RASSEGNA STAMPA
LA REPUBBLICA - Torna il G8, oggi tocca a De Gennaro
Genova, 12 maggio 2009
Torna il G8, oggi tocca a De Gennaro
          L´ex capo della polizia accusato di   avere istigato l´ex questore Colucci a 
          mentire
          Davanti al giudice per   le indagini preliminari anche l´ex capo della 
          Digos, Spartaco Mortola,   trasferito (e promosso) a Torino
          
          MASSIMO CALANDRI
          
          RESPONSABILE   dell´ordine pubblico durante il G8, il prefetto Gianni De 
          Gennaro non ha   però mai messo piede a Genova. Non per questioni legate al 
          vertice, si   intende. Non c´era durante quelle sciagurate giornate di 
          luglio, e sui quei   fatti è stato puntualmente interrogato a Roma. L´ex 
          capo della polizia   italiana ha sempre preferito tenersi lontano dal 
          capoluogo ligure. Stamani   potrebbe tuttavia ripensarci, e fare capolino in 
          occasione dell´udienza   preliminare che in tribunale lo vede imputato per 
          aver istigato Francesco   Colucci - che otto anni fa da queste parti era 
          questore - a mentire sullo   sciagurato blitz della scuola Diaz. Secondo i 
          pubblici ministeri, Colucci   avrebbe «aggiustato» i suoi ricordi in modo da 
          tenere De Gennaro il più   lontano possibile da quella vergognosa notte, in 
          cui fu scritta una delle   pagine più nere della storia della Polizia di 
          Stato. Con questi due   funzionari, che nel frattempo hanno continuato a 
          salire i gradini del   Ministero dell´Interno arrivando ai massimi vertici e 
          facendo anche un   pensierino - De Gennaro - a qualche dicastero, compare 
          Spartaco Mortola. E´   l´ex capo della Digos genovese nel 2001, oggi 
          questore vicario a Torino.   Sono state le sue chiacchiere in libertà con 
          Colucci a determinare   l´apertura dell´inchiesta e questo inquietante 
          processo. Mortola era tra gli   accusati - poi assolto - per l´irruzione 
          nella scuola di via Cesare   Battisti: sapeva di essere imputato ma parlava 
          tranquillamente con l´ex   questore, che il giorno seguente sarebbe stato 
          chiamato a testimoniare sulla   vicenda. Immaginate un qualsiasi altro 
          imputato di un qualsiasi altro   procedimento che ventiquattr´ore prima 
          dell´interrogatorio rinfresca le idee   ad uno che dovrebbe liberamente 
          raccontare come sono andate le cose. Pare   incredibile che un funzionario          della polizia si comporti così, ma è quello   che è accaduto. Il cellulare 
          di Mortola era però sotto controllo per via di   un´altra inchiesta che lo 
          vedeva coinvolto. La procura ascoltò questi   sconcertanti dialoghi tra due 
          servitori dello Stato, uno dei quali appunto   tirava in ballo l´allora capo 
          della polizia. In aula, il testimone Colucci   fu protagonista di uno degli 
          interrogatori più imbarazzanti a memoria di   cronisti giudiziari. Rosso in 
          volto, tra un´infinità di «non ricordo», l´ex   questore cambiò come 
          previsto versione: al momento del blitz non fu De   Gennaro a dirgli di 
          avvertire il responsabile delle pubbliche relazioni per   prendere contatto 
          con i giornalisti, quella fu solo una sua iniziativa. In   altre parole, De 
          Gennaro nulla sapeva.
          Alle nove si apre l´udienza   davanti al gup Silvia Carpanini. L´ex capo 
          della polizia è difeso da Carlo   Biondi e Franco Coppi, Colucci si è 
          affidato a Maurizio Mascia - che aveva   chiesto inutilmente di spostare il 
          processo a Torino - , Mortola a   Piergiovanni Iunca.
        


