'ordine e della sicurezza pubblica. L'argomento è stato posto all'ordine del giorno dei comitati tenutisi il 16 novembre 2000, 21 febbraio, 28 marzo, 16 maggio, 24 maggio e 3 luglio 2001, nel corso dei quali sono stati affrontati tutti gli aspetti operativi e logistici connessi all'organizzazione del vertice. In tali sedi, il corpo ha assicurato una aliquota di militari pari a 1.209 unità così suddivisa: contingente di militari antiterrorismo pronto impiego: 318; contingente di militari ordinari in forza a reparti del comando regionale Puglia: 383; contingente di militari in forza a reparti di istruzione: 369; contingente di militari a bordo di unità navale ed aerea: 139.


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Sono stati quindi comunicati al Ministero dell'interno sia i reparti di provenienza dei militari sia le loro specificità professionali, in modo da garantire l'efficacia degli interventi e una adeguata cornice di sicurezza. In sostanza, per ciascuna di queste categorie di personale, abbiamo indicato l'impiego ottimale che se ne poteva fare, perché a parte gli AT-PI, che sono pienamente addestrati per l'ordine pubblico, gli altri hanno un addestramento evidentemente inferiore. Ma noi AT-PI in più non ne avevamo perché tutta la nostra forza di AT-PI era assorbita in parte dall'operazione Primavera in Puglia, in parte dalle scorte che ci sono su tutto il territorio nazionale. Quelli che abbiamo dato erano tutti quelli che avevamo.
Il dispositivo di vigilanza a mare è stato invece garantito mediante l'impiego di 3 guardacoste, 8 vedette, 3 vedette per acque interne, 4 battelli di servizio operativo in dotazione al reparto operativo aeronavale di Genova ed ai reparti navali dei comandi regionali Toscana, Lazio, Campania e Puglia nonché della nave scuola Vaccaro della scuola nautica di Gaeta.
Abbiamo ancora fornito 4 sommozzatori provenienti dalle stazioni navali di Livorno e Civitavecchia e due elicotteri AB 412 HP del comando centro di aviazione di Pratica di Mare idonei al volo notturno, per attività di ricognizione. Nel corso di vari incontri, svoltisi presso la Presidenza del Consiglio dei ministri - struttura di missione - sono stati quantificati, tra gli altri, gli apporti richiesti alla Guardia di finanza per garantire il necessario supporto logistico ai militari impiegati nei servizi di ordine pubblico. A tal fine sono stati impiegati: a terra, 6 militari conduttori, 2 assistenti di sanità e 2 pullman militari, rispettivamente da 50 a 20 posti; a mare, la nave scuola Mazzei. Questo è stato il concorso che noi abbiamo fornito come supporto al personale impiegato.


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In data 12 luglio 2001, il Ministero dell'interno - ufficio coordinamento e pianificazione forze di polizia - ha disposto il ripristino temporaneo, dalle ore 00,01 del 14 luglio alle ore 24 del 21 luglio, dei controlli alle frontiere interne (terrestri, marittime e aeree), ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen, con la conseguente riassunzione da parte dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza dei valichi di confine francese e austriaco, già presidiati prima dell'entrata in vigore del suddetto accordo. A seguito di ciò il Corpo ha assicurato: il ripristino dei controlli di frontiera presso quattro valichi ubicati lungo il confine austriaco, con un impiego giornaliero complessivo di 60 militari in forza al comando regionale Trentino-Alto Adige; una aliquota di personale di 10 unità, appartenenti al comando regionale Piemonte, a disposizione del dirigente di settore di polizia di frontiera di Bardonecchia, al confine con la Francia; una vigilanza radio mobile collegata a tutela del passaggio agricolo stagionale di Sella Bartolo, in Friuli-Venezia Giulia, al confine con l'Austria, con un impegno di 15 militari al giorno.
In occasione della Presidenza italiana del G8 è stato costituito, presso il CESIS, un gruppo di lavoro interforze avente lo scopo di effettuare periodiche valutazioni preventive ai fini della sicurezza, in vista del vertice di Genova e delle altre manifestazioni ad esso collegate.
Per la Guardia di finanza hanno partecipato due ufficiali del comando generale. In funzione degli obiettivi del gruppo di lavoro, il Corpo ha costantemente comunicato agli organi centrali delle altre forze di polizia e dei servizi di informazione, le notizie riguardanti le manifestazioni in argomento (quelle collegate con il G8) acquisite durante l'ordinario svolgimento dell'attività di ricerca informativa nei settori


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istituzionali. In altri termini, noi non abbiamo svolto attività informativa finalizzata al G8 e abbiamo fornito tutte le informazioni che, di volta in volta, raccoglievamo nell'esercizio delle nostre normali funzioni.
Passiamo ora alle iniziative assunte a livello locale.
In sede di comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Genova, è stata decisa la costituzione di: un gruppo operativo interforze, con il compito di pianificare le misure di prevenzione e sicurezza necessarie per una migliore riuscita del vertice; un gruppo logistica e telecomunicazioni; una commissione per l'esame il coordinamento e l'impulso dei provvedimenti e delle iniziative necessarie per la predisposizione delle strutture idonee all'alloggiamento e al vitto del personale appartenente alle forze di polizia e alle Forze armate.
Il comando provinciale di Genova della Guardia di finanza ha partecipato al gruppo operativo interforze con un ufficiale. In tale contesto è stato svolto una attività di monitoraggio delle aree cittadine e di censimento degli abitanti delle zone più sensibili. Per quanto attiene al monitoraggio, al Corpo è stato assegnato, in via esclusiva, un settore immediatamente a ridosso del porto e del centro storico. Per l'attività di censimento sono stati impegnati dai 10 ai 15 militari al giorno per l'inserimento dei dati al terminale e per la rilevazione porta a porta di coloro che vivono e/o lavorano nella cosiddetta zona rossa.
Al gruppo logistica e telecomunicazioni il comando provinciale di Genova ha partecipato con un ufficiale. Alla commissione per gli alloggiamenti e il vitto del personale delle forze di polizia e delle Forze armate abbiamo partecipato con il comandante provinciale in persona.


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Inoltre, a seguito dell'ordinanza dell'11 maggio 2001, con la quale il prefetto di Genova ha designato il comandante del porto della città quale autorità coordinatrice per tutte le operazioni da svolgere in mare o nell'ambito portuale da parte delle forze di polizia, presso la capitaneria di porto è stata costituita una centrale operativa attiva h. 24, nella quale, durante i giorni del vertice, è stata assicurata la presenza continuativa di un sottufficiale del Corpo. Sempre presso la capitaneria di porto si sono tenute riunioni interforze in esito alle quali sono stati definiti, per la Guardia di finanza, specifici compiti, tra cui, l'eventuale trasporto via mare delle autorità di Stato italiane ed estere. Trasporto via mare che poi non è stato mai richiesto.
Veniamo ora all'alloggiamento, all'equipaggiamento e all'addestramento del personale. Per quanto riguarda l'alloggiamento, è stato previsto l'utilizzo delle navi traghetto e dei padiglioni della locale area fieristica, adeguatamente adattati. Alla Guardia di finanza sono stati assicurati 840 posti letto di cui 420, presso la fiera di Genova e 420 a bordo della nave Odysseus ormeggiata nel porto.
Per quanto riguarda l'equipaggiamento, al fine di assicurare il necessario equipaggiamento protettivo per il personale del Corpo impegnato nei servizi di ordine e sicurezza pubblica, sono state definite e poi approvvigionate le quantità e la tipologia dei materiali (tute in tessuto ignifugo, kit di protezione individuale, eccetera) ritenuti necessari per fronteggiare le relative esigenze.
Per quanto riguarda l'addestramento, in data 24 aprile si è tenuto a Roma, presso la palazzina Trevi, un seminario interforze promosso dal Ministero dell'interno e finalizzato ad informare i funzionari e gli ufficiali delle forze di polizia, preposti ai reparti interessati all'espletamento dei servizi


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d'ordine pubblico in occasione del vertice, circa i possibili disordini connessi all'evento, con particolare riferimento ai rischi collegati ai cosiddetti movimenti antiglobalizzazione.
Altro scopo di questo seminario era quello di evidenziare le difficoltà riscontrate dalle forze di polizia in occasione di analoghe manifestazioni tenutesi sia all'estero (Seattle, Praga e Göteborg), sia in Italia, al fine di raccogliere suggerimenti e proposte.
Dal 12 al 19 giugno, il quadro istruttore del centro di addestramento e di specializzazione di Orvieto, che è della Guardia di finanza - quindi, il quadro istruttore di questo centro -, ha partecipato, quale uditore, alle esercitazioni in svolgimento presso il centro della polizia di Stato di ponte Galera. Successivamente, il centro addestramento di specializzazione di Orvieto ha proceduto ad uno specifico «aggiornamento» del personale AT-PI da inviare in rinforzo a Genova, nonché - d'intesa con le strutture della polizia di Stato analogamente impegnate - ha proceduto allo omogeneizzazione e alla standardizzazione delle procedure operative.
Inoltre, dal 2 al 7 luglio, un team di istruttori del centro ha svolto attività di preparazione per i finanzieri allievi del battaglione di Lido di Ostia e l'addestramento si è incentrato, principalmente sull'uso dei materiali in dotazione (casco con celata, scudo, manicotto e sfollagente); sugli effetti e sulla protezione dagli artifizi, fumogeni e lacrimogeni, con addestramento all'utilizzo della maschera antigas nonché dei kit antincendio; sulle norme di comportamento durante e fuori del servizio; sulle tecniche di autocontrollo nelle situazioni di grave tensione e sull'uso ragionato della forza secondo criteri di rigorosa necessità.
Veniamo, ora, alle attività svolte durante il vertice. Con riferimento all'attività svolta dalla Guardia di finanza durante


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il G8, a seguito di specifiche disposizioni impartite dal Ministero dell'interno, a partire dal giorno 11 luglio, 83 militari ordinari in forza al comando provinciale di Imperia sono stati posti a disposizione del questore della città per essere impiegati a Ventimiglia in attività di controllo al confine con la Francia; nei giorni 14 e 15 luglio sono affluiti a Genova con 864 unità per essere impiegate in servizi di ordine pubblico.
Per quanto riguarda i servizi svolti, il personale inviato nel capoluogo ligure è stato impiegato - tranne che per gli eventi occorsi nel pomeriggio del 21 luglio, sui quali mi soffermerò in seguito - esclusivamente in servizi di vigilanza.
La vigilanza fissa è stata svolta: ai varchi della cosiddetta «zona rossa», esterna al palazzo Ducale (sede degli incontri di vertice), alla prefettura, ai magazzini del cotone (sede del centro stampa ufficiale del G8) e all'hotel Jolly Marina (utilizzato per l'alloggiamento di parte della delegazione americana), aeroportuale ai varchi, ai locali interni dell'aerostazione e al piazzale esterno.
È stato, ancora, impiegato in vigilanza dinamica al casello autostradale di Genova-Sestri alle navi utilizzate per l'alloggiamento di giornalisti e delle forze dell'ordine, e a mare, sia all'interno, sia all'esterno del porto.
Sono stati, inoltre, assicurati servizi di scorta a giornalisti, autorità e delegazioni e servizi di difesa della caserma, sede del comando regionale Liguria della Guardia di finanza. Infine, un'aliquota di militari è stata destinata alla costituzione di un posto di polizia all'interno del palazzo Ducale. Per tutti i servizi di vigilanza svolti consegnerò un elaborato in cui sono indicati il posto di servizio, il numero dei militari impiegati e il relativo responsabile.


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Veniamo ora agli episodi salienti occorsi durante il vertice. Le modalità e i luoghi di intervento dei contingenti del corpo sono stati disposti dalla questura di Genova con proprie ordinanze e, in linea di massima, sono risultati corrispondenti a quanto precedentemente concordato, a livello centrale e locale, tenuto conto delle specifiche professionalità in possesso dei nostri militari. Come ho detto in precedenza, avevamo indicato come impiegarli e, grosso modo, sono stati impiegati come avevamo detto noi.
In nessuno dei posti di servizio assegnati alla vigilanza della Guardia di finanza sono state segnalate situazioni di effettivo pericolo o si sono verificati scontri che abbiano visto coinvolti militari del corpo.
Tra gli episodi salienti si segnalano i seguenti: in data 20 luglio, il comando regionale Liguria della Guardia di finanza è stato oggetto di violenti atti vandalici da parte di manifestanti. Il nostro comando regionale è proprio sul limite della zona rossa vicino al porto. Ad un certo punto, un corteo è passato davanti al comando; improvvisamente, dal corteo si è staccato un gruppo che ha cominciato a lanciare pietre. Hanno rotto tutte quante le telecamere che erano all'esterno, hanno rotto vetri, eccetera. A seguito di ciò, su disposizione della questura - contattata per le vie brevi - è stato intrapreso un servizio di vigilanza esterna della caserma attivo ventiquattro ore, mediante l'impiego di un'aliquota di personale AT-PI dopodiché non c'è stata più nessuna minaccia al nostro comando.
Il successivo 21 luglio, alle ore 13,30 circa, al fine di fronteggiare una grave situazione di emergenza venutasi a creare nei pressi di piazzale Kennedy, la sala operativa della


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questura ha ordinato al personale del corpo di uscire immediatamente dalla fiera, per schierarsi a fianco del reparti della polizia di Stato già coinvolti in violenti scontri.
Al momento dell'attivazione, tutti i militari AT-PI (120 uomini) - che poi sono stati impiegati nella specifica circostanza - stavano fruendo del turno di riposo presso i locali della fiera o erano in procinto di intraprendere servizi presso altre zone della città.
Il personale è stato prontamente messo a disposizione del funzionario di pubblica sicurezza, responsabile di zona, il quale ha impartito l'ordine di avanzare divisi su due tronconi, uno verso il lato mare di piazzale Kennedy e l'altro lungo corso Marconi.
Mentre i militari impiegati verso la costa sono riusciti ad avanzare senza problemi, quelli schierati lungo corso Marconi hanno incontrato e superato vari ostacoli (auto e cassonetti incendiati, transenne divelte, eccetera), subendo il lancio continuo di oggetti. All'arrivo sul luogo degli scontri (corso Marconi), il personale del corpo ha constatato che tra gli agenti della polizia di Stato vi erano diversi feriti.
Su ordine del funzionario di pubblica sicurezza, i militari AT-PI hanno iniziato un lancio di lacrimogeni e, mentre il maggior numero di essi ha continuato ad avanzare fino a giungere a contatto con il fronte dei manifestanti, una piccola aliquota, sempre su attivazione del funzionario di pubblica sicurezza, ha rincorso (in una strada laterale), raggiunto e affrontato un gruppo di manifestanti che si trovavano nei pressi di un istituto di credito in fiamme e che indossavano caschi, sciarpe ed altri momenti che ne celavano i volti.
Sul luogo sono poi giunti diversi agenti della Polizia di Stato che hanno provveduto al fermo dei manifestanti e al loro trasporto in altra zona. Nel frattempo, altri scontri si verificavano


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nella zona compresa fra corso Marconi e l'inizio di corso Italia, ma sono stati subito sedati senza particolare difficoltà da parte di altri militari AT-PI.
Durante gli scontri del 21 luglio è stata tratta in arresto una persona, un cittadino marocchino residente in Italia, a Ragusa, sorpreso mentre tentava di danneggiare un automezzo dell'amministrazione. Il predetto, nel tentativo di sfuggire all'arresto, ha ingaggiato una colluttazione con i militari, al termine della quale ha riportato soltanto lievi escoriazioni.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DONATO BRUNO
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. Sulla sua persona sono stati rinvenuti un coltello con lama di ricambio, volantini anti-G8 e una piccola quantità di hashisc. Come da accordi definiti in fase di pianificazione, l'arrestato è stato preso in consegna - presso la fonderia della Guardia di finanza allestita all'interno dei locali della fiera - da militari in borghese del comando nucleo provinciale di polizia tributaria di Genova. Lo stesso è stato poi condotto, a cura dei suddetti militari, presso la caserma della Polizia di Stato di Genova-Bolzaneto ove era stato trasferito provvisoriamente l'ufficio matricola della casa circondariale di Genova-Marassi.
Nella zona di corso Marconi, è stato fornito aiuto ad alcuni abitanti di un palazzo sovrastante una banca data alle fiamme; è stato prestato soccorso ad una signora anziana; è stata tratta in salvo una giovane francese che aveva tentato il suicidio.
Nessun militare della Guardia di finanza ha preso parte all'operazione di polizia svoltasi nella tarda serata di sabato 21 luglio presso la scuola Armando Diaz. Nessun militare del


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corpo risulta aver preso parte o avere assistito ad episodi di violenza che sarebbero accaduti nella caserma della polizia di Stato di Genova-Bolzaneto e all'interno della fiera.
Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Genova ed il procuratore aggiunto, contattati per le vie brevi nella tarda mattinata del 3 agosto, hanno confermato che non risultano essere state presentate denunce nei confronti di militari della Guardia di finanza.
Per quanto riguarda il deflusso dei militari del corpo, la questura di Genova ha disposto la cessazione dell'impiego del contingente della Guardia di finanza dalle ore 19 del 22 luglio. Nella serata dello stesso giorno è iniziato il deflusso dei militari del corpo, inviati di rinforzo alla sede di Genova, secondo le seguenti modalità: i militari appartenenti ai reparti di Savona, la Spezia e Ventimiglia hanno iniziato il rientro nella serata di domenica 22 luglio; il personale del battaglione allievi finanzieri del Lido di Ostia è partito nel corso della mattinata del 23 luglio; le unità navali inviate da reparti navali di altri comandi regionali hanno lasciato Genova a partire dalle ore 8 del 23 luglio. Nell'arco della giornata del 23 luglio, sono rientrati nelle rispettive sedi di servizio tutti i militari ATPI (antiterrorismo e pronto impiego), ad eccezione dell'aliquota in forza al centro addestramento di specializzazione di Orvieto, che lasciava il capoluogo ligure alle ore 7 del 24 luglio.
In conclusione, avuto riguardo all'eccezionalità dell'evento, all'estensione e alla conformazione dell'area da controllare, all'elevata varietà e numero di servizi svolti, alla serietà dei pericoli corsi per contrastare le virulente manifestazioni di massa - dichiaratamente dirette ad impedire o ad ostacolare i lavori del vertice -, ritengo che il concorso fornito dal contingente della Guardia di finanza sia stato conforme a quanto concordato a livello centrale e sempre adeguato alle


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circostanze. Qualora dovessero emergere eventuali responsabilità di singoli appartenenti all'istituzione, saranno tempestivamente attivate le previste procedure interne.
Ringrazio per l'attenzione e lascio agli atti del Comitato, oltre al testo del mio intervento ed al citato documento riepilogativo sull'attività svolta dal personale della Guardia di finanza, l'elenco della corrispondenza intercorsa fra il Ministero dell'interno ed il comando generale della Guardia di finanza. Resto a disposizione per eventuali domande.
PRESIDENTE. La ringraziamo, signor generale. Come lei ben sa, il materiale consegnato verrà dato ai componenti il Comitato e poi distribuito. Non mi pare che vi siano atti riservati.
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. Mi sembra che vi siano soltanto due lettere. Comunque, si tratta soltanto di lettere.
PRESIDENTE. Passiamo alle domande dei colleghi.
MARCO BOATO. La ringrazio, signor presidente, e domando scusa, anche a nome dei miei colleghi, al generale per il ritardo dei nostri lavori. Le chiedo se lei possa illustrare - già è stato accennato nella sua relazione - il tipo di finalità e di caratteristiche istituzionali, operative, che ha uno dei corpi da lei citato, quello denominato ATPI (antiterrorismo e pronto impiego) con 318 elementi per gli aspetti che ci interessano di più, tenuto conto dei fatti che hanno dato luogo a questa indagine conoscitiva. Lei ha svolto una relazione molto ampia ed esaustiva di cui la ringrazio. È noto che l'indagine conoscitiva ha avuto luogo in relazione ai fatti verificatisi nelle giornate del 20 e del 21 luglio.


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Quando lei ha riferito sulle strutture predisposte per questo complesso e specializzato impiego della Guardia di finanza, in occasione del vertice del G8, ha parlato anche dell'equipaggiamento protettivo, in riferimento al suo utilizzo nel servizio di ordine pubblico. Vorrei mostrarle delle foto pubblicate, una dal settimanale L'Espresso, l'altra dal settimanale Diario, per sapere se può, dopo averle visionate ed aver osservato la persona raffigurata in queste foto, uno strano personaggio, appartenente, però alla Guardia di finanza, che viene ripreso (come risulta dalla foto) da altri appartenenti allo stesso corpo, però in equipaggiamento - direi - ordinario. Le chiedo se possa darci una risposta sulla corrispondenza o meno al tipo di equipaggiamento necessaro durante il servizio di ordine pubblico.
Infine, lei ha correttamente fatto riferimento nella fase conclusiva della sua relazione ad eventuali responsabilità di singoli, laddove si siano verificati episodi che abbiano debordato rispetto all'uso legittimo della forza. A questo riguardo, essendovi state segnalazioni ad organi di stampa - ad oggi non ho conoscenza di atti giudiziari -, le chiedo se la frase da lei detta (eventuali responsabilità di singoli porteranno alle previste procedure interne) sia una clausola di stile o se sia dovuta a segnalazioni a lei giunte di episodi simili. Adesso le mostrerò le foto di cui ho parlato.
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. Le conosco benissimo.
MARCO BOATO. Se già le conosce, potrà, poi, darci una risposta al riguardo. La ringrazio molto.
PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole Boato. Per quanto riguarda la fotografia del settimanale Diario...


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MARCO BOATO. La foto sulla destra è stata pubblicata anche dal settimanale L'Espresso.
PRESIDENTE. Bene, la fotocopia verrà acquisita. Se lei, generale, è in condizione di poter rispondere, lo farà al termine delle domande. Questa foto fa parte dei documenti da lei forniti?
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. Non ancora, non ne ho ancora parlato.
SAURO TURRONI. Signor presidente, intendo fare una sola domanda al generale. Come tutti, ho potuto prendere visione di ciò che avveniva Genova, attraverso le riprese televisive. A proposito di alcuni fatti mostrati dalle televisioni, ho potuto vedere - come tutti gli italiani - alcuni uomini con la divisa della Guardia di finanza, che stavano infierendo, con una violenza, a mio avviso, inaccettabile in un paese democratico, nei confronti di persone che non avevano le caratteristiche da lei, generale, descritte, cioè non erano vestite di nero e non erano mascherate. Ho visto dare calci in testa a persone stese per terra: questo è ciò che ho visto.
Il settimanale L'Espresso pubblica, in una pagina, la foto di un finanziere schierato davanti ad un gruppo di altri appartenenti alla Guardia di finanza (non so se ciò sia conseguente alla sua collocazione all'interno dell'organico, così da essere a capo dei militari che si trovano dietro; poi, lei chiarirà ciò) e nella pagina successiva mostra un altro gruppo di manifestanti, tra di essi numerose donne e giovani, nessuno dei quali rispondente alle caratteristiche da lei appena illustrate.
PRESIDENTE. Vuole produrre anche questo documento?
SAURO TURRONI. Sì, signor presidente, lo consegno immediatamente. Vorrei sapere se gli episodi a cui lei si riferiva,


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cioè quelli in cui la Guardia di finanza ha isolato e colpito alcuni manifestanti violenti, siano gli stessi da noi visti nelle riprese televisive o gli stessi rappresentati in questa foto. Vorrei sapere quali iniziative siano state assunte, se vi siano state, per individuare violazioni e, in caso affermativo, se sia stato, quindi, violato il diritto di manifestare liberamente e pacificamente da parte di cittadini inermi quali provvedimenti amministrativi ne conseguiranno.
GRAZIELLA MASCIA. Rispetto all'equipaggiamento, di cui ha già parlato l'onorevole Boato, vorrei sapere se lei, generale Zignani, a conoscenza di qualche altra modifica, non dico in particolare per la Guardia di finanza ma anche rispetto all'utilizzo dei manganelli in piazza, nel senso che tutti i feriti hanno riportato delle ferite da taglio: l'utilizzo dei manganelli a cui noi eravamo abituati comportavano altro tipo di ferite; pertanto, le vorrei chiedere se sia a sua conoscenza e se corrisponda al vero che ci sarebbe un tipo di manganello in dotazione con una spigolatura finale.
Lei ci ha già spiegato quali sono stati i reparti impiegati nella gestione di tutti i giorni del vertice. Mi riservo di esaminare più attentamente anche la relazione che ci lascerà, per comprendere meglio, se, come immagino, quale responsabile e rappresentante della Guardia di finanza, era parte della sala operativa unificata che coordinava i lavori in quei giorni, quale tipo di rapporto abbia intrattenuto, comunque, il comandante della Guardia di finanza con la sala operativa nei giorni 19,20 e 21. Che tipo di coordinamento vi è stato - a sua conoscenza - con le forze di polizia di altri paesi? E che tipo di coordinamento con i servizi segreti degli altri paesi? Con quali ruoli hanno partecipato le forze di polizia ed i servizi segreti di altri paesi (sempre per quello che può essere a sua conoscenza) alla elaborazione delle direttive e alla gestione


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dell'ordine pubblico delle giornate del 20 e 21? Infine, le vorrei chiedere, visto che i suoi reparti sono stati utilizzati alle frontiere - nella sospensione del trattato di Schengen -, quali i criteri sono stati utilizzati per il respingimento delle persone? Ancora, una domanda, che ho posto anche al capo della polizia, il quale probabilmente risponderà in maniera scritta visto che le domande erano troppe; lei ci ha detto che i suoi reparti hanno partecipato alle giornate di addestramento e di formazione in preparazione del vertice e ha parlato anche dell'addestramento che si è svolto a Ponte Galeria: un quotidiano di ieri riporta che a questi corsi avrebbero partecipato anche degli istruttori statunitensi, le chiedo di confermarmi o di smentirmi tale notizia.
GIANCLAUDIO BRESSA. Scusi, generale, non mi consideri uno sprovveduto per la domanda che sto per porle, ma serve a me per avere un quadro complessivo: le forze della Guardia di finanza che operativamente sono state impiegate a Genova erano coordinate dal prefetto, dal questore oppure avevano un campo di azione operativa autonomo? Una seconda domanda: sono in corso indagini all'interno del corpo della Guardia di finanza relativamente alle vicende che si sono verificate a Genova in quei giorni?
ROBERTO MENIA. Vorrei porre una sola domanda; molti si preoccupano dell'addestramento da parte di istruttori americani per le forze di polizia, io le chiedo invece se sia vero o se vi siano state informative da parte del SISMI a proposito dell'addestramento che istruttori di altri paesi esteri darebbero a personaggi dei black bloc o a personaggi che fanno parte, organicamente o meno, dei centri sociali ed altre organizzazioni che hanno trovato utile rifugio sotto il cappello del Genoa social forum; se, in pratica, risulti o meno che esistessero da


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parte dei servizi, anche militari, delle informative anche precise, datate già mesi precedenti ai fatti di Genova, che segnalavano la pericolosità e la possibilità che si verificassero scontri anche violenti e pesanti, ma soprattutto che vi fosse sostanzialmente un addestramento di stampo militare di organizzazioni straniere ma anche di organizzazioni italiane.
LUIGI BOBBIO. Le pongo solo una domanda. Vorrei sapere: le risulta che in occasione del vertice tenutosi a Napoli nel marzo di quest'anno (mi sembra) la Guardia di finanza fu impegnata? Con che ruoli? Se si verificarono situazioni difficili e analoghe a quelle di Genova?
PRESIDENTE. Nessun altro ha chiesto di intervenire, pertanto do la parola al generale Zignani per consentirgli di rispondere alle domande poste.
ALBERTO ZIGNANI. Comandante generale della Guardia di finanza. Comincio dalla questione della fotografia; prima però vorrei leggere un documento. Come ho detto prima, la sala operativa della questura di Genova, durante le manifestazioni di sabato 21 luglio, intorno alle ore 13,30, chiedeva l'intervento immediato, a titolo di supporto, del personale della Guardia di finanza presente in quel momento presso l'area della fiera, a causa del verificarsi di una situazione di emergenza che vedeva reparti della Polizia di Stato in forte difficoltà nel contrastare i violenti gruppi di facinorosi nella zona di piazzale Kennedy. Tutti i militari AT-PI (antiterrorismo e pronto impiego) impiegati nella circostanza, presenti nella Fiera, stavano fruendo di turno di riposo o erano in procinto di intraprendere servizi presso altre zone della città. Immediatamente, il personale veniva inviato sul luogo degli scontri e messo subito a disposizione del funzionario di pubblica sicurezza responsabile.


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Alcuni organi di stampa riportavano, in seguito, le immagini degli scontri avvenuti in piazzale Kennedy, e in tale contesto venivano pubblicate foto - sia su L'Espresso sia su Diario - che ritraevano un militare del corpo - definito "Robocop" - che non indossava nel modo prescritto l'uniforme e l'equipaggiamento previsti per i servizi di ordine pubblico. Il militare ritratto veniva indicato come un ufficiale della Guardia di finanza intento ad ordinare la carica ai suoi uomini. In merito, il comando regionale Liguria ha comunicato che l'immagine, tratta da un video del TG3, ritrae effettivamente un militare del corpo impiegato nello specifico frangente. Il predetto è stato fotografato senza la tuta grigia ignifuga con l'equipaggiamento di protezione in dotazione ai reparti (sotto la tuta sono tutti messi così). Tale situazione si sarebbe venuta a creare in quanto il militare, che si trovava insieme ai colleghi a riposo presso gli alloggi dell'area fiera, attesa l'urgenza di raggiungere il luogo dove si stavano verificando gli scontri, non avrebbe avuto il tempo di indossare la tuta grigia. Per lo stesso motivo, il predetto militare non aveva potuto calzare gli stivaletti di ordinanza ed indossava scarpe ginniche personali; in particolare, questi era in palestra quando l'hanno chiamato; premetto che nel corso, ancorché breve, di riaddestramento o di perfezionamento dell'addestramento che abbiamo svolto, fra le tante che sono state dette, è stato loro detto che, qualora chiamati d'urgenza, non dovevano perdere tempo a guardare agli indumenti (si sarebbero dovuti mettere addosso quello che trovavano), in quanto l'obiettivo primo era quello di recarsi dove era detto loro di recarsi.
MARCO BOATO. La foto che venne fatta lì in reflex, che vede sul Diario, è una foto di pronto intervento?


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ALBERTO ZIGNANI. Comandante generale della Guardia di finanza. È una foto di quando sono schierati.
MARCO BOATO. No, lì c'è una foto in cui alza la gamba e si fa fotografare...
ALBERTO ZIGNANI. Comandante generale della Guardia di finanza. Questa foto è alla fine della manifestazione; quando tutto è finito.
MARCO BOATO. È una foto ricordo!
ALBERTO ZIGNANI. Comandante generale della Guardia di finanza. È una foto ricordo tra amici, quando tutto è finito. Quello avviene alla fine. Infatti, non ha soltanto le scarpe da ginnastica ma i pantaloni sono quelli della sua tuta da ginnastica: ha i pantaloni della tuta da ginnastica, ha le sue scarpe da ginnastica; si è messo addosso tutto l'equipaggiamento; non ha trovato la tuta ignifuga a portata di mano ed è uscito così. Perché è davanti? Perché è il comandante di quel reparto. Riguardo alla didascalia riportante l'inciso «finanziere che ha ordinato la carica a piazzale Kennedy», io vorrei precisare quanto ho detto volutamente nella premessa alla mia esposizione di prima, cioè che i militari del corpo, compresi gli ufficiali, rivestono la qualifica di agenti di pubblica sicurezza e come tali nell'ambito dell'attività di concorso svolta nei servizi di ordine pubblico, sono sempre alle dipendenze funzionali dell'ufficiale di pubblica sicurezza responsabile del servizio, che può essere o un funzionario di polizia o in sua assenza un ufficiale dei carabinieri: da noi un graduato della finanza non comanda mai, quindi, la carica lui non l'ha potuta dare; anche perché lì c'era un funzionario di pubblica sicurezza.


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Nella specifica circostanza, i militari del corpo hanno operato a supporto di personale della Polizia di Stato e alle dipendenze di un funzionario di pubblica sicurezza. Rappresento, infine, che l'equipaggiamento indossato dal militare del corpo, fatta eccezione per le scarpe e per i pantaloni che ha sotto, è quello regolarmente fornito in dotazione ai reparti della Guardia di finanza. Si tratta di un equipaggiamento che è stato acquistato appositamente per tale esigenza. A seguito dei seminari di cui prima si è parlato, e nei quali si sono esaminati tutti i rischi a cui andavano incontro questi uomini, si è deciso - e l'ho detto nella mia esposizione...
MARCO BOATO. Infatti io le ho fatto una domanda per chiarire ciò che lei ha detto.
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. I materiali che abbiamo acquistato per il G8 sono i seguenti: tute ignifughe idrorepellenti, kit di protezione tipo motocross, (composto da maglia a rete, pettorale, schienale, protezione scapolo-omerale, paragomito, parabraccio, conchiglia inguinale, paraginocchia, parastinchi), sospensori con conchiglia, guanti protettivi in pelle, kit di protezione antincendio, guanti antincendio, confezioni di salviette disinfettanti, kit di pellicole protettive antimbrattamento per scudi e caschi, pellicole protettive antimbrattamento per scudi. È quanto abbiamo comprato per un costo complessivo - posso dire anche questo - di 172 milioni 445 mila. Abbiamo speso tale cifra per comprare tutto ciò...
MARCO BOATO. È costato anche poco!
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. L'abbiamo comprato per 350 uomini, gli unici che


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prevedevamo di impiegare con possibilità di incontro-scontro con i manifestanti. Per gli altri non era previsto, in quanto essi erano assegnati a compiti di vigilanza o comunque a impieghi che molto difficilmente li avrebbero portati a contatto con i manifestanti.
Quando prima ho detto «se vi saranno delle segnalazioni sarà attivata la procedura interna», rappresenta una clausola di stile: non ho ricevuto alcuna segnalazione, anzi - come ho già detto - prima di venire qui mi sono premurato di chiedere al procuratore della Repubblica di Genova se vi fosse qualcosa che riguardasse militari della Guardia di finanza: non vi è nulla, fino a questo momento, che riguardi qualche militare della Guardia di finanza.
Per quanto riguarda la domanda - rispondo al senatore Turroni - se gli episodi che abbiamo visto in televisione siano gli stessi, dico che io non c'ero, noi non c'eravamo, noi diamo gli uomini e basta. Se vuole chiedere ciò, lo deve fare al responsabile di pubblica sicurezza che comandava quel reparto. Nessuno di noi è in grado di dire se gli uomini che abbiamo visto in televisione svolgevano tali azioni e se si trattava degli episodi che io ho illustrato. Io ho raccontato i fatti che i miei uomini hanno riferito. Se vi sono altri episodi che i miei uomini non hanno riferito, noi non siamo in grado di individuarli. Ciò perché nessuno di noi era presente se non doveva essere presente, in quanto avremmo dato soltanto fastidio. Noi abbiamo l'obbligo del concorso: prendiamo gli uomini, li addestriamo e li forniamo alla pubblica sicurezza, alla Polizia di Stato o ai carabinieri, che li impiegano sotto la loro completa responsabilità operativa. Io, quindi, non sono in grado di dirle nulla di tutto ciò.


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SAURO TURRONI. Perciò, quando lei vede un episodio, come l'ho visto io, se nessuno gliel'ha segnalato, lei non se ne occupa?
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. No.
SAURO TURRONI. Ne prendo atto.
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. Per quanto riguarda il manganello, non vi è stata alcuna modifica: il manganello che lei vede è di ordinanza. È stato sperimentato il manganello cosiddetto a gomito, quello diverso, ma noi non lo abbiamo adottato in quanto abbiamo avuto difficoltà di addestramento: era difficile imparare ad usarlo, abbiamo avuto poco tempo e abbiamo preferito non utilizzarlo. Per quanto ci riguarda, quello che appare nella fotografia è il nostro vecchio e antico manganello di ordinanza. Ciò per quanto riguarda la Guardia di finanza.
GRAZIELLA MASCIA. Gli altri cosa hanno usato?
ALBERTO ZIGNANI, Comandante generale della Guardia di finanza. Non lo so, dovrebbe chiedere a loro, in quanto io non sono in grado di dare risposte in proposito.
Per quanto riguarda i rapporti dei comandanti con la sala operativa, non vi è stato alcun rapporto: noi non abbiamo avuto alcun rapporto. Il nostro rapporto è la consegna del personale, è in concorso: noi diamo il personale e basta. Interveniamo se ci dicono di fare qualcosa sul personale, per l'equipaggiamento, la preparazione, il ritiro, la sostituzione, ma nel momento in cui lo forniamo noi non dobbiamo intervenire per non interferire.


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Per quanto riguarda il respingimento alle frontiere, non è successo praticamente quasi nulla. A parte Ventimiglia e altre parti dove non comandammo noi, e quindi non sono in grado di dire cosa è successo, per quanto ci riguarda, noi abbiamo avuto la responsabilità completa soltanto per 4 valichi assolutamente sperduti, dove praticamente non è passato nulla: abbiamo avuto la responsabilità di passo Stalle, passo Gola, Giogo Alto e Giogo Basso. Mi hanno riferito che in tali luoghi non hanno visto praticamente nessuno: si sono soltanto annoiati. Non hanno respinto nessuno e non hanno avuto problemi di tal genere. Anche per tale aspetto le direttive erano state impartite, come per tutti gli altri casi, dal Ministero dell'interno.
Per quanto riguarda ponte Galeria e gli addestratori americani, non so nulla. Noi abbiamo partecipato come uditori, cioè alcuni nostri rappresentanti hanno assistito all'addestramento. Non sappiamo se vi fossero americani a dirigere tale addestramento.
L'onorevole Bressa ci chiede se eravamo autonomi: non lo eravamo in nessun caso. Non abbiamo segnalazioni da parte del Sismi che ci informano sul fatto se gli americani addestrassero - per così dire - gli antiglobal. Non abbiamo tali informazioni: se vi sono state, non sono pervenute a noi.
La pericolosità degli scontri è stata illustrata in quei seminari di cui ho parlato prima, che abbiamo svolto, e proprio a seguito di tali seminari abbiamo cercato di configurare un nuovo equipaggiamento per i nostri uomini, per cercare di salvaguardarli negli scontri.
A Napoli abbiamo avuto gli stessi problemi, lo stesso tipo di impiego, abbiamo partecipato in concorso e ci siamo trovati


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nelle stesse condizioni che abbiamo sperimentato a Genova: per quanto ci riguarda non vi è nulla di diverso tra Napoli e Genova.
PRESIDENTE. Ringraziamo il generale Zignani e gli chiediamo se può consegnarci il dossier che ha portato con sé (Il generale Zignani consegna il documento al presidente Bruno).
Credo che, con tale acquisizione, gli elementi che siano stati oggetto di domanda sono stati soddisfatti. Ringraziamo ancora il generale Zignani e gli auguriamo buon lavoro.
Dato che i lavori si sono svolti in maniera un po' più celere e visto che abbiamo convocato il comandante generale dell'Arma dei carabinieri per le ore 17,30, sospendo la seduta fino a tale ora.
La seduta, sospesa alle 17,10, è ripresa alle 17,30.