PROCESSO ALIMONDA
Trascrizione ud. 92 (processo 25) - Truglio Giovanni
T: (Lettura della formula)
PRES.: il suo nome?
T: Giovanni Truglio, nato a Sant’Agata d’Esaro il 25/11/1959.
PRES.: esame del Pubblico Ministero, prego.
P.M.: colonnello, vuole riferirci intanto quale grado ricopriva e che ruolo ha svolto nell’ambito delle giornate relative alle manifestazioni contro il G8 nel 2001?
T: sì, dunque, nel 2001 ricoprivo il grado di tenente colonnello, facevo servizio a Vibo Valentia, Comandante del Gruppo Operativo Calabria, venni chiamato inizialmente a Velletri per fare parte del Nucleo Logistico addestrativo che aveva l’incarico di preparare cinque contingenti, cinque Compagnie provenienti da diversi battaglioni dei Carabinieri che dovevano costituire le CCIR… Compagnie di Contenimento Intervento Risolutivo; dopo la preparazione in Velletri che durò circa un mese e mezzo, il Nucleo fu spostato a Genova con l’incarico di alcuni ufficiali di comandare le cinque CCIR sul campo, io invece continuavo a fare da coordinatore del contingente e, diciamo, venni incaricato di istituire un posto comando presso la Fiera dove venivano gestiti tutti i contingenti di rinforzo presenti a Genova per l’Arma dei Carabinieri quindi non solo le cinque CCIR. Quindi sostanzialmente era un posto comando che si occupava dell’organizzazione logistica, dell’organizzazione dei servizi, eravamo in contatto con il Comando Provinciale che ogni giorno ci forniva le indicazioni per assolvere ai servizi dell’indomani, noi facevamo un’attività di pianificazione, individuavamo i reparti che dovevano fare le varie attività e diramavamo gli ordini. Poi c’era tutta un’attività anche logistica per quanto riguarda le necessità, diciamo così, di realize di supporto al contingente.
P.M.: ecco, nel dettaglio, giusto per capire, CCIR aveva dei compiti specifici?
T: le CCIR furono istituite come i contingenti un po’ più addestrati ad attività di ordine pubblico direi più dinamiche, più cinetiche se così si può dire.
P.M.: ma solo in occasione di questa manifestazione o avevano già avuto precedenti… erano già state sperimentate precedentemente?
T: no, furono istituite proprio in vista di questa manifestazione.
P.M.: ecco, la provenienza dei contingenti?
T: i contingenti CCIR provenivano da cinque battaglioni diversi, battaglione Lombardia con sede in Milano, battaglione Toscana con sede in Firenze, battaglione Lazio con sede in Roma, battaglione Campania con sede in Napoli, battaglione Sicilia con sede in Palermo, erano cinque battaglioni dei carabinieri ognuno dei quali aveva fornito un’aliquota che variava dai 150 alle 200 unità circa per un totale complessivo di 920 uomini circa, e questo erano le cinque aliquote più pesanti per l’ordine pubblico, pesanti perché erano destinati a compiti, diciamo così, di contenimento e intervento risolutivo.
P.M.: al di là dell’addestramento che avete fatto a Velletri…
T: Velletri, sì.
P.M.: i componenti dei battaglioni cos’erano? Ausiliari, che tipo di forze erano confluite in questi battaglioni, avevano peraltro anche già avuto esperienze di ordine pubblico o…
T: allora, erano tutti ovviamente militari già in servizio nei battaglioni, quindi era già gente operativa, diciamo così, credo di ricordare, non ne sono ovviamente sicuro che una buona aliquota, parliamo di un due terzi, fosse costituita da Carabinieri ausiliari, però è un ricordo di cui non ho una contezza precisa, erano comunque tratti dai questi battaglioni e organicamente riuniti nelle CCIR.
P.M.: lei conosceva Genova?
T: no, non ero mai stato a Genova in precedenza.
P.M.: e ha detto di essere arrivato a Genova una settimana prima di quale giorno?
T: sì, io all’incirca… non ricordo il giorno esatto, però più o meno sono arrivato a Genova una settimana circa prima dell’inizio del vertice, durante quella settimana o poco meno di giorni prima, abbiamo ovviamente organizzato le cose per la ricezione di questi contingenti, abbiamo fatto delle ricognizioni dei luoghi, etc., abbiamo fatto partire i servizi di vigilanza fissa lungo tutta la zona che era interdetta, la zona rossa, credo di ricordare, e quindi si iniziavano un po’ i servizi e poi man mano, dal giorno 19 di luglio, cominciarono dei veri e propri servizi di ordine pubblico perché il 19 di luglio ci fu una manifestazione, quella dei migrantes e comunque fu una manifestazione che non diede luogo a grossi problemi, non ci furono incidenti insomma.
P.M.: lei ha detto anche che la sua funzione era quella di coordinatore…
T: sì.
P.M.: quindi a capo di ciascun contingente vi erano degli ufficiali?
T: sì, allora preciso che a Velletri c’ero io e c’erano altri cinque ufficiali…
P.M.: ricorda i nomi?
T: i cinque ufficiali erano Capitano Bruno, Capitano Nardelli, Capitano Cappello, Capitano Bianchi e Maggiore Zanaroli; questi cinque ufficiali, ognuno dei quali aveva addestrato una delle compagnie CCIR, fu deciso poi che fossero, unitamente a me, inviati in Genova per essere loro comandanti sul campo delle cinque compagnie CCIR.
P.M.: veniamo al giorno problematico e mi riferisco al giorno 20 di luglio, la pregherei di ripercorrere esattamente quelli che sono stati i suoi spostamenti e il suo ruolo a cominciare dal mattino presto nel corso della giornata del 20 luglio.
T: dunque, nella giornata del 20 luglio c’era questa manifestazione che già c’era il sentore che ci sarebbero stati dei problemi, che era verosimile che ci sarebbero stati degli incidenti, dunque la mattina i servizi iniziarono presto, tra l’altro la mattina, una delle prime cose che feci fu accompagnare il Colonnello Leso in Questura per un’ultima riunione dove verosimilmente ci furono diciamo degli ultimi aggiustamenti…
P.M.: la fermo… Colonnello Leso che funzioni aveva?
T: il Colonnello Leso era il responsabile prima del Nucleo Logistico Addestrativo in Velletri e poi continuava ad essere il responsabile dello stesso Nucleo a Genova, cioè era il mio superiore diretto in sostanza, era quello che era deputato all’organizzazione generale del contingente di rinforzo per l’Arma dei Carabinieri.
P.M.: quindi nella catena di comando era il suo superiore diretto?
T: sì.
P.M.: scusi, l’avevo interrotta sul fatto che al mattino presto vi siete recati in Questura.
T: al mattino per la verità non so precisare l’ora, ricordo che comunque andai in Questura ad accompagnare il Colonnello Leso per un’ultima riunione dove credo ci fosse stata qualche variante rispetto al piano che era stato dato la notte precedente e quindi una delle prime cose che feci fu recarmi fuori, tra l’altro nella zona antistante la Questura, quindi diciamo nelle strade, se così posso dire, a est di V.le Brigate Partigiane dove c’erano sistemati molti contingenti nostri, sostanzialmente era come se la zona est di V.le delle Brigate Partigiane…
P.M.: pensa che le possa essere utile avere una cartina davanti?
T: sì, grazie. C’erano questi contingenti che erano piazzati lungo questa dorsale, Via Brigata Bisagno, V.le delle Brigate Partigiane, quindi nella zona est e sostanzialmente credo che chiudessero questa zona, cioè impedivano l’accesso verso ovest. Proprio quella mattina ricordo che venivano posizionati in alcune di queste strade laterali dei container come misura proprio di ultimo momento, quindi controllai alcuni di questi contingenti, tre o quattro contingenti appartenenti ad unità diverse, non solo delle CCIR, ma anche altri contingenti non CCIR, cioè provenienti da altri reparti e, fatto questo, risolvemmo qualche problema di incertezza su chi doveva stare dove e chi era stato assegnato, a quale funzionario, etc., fatto questo, sempre in quella zona andai dove c’era il contingente del terzo battaglione Lombardia che era in una di queste strade a est di Via Brigate Partigiane, credo fosse Via Pisacane, sì…
P.M.: ricorda da chi era comandato questo contingente?
T: dal Capitano Bruno che era il comandante appunto della CCIR del terzo battaglione e rimasi lì un po’ con loro, loro avevano diverse posizioni, verificammo qual era la disposizione, parlai con il funzionario responsabile, ma non c’erano grossi problemi, quindi indugiammo un po’ lì e poi lì ad un certo punto assistemmo al primo scontro, perlomeno io assistetti al primo scontro, cioè mentre c’era questo contingente che chiudeva credo Via Pisacane, ad un certo punto arrivò un gruppo nutrito di facinorosi, tutti mascherati, avevano un atteggiamento particolarmente aggressivo, si fecero sotto al contingente, mentre si fecero sotto al contingente, le loro linee dietro misero in mezzo alla strada cassonetti, rovesciarono cassonetti lungo la strada, etc.; poi loro in un primo tempo sembrava si ritirassero, ma immediatamente dopo ricordo che partì un razzo minolux(fonetico) che è una specie di razzo illuminante, alla partenza del razzo minolux ci fu una salva, un lancio nutrito di bombe molotov, di bottiglie incendiarie. Tengo a precisare che in questa fase il contingente era fermo, immobile, il contingente del battaglione Lombardia.
P.M.: per quanto possibile, temporalmente questo assalto da lei descritto quando si colloca?
T: francamente non ricordo l’orario, credo che fosse mattinata avanzata, però sinceramente non ricordo l’orario. Comunque arrivò questo nutritissimo lancio di bombe molotov, alcune caddero proprio in mezzo ai Carabinieri, ricordo perfettamente l’episodio che mi colpì perché io stavo dietro al contingente che osservavo, una bomba molotov cadde dietro a uno dei Carabinieri che era nelle ultime file, probabilmente era il lanciatore, c’aveva il lancia lacrimogeni, lui non si accorse che c’aveva qualche fiamma che l’aveva lambito nella spalla destra e io stesso gli spensi la fiamma, avevo i guanti indossavi e quindi gli spensi la fiamma e lui non si accorse di nulla e quindi per questo mi rimase impresso.
P.M.: prima di andare avanti, come si muoveva lei quella mattina?
T: dunque, io mi muovevo con una Land Rover defender che era l’automezzo che mi era stato dato in dotazione per spostarmi, era quindi sostanzialmente un fuoristrada con i colori d’Istituto ovviamente.
P.M.: quanti eravate a bordo?
T: eravamo io più tre marescialli, il Maresciallo Primavera, il Maresciallo Amatori, il Maresciallo Cirasino.
P.M.: come eravate equipaggiati, parliamo di quando siete di fatto usciti dalla Questura e siete arrivati in strada quindi.
T: sì, eravamo equipaggiati con l’uniforme, gli equipaggiamenti da ordine pubblico come tutto il resto dei contingenti, quindi una tuta blu, un casco da ordine pubblico, con visiera, maschera antigas, avevamo tutti il bastone tonfa, i marescialli avevano lo scudo, io no, poi guanti, ginocchiere e altre misure di protezione.
P.M.: e tutto questo indossato dal mattino?
T: sì, sì, indossato…
P.M.: ecco, immagino siete con gradi diversi, come vi si poteva distinguere con questo tipo di equipaggiamento, avevate i gradi o in qualche modo…
T: sì, io indossavo i gradi, indossavo i gradi sull’uniforme, quindi avevo una pattina con i gradi.
P.M.: sull’uniforme intesa questa tuta che aveva?
T: sì, sì.
P.M.: ci ricorda che gradi aveva all’epoca?
T: tenente colonnello.
P.M.: quindi come segni?
T: una torre e due stelle.
P.M.: i marescialli anche a loro volta avevano…
T: non lo ricordo questo.
P.M.: il casco aveva qualche possibile …
T: il casco aveva, se non sbaglio avevo dietro un sistema di riconoscimento probabilmente delle stelle.
P.M.: quante potevano essere?
T: due.
P.M.: siamo in Via Pisacane tarda mattinata.
T: in Via Pisacane, poi ci fu questo attacco a freddo al contingente che era lì fermo, lancio di molotov molto nutrito, il funzionario responsabile ordina l’avanzamento…
P.M.: ricorda chi era?
T: credo che fosse Mandelli o Mondelli, però non ne sono sicuro al cento per cento. Il funzionario ordina prima di rispondere con i lacrimogeni, poi ordina di avanzare, carica, loro vanno avanti e mi sembra di ricordare che disperdettero questo gruppo di manifestanti verso il sud, diciamo, verso il mare, dopo tornano; tornarono e anche lì indugiai qualche tempo con questo contingente perché volevo vedere se c’era qualcuno… c’erano un paio di feriti, mi assicurai di come stessero, insomma le cose si risistemarono più o meno nella stessa posizione dov’erano.
P.M.: per capire, lei di fatto osservava?
T: sì, io osservavo. La mia intenzione nella giornata del 20 luglio era di vedere quanti più contingenti… di andare a visitare sul campo quanti più contingenti possibili, derivava dalla mia funzione che, essendo io diciamo il loro coordinatore è per noi un motivo di… si cerca sempre di andare a far vedere la presenza degli ufficiali, a maggior ragione superiori, sul terreno, per un motivo di controllo, per un motivo di motivare il personale, per un motivo di sostenerlo se c’è bisogno, in questi casi si cerca di farsi vedere, è inutile stare in ufficio a non far nulla insomma.
P.M.: lei ha detto che si spostava con questa Land Rover e ha detto…
T: Land Rover defender.
P.M.: di fatto, con riferimento a questo primo scontro che c’è in Via Pisacane, il Land Rover si fermava, lei scendeva, come osservava, come ha osservato in questo caso, come si è posizionato, cioè stavate solo sulla macchina, scendeva?
T: in genere il Land Rover si fermava dove ero io, però sostanzialmente io assumevo sempre una posizione retrostante al contingente, quindi dove c’era il contingente in una posizione retrostante, si fermava il mio Land Rover e io scendevo e parlavo con l’ufficiale responsabile, con il funzionario o con chi altri ritenevo di dover scambiare qualche parola.
P.M.: successivamente a questo primo episodio che ha ricordato?
T: successivamente, dopo essere ancora rimasto lì con questo contingente del terzo battaglione, che era tra l’altro sistemato in posizioni diverse, quindi andai un po’ a vedere tutti quelli che… cercavo di vedere quanti più uomini possibili, parliamo già di mattinata inoltrata, proprio tardi, tornai in Fiera, quindi dove c’era il nostro posto comando; lì c’era un contingente, che era quello dell’ottavo battaglione Lazio, comandante Capitano Bianchi, che era attestato proprio davanti all’ingresso della Fiera, quindi non distante, nella zona antistante l’ingresso della Fiera, chiudeva un po’ quella strada, non c’erano dei veri e propri disordini, c’era un gruppo di manifestanti che si era avvicinato, ma non c’erano incidenti degni di rilievo, forse qualche lancio di pietra, ma niente di preoccupante, erano lì seduti, credo un gruppo aveva organizzato un sit-in, stavano lì fermi, insomma si fronteggiavano, ma senza grossi problemi e lì sono rimasto anche lì un poco con il Capitano Bianchi vedendo un po’ come sempre come andava il contingente, come si comportavano gli uomini, credo di aver scambiato anche qualche parola con il funzionario responsabile lì sul posto, insomma la solita attività che mi ero già prefissato di fare. Sono rimasto lì non so dire quanto tempo, però anche lì ho speso un po’ di tempo, dopodiché rientrato in Fiera, ecco, lì c’erano due mezzi, una Land Rover defender che era del dodicesimo battaglione, della CCIR del dodicesimo battaglione e un Ducato che si stavano apprestando a portare dei viveri al contingente del dodicesimo battaglione, dei panini, dei sacchetti viveri, dei sacchetti con dentro un pasto frugale, diciamo, da consumare sul posto, allora decisi di aggregarmi, di seguire questi mezzi per andare a visitare anche il contingente del dodicesimo battaglione. E così feci. Questo contingente era posizionato…
P.M.: quindi di fatto dalla Fiera uscite con tre mezzi?
T: sì, sostanzialmente usciamo con tre mezzi, ma era una cosa casuale, attenzione, non era pianificata, nel senso che io all’ultimo momento decisi di seguire loro per andare a trovare questo contingente che non sapevo dov’era, non sapevo l’esatta posizione, loro erano, se non sbaglio nella zona di C.so Italia, adesso non so precisare bene l’altezza di C.so Italia, però sicuramente erano molto prima del nostro comando provinciale, diciamo, se potessi dare una cosa più o meno indicativa, a metà strada tra il comando provinciale e la fiera, forse un po’ più vicini alla fiera, comunque una zona del genere, credo che ci fossero dei porticati anche lì vicino; erano lì attestati in questa strada, non stavano facendo nulla di particolare, lì ho salutato il Capitano Cappello, il funzionario che era il Vice Questore Lauro, non stavano facendo nulla di particolare, quindi ci siamo messi anche lì a… così, loro si sono messi a mangiare ovviamente subito questi panini, hanno consumato questi sacchetti viveri e abbiamo scambiato qualche parola senza far nulla di particolare; dopodiché dopo aver consumato il pasto, etc., quindi anche lì passa del tempo, il funzionario li porta… prende questo contingente e decide di spostarlo, lo sposta nella zona di C.so Torino, adesso non so dire esattamente quale strada sia stata fatta, C.so Torino me lo ricordo perché lo ricordo bene, adesso non so dire esattamente quale strada sia stata fatta, mi pare di ricordare però che non fu fatto C.so Italia, C.so Torino, ma si passò da qualche strada interna, loro andarono verso C.so Torino, io li seguii sostanzialmente anche perché volevo andare a vedere gli altri contingenti che stavano in quell’area, su C.so Torino prima…
P.M.: scusi, la fermo, tre i mezzi usciti dalla fiera che si sono recati, il suo e i due di supporto, vi siete poi spostati tutti e tre i mezzi nuovamente?
T: no, credo che il Ducato sia rientrato in fiera, anzi il Ducato è sicuramente rientrato in Fiera, mentre invece le due Land Rover hanno proseguito; una era nella disponibilità degli ufficiali del dodicesimo battaglione Sicilia, quindi Cappello e il Tenente Mirante, mentre l’altra era nella mia disponibilità.
P.M.: ricorda da chi era condotta questa?
T: guardi, io lo ricordo perché lo so a posteriori, nel senso che so che era il carabiniere Cavataio, non so se esattamente in quel momento la guidasse Cavataio o no. Lungo C.so Torino, qui parliamo già del pomeriggio, parliamo già di un orario più che pomeridiano, lungo C.so Torino incontriamo il contingente di nuovo del terzo battaglione Lombardia, quindi Capitano Bruno, non so a che altezza, più o meno a metà altezza di C.so Torino, sotto questi, insomma in questo viale alberato c’erano i mezzi parcheggiati e il contingente era veramente devastato cioè molti feriti, gli uomini molto provati, molto molto provati da scontri che avevano avuto evidentemente nel corso della mattinata e che erano proseguiti e una situazione piuttosto preoccupante perché si vedeva che questi non erano più in grado di continuare a sostenere…
P.M.: lei intanto si teneva in contatto radio con qualcuno?
T: allora, le comunicazioni radio non erano molto efficienti, c’era un forte intasamento dei canali radio perché le comunicazioni si accavallavano e quindi diciamo che ci provavo a tenermi in contatto radio, credo che proprio durante quella fase un contatto radio lo ebbi, mi pare di ricordare che lo ebbi un contatto radio con la centrale operativa, però sostanzialmente avevamo capito che le comunicazioni radio non erano affidabili, non erano efficienti.
P.M.: era quindi al corrente di quello che era accaduto nel frattempo?
T: di quello che è accaduto nel frattempo sapevo che c’era stato un mezzo, che poi non ricordo se era del terzo battaglione Lombardia, comunque sapevo che lì nella zona c’era stato un attacco a un mezzo nostro che era rimasto isolato perché non funzionava, all’equipaggio di quel blindato era stato detto di abbandonare il mezzo e andarsene e che poi questo blindato era stato preso d’assalto e distrutto, bruciato.
P.M.: e questa circostanza come era arrivata alla sua conoscenza?
T: credo sentendo le comunicazioni radio.
P.M.: ritorniamo a quello che diceva in merito al Lombardia.
T: sì, il terzo battaglione Lombardia mi colpisce la circostanza che molti militari, oltre che feriti, provati, etc., ma molti avevano una sostanza … delle macchie verdi sull’uniforme, non so adesso come descriverle, avevano delle macchie verdi sull’uniforme, una sostanza, vernice sembrava, verde sull’uniforme che si disse, insomma, non so adesso di preciso chi, però sostanzialmente si disse che gli avevano tirato questi ordigni fatti non so bene come che, arrivati a contatto della persona, del bersaglio, si disfacevano e spargevano questa strana sostanza che non si sapeva bene se era vernice o se fosse una sostanza tossica, comunque era una cosa singolare, tra l’altro la cosa mi portò delle reminiscenze perché proprio durante i briefing preparativi si parlò proprio di questa possibile minaccia, cioè che i manifestanti, i gruppi facinorosi dei manifestanti volevano, tra le varie modalità operative, avevano anche intenzione di preparare questa sorta di ordigno dentro cui poi ci poteva essere vernice o altre sostanze di vario genere. Comunque continuammo verso C.so Torino, arriviamo in fondo a C.so Torino e lì in fondo a C.so Torino…
P.M.: una domanda scusi, la sua Land Rover e quella invece del Capitano Cappello viaggiavate appaiate o visto che facevate insieme questo tragitto ognuna era per conto suo?
T: su questo tragitto non lo ricordo, non lo ricordo, francamente non lo ricordo, so che il contingente andò avanti, mentre io indugiai un po’ per vedere le condizioni del terzo battaglione di questi della CCIR del terzo battaglione, se quell’altra Land Rover fosse in questa fase affiancata a me, fosse avanti o dietro, francamente non lo ricordo. Fatto è che arriviamo in fondo a C.so Torino, quindi ormai pomeriggio già inoltrato, lì c’era una situazione, perlomeno quello che vidi io fu il fondo di C.so Torino che si era formato un contingente enorme, enorme, diciamo molto nutrito tra Carabinieri e Polizia che si era schierato proprio sulla linea in fondo a C.so Torino, un po’ anche leggermente in obliquo e sull’angolo, quindi Via Tolemaide, da Via Tolemaide c’erano continuamente dei tentativi, da parte di gruppi di facinorosi, ovviamente erano mascherati, armati di mazze, fazzoletti sul collo, qualcuno aveva delle rudimentali maschere antigas o forse non rudimentali, non lo so, ma continuamente cercavano di venire in quella direzione, si sporgevano, lanciavano delle pietre, lanciavano dei bastoni, dei sassi, etc. e ricordo che la scena era impressionante, perché c’era questo enorme contingente che sostanzialmente rispondeva a questi tentativi di venire in quella direzione lanciando continuamente lacrimogeni, cioè da un angolo all’altro, quindi c’era questo fronteggiamento sullo spigolo C.so Torino-Via Tolemaide. Anche lì vidi chi erano i Carabinieri impegnati, mi sembra di ricordare che ci fosse il sesto battaglione Toscana con il Capitano Nardelli, però non ne sono sicuro, sembrava una situazione un po’ di stallo, nel senso che c’era da un lato questo fronte delle Forze dell’Ordine e dall’altro questo di questi gruppi facinorosi che cercavano continuamente di venire in questa direzione e venivano respinti. Dopodiché ricordo che a questo gruppo si aggiunse per un certo periodo anche il contingente del Capitano Cappello del dodicesimo battaglione Sicilia che partecipò a questa azione; ad un certo punto il Vice Questore Lauro prende questo contingente e lo fa spostare e va appunto verso P.zza Alimonda. Io mi tolsi dalle vicinanze di questo fronte e decisi anch’io di seguire questo contingente verso Piazza Alimonda. Credo comunque che non li seguissi tanto dappresso, ma un po’ staccato, perché, quando arrivo io in Piazza Alimonda da C.so Torino sono andato verso P.zza Alimonda, quando arrivo io ricordo che il contingente in P.zza Alimonda era in una situazione di stasi, una situazione relativamente tranquilla, gli uomini si erano tolti i caschi, si erano tolti le maschere, erano diciamo come se stessero riposando, come se stessero un po’ prendendo fiato e quindi anche qui di nuovo si passò a trattare dei soliti argomenti…
P.M.: ecco, lei si muoveva a bordo del mezzo, sempre per cercare di capire quando il mezzo si fermava, se lei scendeva.
T: sì, sostanzialmente, guardi, se dovevo fare dei tratti brevi mi muovevo a piedi e il mezzo mi seguiva, se invece dovevo fare un tratto lungo salivo e andavo nella direzione che io indicavo.
P.M.: e in questo spostamento che lei ha descritto l’altro mezzo lo ha notato, lo ricorda, non lo ha notato?
T: non ricordo neanche durante questa fase se il mezzo, l’altro mezzo fosse o no con noi o ci avesse preceduto o ci avesse seguito questo non lo ricordo.
P.M.: prima di arrivare a P.zza Alimonda di cui adesso stava parlando, nel tragitto che ha descritto ha fatto caso se ci fossero altri mezzi dei Carabinieri, altro genere di mezzi, blindati o…
T: su C.so Torino c’erano dei mezzi.
P.M.: ha fatto caso ad idranti?
T: idranti dei Carabinieri? No, anche perché non credo che ne abbiamo, non ne avevamo, non avevamo idranti.
P.M.: comunque idranti non ne ha visti?
T: assolutamente no. Comunque non avevamo a Genova idranti…
P.M.: potevano essere della Polizia, l’idrante, se ricorda mezzi con idranti.
T: idranti, guardi, se ricordo gli idranti ce li aveva la Forestale, se ricordo.
P.M.: comunque in questa fase lei non ne ha visti?
T: no, non ne ho visti o non lo ricordo, comunque… P.zza Alimonda quindi io arrivo, il contingente era piuttosto in una fase di stasi, anche lì facciamo, scambiamo delle battute con Cappello, lui mi dice che c’è qualcuno che non stava bene, che aveva vomitato, quindi non stava bene e che lo aveva fatto salire sulla sua macchina, io stesso mi ricordo che diedi la mia soluzione… avevamo tutti una confezione di soluzione sterile che serviva a medicarsi gli occhi nel caso ci fosse stata una irritazione da gas lacrimogeno, allora diedi la mia a questo carabiniere che si lamentava, che non era Placanica, preciso, di cui magari parlerò dopo, non era Placanica, comunque era un carabiniere che si lamentava che gli bruciavano gli occhi, che non poteva tenere gli occhi aperti, gli diedi la mia soluzione salina per medicarlo, comunque lì in P.zza Alimonda, eravamo nella parte, nel quadrante diciamo inferiore di P.zza Alimonda, nella parte un po’ bassa, vicino alla chiesa, passiamo lì un po’ di tempo, non so adesso dire quanto, se mezzora, tre quarti d’ora, poi ad un certo punto la situazione sembrava relativamente tranquilla, io dico: – va be’, io a questo punto me ne vado – con l’intenzione di riandarmene più o meno per la stessa strada da dove ero venuto, dico al funzionario e al Cappello che me ne stavo per andare e me ne vado, mi approccio ad andarmene; quando fatti poche decine di metri imbocco la strada…
P.M.: quindi lei a bordo del mezzo a questo punto?
T: a bordo del mezzo, sì, ce ne andiamo, cioè vado io via con i miei marescialli a bordo del mezzo, quando imbocco la strada per tornare verso C.so Torino mi accorgo che cominciavano ad esserci degli addensamenti di gruppi, di frotte di manifestanti che sembravano tra l’altro anche molto aggressivi, mascherati, qualcuno con i bastoni, esagitati, che provenivano da Via Tolemaide in queste strade, Via Odessa, la stessa Via Caffa nella parte superiore, si stava creando un movimento di gente piuttosto esagitata e siccome nel momento in cui io ho lasciato… nello stesso momento in cui io lasciavo il posto, cioè Piazza Limona, il contingente di Lauro e Cappello si mette in movimento e vanno, si dirigono verso Via Caffa, zona diciamo a nord. Allora io mi sono fermato e sono tornato indietro con il mezzo, ovviamente, ho detto all’autista di tornare indietro perché sono andato da… non ricordo se lo dissi a Lauro o a Cappello o a tutti e due, ma dissi: - scusate, avete visto che si sta creando questo movimento – cioè volevo avvisarli che c’era questo movimento che diventava piuttosto pericoloso e adesso non ricordo la risposta, però sicuramente loro mi videro, mi capirono, però continuarono ad andare avanti verso Via Caffa, allora io rimasi, indugiai ancora, sempre avvicinandomi nella parte posteriore del contingente che camminava verso Via Caffa perché non avevo capito cosa facessero e volevo capire che movimento stessero facendo mentre loro avanzavano, salivano. A quel punto sono sceso anche dalla macchina, poi a quel punto, in questo divenire fluido di situazione che … decisi che sarei rimasto lì, perché non volevo più rischiare di andarmene da solo vista la situazione di pericolosità che si stava creando in zona, non volevo più rischiare di andarmene da solo, di essere attaccato da solo, c’erano queste provenienza da Via Tolemaide, anche nella zona di Via Casa Regis, c’erano questi gruppi che scendevano, quindi non volevo più andare via da solo e quindi rimasi lì.
P.M.: ha detto che nel frattempo era sceso a terra?
T: ero sceso a terra, sì.
P.M.: l’altra Land Rover?
T: l’altar Land Rover era accodata dietro il contingente.
P.M.: dietro il contingente.
T: sì, sì e anche la mia Land Rover si accoda dietro il contingente, tra l’altro devo dire che con i conduttori degli automezzi, se nessuno dice di fare diversamente, come procedura operativa standard si accodano, il contingente nuove e loro si accodano. A un certo punto il contingente si ferma, si sono fermati non so dire più o meno a metà di questa… della parte superiore di Via Caffa, cioè del raccordo con Via Tolemaide, c’erano dei cassonetti, delle ostruzioni in mezzo alla strada e io ricordo che subisce un urto fragoroso davvero impressionante, ci fu proprio un clangore, uno schianto di qualcosa, probabilmente di questi cassonetti che si abbattevano sulle prime file di questo contingente, quindi una cosa che… che sostanzialmente era fermo, perché era arrivato lì e s’era fermato, vengono investiti da un’onda d’urto, ma proprio con un frastuono incredibile, si sentì proprio lo schianto di qualcosa che andava contro gli scudi del contingente e all’inizio cercarono di tenere, poi man mano indietreggiarono, indietreggiarono, ma poi sostanzialmente questo contingente perse un po’ di lucidità e arretrarono in maniera precipitosa sostanzialmente. Ovviamente man mano che io vedevo che loro arretravano, io che ero nella parte retrostante arretravo anch’io, solo che contestualmente mi preoccupavo delle due Land Rover perché volevo vedere che facessero; le due Land Rover sono riuscite ad arretrare correttamente a marcia indietro per un tratto discreto, perché non so dove fossero, ma più o meno se prendiamo a riferimento l’imbocco di Via Caffa non so se fossero un po’ dentro Via Caffa, un po’ ancora in P.zza Alimonda, ma sostanzialmente prendiamo a riferimento l’imbocco di Via Caffa parte superiore, da lì sono arrivate quasi nel quadrante inferiore di P.zza Alimonda, l’hanno percorsa quasi tutta a marcia indietro, dopodiché lì, erano già state completamente superare dal contingente che arretrava, ero stato superato anch’io dal contingente che arretrava e che era andato verso quella piazza che sta nella zona a sud di P.zza Alimonda, c’è un’altra piazza…
P.M.: Tommaseo.
T: Tommaseo... si erano andati… avevano raggiunto lì, quella zona lì, quindi sostanzialmente ero rimasto l’unico, diciamo il più avanzato mentre tutti gli altri se ne’erano andati. Vicino a me c’era un maresciallo, Amatori…
P.M.: perché quindi dalla sua Land Rover scendevate tutti e rimaneva solo l’autista o scendeva lei, in questo caso era sceso anche il Maresciallo Amatori che prima era a bordo.
T: in questo caso sì, è sceso anche il Maresciallo Amatori.
P.M.: quindi sulla sua Land Rover sarebbero rimasti…
T: solo in conduttore, il maresciallo Primavera.
P.M.: lei sapeva chi era sull’altra Land Rover?
T: io sapevo che c’erano due persone che non stavano bene.
P.M.: conosceva il guidatore dell’altra Land Rover?
T: in quel momento non ancora, né tantomeno conoscevo i due che stavano a bordo. Quindi loro arretrano a marcia indietro, poi cominciano a fare la manovra per rimettersi con il muso verso sud e andarsene, ma vengono ingaggiati da questo gruppo che letteralmente li inseguiva, vengono ingaggiati da questo gruppo, le prime file erano diverse decine di persone ed erano molto aggressivi, devo dire anche qui la visione era impressionate oltre che preoccupante perché loro avevano capito che queste due Land Rover erano in difficoltà, perché poi una si incespicò contro … chiedo scusa per il termine, ma sostanzialmente è andata a urtare un po’ un cassonetto della nettezza urbana, credo che gli sia spento anche il motore o perlomeno l’ho saputo dopo, non me ne accorsi sul momento, però avevano capito che erano in difficoltà e li aggredirono, li hanno assaliti davvero con una virulenza impressionante; mi ricordo di uno per esempio con la trave che sfondava vetri, mi ricordo di uno che salì addirittura sul cofano di una delle Land Rover, salì sul cofano, ballando sul cofano, incitando gli altri a venire…
P.M.: a che distanza era lei da questa scena?
T: ma guardi, la distanza variava nell’ordine di alcune decine di metri perché io un po’ arretravo, un po’ tornavo, un po’ riarretravo, poi tra l’altro, una delle cose che cominciai a fare, era cercare di richiamare l’attenzione del contingente che se n’era andato, girandomi sul lato destro e con questa mano cercare di richiamare il contingente, peraltro durante questa fase subii una gragnuola di lanci di sassi che mi colpirono sul casco, presi diverse sassate sul casco, presi diverse sassate sul fianco destro, braccio e gamba, tant’è vero che poi, anche se purtroppo non lo feci refertare, ma ebbi per giorni un grosso livido sul braccio sinistro.
P.M.: visivamente vedeva Cappello e Lauro o li ha persi di vista in questo contesto?
T: io visivamente vedevo il gruppo che era in fondo a P.zza Tommaseo e fondamentalmente mi sbracciavo, facevo dei grandi gesti cercando di richiamarli, non mi ricordo se cercai di usare anche la radio, credo di sì, però sicuramente senza successo e quindi sostanzialmente non facevo altro che cercare di richiamarli, non potevo fare neanche a urli perché avevo la maschera indossata. Quindi la scena era questa, era un attacco violentissimo, dava proprio l’idea che se fossero rimasti lì li avrebbero linciati, li avrebbero linciati, li avrebbero uccisi, perlomeno ci avrebbero provato. Durante questa fase quindi io cerco di richiamare l’attenzione, era rimasto il maresciallo vicino a me, ma anche lui, eravamo in due, quindi non ci passò neanche per la testa l’idea di attaccare noi i manifestanti perché eravamo in un eccessivo rapporto sfavorevole di forza, ad un certo punto una macchina delle due, quella che io visivamente vedevo sulla destra, riesce a sganciarsi, cioè quella che… e se ne… tra l’altro prima ricordo il particolare, attaccò anche la sirena della macchina come estremo gesto di deterrenza, per cercare di dar desistere questi, che non desistevano perché continuavano un assalto sistematico con qualunque cosa avessero cercando di distruggere le macchine, ma poi non solo, io credo di aver visto chiaramente, almeno uno o due di questi, non so cosa avessero in mano, che non solo cercavano di distruggere le macchine, ma cercavano di colpire deliberatamente chi stava all’interno delle macchine, con precisione, con ferocia, vorrei dire, cioè cercavano di farlo in maniera precisa, deliberata, si vedeva la trave che entrava dentro la macchina cercando la testa di quelli che stavano dentro. A un certo punto si sgancia la prima macchina e se ne va via per una viuzza laterale, credo Via Ilice e rimane questa seconda macchina; ovviamente la situazione stava diventando… anzi era già drammaticamente preoccupante, io continuavo a girarmi indietro per richiamare le persone, per farle venire in avanti, dopodiché in questo frangente io ricordo intanto di aver visto questo manifestante che cadeva a terra, subito dopo, probabilmente rigirandomi di nuovo, vedo il manifestante letteralmente sotto il Land Rover defender e il Land Rover che finalmente riesce, finalmente nel senso che era riuscito evidentemente a liberarsi dall’impiccio del cassonetto, passa con le ruote sopra il corpo che stava a terra.
P.M.: quindi lei ha visto …
T: sì, ho visto proprio la macchina che passava… il corpo a terra e la macchina che passava sopra, il Land Rover che passava sopra e quindi riesce a venir via. Praticamente questo avviene contestualmente poi al ritorno sulla scena del contingente che si erano accorti della situazione finalmente di pericolo e quindi tornano su da P.zza … insomma quella piazza che c’era a sud di P.zza Alimonda, tornano su, quindi la cosa è praticamente contestuale, va via la Land Rover che poi ho saputo essere quella di Cavataio, guidata da Cavataio e contestualmente arrivano i primi Carabinieri del contingente, tornano sul posto. Ovviamente lì all’inizio la situazione era di grande confusione, innanzitutto c’era ancora qualche manifestante in piazza che finì di essere allontanato, poi si vide questo contingente che era tornato su, che era sempre lo stesso, del dodicesimo battaglione, si mise un po’ a presidiare la zona, la zona dove c’era il corpo, chiusero un po’ la zona …
P.M.: lei sempre a che distanza era?
T: io intanto ero… diciamo mi ero fermato lì nella zona un po’ più retrostante, qualche decina di metri perché volevo capire intanto le due Land Rover che fine avessero fatto, tra l’altro vidi subito, incrociai subito la mia, cioè quella guidata dal mio Maresciallo Primavera e siccome, faccio qui un passo indietro, delle due Land Rover io non capivo qual era la mia e qual era quella del dodicesimo, durante queste manovre che poi portarono alla morte di Giuliani. Perché? Fra il riflesso del sole, le grate anti sfondamento che avevano le due Land Rover, la maschera antigas, poi io purtroppo ho anche una leggera miopia quindi non riesco a distinguere per esempio i numeri delle targhe, etc. non capivo qual era la mia e qual era la sua e allora la prima cosa, trovai questa Land Rover che era la mia e dissi al Maresciallo - ma lo hai arrotato tu il manifestante – e quello strabuzzò gli occhi e disse – no, assolutamente – e quindi non avevo ancora capito quale delle due fosse diciamo così quella che aveva travolto il manifestante.
P.M.: mentre lei chiede al maresciallo se era quella, l’altra Land Rover dov’era?
T: ecco, l’altra era già andava via. Poi dirò come ho saputo, se ritiene lo dico adesso, sostanzialmente l’altra… successe questo; il Maresciallo Amatori che era il maresciallo che era con me, a fianco a me durante queste fasi..
P.M.: a terra.
T: a terra… vede la macchina che rientra nell’area di Via Caffa inferiore, si accorge che dentro questa macchina ci sono dei feriti, sale pure lui a bordo della macchina, si mette lui a guidarla e li porta direttamente in ospedale, quindi in maniera molto, come dire, sull’impronta, ha ritenuto che fosse opportuno toglierli dal pericolo perché sostanzialmente era una situazione di pericolo, quindi lui è andato via subito verso l’ospedale.
P.M.: questo lei l’ha saputo dopo?
T: questo l’ho saputo dopo, tramite dei contatti telefonici che i marescialli che erano con me si tenevano, quindi si informarono di questa situazione. Poi, voglio dire, c’è anche un’altra questione, cioè sul posto arrivò praticamente credo si materializzò molto da subito, credo, ma veramente questione di pochissimo tempo, si materializzò una donna che cominciò a prestare delle cure al corpo che era riverso a terra, aveva dei segni di riconoscimento…
P.M.: ecco, in tutto questo lei ha sentito dei rumori, ha sentito spari?
T: no, io non ho sentito degli spari, prima di tutto non li ho visti, non ho visto materialmente che un militare, Placanica, da dentro la macchina impugnasse l’arma ed esplodesse colpi di arma da fuoco, primo; secondo non li ho nemmeno sentito o perlomeno nel frastuono generale di colpi di mazza, di vetri sfondati, di lacrimogeni che magari venivano tirati da altri contingenti che erano nell’area, io sicuramente non ho sentito e non ho percepito questa cosa. Si materializza da subito una donna che comincia a prestare cure al corpo riverso a terra, aveva dei segni di riconoscimento, qualcosa come una croce rossa, una pettorina, per far capire che era personale medico, io stesso comincio a chiedere, non ricordo se a Cappello o a qualcun altro – guarda, dov’è la tua macchina, guarda che la tua macchina probabilmente … questo qui è stato travolto dalla tua macchina – etc.
P.M.: a che distanza è lei dal corpo?
T: diciamo che io sono andato anche nelle vicinanze del corpo, ma mi sono fermato a qualche metro, sostanzialmente dove c’era il cordonamento che era stato fatto da questo contingente, quindi distanza… stavo un po’ nella parte più bassa di Via Caffa per cercare le macchine, per capire chi erano i nostri militari coinvolti nel fatto, un po’ mi avvicinavo per vedere cosa fosse successo, etc., le condizioni di questo… che era riverso, che però apparve subito… sostanzialmente apparve subito che c’era poco da fare perché … apparve subito chiaro che era deceduto. In tutto questo rientrano anche delle comunicazioni che io ho fatto con la centrale operativa, in un primo momento per comunicare la notizia del morto, tra l’altro dicendo che per quello che mi risultava, era morto sì, ma era stato travolto da una nostra macchina, quindi io ancora non percepisco, non ho cognizione dell’esplosione dei colpi di arma da fuoco, ovviamente man mano che passano i minuti invece questa cos viene fuori, sia perché i sanitari si avvedono di una possibile ferita da esplosione di colpo da arma da fuoco sul viso, sia perché se ne comincia a parlare, lo stesso Cappello mi dice – guardi che qui sta venendo fuori che questo c’ha una ferita di arma da fuoco – e io stesso trasecolo perché, essendo stato un testimone praticamente oculare dell’episodio, mi domandavo come potevo non essermene avveduto di una cosa del genere; fatto è che comincia a venire fuori, in una seconda comunicazione che io faccio, tra l’altro con il Generale Desideri, allora Comandante della Regione Liguria che mi pressava per avere notizie, io non avendo ancora la certezza che fosse riscontrata, perlomeno da un esame fatto … da un esame competente, che ci fosse questa ferita da arma da fuoco, gli dico anche – guardi, secondo me è politraumatizzato, nel senso che ha diverse ferite, tra cui sicuramente quelle provocatogli dal fatto che la macchina lo ha travolto-. Comunque l’ipotesi dell’esplosione di arma da fuoco si rivela sempre più fondata, per cui io decido di cercare di raccogliere il personale che aveva avuto parte, cioè sostanzialmente quelli delle due campagnole, delle due Land Rover, alla fiera, fare lì…
P.M.: quindi lei dal luogo dell’omicidio quando si allontanata?
T: io ritengo dopo circa tre quarti d’ora.
P.M.: e si porta a piedi?
T: no, con la mia Land Rover.
P.M.: che era nel frattempo rimasta dove?
T: che io avevo di nuovo intercettato con il Maresciallo Primavera, era rimasta lì aveva ovviamente i vetri sfondati, e poi il maresciallo a cui avevo detto all’inizio se per caso non fosse stato lui a travolgere il corpo.
P.M.: quindi con la sua Land Rover torna alla fiera.
T: andiamo alla fiera. Lì incontro il Colonnello Leso, gli riferisco della situazione, rapidamente, anche credo ci sia stato un coordinamento anche con il Comando Provinciale, decidiamo di portare tutti subito al Comando Provinciale per metterci a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
P.M.: ecco, l’altra Land Rover dove era arrivata nel frattempo?
T: l’altra Land Rover era in ospedale, aveva portato in ospedale i due feriti, Placanica e un altro carabiniere ferito, dall’ospedale… adesso non ho un ricordo esatto, io credo comunque che fu detto di… non ricordo se ci incontrammo o no ala fiera, fatto è che poi lui andò prima in fiera e poi dalla fiera ci raggiunse al comando Provinciale.
P.M.: quindi lei non ricorda se poi dalla fiera al Comando Provinciale vi siete mossi insieme?
T: no, non lo ricordo, credo di poterlo escludere, nel senso che mi ricordo che la Land Rover, quella guidata da Cavataio, dove c’era Placanica, ci raggiunse in un secondo momento al Comando Provinciale, noi anticipammo, non ricordo…
P.M.: dice – noi anticipammo – quindi sulla sua Land Rover eravate lei, il maresciallo che guidava e Leso?
T: no, ecco, non ricordo se portammo qualcun altro, per esempio non ricordo se portammo Cavataio o comunque qualche altro maresciallo del mio equipaggio, questo francamente non lo ricordo, so che decidemmo … la decisione fu… un po’ avuta dopo questa prima ricostruzione dei fatti, cioè quando fu più o meno chiaro e verosimile che durante l’assalto alla Land Rover un carabiniere, nella fattispecie Placanica, aveva esploso due colpi di arma da fuoco, di cui uno aveva attinto il dimostrante, che poi era stata travolto dalla campagnola che fuggiva, quando fu chiara questa cosa, finalmente…
P.M.: quando fu chiara questa cosa?
T: be’, non è che fu chiarissima, diciamo che cominciammo a prendere coscienza che lo sviluppo, che la dinamica era stata questa man mano che… tra il percorso che facemmo per andare alla fiera e la fiera, perché man mano, con le varie telefonate che cosa è successo, che cosa non è successo, quello che telefonava al collega, etc., man mano fu chiaro e quindi allora… tant’è vero che io a Leso dissi: – guardi la dinamica è stata verosimilmente questa, c’è stata un’esplosione di colpi di arma da fuoco da parte di uno e poi il Land Rover ha travolto il corpo che era già a terra-.
P.M.: quindi questa conoscenza di fatto avvenne alla fiera, faceste il punto della situazione…
T: facemmo il punto della situazione…
P.M.: in questi termini?
T: sì, sì…
P.M.: più o meno, i dettagli a venire.
T: i dettagli a venire, sì, però chiarificammo… cosa che non era ancora chiara sul posto, cosa che non era ancora chiara in P.zza Alimonda ovviamente perché io stesso, non avendo visto l’esplosione dei colpi di arma da fuoco, quando invece la constatazione cominciava ad emergere da chi sul posto cominciava a fare i rilievi, etc., io stesso rimasi interdetto da questa constatazione, quindi non era ancora chiara questa questione; quando fu chiara, facemmo il punto della situazione e allora decidemmo ovviamente di andare al comando Provinciale e metterci a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, noi e tutti gli aventi parte a questa questione.
P.M.: l’arma con cui Placanica… ecco, il nome di Placanica come sparatore quando lei ne venne a conoscenza?
T: io direi non prima appunto di questo punto di situazione in fiera, anche perché Placanica adesso è un nome che è facile ricordarselo, però prima era uno dei 5 mila Carabinieri che erano a Genova, era difficile averne una memoria, man mano che facemmo il punto della situazione, cioè dire – ma chi c’era sulla macchina - allora c’era quello che guidava che si chiamava Cavataio, quell’altro che era… man mano che questa situazione si chiariva venne fuori anche il nome di Placanica, di Cavataio, etc.
P.M.: Placanica lei lo vide alla fiera o al Comando Provinciale?
T: no, al Comando Provinciale perché nel mentre noi eravamo alla fiera, lui venne trattenuto in ospedale e quindi noi andiamo…
P.M.: l’arma di Placanica venne posta sotto sequestro, le risulta qualcosa?
T: personalmente no, se non vado errato fu …
P.M.: non se ne occupò lei?
T: non me ne occupai io.
P.M.: al Comando Provinciale tutti, ahimè, gli interpreti di questa vicenda vennero poi sentiti dall’Autorità giudiziaria, successivamente che cosa accadde, per quello che le risulta, cioè ritornaste alla fiera, come finì questa terribile giornata?
T: la giornata finì che quando furono sentiti tutti, parliamo però già di sera tardi, quando l’Autorità Giudiziaria finì di sentire tutti, io mi misi a disposizione ovviamente anche dei miei superiori cui rapportai l’accaduto, c’era il Colonnello Leso, il Colonnello Tessa(?) il Generale Desideri e poi molto tardi, ovviamente, quando loro mi misero in libertà tornai alla fiera, però francamente non so precisarle l’orario, credo che fosse molto tardi.
P.M.: il giorno dopo veniste impiegati lo stesso?
T: no, il giorno dopo l’impiego fu modulato in modo di tenere i contingenti dei Carabinieri in posizione, se posso dire, in seconda schiera, cioè in posizione arretrata, proprio per il fatto che questo incidente aveva molto… creato molta tensione tra … si temeva la tensione che ci poteva essere tra i gruppi di manifestanti e l’Arma dei Carabinieri in sé, e quindi i contingenti dei Carabinieri furono impiegati in posizione arretrata, in seconda schiera o comunque con compiti di riserva, quindi fu un impiego, diciamo un impiego che non ebbe una parte rilevante negli incidenti che invece poi ci furono del 21 di luglio.
P.M.: io per il momento avrei ultimato.
AVV.: scusatemi, io avrei la necessità di mostrare al teste un corpo, no corpo di reato, una fotografia, alcune fotografie che son già state prodotte nel corso del dibattimento, che però materialmente non sono qua, sono nel fascicolo del dibattimento, però fisicamente sono, ho appreso adesso che sono in Cancelleria, quindi … sono state depositate nel corso delle udienze, vorrei mostrarle al teste stamattina perché penso che non ci saranno altre occasioni per esaminarlo.
P.M.: possiamo interrompere dieci minuti…
L’UDIENZA VIENE SOSPESA
AVV.MULTEDO: io parto dalla mattina, da quando lei si è allontanato dalla Questura ed è arrivato in Via Pisacane, aveva la visuale di una piazza da dove si è fermato, vedeva una piazza davanti a lei?
T: in Via Pisacane?
AVV.: Via Pisacane, Via della Libertà.
T: mi ricordo di P.zza della Vittoria, che è poi quella grande piazza dove c’è anche la Questura, ma da lì mi sono recato in queste stradine laterali sulla dorsale Via Brigate Partigiane, via Brigata Bisognano, di questa piazza non so bene…
AVV.: P.zza Paolo Danovi l’ha mai vista?
T: il nome non mi dice nulla a memoria, poi posso provare ad individuarla… sì, eccola qua… ma non credo che mi dica nulla, non credo.
AVV.: gli uomini del Lombardia si ricorda dov’erano, lo sa dov’erano fermi?
T: allora gli uomini del Lombardia erano… credo di poter affermare con una certa sicurezza Via Pisacane e poi in delle altre strade contigue a Via Pisacane, contigue vuol dire sia intersecanti, sia probabilmente parallele.
AVV.: lei però non è stato con questi uomini Lombardia?
T: io sono stato con loro per un periodo di un’ora o due, un periodo comunque breve, è stato caratterizzato da questo assalto che hanno subito, dalla loro successiva carica, tra l’altro non tutto il contingente, ma una parte, non tutto il contingente del terzo battaglione Lombardia, ma una parte ha partecipato a questa carica per disperdere gli assalitori, dopo sono tornati sul loro posto, sono rimasto ancora lì per guardare, per trovare i feriti, quelli che già erano messi sulla nostra ambulanza e poi me ne sono andato, gli orari purtroppo non so precisarli.
AVV.: lei ha parlato di questo assalto che si trattava della tarda mattinata..
T: credo di sì, mezza o tarda mattinata.
AVV.: mezza cosa intende?
T: guardi, se la mattina va dalle 08.00 alle 14.00, la mezza può essere le 11.00, però francamente, purtroppo non posso essere preciso sugli orari.
AVV.: comunque Via della Libertà, Corso Torino non si ricorda, una piazza con degli alberi, una piazza alberata?
T: Corso Torino me lo ricordo nel pomeriggio…
AVV.: Via della Libertà e la piazza alberata che si chiama P.zza Paolo Danovi, però in prima… dieci e mezza, undici, come orario.
T: guardi, provo a guardare sulla carta, dunque lei ha detto P.zza Paolo Danovi e…?
AVV.: Via della Libertà. Se le mostro un video può esserle di aiuto?
T: me lo mostri.
AVV.: allora DVD Corda1 clip 1, minuto 2. (viene mostrato un video)
T: lì vedo intanto della gente che sta spostando dei cassonetti a mano, se non sbaglio…
AVV.: sì nel video sicuramente… questo è il Lombardia, direi.
T: guardi, se quella dove sono schierati è Via Pisacane è verosimile che sia il Lombardia, però così non riesco a precisarlo.
AVV.: questa è Via della Libertà, una via limitrofa comunque di Via Pisacane.
T: orario…
AVV.: siamo intorno alle 12.00.
T: non è lì precisato?
AVV.: no, non è quello l’orario da prendere come riferimento quello che appare lì, è intorno alle 12.00, 12.00 e qualche minuto.
T: non… così non mi dice nulla.
AVV.: lei dice che nel video ha visto dei manifestanti, qualcuno, insomma, poi se son manifestanti non lo sappiamo, qualcuno spostare dei cassonetti…
T: l’ho visto adesso qui.
AVV.: aveva notato in questa Via Pisacane e questo trattino di via dove c’era questo contingente di Carabinieri, aveva visto di persona quella mattina spostare cassonetti, fare qualcosa del genere o l’ha visto solamente adesso, in quell’orario, prima di mezzogiorno.
T: parliamo di Via Pisacane?
AVV.: di prima di mezzogiorno.
P.M.: solo per correttezza, come porre le domande, ha escluso… ma questo anche per il futuro, che quanto ha visto lui lo abbia visto, poi è giusto porre le domande se nel corso della mattinata ha visto spostare cassonetti, ma non riferirsi ad una cosa che ci ha appena detto che non ha visto e non riconosce, così in linea generale, un’impostazione di domanda chiara poi…
AVV.: sì, quel pezzo di filmato ha detto che non lo riconosce, che non si ricorda, ha detto di aver visto, nel filmato di aver visto spostare un cassonetto, è stato un commento al filmato, io gli chiedo se al di là del filmato, in quell’orario prima di mezzogiorno, nelle vie in cui lui si trovava con i suoi uomini del Lombardia, se ha visto spostare dei cassonetti.
PRES.: son due o tre domande insieme, la prima domanda, se non ho capito male, quando ha detto – le faccio vedere un filmato per vedere se si orizzonta, cioè se riconosce il posto – e su questo mi sembra che la risposta sia negativa, comunque era anche un filmato estremamente breve e da un’angolatura particolare; la seconda domanda è sui cassonetti.
T: allora parliamo di Via Pisacane…
AVV.: sì, e dell’orario prima di mezzogiorno.
T: parliamo di quello che io ho visto con il contingente del terzo battaglione Lombardia schierato credo Via Pisacane, ma comunque… il contingente è fermo, immobile, chiude una strada, la strada è completamente sgombera, questa situazione si protrae per una mezzora, quaranta minuti, ad un certo punto arriva una frotta numerosa, centinaia di manifestanti facinorosi più che manifestanti, mascherati, già qualcuno con le spranghe, tutti mascherati, si avvicinano, fanno come per fronteggiare il contingente e volerlo aggredire, poi a un certo punto si fermano, nel frattempo dalle file retrostanti dei manifestanti si vede del movimento, si vede, qualcuno che sposta qualcosa, dopodiché fanno per ritirarsi, indietreggiano un po’, parte questa salva di bottiglie molotov, di bombe molotov e vengono alla carica, la carica viene respinta e loro vengono dispersi. Dopo questo la strada era completamente ingombra da cassonetti e altre macerie messe in mezzo alla strada che prima non c’erano.
AVV.: grazie, ma non ha riferimento con quella parte di video che tra l’altro lei non ha riconosciuto, sta raccontando di fatti successi successivamente. Ritornando invece a molto più tardi, P.zza Alimonda, quando è stato sentito con verbale di sommarie informazioni il 20 di luglio, di travi non ne ha parlato, come mai?
T: non lo so, non c’è un motivo preciso.
AVV.: ha visto dei filmati poi di P.zza Alimonda successivamente?
T: sì, ho visto filmati e foto di P.zza Alimonda a piene mani su siti… su Indimedia.org, che tra l’altro ha trattato molto di me stesso, quindi è chiaro che sono andato a leggermeli a fondo.
AVV.: la sera del 20 luglio, quando è stato sentito dai Pubblici Ministeri non era rimasto particolarmente colpito da quella trave, da quell’episodio che ha raccontato stamane?
T: ma sa, quell’episodio che ho raccontato stamani l’ho raccontato perché nel tempo, ripensando a qualcosa, qualche particolare sovviene con più definizione, sul momento credo di aver detto genericamente di un’aggressione fatta nei confronti delle camionette, il particolare della trave è un particolare dentro questa aggressione di cui ho parlato in termini generali.
AVV.: particolare che, mi scusi, ha elaborato successivamente, lì per lì quella sera non aveva ritenuto, forse non se lo ricordava?
T: guardi è un particolare, come ad esempio il particolare che ho raccontato di aver spento il fuoco sulla spalla di un carabiniere piuttosto di aver dato una soluzione salina a un carabiniere, sono particolari che nel tempo risalgono, come dire, come punti di memoria che rimangono impressi, ecco, questo è il motivo per cui l’ho raccontato.
AVV.: rispetto all’episodio della trave, lei a che distanza si trovava rispetto al defender, a circa quanti metri sul lato destro, sul lato sinistro del mezzo?
T: credo a qualche decina di metri, più o meno di fronte ai due defender.
AVV.: aveva la visuale del muso del defender o del retro del defender?
T: avevo la visuale del tre quarti ovvero sia vedevo la parte antero-laterale sinistra.
AVV.: e la trave da che parte entrava, dalla parte destra o dalla parte sinistra del mezzo?
T: direi dalla parte destra, direi dalla parte… dunque, dalla parte destra del mezzo, no, rispetto a me dalla parte anteriore sinistra verso … insomma qualcosa del genere.
AVV.: quindi se ho capito bene dalla parte opposta alla quale lei si trovava?
T: dalla parte opposta, esatto.
AVV.: e si trovava a qualche decina di metri?
T: sì.
AVV.: dal suo verbale di sommarie informazioni…
P.M.: io chiedo scusa, sul punto, se non sbaglio, infatti il Pubblico Ministero non lo ha utilizzato, a richiesta della difesa, questi verbali non erano stati ammessi, quindi si può benissimo fare domande al teste, magari non citando questo verbale che, a richiesta della difesa, era stato espunto all’inizio.
AVV.: va bene, non lo citiamo.
VOCE FUORI MICROFONO: come contestazione si può usare..
P.M.: direi proprio di no, se l’avete dichiarato inutilizzabile, è inutilizzabile tout-court, su questo si pronuncerà il Tribunale.
AVV.: stamattina ci ha detto anche di avere problemi di miopia e la vediamo con gli occhiali, quel giorno gli occhiali li aveva tenuti sotto il casco o se li era tolti?
T: indossando la maschera li avevo tolti.
AVV.: ha un grado di miopia alto, basso?
T: all’epoca avevo una diottria.
AVV.: vedeva bene quindi a distanza di qualche decina di metri quello che stava … insomma aveva… senza occhiali, con la visiera scesa, abbassata, vedeva bene?
T: vedevo esattamente quello che ho descritto, ad esempio come ho già ricordato…
PRES.: cosa vuol dire “senza occhiali”, lei ha detto senza occhiali…
AVV.: li aveva tolti.
T: indossando la maschera antigas li avevo tolti, per esempio non ero in grado di riconoscere il numero di targa della macchina, come ho detto prima.
AVV.: era però in grado di vedere all’interno del mezzo?
T: ho già detto che all’interno del mezzo mi riusciva difficile vedere sia perché c’erano delle grate, delle griglie metalliche di protezione, sia per il riflesso del sole sui vetri.
AVV.: non avrei nessun’altra domanda, grazie. Sull’episodio della trave avrei una foto da mostrare al teste 70H28 per chiedergli se era quella la visuale che aveva dell’episodio della trave, numero di reperto è 70H290GGTX52T. Era quella la visuale che aveva nell’episodio della trave, lei si riconosce nella foto?
T: mi riconosco, intanto sono girato, come vede, che sto richiamando l’attenzione del personale che già è andato via, ho il braccio destro alzato e cerco, come dire, di richiamare… praticamente dei due in uniforme io sono quello di spalle.
AVV.: la freccetta possiamo farla andare… questo?
T: esatto.
AVV.: quindi questa è la visuale che aveva della trave lato destro, lei si trovava…
T: no, questa è la visuale che io avevo in quel microsecondo, l’episodio della trave che ho citato credo che addirittura sia precedente a questa fase, quando forse c’erano entrambe le macchine.
AVV.: nessun’altra domanda, grazie.
AVV.TAMBUSCIO: sono l’Avvocato Tambuscio difensore di Fiandra Antonio. Dunque, io torno a qualche domanda più generale sui momenti organizzativi precedenti ai fatti; lei, a richiesta del Pubblico Ministero, ci ha già un po’ spiegato come nascono le CCIR, innanzitutto proprio un’informazione burocratica, come sono state istituite, cioè nel senso c’è un decreto, una circolare interna?
T: no, è stato un provvedimento del Comando Generale dell’Arma in vista di questo impegno rilevante per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, si è pensato di procedere all’istituzione di questi contingenti e quindi di formarli e addestrarli.
AVV.: quindi se ho capito, in due parole, erano delle compagnie particolarmente addestrate, selezionate all’interno dei tradizionali battaglioni.
T: selezionate non è un termine esatto, nel senso che erano compagnie fornite da questi cinque battaglioni e poi preparate con una certa accuratezza maggiore lì, come ho detto prima, a Velletri, però selezionate è un termine che non trovo confacente, non fosse altro perché poi ciascun battaglione ha sostanzialmente dato quello che aveva.
AVV.: sicuramente ne sa molto più di me perché era praticamente il responsabile, però ho usato questo termine perché io avevo capito, sentendo i Comandanti di Compagnia che son già venuti a testimoniare che i battaglioni non avessero fornito delle compagnie preesistenti come gruppi organici, ma che fossero confluiti un po’ presi all’interno dei battaglioni tra le diverse Compagnie, per questo ho detto selezionati.
T: questo, sa, è possibile, però ritengo che sia più dovuto al fatto che gli impieghi sono tali e tanti per cui i battaglioni non è che c’hanno… ad esempio la gente costantemente in caserma, allora di tutti quelli che abbiamo scegliamo questi, sostanzialmente la cernita si fa sulla disponibilità contingente.
AVV.: tutto quello per quello che mi interessa, non è per tediare il Tribunale perché, ripeto, dalle testimonianze precedenti io avevo capito che c’erano state delle direttive sulla selezione degli uomini che dovevano poi costituire le CCIR.
P.M.: anche qui, magari fare delle domande dirette – io avevo capito dalle testimonianze precedenti – abbiamo un teste, è un teste qualificato a cui possono essere fatte tutte le domande, ma magari rivolte in maniera leggermente più appropriata, grazie.
AVV.: io faccio le domande come credo opportuno di farle, se c’è opposizione.
P.M.: c’è opposizione.
AVV.: il Codice dice che non devono essere… in controesame possono essere anche suggestive, ma non era suggestiva, non mi sembra di doverla riformulare, non tendo a confondere il teste, questi sono i limiti del Codice di Procedura Penale, non confondo il teste, ho detto semplicemente che … gliela pongo in maniera molto più semplice, non è che ci fossero particolari artifici nella mia domanda, se c’erano direttive, interne naturalmente dell’Arma, per scegliere, per selezionare, per la composizione del personale che doveva confluire nelle CCIR.
T: ecco, guardi, mi fa una domanda a cui purtroppo io non posso risponderle precisamente, credo di ricordare che qualche direttiva ci fu, nel senso che fu detto qualcosa riguardo, non so, ai Comandanti di squadra, qualche direttiva ci fu e ovviamente fu rispettata, tra l’altro, però francamente, scendere nella particolarità di queste direttive purtroppo non lo ricordo.
AVV.: però mi scusi, se lei era il responsabile delle CCIR, chi ce lo può riferire se non lei?
T: Sì, io ero il responsabile delle CCIR, ma non ero il responsabile della loro selezione, della loro formazione, le CCIR arrivavano già formate da me.
AVV.: ho capito. Ad esempio, premessa; lei ci dice, erano stato creare per questo impegno particolarmente gravoso con un addestramento poco maggiore dell’ordinario…
T: un po’ più approfondito, sì, non fosse altro perché in realtà la particolarità dell’addestramento stava nel fatto che questi non è che sono stati addestrati a fare i superuomini, sostanzialmente la particolarità stava nel fatto che, essendo contingenti molto numerosi, bisognava abituarli a stare insieme, a mantenere formazioni, diciamo a introdurre anche un nuovo tipo di formazione in relazione al fatto che erano contingenti più grossi che non nel passato.
AVV.: è possibile che fossero… io adesso uso un termine un po’ basso… fossero finite in queste Compagnie, pur predisposte ad un impegno gravoso, dei militari appena usciti dal corso di formazione, degli ausiliari appena usciti dal corso di formazione?
T: a me non risulta, c’erano degli ausiliari, sì, ma avevano tutti un loro periodo già di servizio alle spalle.
AVV.: perché, ad esempio, io adesso non so se il Pubblico Ministero si opporrà alla domanda, ma altri testi hanno riferito che le direttive prevedevano che entrassero solo ausiliari in ferma prolungata, questo non le risulta, lei ha già detto che le direttive…
P.M.: ha già risposto.
AVV.: no, le chiedo questo perché non so se lei è a conoscenza del fatto che uno dei tre militari che erano sul defender che ci ha appena fatto vedere, in particolare il Carabiniere Raffone, era entrato nell’Arma il 16 marzo 2001, le risulta questa circostanza? Chiaramente in allora non lo poteva sapere, però dopo ho capito che c’è stato un approfondimento.
T: non mi risultava all’epoca e per la verità non mi risulta neanche adesso, è un particolare sul quale da parte mia non c’è stata, penso…
AVV.: un ausiliario come Raffone che tipo di corso fa, cioè quanto dura il corso di formazione?
T: l’ausiliario non c’è più intanto, i Carabinieri ausiliari non ci sono più…
AVV.: Raffone… parliamo del 2001.
T: nel 2001 se non sbaglio c’era un corso di tre mesi presso le scuole allievi di Carabinieri ausiliari, un corso di formazione base e generalmente venivano immessi nei reparti, alcuni ai battaglioni, altri ad altri reparti dell’Arma e quando arrivavano ai battaglioni venivano sottoposti ad un ulteriore ciclo addestrativo in genere per specializzarli nel lavoro dei battaglioni, di ordine pubblico.
AVV.: quindi tre mesi di corso, quindi entrando a metà marzo Raffone o chi per lui, entrava in servizio a metà giugno.
T: non lo so, se quello che dice è così, francamente non so.
AVV.: comunque lei non sa…
T: sul carabiniere Raffone non so dirle le sue date di arruolamento o le sue date…
AVV.: certo, ce le ha dette lui quando è venuto a testimoniare. Quindi è possibile che ci fossero in queste Compagnie, ci fossero degli ausiliari appena entrati in servizio, le chiedo se è possibile o comunque non lo sa, non s’è occupato di questo punto specifico.
T: un momento, è possibile, non lo escludo in relazione a quello che mi sta dicendo lei, in linea di massima c’era gente che era già stata addestrata e lo stesso Raffone era già stato addestrato, una prima volta, questo lo dico non perché conosco la biografia del carabiniere Raffone, lo dico, attenzione, in astratto, che il carabiniere ics Raffone, viene addestrato una prima volta alla scuola, viene addestrato una seconda volta non appena arriva al battaglione, nella circostanza credo che fosse stato addestrato una terza volta a Velletri.
AVV.: esattamente. Esperienza pratica questo prototipo di ausiliario? Ausiliario entrato il 16 marzo che tipo di esperienza pratica poteva avere prima dell’impiego a Genova se i tempi sono questi?
T: qual è la domanda?
AVV.: se è possibile che ci fossero Carabinieri ausiliari che non avessero mai avuto esperienza di ordine pubblico.
T: non lo so, guardi, io dovrei avere una situazione complessiva dei 920 Carabinieri e sapere ognuno dei quali che permanenza aveva avuto prima di Genova nel proprio reparto di appartenenza.
AVV.: ma io glielo chiedo solo perché…
T: me lo chiede in astratto, diciamo?
AVV.: sì, glielo chiedo in astratto in quanto persona particolarmente qualificata, come responsabile del contingente.
P.M.: ma è una testimonianza su fatti, non è una testimonianza di esperto, lo citiamo come esperto, se del caso.
AVV.: no, su fatti a conoscenza del teste, responsabile… mi scusi Pubblico Ministero…
P.M.: è mezzora che stiamo andando avanti e parlando in astratto, mi oppongo a questo modo di fare le domande.
PRES.: comunque, lei ha posto una serie di domande, il teste ha risposto che indipendentemente dalla storia personale del Raffone, dice, dovrebbe avere avuto tre fasi di istruzione, lei fa una domanda che è molto, molto valutativa, se queste tre fasi sono sufficienti o no.
AVV.: no, questa è la conseguenza della mia domanda, io chiedo se è possibile che ci fossero carabinieri senza esperienza pratica sul terreno.
PRES.: questa è una domanda molto…
AVV.: io mi permetto di farla solo perché è responsabile dei contingenti.
PRES.: cioè lei chiede se, secondo quello che ha visto, il personale era sufficientemente addestrato per la bisogna è un conto, ma mettere la domanda in astratto, se era sufficiente o meno… manca il parametro manca.
AVV.: comunque io ho finito su questo punto, la domanda era molto specifica sul fatto che ci fossero Carabinieri senza precedenti esperienze pratiche, non di addestramento, perché l’addestramento è una cosa, l’esperienza…
PRES.: su questo lui però ha già risposto dicendo che non ne era a conoscenza.
AVV.: certo, infatti.
PRES.: quindi lei pone una domanda valutativa, come dire, è meglio una persone esperta o una persona inesperta, è una domanda retorica però.
AVV.: forse era una domanda retorica, vista la risposta del teste alla fine si è rivelata una domanda retorica, comunque su questo punto ho finito. Torno un attimo all’addestramento; nel corso dell’addestramento, cioè presumo che l’addestramento poi è culminato, se ho ben capito, in questa settimana a Velletri, c’è stato però forse anche un addestramento precedente all’interno dei singoli battaglioni in vista dell’arrivo a Genova?
T: ritengo di sì, guardi, queste sono norme diciamo di carattere generale, perlomeno all’epoca erano così, che prevedevano che, ogni qualvolta i contingenti di Carabinieri ausiliari o comunque di Carabinieri in genere venivano immessi come prima destinazione in un battaglione, dovessero essere sottoposti ad un ciclo addestrativi nel battaglione per abilitarli a questo tipo di impiego di ordine pubblico e poi ci sono, era previsto anche all’epoca, mi ricordo che era previsto anche l’addestramento di mantenimento, quindi … ma questo non è che è da mettere in relazione a Genova, erano norme di carattere generale.
AVV.: io adesso parlo del periodo qualche mese prima di Genova, lei è a conoscenza di episodi avvenuti nel corso dell’addestramento nell’ambito dei battaglioni che vi avessero in qualche modo, dico “vi” avessero nel senso come Comando, come Ufficiali che poi eravate destinati a venire a comandare i reparti a Genova, preoccupato come segno di aggressività particolare dell’addestramento stesso? Sono più specifico, vedo che mi guarda interrogativo, giustamente; è a conoscenza di un episodio avvenuto nel febbraio 2001 nella caserma Podgora dei Carabinieri nel corso di un addestramento?
T: caserma Podgora sarebbe dove, scusi?
AVV.: il tredicesimo Reggimento di Gorizia, una notizia di stampa quindi…
T: non ne sono a conoscenza perché nel febbraio 2001 non ero impegnato nella questione di Genova che doveva ancora nascere, ero da tutt’altra parte.
AVV.: però magari se le dico qualche particolare di più… in particolare è finito poi in un procedimento…
P.M.: Presidente, possiamo fare istruttoria sulle notizie stampa tutta la mattina, è un piacere stare qua, però per carità, io mi oppongo a questo tipo di domande, ha già risposto che non era al corrente, ha chiesto addirittura dov’era la caserma Podgora, se vogliamo contestargli le notizie stampa, poi sarà argomento…
AVV.: non sto contestando una notizia stampa, io faccio domande.
PRES.: mi sembra che la domanda dovrebbe essere diretta, cioè uno deve dire – a me risulta che è successo questo, questo e quest’altro… - se lo sa o se non lo sa, perché se no, siccome lei sta parlando, se non vado errato, di un fatto extraprocessuale e di cui finora non si è parlato, mi sembra, quindi lei non sta contestando una qualche rilevanza processuale, lei può chiedere se il teste è al corrente di una certa circostanza, però deve direttamente informare di che circostanza...
AVV.: certo, io cerco sempre di essere il meno suggestivo possibile…
PRES.: cioè non può fare la domanda con qualcosa di sottinteso.
AVV.: io cerco sempre di essere il meno suggestivo possibile anche nei controesami, è solo per quello che formulo le domande prendendole molto alla larga. Allora gliela riformulo; l’episodio a cui mi riferisco è un episodio che sarebbe avvenuto il 23 febbraio 2001 nella preparazione del G8 di Genova, ripeto, fonte di stampa, quindi lei mi potrà dire che non lo conosce o che non è proprio avvenuto, si tratta di un’esercitazione tra carabinieri finita con numerosi Carabinieri lesionati in quanto poi degenerata in rissa e che poi ha portato alla denuncia del Colonnello Monno Comandante di questo battaglione, direi, le chiedo solo se è a conoscenza di questo fatto, se l’avete presa in esame, perché quello che a me interessa è se … infatti la premessa era, ci son stati dei segnali di particolare aggressività nel corso dell’addestramento?
P.M.: adesso facciamo un quiz, scusi Presidente, può fare tutte le domande che vuole, una modalità di condurre il controesame come meglio si crede, ma con un…
AVV.: è una domanda, se non gli piace al Pubblico Ministero..
PRES.: comunque, scusate, lei dice che questa qui è una notizia che uscita sulla stampa nazionale?
AVV.: sulla stampa nazionale.
PRES.: su tutta la stampa nazionale, cioè ha avuto un certo risalto?
AVV.: io… c’è traccia di stampa.
PRES.: quindi la prima domanda è se ha avuto notizia o meno di questa…
AVV.: se non ha avuto notizia mi dirà di no, è chiuso.
PRES.: quindi è molto semplice, se questo fatto che è stato riferito adesso come la notizia di stampa, lei ne era a conoscenza o meno.
T: non ne ho la minima idea, però posso aggiungere una cosa, se posso?
AVV.: dipende cosa aggiunge, non può aggiungere qualsiasi cosa, se è pertinente alla domanda sì.
T: lei ha detto che questo episodio sarebbe successo durante la preparazione del G8 di Genova…
AVV.: così leggo.
T: lei ha detto questo…
AVV.: sì, sì.
T: 23 febbraio… dell’episodio non ho alcuna cognizione, mi riesce difficile interpretarlo come una preparazione del G8 di Genova, parliamo di febbraio 2001, per quello che ne so e per quello per cui ho avuto parte la preparazione del G8 di Genova inizia a giugno.
AVV.: inizia così tardi?
T: parlo dell’addestramento delle CCIR.
AVV.: ho capito, inizia a giugno. Grazie, su questo nessun’altra domanda. Adesso passo a qualcosa di più specifico e penso pertinente; dunque, lei ci ha riferito che la mattina del venerdì 20, quindi 20 luglio 2001, lei è andato in Questura, forse con altri Ufficiali, dove vi sono stati esposti direi i piani della giornata, se ho ben capito ed in particolare alcune modifiche che c’erano state, vorrei che approfondisse un momento questo episodio e soprattutto che ci riferisse cosa vi è stato detto in Questura, proprio disposizioni pratiche sul terreno.
T: le particolarità non le ricordo, è un ricordo… sostanzialmente io ho accompagnato il Colonnello Leso in Questura dove c’erano dei funzionario che stavano, come dire, facendo gli ultimi aggiustamenti, ma fu una permanenza piuttosto breve e poi, preso atto che c’era qualche modifica, non grossa ma qualche modifica, mi occupai di andare a verificare che tutto fosse secondo quanto preordinato.
AVV.: lei ricorda il nome di qualche funzionario con cui ha parlato?
T: no.
AVV.: quali erano i documenti forniti dalla Questura, nei giorni precedenti, al di là della preparazione logistica, però quali erano le informazioni che arrivavano a lei, quindi ai reparti penso tramite lei sulle problematiche poi di piazza? Nel senso, com’eravate stati messi in grado di orientarvi sulle varie manifestazioni? Avevate delle informazioni o vi muovevate… non credo che… qualcosa vi avran detto, non eravate lasciati alla cieca nelle mani del funzionario di Questura o, ripeto… è una domanda, magari sì, o avevate delle informazioni specifiche, nel senso “ci saranno dei cortei organizzati, dei cortei autorizzati” cose di questo tipo, che tipo di informazioni, che documenti?
T: c’era anzitutto un quadro informativo generale già disponibile durante la preparazione, parlo dell’addestramento a Velletri, in generale della preparazione, si trattava di un inquadramento generale della situazione, quindi che cosa stava per aver luogo a Genova, l’evento, più o meno le modalità organizzative dell’evento, le modalità organizzative generali dei servizi di ordine e sicurezza pubblica che stavano per essere approntate, anche un quadro informativo sotto il profilo della possibile minaccia, quindi già all’epoca della possibilità che frange violente avessero l’intenzione di provocare degli incidenti come già era avvenuto in altri vertici in altre zone in altri paesi; quindi già all’epoca era disponibile un quadro informativo generale, dopodiché…
AVV.: mi scusi, andando sul pratico, perché non voglio tediare più di tanto il Tribunale con le mie domande, sui cortei, andiamo nella mattinata del venerdì 20, che informazioni avevate, cosa avevate trasmesso ai Comandanti di Compagnia… nel senso, mi spiego meglio, tipo, il Comandante di Compagnia sapeva che in P.zza Manin ci sarebbe stata una manifestazione autorizzata organizzata da chi, con quali componenti dei manifestanti o non sapeva niente di tutto questo?
T: allora il quadro informativo della giornata era contenuto nell’ordinanza della Questura...
AVV.: mi scusi, quando l’avete ricevuta?
T: questo non lo ricordo, comunque so per esperienza che durante quei giorni l’ordinanza della Questura arrivava tardi la notte o meglio, a noi non arrivava l’ordinanza della Questura, l’ordinanza della Questura veniva trasmessa a Comando Provinciale dove veniva già elaborata, era stata costituita anche lì una cellula di pianificazione che elaborava la Questura per cominciare a pianificare i servizi conseguenti, poi veniva rimbalzata a noi alla fiera e finivamo la pianificazione con l’assegnazione letterale dei contingenti ai vari servizi.
AVV.: ordinanza della Questura, quindi c’era un’ordinanza generale che distribuiva i servizi e dava indicazioni pratiche sui cortei.
T: chiaro.
AVV.: lei ricorda innanzitutto se l’ha mai avuta fisicamente a disposizione? L’ha potuta leggere?
T: francamente non lo ricordo.
AVV.: nel senso, se gliela faccio vedere la riconosce?
T: se me la fa vedere penso di sì, che la riconosco insomma.
AVV.: ci può provare… è l’ordinanza che è già stata prodotta a firma del Capo di Gabinetto della Questura, è stata prodotta nella prima udienza. La domanda è sempre quella sottintesa, se ricorda, se è questa l’ordinanza di riferimento per il servizi del giorno 20.
T: ritengo di sì, è datata 19 luglio, quindi ritengo sia questa.
AVV.: lei ricorda quando è arrivata in vostre mani, dico “in vostre” uso sempre vostre per parlare di Carabinieri, è possibile che sia arrivata nella mattina del 20 intorno alle 06.00 del mattino?
T: guardi, non ricordo l’orario, so che l’ordinanza arriva tardi, arriva tardi anche nelle giornate precedenti, il giorno 20 non fece eccezione, quindi noi avevamo questo nucleo di pianificatori che stava sveglio tutta la notte per preparare i servizi dell’indomani.
AVV.: ecco, i reparti quando sono stati schierati?
T: molto presto.
AVV.: il fatto che l’ordinanza sia arrivata tardi, io adesso ho detto un’ora, ha creato problemi, nel senso…
T: diciamo ha creato… non credo che abbia creato problemi oltre uno standard cui si è abituati nella normalità, perché spesso le ordinanze arrivano tardi, non solo a Genova, ma in generale, in occasione di grandi eventi è difficile fare un’elaborazione per il giorno dopo, tra l’altro ci sono degli aggiustamenti che conseguono magari al fatto che la situazione è fluida, la situazione si evolve ci sono notizie che cambiano, negoziati in corso.
AVV.: tutto questo, per tornare alla domanda precedente, e cioè che informazioni avevano i Comandanti di Compagnia sulle singole manifestazioni? Parlo chiaramente di manifestazioni autorizzate perché quelle non autorizzate erano imprevedibili.
T: il Comandante di Compagnia riceveva le informazioni dal funzionari di Polizia cui era conferito il contingente.
AVV.: ecco, quindi è possibile che non avesse informazioni dirette il Comandante di Compagnia? Non dirette dal funzionario, dirette dal Comando dei Carabinieri. Nel senso…
T: quando lei dice “informazioni”, a cosa si riferisce
AVV.: a quello che le ho detto pria, ad esempio, un esempio molto pratico, l’esistenza di una manifestazione autorizzata in P.zza Manin che si sarebbe dovuta svolgere venerdì 20 dalle ore 10.00 alle ore 15.00 organizzata da Rete Lilliput, Lega Ambiente, WWF, in un luogo determinato.
T: allora, il quadro informativo scende per livelli, no, se io ho un’informazione generale relativa al fatto che il giorno 20 ci sarà un corteo, ci sono dei problemi perché ci sono degli itinerari che non sono stati autorizzati, c’è un’intenzione di violare la zona rossa, c’è un’altra parte che è autorizzata, ho un’informazione di carattere generale, quando si va sempre più sul minuto è chiaro che chi è deputato al contingente nel suo piccolo spazio, riceve le informazioni, quelle più aggiornate, dal funzionario cui è preposto, perché non tutti hanno bisogno dello stesso quadro informativo, se si dice a tutti come sta la situazione fin nei suoi minimi particolari, si perde un sacco di tempo inutilmente.
AVV.: io sto parlando non di tutti, ma dei Comandanti di Compagnia.
T: i Comandanti di Compagnia ognuno era affiancato a un funzionario di Polizia da cui riceveva il quadro informativo locale.
AVV.: lasciamo stare un attimo… il funzionario, ho capito… io adesso torno perché mi interessa la cosa specifica, è possibile che il Comandante di Compagnia non avesse il dettaglio, io parlo di dettaglio, in realtà sono informazioni molto generiche, è possibile che il Comandante di Compagnia non sapesse che tipo di manifestazione aveva di fronte, senza il funzionario?
T: guardi, il Comandante di Compagnia, ripeto al situazione, il funzionario c’entra, il funzionario è essenziale in questo caso, io gli do un quadro di carattere generale che è quello che mi compete…
AVV.: poi si rivolge al funzionario.
T: poi si rivolge al funzionario per il quadro locale, attenzione, il problema non è solo quadro informativo, il problema…
AVV.: aspetti, aspetti, lei mi ha detto una cosa…
P.M.: lasciamo finire la risposta visto che stiamo chiedendo di un parere allargato arriviamo in fondo, ci interessa a tutti.
AVV.: no, io non chiedo pareri, faccio domande specifiche…
P.M.: alle sue domande generali ci sono risposte generali, avvocato, di specifico c’è molto poco fino adesso.
AVV.: la domanda non è generale, la domanda non è generale, la domanda è molto specifica…
P.M.: Presidente vorremmo sentire il finale della risposta.
AVV.: però il teste generalmente deve rispondere in maniera specifica…
P.M.: Presidente, vorremmo sentire la fine della risposta del teste.
AVV.: continui pure, mi scusi.
T: allora, la risposta è che il Comandante della Compagnia, ma non solo, in generale il Comandante del singolo contingente, che non è detto che sia il Comandante della Compagnia, può essere uno più piccolo ancora, riceve il quadro informativo dal funzionario cui è stato conferito il contingente, non solo, riceve anche i compiti particolari che è anche più importante del quadro informativo, nel senso che i compiti discendono dalle informazioni.
AVV.: direi che il Testo Unico prevede queste modalità. Il problema però nasce e la mia domanda era finalizzata a questo; cosa succede se il funzionario non è a disposizione e il Comandante di Compagnia deve decidere di sua iniziativa se non ha tutte le conoscenze a disposizione, era questo che io volevo sottolineare, perché si è verificato un caso di questo tipo.
T: cioè cosa succede se…
AVV.: se il funzionario non è a disposizione, è previsto anche questo dal Testo Unico.
T: a me non risulta che ci siano stati casi in cui i funzionari non siano stati disponibili.
AVV.: adesso è inutile che io le dica a noi risulta, sì, c’è stato un caso in cui il funzionario non era disponibile, il Comandante di Compagnia ha dovuto prendere delle iniziative, semplicemente adesso per spiegare perché le mie domande erano dirette…
P.M.: Presidente, io mi ritengo molesta, sembra che sia un ping-pong con l’Avvocato Tambuscio, però davvero cerchiamo di condurre un esame sui fatti e non sulle conoscenze validissime e personali dell’avvocato a risposte precise peraltro del teste.
PRES.: il problema è che il reato base contestato dall’accusa è un reato che fa parte del titolo V, delitti contro l’ordine pubblico, quindi la gestione dell’ordine pubblico in questa situazione, nei limiti ovviamente in cui il teste può essere informato, non è un argomento estraneo al processo, salvo le modalità concrete dell’interrogatorio, quindi la materia di per sé senza dubbio fa parte del processo, ovviamente poi non è che uno può fare domande in astratto, cioè quali sono i regolamenti o altro, si informerà su quello che è successo in concreto nella gestione di ordine pubblico in quelle giornate.
AVV.: sì, comunque io mi riferivo ad un episodio specifico. Faccio un’altra domanda specifica; in Questura vi avevano informato sulle modalità di svolgimento dei singoli cortei? In particolare sulle modalità di svolgimento del corteo detto delle Tute Bianche o del Carlini?
T: non a me personalmente, anche perché la mia permanenza in Questura fu breve, limitata, ripeto, ad accompagnare più che altro il Colonnello Leso e poi andammo subito via, io perlomeno andai via…
AVV.: io sto parlando sia della mattinata del venerdì 20, sia nei giorni precedenti, non posso sapere quello che la Questura vi passava, in particolare, eravate stati informati che il corteo delle Tute Bianche sarebbe stato composto da persone con delle protezioni personali e degli scudi di plexiglass? Chiedo, eravate stati informati o no?
T: dunque, mi fa una domanda che mi impone un attimo di riflessione, allora, di sicuro io non ho mai partecipato a dei briefing illustrativi in Questura dove veniva detto – guardate che il 20 ci sarà il corteo – etc.etc., però mi pare di ricordare una cosa, che la sera del 19 ci fu un intervento di personale della Polizia di Stato, non mi ricordo se c’era qualcuno dei nostri anche in supporto, credo di sì, perché lo seppi in questo modo, che credo allo stadio Carlini non ci fu una perquisizione o qualcosa del genere, però mi disse… venni a sapere che si temeva o si sapeva che allo stadio Carlini stavano preparandosi a sostenere il corteo proprio con protezioni, caschi, scudi, etc.
AVV.: quindi la Questura non ve l’ha detto direttamente, cioè non vi ha detto… formulo la domanda, poi lei mi dà la risposta, - abbiamo fatto una perquisizione, siamo andati al Carlini, abbiamo trovato protezioni… - anzi - ci han fatto vedere protezioni, scudi e noi non abbiamo detto nulla, non abbiamo fatto nessuna obiezione – cioè in Questura vi hanno illustrato questo problema o no?
T: ripeto che io non ho avuto briefing illustrativi in Questura personalmente e ribadisco quello che ho detto prima, cioè di aver saputo di questa circostanza…
AVV.: quindi l’ha saputo indirettamente dai suoi uomini.
T: no, no, l’ho saputo nel corso di riunioni nostre insomma, adesso le circostanze precise non le so, so di essere stato informato che c’era stato un intervento della Polizia di Stato al Carlini che mi pare che non si tramutò in una vera e propria perquisizione, dove comunque si sapeva che si stavano attrezzando con scudi, etc.
AVV.: in Questura non vi han detto – noi sappiamo questa cosa e non abbiamo trovato nulla da obiettare - ?
T: ma, guardi, “non vi…” mi disorienta un po’, se si riferisce a me personalmente no.
AVV.: a lei, a lei…
T: “non vi”… non so a chi si riferisce perché poi non posso escludere che invece questa cosa non sia stata detta al Comando Provinciale, non lo so.
AVV.: comunque il tramite di conoscenza tra il Comando Provinciale e…
T: no, tramite canali normali, tant’è vero che comunque io questa cosa la venni a sapere.
AVV.: mi scusi, però le conoscenze che passavano tra il Comando Provinciale e i comandanti di Compagnia passavano attraverso di lei.
T: sì, sostanzialmente sì.
AVV.: va bene, grazie, su questo null’altro. Io adesso le faccio vedere… lei c’ha appena raccontato di essere stato alcune ore in compagnia, insomma in presenza del contingente del battaglione Lombardia.
T: sì.
AVV.: adesso le faccio vedere due filmati e poi le pongo due domande. E’ il filmato 154/2, dai minuti 15 ai minuti 19 [Vengono mostrati al teste dei filmati] E’ il filmato 157/5 minuti 23.11… dunque, innanzitutto una domanda preliminare, se ha assistito a questo episodio, almeno il primo del Lombardia, ha assistito direttamente a quell’episodio?
T: no.
AVV.: ha avuto occasione di vedere questi filmati successivamente, lei ha parlato del filmato della trave, io le chiedo se ha avuto occasione di vedere questi filmati.
T: il primo di sicuro no, forse il secondo su qualche televisione.
AVV.: che lei sappia ci son stati provvedimenti disciplinari relativi a questi episodi?
T: relativi a questi specifici episodi?
AVV.: sì.
T: non ne ho la minima idea, guardi, allora, non ne ho idea guardi, ritengo che prima ci saranno stati dei procedimenti giudiziari forse.
AVV.: no, le chiedo se ce ne sono di disciplinari perché dei giudiziari possiamo esserne a conoscenza, dei disciplinari no.
T: non ne ho idea.
AVV.: le sono arrivate segnalazioni dai superiori su questi fatti? Lei era responsabile di questi contingenti può essere che un tenente o maresciallo abbia fatto rapporto a questi Carabinieri.
T: no, a me non sono arrivate segnalazioni su questi fatti specifici.
AVV.: le sono arrivate altre segnalazioni su fatti di questo tipo avvenuti a Genova, cioè su problemi disciplinari, diciamo su episodi di aggressività, io adesso non voglio qualificarli, comunque tipo su episodi di Carabinieri che colpiscono gente a terra come in questi casi
T: no, guardi, intanto no, poi devo dire che da noi l’azione disciplinare è successiva all’azione giudiziaria, l’azione giudiziaria sospende il procedimento disciplinare.
AVV.: se c’è, ma se non c’è? In questo caso non c’è stata…
T: in genere… no un attimo però, non c’è, però al procedimento giudiziario consegue comunque un procedimento disciplinare.
AVV.: certo. Ha assistito ad altri episodi personalmente di questo tipo? Altri?
T: no.
AVV.: adesso le faccio vedere una serie di fotografie che sono già state prodotte, le faccio vedere sul monitor e alcune gliele passo anche sulla carta stampata così vede meglio i particolari. Il primo reperto che le faccio vedere è una denominazione abbastanza complessa che è OGGS95MS già prodotta. La mia domanda è; lei è stato varie ore in compagnia dei Carabinieri del Lombardia, si è mai accorto che i Carabinieri portavano quegli oggetti che stavano impugnando nella foto?
T: no.
AVV.: ne ha mai sentito parlare dai suoi ufficiali?
T: no.
AVV.: nel corso dell’addestramento si è mai evidenziato questo tipo di problema?
T: no, non si è evidenziato il tipo di problema ed è stato, nel corso dell’addestramento, è stato ribadito che il personale dovesse impiegare solo il materiale distribuito di ordinanza.
AVV.: gliene faccio vedere un’altra GGS95MS, è semplicemente un dettaglio della stessa, la domanda, se al Tribunale pare retorica, posso anche non farla; è permesso il porto di questi oggetti ai carabinieri in servizio di ordine pubblico?
T: il problema non si pone in termini di se è permesso o no, il problema si pone nel senso che il carabiniere deve portare in ordine pubblico quello che gli viene distribuito come materiale d’ordinanza, siccome credo che lei si riferisca al fatto che qui si impugna un manganello e non un bastone tonfa, nella circostanza era stato distribuito il bastone tonfa.
AVV.: ma quel manganello è mai stato in dotazione dei Carabinieri?
T: come?
AVV.: lei ha parlato di manganello, secondo me quello non è un manganello, ma comunque è mai stato in dotazione ai Carabinieri qualcosa che non fosse un tonfa?
T: no.
AVV.: quindi non è un oggetto in dotazione.
T: non è un oggetto in dotazione.
AVV.: adesso gliene faccio vedere un’altra serie senza esagerare comunque, perché non voglio farle perdere tempo…questa è OGGSYET; io le chiedo innanzitutto se l’oggetto impugnato dal Carabiniere, le chiedo se quell’oggetto era in dotazione o no?
T: dunque lei si riferisce all’oggetto impugnato dal Carabiniere in primo piano.
AVV.: sì.
T: mi sembra di no, francamente però questo non si vede bene.
AVV.: non è chiaro come il primo.
T: esatto, non è chiaro come il primo, nel primo caso vedo che è un manganello e non è un bastone tonfa, in questo caso non ne sono così certo.
AVV.: mi scusi, lei dice manganello nel senso perché non ha la maniglia laterale, nel senso potrebbe essere un tubo di ferro.
T: dico manganello… sì, perché mi sembra questo fondamentalmente. Vedo anche che ha una cinghia come se fosse una cinghia…
AVV.: da mettere intorno al polso…
T: da mettere intorno al polso, quindi per quello mi sembra un manganello.
AVV.: i tonfa non hanno la cinghia da mettere intorno al polso?
T: no.
AVV.: adesso gliene potrei far vedere una lunga serie, ma son già state mostrate ad altri ufficiali ottenendo le stesse risposte. Io le chiedo, ma è possibile che sia sfuggito a tutti voi questo fatto così visibile? Ad esempio gliene faccio vedere un’altra, questa 20 luglio 28, cioè proprio direi palese, mi riferisco a quell’oggetto alzato, proprio spicca la differenza dal tonfa; io le chiedo… le faccio vedere ancora un pezzo di filmato…
PRES.: avvocato, scusi, non vorrei interromperla, capisco anche il pathos della domanda, però non può dire – non vi è sfuggito – lei sta parlando con una persona.
AVV.: certo.
PRES.: poi potrà chiedere se il Comando dei Carabinieri in qualche modo…
AVV.: era questo il senso della mia domanda.
PRES.: lei sta chiedendo al teste quello che ha visto il teste, la sua reazione personale.
AVV.: lei ha già detto che non se n’è accorto.
T: no, un momento, scusi, “non se n’è accorto” non lo trovo corretto, “non se n’è accorto” non lo trovo corretto.
AVV.: ho capito, ho capito. E come potrei formulare meglio?
T: intanto vorrei dire che il controllo a questo livello così minuto è ovviamente devoluto ai livelli inferiori, per esempio, se io sono tenente colonnello e coordino 4 mila uomini non posso ispezionare 4 mila persone una per una.
AVV.: però scusi, se lei nel momento in cui era in compagnia di… è stato alcune ore, abbiam visto in Via Pisacane, poi successivamente quando li ha trovati in difficoltà, se vede un carabiniere con in mano un tubo di ferro, gli dirà…
T: certo, l’avrei ripreso, si capisce, peraltro qui in questa foto che mi ha mostrato per ultima vedo sì un carabiniere che sembra avere in mano un manganello, mentre però gli altri hanno il bastone tonfa, quindi diciamo che il manganello è l’eccezione rispetto alla regola.
AVV.: sì, sì, certo, ci son… il dato quantitativo glielo… non adesso, ma lo potremo esaminare assieme. Dunque, lei non se n’è accorto… scusi, posso usare il termine… lei non ha notato questa cosa e neanche le è stata riferita da suoi sottoposti, giusto questo?
T: giusto.
AVV.: ecco, io adesso le chiedo, lei mi ha detto che non è in dotazione, oltre a non essere in dotazione è un illecito disciplinare o un illecito di altro tipo o è tollerato?
T: no, credo che … dunque, visto che mi ha fatto la domanda, però rispondo in due modi, intanto è un illecito che si può configurare come disciplinare, nel senso il porto, intendo dire, il fatto di portare un oggetto di equipaggiamento per esempio che non è dell’Arma, ma è di un’altra forza di Polizia, primo; secondo, però questa è una considerazione che forse non c’entra col processo, devo dire che in un’occasione successiva e mi riferisco all’esigenza di Camp Derby Livorno, tutto il personale dei battaglioni dei Carabinieri venne dotato di manganello, furono prestati dalla Polizia di Stato perché c’era stata un’attenzione sul fatto che il bastone tonfa poteva venire considerato uno strumento offensivo, in maniera erronea ovviamente e quindi tutti furono dotati di manganelli anziché di tonfa, quindi in realtà quello che lei vede è un oggetto in dotazione alle Forze di Polizia, però in quella circostanza non all’Arma.
AVV.: io su questo adesso … ho capito il discorso, anzi approfondisco un attimo; questa circostanza che lei ci ha riferito praticamente è stato tolto il tonfa in quanto si riteneva troppo lesivo?
T: sì, però fu una decisione, diciamo… no, non è così, non è che venne ritenuto troppo lesivo, il bastone tonfa per come venne introdotto è uno strumento difensivo e con le tecniche con cui venne introdotto è uno strumento difensivo, in quella circostanza fu chiesto di non usare il bastone tonfa, ma di usare il manganello perché c’era stata un’attenzione particolare da parte delle aree del movimento, etc., sul fatto che il bastone tonfa fosse ritenuto offensivo, fosse ritenuto offensivo, ma in realtà non lo è.
AVV.: quindi non un problema tecnico, ma di immagine, diciamo.
T: esatto, ma in realtà non lo è.
AVV.: ultima immagine e finisco… dovrebbe averla stampata, se non ce l’ha la pregherei di esaminarlo molto da vicino… questo oggetto è in dotazione ad altre forze di Polizia?
T: no, non è che questo oggetto è in dotazione alle altre Forze di Polizia, la Polizia di Stato ha in dotazione i manganelli…
AVV.: certo, ma le chiedo, se quello è un manganello della Polizia di…
T: non lo so, può darsi che sia un manganello.
AVV.: lei riesce a vedere il terminale?
T: sì.
AVV.: le sembra il terminale di un manganello della Polizia di Stato?
T: non lo so.
AVV.: che sono neri, lucidi e rotondi? Questo invece è colore metallico e tagliato malamente e in più si scorge una lastratura; le chiedo, lei ha più esperienza di me di manganelli sicuramente, per lavoro…
T: non ne ho mai maneggiato uno.
AVV.: è in grado di dirci se è in dotazione alla Polizia di Stato, se quello è un manganello della Polizia di Stato?
T: mi spiace, ma sinceramente non lo so.
AVV.: altra domanda; la Polizia di Stato per il G8 di Genova vi ha fornito di manganelli?
T: no.
AVV.: nessun’altra domanda, grazie.
AVV.TARTARINI: Colonnello, tre domande veloci che mi hanno incuriosito dalle sue risposte all’esame del Pubblico Ministero. La prima riguarda in realtà… le protezioni di cui lei ha parlato, relative al corteo del Carlini, lei ha fatto riferimento ad un intervento avvenuto la sera del 19 presso lo stadio Carlini non ricordando se era una perquisizione o no, ma dalla quale eravate venuti a conoscenza che sarebbero state usate delle protezioni in plexiglass o in gomma, etc.; io le faccio una domanda, lei aveva accesso alla stampa nei giorni prima del G8?
T: alla stampa?
AVV.: alla stampa, ai giornali, se lei legge un giornale, in quei giorni li leggeva o li leggevate in generale per avere informazioni su quanto avveniva?
T: ritengo di sì.
AVV.: lei non ricorda una conferenza stampa che è uscita, le assicuro, su tutti i giornali genovesi e nazionali relativa giusto alle protezioni del Carlini, in cui si vedeva addirittura il Casarini, credo noto agli uffici, che provava e dimostrava come si sarebbero utilizzate queste protezioni?
T: francamente non me lo ricordo, non so se l’ho visto o no, ma non me lo ricordo.
AVV.: è abbastanza singolare, nel senso che si ricorda questa cosa del 19 come fosse una cosa nuova, invece non era una cosa nuova, cioè lei il 19 sente per la prima volta parlare del fatto che il corteo del Carlini avrebbe utilizzato delle protezioni, questo ci ha riferito…
T: no, era … guardi, sinceramente non ho un ricordo molto vivo di questo, so che quello che posso dirle è che, per esperienze anche pregresse, una delle cose che ci si aspettava era che i manifestanti, anche con intenzioni aggressive, potevano usare protezioni, potevano usare apprestamenti, diciamo così, artigianali, sia per proteggersi che per offendere.
AVV.: lei ha parlato di protezioni, quindi… ci saranno stati altri casi… perché visto che lei … non so come dire, amplia molto le risposte, a questo punto le chiedo di essere più preciso, lei ricorda avvenimenti anche che siano avvenuti in precedenza al G8 dove protezioni di questo tipo, comunque strumentazione artigianale di questo tipo sia stata usata in maniera offensiva?
T: spranghe di ferro vengono usate in maniera offensive.
AVV.: spranghe di ferro però non sono protezioni e non ne sono state trovate al Carlini, per cui, voglio dire…
T: no, ma io…
AVV.: no, per carità, però cerchiamo di essere precisi nelle nostre affermazioni, visto che lei mi sembra molto in grado di esserlo, quindi…
T: non ho detto che al Carlini sono state trovate spranghe di ferro…
AVV.: ecco, appunto, noi parlavamo di protezioni, lei ha fatto riferimento ad utilizzo offensivo delle protezioni, cose già avvenute, per cui mi chiedevo se faceva riferimento a quello, quindi non faceva riferimento al Carlini?
T: guardi, io mi ricordo… sì, guardi, ho dei ricordi vaghi, so che comunque tra le varie cose ci si aspettava che i manifestanti facessero uso di apprestamenti artigianali, sia come strumenti di difesa, sia come strumenti di offesa.
AVV.: allora guardi, su questo le faccio un’altra domanda, sempre brevemente, lei ha fatto riferimento prima al fatto che alcuni dei carabinieri che lei ha incontrato avevano sulle divise, sui caschi delle macchie di vernice e lei dice poi… lei ha usato questo termine “ordigni che si disfacevano rilasciando questo materiale” che poi lei ha detto poteva anche essere un materiale in qualche modo venefico, comunque insomma chimico…
T: tossico.
AVV.: tossico… etc.etc. Bene, lei ha verificato poi cos’era questo materiale, avete verificato in seguito?
T: no, non l’ho verificato, no, non l’ho verificato.
AVV.: sa se qualcuno l’ha verificato? Perché visto che di Carabinieri parecchi erano stati colpiti da questo materiale che poteva essere tossico, mi aspetto che con la cura che lei ha descritto per i suoi uomini, magari aveste fatto dei controlli.
T: sì, certo, penso che ci avrà pensato il comandante della Compagnia a fare queste verifiche e lo ha fatto sicuramente.
AVV.: bene, le risulta che fossero uova o palloncini con dentro della tempera?
T: scusi?
AVV.: le risulta che fossero uova o palloncini con dentro della vernice a tempera?
T: non mi risulta nulla purtroppo perché non ho approfondito.
AVV.: un’ultimissima domanda; lei prima, parlando della zona Via Caffa, Via Tolemaide, ha detto che c’era la presenza, comunque lei aveva verificato la presenza di gente esagitata, ha utilizzato questo termine, io me lo sono scritto anche come richiamo alla sua memoria, lei per radio non aveva avuto nessuna notizia di quello che era avvenuto nelle ore precedenti in Via Tolemaide, non aveva nessuna comunicazione su chi poteva essere quella gente esagitata e cosa stesse facendo?
T: guardi, per radio, facendo, diciamo così, mettendo nella considerazione che, come ho detto, le comunicazioni radio non si dimostrarono molto efficienti, perché erano intasate, però per radio io notizie di scontri le avevo avute fin dalla mattina.
AVV.: appunto, visto che ce l’ha riferito.
T: tra queste per esempio c’era la notizia del fatto che un blindato nostro fosse stato attaccato e bruciato, però, ecco…
AVV.: però la comunicazione del blindato fa riferimento a parecchio tempo prima di quello che stiamo trattando noi.
T: sì, come no.
AVV.: poi successivamente cosa stava avvenendo in quella zona lei non si è informato, non ha ricevuto notizie?
T: no, non via radio, le comunicazioni radio non andavano.
AVV.: via telefono, non so.
T: no, le ripeto, dico quello che ho visto, nel senso di questa specie di fronteggiamento, di questo grosso gruppo, grosso contingente che si era creato di Carabinieri e Polizia alla fine di C.so Torino con l’imbocco di Via Tolemaide, erano lì che… loro provavano a venire e il contingente tirava lacrimogeni e poi di queste provenienze da Via Tolemaide verso sud, quindi ho usato il termine esagitati perché correvano a frotte, erano… sembravano esagitati.
AVV.: io guardi le ho fatto questa domanda perché lei appunto aveva un ruolo di responsabilità abbastanza importante, per cui immaginavo che di fronte ad una situazione come quella, molto caotica, avendo anche degli uomini sul posto, si chiedesse perché parliamo di diverse centinaia di persone, per cui immagino che avesse chiesto più o meno che situazione si sarebbe trovato davanti anche per riferirla eventualmente ai suoi uomini o ai suoi sottoposti.
T: sì, per esempio in C.so Torino quando ci fermammo lì si chiedeva com’era la situazione, cosa c’è, però parliamo di situazioni estremamente confuse ed estremamente caotiche, fra l’altro in un divenire continuo, con una mutevolezza ed una fluidità negli eventi che si susseguono che diventa difficile avere un quadro chiaro della situazione; del resto, come dire, la regola di fondo è che il quadro completo della situazione era nella sala operativa della Questura che era quella che gestiva gli spostamenti dei contingenti e non poteva che essere così.
AVV.: quindi chiudo brevissimamente; informazioni su chi vi trovavate di fronte, perché, voglio dire, lei ci ha riferito che ha letto l’ordinanza che in quei giorni a Genova si erano dati appuntamento svariate centinaia e anche migliaia di persone appartenenti ad aree diverse, poi peraltro lei ha parlato anche di movimento recentemente, quindi immagino che abbia delle conoscenze sul tipo di situazione che si sarebbe trovato di fronte, quindi voi da un certo punto in poi non avete più chiesto che tipo di situazione vi sareste trovati davanti, che tipo di persone, chi erano e perché erano esagitate?
T: chiesto a chi? Non capisco la domanda…
AVV.: alla sala operativa della Questura, per esempio, visto che era quella che coordinava tutto.
T: francamente non afferro.
AVV.: scusi, forse non sono chiara io.
P.M.: sì, anche noi non abbiamo capito la domanda.
AVV.: ma io la ripeto più chiaramente, così ci togliamo il problema; voi arrivate in una situazione dove ci sono centinaia di persone, io le dico anche alcune migliaia, ma sicuramente centinaia, che corrono…
P.M.: forse “lei”.
AVV.: Pubblico Ministero, io però… veramente o fa un’opposizione alla domanda o altrimenti questi interventi…
P.M.: mi oppongo a come si fanno le domande, mi sono già opposta, è tutta la mattina che mi oppongo…
AVV.: allora faccia un’opposizione alla quale io rispondo…
P.M.: non le capiamo, c’è un problema di comprensione…
AVV.: volevo sapere se lei in qualche modo si era rapportato con la sala operativa della Questura, lei o i suoi sottoposti o chi si trovava a fronteggiare queste persone, per capire che tipo di situazione andava a fronteggiare.
T: no, ribadisco…
AVV.: lei dice che la situazione era fluida, bene, però ve lo sarete chiesti a un certo momento cosa sta succedendo di fronte a me, che tipo di intervento devo fare oppure no?
T: ribadisco il concetto che i collegamenti con la sala operativa della Questura che aveva la condotta, per così dire, delle operazioni, la responsabilità della condotta delle operazioni, erano detenuti dai funzionari preposti per ogni contingente, io non avevo personalmente un collegamento con la sala operativa della Questura e non ce l’avevano neanche i comandanti di Compagnia o i comandanti di contingente dell’Arma, loro si rapportavano al funzionario di Polizia preposto che riceveva le disposizioni della sala operativa della Questura e le traduceva in atto dando i compiti al contingente.
AVV.: io non ho nessun’altra domanda, grazie.
AVV.ROSSI: volevo chiederle, colonnello, lei sapeva il giorno del 20 luglio quali erano le manifestazioni che erano state preventivamente autorizzate dalla Questura?
T: sapevo non nel minuto dettaglio, sapevo di un corteo sul quale c’erano state delle trattative e continuavano ad esserci delle trattative circa i percorsi da fare.
AVV.: solo di un corteo o di altre… piazze tematiche si chiamavano?
T: come?
AVV.: di piazze tematiche ne ha sentito parlare?
T: no.
AVV.: quindi lei sapeva solo di un corteo, non sapeva che c’erano altre…
T: di un corteo con delle altre possibili tranche.
AVV.: ad esempio di una piazza tematica dei COBAS ne ha sentito parlare?
T: no.
AVV.: di una piazza tematica della Rete Lilliput ne ha sentito parlare?
T: no, ma non escludo che… o meglio, voglio dire che… diciamo che la particolarità della struttura delle manifestazioni non era la mia prima preoccupazione, la mia prima preoccupazione era l’organizzazione del personale che doveva andare a fare i servizi e poi, come dire, l’adeguatezza del dispositivo che veniva messo in atto perché questo era il mio compito.
AVV.: sapeva di questo corteo che era stato oggetto di trattative, corteo, sa dirmi che tipo di corteo era, se c’aveva un nome, un gruppo di riferimento?
T: no, il nome non ricordo, so che il corteo del giorno 19 venne chiamato dei migrantes.
AVV.: e quello del 20?
T: quello del 20 non lo so, si parlava dei disobbedienti, questo me lo ricordo.
AVV.: questo percorso che era stato oggetto di trattative lei sa a che cosa avevano portato queste trattative?
T: no, non nel dettaglio, anche perché, ripeto, non era… come dire, una cosa che mi interessasse rispetto ai compiti che io dovevo assolvere.
AVV.: quindi lei doveva organizzare contingenti in piazza, ma organizzarli cosa voleva dire, tenerli compatti?
T: organizzarli voleva dire letteralmente disporre che il tal contingente raggiungesse il posto tale e si mettesse a disposizione del funzionario tale, etc. e poi verificare che tutto, cioè che il dispositivo partisse così come era stato richiesto che partisse, quindi la dislocazione sul terreno.
AVV.: ma questi contingenti lei li dislocava a seconda di quello che le comunicavano ora per ora i funzionari preposti o secondo delle direttive che aveva già…
T: c’era una pianificazione di carattere generale che avveniva, come ho già detto, durante la notte, una volta che l’ordinanza della Questura, già in parte lavorata, già lavorata dal Comando Provinciale arrivava alla fiera.
AVV.: ma di questa pianificazione lei ha detto che non sapeva molto? Non ho capito cosa sapeva lei di questa pianificazione.
T: scusi, allora ripeto…
AVV.: volevo sapere lei nel momento in cui decideva come spostare un contingente da una piazza all’altra, da una via all’altra…
T: no, no, il compito nostro era… l’ordinanza della Questura arriva al Comando Provinciale, al Comando Provinciale si pianifica l’impiego dei contingenti dell’Arma, la pianificazione arriva alla fiera, va tradotta in essere, cioè se lì c’è scritto che 50 uomini del terzo battaglione si devono trovare alla tale ora in tale strada, bisogna dare gli ordini.
AVV.: quindi lei le sapeva nel corso della giornata queste disposizioni?
T: no, a parte il fatto che anch’io non è che facessi questa cosa nel minuto dettaglio personalmente, avevo una cellula di gestione, una cellula di pianificazione che si occupava di questo e cioè di tradurre in ordini esecutivi la pianificazione che arrivava dal Comando Provinciale.
AVV.: questa pianificazione le arrivava nel corso della giornata o le era stata preventivamente comunicata prima dell’inizio della giornata…
T: no, la pianificazione arrivava nel corso della nottata per poi riferirsi ai servizi del giorno successivo.
AVV.: quindi lei, prima di iniziare il servizio il giorno 20, aveva ricevuto la pianificazione per tutta la giornata di tutti i suoi movimenti?
T: no, si riceveva la pianificazione, la dislocazione iniziale dei contingenti di ordine pubblico, dei servizi di vigilanza fissa…
AVV.: quindi la mattina alle 08.00 dovevate stare in un certo posto con un certo contingente.
T: questo è un esempio, era una delle cose.
AVV.: e poi alle 12.00 cioè lei dove stare alle 12.00 l’aveva saputo la mattina alle 06.00, durante la notte o gliel’hanno comunicato alle 11.00?
T: no, i movimenti che avvennero durante la giornata del 20, nella maggior parte dei casi, credo, perché non ho altra notizia differente, furono effettuati sulla base di disposizioni date dai funzionari di Polizia preposti che ricevevano le loro disposizioni ritengo dalla sala operativa della Questura e che pertanto manovravano i contingenti in relazione alla situazione che si stava verificando sul terreno. Questa è una mia supposizione, nel senso che non c’era…
AVV.: quindi quando lei muoveva un contingente da Via Pisacane a Via della Libertà lo faceva perché riceveva in questo senso indicazioni dal funzionario di Polizia?
T: io personalmente non ho spostato nessun contingente da Via Pisacane a P.zza della Libertà…
AVV.: faccio un esempio, ora non so da dove… cioè per spostarli da un posto all’altro qualsiasi…
T: ricevuta la dislocazione iniziale il contingente veniva posto a disposizione del funzionario di polizia preposto responsabile del contingente e dell’area, se c’era necessità di effettuare un movimento, il funzionario di Polizia, ritengo ricevendo disposizioni dalla sala operativa della Questura, diceva al suo comandante di contingente Carabinieri – ci dobbiamo spostare lì per fare questo- e si spostavano.
AVV.: quindi lei non dava disposizioni ai contingenti di muoversi?
T: assolutamente no, sarebbe stato un inutile interposizione che avrebbe solo reso più lunga la catena di comando e peraltro anche l’effettuazione dei movimenti; una volta che il contingente viene dato al funzionario, con lui…
AVV.: allora mi scusi non ho capito, allora qual era il suo ruolo esattamente?
T: lo ribadisco, il mio ruolo era la mattina…
AVV.: sono io che non ho capito probabilmente l’ha detto.
T: la mattina verificare che tutti i contingenti raggiungessero la propria dislocazione e che quindi tutti fossero nel posto previsto, che fossero col funzionario che era stato concordato, che non ci fossero problemi di coordinamento, che non ci fossero, diciamo, problematiche di sorta. Fatto questo, io non ho fatto altro che continuare ad andare ad ispezionare i contingenti per verificare come andassero le cose, se c’erano problemi, se c’erano ferito, se c’era bisogno di qualche cosa in generale, se il personale riusciva a reggere o non a reggere, se il personale era provato, se il personale avesse necessità, come dire, di essere sostenuto o cose di questo genere.
AVV.: quindi dal punto di vista operativo lei non ha avuto alcun rapporto con i contingenti?
T: dal punto di vista operativo io non ho avuto potestà decisionale.
AVV.: alcun ruolo.
T: non ho avuto potestà decisionale.
AVV.: grazie, non ho altre domande.
AVV.MENZIONE: colonnello, lei era responsabile di un contingente denominato CCIR nelle giornate di Genova?
T: sì.
AVV.: può dire al Tribunale che cosa vuol dire l’acronimo CCIR?
T: come ho detto prima durante la mia esposizione vuol dire Contingente di Contenimento Intervento Risolutivo.
AVV.: era costituito da un certo numero di compagnie?
T: cinque.
AVV.: ogni compagnia quanti uomini...
T: variava tra 150 e 200 e passa uomini.
AVV.: quindi quei giorni quanti uomini aveva sotto di sé?
T: dunque, avevamo 920 uomini circa come CCIR però poi, sempre lì alla fiera e sistemati tra la fiera e le navi, c’erano quasi circa 4 mila e 500 uomini in generale di rinforzo.
AVV.: i suoi uomini erano circa 900?
T: non è che fossero i miei uomini circa 900, diciamo che io mi occupavo anche, facevo, come dire, il mio posto comando sistemato lì alla fiera faceva anche da demoltiplicatore sosteneva le esigenze organizzative e logistiche anche per gli altri 4 mila.
AVV.: quindi quanti uomini aveva, mi perdoni il termine, sotto di sé? E’ improprio naturalmente dirlo, ma… per capire noi l’ordine di grandezza.
T: premetto che dire “sotto di sé” è un po’ improprio nel senso…
AVV.: l’ho detto io quindi…
T: nel senso che non avevo un’effettiva potestà gerarchica nei confronti di questi uomini, ma diciamo ne avevo una sorta di coordinamento sotto il profilo logistico e organizzativo, comunque in totale credo che fossero sui 4, 5 mila uomini 4 mila e cinque.
AVV.: ecco, mediamente sulle strade, operativamente quanti ce n’erano?
T: mi fa una domanda… comunque sostanzialmente per tre giorni furono impiegati quasi tutti, in turni, però sostanzialmente vennero impiegati tutti perché di questi 4 mila e cinque molti erano devoluti alle vigilanze fisse, quindi tutta la parte di presidio del perimetro della zona rossa, altre vigilanze fisse, etc., poi c’erano le esigenze di ordine pubblico, manifestazioni, cortei, etc., più c’erano altre esigenze di vario tipo, quindi l’impiego era, nei tre giorni del vertice, l’impiego era se non totale quasi totale, sicuramente il 20 credo che fosse totale.
AVV.: senta, sopra di sé chi aveva dal punto di vista gerarchico?
T: io mi riferivo al Colonnello Leso che era lui il responsabile di questo nucleo logistico addestrativo …
AVV.: il colonnello Leso…
T: il Colonnello Leonardo Leso.
AVV.: era presente operativamente in piazza oppure no?
T: no.
AVV.: ricorda dei momenti in cui è stato presente in fase operativa sul posto, per dir così, in piazza, per le strade, così via?
T: sì, lo ricordo anche lui presente in piazza, anche lui si rendeva conto della situazione, voleva fare… credo che avesse fatto delle ispezioni anche lui per rendersi conto della situazione.
AVV.: in quali occasioni, ce lo può dire? Visto che lo ricorda.
T: intanto me lo ricordo anche lì dove all’inizio nella zona dove c’era il battaglione Lombardia all’inizio.
AVV.: a che ora e dove.
T: credo anche lì circa a metà mattinata.
AVV.: del giorno 20?
T: sì.
AVV.: quanto si è trattenuto?
T: questo francamente non lo so.
AVV.: era il suo diretto superiore.
T: io personalmente mi sono trattenuto circa mezzora…
AVV.: no, no, chiedo il Colonnello Leso…
T: sì, lo faccio per … andandoci per approssimazione credo che anche lui si sia trattenuto nell’ordine di quella grandezza lì, ma poi può darsi anche che si sia spostato, sia tornato insomma, perché anche lui si rendeva conto se i contingenti erano dislocati, come andassero le cose, qual era la situazione.
AVV.: lei, pur spostandosi, è stato presente, parlando del 20 per esempio, più o meno l’intera giornata in piazza o in strada assieme ai suoi uomini?
T: per gran parte della giornata.
AVV.: si può dire lo stesso del Colonnello Leso, per quanto lei ricordi o ne sappia?
T: questo non lo so, anche perché dopo averlo visto la mattina l’ho perso di vista, non l’ho più incontrato.
AVV.: non l’ha più rivisto durante l’intera giornata?
T: l’ho rivisto… sì, l’ho rivisto in fiera, quando siamo tornati da P.zza Alimonda in cui… tra l’altro ci tenevo a informarlo personalmente dell’accaduto.
AVV.: senta, è esatto dire che questo contingente CCIR costituito da cinque compagnie dei Carabinieri in qualche modo era l’elemento più formato, di punta per fronteggiare la situazione d’ordine pubblico per quanto riguarda i Carabinieri in quelle giornate?
T: direi che questa definizione “di punta” non è verosimile…
AVV.: allora la pongo diversamente, il termine R risolutivo, a cosa allude?
T: allude ad un ciclo addestrativo che loro avevano seguito e gli altri no, quindi era più un problema di compiti cui sarebbe stato devoluto il personale che non altro; per esempio il personale che venne impiegato per tre giorni o per sette giorni, quello che fu, nelle vigilanze fisse non era stato sottoposto ad un addestramento così intensivo e faceva le vigilanze.
AVV.: corrisponde al vero dire che erano i meglio addestrati, diciamo, i più preparati, quelli devoluti a fronteggiare eventuali situazioni di difficoltà oppure dico male io?
T: be’, siamo nell’ordine delle valutazioni personali, io dico che, essendo stati devoluti ad un diverso compito erano stati preparati differentemente e anche equipaggiati differentemente.
AVV.: allora prima di passare alle giornate, lei, se non sbaglio, mi dice la sua biografia, che ha fatto parte anche di missioni all’Estero per i Carabinieri, corrisponde al vero?
T: sì.
AVV.: vi sono state missioni anche sotto l’egida dell’ONU o accanto all’egida dell’ONU…
T: anche egida ONU, sì.
AVV.: senta, lei conosce, non dubito che possa non conoscerli, i principi dell’ONU sull’uso delle armi da fuoco e delle armi letali?
T: qual è la domanda scusi?
AVV.: se conosce questi principi.
T: credo di sì, sicuramente avrò studiato le regole di ingaggio nelle missioni a cui ho partecipato, che provenivano dall’ONU.
AVV.: i principi sull’uso della forza delle armi da fuoco per gli ufficiali in funzione di ordine pubblico sanciti dalla Conferenza dell’agosto-settembre del ’90 dell’Avana e fatti propri dal Congresso dell’ONU li conosce?
T: senta avvocato, non si stupisca se le dico di no perché conosco più i principi del C.P.P.
AVV.: non mi stupisco di nulla, figuriamoci, non li conoscevo neanch’io prima di interessarmi di questo caso, però immaginavo che invece lei li conoscesse, ma prendo atto, se mi dice che non li conosce…
T: no.
AVV.: quindi è inutile che le chieda se conosce il principio secondo il quale, ed è il secondo di questi principi, anzi delle previsioni generali, senza neanche scendere ai principi, in cui si parla di uso differenziato della forza e delle armi da fuoco?
T: questo è un concetto molto generale che è diffuso e acquisito non solo in questo documento e in questa circostanza che sta citando lei, ma è un principio diffuso e acquisito in generale in tutte le regole di ingaggio che si usano nelle missioni all’estero.
AVV.: e più in particolare è acquisito anche l’uso di armi non letali prima di passare all’uso delle armi letali.
T: qual è la domanda?
AVV.: corrisponde ad un principio da lei conosciuto il fatto che si passi prima all’uso di armi non letali e poi a quello di armi letali.
T: sì.
AVV.: quando si parla di armi non letali, cosa si intende per esempio? Siamo sempre nell’ordine di questi principi ONU.
T: la domanda?
AVV.: la domanda cosa si intende per armi non letali.
T: ritengo che per “armi non letali” si intendano strumenti d’offesa che non provocano la morte.
AVV.: potremmo definire “armi non letali” per esempio i proiettili di caucciù, come indica la stessa previsione ONU?
T: ritengo di sì.
AVV.: allora la domanda era; se i suoi 4 mila e 500 uomini erano forniti di proiettili di caucciù per esempio.
T: se me la faceva subito le avrei risposto di no subito.
AVV.: e io invece gliela faccio per ultima perché è mio diritto fargliela per ultima. Quindi nessuno aveva proiettili di caucciù?
T: no.
AVV.: che proiettili erano in dotazione dei suoi uomini?
T: dunque se lei si riferisce ai proiettili, alle munizioni per le armi d’ordinanza erano 9 parabellum che è il calibro in uso in dotazione all’Arma dei Carabinieri.
AVV.: la risposta lascia supporre, sbaglio io, credo, che potessero avere armi non di ordinanza o proiettili non corrispondenti…
T: no, lei ha chiesto – che proiettili avevano i suoi uomini – giusto?
AVV.: sì.
T: siccome ci tengo a specificare… se lei si riferisce ai proiettili che avevano per le armi d’ordinanza erano calibro 9 parabellum, è lei che non lo ha specificato.
AVV.: no, io ho domandato che proiettili avevano semplicemente, poi se lei risultano che ne avessero anche altri…
T: no, non mi risulta affatto, comunque calibro 9 parabellum.
AVV.: e nient’altro, non altre forme non letali di proiettili o di munizioni per armi da fuoco?
T: no.
AVV.: senta, veniamo alla giornata del 20, è già stata ripercorsa, quindi ho soltanto alcune domande qui e là da farle, mi fermo al momento in cui lei interviene in Via Ilice presso i suoi uomini…
T: Via Ilice?
AVV.: lei ha detto quando porta conforto, diciamo così, da mangiare anche ai suoi uomini…
P.M.: c’è un errore… benevolo, Via Ilice è successiva vicino a P.zza Alimonda quando lui vede gli uomini che si tolgono i caschi e si riposano in un momento di calma, il conforto lo porta alla fiera del mare in C.so Italia a mezzogiorno.
AVV.: grazie, io sono meno genovese di voi, quindi posso aver commesso… allora prima pigliamo il momento in cui lei porta da mangiare ai suoi; lo ricorda?
T: sì.
AVV.: ne ha già parlato. Erano arrivate fino ad allora alle sue orecchie notizie, chiamiamole pure allarmanti, di scontri, di disordini che erano avvenuti in qualche parte della città?
T: sì, credo di sì.
AVV.: era arrivato alla sue orecchie anche la notizia di un carabiniere che era stato, come dire, ridotto in pessime condizioni, gravemente ferito?
T: adesso non so contestualizzare con esattezza, sicuramente le notizie, diciamo, venivano … le notizie circolavano, sia di scontri che di militari feriti in generale, adesso di uno in particolare che fosse stato particolarmente… questo…
AVV.: io non saprei collocarlo se è prima di mezzogiorno o dopo mezzogiorno, lo colloco nelle ore meridiane. In particolare, la domanda è proprio specifica, se non lo ricorda dica semplicemente – non lo ricordo- di un carabiniere gravemente ferito.
T: guardi le rispondo…
AVV.: addirittura lì per lì sembrava in fin di vita, tanto per esser chiari.
T: le rispondo che non ricordo perché non vorrei dire un’inesattezza, ricordo di notizie generiche su militari feriti.
AVV.: più tardi ne ha sentito parlare di un carabiniere in fin di vita?
T: no.
AVV.: allora veniamo, focalizziamoci in quel momento in cui i suoi uomini erano in parte in C.so Torino mentre scendeva un corteo che lei, su insistenza del collega, ha detto essere quello dei disobbedienti che scendeva da Via Tolemaide, in questo momento, siamo più o meno a che ora colonnello?
T: allora intanto devo precisare che non è che io definisco il corteo, il corteo dei disobbedienti, credo di ricordare che tra i vari appellativi c’era anche questo, però non lo definisco come tale sic et simpliciter.
AVV.: a me interessa capire se ci riferiamo allo stesso corteo.
T: a quel punto siamo, ritengo, nel pomeriggio inoltrato, perché, lo dico in via deduttiva in realtà perché sapendo che i fatti di Via Alimonda nascono dopo le 17.00 che quindi in p.zza Alimonda dovevamo ancora arrivarci, siamo nel pomeriggio inoltrato, non so lei …
AVV.: però capisce che per quanto riguarda questo processo…
T: le 16.00, però guardi…
AVV.: … è diverso parlare delle due e mezzo o delle quattro e quarantacinque.
T: credo intorno alle 16.00, ma non ne sono sicuro.
AVV.: questo è il momento in cui lei è intervenuto in C.so Torino?
T: ho percorso C.so Torino fino ad arrivare a questa… diciamo alla fine di C.so Torino.
AVV.: e poi alla confluenza, diciamo, con il corteo, per dir così, il momento di impatto fra i suoi uomini e il corteo.
T: no, non è così.
AVV.: ce lo spieghi.
T: nel senso ho già detto che il contingente che c’era a C.so Torino che poi era un contingente misto Carabinieri-Polizia si era creato man mano… credo si fosse ingrossato man mano praticamente era schierato trasversalmente a C.so Torino un po’ in obliquo e quindi chiudeva mi pare di ricordare tutto C.so Torino e fronteggiava da lì questi gruppi che provenivano da Via Tolemaide e sembrava che volessero, come dire, volessero sciamare verso C.so Torino, quindi era un movimento per cui questi si presentavano, venivano respinti a colpi di lacrimogeni e si ritiravano e poi man mano volevano di nuovo riattraversare la zona, questo è quello che ho visto.
AVV.: e che ora era all’incirca?
T: le ripeto, guardi, non ho guardato l’orologio, posso ritenere che erano le 16.00, le 16.30, qualcosa del genere.
AVV.: senta, lei ha detto prima, più volte, che i collegamenti radio funzionavano e non funzionavano, più non funzionavano che funzionavano, mi pare di aver capito…
T: diciamo che non si sono rivelati molto efficaci.
AVV.: poco efficaci, ma arrivavano, alcuni sono stati captati da lei o dai suoi uomini o dai Comandanti della Compagnia?
T: sì, le comunicazioni radio c’erano, purtroppo c’era un grande intasamento per cui avveniva che le comunicazioni radio non riuscivano ad essere complete, si sovrapponevano delle voci e delle chiamate continue.
AVV.: ricorda se queste prime ore di pomeriggio, io non posso dire l’ora naturalmente, vi era stata una chiamata da parte, immagino, della sala della Questura, ma che possa essere stata raggiunta direttamente o anche indirettamente possa essere arrivata fino a lei per un intervento di fronte a Marassi in cui c’erano, così, dei momenti di disordine?
T: no, però lei dice dalla sala della Questura?
AVV.: non lo so, anzi ho detto anche indirettamente, secondo me poteva venirle anche da un suo superiore o da un suo pari grado o addirittura anche da suoi subalterni che eventualmente avessero richiesto un aiuto di fronte a Marassi.
T: non lo ricordo, le ho chiesto la precisazione perché, come ho detto prima, io personalmente e neanche i miei subalterni erano collegati con la sala operativa della Questura, questo avveniva tramite funzionari…
AVV.: lei che sigla aveva per i rapporti radio?
T: non la ricordo.
AVV.: senta, ha saputo dopo che vi era stata una richiesta di intervento di forze di fronte a Marassi o le giunge nuova oggi dalla mia domanda?
T: guardi, non mi giunge nuova, però diciamo, c’è stata poi successivamente tutta una divulgazione di notizie stampa, per cui non so dire se l’ho letto sul giornale o l’ho saputo in rapporto di servizio.
AVV.: questa collocazione temporale intorno alle 16.00 quanto è distante temporalmente dal suo intervento in Via Ilice di cui ci ha già parlato?
T: lei si riferisce come Via Ilice, P.zza Limona?
AVV.: a P.zza Alimonda a tragedia non ancora consumata.
T: però Via Ilice è una stradina…
AVV.: molto vicina, è lì.
T: no, no, che si …
AVV.: si immette.
T: si dirama da P.zza Alimonda…
AVV.: sì.
T: quindi di Via Ilice cosa…
AVV.: lei ha detto prima – sono intervenuto, ad un certo punto sono arrivato in Via Ilice, c’erano Carabinieri ormai stanchi e stremati che si erano tolti il casco - e così via, volevo sapere temporalmente quando si collocava questo suo intervento.
T: intanto credo di aver detto di essere andato direttamente in P.zza Alimonda, non via Ilice, comunque poco rileva perché vedo che sono contigue, io credo di aver parlato di P.zza Alimonda quadrante meridionale, quadrante inferiore che poi è contigua a Via Ilice… scusi, la domanda?
AVV.: la domanda era in che momento si è recato in questo punto qui.
T: non lo so, intorno alle 17.00, 16.30, 17.00. Però ripeto, ci arrivo per via deduttiva non perché abbia guardato l’orologio sul momento.
AVV.: arriviamoci anche noi per via deduttiva, è certamente prima dell’omicidio del giovane Giuliani?
T: sì.
AVV.: è anche prima dell’intervento di una quota dei suoi uomini lungo Via Caffa lato nord per fronteggiare i dimostranti?
T: be’, sì, perché è proprio quel contingente che poi si sposta su Via Caffa.
AVV.: cioè quel contingente che lei ha trovato posso dire male in arnese?
T: l’ho trovato mentre stavano prendendo fiato, evidentemente provati.
AVV.: ecco, a un certo punto però qualcuno ha preso la decisione di utilizzare questo contingente in Via Caffa nei confronti dei dimostranti, la decisione da chi fu presa?
T: ritengo che venne presa dal funzionario preposto che era il vice Questore Lauro.
AVV.: ritiene, perché lei non era più presente, si era allontanato o lo ritiene deduttivamente?
T: lo ritengo deduttivamente, nel senso che il vice Questore Lauro non mi diede notifica del fatto che stava per compiere un’attività lì su Via Caffa e, come ho già detto, in realtà io mi stavo allontanando dalla zona, contestualmente al mio allontanamento, il contingente si muove per raggiungere la parte superiore di Via Caffa, mentre io mi allontano, imbocco la strada che si allontana, che esce da Via Tolemaide, vedo queste confluenze, questi gruppi che sciamano verso… da Via Tolemaide verso sud, decido allora di tornare indietro, anche se poi alla fine eravamo a vista, parliamo di poche decine di metri, torno indietro e attiro l’attenzione di Lauro, non so se di Lauro, di Cappello o di entrambi, comunque attiro l’attenzione loro sul fatto che dico – guardate che qui c’è una situazione che poteva essere di pericolo – insomma.
AVV.: senta, quindi era presente il Capitano Cappello in piazza?
T: sì.
AVV.: prima di questa decisione.
T: no, un momento, prima di che cosa?
AVV.: prima dell’intervento dei Carabinieri…
T: sì, sì, era presente.
AVV.: le risulta che il vice Questore Lauro e il Capitano Cappello abbiano parlato dell’opportunità di questo intervento?
T: non mi risulta di avere assistito personalmente ad una cosa del genere.
AVV.: ha saputo dopo se fu discusso dell’opportunità dell’intervento?
T: no, anche perché dopo la situazione mutò completamente, il dopo richiedeva…
AVV.: no, dopo intendo anche nelle settimane, nei mesi e negli anni successivi.
T: no, nell’immediatezza di tutto si parlò tranne che del movimento in sé, nell’immediatezza ci si occupò dell’evento mortale.
AVV.: no, ma qua siamo prima dell’evento mortale, colonnello, io chiedo se le risulta che il Capitano Cappello e il vice Questore Lauro parlano fra di loro di un’opportunità di un intervento nei confronti dei dimostranti, lungo Via Caffa.
T: ribadisco che non ho personalmente assistito ad un colloquio di questo genere, quindi non mi risultava in questo senso.
AVV.: posso chiederle, lei è teste ultra qualificato, quindi probabilmente posso chiedere anche un elemento valutativo, diciamo, entro certi limiti, se no… posso fare la domanda o come valutazione o come domanda di fatto, ma è più onesta se la faccio come valutazione; lei riteneva opportuno che i suoi uomini intervenissero nei confronti dei dimostranti date le condizioni in cui li aveva trovati?
T: no, io non ritenevo… allora, dunque, la situazione per quello che mi riguarda si pone in questi termini, vedo muovere il contingente, vedo che da nord ci sono… da Via Tolemaide c’è questo sciamare di gente che un po’ mi preoccupa, torno indietro per capire cosa stessero facendo, per rendermi conto di quello che stessero facendo. Francamente non posso rispondere a questa domanda perché nel momento in cui mi ponevo io stesso questo quesito non sapevo di preciso cosa stessero facendo.
AVV.: be’, lei li ha visti dirigersi…
T: muovere verso Via Caffa, sì.
AVV.: …in alto verso Via Caffa…
T: esatto.
AVV.: quindi posso chiederle, questa è una domanda diretta non è una valutazione, se in quel frangente lei ritenne che fosse opportuna la manovra oppur no.
T: no, guardi, non mi sono posso questa domanda dell’opportunità o meno, anche perché do per scontato che chi ha la responsabilità è il funzionario preposto sappia ovviamente quello che fa.
AVV.: sì, questo è vero, anche se però un suo subalterno ha detto cose diverse, ma non posso contestare a lei ciò che hanno detto altri testimoni. Ma sull’opportunità, per esempio, che le due camionette seguissero questo intervento in Via Caffa degli uomini appiedati, fu lei a dare l’indicazione al suo autista di seguire il contingente a piedi o come si determinarono le cose?
T: le cose si determinarono perché io tornai indietro, mi avvicinai al contingente, ripeto, perché volevo rendermi conto di cosa stesse succedendo…
AVV.: mi scusi, lei era già sulla camionetta o non ancora?
T: mi sono avvicinato con la camionetta, quando mi sono avvicinato sono sceso, ricordo che ero a piedi, sono rimasto a piedi, una volta avvicinatomi, diciamo con il passare anche dei secondi di questa situazione, vedendo che l’area si stava, come dire, riempiendo di questi gruppi un po’ esagitati, anzi di questi gruppi esagitati, di queste confluenze, lì sul momento ho deciso non me ne vado più, resto qui perché preferisco non andarmene e restare qui con un contingente anziché andarmene da solo.
AVV.: questo lo colloca quando è sceso dalla camionetta?
T: sì, sì.
AVV.: ma la camionetta, possiamo vedere le foto, quanto di Via Caffa ha fatto, quanto ha seguito il contingente a piedi?
T: io penso che si sia accodato per qualche decina di metri fino all’imbocco di Via Caffa, questo come ricordo di massima, una situazione, devo dire…
AVV.: solo all’imbocco di Via Caffa?
T: francamente mi sembra di sì, oppure se ha imboccato Via Caffa lo ha fatto per qualche metro insomma.
AVV.: le mostriamo un filmato che è già agli atti, noi in queste aule lo abbiamo già visto dozzine di volte… forse è uno dei più visti e trafficati. [Viene mostrato al teste un filmato] Può dire al Tribunale di queste due camionette qual era quella su cui lei si trovava?
T: guardi, io credo quella a destra, però … forse è un accertamento che si può fare facilmente leggendo la targa, credo quella a destra, non capisco bene, scusi…
AVV.: credo che ci sia un particolare più evidente che differenzia l’una dall’altra camionetta, lo chiedo a lei se lo ha notato all’epoca o se lo nota nel ricordo.
T: no, da qui non lo noto.
AVV.: andiamo avanti nel filmato… lei è nella prima, quella davanti o quella dietro di camionetta?
T: mi pare quella davanti, mi pare.
AVV.: proseguiamo… due domande; allude a questa situazione quando dice che vi attestaste all’inizio di Via Caffa?
T: le camionette dice?
AVV.: sì.
T: sì, se quella è Via Caffa sì.
AVV.: questa è Via Caffa, lo chiedo a lei, a volte noi diamo per scontato cose che i testi magari possono non ricordare, ma è Via Caffa, noi qui ne siamo tutti consapevoli.
T: sì, alludo a questa situazione.
AVV.: allora direi che, come dire, camionette di quanto saranno entrate in Via Caffa?
T: non lo so.
AVV.: di un po’, via. Riconosce quella persona che scende dalla camionetta?
T: dunque, se è quella anteriore potrei essere io, però ci arrivo più per deduzione che per altro.
AVV.: ammesso che sia lei che cosa sta facendo?
T: cerco di rendermi conto di cosa sta succedendo.
AVV.: andiamo avanti… lei si sta avvicinando ai suoi uomini in questo frangente o ricorda di essersi avvicinato ai suoi uomini?
T: forse sì.
AVV.: andiamo avanti… lei ci ha detto stamani di avere due stelle sul suo casco…
T: sì.
AVV.: e che era l’unica persona ad avere due stelle sul suo casco, almeno in un contesto come questo o simile a questo?
T: che io sappia sì.
AVV.: lei riconosce una persona con due stelle sul suo casco?
T: no, francamente no, scusi…
AVV.: magari si può anche avvicinare allo schermo, anche perché essendo miope, giustamente…
T: io non sono miope. Francamente non vedo nessuno distintamente con due stelle sul casco, forse c’è una possibilità che potrebbe essere quella figura sulla sinistra, però non ne sono certo perché sembra quasi che abbia uno scudo invece in realtà io lo scudo non ce l’avevo.
AVV.: comunque lei, come dire, conferma di essere uno di costoro, diciamo?
T: ritengo di sì.
AVV.: poi il Tribunale ha anche da fermo, quindi il tema delle stellette è facilmente risolvibile. C’è un altro spezzone… possiamo fermarci qui per quanto riguarda Via Caffa, a questo punto si vedevano le camionette rientrare in P.zza Alimonda. Di nuovo le chiedo, non una valutazione, ma ciò che in quel contesto lei ha pensato, deciso o le sembrò opportuno. Lei ha detto che vedeva dimostranti arrivare anche da Via Odessa.
T: sì.
AVV.: ecco, cos’è che l’ha portata a seguire i suoi uomini in Via Caffa quando c’era l’opzione di fronteggiare anche Via Odessa?
T: non è che ho detto arrivare da Via Odessa, ho detto movimento, il movimento vuol dire frotte di gente che correvano, venivano giù, poi magari si sporgevano su P.zza Alimonda, vedevano che c’era il contingente e tornavano indietro correndo, intendo dire una situazione molto fluida di movimenti concitati di gruppi di persone, di movimenti esagitati di gruppi di persone.
AVV.: ma corrisponde al vero o no che in questa opzione Via Caffa-Via Odessa a lei, non soltanto a Lauro che ce l’ha già detto e che aveva la responsabilità della piazza, anche a lei sembrò più importante fronteggiare i manifestanti che scendevano da Via Caffa?
T: no, a me non sembrò assolutamente nulla, cioè nel senso che io non ho … rispetto a questa cosa che sta dicendo, cioè che a me sembrò importante fronteggiare i manifestanti che scendeva da Via Caffa, è completamente inesatto.
AVV.: ci dica lei con le parole sue esatte.
T: nel senso che io sono tornato indietro, come già ho ribadito, per segnalare a Lauro o a Cappello o a entrambi che c’era del movimento che mi sembrava significativamente pericoloso e siccome invece loro stavano muovendo verso Via Caffa, volevo capire cosa stesse succedendo, quale fosse la situazione.
AVV.: questo colloquio con Cappello o con Lauro lo ebbe dalla camionetta, intende dire o una volta sceso dalla camionetta?
T: no, mi sembra dalla camionetta, glielo segnalai mentre tornavo indietro.
AVV.: mentre…?
T: mentre tornavo indietro con la camionetta e loro andavano avanti…
AVV.: lei è risalito sulla camionetta?
T: come?
AVV.: lei è risalito sulla camionetta?
T: allora, stavo andando via da P.zza Alimonda a bordo della camionetta, vista la situazione che avevo notato, sono tornato indietro a bordo della camionetta, quando il contingente è salito verso Via Caffa e la camionetta si è naturalmente accodata al contingente, sono sceso.
AVV.: naturalmente… perché naturalmente?
T: ho detto naturalmente perché in genere quando un contingente muove i mezzi seguono.
AVV.: corrisponde al vero oppur no che quando il contingente si muove verso una zona preclusa non sarebbe buona indicazione d’ordine pubblico far seguire le camionette al contingente.
T: no, corrisponde che la procedura operativa standard è che se il contingente muove i mezzi seguono.
AVV.: per cui se un graduato dovesse dire, dei Carabinieri, che una procedura di questo genere è un errore clamoroso, lei smentirebbe?
T: sì, smentirei.
AVV.: allora, quand’è che ha fatto presente o a Cappello o a Lauro che c’era anche un elemento di pericolosità sull’altro lato?
T: ripeto, andando via da P.zza Alimonda, imboccando la strada che diciamo fuoriesce da P.zza Alimonda, mi avvedo di questa situazione, di questo sciamare di gruppi di questo movimento, etc., torno indietro con la camionetta, segnalo la situazione ai colleghi.
AVV.: chi è il responsabile della piazza?
T: segnalo la situazione ai colleghi. Loro continuano ad avanzare verso via Caffa. Io indugio, mi volevo rendere conto di cosa stesse succedendo, della situazione e quindi vado dietro al corteo, scendo dalla macchina a quel punto decido comunque di rimanere lì perché la situazione stava diventando pericolosa, c’erano molti gruppi che si muovevano, questi esagitati che venivano verso sud, preferivo rimanere lì piuttosto che correre il rischio di incappare in qualche diciamo gruppo che si muoveva che potrebbe…
AVV.: senta, ma la sua camionetta, rispetto all’altra, due eravate, l’abbiamo visto poco fa, supera l’altra e si mette in prima posizione in Via Caffa o, come dire, era già naturalmente in prima posizione?
T: non me lo ricordo, credo che dalle immagini si evinca, io francamente non lo ricordo.
AVV.: io ho visto che, se ho capito bene, che la sua prima si affianca all’altra e poi…
T: sì, questo è il momento in cui sono tornato indietro.
AVV.: in cui è tornato indietro per andare avanti, diciamo così, non per tornare indietro poi nella ritirata che vediamo dopo, per capire io.
T: sono tornato indietro, mi sono riportato in piazza per capire qual era l’evolversi della situazione.
AVV.: allora lei lo fece presente a qualcuno o a Lauro o a Cappello, vattela a pesca, i quali cosa dissero, il quale cosa disse?
T: sinceramente non lo ricordo, intanto ribadisco che parliamo di una situazione in divenire molto, come dire, molto veloce, i fatti si susseguono l’uno all’altro in maniera molto veloce, quindi non parliamo di discussioni, diciamo domanda risposta così come possiamo fare in quest’aula…
AVV.: purtroppo no.
T: parliamo di segnalazioni, di comunicazioni che venivano fatte a volte a distanza, etc., io ricordo di aver segnalato questa particolarità, credo che mi avessero capito, però francamente in che termini e se risposero non me lo ricordo.
AVV.: senta, questa è proprio, come dire, poco più che una curiosità, ma le due jeep, le due camionette, avevano modo di comunicare fra di loro via radio, via walkie talkie, qualcosa, direttamente?
T: la possibilità … allora non comunicarono né via radio, né via walkie talkie…
AVV.: no, ma la possibilità c’era o non c’era? Lo domando perché non affiora da nessuna parte, quindi glielo chiedo per questo.
T: via walkie talkie lo escludo, walkie talkie lei si riferisce all’apparato radio portatile, immagino…
AVV.: laringofono, in qualche modo, ecco.
T: una possibilità tecnica in astratto c’era, però non era stata, come dire, settata al momento, tutti gli apparati radio hanno la possibilità di connettersi l’un l’altro, però bisogna apprestarli prima per far questo, nel caso di Genova no perché c’era una maglia radio che era stata strutturata in modo diverso,cioè due macchine non potevano parlarsi fra di loro.
AVV.: e ciascuna delle due camionette aveva una radio?
T: sì, credo di sì, ricordo di sì.
AVV.: e potevano parlare, non dico fra di loro, ma per esempio con la centrale operativa o con il Comando di San Giuliano?
T: sì, potevano parlare con la centrale operativa, fatto il saldo di quello che ho detto prima cioè che le comunicazioni radio si rivelarono…
AVV.: erano difficoltose, perché ingombrante… Siamo ridiscesi in P.zza Alimonda nel nostro racconto, se non sbaglio, lei ha già detto e non sto a domandarglielo ulteriormente, che non ha sentito gli spari…
T: no.
AVV.: ha già detto che non ha visto molto, anche perché la miopia, ma soprattutto la visiera e la maschera antigas le impedivano la visuale o comunque la buona vista, però la domanda è che cos’è che ha visto in concreto, da quale momento, da che posizione e che cos’è che ha visto.
T: di quale fase?
AVV.: alludo, una volta ritornati in P.zza Alimonda, una volta che la sua camionetta ha potuto allontanarsi lei dove era, era ancora sulla camionetta, era risalito sulla camionetta, era a piedi, se era a piedi, in che punto era, ha visto, non ha visto, per esempio, l’altra camionetta incastrarsi su un cassonetto dell’immondizia? Ecco, ci dica in parole molto semplici che cos’è che ha visto fino al momento della morte.
T: il momento… ?
AVV.: in cui ha visto un corpo in terra.
T: dunque, non sono più risalito sulla camionetta, le due Land Rover retrocedevano prima a marcia indietro, in un primo tempo riuscendo ad essere, come dire, continuando a stare dietro il contingente, poi furono superati dallo stesso contingente che si ritira precipitosamente; io mi ritiro anch’io, a piedi e vado in Via Caffa parte superiore, lì mi rendo conto che… chiedo scusa, Via Caffa quadrante inferiore, lì mi rendo conto che le due Land Rover rimangono isolate e sono oggetto di attacco, anche perché avevano difficoltà a fare quella manovra che ho detto di cambiare il senso di marcia, e quindi mi fermo, sono andato prima un po’ indietro lungo Via Caffa, poi sono ritornato avanti, però sostanzialmente, diciamocelo, ho visto più volte le foto sempre sullo stesso sito internet indimedia.org, mi si vede esattamente all’imbocco di Via Caffa parte inferiore fermo lì con un maresciallo…
AVV.: parliamo di foto che abbiamo già visto, lei è quello che incita con una mano i suoi a risalire da Via Caffa.
T: esatto.
AVV.: quindi lei è sostanzialmente all’incrocio o meglio alla bocca di via Caffa, all’inizio di Via Caffa?
T: sì, orientativamente sì. Mi rendo conto della situazione e quindi cerco… ripeto, mi giro ripetutamente cercando con ampi gesti di richiamare il personale che era poi a P.zza Tommaseo, all’imbocco di P.zza Tommaseo più in giù.
AVV.: la interrompo; i suoi uomini immediatamente aderiscono all’invito o passò qualche momento?
T: passò qualche secondo, anche perché poi la scena si consuma nel giro credo di veramente pochissimo, non so se nell’ordine di secondi o di minuti. A questo punto quindi io cerco di richiamare l’attenzione e ogni tanto mi giravo per controllare la situazione davanti, c’è questo assalto furibondo di questo gruppo contro le camionette, situazione piuttosto… veramente preoccupante, ripeto, vedo distintamente della gente che cerca proprio di sfondare, di colpire la gente che c’era dentro le camionette, vedo uno sopra il cofano della macchina, tutto questo ovviamente continuamente girandomi avanti e indietro…
AVV.: posso fermarvi, per fermarla, mi scusi un attimo, su questo episodio che lei ha già riferito, di una persona sul cofano di una delle due camionette, intanto vorrei sapere quale delle due, quella che poi si libera o quella che rimane incastrata?
T: credo quella che rimane incastrata.
AVV.: temporalmente come lo colloca questo flash di questa persona?
T: mi pare che fosse quando c’erano entrambe le camionette.
AVV.: ma la camionetta era già incastrata o era in movimento quando questo signore balla sul cofano?
T: no, credo che fosse ferma, quindi incastrata.
AVV.: lei ha detto di una folla di persone attorno a questa seconda camionetta, la prima si libera credo abbastanza facilmente…
T: la prima…
AVV.: la sua poi, diciamo così.
T: che poi ho constatato essere mia dopo in realtà all’inizio non ero molto sicuro perché il riflesso del sole sui vetri e la griglia metallica antisfondamento che avevano le camionette davanti al parabrezza non mi dava una buona visuale, non si riconoscevano le persone.
AVV.: prima non ho insistito, ma faccia uno sforzo di memoria, cerchi di ricordare se c’era qualcosa fra le due, al di là della targa, che le distinguesse l’una dall’altra anche visivamente.
T: no, non me lo ricordo.
AVV.: il fatto che la luce lampeggiata dell’una fosse più in alto dell’altra può essere?
T: più in alto non me lo ricordo proprio, ricordo invece che proprio la mia, quella che poi seppi essere la mia, il conduttore mise in funzione la sirena come ultima forma di deterrenza.
AVV.: la sirena, sì, ma io proprio parlavo di distanziazione dal tetto, comunque un elemento secondario.
T: non lo ricordo affatto.
AVV.: vediamo il filmato di questi ultimi istanti prima della morte… lei conferma di non aver sentito spari in quel frangente.
T: sì, confermo.
AVV.: proviamo un attimo a vedere come li sentiamo oggi dal video. [viene mostrato un video al teste] questo rumore di sirena lei lo può attribuire alla sua camionetta?
T: è un’ipotesi, non so se poi fosse solo la mia camionetta ad avere in funzione la sirena perché c’era un altro contingente della Polizia di Stato attestato all’imbocco di P.zza Tommaseo, insomma c’erano altri contingenti.
AVV.: un po’ più in là. C’erano altre camionette o altri mezzi che potessero avere sirene in p.zza Alimonda? Poniamo così la domanda.
T: no, in P.zza Alimonda erano solo queste.
AVV.: lei ha sentito la sirena?
T: me la ricordo.
AVV.: se la ricorda quindi l’ha sentita. Andiamo avanti… questi rumori se li ricorda? Rumori di sfondamento… di assalto, tipici di un assalto ai mezzi.
T: io ricordo un frastuono generale, quindi nel frastuono generale, ci mettiamo il rumore, come dice lei, tipico dell’assalto ai mezzi, magari, che ne so, i vetri sfondati, le urla della gente, la sirena dell’altra camionetta in funzione, quindi tutto un complesso di… diciamo un frastuono generale di fondo.
[prosegue la visione del filmato] rivedendo questo video ha riconosciuto rumori di spari?
T: … rivedendo questo video forse sì, si sentono due, credo, come dire, due rumori che potrebbero essere un’esplosione.
AVV.: due cose che io chiamo chiare detonazioni e che lei definisce due rumori. Va bene, le chiedo, anche con l’aiuto di questo video che le ho mostrato, la camionetta e mi riferisco alla camionetta guidata da Cavataio, era accerchiata da tutte e quattro le parti dai dimostranti? No, scusi, facendo un passo indietro, dove colloca l’episodio che lei ha detto di una persona che ballava sul cofano della jeep?
T: io, ripeto, mi pare di collocarlo quando erano presenti entrambe le camionette sulla…
AVV.: allora riguardiamo quel pezzetto per vedere se qualcuno balla sul cofano…
T: scusi, ma questo era lo stesso filmato che mi ha fatto vedere prima?
AVV.: sì.
T: perché io adesso le due esplosioni dei colpi di arma da fuoco non le ho riconosciute.
AVV.: le abbiamo tagliate un attimo prima se non sbaglio, comunque è lo stesso. Le domando se vede qualcuno che balla.
T: su questo punto vorrei dire questo, se lei ha visto l’inizio del filmato, comincia già quando c’è la sirena della mia Land Rover in funzione, però prima di questo c’è un altro pezzo in cui le macchine erano lì che cercavano di fare inversione, ad un certo punto si sono bloccate, la macchina di Cavataio va contro il cassonetto della nettezza urbana e durante questa fase ricordo di uno sul cofano della Land Rover; dopo, successivamente interviene questa fase e cioè la macchina mia, dopo avere avuto i vetri sfondati riesce comunque a divincolarsi, accende la sirena e va via, quindi prima di questo episodio che ha fatto vedere lei c’è un altro pezzo dell’assalto alle camionette. Poi vorrei dire anche un’altra cosa, che soggiungo, ecco, a proposito della percezione o della non percezione degli spari, che durante tutto questo che lei vede e tra l’altro si vede anche un gruppo di manifestanti che continuano a lanciare pietre all’indirizzo…
AVV.: della seconda camionetta, sì.
T: no della seconda camionetta, all’indirizzo di Via Caffa parte inferiore, lì il primo su Via Caffa ero io con un maresciallo, quindi ho subito una gragnuola di pietrate e non ho sentito… ho sentito un sacco di tonfi sul casco oltre che … diciamo nel frastuono generale ci metto anche i tonfi sul casco…
AVV.: ma io non voglio mica farle dire che l’ha sentito per forza e oggi ci viene a dire che non l’ha sentito, voglio cercare di capire come possa essere che lei abbia sentito per esempio la sirena e non abbia sentito le detonazioni, ma è possibile, non è che sia impossibile.
T: infatti io sto spiegando, come ho detto prima…
AVV.: è un po’ strano, ma è possibile.
T: … che sentivo un frastuono generale in cui rientravano tutto quello che ho già detto ivi incluse le pietrate che ricevevo sul casco.
AVV.: collochiamo più esattamente la distanza sua dal cassonetto per esempio.
T: sì.
AVV.: a quanti metri di distanza era?
T: credo alcune decine.
AVV.: alcune decine va da 12 a 98… ci dica più esattamente.
T: non lo so, 10, 20, 30 metri.
AVV.: rispetto a questa ripresa, per esempio, lei era più vicino o più lontano?
T: guardi, rispetto a questa ripresa io mi sono mantenuto fra l’imbocco di Via Caffa e qualche volta un po’ più indietro, quindi sostanzialmente ...(incompr.) direi che non ho oltrepassato, ecco, se posso dire, direi che non ho oltrepassato l’imbocco di via Caffa entrando in P.zza Alimonda all’incirca è questo.
AVV.: le mostro una foto… rispetto a questo contesto lei dov’era?
T: se mi aiuta.
AVV.: come vede c’è una camionetta incastrata o comunque prospiciente un cassonetto, ce n’è una seconda che sembrerebbe essere già in fase di svincolamento…
T: non lo so, potrei essere questa figura che si vede richiamare col braccio alzato che cerca anche qui di richiamare l’attenzione, questa figura sulla sinistra.
AVV.: io dalle due stellette propenderei perché fosse lei, non ne ho la certezza, ma direi che… è abbastanza…
P.M.: scusi, quali stellette, adesso, per carità… qui le stellette… bisogna avere la criptonite negli occhi…
AVV.: comunque insomma potrebbe essere quello, a me interessava per capire la distanza di quante decine di metri…
P.M.CANCIANI: sì, ma le due stellette non vedo cosa c’entrino, avvocato, mi scusi.
AVV.: ci sono altre foto che mostrano…
P.M.: allora quando mostreremo le altre foto faremo riferimento alle due stellette.
AVV.: allora io le pongo la domanda, può essere lei quello lì sulle strisce che guarda e che chiama, sembra chiamare con un gesto ampio della mano, altre persone?
T: potrei essere io, però ovviamente non ne sono certo.
AVV.: se ponessimo come presupposto che è lei, a suo dire, quant’è la distanza fra quel punto lì e il cassonetto?
T: non lo so, potrebbe essere misurata comunque…
AVV.: alcune decine di metri?
T: no, senza dubbio inferiore.
AVV.: in questo contesto mi sembra che ancora non si è determinata alcuna morte perché siamo ancora a due camionette, no?
T: sì.
AVV.: ecco, lei quand’è che vede un corpo disteso per terra?
T: dunque, vedo il corpo disteso per terra, il primo Land Rover si era già allontanato, dopo che il Land Rover si allontana io vedo il corpo disteso per terra.
AVV.: prima del corpo disteso per terra ha visto, come dire, qualcosa all’interno della camionetta oppur no?
T: no, qualcosa cosa intende, scusi?
AVV.: qualche movimento, qualche persona, segnatamente anche una pistola dentro la camionetta o che sporgeva dalla camionetta?
T: no, no.
AVV.: ma non l’ha vista perché non vi ha prestato attenzione, perché era rivolto altrove oppure presume lei perché non è successo?
T: guardi, non l’ho vista tourt-court direi perché…
AVV.: ma lei stava facendo attenzione a ciò che accadeva prima alla sua camionetta e poi alla camionetta rimasta incastrata?
T: sì, confermo prestavo attenzione alla situazione generale e nel contempo avevo diciamo la preoccupazione di cercare di richiamare il contingente che si era allontanato verso la zona.
AVV.: quando ha visto il corpo per terra qual è stata la sua reazione, cosa ha fatto?
T: quando ho visto il corpo per terra non ho fatto assolutamente nulla, cioè c’era una situazione di attacco in atto, quindi questa autovettura era ancora soggetta…
AVV.: un attimo, mi scusi se la interrompo, ma qua contano anche le frazioni di secondo, dopo gli spari c’era ancora una situazione di attacco in atto per come ha visto lei?
T: intanto questo prima o dopo gli spari io non lo so collocare perché, come le dico, non ho sentito gli spari.
AVV.: allora prima o dopo il corpo per terra, dopo il corpo per terra c’era ancora una situazione di attacco in atto?
T: credo di sì.
AVV.: crede… mi scusi, qui non è questione di memoria, non può credere, o l’ha visto o non l’ha visto e se l’ha visto ci dica in cosa consisteva questo attacco in atto.
T: ritengo che ci fosse una situazione ancora di attacco in atto sostanzialmente era lo stesso gruppo che ancora era vicino alla camionetta, quindi si faceva sotto alla camionetta con le stesse intenzioni precedenti.
AVV.: attaccavano la camionetta ancora quando il corpo era già per terra?
T: credo di sì.
AVV.: credo… sì o no?
T: no, credo di sì, questa è la risposta.
AVV.: cosa facevano per attaccare la camionetta, visto che crede di sì, quanti erano dopo che il corpo era ancora per terra coloro che attaccavano la camionetta.
T: non le so dare un numero preciso, mi rifaccio a quello che ho visto per tutto il corso della scena, erano diverse decine, diverse decine parlo di quelli proprio a contatto, le metologie di attacco erano spranghe, bastoni, pietre, molte pietrate, quindi lancio di oggetti contundenti, lancio di oggetti contundenti peraltro che continuava anche nei confronti miei e del maresciallo …
AVV.: lei ha visto spranghe e bastoni contro la camionetta residua anche dopo che c’era un cadavere per terra?
T: non so darle questa risposta così precisa, io ricordo di un attacco di spranghe e bastoni e lancio di oggetti contundenti nel corso di tutta la fase, ne ho subito anche le conseguenze, ho visto le conseguenze che c’erano sulle due Land Rover, però se nel secondo esatto che il corpo era per terra la campagnola in quel momento fosse tuttora diciamo attaccata con spranghe o con bastoni, questo non so collocarglielo in maniera così precisa.
AVV.: chi sono stati i primi ad avvicinarsi al corpo del giovane per terra?
T: ritengo che siano stati gli stessi Carabinieri che sono tornati sul luogo dopo essersene allontanati, nel senso che quando la campagnola si svincola e va via da quell’area, tra l’altro, come ho già detto, travolgendo il corpo, contestualmente arrivano sul posto i primi carabinieri che si erano allontanati verso P.zza Tommaseo.
AVV.: allora chiariamo un momento questi istanti, qua siamo ancora con il corpo per terra.
T: sì.
AVV.: posso dire che siamo un attimo prima o un attimo dopo che la camionetta è passata sul corpo del giovane?
T: direi di sì.
AVV.: quanti dimostranti vede assaltare questa camionetta in questa foto?
T: in questa foto ne vedo uno, però non vedo tutto quello che c’è attorno alla foto.
AVV.: no, certo, io difatti le ho chiesto in questa foto. Andiamo alla foto successiva, lei ha detto che il primo a prestar soccorso al corpo è stato un carabiniere? Mi dicono che va citata la foto altrimenti in registrazione non … allora questa che le abbiamo mostrato in cui lei dice che si vede un unico dimostrante è la numero 120.4 ora le mostro la numero 120.2… non è esattamente quella che volevo, io volevo una in cui si vede un dimostrante che soccorre il corpo del giovane… 65Folimpia128; questo momento, pacifico che questa persona non è un carabiniere, posso darlo per acquisito?
T: convengo con lei.
AVV.: questo momento quando si colloca temporalmente, sulla base di ciò che lei ha visto, ma ha detto che ha seguito continuamente con gli occhi quel punto, quindi ce lo dica.
T: questo ritengo che sia l’immediatezza… nell’immediatezza dell’evento quando cioè la campagnola si è appena allontanata e i primi Carabinieri devono ancora arrivare sul posto, dove c’è il corpo riverso a terra, ritengo.
AVV.: quindi i primi a soccorre il corpo non sono stati i Carabinieri, come ci ha detto un attimo fa.
T: no, io non ho detto che i primi a soccorrere il corpo sono stati i Carabinieri, io ho detto che sono stati i primi ad avvicinarsi.
AVV.: non cambia niente, questo mi sembra più vicino…
P.M.CANEPA: no, avvicinarsi non è soccorrere, scusi, abbia pazienza.
AVV.: allora pongo la domanda, questo signore si è allontanato prima o dopo i carabinieri?
T: ritengo prima, tra l’altro non so neanche se stia soccorrendo o cosa, in ogni caso ritengo prima, i Carabinieri che erano andati via sono stati poi … si sono avvicinati immediatamente dopo ritengo, si sono avvicinati al corpo immediatamente dopo, io ho detto tra l’altro che…
AVV.: allora qualcuno si è avvicinato prima, possiamo dire così?
T: più che avvicinato prima probabilmente era già presente sul posto perché…
AVV.: anche lei era presente sul posto, colonnello, con chi pensa di avere a che fare, con dei bambini dell’asilo.
P.M.: Presidente, con chi pensa di avere a che fare l’avvocato, stiamo andando avanti da ore su uno dei passaggi più fotografati, cerchiamo…
AVV.: proprio perché sono più fotografati, dottoressa, non mi si può venire a dire…
PRES.: no, avvocato, sto parlando io; credo di aver lasciato la massima libertà…
AVV.: prendo atto.
PRES.: con il massimo rispetto anche nei suoi confronti, però lei ha davanti un teste e come tale lo deve trattare…
AVV.: mi scuso con il teste e con voi soprattutto. Allora, i primi carabinieri che si avvicinarono al corpo del giovane per terra cosa fecero, ci dica, come dire, come si son svolte le cose da quel momento in poi.
T: dunque, i primi Carabinieri che arrivarono sul posto ritengo che si sistemarono diciamo lì nella zona per capire cosa era successo per ripresidiare la zona, perché tra l’altro la prima esigenza, come credo sia stato dimostrato anche dalla foto precedente, era che la zona non era ancora totalmente sgombera di manifestanti quindi la prima esigenza fu di sgomberare comunque la zona dai manifestanti residui; dopodiché, per quello che ho visto, si misero a presidio della zona e, che io ricordi arrivò praticamente subito una … questa donna con simboli da soccorso medico che si occupò del corpo, personalmente, dopo che vidi che la zona era stata di nuovo sotto presidio cercai subito, come dico, di capire come ho detto, dove erano finite le due Land Rover, sia per sapere se qualcuno dei Carabinieri era ferito gravemente o meno, sia per cominciare già subito a ricostruire la dinamica dell’evento.
AVV.: ecco, a proposito di questo, lei che impressioni ebbe, si avvicinò, tanto per cominciare si avvicinò al corpo del giovane o no?
T: sì, mi avvicinai, ma no mi soffermai ad esaminare con attenzione il corpo del giovane, mi avvicinai un paio di volte, ma non proprio con l’intento di esaminare…
AVV.: lei ha già detto che lì per lì tendeva ad attribuire la morte al fatto di essere stato …
T: sì, io ero convinto che la causa fosse il fatto di essere stato travolto dalla nostra macchina.
AVV.: vide sangue ?
T: sì, posso ricordare che c’era del sangue.
AVV.: il sangue era all’altezza della testa, all’altezza del torace, all’altezza del bacino?
T: be’, c’era una grossa macchia di sangue che più o meno andava dall’altezza, se ricordo bene, del tronco e della testa.
AVV.: collo e testa.
T: tronco e testa.
AVV.: verso l’alto comunque, la parte alta del corpo.
T: la parte superiore, sì.
AVV.: senta, qualcuno riscontrò una ferita d’arma da fuoco? In che momento e chi fu il primo a riscontrarla o perlomeno il primo a riferirlo a lei.
T: diciamo nei minuti successivi all’evento, quando la situazione si stava stabilizzando… non stabilizzando, ma insomma c’era meno concitazione, fu proprio il maggiore Cappello che mi disse – qui si parla di una ferita d’arma da fuoco, che questo qui è colpito da una ferita d’arma da fuoco – e rimasi per la verità interdetto perché, come ho già detto prima, mi sembrava veramente strano non essermi accorto che c’era stata l’esplosione di colpi d’arma da fuoco eppure così era, quindi questo fu l’inizio di quando io cominciai ad apprendere notizia che ci poteva essere questa ferita di colpi d’arma da fuoco.
AVV.: più o meno dopo quanti minuti dal fatto? E’ difficile, capisco, collocarlo, ma…
T: non lo so, guardi, sinceramente non lo so.
AVV.: l’ordine di qualche minuto o ci volle di più?
T: forse ci volle di più, io tra l’altro la cosa che invece dissi io a Cappello, forse prima che lui mi facesse questo discorso, dissi – guarda che forse la tua macchina ha arrotato questo qui – e anche lui fu diciamo sorpreso da questa cosa perché ovviamente non se n’era accorto, non aveva visto la scena. Quindi, ecco, seguono ovviamente dei minuti molto concitati, in cui si cerca di capire quello che è successo…
AVV.: ecco, ma vorrei capire se erano minuti o se ci volle mezzora per capire quel che era successo, perlomeno per avere un po’ più di chiarezza.
T: forse dopo mezzora qualcosa di più chiaro c’era, perché poi tra l’altro qualche notizia, ritengo, venne proprio da personale medico che era intervenuto sul posto.
AVV.: dopo quanto intervenne il personale medico?
T: non lo so io ricordo di questa donna veramente dopo pochissimo.
AVV.: no, ma un’ambulanza, per esempio?
T: l’ambulanza anche quella credo dopo poco tempo, adesso non so dirle, francamente non lo so se erano due minuti o dieci, però…
AVV.: lei interpellò i medici dell’ambulanza?
T: no, non interpellai i medici dell’ambulanza.
AVV.: o seppe che cosa avevano constatato i medici dell’ambulanza?
T: no, non interpellai i medici dell’ambulanza, però adesso non ricordo se parlando con Cappello, con Lauro, si disse che c’era la possibilità … avevano riscontrato una ferita d’arma da fuoco e quindi la cosa mi cominciava … mi mise… la preoccupazione in testa di recuperare il personale che aveva avuto parte a questa scena per capire quello che fosse successo.
AVV.: senta, se è possibile tecnicamente volevo farle sentire una telefonata, intanto ci dirà se lei ha partecipato a questa telefonata, è già agli atti, canale 4 n. 112, la possiamo sentire… [si procede all’ascolto della telefonata] questa è la telefonata che le volevo fare ascoltare, ci può dire fra chi era?
T: sì, era tra me e il Generale Desideri all’epoca Comandante della Regione Carabinieri Liguria.
AVV.: dove si trovava il Generale?
T: credo in Centrale Operativa, sì, in centrale operativa.
AVV.: e lei si trovava sul posto a quel punto?
T: sì.
AVV.: la telefonata comincia alle 18.04 dura poi quello che abbiamo sentito, alcuni minuti; volevo sapere, lei durante questa telefonata si è reso conto o le è arrivata notizia che c’era anche un colpo di arma da fuoco?
T: no, direi che se n’è cominciato a parlare anche prima, infatti se non sbaglio all’inizio della telefonata io dico anche, se non sbaglio, al Generale Desideri che c’è la possibilità però che ci fosse questa ferita da colpo d’arma da fuoco.
AVV.: sì, però di una ferita sotto l’occhio ne parla verso l’ottavo minuto, più esattamente ne parla in riferimento a ciò che dice il 118, comunque la telefonata questa è, poi la valuterà il Tribunale per ciò che è e per ciò che ci rivela. Le chiedo, ma del tutto en passant, a cosa poteva mai riferirsi il Generale in quel suo inciso iniziale, un po’ colorito, sulle banane.
P.M.: forse è da chiedere al generale non al teste qui presente, vista la frase colorita.
AVV.: io chiederò anche di sentire il Generale, però intanto Truglio ci può dire a cosa pensa che il Generale si riferisse.
P.M.: Presidente io mi oppongo, poi possiamo andare avanti ore su questo.
PRES.: obiezione del P.M. completamente fondata, lei lo sa benissimo, spero che lei non faccia delle domande a caso, quindi evidentemente ha un motivo per farlo, se la risposta è semplice e banale, visto che parliamo di banane, sentiamola.
AVV.: la domanda allora la posso rendere esplicita, dire, le risulta che in questa espressione colorita il Generale… le risulta per averlo appreso successivamente, naturalmente, potesse fare riferimento ad un addebito di responsabilità nei confronti di personale dell’Arma o altro?
T: non ho idea, guardi.
AVV.: non ha idea, lo chiederemo al Generale. Due domande di chiusura…
PRES.: per mia ignoranza, non abbiamo capito assolutamente nulla di questa domanda.
AVV.: il Generale dice una frase che l’avete sentita… io voglio cercare di capire qual è il senso…
PRES.: lei quindi intende dire che è un linguaggio colorito…
AVV.: attraverso un linguaggio molto colorito e molto esplicito…
PRES.: allora mi scusi, la domanda forse da fare al teste è questa, com’è che ha inteso questa frase, cioè l’ha capita, non l’ha capita, non c’ha fatto caso?
P.M.: ci riferiamo alla frase che il Generale dice che: - potrebbero lasciare prevedere un giro di banane in culo che metà basta, allora spiegami… è questa la frase su cui stiamo dibattendo?
AVV.: è questa la frase…
PRES.: quindi lei l’ha presa come una frase colloquiale…
T: sì, non c’ho fatto caso, ero più interessato ad occuparmi della questione che avevamo in mano.
AVV.: ma allora, visto che era così interessato ad occuparsi di ciò che aveva davanti agli occhi, era morto o non era ancora morto questo giovane alle 18.04?
T: era deceduto.
AVV.: era già stato posto qualche referto sulle modalità della morte da parte dei clinici?
T: era già…?
AVV.: stato posto un referto sulle modalità della morte da parte dei clinici che sono intervenuti, da parte del 118?
T: dunque, non lo so, non lo so, perché io non le ho avute in mano, mi pare che i rilievi sul posto furono eseguiti dalla Squadra Mobile, quindi non da noi, mentre io mi preoccupavo di capire quale fosse stato la dinamica degli eventi.
AVV.: proprio in ordine alla dinamica, mi sembra che le modalità della morte abbiano a che fare con la dinamica, comunque se lei mi dice che non era nei suoi interessi, ne prendo atto.
T: non ho detto questo, ho detto che se ne stava occupando qualcun altro mentre io mi sentii responsabilizzato a capire quale parte avessero avuto i militari che io avevo visto, i militari dell’Arma che erano con me, nella vicenda.
AVV.: senta, l’arma di Placanica le risulta che sia stata sequestrata?
T: non lo ricordo, non ricordo se e quando sia stata sequestrata, ritengo di sì.
AVV.: può essere stata sequestrata da lei oppure no?
T: no, non da me.
AVV.: certamente non da lei.
T: no.
AVV.: non sa dire se è stata sequestrata o non è stata sequestrata?
T: no, non lo so dire.
AVV.: sa se vi è stata un’indagine interna all’interno del Corpo dei Carabinieri in generale sui fatti di quella giornata e più in particolare sulla morte di Carlo Giuliani?
T: lei allude a…
AVV.: non un’indagine disciplinare, questo ci ha già detto che il disciplinare consegue al penale, un’indagine conoscitiva interna.
T: dunque, è stato fatto un seminario in cui si è un po’ parlato di lezioni apprese, ma con riferimento a tuta l’esigenza G8.
AVV.: no, io volevo sapere se è stata fatta un’indagine conoscitiva per accertare eventuali responsabilità o per assegnare medaglie al valore o cose di questo genere, cioè un’indagine, non un seminario discussivo.
T: dunque, se credo di interpretare il significato che lei vuole dare a indagine, da noi, nell’Arma dei Carabinieri prende solo la forma, solo ed esclusivamente la forma di un’inchiesta disciplinare che, come ho detto, consegue ad un procedimento penale.
AVV.: quindi nessuno, attraverso un procedimento interno, è stato sentito in ordine ai fatti di quella giornata dai superiori, diciamo, all’interno del Corpo dei Carabinieri…
T: no, è stato fatto un seminario di lezioni apprese in cui sono state esaminate le relazioni anche di quella giornata.
AVV.: ma lei è stato sentito su ciò che è accaduto dai suoi superiori?
T: no, io sono stato sentito dall’Autorità Giudiziaria…
AVV.: sì, questo lo so.
T: ai superiori ho riferito, ho rapportato quello che era successo.
AVV.: e non vi è stata un’indagine che non fosse la sola acquisizione dei rapporti? Che lei sappia.
T: riferita all’episodio morte di Carlo Giuliani?
AVV.: anche riferito all’intera giornata e, se vogliamo esser più ampi, anche riferito alle intere tre giornate del G8.
T: che io sappia ci sono state delle relazioni che sono state inviate d’urgenza e che sono state sicuramente esaminate dal vertice.
AVV.: però, che lei sappia, lei non è stato..
T: io non …
AVV.: non è stato sentito e non sa di altri che siano stati sentiti, non in sede penale… d’indagine penale, parlo di indagine interna, quella che in altri campi sarebbe un’indagine amministrativa.
T: diciamo che io sono stato sentito nell’immediatezza dai miei superiori, dal Colonnello Tessere e dal Generale Desideri, sono stato sentito nel senso che ho riferito quello che era successo, ho fatto il mio, per così dire, rapporto, li ho resi consapevoli dell’accaduto secondo la mia, come dire, la mia ricostruzione, le mie conoscenze. Poi se lei si riferisce sentiti sotto forma di un’inchiesta, ribadisco che da noi questo tipo di inchiesta prende la sola forma dell’inchiesta disciplinare e consegue normalmente ai fatti di rilevanza penale che sono già stati esaminati dall’Autorità giudiziaria.
AVV.: quindi quando lei fu sentito dal Generale Desideri non ve n’è traccia…
T: no, il Generale Gallitelli non l’ho nominato…
AVV.: Desideri…
T: ah Desideri, sì, scusi.
AVV.: ho detto Desideri. Non ve ne è traccia in una verbalizzazione?
T: no.
AVV.: nient’altro, grazie.
PRES.: le volevo fare una domanda brevissima; lei sa che il Giudice non conosce gli atti del procedimento, lei è ufficiale di Polizia Giudiziaria, no?
T: sì.
PRES.: lei è stato già sentito dal Magistrato?
T: come scusi?
PRES.: è stato sentito dal Magistrato, dal P.M. in sostanza?
T: sono stato sentito in merito ai fatti di P.zza Alimonda dal Magistrato…
PRES.: dal Pubblico Ministero?
T: dal Pubblico Ministero, sì.
PRES.: con più di un verbale, un verbale…
T: un verbale.
PRES.: una volta sola ?
T: una volta.
PRES.: solo nel procedimento relativo a P.zza Alimonda.
T: esattamente.
PRES.: le foto che lei ha visto oggi le sono state già sottoposte altre volte? I filmati li ha rivisti in qualche occasione che sia o televisione o occasione processuale in senso stretto oppure parlando con i suoi colleghi, ufficiali, superiori o altro?
T: sì, le foto … molte di quelle che mi riguardano le ho già viste, sono disponibili in rete..
PRES.: ma si ricorda se le ha viste in sede personale o in sede ufficiale? Ufficiale, insomma perché gliele ha fatte vedere qualcuno chiedendo chiarimenti.
T: ricordo che il Pubblico Ministero prima di sentirmi mi mostrò qualcuna di queste foto.
PRES.: quindi di fronte a queste immagini in nessun caso si è trovato… perché son passati anche sei anni, in nessun caso si è trovato, diciamo così, alla sprovvista, aveva già avuto diciamo contezza, le aveva già viste queste immagini?
T: sì, sostanzialmente sì.
P.M.CANCIANI: mi scusi Presidente, possiamo chiedere semplicemente per specificare, quando è stato sentito dal Pubblico Ministero rispetto ai fatti?
T: sono stato sentito la sera stessa del 20 luglio.
PRES.: una sola volta?
T: una sola volta.
PRES.: è stato fatto verbale?
T: sissignore.
PRES.: ha fatto delle relazioni scritte?
T: no, non ho fatto nessuna relazione scritta.
PRES.: al Comando dell’Arma in nessun caso?
T: non ho fatto nessuna relazione scritta perché sono stato verbalizzato, diciamo così, dall’Autorità Giudiziaria.
PRES.: quindi anche in tutti i verbali riassuntivi che ci sono, descrizione dei fatti, non c’è mai la sua firma?
T: no, mai.
PRES.: io, ripeto, perché non lo so, non è una domanda ad effetto.
T: no, mai, credo che ci fosse anche un motivo, per così dire, organizzativo nel senso che lì ogni comandante di contingente riferì su tutta l’attività complessiva del proprio contingente nella giornata, quindi diciamo io avevo avuto delle partecipazioni o comunque delle visioni non unitarie dell’attività che aveva fatto un singolo contingente nell’arco di tutta la giornata, quindi.
PRES.: comunque, dico, è una circostanza che apprendo adesso, siccome tutti quanti avevano un qualche atto scritto, un qualche, diciamo… un qualche atto su cui riferire, quindi lei viene interrogato oggi dal P.M. e dai difensori senza un brogliaccio, diciamo, senza una traccia che le parti potevano seguire per sapere quale sarebbe stata la sua deposizione, tranne l’interrogatorio reso al P.M.? Interrogatorio corposo, che lei ricordi, era molte pagine, era molto lungo?
T: be’, non me lo ricordo, comunque fu abbastanza approfondito.
PRES.: è soltanto per rendermi conto, non è una…
T: sì, fu un interrogatorio approfondito, devo dire poi, Presidente, che io ho letto molto della vicenda su dei siti, sul sito indimedia.org che mi ha dedicato molte pagine, quindi spesso sono andato a leggere, ho addirittura letto lì alcuni… c’era la pubblicazione di alcuni atti di questo processo, insomma, ho letto molto lì su quel sito, c’erano foto disponibili, molte delle foto che ho visto oggi me le ritrovavo su quel sito.
PRES.: questo comunque in tempi più recenti comunque, evidentemente non nell’immediatezza dei fatti, diciamo, non so, un anno fa, due anni fa le ha viste, tre anni fa?
T: sì, sono stati disponibili per molto tempo, sono uscite quasi subito e sono stati disponibili questi filmati e queste foto per molto tempo, credo che lo siano tuttora, se uno fa una ricerca li trova ancora.
PRES.: io intendevo dire un’altra cosa, le chiedevo lei queste immagini le ha viste recentemente o …
T: no, recentemente… di recente francamente non più, di recente no.
G.A L. DR. GATTI: io avrei bisogno di un chiarimento in merito al ripiegamento del contingente del Maggiore Cappello; innanzitutto ha detto che faceva parte del battaglione…?
T: Sicilia.
G.A L. DR. GATTI: siamo in P.zza Alimonda… questo contingente di quante persone sarà stato composto?
T: il numero esatto non lo ricordo, so che non era il contingente completo, perché era già stato, come dire, diviso e comunque direi che era più che dimezzato, il contingente della CCIR del battaglione Sicilia era originariamente di circa duecento uomini.
G.A L. DR. GATTI: e lì quanti ce ne sono?
T: in P.zza Alimonda non troviamo duecento uomini, credo che era stato più che dimezzato sia per il fatto che comunque era già stato diviso in aliquote, quindi già come predisposizione, come pianificazione era già diviso in aliquote e poi verosimilmente perché forse aveva anche avuto qualche defezione durante il corso della giornata, quindi non direi che arrivassero a cento, probabilmente erano molti meno.
G.A L. DR. GATTI: questo ripiegamento che è stato improvviso, abbastanza veloce, in che direzione si è mosso, sono andati tutti insieme o si sono sparpagliati?
T: dunque, il ripiegamento inizialmente …
G.A L. DR. GATTI: io vorrei che lei facesse riferimento alla cartina che ha davanti perché ci sono dei nomi delle vie, prima mi sembra che abbia detto qualcosa, ma vorrei un punto più preciso, dove sono andati questi suoi colleghi e sottoposti?
T: il contingente è in Via Caffa, parte superiore, ripiega inizialmente…
G.A L. DR. GATTI: parte superiore, scusi se la interrompo, intende la parte tra P.zza Alimonda e Via Tolemaide.
T: esatto. Mentre il contingente è attestato lì c’è questo urto, questo schianto, il contingente comincia a ripiegare, dapprima preservando più o meno una certa unità, dopo, man mano che continuava ad indietreggiare questa unità si è sfaldata, il ripiegamento è stato per la verità scomposto, quindi … anzi addirittura i Carabinieri si sono girati e sono andati via e sono andati via piuttosto..
G.A L. DR. GATTI: aspetti, aspetti. Questo momento nel quale si scompone il contingente, avviene ancora nella parte superiore di Via Caffa o già in P.zza Alimonda?
T: direi che è iniziato in Via Caffa per poi proseguire ed aggravarsi o comunque accentuarsi in P.zza Alimonda.
G.A L. DR. GATTI: e di lì dove sono andati?
T: francamente io non ho un’idea precisa se siano andati tutti verso Via Caffa parte bassa oppure se qualcuno si è addirittura ancora più sfrangiato, però questo ripiegamento era molto sfrangiato per l’appunto, diciamo io cercavo di mantenere sempre la visione in avanti e non mi preoccupavo di quello che succedeva dietro… non mi preoccupavo, non prestavo tanta attenzione a quello che succedeva dietro.
G.A L. DR. GATTI: è comprensibile. Mi sembra di avere capito, nel corso della sua deposizione, che almeno una parte di questi suoi Carabinieri dipendenti, si è diretto verso P.zza Tommaseo passando per la parte meridionale, verso mare, di via Caffa? Ho capito bene?
T: sì, esatto.
G.A L. DR. GATTI: lei li ha visti arrivare in P.zza Tommaseo per quanto lei ovviamente guardasse in avanti, fosse distratto da mille cose, li ha visti proprio arrivare in P.zza Tommaseo o soltanto andare nella direzione?
T: io li ho visti andare nella direzione e poi credo di aver visto anche che si tornavano un po’ a raggrupparsi all’imbocco di P.zza Tommaseo, non fosse altro perché, come dicevo, mi giravo cercando di richiamare la loro attenzione, quindi mi giravo verso quella direzione dove…
G.A L. DR. GATTI: non potevano essere tanto lontani se lei li richiamava.
T: sì, parliamo di imbocco di Via Caffa parte inferiore fino a Via Tommaseo.
G.A L. DR. GATTI: lei prima, parlando di sirene, sulle domande dell’avvocato, ha fatto riferimento ad un contingente di Polizia di Stato.
T: sì.
G.A L. DR. GATTI: si ricorda dov’era questo contingente?
T: all’imbocco di P.zza Tommaseo, Via Caffa-P.zza Tommaseo, quella zona lì.
G.A L. DR. GATTI: allora, se ricordo bene, io adesso vado un po’ a memoria, nel febbraio del 2005 abbiamo sentito il dirigente di Polizia di questo contingente che stava all’imbocco di Via Caffa come dice lui guardando su P.zza Tommaseo e ci ha riferito del contingente invece di Carabinieri che stava su Via Caffa guardando P.zza Alimonda, cioè, se ho capito bene, quello del Maggiore Cappello.
T: sì.
G.A L. DR. GATTI: quando questo teste, che si chiama Fiorillo ha fatto riferimento alla ritirata, diciamo, allo spostamento che lei ha definito scomposto, di questo contingente dei Carabinieri, non mi sembra che abbia fatto riferimento ad una direzione verso di loro, cioè verso P.zza Tommaseo, ma un’altra direzione che non ha saputo specificare, quindi questa mattina questa sua dichiarazione che questi Carabinieri vanno verso P.zza Tommaseo quindi verso questi poliziotti mi sembra leggermente diversa, ricorda bene? Magari si è sbagliato lui o mi sbaglio io nel ricordare quello che ha detto; sono andati proprio in quella direzione?
T: guardi, io credo di ricordare che di sicuro il ripiegamento era molto scomposto e sfrangiato, quindi si erano anche … come dire non era un reparto unitario, ma ormai erano un po’ gruppetti, un po’ isolati, etc. Io credo di ricorda perché qualcuno sia andato direttamente verso P.zza Tommaseo percorrendo Via Caffa, però da questo che mi dice adesso non posso escludere che sia magari passato invece qualcun altro da qualche altra stradina laterale, per esempio Via Ilice, da quello che vedo qui adesso, di sicuro però, girandomi, io guardavo il fondo di Via Caffa, imbocco P.zza Tommaseo perché li mi sembrava che … anzi ho visto che qualcuno si era raggruppato comunque lì in quella direzione.
G.A L. DR. GATTI: comunque lei si trovava all’imbocco di Via Caffa lato sud, lato mare.
T: sì, esatto.
G.A L. DR. GATTI: grazie.
PRES.: volevo ancora un chiarimento; la telefonata che vi ha fatto sentire la difesa, l’aveva già risentita in precedenza?
T: no.
PRES.: cioè oggi la risente per la prima volta?
T: sì.
PRES.: ne aveva un ricordo diretto di questa telefonata?
T: sì.
PRES.: perché ne aveva un ricordo diretto, qualcuno gliel’ha fatta ricordare, qualcuno le ha detto – ti ricordi quando ci siamo parlati - ?
T: no, avevo un ricordo diretto intanto perché avevo parlato con il Generale Desideri che era il comandante della Regione Liguria e perché ricordo di questa sua diciamo … era ansioso di sapere notizie esatte ed io ricordo che obiettivamente queste notizie esatte non ero ancora in grado di dargliele, con riferimento soprattutto all’esistenza o no della ferita di colpo d’arma da fuoco sul corpo di Giuliani, quindi in relazione a questo la telefonata la ricordavo.
PRES.: quindi si era già posto qualche domanda a se stesso… cioè io penso sempre, se uno mi registra io so che in questo momento sono registrato perché sto parlando con lei in questo processo, quando lei ha telefonato sapeva che era registrato perché sapeva che c’era un centro operativo che aveva una sua memoria, però evidentemente è una conversazione più libera, cioè non è che uno parla per la posterità, parla nell’immediatezza, nella concitazione del momento.
T: sì.
PRES.: ripensandoci… ha qualcosa in particolare che ripensadoci dice – ma potevo essere più chiaro, potevo essere più preciso, forse non sono stato chiaro, forse non è stato chiaro il Generale - oppure… La difesa addirittura le ha suggerito la possibilità che le venisse detto – stia attento perché ci possono essere dei problemi per l’arma o per le persone direttamente interessate –
T: no, questo francamente non era una mia preoccupazione e non la percepii come tale, percepivo che il fatto era grave, che avevo poco prima cominciato a prendere cognizione del fatto che, differentemente da come pensavo all’inizio ci poteva essere la ferita di colpo d’arma da fuoco, la cosa più importante per me era cercare di accertare se ci fosse o no effettivamente questa ferita di colpo d’arma da fuoco.
PRES.: quando è stato interrogato dal P.M. aveva già una contezza precisa dei fatti, aveva già sentito i suoi uomini, aveva già raccolto delle informazioni?
T: sostanzialmente sì perché avevamo già ricostruito, ricordo che comunque il Maresciallo che aveva portato Placanica in ospedale disse che effettivamente Placanica aveva sparato questi colpi d’arma da fuoco quindi c’era una cognizione già più netta.
PRES.: comunque lei poi al suo Comando ha riferito di essere stato interrogato dal Pubblico Ministero?
T: sì, sì.
PRES.: però a voce e non per iscritto.
T: non per iscritto, esattamente.
PRES.: perché è un po’ singolare, insomma, che non ci sia una sua relazione scritta sui fatti. Non lo so, dico normalmente, cioè in tutti i processi che ho visto nella mia vita, c’è sempre una relazione da parte del … anche perché lei aveva una sua responsabilità in campo, diciamo, lei ha parlato di una responsabilità delle relazioni fatte dai vari comandanti dei vari gruppi, lei poi era… ripeto, solo per saperlo, per capire.
T: sì, non mi venne richiesta…
PRES.: cioè nessuno glielo ha chiesto, ma nessuno le ha anche detto – non scrivere niente - ?
T: no, assolutamente, mi venne richiesta una relazione specifica sui fatti perché ritengo i fatti erano già oggetto di esame dell’Autorità giudiziaria.
PRES.: per completare il discorso che ha avviato al difesa, l’Arma non ha fatto una sua ricostruzione dei fatti?
T: se lei intende dire una ricostruzione autonoma rispetto al procedimento giudiziario no, l’Arma ritengo che abbia atteso l’esito del procedimento giudiziario prima di porre le sue valutazioni con riguardo all’accaduto specifico di P.zza Alimonda. Cioè se la richiesta è se c’è stata o no un’inchiesta parallela sul fatto specifico?
PRES.: vede, perché la difesa le ha ogni tanto fatto una domanda implicita, dicendo – ma nessuno si è pentito di quello che è successo - ? cioè non ha avuto qualche momento di flash tipo – si poteva fare una cosa diversa – La difesa riferiva la decisione se avanzare, se non avanzare, come avanzare, dopodiché lei diceva – ma comunque non ho deciso io, quindi no è responsabilità mia – Il problema non è la sua valutazione, il problema è come fatto storico, lei in qualche momento non si è posto il problema – ci stiamo mettendo in culo di sacco – come si dice… cioè una situazione senza uscita?
T: diciamo che la situazione effettivamente attirò la mia attenzione perché poteva essere, come dire… non esente da profili di rischio, credo che fosse il motivo per cui io poi rimasi lì, per verificare cosa stesse succedendo.
PRES.: perché al di là della responsabilità sui singoli episodi, dico, non ci può essere stato… questo qua glielo chiedo proprio come fatto storico, cioè da parte sua non c’è mai stato il dubbio di aver commesso, o lei personalmente o altri colleghi suoi, o non colleghi suoi, tipo appunto la Polizia di Stato, degli errori nella gestione di quei momenti? Non lo so, glielo chiedo perché la difesa poi ha i suoi consulenti tecnici, non so le domande che farà… lei dice che la camionetta doveva stare dietro perché fa parte del protocollo, quindi è chiaro che c’è tutta una procedura, ma c’è qualche momento in cui lei ha avuto dei dubbi sul fatto che nella concitazione del momento si potevano prendere decisioni diverse?
T: guardi, lì sul momento non mi sono posto questo problema se una decisione fosse congrua, se fosse aderente o no, e poi, rispetto a quello che è successo immediatamente dopo questo problema diciamo è stato superato, da, come dire, non c’è stato un momento di riflessione perché è stato superato dalla gravità di quello che era successo e di tutto quello che ne conseguiva.
PRES.: cioè la gravità della morte ha superato i problemi precedenti?
T: esatto.
P.M. CANEPA: proprio con riferimento alle telefonate, le è stata fatta sentire una telefonata delle 18.04.30 intercorrente fra lei e il Generale Desideri, era la prima telefonata che aveva con qualche suo superiore o aveva già…
T: no, era la seconda.
P.M.: vorrei far sentire una telefonata, sempre intercorrente sul canale 112, la numero 212 per vedere se è telefonata in cui il colonnello si riconosce e se è quella telefonata che dice di avere fatto prima di quella delle 18.00. [viene fatta ascoltare al teste una telefonata] è questa la telefonata a cui faceva riferimento?
T: sì, era una telefonata tra me e il Colonnello Tessere.
P.M.: telefonata delle 17.46.52, quindi è la prima telefonata che ha fatto per dare notizia a qualche superiore di quello che era accaduto?
T: era la prima telefonata… esattamente, per comunicare la notizia.
P.M.: grazie, non ho altre domande.
AVV.TAMBUSCIO: ancora una domanda, naturalmente l’ultima, torniamo alla serata del 20, intorno alle 20.00 di sera, lei era più o meno nella caserma di San Giuliano, dico più o meno nel senso stava negli uffici del Nucleo Operativo o comunque in caserma di san Giuliano, ecco, lei sa se il Generale … mi scusi, allora Colonnello Leso, si è occupato in qualche modo della pratica del decesso? Glielo chiedo perché era suo diretto superiore, giusto?
T: sì, sì, era la persona a cui mi riferivo, Leso se non sbaglio lo incontrai alla fiera, lo informai dell’accaduto, ma fu una cosa velocissima perché convenimmo che… credo poi tra l’altro che ci fossero già stati contati con il Comando Provinciale, convenimmo che dovevamo subito andare, tutti gli aventi causa, al Comando Provinciale a metterci a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
AVV.: poi che tipo di ruolo ha avuto il colonnello in quei momenti?
T: nessuno in particolare, che io sappia.
AVV.: glielo chiedo perché c’è una telefonata, sempre di questa sera, quindi registrata, in cui ci sono due ufficiali che si parlano e uno dice: – il colonnello Leso sta aggiustando la pratica del morto – io in riesco a capire il signiicato di queste parole, glielo posso anche far sentire, io le chiedevo se per lei ha un significato questo “aggiustare la pratica del morto” intorno alle 20.20, cosa può voler dire, io lo chiedo a lei…
T: 20.20?
AVV.: 20.20, sì.
T: secondo me non ha significato, può darsi che sia un’espressione gergale poco accorta, non so, sostanzialmente alle 20.20 mi sembra di poter dire con sufficiente approssimazione che eravamo tutti a San Giuliano dove stavamo facendoci sentire a verbale… non so gli orari dei verbali a che ora sono cominciati, etc…
AVV.: 20.20.
T: i verbali?
AVV.: il suo alle 20.20.
T: quindi sostanzialmente eravamo lì.
AVV.: se può attribuire un significato questo “aggiustare” vuol dire … cioè esporre a verbale.
T: no, guardi, non attribuisco nessun significato dietrologico al di là del fatto che possa essere, come ripeto, un’espressione gergale forse poco azzeccata, se vogliamo, come dire: – si sono impegnati in questa questione che è avvenuta –
AVV.: grazie, non ho nessun’altra domanda.
G.A L. DR. REALINI: solo una precisazione, nell’ultima telefonata che ha fatto ascoltare il P.M., mi pare proprio verso la fine, il suo interlocutore, che, se ho ben capito, è il Colonnello Tessere, quasi non dico che tronchi però le dice – va be’, va be’, Truglio, ne parli con Leso – io ho sentito che diceva – ne parli con Leso – come dire – adesso io mi devo occupare di altro, poi di questa cosa ne parli con Leso – La seconda telefonata che ha fatto, quella che invece le ha fatto sentire la difesa, quando lei ha telefonato stava cercando Leso oppure … volevo capire se poi ha seguito il consiglio del Colonnello Tessere e ha cercato Leso.
T: e sì, ho cercato Leso anche perché non ci avevo ancora parlato e ci tenevo a tenerlo informato di questa situazione.
G.A L. DR. REALINI: però non ci è più riuscito a parlare.
T: non ci sono riuscito, tant’è vero che poi l’ho incontrato alla fiera quando da P.zza Alimonda mi sono spostato alla fiera e lì finalmente ho potuto informarlo.
G.A L. DR. REALINI: quindi non ha avuto più contatti telefonici, ma poi visivi quando vi siete trovati alla fiera.
T: sì, esatto.
G.A L. DR. REALINI: va bene, grazie.
PRES.: possiamo chiudere con il teste.
PRES.: il suo nome?
T: Giovanni Truglio, nato a Sant’Agata d’Esaro il 25/11/1959.
PRES.: esame del Pubblico Ministero, prego.
P.M.: colonnello, vuole riferirci intanto quale grado ricopriva e che ruolo ha svolto nell’ambito delle giornate relative alle manifestazioni contro il G8 nel 2001?
T: sì, dunque, nel 2001 ricoprivo il grado di tenente colonnello, facevo servizio a Vibo Valentia, Comandante del Gruppo Operativo Calabria, venni chiamato inizialmente a Velletri per fare parte del Nucleo Logistico addestrativo che aveva l’incarico di preparare cinque contingenti, cinque Compagnie provenienti da diversi battaglioni dei Carabinieri che dovevano costituire le CCIR… Compagnie di Contenimento Intervento Risolutivo; dopo la preparazione in Velletri che durò circa un mese e mezzo, il Nucleo fu spostato a Genova con l’incarico di alcuni ufficiali di comandare le cinque CCIR sul campo, io invece continuavo a fare da coordinatore del contingente e, diciamo, venni incaricato di istituire un posto comando presso la Fiera dove venivano gestiti tutti i contingenti di rinforzo presenti a Genova per l’Arma dei Carabinieri quindi non solo le cinque CCIR. Quindi sostanzialmente era un posto comando che si occupava dell’organizzazione logistica, dell’organizzazione dei servizi, eravamo in contatto con il Comando Provinciale che ogni giorno ci forniva le indicazioni per assolvere ai servizi dell’indomani, noi facevamo un’attività di pianificazione, individuavamo i reparti che dovevano fare le varie attività e diramavamo gli ordini. Poi c’era tutta un’attività anche logistica per quanto riguarda le necessità, diciamo così, di realize di supporto al contingente.
P.M.: ecco, nel dettaglio, giusto per capire, CCIR aveva dei compiti specifici?
T: le CCIR furono istituite come i contingenti un po’ più addestrati ad attività di ordine pubblico direi più dinamiche, più cinetiche se così si può dire.
P.M.: ma solo in occasione di questa manifestazione o avevano già avuto precedenti… erano già state sperimentate precedentemente?
T: no, furono istituite proprio in vista di questa manifestazione.
P.M.: ecco, la provenienza dei contingenti?
T: i contingenti CCIR provenivano da cinque battaglioni diversi, battaglione Lombardia con sede in Milano, battaglione Toscana con sede in Firenze, battaglione Lazio con sede in Roma, battaglione Campania con sede in Napoli, battaglione Sicilia con sede in Palermo, erano cinque battaglioni dei carabinieri ognuno dei quali aveva fornito un’aliquota che variava dai 150 alle 200 unità circa per un totale complessivo di 920 uomini circa, e questo erano le cinque aliquote più pesanti per l’ordine pubblico, pesanti perché erano destinati a compiti, diciamo così, di contenimento e intervento risolutivo.
P.M.: al di là dell’addestramento che avete fatto a Velletri…
T: Velletri, sì.
P.M.: i componenti dei battaglioni cos’erano? Ausiliari, che tipo di forze erano confluite in questi battaglioni, avevano peraltro anche già avuto esperienze di ordine pubblico o…
T: allora, erano tutti ovviamente militari già in servizio nei battaglioni, quindi era già gente operativa, diciamo così, credo di ricordare, non ne sono ovviamente sicuro che una buona aliquota, parliamo di un due terzi, fosse costituita da Carabinieri ausiliari, però è un ricordo di cui non ho una contezza precisa, erano comunque tratti dai questi battaglioni e organicamente riuniti nelle CCIR.
P.M.: lei conosceva Genova?
T: no, non ero mai stato a Genova in precedenza.
P.M.: e ha detto di essere arrivato a Genova una settimana prima di quale giorno?
T: sì, io all’incirca… non ricordo il giorno esatto, però più o meno sono arrivato a Genova una settimana circa prima dell’inizio del vertice, durante quella settimana o poco meno di giorni prima, abbiamo ovviamente organizzato le cose per la ricezione di questi contingenti, abbiamo fatto delle ricognizioni dei luoghi, etc., abbiamo fatto partire i servizi di vigilanza fissa lungo tutta la zona che era interdetta, la zona rossa, credo di ricordare, e quindi si iniziavano un po’ i servizi e poi man mano, dal giorno 19 di luglio, cominciarono dei veri e propri servizi di ordine pubblico perché il 19 di luglio ci fu una manifestazione, quella dei migrantes e comunque fu una manifestazione che non diede luogo a grossi problemi, non ci furono incidenti insomma.
P.M.: lei ha detto anche che la sua funzione era quella di coordinatore…
T: sì.
P.M.: quindi a capo di ciascun contingente vi erano degli ufficiali?
T: sì, allora preciso che a Velletri c’ero io e c’erano altri cinque ufficiali…
P.M.: ricorda i nomi?
T: i cinque ufficiali erano Capitano Bruno, Capitano Nardelli, Capitano Cappello, Capitano Bianchi e Maggiore Zanaroli; questi cinque ufficiali, ognuno dei quali aveva addestrato una delle compagnie CCIR, fu deciso poi che fossero, unitamente a me, inviati in Genova per essere loro comandanti sul campo delle cinque compagnie CCIR.
P.M.: veniamo al giorno problematico e mi riferisco al giorno 20 di luglio, la pregherei di ripercorrere esattamente quelli che sono stati i suoi spostamenti e il suo ruolo a cominciare dal mattino presto nel corso della giornata del 20 luglio.
T: dunque, nella giornata del 20 luglio c’era questa manifestazione che già c’era il sentore che ci sarebbero stati dei problemi, che era verosimile che ci sarebbero stati degli incidenti, dunque la mattina i servizi iniziarono presto, tra l’altro la mattina, una delle prime cose che feci fu accompagnare il Colonnello Leso in Questura per un’ultima riunione dove verosimilmente ci furono diciamo degli ultimi aggiustamenti…
P.M.: la fermo… Colonnello Leso che funzioni aveva?
T: il Colonnello Leso era il responsabile prima del Nucleo Logistico Addestrativo in Velletri e poi continuava ad essere il responsabile dello stesso Nucleo a Genova, cioè era il mio superiore diretto in sostanza, era quello che era deputato all’organizzazione generale del contingente di rinforzo per l’Arma dei Carabinieri.
P.M.: quindi nella catena di comando era il suo superiore diretto?
T: sì.
P.M.: scusi, l’avevo interrotta sul fatto che al mattino presto vi siete recati in Questura.
T: al mattino per la verità non so precisare l’ora, ricordo che comunque andai in Questura ad accompagnare il Colonnello Leso per un’ultima riunione dove credo ci fosse stata qualche variante rispetto al piano che era stato dato la notte precedente e quindi una delle prime cose che feci fu recarmi fuori, tra l’altro nella zona antistante la Questura, quindi diciamo nelle strade, se così posso dire, a est di V.le Brigate Partigiane dove c’erano sistemati molti contingenti nostri, sostanzialmente era come se la zona est di V.le delle Brigate Partigiane…
P.M.: pensa che le possa essere utile avere una cartina davanti?
T: sì, grazie. C’erano questi contingenti che erano piazzati lungo questa dorsale, Via Brigata Bisagno, V.le delle Brigate Partigiane, quindi nella zona est e sostanzialmente credo che chiudessero questa zona, cioè impedivano l’accesso verso ovest. Proprio quella mattina ricordo che venivano posizionati in alcune di queste strade laterali dei container come misura proprio di ultimo momento, quindi controllai alcuni di questi contingenti, tre o quattro contingenti appartenenti ad unità diverse, non solo delle CCIR, ma anche altri contingenti non CCIR, cioè provenienti da altri reparti e, fatto questo, risolvemmo qualche problema di incertezza su chi doveva stare dove e chi era stato assegnato, a quale funzionario, etc., fatto questo, sempre in quella zona andai dove c’era il contingente del terzo battaglione Lombardia che era in una di queste strade a est di Via Brigate Partigiane, credo fosse Via Pisacane, sì…
P.M.: ricorda da chi era comandato questo contingente?
T: dal Capitano Bruno che era il comandante appunto della CCIR del terzo battaglione e rimasi lì un po’ con loro, loro avevano diverse posizioni, verificammo qual era la disposizione, parlai con il funzionario responsabile, ma non c’erano grossi problemi, quindi indugiammo un po’ lì e poi lì ad un certo punto assistemmo al primo scontro, perlomeno io assistetti al primo scontro, cioè mentre c’era questo contingente che chiudeva credo Via Pisacane, ad un certo punto arrivò un gruppo nutrito di facinorosi, tutti mascherati, avevano un atteggiamento particolarmente aggressivo, si fecero sotto al contingente, mentre si fecero sotto al contingente, le loro linee dietro misero in mezzo alla strada cassonetti, rovesciarono cassonetti lungo la strada, etc.; poi loro in un primo tempo sembrava si ritirassero, ma immediatamente dopo ricordo che partì un razzo minolux(fonetico) che è una specie di razzo illuminante, alla partenza del razzo minolux ci fu una salva, un lancio nutrito di bombe molotov, di bottiglie incendiarie. Tengo a precisare che in questa fase il contingente era fermo, immobile, il contingente del battaglione Lombardia.
P.M.: per quanto possibile, temporalmente questo assalto da lei descritto quando si colloca?
T: francamente non ricordo l’orario, credo che fosse mattinata avanzata, però sinceramente non ricordo l’orario. Comunque arrivò questo nutritissimo lancio di bombe molotov, alcune caddero proprio in mezzo ai Carabinieri, ricordo perfettamente l’episodio che mi colpì perché io stavo dietro al contingente che osservavo, una bomba molotov cadde dietro a uno dei Carabinieri che era nelle ultime file, probabilmente era il lanciatore, c’aveva il lancia lacrimogeni, lui non si accorse che c’aveva qualche fiamma che l’aveva lambito nella spalla destra e io stesso gli spensi la fiamma, avevo i guanti indossavi e quindi gli spensi la fiamma e lui non si accorse di nulla e quindi per questo mi rimase impresso.
P.M.: prima di andare avanti, come si muoveva lei quella mattina?
T: dunque, io mi muovevo con una Land Rover defender che era l’automezzo che mi era stato dato in dotazione per spostarmi, era quindi sostanzialmente un fuoristrada con i colori d’Istituto ovviamente.
P.M.: quanti eravate a bordo?
T: eravamo io più tre marescialli, il Maresciallo Primavera, il Maresciallo Amatori, il Maresciallo Cirasino.
P.M.: come eravate equipaggiati, parliamo di quando siete di fatto usciti dalla Questura e siete arrivati in strada quindi.
T: sì, eravamo equipaggiati con l’uniforme, gli equipaggiamenti da ordine pubblico come tutto il resto dei contingenti, quindi una tuta blu, un casco da ordine pubblico, con visiera, maschera antigas, avevamo tutti il bastone tonfa, i marescialli avevano lo scudo, io no, poi guanti, ginocchiere e altre misure di protezione.
P.M.: e tutto questo indossato dal mattino?
T: sì, sì, indossato…
P.M.: ecco, immagino siete con gradi diversi, come vi si poteva distinguere con questo tipo di equipaggiamento, avevate i gradi o in qualche modo…
T: sì, io indossavo i gradi, indossavo i gradi sull’uniforme, quindi avevo una pattina con i gradi.
P.M.: sull’uniforme intesa questa tuta che aveva?
T: sì, sì.
P.M.: ci ricorda che gradi aveva all’epoca?
T: tenente colonnello.
P.M.: quindi come segni?
T: una torre e due stelle.
P.M.: i marescialli anche a loro volta avevano…
T: non lo ricordo questo.
P.M.: il casco aveva qualche possibile …
T: il casco aveva, se non sbaglio avevo dietro un sistema di riconoscimento probabilmente delle stelle.
P.M.: quante potevano essere?
T: due.
P.M.: siamo in Via Pisacane tarda mattinata.
T: in Via Pisacane, poi ci fu questo attacco a freddo al contingente che era lì fermo, lancio di molotov molto nutrito, il funzionario responsabile ordina l’avanzamento…
P.M.: ricorda chi era?
T: credo che fosse Mandelli o Mondelli, però non ne sono sicuro al cento per cento. Il funzionario ordina prima di rispondere con i lacrimogeni, poi ordina di avanzare, carica, loro vanno avanti e mi sembra di ricordare che disperdettero questo gruppo di manifestanti verso il sud, diciamo, verso il mare, dopo tornano; tornarono e anche lì indugiai qualche tempo con questo contingente perché volevo vedere se c’era qualcuno… c’erano un paio di feriti, mi assicurai di come stessero, insomma le cose si risistemarono più o meno nella stessa posizione dov’erano.
P.M.: per capire, lei di fatto osservava?
T: sì, io osservavo. La mia intenzione nella giornata del 20 luglio era di vedere quanti più contingenti… di andare a visitare sul campo quanti più contingenti possibili, derivava dalla mia funzione che, essendo io diciamo il loro coordinatore è per noi un motivo di… si cerca sempre di andare a far vedere la presenza degli ufficiali, a maggior ragione superiori, sul terreno, per un motivo di controllo, per un motivo di motivare il personale, per un motivo di sostenerlo se c’è bisogno, in questi casi si cerca di farsi vedere, è inutile stare in ufficio a non far nulla insomma.
P.M.: lei ha detto che si spostava con questa Land Rover e ha detto…
T: Land Rover defender.
P.M.: di fatto, con riferimento a questo primo scontro che c’è in Via Pisacane, il Land Rover si fermava, lei scendeva, come osservava, come ha osservato in questo caso, come si è posizionato, cioè stavate solo sulla macchina, scendeva?
T: in genere il Land Rover si fermava dove ero io, però sostanzialmente io assumevo sempre una posizione retrostante al contingente, quindi dove c’era il contingente in una posizione retrostante, si fermava il mio Land Rover e io scendevo e parlavo con l’ufficiale responsabile, con il funzionario o con chi altri ritenevo di dover scambiare qualche parola.
P.M.: successivamente a questo primo episodio che ha ricordato?
T: successivamente, dopo essere ancora rimasto lì con questo contingente del terzo battaglione, che era tra l’altro sistemato in posizioni diverse, quindi andai un po’ a vedere tutti quelli che… cercavo di vedere quanti più uomini possibili, parliamo già di mattinata inoltrata, proprio tardi, tornai in Fiera, quindi dove c’era il nostro posto comando; lì c’era un contingente, che era quello dell’ottavo battaglione Lazio, comandante Capitano Bianchi, che era attestato proprio davanti all’ingresso della Fiera, quindi non distante, nella zona antistante l’ingresso della Fiera, chiudeva un po’ quella strada, non c’erano dei veri e propri disordini, c’era un gruppo di manifestanti che si era avvicinato, ma non c’erano incidenti degni di rilievo, forse qualche lancio di pietra, ma niente di preoccupante, erano lì seduti, credo un gruppo aveva organizzato un sit-in, stavano lì fermi, insomma si fronteggiavano, ma senza grossi problemi e lì sono rimasto anche lì un poco con il Capitano Bianchi vedendo un po’ come sempre come andava il contingente, come si comportavano gli uomini, credo di aver scambiato anche qualche parola con il funzionario responsabile lì sul posto, insomma la solita attività che mi ero già prefissato di fare. Sono rimasto lì non so dire quanto tempo, però anche lì ho speso un po’ di tempo, dopodiché rientrato in Fiera, ecco, lì c’erano due mezzi, una Land Rover defender che era del dodicesimo battaglione, della CCIR del dodicesimo battaglione e un Ducato che si stavano apprestando a portare dei viveri al contingente del dodicesimo battaglione, dei panini, dei sacchetti viveri, dei sacchetti con dentro un pasto frugale, diciamo, da consumare sul posto, allora decisi di aggregarmi, di seguire questi mezzi per andare a visitare anche il contingente del dodicesimo battaglione. E così feci. Questo contingente era posizionato…
P.M.: quindi di fatto dalla Fiera uscite con tre mezzi?
T: sì, sostanzialmente usciamo con tre mezzi, ma era una cosa casuale, attenzione, non era pianificata, nel senso che io all’ultimo momento decisi di seguire loro per andare a trovare questo contingente che non sapevo dov’era, non sapevo l’esatta posizione, loro erano, se non sbaglio nella zona di C.so Italia, adesso non so precisare bene l’altezza di C.so Italia, però sicuramente erano molto prima del nostro comando provinciale, diciamo, se potessi dare una cosa più o meno indicativa, a metà strada tra il comando provinciale e la fiera, forse un po’ più vicini alla fiera, comunque una zona del genere, credo che ci fossero dei porticati anche lì vicino; erano lì attestati in questa strada, non stavano facendo nulla di particolare, lì ho salutato il Capitano Cappello, il funzionario che era il Vice Questore Lauro, non stavano facendo nulla di particolare, quindi ci siamo messi anche lì a… così, loro si sono messi a mangiare ovviamente subito questi panini, hanno consumato questi sacchetti viveri e abbiamo scambiato qualche parola senza far nulla di particolare; dopodiché dopo aver consumato il pasto, etc., quindi anche lì passa del tempo, il funzionario li porta… prende questo contingente e decide di spostarlo, lo sposta nella zona di C.so Torino, adesso non so dire esattamente quale strada sia stata fatta, C.so Torino me lo ricordo perché lo ricordo bene, adesso non so dire esattamente quale strada sia stata fatta, mi pare di ricordare però che non fu fatto C.so Italia, C.so Torino, ma si passò da qualche strada interna, loro andarono verso C.so Torino, io li seguii sostanzialmente anche perché volevo andare a vedere gli altri contingenti che stavano in quell’area, su C.so Torino prima…
P.M.: scusi, la fermo, tre i mezzi usciti dalla fiera che si sono recati, il suo e i due di supporto, vi siete poi spostati tutti e tre i mezzi nuovamente?
T: no, credo che il Ducato sia rientrato in fiera, anzi il Ducato è sicuramente rientrato in Fiera, mentre invece le due Land Rover hanno proseguito; una era nella disponibilità degli ufficiali del dodicesimo battaglione Sicilia, quindi Cappello e il Tenente Mirante, mentre l’altra era nella mia disponibilità.
P.M.: ricorda da chi era condotta questa?
T: guardi, io lo ricordo perché lo so a posteriori, nel senso che so che era il carabiniere Cavataio, non so se esattamente in quel momento la guidasse Cavataio o no. Lungo C.so Torino, qui parliamo già del pomeriggio, parliamo già di un orario più che pomeridiano, lungo C.so Torino incontriamo il contingente di nuovo del terzo battaglione Lombardia, quindi Capitano Bruno, non so a che altezza, più o meno a metà altezza di C.so Torino, sotto questi, insomma in questo viale alberato c’erano i mezzi parcheggiati e il contingente era veramente devastato cioè molti feriti, gli uomini molto provati, molto molto provati da scontri che avevano avuto evidentemente nel corso della mattinata e che erano proseguiti e una situazione piuttosto preoccupante perché si vedeva che questi non erano più in grado di continuare a sostenere…
P.M.: lei intanto si teneva in contatto radio con qualcuno?
T: allora, le comunicazioni radio non erano molto efficienti, c’era un forte intasamento dei canali radio perché le comunicazioni si accavallavano e quindi diciamo che ci provavo a tenermi in contatto radio, credo che proprio durante quella fase un contatto radio lo ebbi, mi pare di ricordare che lo ebbi un contatto radio con la centrale operativa, però sostanzialmente avevamo capito che le comunicazioni radio non erano affidabili, non erano efficienti.
P.M.: era quindi al corrente di quello che era accaduto nel frattempo?
T: di quello che è accaduto nel frattempo sapevo che c’era stato un mezzo, che poi non ricordo se era del terzo battaglione Lombardia, comunque sapevo che lì nella zona c’era stato un attacco a un mezzo nostro che era rimasto isolato perché non funzionava, all’equipaggio di quel blindato era stato detto di abbandonare il mezzo e andarsene e che poi questo blindato era stato preso d’assalto e distrutto, bruciato.
P.M.: e questa circostanza come era arrivata alla sua conoscenza?
T: credo sentendo le comunicazioni radio.
P.M.: ritorniamo a quello che diceva in merito al Lombardia.
T: sì, il terzo battaglione Lombardia mi colpisce la circostanza che molti militari, oltre che feriti, provati, etc., ma molti avevano una sostanza … delle macchie verdi sull’uniforme, non so adesso come descriverle, avevano delle macchie verdi sull’uniforme, una sostanza, vernice sembrava, verde sull’uniforme che si disse, insomma, non so adesso di preciso chi, però sostanzialmente si disse che gli avevano tirato questi ordigni fatti non so bene come che, arrivati a contatto della persona, del bersaglio, si disfacevano e spargevano questa strana sostanza che non si sapeva bene se era vernice o se fosse una sostanza tossica, comunque era una cosa singolare, tra l’altro la cosa mi portò delle reminiscenze perché proprio durante i briefing preparativi si parlò proprio di questa possibile minaccia, cioè che i manifestanti, i gruppi facinorosi dei manifestanti volevano, tra le varie modalità operative, avevano anche intenzione di preparare questa sorta di ordigno dentro cui poi ci poteva essere vernice o altre sostanze di vario genere. Comunque continuammo verso C.so Torino, arriviamo in fondo a C.so Torino e lì in fondo a C.so Torino…
P.M.: una domanda scusi, la sua Land Rover e quella invece del Capitano Cappello viaggiavate appaiate o visto che facevate insieme questo tragitto ognuna era per conto suo?
T: su questo tragitto non lo ricordo, non lo ricordo, francamente non lo ricordo, so che il contingente andò avanti, mentre io indugiai un po’ per vedere le condizioni del terzo battaglione di questi della CCIR del terzo battaglione, se quell’altra Land Rover fosse in questa fase affiancata a me, fosse avanti o dietro, francamente non lo ricordo. Fatto è che arriviamo in fondo a C.so Torino, quindi ormai pomeriggio già inoltrato, lì c’era una situazione, perlomeno quello che vidi io fu il fondo di C.so Torino che si era formato un contingente enorme, enorme, diciamo molto nutrito tra Carabinieri e Polizia che si era schierato proprio sulla linea in fondo a C.so Torino, un po’ anche leggermente in obliquo e sull’angolo, quindi Via Tolemaide, da Via Tolemaide c’erano continuamente dei tentativi, da parte di gruppi di facinorosi, ovviamente erano mascherati, armati di mazze, fazzoletti sul collo, qualcuno aveva delle rudimentali maschere antigas o forse non rudimentali, non lo so, ma continuamente cercavano di venire in quella direzione, si sporgevano, lanciavano delle pietre, lanciavano dei bastoni, dei sassi, etc. e ricordo che la scena era impressionante, perché c’era questo enorme contingente che sostanzialmente rispondeva a questi tentativi di venire in quella direzione lanciando continuamente lacrimogeni, cioè da un angolo all’altro, quindi c’era questo fronteggiamento sullo spigolo C.so Torino-Via Tolemaide. Anche lì vidi chi erano i Carabinieri impegnati, mi sembra di ricordare che ci fosse il sesto battaglione Toscana con il Capitano Nardelli, però non ne sono sicuro, sembrava una situazione un po’ di stallo, nel senso che c’era da un lato questo fronte delle Forze dell’Ordine e dall’altro questo di questi gruppi facinorosi che cercavano continuamente di venire in questa direzione e venivano respinti. Dopodiché ricordo che a questo gruppo si aggiunse per un certo periodo anche il contingente del Capitano Cappello del dodicesimo battaglione Sicilia che partecipò a questa azione; ad un certo punto il Vice Questore Lauro prende questo contingente e lo fa spostare e va appunto verso P.zza Alimonda. Io mi tolsi dalle vicinanze di questo fronte e decisi anch’io di seguire questo contingente verso Piazza Alimonda. Credo comunque che non li seguissi tanto dappresso, ma un po’ staccato, perché, quando arrivo io in Piazza Alimonda da C.so Torino sono andato verso P.zza Alimonda, quando arrivo io ricordo che il contingente in P.zza Alimonda era in una situazione di stasi, una situazione relativamente tranquilla, gli uomini si erano tolti i caschi, si erano tolti le maschere, erano diciamo come se stessero riposando, come se stessero un po’ prendendo fiato e quindi anche qui di nuovo si passò a trattare dei soliti argomenti…
P.M.: ecco, lei si muoveva a bordo del mezzo, sempre per cercare di capire quando il mezzo si fermava, se lei scendeva.
T: sì, sostanzialmente, guardi, se dovevo fare dei tratti brevi mi muovevo a piedi e il mezzo mi seguiva, se invece dovevo fare un tratto lungo salivo e andavo nella direzione che io indicavo.
P.M.: e in questo spostamento che lei ha descritto l’altro mezzo lo ha notato, lo ricorda, non lo ha notato?
T: non ricordo neanche durante questa fase se il mezzo, l’altro mezzo fosse o no con noi o ci avesse preceduto o ci avesse seguito questo non lo ricordo.
P.M.: prima di arrivare a P.zza Alimonda di cui adesso stava parlando, nel tragitto che ha descritto ha fatto caso se ci fossero altri mezzi dei Carabinieri, altro genere di mezzi, blindati o…
T: su C.so Torino c’erano dei mezzi.
P.M.: ha fatto caso ad idranti?
T: idranti dei Carabinieri? No, anche perché non credo che ne abbiamo, non ne avevamo, non avevamo idranti.
P.M.: comunque idranti non ne ha visti?
T: assolutamente no. Comunque non avevamo a Genova idranti…
P.M.: potevano essere della Polizia, l’idrante, se ricorda mezzi con idranti.
T: idranti, guardi, se ricordo gli idranti ce li aveva la Forestale, se ricordo.
P.M.: comunque in questa fase lei non ne ha visti?
T: no, non ne ho visti o non lo ricordo, comunque… P.zza Alimonda quindi io arrivo, il contingente era piuttosto in una fase di stasi, anche lì facciamo, scambiamo delle battute con Cappello, lui mi dice che c’è qualcuno che non stava bene, che aveva vomitato, quindi non stava bene e che lo aveva fatto salire sulla sua macchina, io stesso mi ricordo che diedi la mia soluzione… avevamo tutti una confezione di soluzione sterile che serviva a medicarsi gli occhi nel caso ci fosse stata una irritazione da gas lacrimogeno, allora diedi la mia a questo carabiniere che si lamentava, che non era Placanica, preciso, di cui magari parlerò dopo, non era Placanica, comunque era un carabiniere che si lamentava che gli bruciavano gli occhi, che non poteva tenere gli occhi aperti, gli diedi la mia soluzione salina per medicarlo, comunque lì in P.zza Alimonda, eravamo nella parte, nel quadrante diciamo inferiore di P.zza Alimonda, nella parte un po’ bassa, vicino alla chiesa, passiamo lì un po’ di tempo, non so adesso dire quanto, se mezzora, tre quarti d’ora, poi ad un certo punto la situazione sembrava relativamente tranquilla, io dico: – va be’, io a questo punto me ne vado – con l’intenzione di riandarmene più o meno per la stessa strada da dove ero venuto, dico al funzionario e al Cappello che me ne stavo per andare e me ne vado, mi approccio ad andarmene; quando fatti poche decine di metri imbocco la strada…
P.M.: quindi lei a bordo del mezzo a questo punto?
T: a bordo del mezzo, sì, ce ne andiamo, cioè vado io via con i miei marescialli a bordo del mezzo, quando imbocco la strada per tornare verso C.so Torino mi accorgo che cominciavano ad esserci degli addensamenti di gruppi, di frotte di manifestanti che sembravano tra l’altro anche molto aggressivi, mascherati, qualcuno con i bastoni, esagitati, che provenivano da Via Tolemaide in queste strade, Via Odessa, la stessa Via Caffa nella parte superiore, si stava creando un movimento di gente piuttosto esagitata e siccome nel momento in cui io ho lasciato… nello stesso momento in cui io lasciavo il posto, cioè Piazza Limona, il contingente di Lauro e Cappello si mette in movimento e vanno, si dirigono verso Via Caffa, zona diciamo a nord. Allora io mi sono fermato e sono tornato indietro con il mezzo, ovviamente, ho detto all’autista di tornare indietro perché sono andato da… non ricordo se lo dissi a Lauro o a Cappello o a tutti e due, ma dissi: - scusate, avete visto che si sta creando questo movimento – cioè volevo avvisarli che c’era questo movimento che diventava piuttosto pericoloso e adesso non ricordo la risposta, però sicuramente loro mi videro, mi capirono, però continuarono ad andare avanti verso Via Caffa, allora io rimasi, indugiai ancora, sempre avvicinandomi nella parte posteriore del contingente che camminava verso Via Caffa perché non avevo capito cosa facessero e volevo capire che movimento stessero facendo mentre loro avanzavano, salivano. A quel punto sono sceso anche dalla macchina, poi a quel punto, in questo divenire fluido di situazione che … decisi che sarei rimasto lì, perché non volevo più rischiare di andarmene da solo vista la situazione di pericolosità che si stava creando in zona, non volevo più rischiare di andarmene da solo, di essere attaccato da solo, c’erano queste provenienza da Via Tolemaide, anche nella zona di Via Casa Regis, c’erano questi gruppi che scendevano, quindi non volevo più andare via da solo e quindi rimasi lì.
P.M.: ha detto che nel frattempo era sceso a terra?
T: ero sceso a terra, sì.
P.M.: l’altra Land Rover?
T: l’altar Land Rover era accodata dietro il contingente.
P.M.: dietro il contingente.
T: sì, sì e anche la mia Land Rover si accoda dietro il contingente, tra l’altro devo dire che con i conduttori degli automezzi, se nessuno dice di fare diversamente, come procedura operativa standard si accodano, il contingente nuove e loro si accodano. A un certo punto il contingente si ferma, si sono fermati non so dire più o meno a metà di questa… della parte superiore di Via Caffa, cioè del raccordo con Via Tolemaide, c’erano dei cassonetti, delle ostruzioni in mezzo alla strada e io ricordo che subisce un urto fragoroso davvero impressionante, ci fu proprio un clangore, uno schianto di qualcosa, probabilmente di questi cassonetti che si abbattevano sulle prime file di questo contingente, quindi una cosa che… che sostanzialmente era fermo, perché era arrivato lì e s’era fermato, vengono investiti da un’onda d’urto, ma proprio con un frastuono incredibile, si sentì proprio lo schianto di qualcosa che andava contro gli scudi del contingente e all’inizio cercarono di tenere, poi man mano indietreggiarono, indietreggiarono, ma poi sostanzialmente questo contingente perse un po’ di lucidità e arretrarono in maniera precipitosa sostanzialmente. Ovviamente man mano che io vedevo che loro arretravano, io che ero nella parte retrostante arretravo anch’io, solo che contestualmente mi preoccupavo delle due Land Rover perché volevo vedere che facessero; le due Land Rover sono riuscite ad arretrare correttamente a marcia indietro per un tratto discreto, perché non so dove fossero, ma più o meno se prendiamo a riferimento l’imbocco di Via Caffa non so se fossero un po’ dentro Via Caffa, un po’ ancora in P.zza Alimonda, ma sostanzialmente prendiamo a riferimento l’imbocco di Via Caffa parte superiore, da lì sono arrivate quasi nel quadrante inferiore di P.zza Alimonda, l’hanno percorsa quasi tutta a marcia indietro, dopodiché lì, erano già state completamente superare dal contingente che arretrava, ero stato superato anch’io dal contingente che arretrava e che era andato verso quella piazza che sta nella zona a sud di P.zza Alimonda, c’è un’altra piazza…
P.M.: Tommaseo.
T: Tommaseo... si erano andati… avevano raggiunto lì, quella zona lì, quindi sostanzialmente ero rimasto l’unico, diciamo il più avanzato mentre tutti gli altri se ne’erano andati. Vicino a me c’era un maresciallo, Amatori…
P.M.: perché quindi dalla sua Land Rover scendevate tutti e rimaneva solo l’autista o scendeva lei, in questo caso era sceso anche il Maresciallo Amatori che prima era a bordo.
T: in questo caso sì, è sceso anche il Maresciallo Amatori.
P.M.: quindi sulla sua Land Rover sarebbero rimasti…
T: solo in conduttore, il maresciallo Primavera.
P.M.: lei sapeva chi era sull’altra Land Rover?
T: io sapevo che c’erano due persone che non stavano bene.
P.M.: conosceva il guidatore dell’altra Land Rover?
T: in quel momento non ancora, né tantomeno conoscevo i due che stavano a bordo. Quindi loro arretrano a marcia indietro, poi cominciano a fare la manovra per rimettersi con il muso verso sud e andarsene, ma vengono ingaggiati da questo gruppo che letteralmente li inseguiva, vengono ingaggiati da questo gruppo, le prime file erano diverse decine di persone ed erano molto aggressivi, devo dire anche qui la visione era impressionate oltre che preoccupante perché loro avevano capito che queste due Land Rover erano in difficoltà, perché poi una si incespicò contro … chiedo scusa per il termine, ma sostanzialmente è andata a urtare un po’ un cassonetto della nettezza urbana, credo che gli sia spento anche il motore o perlomeno l’ho saputo dopo, non me ne accorsi sul momento, però avevano capito che erano in difficoltà e li aggredirono, li hanno assaliti davvero con una virulenza impressionante; mi ricordo di uno per esempio con la trave che sfondava vetri, mi ricordo di uno che salì addirittura sul cofano di una delle Land Rover, salì sul cofano, ballando sul cofano, incitando gli altri a venire…
P.M.: a che distanza era lei da questa scena?
T: ma guardi, la distanza variava nell’ordine di alcune decine di metri perché io un po’ arretravo, un po’ tornavo, un po’ riarretravo, poi tra l’altro, una delle cose che cominciai a fare, era cercare di richiamare l’attenzione del contingente che se n’era andato, girandomi sul lato destro e con questa mano cercare di richiamare il contingente, peraltro durante questa fase subii una gragnuola di lanci di sassi che mi colpirono sul casco, presi diverse sassate sul casco, presi diverse sassate sul fianco destro, braccio e gamba, tant’è vero che poi, anche se purtroppo non lo feci refertare, ma ebbi per giorni un grosso livido sul braccio sinistro.
P.M.: visivamente vedeva Cappello e Lauro o li ha persi di vista in questo contesto?
T: io visivamente vedevo il gruppo che era in fondo a P.zza Tommaseo e fondamentalmente mi sbracciavo, facevo dei grandi gesti cercando di richiamarli, non mi ricordo se cercai di usare anche la radio, credo di sì, però sicuramente senza successo e quindi sostanzialmente non facevo altro che cercare di richiamarli, non potevo fare neanche a urli perché avevo la maschera indossata. Quindi la scena era questa, era un attacco violentissimo, dava proprio l’idea che se fossero rimasti lì li avrebbero linciati, li avrebbero linciati, li avrebbero uccisi, perlomeno ci avrebbero provato. Durante questa fase quindi io cerco di richiamare l’attenzione, era rimasto il maresciallo vicino a me, ma anche lui, eravamo in due, quindi non ci passò neanche per la testa l’idea di attaccare noi i manifestanti perché eravamo in un eccessivo rapporto sfavorevole di forza, ad un certo punto una macchina delle due, quella che io visivamente vedevo sulla destra, riesce a sganciarsi, cioè quella che… e se ne… tra l’altro prima ricordo il particolare, attaccò anche la sirena della macchina come estremo gesto di deterrenza, per cercare di dar desistere questi, che non desistevano perché continuavano un assalto sistematico con qualunque cosa avessero cercando di distruggere le macchine, ma poi non solo, io credo di aver visto chiaramente, almeno uno o due di questi, non so cosa avessero in mano, che non solo cercavano di distruggere le macchine, ma cercavano di colpire deliberatamente chi stava all’interno delle macchine, con precisione, con ferocia, vorrei dire, cioè cercavano di farlo in maniera precisa, deliberata, si vedeva la trave che entrava dentro la macchina cercando la testa di quelli che stavano dentro. A un certo punto si sgancia la prima macchina e se ne va via per una viuzza laterale, credo Via Ilice e rimane questa seconda macchina; ovviamente la situazione stava diventando… anzi era già drammaticamente preoccupante, io continuavo a girarmi indietro per richiamare le persone, per farle venire in avanti, dopodiché in questo frangente io ricordo intanto di aver visto questo manifestante che cadeva a terra, subito dopo, probabilmente rigirandomi di nuovo, vedo il manifestante letteralmente sotto il Land Rover defender e il Land Rover che finalmente riesce, finalmente nel senso che era riuscito evidentemente a liberarsi dall’impiccio del cassonetto, passa con le ruote sopra il corpo che stava a terra.
P.M.: quindi lei ha visto …
T: sì, ho visto proprio la macchina che passava… il corpo a terra e la macchina che passava sopra, il Land Rover che passava sopra e quindi riesce a venir via. Praticamente questo avviene contestualmente poi al ritorno sulla scena del contingente che si erano accorti della situazione finalmente di pericolo e quindi tornano su da P.zza … insomma quella piazza che c’era a sud di P.zza Alimonda, tornano su, quindi la cosa è praticamente contestuale, va via la Land Rover che poi ho saputo essere quella di Cavataio, guidata da Cavataio e contestualmente arrivano i primi Carabinieri del contingente, tornano sul posto. Ovviamente lì all’inizio la situazione era di grande confusione, innanzitutto c’era ancora qualche manifestante in piazza che finì di essere allontanato, poi si vide questo contingente che era tornato su, che era sempre lo stesso, del dodicesimo battaglione, si mise un po’ a presidiare la zona, la zona dove c’era il corpo, chiusero un po’ la zona …
P.M.: lei sempre a che distanza era?
T: io intanto ero… diciamo mi ero fermato lì nella zona un po’ più retrostante, qualche decina di metri perché volevo capire intanto le due Land Rover che fine avessero fatto, tra l’altro vidi subito, incrociai subito la mia, cioè quella guidata dal mio Maresciallo Primavera e siccome, faccio qui un passo indietro, delle due Land Rover io non capivo qual era la mia e qual era quella del dodicesimo, durante queste manovre che poi portarono alla morte di Giuliani. Perché? Fra il riflesso del sole, le grate anti sfondamento che avevano le due Land Rover, la maschera antigas, poi io purtroppo ho anche una leggera miopia quindi non riesco a distinguere per esempio i numeri delle targhe, etc. non capivo qual era la mia e qual era la sua e allora la prima cosa, trovai questa Land Rover che era la mia e dissi al Maresciallo - ma lo hai arrotato tu il manifestante – e quello strabuzzò gli occhi e disse – no, assolutamente – e quindi non avevo ancora capito quale delle due fosse diciamo così quella che aveva travolto il manifestante.
P.M.: mentre lei chiede al maresciallo se era quella, l’altra Land Rover dov’era?
T: ecco, l’altra era già andava via. Poi dirò come ho saputo, se ritiene lo dico adesso, sostanzialmente l’altra… successe questo; il Maresciallo Amatori che era il maresciallo che era con me, a fianco a me durante queste fasi..
P.M.: a terra.
T: a terra… vede la macchina che rientra nell’area di Via Caffa inferiore, si accorge che dentro questa macchina ci sono dei feriti, sale pure lui a bordo della macchina, si mette lui a guidarla e li porta direttamente in ospedale, quindi in maniera molto, come dire, sull’impronta, ha ritenuto che fosse opportuno toglierli dal pericolo perché sostanzialmente era una situazione di pericolo, quindi lui è andato via subito verso l’ospedale.
P.M.: questo lei l’ha saputo dopo?
T: questo l’ho saputo dopo, tramite dei contatti telefonici che i marescialli che erano con me si tenevano, quindi si informarono di questa situazione. Poi, voglio dire, c’è anche un’altra questione, cioè sul posto arrivò praticamente credo si materializzò molto da subito, credo, ma veramente questione di pochissimo tempo, si materializzò una donna che cominciò a prestare delle cure al corpo che era riverso a terra, aveva dei segni di riconoscimento…
P.M.: ecco, in tutto questo lei ha sentito dei rumori, ha sentito spari?
T: no, io non ho sentito degli spari, prima di tutto non li ho visti, non ho visto materialmente che un militare, Placanica, da dentro la macchina impugnasse l’arma ed esplodesse colpi di arma da fuoco, primo; secondo non li ho nemmeno sentito o perlomeno nel frastuono generale di colpi di mazza, di vetri sfondati, di lacrimogeni che magari venivano tirati da altri contingenti che erano nell’area, io sicuramente non ho sentito e non ho percepito questa cosa. Si materializza da subito una donna che comincia a prestare cure al corpo riverso a terra, aveva dei segni di riconoscimento, qualcosa come una croce rossa, una pettorina, per far capire che era personale medico, io stesso comincio a chiedere, non ricordo se a Cappello o a qualcun altro – guarda, dov’è la tua macchina, guarda che la tua macchina probabilmente … questo qui è stato travolto dalla tua macchina – etc.
P.M.: a che distanza è lei dal corpo?
T: diciamo che io sono andato anche nelle vicinanze del corpo, ma mi sono fermato a qualche metro, sostanzialmente dove c’era il cordonamento che era stato fatto da questo contingente, quindi distanza… stavo un po’ nella parte più bassa di Via Caffa per cercare le macchine, per capire chi erano i nostri militari coinvolti nel fatto, un po’ mi avvicinavo per vedere cosa fosse successo, etc., le condizioni di questo… che era riverso, che però apparve subito… sostanzialmente apparve subito che c’era poco da fare perché … apparve subito chiaro che era deceduto. In tutto questo rientrano anche delle comunicazioni che io ho fatto con la centrale operativa, in un primo momento per comunicare la notizia del morto, tra l’altro dicendo che per quello che mi risultava, era morto sì, ma era stato travolto da una nostra macchina, quindi io ancora non percepisco, non ho cognizione dell’esplosione dei colpi di arma da fuoco, ovviamente man mano che passano i minuti invece questa cos viene fuori, sia perché i sanitari si avvedono di una possibile ferita da esplosione di colpo da arma da fuoco sul viso, sia perché se ne comincia a parlare, lo stesso Cappello mi dice – guardi che qui sta venendo fuori che questo c’ha una ferita di arma da fuoco – e io stesso trasecolo perché, essendo stato un testimone praticamente oculare dell’episodio, mi domandavo come potevo non essermene avveduto di una cosa del genere; fatto è che comincia a venire fuori, in una seconda comunicazione che io faccio, tra l’altro con il Generale Desideri, allora Comandante della Regione Liguria che mi pressava per avere notizie, io non avendo ancora la certezza che fosse riscontrata, perlomeno da un esame fatto … da un esame competente, che ci fosse questa ferita da arma da fuoco, gli dico anche – guardi, secondo me è politraumatizzato, nel senso che ha diverse ferite, tra cui sicuramente quelle provocatogli dal fatto che la macchina lo ha travolto-. Comunque l’ipotesi dell’esplosione di arma da fuoco si rivela sempre più fondata, per cui io decido di cercare di raccogliere il personale che aveva avuto parte, cioè sostanzialmente quelli delle due campagnole, delle due Land Rover, alla fiera, fare lì…
P.M.: quindi lei dal luogo dell’omicidio quando si allontanata?
T: io ritengo dopo circa tre quarti d’ora.
P.M.: e si porta a piedi?
T: no, con la mia Land Rover.
P.M.: che era nel frattempo rimasta dove?
T: che io avevo di nuovo intercettato con il Maresciallo Primavera, era rimasta lì aveva ovviamente i vetri sfondati, e poi il maresciallo a cui avevo detto all’inizio se per caso non fosse stato lui a travolgere il corpo.
P.M.: quindi con la sua Land Rover torna alla fiera.
T: andiamo alla fiera. Lì incontro il Colonnello Leso, gli riferisco della situazione, rapidamente, anche credo ci sia stato un coordinamento anche con il Comando Provinciale, decidiamo di portare tutti subito al Comando Provinciale per metterci a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
P.M.: ecco, l’altra Land Rover dove era arrivata nel frattempo?
T: l’altra Land Rover era in ospedale, aveva portato in ospedale i due feriti, Placanica e un altro carabiniere ferito, dall’ospedale… adesso non ho un ricordo esatto, io credo comunque che fu detto di… non ricordo se ci incontrammo o no ala fiera, fatto è che poi lui andò prima in fiera e poi dalla fiera ci raggiunse al comando Provinciale.
P.M.: quindi lei non ricorda se poi dalla fiera al Comando Provinciale vi siete mossi insieme?
T: no, non lo ricordo, credo di poterlo escludere, nel senso che mi ricordo che la Land Rover, quella guidata da Cavataio, dove c’era Placanica, ci raggiunse in un secondo momento al Comando Provinciale, noi anticipammo, non ricordo…
P.M.: dice – noi anticipammo – quindi sulla sua Land Rover eravate lei, il maresciallo che guidava e Leso?
T: no, ecco, non ricordo se portammo qualcun altro, per esempio non ricordo se portammo Cavataio o comunque qualche altro maresciallo del mio equipaggio, questo francamente non lo ricordo, so che decidemmo … la decisione fu… un po’ avuta dopo questa prima ricostruzione dei fatti, cioè quando fu più o meno chiaro e verosimile che durante l’assalto alla Land Rover un carabiniere, nella fattispecie Placanica, aveva esploso due colpi di arma da fuoco, di cui uno aveva attinto il dimostrante, che poi era stata travolto dalla campagnola che fuggiva, quando fu chiara questa cosa, finalmente…
P.M.: quando fu chiara questa cosa?
T: be’, non è che fu chiarissima, diciamo che cominciammo a prendere coscienza che lo sviluppo, che la dinamica era stata questa man mano che… tra il percorso che facemmo per andare alla fiera e la fiera, perché man mano, con le varie telefonate che cosa è successo, che cosa non è successo, quello che telefonava al collega, etc., man mano fu chiaro e quindi allora… tant’è vero che io a Leso dissi: – guardi la dinamica è stata verosimilmente questa, c’è stata un’esplosione di colpi di arma da fuoco da parte di uno e poi il Land Rover ha travolto il corpo che era già a terra-.
P.M.: quindi questa conoscenza di fatto avvenne alla fiera, faceste il punto della situazione…
T: facemmo il punto della situazione…
P.M.: in questi termini?
T: sì, sì…
P.M.: più o meno, i dettagli a venire.
T: i dettagli a venire, sì, però chiarificammo… cosa che non era ancora chiara sul posto, cosa che non era ancora chiara in P.zza Alimonda ovviamente perché io stesso, non avendo visto l’esplosione dei colpi di arma da fuoco, quando invece la constatazione cominciava ad emergere da chi sul posto cominciava a fare i rilievi, etc., io stesso rimasi interdetto da questa constatazione, quindi non era ancora chiara questa questione; quando fu chiara, facemmo il punto della situazione e allora decidemmo ovviamente di andare al comando Provinciale e metterci a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, noi e tutti gli aventi parte a questa questione.
P.M.: l’arma con cui Placanica… ecco, il nome di Placanica come sparatore quando lei ne venne a conoscenza?
T: io direi non prima appunto di questo punto di situazione in fiera, anche perché Placanica adesso è un nome che è facile ricordarselo, però prima era uno dei 5 mila Carabinieri che erano a Genova, era difficile averne una memoria, man mano che facemmo il punto della situazione, cioè dire – ma chi c’era sulla macchina - allora c’era quello che guidava che si chiamava Cavataio, quell’altro che era… man mano che questa situazione si chiariva venne fuori anche il nome di Placanica, di Cavataio, etc.
P.M.: Placanica lei lo vide alla fiera o al Comando Provinciale?
T: no, al Comando Provinciale perché nel mentre noi eravamo alla fiera, lui venne trattenuto in ospedale e quindi noi andiamo…
P.M.: l’arma di Placanica venne posta sotto sequestro, le risulta qualcosa?
T: personalmente no, se non vado errato fu …
P.M.: non se ne occupò lei?
T: non me ne occupai io.
P.M.: al Comando Provinciale tutti, ahimè, gli interpreti di questa vicenda vennero poi sentiti dall’Autorità giudiziaria, successivamente che cosa accadde, per quello che le risulta, cioè ritornaste alla fiera, come finì questa terribile giornata?
T: la giornata finì che quando furono sentiti tutti, parliamo però già di sera tardi, quando l’Autorità Giudiziaria finì di sentire tutti, io mi misi a disposizione ovviamente anche dei miei superiori cui rapportai l’accaduto, c’era il Colonnello Leso, il Colonnello Tessa(?) il Generale Desideri e poi molto tardi, ovviamente, quando loro mi misero in libertà tornai alla fiera, però francamente non so precisarle l’orario, credo che fosse molto tardi.
P.M.: il giorno dopo veniste impiegati lo stesso?
T: no, il giorno dopo l’impiego fu modulato in modo di tenere i contingenti dei Carabinieri in posizione, se posso dire, in seconda schiera, cioè in posizione arretrata, proprio per il fatto che questo incidente aveva molto… creato molta tensione tra … si temeva la tensione che ci poteva essere tra i gruppi di manifestanti e l’Arma dei Carabinieri in sé, e quindi i contingenti dei Carabinieri furono impiegati in posizione arretrata, in seconda schiera o comunque con compiti di riserva, quindi fu un impiego, diciamo un impiego che non ebbe una parte rilevante negli incidenti che invece poi ci furono del 21 di luglio.
P.M.: io per il momento avrei ultimato.
AVV.: scusatemi, io avrei la necessità di mostrare al teste un corpo, no corpo di reato, una fotografia, alcune fotografie che son già state prodotte nel corso del dibattimento, che però materialmente non sono qua, sono nel fascicolo del dibattimento, però fisicamente sono, ho appreso adesso che sono in Cancelleria, quindi … sono state depositate nel corso delle udienze, vorrei mostrarle al teste stamattina perché penso che non ci saranno altre occasioni per esaminarlo.
P.M.: possiamo interrompere dieci minuti…
L’UDIENZA VIENE SOSPESA
AVV.MULTEDO: io parto dalla mattina, da quando lei si è allontanato dalla Questura ed è arrivato in Via Pisacane, aveva la visuale di una piazza da dove si è fermato, vedeva una piazza davanti a lei?
T: in Via Pisacane?
AVV.: Via Pisacane, Via della Libertà.
T: mi ricordo di P.zza della Vittoria, che è poi quella grande piazza dove c’è anche la Questura, ma da lì mi sono recato in queste stradine laterali sulla dorsale Via Brigate Partigiane, via Brigata Bisognano, di questa piazza non so bene…
AVV.: P.zza Paolo Danovi l’ha mai vista?
T: il nome non mi dice nulla a memoria, poi posso provare ad individuarla… sì, eccola qua… ma non credo che mi dica nulla, non credo.
AVV.: gli uomini del Lombardia si ricorda dov’erano, lo sa dov’erano fermi?
T: allora gli uomini del Lombardia erano… credo di poter affermare con una certa sicurezza Via Pisacane e poi in delle altre strade contigue a Via Pisacane, contigue vuol dire sia intersecanti, sia probabilmente parallele.
AVV.: lei però non è stato con questi uomini Lombardia?
T: io sono stato con loro per un periodo di un’ora o due, un periodo comunque breve, è stato caratterizzato da questo assalto che hanno subito, dalla loro successiva carica, tra l’altro non tutto il contingente, ma una parte, non tutto il contingente del terzo battaglione Lombardia, ma una parte ha partecipato a questa carica per disperdere gli assalitori, dopo sono tornati sul loro posto, sono rimasto ancora lì per guardare, per trovare i feriti, quelli che già erano messi sulla nostra ambulanza e poi me ne sono andato, gli orari purtroppo non so precisarli.
AVV.: lei ha parlato di questo assalto che si trattava della tarda mattinata..
T: credo di sì, mezza o tarda mattinata.
AVV.: mezza cosa intende?
T: guardi, se la mattina va dalle 08.00 alle 14.00, la mezza può essere le 11.00, però francamente, purtroppo non posso essere preciso sugli orari.
AVV.: comunque Via della Libertà, Corso Torino non si ricorda, una piazza con degli alberi, una piazza alberata?
T: Corso Torino me lo ricordo nel pomeriggio…
AVV.: Via della Libertà e la piazza alberata che si chiama P.zza Paolo Danovi, però in prima… dieci e mezza, undici, come orario.
T: guardi, provo a guardare sulla carta, dunque lei ha detto P.zza Paolo Danovi e…?
AVV.: Via della Libertà. Se le mostro un video può esserle di aiuto?
T: me lo mostri.
AVV.: allora DVD Corda1 clip 1, minuto 2. (viene mostrato un video)
T: lì vedo intanto della gente che sta spostando dei cassonetti a mano, se non sbaglio…
AVV.: sì nel video sicuramente… questo è il Lombardia, direi.
T: guardi, se quella dove sono schierati è Via Pisacane è verosimile che sia il Lombardia, però così non riesco a precisarlo.
AVV.: questa è Via della Libertà, una via limitrofa comunque di Via Pisacane.
T: orario…
AVV.: siamo intorno alle 12.00.
T: non è lì precisato?
AVV.: no, non è quello l’orario da prendere come riferimento quello che appare lì, è intorno alle 12.00, 12.00 e qualche minuto.
T: non… così non mi dice nulla.
AVV.: lei dice che nel video ha visto dei manifestanti, qualcuno, insomma, poi se son manifestanti non lo sappiamo, qualcuno spostare dei cassonetti…
T: l’ho visto adesso qui.
AVV.: aveva notato in questa Via Pisacane e questo trattino di via dove c’era questo contingente di Carabinieri, aveva visto di persona quella mattina spostare cassonetti, fare qualcosa del genere o l’ha visto solamente adesso, in quell’orario, prima di mezzogiorno.
T: parliamo di Via Pisacane?
AVV.: di prima di mezzogiorno.
P.M.: solo per correttezza, come porre le domande, ha escluso… ma questo anche per il futuro, che quanto ha visto lui lo abbia visto, poi è giusto porre le domande se nel corso della mattinata ha visto spostare cassonetti, ma non riferirsi ad una cosa che ci ha appena detto che non ha visto e non riconosce, così in linea generale, un’impostazione di domanda chiara poi…
AVV.: sì, quel pezzo di filmato ha detto che non lo riconosce, che non si ricorda, ha detto di aver visto, nel filmato di aver visto spostare un cassonetto, è stato un commento al filmato, io gli chiedo se al di là del filmato, in quell’orario prima di mezzogiorno, nelle vie in cui lui si trovava con i suoi uomini del Lombardia, se ha visto spostare dei cassonetti.
PRES.: son due o tre domande insieme, la prima domanda, se non ho capito male, quando ha detto – le faccio vedere un filmato per vedere se si orizzonta, cioè se riconosce il posto – e su questo mi sembra che la risposta sia negativa, comunque era anche un filmato estremamente breve e da un’angolatura particolare; la seconda domanda è sui cassonetti.
T: allora parliamo di Via Pisacane…
AVV.: sì, e dell’orario prima di mezzogiorno.
T: parliamo di quello che io ho visto con il contingente del terzo battaglione Lombardia schierato credo Via Pisacane, ma comunque… il contingente è fermo, immobile, chiude una strada, la strada è completamente sgombera, questa situazione si protrae per una mezzora, quaranta minuti, ad un certo punto arriva una frotta numerosa, centinaia di manifestanti facinorosi più che manifestanti, mascherati, già qualcuno con le spranghe, tutti mascherati, si avvicinano, fanno come per fronteggiare il contingente e volerlo aggredire, poi a un certo punto si fermano, nel frattempo dalle file retrostanti dei manifestanti si vede del movimento, si vede, qualcuno che sposta qualcosa, dopodiché fanno per ritirarsi, indietreggiano un po’, parte questa salva di bottiglie molotov, di bombe molotov e vengono alla carica, la carica viene respinta e loro vengono dispersi. Dopo questo la strada era completamente ingombra da cassonetti e altre macerie messe in mezzo alla strada che prima non c’erano.
AVV.: grazie, ma non ha riferimento con quella parte di video che tra l’altro lei non ha riconosciuto, sta raccontando di fatti successi successivamente. Ritornando invece a molto più tardi, P.zza Alimonda, quando è stato sentito con verbale di sommarie informazioni il 20 di luglio, di travi non ne ha parlato, come mai?
T: non lo so, non c’è un motivo preciso.
AVV.: ha visto dei filmati poi di P.zza Alimonda successivamente?
T: sì, ho visto filmati e foto di P.zza Alimonda a piene mani su siti… su Indimedia.org, che tra l’altro ha trattato molto di me stesso, quindi è chiaro che sono andato a leggermeli a fondo.
AVV.: la sera del 20 luglio, quando è stato sentito dai Pubblici Ministeri non era rimasto particolarmente colpito da quella trave, da quell’episodio che ha raccontato stamane?
T: ma sa, quell’episodio che ho raccontato stamani l’ho raccontato perché nel tempo, ripensando a qualcosa, qualche particolare sovviene con più definizione, sul momento credo di aver detto genericamente di un’aggressione fatta nei confronti delle camionette, il particolare della trave è un particolare dentro questa aggressione di cui ho parlato in termini generali.
AVV.: particolare che, mi scusi, ha elaborato successivamente, lì per lì quella sera non aveva ritenuto, forse non se lo ricordava?
T: guardi è un particolare, come ad esempio il particolare che ho raccontato di aver spento il fuoco sulla spalla di un carabiniere piuttosto di aver dato una soluzione salina a un carabiniere, sono particolari che nel tempo risalgono, come dire, come punti di memoria che rimangono impressi, ecco, questo è il motivo per cui l’ho raccontato.
AVV.: rispetto all’episodio della trave, lei a che distanza si trovava rispetto al defender, a circa quanti metri sul lato destro, sul lato sinistro del mezzo?
T: credo a qualche decina di metri, più o meno di fronte ai due defender.
AVV.: aveva la visuale del muso del defender o del retro del defender?
T: avevo la visuale del tre quarti ovvero sia vedevo la parte antero-laterale sinistra.
AVV.: e la trave da che parte entrava, dalla parte destra o dalla parte sinistra del mezzo?
T: direi dalla parte destra, direi dalla parte… dunque, dalla parte destra del mezzo, no, rispetto a me dalla parte anteriore sinistra verso … insomma qualcosa del genere.
AVV.: quindi se ho capito bene dalla parte opposta alla quale lei si trovava?
T: dalla parte opposta, esatto.
AVV.: e si trovava a qualche decina di metri?
T: sì.
AVV.: dal suo verbale di sommarie informazioni…
P.M.: io chiedo scusa, sul punto, se non sbaglio, infatti il Pubblico Ministero non lo ha utilizzato, a richiesta della difesa, questi verbali non erano stati ammessi, quindi si può benissimo fare domande al teste, magari non citando questo verbale che, a richiesta della difesa, era stato espunto all’inizio.
AVV.: va bene, non lo citiamo.
VOCE FUORI MICROFONO: come contestazione si può usare..
P.M.: direi proprio di no, se l’avete dichiarato inutilizzabile, è inutilizzabile tout-court, su questo si pronuncerà il Tribunale.
AVV.: stamattina ci ha detto anche di avere problemi di miopia e la vediamo con gli occhiali, quel giorno gli occhiali li aveva tenuti sotto il casco o se li era tolti?
T: indossando la maschera li avevo tolti.
AVV.: ha un grado di miopia alto, basso?
T: all’epoca avevo una diottria.
AVV.: vedeva bene quindi a distanza di qualche decina di metri quello che stava … insomma aveva… senza occhiali, con la visiera scesa, abbassata, vedeva bene?
T: vedevo esattamente quello che ho descritto, ad esempio come ho già ricordato…
PRES.: cosa vuol dire “senza occhiali”, lei ha detto senza occhiali…
AVV.: li aveva tolti.
T: indossando la maschera antigas li avevo tolti, per esempio non ero in grado di riconoscere il numero di targa della macchina, come ho detto prima.
AVV.: era però in grado di vedere all’interno del mezzo?
T: ho già detto che all’interno del mezzo mi riusciva difficile vedere sia perché c’erano delle grate, delle griglie metalliche di protezione, sia per il riflesso del sole sui vetri.
AVV.: non avrei nessun’altra domanda, grazie. Sull’episodio della trave avrei una foto da mostrare al teste 70H28 per chiedergli se era quella la visuale che aveva dell’episodio della trave, numero di reperto è 70H290GGTX52T. Era quella la visuale che aveva nell’episodio della trave, lei si riconosce nella foto?
T: mi riconosco, intanto sono girato, come vede, che sto richiamando l’attenzione del personale che già è andato via, ho il braccio destro alzato e cerco, come dire, di richiamare… praticamente dei due in uniforme io sono quello di spalle.
AVV.: la freccetta possiamo farla andare… questo?
T: esatto.
AVV.: quindi questa è la visuale che aveva della trave lato destro, lei si trovava…
T: no, questa è la visuale che io avevo in quel microsecondo, l’episodio della trave che ho citato credo che addirittura sia precedente a questa fase, quando forse c’erano entrambe le macchine.
AVV.: nessun’altra domanda, grazie.
AVV.TAMBUSCIO: sono l’Avvocato Tambuscio difensore di Fiandra Antonio. Dunque, io torno a qualche domanda più generale sui momenti organizzativi precedenti ai fatti; lei, a richiesta del Pubblico Ministero, ci ha già un po’ spiegato come nascono le CCIR, innanzitutto proprio un’informazione burocratica, come sono state istituite, cioè nel senso c’è un decreto, una circolare interna?
T: no, è stato un provvedimento del Comando Generale dell’Arma in vista di questo impegno rilevante per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, si è pensato di procedere all’istituzione di questi contingenti e quindi di formarli e addestrarli.
AVV.: quindi se ho capito, in due parole, erano delle compagnie particolarmente addestrate, selezionate all’interno dei tradizionali battaglioni.
T: selezionate non è un termine esatto, nel senso che erano compagnie fornite da questi cinque battaglioni e poi preparate con una certa accuratezza maggiore lì, come ho detto prima, a Velletri, però selezionate è un termine che non trovo confacente, non fosse altro perché poi ciascun battaglione ha sostanzialmente dato quello che aveva.
AVV.: sicuramente ne sa molto più di me perché era praticamente il responsabile, però ho usato questo termine perché io avevo capito, sentendo i Comandanti di Compagnia che son già venuti a testimoniare che i battaglioni non avessero fornito delle compagnie preesistenti come gruppi organici, ma che fossero confluiti un po’ presi all’interno dei battaglioni tra le diverse Compagnie, per questo ho detto selezionati.
T: questo, sa, è possibile, però ritengo che sia più dovuto al fatto che gli impieghi sono tali e tanti per cui i battaglioni non è che c’hanno… ad esempio la gente costantemente in caserma, allora di tutti quelli che abbiamo scegliamo questi, sostanzialmente la cernita si fa sulla disponibilità contingente.
AVV.: tutto quello per quello che mi interessa, non è per tediare il Tribunale perché, ripeto, dalle testimonianze precedenti io avevo capito che c’erano state delle direttive sulla selezione degli uomini che dovevano poi costituire le CCIR.
P.M.: anche qui, magari fare delle domande dirette – io avevo capito dalle testimonianze precedenti – abbiamo un teste, è un teste qualificato a cui possono essere fatte tutte le domande, ma magari rivolte in maniera leggermente più appropriata, grazie.
AVV.: io faccio le domande come credo opportuno di farle, se c’è opposizione.
P.M.: c’è opposizione.
AVV.: il Codice dice che non devono essere… in controesame possono essere anche suggestive, ma non era suggestiva, non mi sembra di doverla riformulare, non tendo a confondere il teste, questi sono i limiti del Codice di Procedura Penale, non confondo il teste, ho detto semplicemente che … gliela pongo in maniera molto più semplice, non è che ci fossero particolari artifici nella mia domanda, se c’erano direttive, interne naturalmente dell’Arma, per scegliere, per selezionare, per la composizione del personale che doveva confluire nelle CCIR.
T: ecco, guardi, mi fa una domanda a cui purtroppo io non posso risponderle precisamente, credo di ricordare che qualche direttiva ci fu, nel senso che fu detto qualcosa riguardo, non so, ai Comandanti di squadra, qualche direttiva ci fu e ovviamente fu rispettata, tra l’altro, però francamente, scendere nella particolarità di queste direttive purtroppo non lo ricordo.
AVV.: però mi scusi, se lei era il responsabile delle CCIR, chi ce lo può riferire se non lei?
T: Sì, io ero il responsabile delle CCIR, ma non ero il responsabile della loro selezione, della loro formazione, le CCIR arrivavano già formate da me.
AVV.: ho capito. Ad esempio, premessa; lei ci dice, erano stato creare per questo impegno particolarmente gravoso con un addestramento poco maggiore dell’ordinario…
T: un po’ più approfondito, sì, non fosse altro perché in realtà la particolarità dell’addestramento stava nel fatto che questi non è che sono stati addestrati a fare i superuomini, sostanzialmente la particolarità stava nel fatto che, essendo contingenti molto numerosi, bisognava abituarli a stare insieme, a mantenere formazioni, diciamo a introdurre anche un nuovo tipo di formazione in relazione al fatto che erano contingenti più grossi che non nel passato.
AVV.: è possibile che fossero… io adesso uso un termine un po’ basso… fossero finite in queste Compagnie, pur predisposte ad un impegno gravoso, dei militari appena usciti dal corso di formazione, degli ausiliari appena usciti dal corso di formazione?
T: a me non risulta, c’erano degli ausiliari, sì, ma avevano tutti un loro periodo già di servizio alle spalle.
AVV.: perché, ad esempio, io adesso non so se il Pubblico Ministero si opporrà alla domanda, ma altri testi hanno riferito che le direttive prevedevano che entrassero solo ausiliari in ferma prolungata, questo non le risulta, lei ha già detto che le direttive…
P.M.: ha già risposto.
AVV.: no, le chiedo questo perché non so se lei è a conoscenza del fatto che uno dei tre militari che erano sul defender che ci ha appena fatto vedere, in particolare il Carabiniere Raffone, era entrato nell’Arma il 16 marzo 2001, le risulta questa circostanza? Chiaramente in allora non lo poteva sapere, però dopo ho capito che c’è stato un approfondimento.
T: non mi risultava all’epoca e per la verità non mi risulta neanche adesso, è un particolare sul quale da parte mia non c’è stata, penso…
AVV.: un ausiliario come Raffone che tipo di corso fa, cioè quanto dura il corso di formazione?
T: l’ausiliario non c’è più intanto, i Carabinieri ausiliari non ci sono più…
AVV.: Raffone… parliamo del 2001.
T: nel 2001 se non sbaglio c’era un corso di tre mesi presso le scuole allievi di Carabinieri ausiliari, un corso di formazione base e generalmente venivano immessi nei reparti, alcuni ai battaglioni, altri ad altri reparti dell’Arma e quando arrivavano ai battaglioni venivano sottoposti ad un ulteriore ciclo addestrativo in genere per specializzarli nel lavoro dei battaglioni, di ordine pubblico.
AVV.: quindi tre mesi di corso, quindi entrando a metà marzo Raffone o chi per lui, entrava in servizio a metà giugno.
T: non lo so, se quello che dice è così, francamente non so.
AVV.: comunque lei non sa…
T: sul carabiniere Raffone non so dirle le sue date di arruolamento o le sue date…
AVV.: certo, ce le ha dette lui quando è venuto a testimoniare. Quindi è possibile che ci fossero in queste Compagnie, ci fossero degli ausiliari appena entrati in servizio, le chiedo se è possibile o comunque non lo sa, non s’è occupato di questo punto specifico.
T: un momento, è possibile, non lo escludo in relazione a quello che mi sta dicendo lei, in linea di massima c’era gente che era già stata addestrata e lo stesso Raffone era già stato addestrato, una prima volta, questo lo dico non perché conosco la biografia del carabiniere Raffone, lo dico, attenzione, in astratto, che il carabiniere ics Raffone, viene addestrato una prima volta alla scuola, viene addestrato una seconda volta non appena arriva al battaglione, nella circostanza credo che fosse stato addestrato una terza volta a Velletri.
AVV.: esattamente. Esperienza pratica questo prototipo di ausiliario? Ausiliario entrato il 16 marzo che tipo di esperienza pratica poteva avere prima dell’impiego a Genova se i tempi sono questi?
T: qual è la domanda?
AVV.: se è possibile che ci fossero Carabinieri ausiliari che non avessero mai avuto esperienza di ordine pubblico.
T: non lo so, guardi, io dovrei avere una situazione complessiva dei 920 Carabinieri e sapere ognuno dei quali che permanenza aveva avuto prima di Genova nel proprio reparto di appartenenza.
AVV.: ma io glielo chiedo solo perché…
T: me lo chiede in astratto, diciamo?
AVV.: sì, glielo chiedo in astratto in quanto persona particolarmente qualificata, come responsabile del contingente.
P.M.: ma è una testimonianza su fatti, non è una testimonianza di esperto, lo citiamo come esperto, se del caso.
AVV.: no, su fatti a conoscenza del teste, responsabile… mi scusi Pubblico Ministero…
P.M.: è mezzora che stiamo andando avanti e parlando in astratto, mi oppongo a questo modo di fare le domande.
PRES.: comunque, lei ha posto una serie di domande, il teste ha risposto che indipendentemente dalla storia personale del Raffone, dice, dovrebbe avere avuto tre fasi di istruzione, lei fa una domanda che è molto, molto valutativa, se queste tre fasi sono sufficienti o no.
AVV.: no, questa è la conseguenza della mia domanda, io chiedo se è possibile che ci fossero carabinieri senza esperienza pratica sul terreno.
PRES.: questa è una domanda molto…
AVV.: io mi permetto di farla solo perché è responsabile dei contingenti.
PRES.: cioè lei chiede se, secondo quello che ha visto, il personale era sufficientemente addestrato per la bisogna è un conto, ma mettere la domanda in astratto, se era sufficiente o meno… manca il parametro manca.
AVV.: comunque io ho finito su questo punto, la domanda era molto specifica sul fatto che ci fossero Carabinieri senza precedenti esperienze pratiche, non di addestramento, perché l’addestramento è una cosa, l’esperienza…
PRES.: su questo lui però ha già risposto dicendo che non ne era a conoscenza.
AVV.: certo, infatti.
PRES.: quindi lei pone una domanda valutativa, come dire, è meglio una persone esperta o una persona inesperta, è una domanda retorica però.
AVV.: forse era una domanda retorica, vista la risposta del teste alla fine si è rivelata una domanda retorica, comunque su questo punto ho finito. Torno un attimo all’addestramento; nel corso dell’addestramento, cioè presumo che l’addestramento poi è culminato, se ho ben capito, in questa settimana a Velletri, c’è stato però forse anche un addestramento precedente all’interno dei singoli battaglioni in vista dell’arrivo a Genova?
T: ritengo di sì, guardi, queste sono norme diciamo di carattere generale, perlomeno all’epoca erano così, che prevedevano che, ogni qualvolta i contingenti di Carabinieri ausiliari o comunque di Carabinieri in genere venivano immessi come prima destinazione in un battaglione, dovessero essere sottoposti ad un ciclo addestrativi nel battaglione per abilitarli a questo tipo di impiego di ordine pubblico e poi ci sono, era previsto anche all’epoca, mi ricordo che era previsto anche l’addestramento di mantenimento, quindi … ma questo non è che è da mettere in relazione a Genova, erano norme di carattere generale.
AVV.: io adesso parlo del periodo qualche mese prima di Genova, lei è a conoscenza di episodi avvenuti nel corso dell’addestramento nell’ambito dei battaglioni che vi avessero in qualche modo, dico “vi” avessero nel senso come Comando, come Ufficiali che poi eravate destinati a venire a comandare i reparti a Genova, preoccupato come segno di aggressività particolare dell’addestramento stesso? Sono più specifico, vedo che mi guarda interrogativo, giustamente; è a conoscenza di un episodio avvenuto nel febbraio 2001 nella caserma Podgora dei Carabinieri nel corso di un addestramento?
T: caserma Podgora sarebbe dove, scusi?
AVV.: il tredicesimo Reggimento di Gorizia, una notizia di stampa quindi…
T: non ne sono a conoscenza perché nel febbraio 2001 non ero impegnato nella questione di Genova che doveva ancora nascere, ero da tutt’altra parte.
AVV.: però magari se le dico qualche particolare di più… in particolare è finito poi in un procedimento…
P.M.: Presidente, possiamo fare istruttoria sulle notizie stampa tutta la mattina, è un piacere stare qua, però per carità, io mi oppongo a questo tipo di domande, ha già risposto che non era al corrente, ha chiesto addirittura dov’era la caserma Podgora, se vogliamo contestargli le notizie stampa, poi sarà argomento…
AVV.: non sto contestando una notizia stampa, io faccio domande.
PRES.: mi sembra che la domanda dovrebbe essere diretta, cioè uno deve dire – a me risulta che è successo questo, questo e quest’altro… - se lo sa o se non lo sa, perché se no, siccome lei sta parlando, se non vado errato, di un fatto extraprocessuale e di cui finora non si è parlato, mi sembra, quindi lei non sta contestando una qualche rilevanza processuale, lei può chiedere se il teste è al corrente di una certa circostanza, però deve direttamente informare di che circostanza...
AVV.: certo, io cerco sempre di essere il meno suggestivo possibile…
PRES.: cioè non può fare la domanda con qualcosa di sottinteso.
AVV.: io cerco sempre di essere il meno suggestivo possibile anche nei controesami, è solo per quello che formulo le domande prendendole molto alla larga. Allora gliela riformulo; l’episodio a cui mi riferisco è un episodio che sarebbe avvenuto il 23 febbraio 2001 nella preparazione del G8 di Genova, ripeto, fonte di stampa, quindi lei mi potrà dire che non lo conosce o che non è proprio avvenuto, si tratta di un’esercitazione tra carabinieri finita con numerosi Carabinieri lesionati in quanto poi degenerata in rissa e che poi ha portato alla denuncia del Colonnello Monno Comandante di questo battaglione, direi, le chiedo solo se è a conoscenza di questo fatto, se l’avete presa in esame, perché quello che a me interessa è se … infatti la premessa era, ci son stati dei segnali di particolare aggressività nel corso dell’addestramento?
P.M.: adesso facciamo un quiz, scusi Presidente, può fare tutte le domande che vuole, una modalità di condurre il controesame come meglio si crede, ma con un…
AVV.: è una domanda, se non gli piace al Pubblico Ministero..
PRES.: comunque, scusate, lei dice che questa qui è una notizia che uscita sulla stampa nazionale?
AVV.: sulla stampa nazionale.
PRES.: su tutta la stampa nazionale, cioè ha avuto un certo risalto?
AVV.: io… c’è traccia di stampa.
PRES.: quindi la prima domanda è se ha avuto notizia o meno di questa…
AVV.: se non ha avuto notizia mi dirà di no, è chiuso.
PRES.: quindi è molto semplice, se questo fatto che è stato riferito adesso come la notizia di stampa, lei ne era a conoscenza o meno.
T: non ne ho la minima idea, però posso aggiungere una cosa, se posso?
AVV.: dipende cosa aggiunge, non può aggiungere qualsiasi cosa, se è pertinente alla domanda sì.
T: lei ha detto che questo episodio sarebbe successo durante la preparazione del G8 di Genova…
AVV.: così leggo.
T: lei ha detto questo…
AVV.: sì, sì.
T: 23 febbraio… dell’episodio non ho alcuna cognizione, mi riesce difficile interpretarlo come una preparazione del G8 di Genova, parliamo di febbraio 2001, per quello che ne so e per quello per cui ho avuto parte la preparazione del G8 di Genova inizia a giugno.
AVV.: inizia così tardi?
T: parlo dell’addestramento delle CCIR.
AVV.: ho capito, inizia a giugno. Grazie, su questo nessun’altra domanda. Adesso passo a qualcosa di più specifico e penso pertinente; dunque, lei ci ha riferito che la mattina del venerdì 20, quindi 20 luglio 2001, lei è andato in Questura, forse con altri Ufficiali, dove vi sono stati esposti direi i piani della giornata, se ho ben capito ed in particolare alcune modifiche che c’erano state, vorrei che approfondisse un momento questo episodio e soprattutto che ci riferisse cosa vi è stato detto in Questura, proprio disposizioni pratiche sul terreno.
T: le particolarità non le ricordo, è un ricordo… sostanzialmente io ho accompagnato il Colonnello Leso in Questura dove c’erano dei funzionario che stavano, come dire, facendo gli ultimi aggiustamenti, ma fu una permanenza piuttosto breve e poi, preso atto che c’era qualche modifica, non grossa ma qualche modifica, mi occupai di andare a verificare che tutto fosse secondo quanto preordinato.
AVV.: lei ricorda il nome di qualche funzionario con cui ha parlato?
T: no.
AVV.: quali erano i documenti forniti dalla Questura, nei giorni precedenti, al di là della preparazione logistica, però quali erano le informazioni che arrivavano a lei, quindi ai reparti penso tramite lei sulle problematiche poi di piazza? Nel senso, com’eravate stati messi in grado di orientarvi sulle varie manifestazioni? Avevate delle informazioni o vi muovevate… non credo che… qualcosa vi avran detto, non eravate lasciati alla cieca nelle mani del funzionario di Questura o, ripeto… è una domanda, magari sì, o avevate delle informazioni specifiche, nel senso “ci saranno dei cortei organizzati, dei cortei autorizzati” cose di questo tipo, che tipo di informazioni, che documenti?
T: c’era anzitutto un quadro informativo generale già disponibile durante la preparazione, parlo dell’addestramento a Velletri, in generale della preparazione, si trattava di un inquadramento generale della situazione, quindi che cosa stava per aver luogo a Genova, l’evento, più o meno le modalità organizzative dell’evento, le modalità organizzative generali dei servizi di ordine e sicurezza pubblica che stavano per essere approntate, anche un quadro informativo sotto il profilo della possibile minaccia, quindi già all’epoca della possibilità che frange violente avessero l’intenzione di provocare degli incidenti come già era avvenuto in altri vertici in altre zone in altri paesi; quindi già all’epoca era disponibile un quadro informativo generale, dopodiché…
AVV.: mi scusi, andando sul pratico, perché non voglio tediare più di tanto il Tribunale con le mie domande, sui cortei, andiamo nella mattinata del venerdì 20, che informazioni avevate, cosa avevate trasmesso ai Comandanti di Compagnia… nel senso, mi spiego meglio, tipo, il Comandante di Compagnia sapeva che in P.zza Manin ci sarebbe stata una manifestazione autorizzata organizzata da chi, con quali componenti dei manifestanti o non sapeva niente di tutto questo?
T: allora il quadro informativo della giornata era contenuto nell’ordinanza della Questura...
AVV.: mi scusi, quando l’avete ricevuta?
T: questo non lo ricordo, comunque so per esperienza che durante quei giorni l’ordinanza della Questura arrivava tardi la notte o meglio, a noi non arrivava l’ordinanza della Questura, l’ordinanza della Questura veniva trasmessa a Comando Provinciale dove veniva già elaborata, era stata costituita anche lì una cellula di pianificazione che elaborava la Questura per cominciare a pianificare i servizi conseguenti, poi veniva rimbalzata a noi alla fiera e finivamo la pianificazione con l’assegnazione letterale dei contingenti ai vari servizi.
AVV.: ordinanza della Questura, quindi c’era un’ordinanza generale che distribuiva i servizi e dava indicazioni pratiche sui cortei.
T: chiaro.
AVV.: lei ricorda innanzitutto se l’ha mai avuta fisicamente a disposizione? L’ha potuta leggere?
T: francamente non lo ricordo.
AVV.: nel senso, se gliela faccio vedere la riconosce?
T: se me la fa vedere penso di sì, che la riconosco insomma.
AVV.: ci può provare… è l’ordinanza che è già stata prodotta a firma del Capo di Gabinetto della Questura, è stata prodotta nella prima udienza. La domanda è sempre quella sottintesa, se ricorda, se è questa l’ordinanza di riferimento per il servizi del giorno 20.
T: ritengo di sì, è datata 19 luglio, quindi ritengo sia questa.
AVV.: lei ricorda quando è arrivata in vostre mani, dico “in vostre” uso sempre vostre per parlare di Carabinieri, è possibile che sia arrivata nella mattina del 20 intorno alle 06.00 del mattino?
T: guardi, non ricordo l’orario, so che l’ordinanza arriva tardi, arriva tardi anche nelle giornate precedenti, il giorno 20 non fece eccezione, quindi noi avevamo questo nucleo di pianificatori che stava sveglio tutta la notte per preparare i servizi dell’indomani.
AVV.: ecco, i reparti quando sono stati schierati?
T: molto presto.
AVV.: il fatto che l’ordinanza sia arrivata tardi, io adesso ho detto un’ora, ha creato problemi, nel senso…
T: diciamo ha creato… non credo che abbia creato problemi oltre uno standard cui si è abituati nella normalità, perché spesso le ordinanze arrivano tardi, non solo a Genova, ma in generale, in occasione di grandi eventi è difficile fare un’elaborazione per il giorno dopo, tra l’altro ci sono degli aggiustamenti che conseguono magari al fatto che la situazione è fluida, la situazione si evolve ci sono notizie che cambiano, negoziati in corso.
AVV.: tutto questo, per tornare alla domanda precedente, e cioè che informazioni avevano i Comandanti di Compagnia sulle singole manifestazioni? Parlo chiaramente di manifestazioni autorizzate perché quelle non autorizzate erano imprevedibili.
T: il Comandante di Compagnia riceveva le informazioni dal funzionari di Polizia cui era conferito il contingente.
AVV.: ecco, quindi è possibile che non avesse informazioni dirette il Comandante di Compagnia? Non dirette dal funzionario, dirette dal Comando dei Carabinieri. Nel senso…
T: quando lei dice “informazioni”, a cosa si riferisce
AVV.: a quello che le ho detto pria, ad esempio, un esempio molto pratico, l’esistenza di una manifestazione autorizzata in P.zza Manin che si sarebbe dovuta svolgere venerdì 20 dalle ore 10.00 alle ore 15.00 organizzata da Rete Lilliput, Lega Ambiente, WWF, in un luogo determinato.
T: allora, il quadro informativo scende per livelli, no, se io ho un’informazione generale relativa al fatto che il giorno 20 ci sarà un corteo, ci sono dei problemi perché ci sono degli itinerari che non sono stati autorizzati, c’è un’intenzione di violare la zona rossa, c’è un’altra parte che è autorizzata, ho un’informazione di carattere generale, quando si va sempre più sul minuto è chiaro che chi è deputato al contingente nel suo piccolo spazio, riceve le informazioni, quelle più aggiornate, dal funzionario cui è preposto, perché non tutti hanno bisogno dello stesso quadro informativo, se si dice a tutti come sta la situazione fin nei suoi minimi particolari, si perde un sacco di tempo inutilmente.
AVV.: io sto parlando non di tutti, ma dei Comandanti di Compagnia.
T: i Comandanti di Compagnia ognuno era affiancato a un funzionario di Polizia da cui riceveva il quadro informativo locale.
AVV.: lasciamo stare un attimo… il funzionario, ho capito… io adesso torno perché mi interessa la cosa specifica, è possibile che il Comandante di Compagnia non avesse il dettaglio, io parlo di dettaglio, in realtà sono informazioni molto generiche, è possibile che il Comandante di Compagnia non sapesse che tipo di manifestazione aveva di fronte, senza il funzionario?
T: guardi, il Comandante di Compagnia, ripeto al situazione, il funzionario c’entra, il funzionario è essenziale in questo caso, io gli do un quadro di carattere generale che è quello che mi compete…
AVV.: poi si rivolge al funzionario.
T: poi si rivolge al funzionario per il quadro locale, attenzione, il problema non è solo quadro informativo, il problema…
AVV.: aspetti, aspetti, lei mi ha detto una cosa…
P.M.: lasciamo finire la risposta visto che stiamo chiedendo di un parere allargato arriviamo in fondo, ci interessa a tutti.
AVV.: no, io non chiedo pareri, faccio domande specifiche…
P.M.: alle sue domande generali ci sono risposte generali, avvocato, di specifico c’è molto poco fino adesso.
AVV.: la domanda non è generale, la domanda non è generale, la domanda è molto specifica…
P.M.: Presidente vorremmo sentire il finale della risposta.
AVV.: però il teste generalmente deve rispondere in maniera specifica…
P.M.: Presidente, vorremmo sentire la fine della risposta del teste.
AVV.: continui pure, mi scusi.
T: allora, la risposta è che il Comandante della Compagnia, ma non solo, in generale il Comandante del singolo contingente, che non è detto che sia il Comandante della Compagnia, può essere uno più piccolo ancora, riceve il quadro informativo dal funzionario cui è stato conferito il contingente, non solo, riceve anche i compiti particolari che è anche più importante del quadro informativo, nel senso che i compiti discendono dalle informazioni.
AVV.: direi che il Testo Unico prevede queste modalità. Il problema però nasce e la mia domanda era finalizzata a questo; cosa succede se il funzionario non è a disposizione e il Comandante di Compagnia deve decidere di sua iniziativa se non ha tutte le conoscenze a disposizione, era questo che io volevo sottolineare, perché si è verificato un caso di questo tipo.
T: cioè cosa succede se…
AVV.: se il funzionario non è a disposizione, è previsto anche questo dal Testo Unico.
T: a me non risulta che ci siano stati casi in cui i funzionari non siano stati disponibili.
AVV.: adesso è inutile che io le dica a noi risulta, sì, c’è stato un caso in cui il funzionario non era disponibile, il Comandante di Compagnia ha dovuto prendere delle iniziative, semplicemente adesso per spiegare perché le mie domande erano dirette…
P.M.: Presidente, io mi ritengo molesta, sembra che sia un ping-pong con l’Avvocato Tambuscio, però davvero cerchiamo di condurre un esame sui fatti e non sulle conoscenze validissime e personali dell’avvocato a risposte precise peraltro del teste.
PRES.: il problema è che il reato base contestato dall’accusa è un reato che fa parte del titolo V, delitti contro l’ordine pubblico, quindi la gestione dell’ordine pubblico in questa situazione, nei limiti ovviamente in cui il teste può essere informato, non è un argomento estraneo al processo, salvo le modalità concrete dell’interrogatorio, quindi la materia di per sé senza dubbio fa parte del processo, ovviamente poi non è che uno può fare domande in astratto, cioè quali sono i regolamenti o altro, si informerà su quello che è successo in concreto nella gestione di ordine pubblico in quelle giornate.
AVV.: sì, comunque io mi riferivo ad un episodio specifico. Faccio un’altra domanda specifica; in Questura vi avevano informato sulle modalità di svolgimento dei singoli cortei? In particolare sulle modalità di svolgimento del corteo detto delle Tute Bianche o del Carlini?
T: non a me personalmente, anche perché la mia permanenza in Questura fu breve, limitata, ripeto, ad accompagnare più che altro il Colonnello Leso e poi andammo subito via, io perlomeno andai via…
AVV.: io sto parlando sia della mattinata del venerdì 20, sia nei giorni precedenti, non posso sapere quello che la Questura vi passava, in particolare, eravate stati informati che il corteo delle Tute Bianche sarebbe stato composto da persone con delle protezioni personali e degli scudi di plexiglass? Chiedo, eravate stati informati o no?
T: dunque, mi fa una domanda che mi impone un attimo di riflessione, allora, di sicuro io non ho mai partecipato a dei briefing illustrativi in Questura dove veniva detto – guardate che il 20 ci sarà il corteo – etc.etc., però mi pare di ricordare una cosa, che la sera del 19 ci fu un intervento di personale della Polizia di Stato, non mi ricordo se c’era qualcuno dei nostri anche in supporto, credo di sì, perché lo seppi in questo modo, che credo allo stadio Carlini non ci fu una perquisizione o qualcosa del genere, però mi disse… venni a sapere che si temeva o si sapeva che allo stadio Carlini stavano preparandosi a sostenere il corteo proprio con protezioni, caschi, scudi, etc.
AVV.: quindi la Questura non ve l’ha detto direttamente, cioè non vi ha detto… formulo la domanda, poi lei mi dà la risposta, - abbiamo fatto una perquisizione, siamo andati al Carlini, abbiamo trovato protezioni… - anzi - ci han fatto vedere protezioni, scudi e noi non abbiamo detto nulla, non abbiamo fatto nessuna obiezione – cioè in Questura vi hanno illustrato questo problema o no?
T: ripeto che io non ho avuto briefing illustrativi in Questura personalmente e ribadisco quello che ho detto prima, cioè di aver saputo di questa circostanza…
AVV.: quindi l’ha saputo indirettamente dai suoi uomini.
T: no, no, l’ho saputo nel corso di riunioni nostre insomma, adesso le circostanze precise non le so, so di essere stato informato che c’era stato un intervento della Polizia di Stato al Carlini che mi pare che non si tramutò in una vera e propria perquisizione, dove comunque si sapeva che si stavano attrezzando con scudi, etc.
AVV.: in Questura non vi han detto – noi sappiamo questa cosa e non abbiamo trovato nulla da obiettare - ?
T: ma, guardi, “non vi…” mi disorienta un po’, se si riferisce a me personalmente no.
AVV.: a lei, a lei…
T: “non vi”… non so a chi si riferisce perché poi non posso escludere che invece questa cosa non sia stata detta al Comando Provinciale, non lo so.
AVV.: comunque il tramite di conoscenza tra il Comando Provinciale e…
T: no, tramite canali normali, tant’è vero che comunque io questa cosa la venni a sapere.
AVV.: mi scusi, però le conoscenze che passavano tra il Comando Provinciale e i comandanti di Compagnia passavano attraverso di lei.
T: sì, sostanzialmente sì.
AVV.: va bene, grazie, su questo null’altro. Io adesso le faccio vedere… lei c’ha appena raccontato di essere stato alcune ore in compagnia, insomma in presenza del contingente del battaglione Lombardia.
T: sì.
AVV.: adesso le faccio vedere due filmati e poi le pongo due domande. E’ il filmato 154/2, dai minuti 15 ai minuti 19 [Vengono mostrati al teste dei filmati] E’ il filmato 157/5 minuti 23.11… dunque, innanzitutto una domanda preliminare, se ha assistito a questo episodio, almeno il primo del Lombardia, ha assistito direttamente a quell’episodio?
T: no.
AVV.: ha avuto occasione di vedere questi filmati successivamente, lei ha parlato del filmato della trave, io le chiedo se ha avuto occasione di vedere questi filmati.
T: il primo di sicuro no, forse il secondo su qualche televisione.
AVV.: che lei sappia ci son stati provvedimenti disciplinari relativi a questi episodi?
T: relativi a questi specifici episodi?
AVV.: sì.
T: non ne ho la minima idea, guardi, allora, non ne ho idea guardi, ritengo che prima ci saranno stati dei procedimenti giudiziari forse.
AVV.: no, le chiedo se ce ne sono di disciplinari perché dei giudiziari possiamo esserne a conoscenza, dei disciplinari no.
T: non ne ho idea.
AVV.: le sono arrivate segnalazioni dai superiori su questi fatti? Lei era responsabile di questi contingenti può essere che un tenente o maresciallo abbia fatto rapporto a questi Carabinieri.
T: no, a me non sono arrivate segnalazioni su questi fatti specifici.
AVV.: le sono arrivate altre segnalazioni su fatti di questo tipo avvenuti a Genova, cioè su problemi disciplinari, diciamo su episodi di aggressività, io adesso non voglio qualificarli, comunque tipo su episodi di Carabinieri che colpiscono gente a terra come in questi casi
T: no, guardi, intanto no, poi devo dire che da noi l’azione disciplinare è successiva all’azione giudiziaria, l’azione giudiziaria sospende il procedimento disciplinare.
AVV.: se c’è, ma se non c’è? In questo caso non c’è stata…
T: in genere… no un attimo però, non c’è, però al procedimento giudiziario consegue comunque un procedimento disciplinare.
AVV.: certo. Ha assistito ad altri episodi personalmente di questo tipo? Altri?
T: no.
AVV.: adesso le faccio vedere una serie di fotografie che sono già state prodotte, le faccio vedere sul monitor e alcune gliele passo anche sulla carta stampata così vede meglio i particolari. Il primo reperto che le faccio vedere è una denominazione abbastanza complessa che è OGGS95MS già prodotta. La mia domanda è; lei è stato varie ore in compagnia dei Carabinieri del Lombardia, si è mai accorto che i Carabinieri portavano quegli oggetti che stavano impugnando nella foto?
T: no.
AVV.: ne ha mai sentito parlare dai suoi ufficiali?
T: no.
AVV.: nel corso dell’addestramento si è mai evidenziato questo tipo di problema?
T: no, non si è evidenziato il tipo di problema ed è stato, nel corso dell’addestramento, è stato ribadito che il personale dovesse impiegare solo il materiale distribuito di ordinanza.
AVV.: gliene faccio vedere un’altra GGS95MS, è semplicemente un dettaglio della stessa, la domanda, se al Tribunale pare retorica, posso anche non farla; è permesso il porto di questi oggetti ai carabinieri in servizio di ordine pubblico?
T: il problema non si pone in termini di se è permesso o no, il problema si pone nel senso che il carabiniere deve portare in ordine pubblico quello che gli viene distribuito come materiale d’ordinanza, siccome credo che lei si riferisca al fatto che qui si impugna un manganello e non un bastone tonfa, nella circostanza era stato distribuito il bastone tonfa.
AVV.: ma quel manganello è mai stato in dotazione dei Carabinieri?
T: come?
AVV.: lei ha parlato di manganello, secondo me quello non è un manganello, ma comunque è mai stato in dotazione ai Carabinieri qualcosa che non fosse un tonfa?
T: no.
AVV.: quindi non è un oggetto in dotazione.
T: non è un oggetto in dotazione.
AVV.: adesso gliene faccio vedere un’altra serie senza esagerare comunque, perché non voglio farle perdere tempo…questa è OGGSYET; io le chiedo innanzitutto se l’oggetto impugnato dal Carabiniere, le chiedo se quell’oggetto era in dotazione o no?
T: dunque lei si riferisce all’oggetto impugnato dal Carabiniere in primo piano.
AVV.: sì.
T: mi sembra di no, francamente però questo non si vede bene.
AVV.: non è chiaro come il primo.
T: esatto, non è chiaro come il primo, nel primo caso vedo che è un manganello e non è un bastone tonfa, in questo caso non ne sono così certo.
AVV.: mi scusi, lei dice manganello nel senso perché non ha la maniglia laterale, nel senso potrebbe essere un tubo di ferro.
T: dico manganello… sì, perché mi sembra questo fondamentalmente. Vedo anche che ha una cinghia come se fosse una cinghia…
AVV.: da mettere intorno al polso…
T: da mettere intorno al polso, quindi per quello mi sembra un manganello.
AVV.: i tonfa non hanno la cinghia da mettere intorno al polso?
T: no.
AVV.: adesso gliene potrei far vedere una lunga serie, ma son già state mostrate ad altri ufficiali ottenendo le stesse risposte. Io le chiedo, ma è possibile che sia sfuggito a tutti voi questo fatto così visibile? Ad esempio gliene faccio vedere un’altra, questa 20 luglio 28, cioè proprio direi palese, mi riferisco a quell’oggetto alzato, proprio spicca la differenza dal tonfa; io le chiedo… le faccio vedere ancora un pezzo di filmato…
PRES.: avvocato, scusi, non vorrei interromperla, capisco anche il pathos della domanda, però non può dire – non vi è sfuggito – lei sta parlando con una persona.
AVV.: certo.
PRES.: poi potrà chiedere se il Comando dei Carabinieri in qualche modo…
AVV.: era questo il senso della mia domanda.
PRES.: lei sta chiedendo al teste quello che ha visto il teste, la sua reazione personale.
AVV.: lei ha già detto che non se n’è accorto.
T: no, un momento, scusi, “non se n’è accorto” non lo trovo corretto, “non se n’è accorto” non lo trovo corretto.
AVV.: ho capito, ho capito. E come potrei formulare meglio?
T: intanto vorrei dire che il controllo a questo livello così minuto è ovviamente devoluto ai livelli inferiori, per esempio, se io sono tenente colonnello e coordino 4 mila uomini non posso ispezionare 4 mila persone una per una.
AVV.: però scusi, se lei nel momento in cui era in compagnia di… è stato alcune ore, abbiam visto in Via Pisacane, poi successivamente quando li ha trovati in difficoltà, se vede un carabiniere con in mano un tubo di ferro, gli dirà…
T: certo, l’avrei ripreso, si capisce, peraltro qui in questa foto che mi ha mostrato per ultima vedo sì un carabiniere che sembra avere in mano un manganello, mentre però gli altri hanno il bastone tonfa, quindi diciamo che il manganello è l’eccezione rispetto alla regola.
AVV.: sì, sì, certo, ci son… il dato quantitativo glielo… non adesso, ma lo potremo esaminare assieme. Dunque, lei non se n’è accorto… scusi, posso usare il termine… lei non ha notato questa cosa e neanche le è stata riferita da suoi sottoposti, giusto questo?
T: giusto.
AVV.: ecco, io adesso le chiedo, lei mi ha detto che non è in dotazione, oltre a non essere in dotazione è un illecito disciplinare o un illecito di altro tipo o è tollerato?
T: no, credo che … dunque, visto che mi ha fatto la domanda, però rispondo in due modi, intanto è un illecito che si può configurare come disciplinare, nel senso il porto, intendo dire, il fatto di portare un oggetto di equipaggiamento per esempio che non è dell’Arma, ma è di un’altra forza di Polizia, primo; secondo, però questa è una considerazione che forse non c’entra col processo, devo dire che in un’occasione successiva e mi riferisco all’esigenza di Camp Derby Livorno, tutto il personale dei battaglioni dei Carabinieri venne dotato di manganello, furono prestati dalla Polizia di Stato perché c’era stata un’attenzione sul fatto che il bastone tonfa poteva venire considerato uno strumento offensivo, in maniera erronea ovviamente e quindi tutti furono dotati di manganelli anziché di tonfa, quindi in realtà quello che lei vede è un oggetto in dotazione alle Forze di Polizia, però in quella circostanza non all’Arma.
AVV.: io su questo adesso … ho capito il discorso, anzi approfondisco un attimo; questa circostanza che lei ci ha riferito praticamente è stato tolto il tonfa in quanto si riteneva troppo lesivo?
T: sì, però fu una decisione, diciamo… no, non è così, non è che venne ritenuto troppo lesivo, il bastone tonfa per come venne introdotto è uno strumento difensivo e con le tecniche con cui venne introdotto è uno strumento difensivo, in quella circostanza fu chiesto di non usare il bastone tonfa, ma di usare il manganello perché c’era stata un’attenzione particolare da parte delle aree del movimento, etc., sul fatto che il bastone tonfa fosse ritenuto offensivo, fosse ritenuto offensivo, ma in realtà non lo è.
AVV.: quindi non un problema tecnico, ma di immagine, diciamo.
T: esatto, ma in realtà non lo è.
AVV.: ultima immagine e finisco… dovrebbe averla stampata, se non ce l’ha la pregherei di esaminarlo molto da vicino… questo oggetto è in dotazione ad altre forze di Polizia?
T: no, non è che questo oggetto è in dotazione alle altre Forze di Polizia, la Polizia di Stato ha in dotazione i manganelli…
AVV.: certo, ma le chiedo, se quello è un manganello della Polizia di…
T: non lo so, può darsi che sia un manganello.
AVV.: lei riesce a vedere il terminale?
T: sì.
AVV.: le sembra il terminale di un manganello della Polizia di Stato?
T: non lo so.
AVV.: che sono neri, lucidi e rotondi? Questo invece è colore metallico e tagliato malamente e in più si scorge una lastratura; le chiedo, lei ha più esperienza di me di manganelli sicuramente, per lavoro…
T: non ne ho mai maneggiato uno.
AVV.: è in grado di dirci se è in dotazione alla Polizia di Stato, se quello è un manganello della Polizia di Stato?
T: mi spiace, ma sinceramente non lo so.
AVV.: altra domanda; la Polizia di Stato per il G8 di Genova vi ha fornito di manganelli?
T: no.
AVV.: nessun’altra domanda, grazie.
AVV.TARTARINI: Colonnello, tre domande veloci che mi hanno incuriosito dalle sue risposte all’esame del Pubblico Ministero. La prima riguarda in realtà… le protezioni di cui lei ha parlato, relative al corteo del Carlini, lei ha fatto riferimento ad un intervento avvenuto la sera del 19 presso lo stadio Carlini non ricordando se era una perquisizione o no, ma dalla quale eravate venuti a conoscenza che sarebbero state usate delle protezioni in plexiglass o in gomma, etc.; io le faccio una domanda, lei aveva accesso alla stampa nei giorni prima del G8?
T: alla stampa?
AVV.: alla stampa, ai giornali, se lei legge un giornale, in quei giorni li leggeva o li leggevate in generale per avere informazioni su quanto avveniva?
T: ritengo di sì.
AVV.: lei non ricorda una conferenza stampa che è uscita, le assicuro, su tutti i giornali genovesi e nazionali relativa giusto alle protezioni del Carlini, in cui si vedeva addirittura il Casarini, credo noto agli uffici, che provava e dimostrava come si sarebbero utilizzate queste protezioni?
T: francamente non me lo ricordo, non so se l’ho visto o no, ma non me lo ricordo.
AVV.: è abbastanza singolare, nel senso che si ricorda questa cosa del 19 come fosse una cosa nuova, invece non era una cosa nuova, cioè lei il 19 sente per la prima volta parlare del fatto che il corteo del Carlini avrebbe utilizzato delle protezioni, questo ci ha riferito…
T: no, era … guardi, sinceramente non ho un ricordo molto vivo di questo, so che quello che posso dirle è che, per esperienze anche pregresse, una delle cose che ci si aspettava era che i manifestanti, anche con intenzioni aggressive, potevano usare protezioni, potevano usare apprestamenti, diciamo così, artigianali, sia per proteggersi che per offendere.
AVV.: lei ha parlato di protezioni, quindi… ci saranno stati altri casi… perché visto che lei … non so come dire, amplia molto le risposte, a questo punto le chiedo di essere più preciso, lei ricorda avvenimenti anche che siano avvenuti in precedenza al G8 dove protezioni di questo tipo, comunque strumentazione artigianale di questo tipo sia stata usata in maniera offensiva?
T: spranghe di ferro vengono usate in maniera offensive.
AVV.: spranghe di ferro però non sono protezioni e non ne sono state trovate al Carlini, per cui, voglio dire…
T: no, ma io…
AVV.: no, per carità, però cerchiamo di essere precisi nelle nostre affermazioni, visto che lei mi sembra molto in grado di esserlo, quindi…
T: non ho detto che al Carlini sono state trovate spranghe di ferro…
AVV.: ecco, appunto, noi parlavamo di protezioni, lei ha fatto riferimento ad utilizzo offensivo delle protezioni, cose già avvenute, per cui mi chiedevo se faceva riferimento a quello, quindi non faceva riferimento al Carlini?
T: guardi, io mi ricordo… sì, guardi, ho dei ricordi vaghi, so che comunque tra le varie cose ci si aspettava che i manifestanti facessero uso di apprestamenti artigianali, sia come strumenti di difesa, sia come strumenti di offesa.
AVV.: allora guardi, su questo le faccio un’altra domanda, sempre brevemente, lei ha fatto riferimento prima al fatto che alcuni dei carabinieri che lei ha incontrato avevano sulle divise, sui caschi delle macchie di vernice e lei dice poi… lei ha usato questo termine “ordigni che si disfacevano rilasciando questo materiale” che poi lei ha detto poteva anche essere un materiale in qualche modo venefico, comunque insomma chimico…
T: tossico.
AVV.: tossico… etc.etc. Bene, lei ha verificato poi cos’era questo materiale, avete verificato in seguito?
T: no, non l’ho verificato, no, non l’ho verificato.
AVV.: sa se qualcuno l’ha verificato? Perché visto che di Carabinieri parecchi erano stati colpiti da questo materiale che poteva essere tossico, mi aspetto che con la cura che lei ha descritto per i suoi uomini, magari aveste fatto dei controlli.
T: sì, certo, penso che ci avrà pensato il comandante della Compagnia a fare queste verifiche e lo ha fatto sicuramente.
AVV.: bene, le risulta che fossero uova o palloncini con dentro della tempera?
T: scusi?
AVV.: le risulta che fossero uova o palloncini con dentro della vernice a tempera?
T: non mi risulta nulla purtroppo perché non ho approfondito.
AVV.: un’ultimissima domanda; lei prima, parlando della zona Via Caffa, Via Tolemaide, ha detto che c’era la presenza, comunque lei aveva verificato la presenza di gente esagitata, ha utilizzato questo termine, io me lo sono scritto anche come richiamo alla sua memoria, lei per radio non aveva avuto nessuna notizia di quello che era avvenuto nelle ore precedenti in Via Tolemaide, non aveva nessuna comunicazione su chi poteva essere quella gente esagitata e cosa stesse facendo?
T: guardi, per radio, facendo, diciamo così, mettendo nella considerazione che, come ho detto, le comunicazioni radio non si dimostrarono molto efficienti, perché erano intasate, però per radio io notizie di scontri le avevo avute fin dalla mattina.
AVV.: appunto, visto che ce l’ha riferito.
T: tra queste per esempio c’era la notizia del fatto che un blindato nostro fosse stato attaccato e bruciato, però, ecco…
AVV.: però la comunicazione del blindato fa riferimento a parecchio tempo prima di quello che stiamo trattando noi.
T: sì, come no.
AVV.: poi successivamente cosa stava avvenendo in quella zona lei non si è informato, non ha ricevuto notizie?
T: no, non via radio, le comunicazioni radio non andavano.
AVV.: via telefono, non so.
T: no, le ripeto, dico quello che ho visto, nel senso di questa specie di fronteggiamento, di questo grosso gruppo, grosso contingente che si era creato di Carabinieri e Polizia alla fine di C.so Torino con l’imbocco di Via Tolemaide, erano lì che… loro provavano a venire e il contingente tirava lacrimogeni e poi di queste provenienze da Via Tolemaide verso sud, quindi ho usato il termine esagitati perché correvano a frotte, erano… sembravano esagitati.
AVV.: io guardi le ho fatto questa domanda perché lei appunto aveva un ruolo di responsabilità abbastanza importante, per cui immaginavo che di fronte ad una situazione come quella, molto caotica, avendo anche degli uomini sul posto, si chiedesse perché parliamo di diverse centinaia di persone, per cui immagino che avesse chiesto più o meno che situazione si sarebbe trovato davanti anche per riferirla eventualmente ai suoi uomini o ai suoi sottoposti.
T: sì, per esempio in C.so Torino quando ci fermammo lì si chiedeva com’era la situazione, cosa c’è, però parliamo di situazioni estremamente confuse ed estremamente caotiche, fra l’altro in un divenire continuo, con una mutevolezza ed una fluidità negli eventi che si susseguono che diventa difficile avere un quadro chiaro della situazione; del resto, come dire, la regola di fondo è che il quadro completo della situazione era nella sala operativa della Questura che era quella che gestiva gli spostamenti dei contingenti e non poteva che essere così.
AVV.: quindi chiudo brevissimamente; informazioni su chi vi trovavate di fronte, perché, voglio dire, lei ci ha riferito che ha letto l’ordinanza che in quei giorni a Genova si erano dati appuntamento svariate centinaia e anche migliaia di persone appartenenti ad aree diverse, poi peraltro lei ha parlato anche di movimento recentemente, quindi immagino che abbia delle conoscenze sul tipo di situazione che si sarebbe trovato di fronte, quindi voi da un certo punto in poi non avete più chiesto che tipo di situazione vi sareste trovati davanti, che tipo di persone, chi erano e perché erano esagitate?
T: chiesto a chi? Non capisco la domanda…
AVV.: alla sala operativa della Questura, per esempio, visto che era quella che coordinava tutto.
T: francamente non afferro.
AVV.: scusi, forse non sono chiara io.
P.M.: sì, anche noi non abbiamo capito la domanda.
AVV.: ma io la ripeto più chiaramente, così ci togliamo il problema; voi arrivate in una situazione dove ci sono centinaia di persone, io le dico anche alcune migliaia, ma sicuramente centinaia, che corrono…
P.M.: forse “lei”.
AVV.: Pubblico Ministero, io però… veramente o fa un’opposizione alla domanda o altrimenti questi interventi…
P.M.: mi oppongo a come si fanno le domande, mi sono già opposta, è tutta la mattina che mi oppongo…
AVV.: allora faccia un’opposizione alla quale io rispondo…
P.M.: non le capiamo, c’è un problema di comprensione…
AVV.: volevo sapere se lei in qualche modo si era rapportato con la sala operativa della Questura, lei o i suoi sottoposti o chi si trovava a fronteggiare queste persone, per capire che tipo di situazione andava a fronteggiare.
T: no, ribadisco…
AVV.: lei dice che la situazione era fluida, bene, però ve lo sarete chiesti a un certo momento cosa sta succedendo di fronte a me, che tipo di intervento devo fare oppure no?
T: ribadisco il concetto che i collegamenti con la sala operativa della Questura che aveva la condotta, per così dire, delle operazioni, la responsabilità della condotta delle operazioni, erano detenuti dai funzionari preposti per ogni contingente, io non avevo personalmente un collegamento con la sala operativa della Questura e non ce l’avevano neanche i comandanti di Compagnia o i comandanti di contingente dell’Arma, loro si rapportavano al funzionario di Polizia preposto che riceveva le disposizioni della sala operativa della Questura e le traduceva in atto dando i compiti al contingente.
AVV.: io non ho nessun’altra domanda, grazie.
AVV.ROSSI: volevo chiederle, colonnello, lei sapeva il giorno del 20 luglio quali erano le manifestazioni che erano state preventivamente autorizzate dalla Questura?
T: sapevo non nel minuto dettaglio, sapevo di un corteo sul quale c’erano state delle trattative e continuavano ad esserci delle trattative circa i percorsi da fare.
AVV.: solo di un corteo o di altre… piazze tematiche si chiamavano?
T: come?
AVV.: di piazze tematiche ne ha sentito parlare?
T: no.
AVV.: quindi lei sapeva solo di un corteo, non sapeva che c’erano altre…
T: di un corteo con delle altre possibili tranche.
AVV.: ad esempio di una piazza tematica dei COBAS ne ha sentito parlare?
T: no.
AVV.: di una piazza tematica della Rete Lilliput ne ha sentito parlare?
T: no, ma non escludo che… o meglio, voglio dire che… diciamo che la particolarità della struttura delle manifestazioni non era la mia prima preoccupazione, la mia prima preoccupazione era l’organizzazione del personale che doveva andare a fare i servizi e poi, come dire, l’adeguatezza del dispositivo che veniva messo in atto perché questo era il mio compito.
AVV.: sapeva di questo corteo che era stato oggetto di trattative, corteo, sa dirmi che tipo di corteo era, se c’aveva un nome, un gruppo di riferimento?
T: no, il nome non ricordo, so che il corteo del giorno 19 venne chiamato dei migrantes.
AVV.: e quello del 20?
T: quello del 20 non lo so, si parlava dei disobbedienti, questo me lo ricordo.
AVV.: questo percorso che era stato oggetto di trattative lei sa a che cosa avevano portato queste trattative?
T: no, non nel dettaglio, anche perché, ripeto, non era… come dire, una cosa che mi interessasse rispetto ai compiti che io dovevo assolvere.
AVV.: quindi lei doveva organizzare contingenti in piazza, ma organizzarli cosa voleva dire, tenerli compatti?
T: organizzarli voleva dire letteralmente disporre che il tal contingente raggiungesse il posto tale e si mettesse a disposizione del funzionario tale, etc. e poi verificare che tutto, cioè che il dispositivo partisse così come era stato richiesto che partisse, quindi la dislocazione sul terreno.
AVV.: ma questi contingenti lei li dislocava a seconda di quello che le comunicavano ora per ora i funzionari preposti o secondo delle direttive che aveva già…
T: c’era una pianificazione di carattere generale che avveniva, come ho già detto, durante la notte, una volta che l’ordinanza della Questura, già in parte lavorata, già lavorata dal Comando Provinciale arrivava alla fiera.
AVV.: ma di questa pianificazione lei ha detto che non sapeva molto? Non ho capito cosa sapeva lei di questa pianificazione.
T: scusi, allora ripeto…
AVV.: volevo sapere lei nel momento in cui decideva come spostare un contingente da una piazza all’altra, da una via all’altra…
T: no, no, il compito nostro era… l’ordinanza della Questura arriva al Comando Provinciale, al Comando Provinciale si pianifica l’impiego dei contingenti dell’Arma, la pianificazione arriva alla fiera, va tradotta in essere, cioè se lì c’è scritto che 50 uomini del terzo battaglione si devono trovare alla tale ora in tale strada, bisogna dare gli ordini.
AVV.: quindi lei le sapeva nel corso della giornata queste disposizioni?
T: no, a parte il fatto che anch’io non è che facessi questa cosa nel minuto dettaglio personalmente, avevo una cellula di gestione, una cellula di pianificazione che si occupava di questo e cioè di tradurre in ordini esecutivi la pianificazione che arrivava dal Comando Provinciale.
AVV.: questa pianificazione le arrivava nel corso della giornata o le era stata preventivamente comunicata prima dell’inizio della giornata…
T: no, la pianificazione arrivava nel corso della nottata per poi riferirsi ai servizi del giorno successivo.
AVV.: quindi lei, prima di iniziare il servizio il giorno 20, aveva ricevuto la pianificazione per tutta la giornata di tutti i suoi movimenti?
T: no, si riceveva la pianificazione, la dislocazione iniziale dei contingenti di ordine pubblico, dei servizi di vigilanza fissa…
AVV.: quindi la mattina alle 08.00 dovevate stare in un certo posto con un certo contingente.
T: questo è un esempio, era una delle cose.
AVV.: e poi alle 12.00 cioè lei dove stare alle 12.00 l’aveva saputo la mattina alle 06.00, durante la notte o gliel’hanno comunicato alle 11.00?
T: no, i movimenti che avvennero durante la giornata del 20, nella maggior parte dei casi, credo, perché non ho altra notizia differente, furono effettuati sulla base di disposizioni date dai funzionari di Polizia preposti che ricevevano le loro disposizioni ritengo dalla sala operativa della Questura e che pertanto manovravano i contingenti in relazione alla situazione che si stava verificando sul terreno. Questa è una mia supposizione, nel senso che non c’era…
AVV.: quindi quando lei muoveva un contingente da Via Pisacane a Via della Libertà lo faceva perché riceveva in questo senso indicazioni dal funzionario di Polizia?
T: io personalmente non ho spostato nessun contingente da Via Pisacane a P.zza della Libertà…
AVV.: faccio un esempio, ora non so da dove… cioè per spostarli da un posto all’altro qualsiasi…
T: ricevuta la dislocazione iniziale il contingente veniva posto a disposizione del funzionario di polizia preposto responsabile del contingente e dell’area, se c’era necessità di effettuare un movimento, il funzionario di Polizia, ritengo ricevendo disposizioni dalla sala operativa della Questura, diceva al suo comandante di contingente Carabinieri – ci dobbiamo spostare lì per fare questo- e si spostavano.
AVV.: quindi lei non dava disposizioni ai contingenti di muoversi?
T: assolutamente no, sarebbe stato un inutile interposizione che avrebbe solo reso più lunga la catena di comando e peraltro anche l’effettuazione dei movimenti; una volta che il contingente viene dato al funzionario, con lui…
AVV.: allora mi scusi non ho capito, allora qual era il suo ruolo esattamente?
T: lo ribadisco, il mio ruolo era la mattina…
AVV.: sono io che non ho capito probabilmente l’ha detto.
T: la mattina verificare che tutti i contingenti raggiungessero la propria dislocazione e che quindi tutti fossero nel posto previsto, che fossero col funzionario che era stato concordato, che non ci fossero problemi di coordinamento, che non ci fossero, diciamo, problematiche di sorta. Fatto questo, io non ho fatto altro che continuare ad andare ad ispezionare i contingenti per verificare come andassero le cose, se c’erano problemi, se c’erano ferito, se c’era bisogno di qualche cosa in generale, se il personale riusciva a reggere o non a reggere, se il personale era provato, se il personale avesse necessità, come dire, di essere sostenuto o cose di questo genere.
AVV.: quindi dal punto di vista operativo lei non ha avuto alcun rapporto con i contingenti?
T: dal punto di vista operativo io non ho avuto potestà decisionale.
AVV.: alcun ruolo.
T: non ho avuto potestà decisionale.
AVV.: grazie, non ho altre domande.
AVV.MENZIONE: colonnello, lei era responsabile di un contingente denominato CCIR nelle giornate di Genova?
T: sì.
AVV.: può dire al Tribunale che cosa vuol dire l’acronimo CCIR?
T: come ho detto prima durante la mia esposizione vuol dire Contingente di Contenimento Intervento Risolutivo.
AVV.: era costituito da un certo numero di compagnie?
T: cinque.
AVV.: ogni compagnia quanti uomini...
T: variava tra 150 e 200 e passa uomini.
AVV.: quindi quei giorni quanti uomini aveva sotto di sé?
T: dunque, avevamo 920 uomini circa come CCIR però poi, sempre lì alla fiera e sistemati tra la fiera e le navi, c’erano quasi circa 4 mila e 500 uomini in generale di rinforzo.
AVV.: i suoi uomini erano circa 900?
T: non è che fossero i miei uomini circa 900, diciamo che io mi occupavo anche, facevo, come dire, il mio posto comando sistemato lì alla fiera faceva anche da demoltiplicatore sosteneva le esigenze organizzative e logistiche anche per gli altri 4 mila.
AVV.: quindi quanti uomini aveva, mi perdoni il termine, sotto di sé? E’ improprio naturalmente dirlo, ma… per capire noi l’ordine di grandezza.
T: premetto che dire “sotto di sé” è un po’ improprio nel senso…
AVV.: l’ho detto io quindi…
T: nel senso che non avevo un’effettiva potestà gerarchica nei confronti di questi uomini, ma diciamo ne avevo una sorta di coordinamento sotto il profilo logistico e organizzativo, comunque in totale credo che fossero sui 4, 5 mila uomini 4 mila e cinque.
AVV.: ecco, mediamente sulle strade, operativamente quanti ce n’erano?
T: mi fa una domanda… comunque sostanzialmente per tre giorni furono impiegati quasi tutti, in turni, però sostanzialmente vennero impiegati tutti perché di questi 4 mila e cinque molti erano devoluti alle vigilanze fisse, quindi tutta la parte di presidio del perimetro della zona rossa, altre vigilanze fisse, etc., poi c’erano le esigenze di ordine pubblico, manifestazioni, cortei, etc., più c’erano altre esigenze di vario tipo, quindi l’impiego era, nei tre giorni del vertice, l’impiego era se non totale quasi totale, sicuramente il 20 credo che fosse totale.
AVV.: senta, sopra di sé chi aveva dal punto di vista gerarchico?
T: io mi riferivo al Colonnello Leso che era lui il responsabile di questo nucleo logistico addestrativo …
AVV.: il colonnello Leso…
T: il Colonnello Leonardo Leso.
AVV.: era presente operativamente in piazza oppure no?
T: no.
AVV.: ricorda dei momenti in cui è stato presente in fase operativa sul posto, per dir così, in piazza, per le strade, così via?
T: sì, lo ricordo anche lui presente in piazza, anche lui si rendeva conto della situazione, voleva fare… credo che avesse fatto delle ispezioni anche lui per rendersi conto della situazione.
AVV.: in quali occasioni, ce lo può dire? Visto che lo ricorda.
T: intanto me lo ricordo anche lì dove all’inizio nella zona dove c’era il battaglione Lombardia all’inizio.
AVV.: a che ora e dove.
T: credo anche lì circa a metà mattinata.
AVV.: del giorno 20?
T: sì.
AVV.: quanto si è trattenuto?
T: questo francamente non lo so.
AVV.: era il suo diretto superiore.
T: io personalmente mi sono trattenuto circa mezzora…
AVV.: no, no, chiedo il Colonnello Leso…
T: sì, lo faccio per … andandoci per approssimazione credo che anche lui si sia trattenuto nell’ordine di quella grandezza lì, ma poi può darsi anche che si sia spostato, sia tornato insomma, perché anche lui si rendeva conto se i contingenti erano dislocati, come andassero le cose, qual era la situazione.
AVV.: lei, pur spostandosi, è stato presente, parlando del 20 per esempio, più o meno l’intera giornata in piazza o in strada assieme ai suoi uomini?
T: per gran parte della giornata.
AVV.: si può dire lo stesso del Colonnello Leso, per quanto lei ricordi o ne sappia?
T: questo non lo so, anche perché dopo averlo visto la mattina l’ho perso di vista, non l’ho più incontrato.
AVV.: non l’ha più rivisto durante l’intera giornata?
T: l’ho rivisto… sì, l’ho rivisto in fiera, quando siamo tornati da P.zza Alimonda in cui… tra l’altro ci tenevo a informarlo personalmente dell’accaduto.
AVV.: senta, è esatto dire che questo contingente CCIR costituito da cinque compagnie dei Carabinieri in qualche modo era l’elemento più formato, di punta per fronteggiare la situazione d’ordine pubblico per quanto riguarda i Carabinieri in quelle giornate?
T: direi che questa definizione “di punta” non è verosimile…
AVV.: allora la pongo diversamente, il termine R risolutivo, a cosa allude?
T: allude ad un ciclo addestrativo che loro avevano seguito e gli altri no, quindi era più un problema di compiti cui sarebbe stato devoluto il personale che non altro; per esempio il personale che venne impiegato per tre giorni o per sette giorni, quello che fu, nelle vigilanze fisse non era stato sottoposto ad un addestramento così intensivo e faceva le vigilanze.
AVV.: corrisponde al vero dire che erano i meglio addestrati, diciamo, i più preparati, quelli devoluti a fronteggiare eventuali situazioni di difficoltà oppure dico male io?
T: be’, siamo nell’ordine delle valutazioni personali, io dico che, essendo stati devoluti ad un diverso compito erano stati preparati differentemente e anche equipaggiati differentemente.
AVV.: allora prima di passare alle giornate, lei, se non sbaglio, mi dice la sua biografia, che ha fatto parte anche di missioni all’Estero per i Carabinieri, corrisponde al vero?
T: sì.
AVV.: vi sono state missioni anche sotto l’egida dell’ONU o accanto all’egida dell’ONU…
T: anche egida ONU, sì.
AVV.: senta, lei conosce, non dubito che possa non conoscerli, i principi dell’ONU sull’uso delle armi da fuoco e delle armi letali?
T: qual è la domanda scusi?
AVV.: se conosce questi principi.
T: credo di sì, sicuramente avrò studiato le regole di ingaggio nelle missioni a cui ho partecipato, che provenivano dall’ONU.
AVV.: i principi sull’uso della forza delle armi da fuoco per gli ufficiali in funzione di ordine pubblico sanciti dalla Conferenza dell’agosto-settembre del ’90 dell’Avana e fatti propri dal Congresso dell’ONU li conosce?
T: senta avvocato, non si stupisca se le dico di no perché conosco più i principi del C.P.P.
AVV.: non mi stupisco di nulla, figuriamoci, non li conoscevo neanch’io prima di interessarmi di questo caso, però immaginavo che invece lei li conoscesse, ma prendo atto, se mi dice che non li conosce…
T: no.
AVV.: quindi è inutile che le chieda se conosce il principio secondo il quale, ed è il secondo di questi principi, anzi delle previsioni generali, senza neanche scendere ai principi, in cui si parla di uso differenziato della forza e delle armi da fuoco?
T: questo è un concetto molto generale che è diffuso e acquisito non solo in questo documento e in questa circostanza che sta citando lei, ma è un principio diffuso e acquisito in generale in tutte le regole di ingaggio che si usano nelle missioni all’estero.
AVV.: e più in particolare è acquisito anche l’uso di armi non letali prima di passare all’uso delle armi letali.
T: qual è la domanda?
AVV.: corrisponde ad un principio da lei conosciuto il fatto che si passi prima all’uso di armi non letali e poi a quello di armi letali.
T: sì.
AVV.: quando si parla di armi non letali, cosa si intende per esempio? Siamo sempre nell’ordine di questi principi ONU.
T: la domanda?
AVV.: la domanda cosa si intende per armi non letali.
T: ritengo che per “armi non letali” si intendano strumenti d’offesa che non provocano la morte.
AVV.: potremmo definire “armi non letali” per esempio i proiettili di caucciù, come indica la stessa previsione ONU?
T: ritengo di sì.
AVV.: allora la domanda era; se i suoi 4 mila e 500 uomini erano forniti di proiettili di caucciù per esempio.
T: se me la faceva subito le avrei risposto di no subito.
AVV.: e io invece gliela faccio per ultima perché è mio diritto fargliela per ultima. Quindi nessuno aveva proiettili di caucciù?
T: no.
AVV.: che proiettili erano in dotazione dei suoi uomini?
T: dunque se lei si riferisce ai proiettili, alle munizioni per le armi d’ordinanza erano 9 parabellum che è il calibro in uso in dotazione all’Arma dei Carabinieri.
AVV.: la risposta lascia supporre, sbaglio io, credo, che potessero avere armi non di ordinanza o proiettili non corrispondenti…
T: no, lei ha chiesto – che proiettili avevano i suoi uomini – giusto?
AVV.: sì.
T: siccome ci tengo a specificare… se lei si riferisce ai proiettili che avevano per le armi d’ordinanza erano calibro 9 parabellum, è lei che non lo ha specificato.
AVV.: no, io ho domandato che proiettili avevano semplicemente, poi se lei risultano che ne avessero anche altri…
T: no, non mi risulta affatto, comunque calibro 9 parabellum.
AVV.: e nient’altro, non altre forme non letali di proiettili o di munizioni per armi da fuoco?
T: no.
AVV.: senta, veniamo alla giornata del 20, è già stata ripercorsa, quindi ho soltanto alcune domande qui e là da farle, mi fermo al momento in cui lei interviene in Via Ilice presso i suoi uomini…
T: Via Ilice?
AVV.: lei ha detto quando porta conforto, diciamo così, da mangiare anche ai suoi uomini…
P.M.: c’è un errore… benevolo, Via Ilice è successiva vicino a P.zza Alimonda quando lui vede gli uomini che si tolgono i caschi e si riposano in un momento di calma, il conforto lo porta alla fiera del mare in C.so Italia a mezzogiorno.
AVV.: grazie, io sono meno genovese di voi, quindi posso aver commesso… allora prima pigliamo il momento in cui lei porta da mangiare ai suoi; lo ricorda?
T: sì.
AVV.: ne ha già parlato. Erano arrivate fino ad allora alle sue orecchie notizie, chiamiamole pure allarmanti, di scontri, di disordini che erano avvenuti in qualche parte della città?
T: sì, credo di sì.
AVV.: era arrivato alla sue orecchie anche la notizia di un carabiniere che era stato, come dire, ridotto in pessime condizioni, gravemente ferito?
T: adesso non so contestualizzare con esattezza, sicuramente le notizie, diciamo, venivano … le notizie circolavano, sia di scontri che di militari feriti in generale, adesso di uno in particolare che fosse stato particolarmente… questo…
AVV.: io non saprei collocarlo se è prima di mezzogiorno o dopo mezzogiorno, lo colloco nelle ore meridiane. In particolare, la domanda è proprio specifica, se non lo ricorda dica semplicemente – non lo ricordo- di un carabiniere gravemente ferito.
T: guardi le rispondo…
AVV.: addirittura lì per lì sembrava in fin di vita, tanto per esser chiari.
T: le rispondo che non ricordo perché non vorrei dire un’inesattezza, ricordo di notizie generiche su militari feriti.
AVV.: più tardi ne ha sentito parlare di un carabiniere in fin di vita?
T: no.
AVV.: allora veniamo, focalizziamoci in quel momento in cui i suoi uomini erano in parte in C.so Torino mentre scendeva un corteo che lei, su insistenza del collega, ha detto essere quello dei disobbedienti che scendeva da Via Tolemaide, in questo momento, siamo più o meno a che ora colonnello?
T: allora intanto devo precisare che non è che io definisco il corteo, il corteo dei disobbedienti, credo di ricordare che tra i vari appellativi c’era anche questo, però non lo definisco come tale sic et simpliciter.
AVV.: a me interessa capire se ci riferiamo allo stesso corteo.
T: a quel punto siamo, ritengo, nel pomeriggio inoltrato, perché, lo dico in via deduttiva in realtà perché sapendo che i fatti di Via Alimonda nascono dopo le 17.00 che quindi in p.zza Alimonda dovevamo ancora arrivarci, siamo nel pomeriggio inoltrato, non so lei …
AVV.: però capisce che per quanto riguarda questo processo…
T: le 16.00, però guardi…
AVV.: … è diverso parlare delle due e mezzo o delle quattro e quarantacinque.
T: credo intorno alle 16.00, ma non ne sono sicuro.
AVV.: questo è il momento in cui lei è intervenuto in C.so Torino?
T: ho percorso C.so Torino fino ad arrivare a questa… diciamo alla fine di C.so Torino.
AVV.: e poi alla confluenza, diciamo, con il corteo, per dir così, il momento di impatto fra i suoi uomini e il corteo.
T: no, non è così.
AVV.: ce lo spieghi.
T: nel senso ho già detto che il contingente che c’era a C.so Torino che poi era un contingente misto Carabinieri-Polizia si era creato man mano… credo si fosse ingrossato man mano praticamente era schierato trasversalmente a C.so Torino un po’ in obliquo e quindi chiudeva mi pare di ricordare tutto C.so Torino e fronteggiava da lì questi gruppi che provenivano da Via Tolemaide e sembrava che volessero, come dire, volessero sciamare verso C.so Torino, quindi era un movimento per cui questi si presentavano, venivano respinti a colpi di lacrimogeni e si ritiravano e poi man mano volevano di nuovo riattraversare la zona, questo è quello che ho visto.
AVV.: e che ora era all’incirca?
T: le ripeto, guardi, non ho guardato l’orologio, posso ritenere che erano le 16.00, le 16.30, qualcosa del genere.
AVV.: senta, lei ha detto prima, più volte, che i collegamenti radio funzionavano e non funzionavano, più non funzionavano che funzionavano, mi pare di aver capito…
T: diciamo che non si sono rivelati molto efficaci.
AVV.: poco efficaci, ma arrivavano, alcuni sono stati captati da lei o dai suoi uomini o dai Comandanti della Compagnia?
T: sì, le comunicazioni radio c’erano, purtroppo c’era un grande intasamento per cui avveniva che le comunicazioni radio non riuscivano ad essere complete, si sovrapponevano delle voci e delle chiamate continue.
AVV.: ricorda se queste prime ore di pomeriggio, io non posso dire l’ora naturalmente, vi era stata una chiamata da parte, immagino, della sala della Questura, ma che possa essere stata raggiunta direttamente o anche indirettamente possa essere arrivata fino a lei per un intervento di fronte a Marassi in cui c’erano, così, dei momenti di disordine?
T: no, però lei dice dalla sala della Questura?
AVV.: non lo so, anzi ho detto anche indirettamente, secondo me poteva venirle anche da un suo superiore o da un suo pari grado o addirittura anche da suoi subalterni che eventualmente avessero richiesto un aiuto di fronte a Marassi.
T: non lo ricordo, le ho chiesto la precisazione perché, come ho detto prima, io personalmente e neanche i miei subalterni erano collegati con la sala operativa della Questura, questo avveniva tramite funzionari…
AVV.: lei che sigla aveva per i rapporti radio?
T: non la ricordo.
AVV.: senta, ha saputo dopo che vi era stata una richiesta di intervento di forze di fronte a Marassi o le giunge nuova oggi dalla mia domanda?
T: guardi, non mi giunge nuova, però diciamo, c’è stata poi successivamente tutta una divulgazione di notizie stampa, per cui non so dire se l’ho letto sul giornale o l’ho saputo in rapporto di servizio.
AVV.: questa collocazione temporale intorno alle 16.00 quanto è distante temporalmente dal suo intervento in Via Ilice di cui ci ha già parlato?
T: lei si riferisce come Via Ilice, P.zza Limona?
AVV.: a P.zza Alimonda a tragedia non ancora consumata.
T: però Via Ilice è una stradina…
AVV.: molto vicina, è lì.
T: no, no, che si …
AVV.: si immette.
T: si dirama da P.zza Alimonda…
AVV.: sì.
T: quindi di Via Ilice cosa…
AVV.: lei ha detto prima – sono intervenuto, ad un certo punto sono arrivato in Via Ilice, c’erano Carabinieri ormai stanchi e stremati che si erano tolti il casco - e così via, volevo sapere temporalmente quando si collocava questo suo intervento.
T: intanto credo di aver detto di essere andato direttamente in P.zza Alimonda, non via Ilice, comunque poco rileva perché vedo che sono contigue, io credo di aver parlato di P.zza Alimonda quadrante meridionale, quadrante inferiore che poi è contigua a Via Ilice… scusi, la domanda?
AVV.: la domanda era in che momento si è recato in questo punto qui.
T: non lo so, intorno alle 17.00, 16.30, 17.00. Però ripeto, ci arrivo per via deduttiva non perché abbia guardato l’orologio sul momento.
AVV.: arriviamoci anche noi per via deduttiva, è certamente prima dell’omicidio del giovane Giuliani?
T: sì.
AVV.: è anche prima dell’intervento di una quota dei suoi uomini lungo Via Caffa lato nord per fronteggiare i dimostranti?
T: be’, sì, perché è proprio quel contingente che poi si sposta su Via Caffa.
AVV.: cioè quel contingente che lei ha trovato posso dire male in arnese?
T: l’ho trovato mentre stavano prendendo fiato, evidentemente provati.
AVV.: ecco, a un certo punto però qualcuno ha preso la decisione di utilizzare questo contingente in Via Caffa nei confronti dei dimostranti, la decisione da chi fu presa?
T: ritengo che venne presa dal funzionario preposto che era il vice Questore Lauro.
AVV.: ritiene, perché lei non era più presente, si era allontanato o lo ritiene deduttivamente?
T: lo ritengo deduttivamente, nel senso che il vice Questore Lauro non mi diede notifica del fatto che stava per compiere un’attività lì su Via Caffa e, come ho già detto, in realtà io mi stavo allontanando dalla zona, contestualmente al mio allontanamento, il contingente si muove per raggiungere la parte superiore di Via Caffa, mentre io mi allontano, imbocco la strada che si allontana, che esce da Via Tolemaide, vedo queste confluenze, questi gruppi che sciamano verso… da Via Tolemaide verso sud, decido allora di tornare indietro, anche se poi alla fine eravamo a vista, parliamo di poche decine di metri, torno indietro e attiro l’attenzione di Lauro, non so se di Lauro, di Cappello o di entrambi, comunque attiro l’attenzione loro sul fatto che dico – guardate che qui c’è una situazione che poteva essere di pericolo – insomma.
AVV.: senta, quindi era presente il Capitano Cappello in piazza?
T: sì.
AVV.: prima di questa decisione.
T: no, un momento, prima di che cosa?
AVV.: prima dell’intervento dei Carabinieri…
T: sì, sì, era presente.
AVV.: le risulta che il vice Questore Lauro e il Capitano Cappello abbiano parlato dell’opportunità di questo intervento?
T: non mi risulta di avere assistito personalmente ad una cosa del genere.
AVV.: ha saputo dopo se fu discusso dell’opportunità dell’intervento?
T: no, anche perché dopo la situazione mutò completamente, il dopo richiedeva…
AVV.: no, dopo intendo anche nelle settimane, nei mesi e negli anni successivi.
T: no, nell’immediatezza di tutto si parlò tranne che del movimento in sé, nell’immediatezza ci si occupò dell’evento mortale.
AVV.: no, ma qua siamo prima dell’evento mortale, colonnello, io chiedo se le risulta che il Capitano Cappello e il vice Questore Lauro parlano fra di loro di un’opportunità di un intervento nei confronti dei dimostranti, lungo Via Caffa.
T: ribadisco che non ho personalmente assistito ad un colloquio di questo genere, quindi non mi risultava in questo senso.
AVV.: posso chiederle, lei è teste ultra qualificato, quindi probabilmente posso chiedere anche un elemento valutativo, diciamo, entro certi limiti, se no… posso fare la domanda o come valutazione o come domanda di fatto, ma è più onesta se la faccio come valutazione; lei riteneva opportuno che i suoi uomini intervenissero nei confronti dei dimostranti date le condizioni in cui li aveva trovati?
T: no, io non ritenevo… allora, dunque, la situazione per quello che mi riguarda si pone in questi termini, vedo muovere il contingente, vedo che da nord ci sono… da Via Tolemaide c’è questo sciamare di gente che un po’ mi preoccupa, torno indietro per capire cosa stessero facendo, per rendermi conto di quello che stessero facendo. Francamente non posso rispondere a questa domanda perché nel momento in cui mi ponevo io stesso questo quesito non sapevo di preciso cosa stessero facendo.
AVV.: be’, lei li ha visti dirigersi…
T: muovere verso Via Caffa, sì.
AVV.: …in alto verso Via Caffa…
T: esatto.
AVV.: quindi posso chiederle, questa è una domanda diretta non è una valutazione, se in quel frangente lei ritenne che fosse opportuna la manovra oppur no.
T: no, guardi, non mi sono posso questa domanda dell’opportunità o meno, anche perché do per scontato che chi ha la responsabilità è il funzionario preposto sappia ovviamente quello che fa.
AVV.: sì, questo è vero, anche se però un suo subalterno ha detto cose diverse, ma non posso contestare a lei ciò che hanno detto altri testimoni. Ma sull’opportunità, per esempio, che le due camionette seguissero questo intervento in Via Caffa degli uomini appiedati, fu lei a dare l’indicazione al suo autista di seguire il contingente a piedi o come si determinarono le cose?
T: le cose si determinarono perché io tornai indietro, mi avvicinai al contingente, ripeto, perché volevo rendermi conto di cosa stesse succedendo…
AVV.: mi scusi, lei era già sulla camionetta o non ancora?
T: mi sono avvicinato con la camionetta, quando mi sono avvicinato sono sceso, ricordo che ero a piedi, sono rimasto a piedi, una volta avvicinatomi, diciamo con il passare anche dei secondi di questa situazione, vedendo che l’area si stava, come dire, riempiendo di questi gruppi un po’ esagitati, anzi di questi gruppi esagitati, di queste confluenze, lì sul momento ho deciso non me ne vado più, resto qui perché preferisco non andarmene e restare qui con un contingente anziché andarmene da solo.
AVV.: questo lo colloca quando è sceso dalla camionetta?
T: sì, sì.
AVV.: ma la camionetta, possiamo vedere le foto, quanto di Via Caffa ha fatto, quanto ha seguito il contingente a piedi?
T: io penso che si sia accodato per qualche decina di metri fino all’imbocco di Via Caffa, questo come ricordo di massima, una situazione, devo dire…
AVV.: solo all’imbocco di Via Caffa?
T: francamente mi sembra di sì, oppure se ha imboccato Via Caffa lo ha fatto per qualche metro insomma.
AVV.: le mostriamo un filmato che è già agli atti, noi in queste aule lo abbiamo già visto dozzine di volte… forse è uno dei più visti e trafficati. [Viene mostrato al teste un filmato] Può dire al Tribunale di queste due camionette qual era quella su cui lei si trovava?
T: guardi, io credo quella a destra, però … forse è un accertamento che si può fare facilmente leggendo la targa, credo quella a destra, non capisco bene, scusi…
AVV.: credo che ci sia un particolare più evidente che differenzia l’una dall’altra camionetta, lo chiedo a lei se lo ha notato all’epoca o se lo nota nel ricordo.
T: no, da qui non lo noto.
AVV.: andiamo avanti nel filmato… lei è nella prima, quella davanti o quella dietro di camionetta?
T: mi pare quella davanti, mi pare.
AVV.: proseguiamo… due domande; allude a questa situazione quando dice che vi attestaste all’inizio di Via Caffa?
T: le camionette dice?
AVV.: sì.
T: sì, se quella è Via Caffa sì.
AVV.: questa è Via Caffa, lo chiedo a lei, a volte noi diamo per scontato cose che i testi magari possono non ricordare, ma è Via Caffa, noi qui ne siamo tutti consapevoli.
T: sì, alludo a questa situazione.
AVV.: allora direi che, come dire, camionette di quanto saranno entrate in Via Caffa?
T: non lo so.
AVV.: di un po’, via. Riconosce quella persona che scende dalla camionetta?
T: dunque, se è quella anteriore potrei essere io, però ci arrivo più per deduzione che per altro.
AVV.: ammesso che sia lei che cosa sta facendo?
T: cerco di rendermi conto di cosa sta succedendo.
AVV.: andiamo avanti… lei si sta avvicinando ai suoi uomini in questo frangente o ricorda di essersi avvicinato ai suoi uomini?
T: forse sì.
AVV.: andiamo avanti… lei ci ha detto stamani di avere due stelle sul suo casco…
T: sì.
AVV.: e che era l’unica persona ad avere due stelle sul suo casco, almeno in un contesto come questo o simile a questo?
T: che io sappia sì.
AVV.: lei riconosce una persona con due stelle sul suo casco?
T: no, francamente no, scusi…
AVV.: magari si può anche avvicinare allo schermo, anche perché essendo miope, giustamente…
T: io non sono miope. Francamente non vedo nessuno distintamente con due stelle sul casco, forse c’è una possibilità che potrebbe essere quella figura sulla sinistra, però non ne sono certo perché sembra quasi che abbia uno scudo invece in realtà io lo scudo non ce l’avevo.
AVV.: comunque lei, come dire, conferma di essere uno di costoro, diciamo?
T: ritengo di sì.
AVV.: poi il Tribunale ha anche da fermo, quindi il tema delle stellette è facilmente risolvibile. C’è un altro spezzone… possiamo fermarci qui per quanto riguarda Via Caffa, a questo punto si vedevano le camionette rientrare in P.zza Alimonda. Di nuovo le chiedo, non una valutazione, ma ciò che in quel contesto lei ha pensato, deciso o le sembrò opportuno. Lei ha detto che vedeva dimostranti arrivare anche da Via Odessa.
T: sì.
AVV.: ecco, cos’è che l’ha portata a seguire i suoi uomini in Via Caffa quando c’era l’opzione di fronteggiare anche Via Odessa?
T: non è che ho detto arrivare da Via Odessa, ho detto movimento, il movimento vuol dire frotte di gente che correvano, venivano giù, poi magari si sporgevano su P.zza Alimonda, vedevano che c’era il contingente e tornavano indietro correndo, intendo dire una situazione molto fluida di movimenti concitati di gruppi di persone, di movimenti esagitati di gruppi di persone.
AVV.: ma corrisponde al vero o no che in questa opzione Via Caffa-Via Odessa a lei, non soltanto a Lauro che ce l’ha già detto e che aveva la responsabilità della piazza, anche a lei sembrò più importante fronteggiare i manifestanti che scendevano da Via Caffa?
T: no, a me non sembrò assolutamente nulla, cioè nel senso che io non ho … rispetto a questa cosa che sta dicendo, cioè che a me sembrò importante fronteggiare i manifestanti che scendeva da Via Caffa, è completamente inesatto.
AVV.: ci dica lei con le parole sue esatte.
T: nel senso che io sono tornato indietro, come già ho ribadito, per segnalare a Lauro o a Cappello o a entrambi che c’era del movimento che mi sembrava significativamente pericoloso e siccome invece loro stavano muovendo verso Via Caffa, volevo capire cosa stesse succedendo, quale fosse la situazione.
AVV.: questo colloquio con Cappello o con Lauro lo ebbe dalla camionetta, intende dire o una volta sceso dalla camionetta?
T: no, mi sembra dalla camionetta, glielo segnalai mentre tornavo indietro.
AVV.: mentre…?
T: mentre tornavo indietro con la camionetta e loro andavano avanti…
AVV.: lei è risalito sulla camionetta?
T: come?
AVV.: lei è risalito sulla camionetta?
T: allora, stavo andando via da P.zza Alimonda a bordo della camionetta, vista la situazione che avevo notato, sono tornato indietro a bordo della camionetta, quando il contingente è salito verso Via Caffa e la camionetta si è naturalmente accodata al contingente, sono sceso.
AVV.: naturalmente… perché naturalmente?
T: ho detto naturalmente perché in genere quando un contingente muove i mezzi seguono.
AVV.: corrisponde al vero oppur no che quando il contingente si muove verso una zona preclusa non sarebbe buona indicazione d’ordine pubblico far seguire le camionette al contingente.
T: no, corrisponde che la procedura operativa standard è che se il contingente muove i mezzi seguono.
AVV.: per cui se un graduato dovesse dire, dei Carabinieri, che una procedura di questo genere è un errore clamoroso, lei smentirebbe?
T: sì, smentirei.
AVV.: allora, quand’è che ha fatto presente o a Cappello o a Lauro che c’era anche un elemento di pericolosità sull’altro lato?
T: ripeto, andando via da P.zza Alimonda, imboccando la strada che diciamo fuoriesce da P.zza Alimonda, mi avvedo di questa situazione, di questo sciamare di gruppi di questo movimento, etc., torno indietro con la camionetta, segnalo la situazione ai colleghi.
AVV.: chi è il responsabile della piazza?
T: segnalo la situazione ai colleghi. Loro continuano ad avanzare verso via Caffa. Io indugio, mi volevo rendere conto di cosa stesse succedendo, della situazione e quindi vado dietro al corteo, scendo dalla macchina a quel punto decido comunque di rimanere lì perché la situazione stava diventando pericolosa, c’erano molti gruppi che si muovevano, questi esagitati che venivano verso sud, preferivo rimanere lì piuttosto che correre il rischio di incappare in qualche diciamo gruppo che si muoveva che potrebbe…
AVV.: senta, ma la sua camionetta, rispetto all’altra, due eravate, l’abbiamo visto poco fa, supera l’altra e si mette in prima posizione in Via Caffa o, come dire, era già naturalmente in prima posizione?
T: non me lo ricordo, credo che dalle immagini si evinca, io francamente non lo ricordo.
AVV.: io ho visto che, se ho capito bene, che la sua prima si affianca all’altra e poi…
T: sì, questo è il momento in cui sono tornato indietro.
AVV.: in cui è tornato indietro per andare avanti, diciamo così, non per tornare indietro poi nella ritirata che vediamo dopo, per capire io.
T: sono tornato indietro, mi sono riportato in piazza per capire qual era l’evolversi della situazione.
AVV.: allora lei lo fece presente a qualcuno o a Lauro o a Cappello, vattela a pesca, i quali cosa dissero, il quale cosa disse?
T: sinceramente non lo ricordo, intanto ribadisco che parliamo di una situazione in divenire molto, come dire, molto veloce, i fatti si susseguono l’uno all’altro in maniera molto veloce, quindi non parliamo di discussioni, diciamo domanda risposta così come possiamo fare in quest’aula…
AVV.: purtroppo no.
T: parliamo di segnalazioni, di comunicazioni che venivano fatte a volte a distanza, etc., io ricordo di aver segnalato questa particolarità, credo che mi avessero capito, però francamente in che termini e se risposero non me lo ricordo.
AVV.: senta, questa è proprio, come dire, poco più che una curiosità, ma le due jeep, le due camionette, avevano modo di comunicare fra di loro via radio, via walkie talkie, qualcosa, direttamente?
T: la possibilità … allora non comunicarono né via radio, né via walkie talkie…
AVV.: no, ma la possibilità c’era o non c’era? Lo domando perché non affiora da nessuna parte, quindi glielo chiedo per questo.
T: via walkie talkie lo escludo, walkie talkie lei si riferisce all’apparato radio portatile, immagino…
AVV.: laringofono, in qualche modo, ecco.
T: una possibilità tecnica in astratto c’era, però non era stata, come dire, settata al momento, tutti gli apparati radio hanno la possibilità di connettersi l’un l’altro, però bisogna apprestarli prima per far questo, nel caso di Genova no perché c’era una maglia radio che era stata strutturata in modo diverso,cioè due macchine non potevano parlarsi fra di loro.
AVV.: e ciascuna delle due camionette aveva una radio?
T: sì, credo di sì, ricordo di sì.
AVV.: e potevano parlare, non dico fra di loro, ma per esempio con la centrale operativa o con il Comando di San Giuliano?
T: sì, potevano parlare con la centrale operativa, fatto il saldo di quello che ho detto prima cioè che le comunicazioni radio si rivelarono…
AVV.: erano difficoltose, perché ingombrante… Siamo ridiscesi in P.zza Alimonda nel nostro racconto, se non sbaglio, lei ha già detto e non sto a domandarglielo ulteriormente, che non ha sentito gli spari…
T: no.
AVV.: ha già detto che non ha visto molto, anche perché la miopia, ma soprattutto la visiera e la maschera antigas le impedivano la visuale o comunque la buona vista, però la domanda è che cos’è che ha visto in concreto, da quale momento, da che posizione e che cos’è che ha visto.
T: di quale fase?
AVV.: alludo, una volta ritornati in P.zza Alimonda, una volta che la sua camionetta ha potuto allontanarsi lei dove era, era ancora sulla camionetta, era risalito sulla camionetta, era a piedi, se era a piedi, in che punto era, ha visto, non ha visto, per esempio, l’altra camionetta incastrarsi su un cassonetto dell’immondizia? Ecco, ci dica in parole molto semplici che cos’è che ha visto fino al momento della morte.
T: il momento… ?
AVV.: in cui ha visto un corpo in terra.
T: dunque, non sono più risalito sulla camionetta, le due Land Rover retrocedevano prima a marcia indietro, in un primo tempo riuscendo ad essere, come dire, continuando a stare dietro il contingente, poi furono superati dallo stesso contingente che si ritira precipitosamente; io mi ritiro anch’io, a piedi e vado in Via Caffa parte superiore, lì mi rendo conto che… chiedo scusa, Via Caffa quadrante inferiore, lì mi rendo conto che le due Land Rover rimangono isolate e sono oggetto di attacco, anche perché avevano difficoltà a fare quella manovra che ho detto di cambiare il senso di marcia, e quindi mi fermo, sono andato prima un po’ indietro lungo Via Caffa, poi sono ritornato avanti, però sostanzialmente, diciamocelo, ho visto più volte le foto sempre sullo stesso sito internet indimedia.org, mi si vede esattamente all’imbocco di Via Caffa parte inferiore fermo lì con un maresciallo…
AVV.: parliamo di foto che abbiamo già visto, lei è quello che incita con una mano i suoi a risalire da Via Caffa.
T: esatto.
AVV.: quindi lei è sostanzialmente all’incrocio o meglio alla bocca di via Caffa, all’inizio di Via Caffa?
T: sì, orientativamente sì. Mi rendo conto della situazione e quindi cerco… ripeto, mi giro ripetutamente cercando con ampi gesti di richiamare il personale che era poi a P.zza Tommaseo, all’imbocco di P.zza Tommaseo più in giù.
AVV.: la interrompo; i suoi uomini immediatamente aderiscono all’invito o passò qualche momento?
T: passò qualche secondo, anche perché poi la scena si consuma nel giro credo di veramente pochissimo, non so se nell’ordine di secondi o di minuti. A questo punto quindi io cerco di richiamare l’attenzione e ogni tanto mi giravo per controllare la situazione davanti, c’è questo assalto furibondo di questo gruppo contro le camionette, situazione piuttosto… veramente preoccupante, ripeto, vedo distintamente della gente che cerca proprio di sfondare, di colpire la gente che c’era dentro le camionette, vedo uno sopra il cofano della macchina, tutto questo ovviamente continuamente girandomi avanti e indietro…
AVV.: posso fermarvi, per fermarla, mi scusi un attimo, su questo episodio che lei ha già riferito, di una persona sul cofano di una delle due camionette, intanto vorrei sapere quale delle due, quella che poi si libera o quella che rimane incastrata?
T: credo quella che rimane incastrata.
AVV.: temporalmente come lo colloca questo flash di questa persona?
T: mi pare che fosse quando c’erano entrambe le camionette.
AVV.: ma la camionetta era già incastrata o era in movimento quando questo signore balla sul cofano?
T: no, credo che fosse ferma, quindi incastrata.
AVV.: lei ha detto di una folla di persone attorno a questa seconda camionetta, la prima si libera credo abbastanza facilmente…
T: la prima…
AVV.: la sua poi, diciamo così.
T: che poi ho constatato essere mia dopo in realtà all’inizio non ero molto sicuro perché il riflesso del sole sui vetri e la griglia metallica antisfondamento che avevano le camionette davanti al parabrezza non mi dava una buona visuale, non si riconoscevano le persone.
AVV.: prima non ho insistito, ma faccia uno sforzo di memoria, cerchi di ricordare se c’era qualcosa fra le due, al di là della targa, che le distinguesse l’una dall’altra anche visivamente.
T: no, non me lo ricordo.
AVV.: il fatto che la luce lampeggiata dell’una fosse più in alto dell’altra può essere?
T: più in alto non me lo ricordo proprio, ricordo invece che proprio la mia, quella che poi seppi essere la mia, il conduttore mise in funzione la sirena come ultima forma di deterrenza.
AVV.: la sirena, sì, ma io proprio parlavo di distanziazione dal tetto, comunque un elemento secondario.
T: non lo ricordo affatto.
AVV.: vediamo il filmato di questi ultimi istanti prima della morte… lei conferma di non aver sentito spari in quel frangente.
T: sì, confermo.
AVV.: proviamo un attimo a vedere come li sentiamo oggi dal video. [viene mostrato un video al teste] questo rumore di sirena lei lo può attribuire alla sua camionetta?
T: è un’ipotesi, non so se poi fosse solo la mia camionetta ad avere in funzione la sirena perché c’era un altro contingente della Polizia di Stato attestato all’imbocco di P.zza Tommaseo, insomma c’erano altri contingenti.
AVV.: un po’ più in là. C’erano altre camionette o altri mezzi che potessero avere sirene in p.zza Alimonda? Poniamo così la domanda.
T: no, in P.zza Alimonda erano solo queste.
AVV.: lei ha sentito la sirena?
T: me la ricordo.
AVV.: se la ricorda quindi l’ha sentita. Andiamo avanti… questi rumori se li ricorda? Rumori di sfondamento… di assalto, tipici di un assalto ai mezzi.
T: io ricordo un frastuono generale, quindi nel frastuono generale, ci mettiamo il rumore, come dice lei, tipico dell’assalto ai mezzi, magari, che ne so, i vetri sfondati, le urla della gente, la sirena dell’altra camionetta in funzione, quindi tutto un complesso di… diciamo un frastuono generale di fondo.
[prosegue la visione del filmato] rivedendo questo video ha riconosciuto rumori di spari?
T: … rivedendo questo video forse sì, si sentono due, credo, come dire, due rumori che potrebbero essere un’esplosione.
AVV.: due cose che io chiamo chiare detonazioni e che lei definisce due rumori. Va bene, le chiedo, anche con l’aiuto di questo video che le ho mostrato, la camionetta e mi riferisco alla camionetta guidata da Cavataio, era accerchiata da tutte e quattro le parti dai dimostranti? No, scusi, facendo un passo indietro, dove colloca l’episodio che lei ha detto di una persona che ballava sul cofano della jeep?
T: io, ripeto, mi pare di collocarlo quando erano presenti entrambe le camionette sulla…
AVV.: allora riguardiamo quel pezzetto per vedere se qualcuno balla sul cofano…
T: scusi, ma questo era lo stesso filmato che mi ha fatto vedere prima?
AVV.: sì.
T: perché io adesso le due esplosioni dei colpi di arma da fuoco non le ho riconosciute.
AVV.: le abbiamo tagliate un attimo prima se non sbaglio, comunque è lo stesso. Le domando se vede qualcuno che balla.
T: su questo punto vorrei dire questo, se lei ha visto l’inizio del filmato, comincia già quando c’è la sirena della mia Land Rover in funzione, però prima di questo c’è un altro pezzo in cui le macchine erano lì che cercavano di fare inversione, ad un certo punto si sono bloccate, la macchina di Cavataio va contro il cassonetto della nettezza urbana e durante questa fase ricordo di uno sul cofano della Land Rover; dopo, successivamente interviene questa fase e cioè la macchina mia, dopo avere avuto i vetri sfondati riesce comunque a divincolarsi, accende la sirena e va via, quindi prima di questo episodio che ha fatto vedere lei c’è un altro pezzo dell’assalto alle camionette. Poi vorrei dire anche un’altra cosa, che soggiungo, ecco, a proposito della percezione o della non percezione degli spari, che durante tutto questo che lei vede e tra l’altro si vede anche un gruppo di manifestanti che continuano a lanciare pietre all’indirizzo…
AVV.: della seconda camionetta, sì.
T: no della seconda camionetta, all’indirizzo di Via Caffa parte inferiore, lì il primo su Via Caffa ero io con un maresciallo, quindi ho subito una gragnuola di pietrate e non ho sentito… ho sentito un sacco di tonfi sul casco oltre che … diciamo nel frastuono generale ci metto anche i tonfi sul casco…
AVV.: ma io non voglio mica farle dire che l’ha sentito per forza e oggi ci viene a dire che non l’ha sentito, voglio cercare di capire come possa essere che lei abbia sentito per esempio la sirena e non abbia sentito le detonazioni, ma è possibile, non è che sia impossibile.
T: infatti io sto spiegando, come ho detto prima…
AVV.: è un po’ strano, ma è possibile.
T: … che sentivo un frastuono generale in cui rientravano tutto quello che ho già detto ivi incluse le pietrate che ricevevo sul casco.
AVV.: collochiamo più esattamente la distanza sua dal cassonetto per esempio.
T: sì.
AVV.: a quanti metri di distanza era?
T: credo alcune decine.
AVV.: alcune decine va da 12 a 98… ci dica più esattamente.
T: non lo so, 10, 20, 30 metri.
AVV.: rispetto a questa ripresa, per esempio, lei era più vicino o più lontano?
T: guardi, rispetto a questa ripresa io mi sono mantenuto fra l’imbocco di Via Caffa e qualche volta un po’ più indietro, quindi sostanzialmente ...(incompr.) direi che non ho oltrepassato, ecco, se posso dire, direi che non ho oltrepassato l’imbocco di via Caffa entrando in P.zza Alimonda all’incirca è questo.
AVV.: le mostro una foto… rispetto a questo contesto lei dov’era?
T: se mi aiuta.
AVV.: come vede c’è una camionetta incastrata o comunque prospiciente un cassonetto, ce n’è una seconda che sembrerebbe essere già in fase di svincolamento…
T: non lo so, potrei essere questa figura che si vede richiamare col braccio alzato che cerca anche qui di richiamare l’attenzione, questa figura sulla sinistra.
AVV.: io dalle due stellette propenderei perché fosse lei, non ne ho la certezza, ma direi che… è abbastanza…
P.M.: scusi, quali stellette, adesso, per carità… qui le stellette… bisogna avere la criptonite negli occhi…
AVV.: comunque insomma potrebbe essere quello, a me interessava per capire la distanza di quante decine di metri…
P.M.CANCIANI: sì, ma le due stellette non vedo cosa c’entrino, avvocato, mi scusi.
AVV.: ci sono altre foto che mostrano…
P.M.: allora quando mostreremo le altre foto faremo riferimento alle due stellette.
AVV.: allora io le pongo la domanda, può essere lei quello lì sulle strisce che guarda e che chiama, sembra chiamare con un gesto ampio della mano, altre persone?
T: potrei essere io, però ovviamente non ne sono certo.
AVV.: se ponessimo come presupposto che è lei, a suo dire, quant’è la distanza fra quel punto lì e il cassonetto?
T: non lo so, potrebbe essere misurata comunque…
AVV.: alcune decine di metri?
T: no, senza dubbio inferiore.
AVV.: in questo contesto mi sembra che ancora non si è determinata alcuna morte perché siamo ancora a due camionette, no?
T: sì.
AVV.: ecco, lei quand’è che vede un corpo disteso per terra?
T: dunque, vedo il corpo disteso per terra, il primo Land Rover si era già allontanato, dopo che il Land Rover si allontana io vedo il corpo disteso per terra.
AVV.: prima del corpo disteso per terra ha visto, come dire, qualcosa all’interno della camionetta oppur no?
T: no, qualcosa cosa intende, scusi?
AVV.: qualche movimento, qualche persona, segnatamente anche una pistola dentro la camionetta o che sporgeva dalla camionetta?
T: no, no.
AVV.: ma non l’ha vista perché non vi ha prestato attenzione, perché era rivolto altrove oppure presume lei perché non è successo?
T: guardi, non l’ho vista tourt-court direi perché…
AVV.: ma lei stava facendo attenzione a ciò che accadeva prima alla sua camionetta e poi alla camionetta rimasta incastrata?
T: sì, confermo prestavo attenzione alla situazione generale e nel contempo avevo diciamo la preoccupazione di cercare di richiamare il contingente che si era allontanato verso la zona.
AVV.: quando ha visto il corpo per terra qual è stata la sua reazione, cosa ha fatto?
T: quando ho visto il corpo per terra non ho fatto assolutamente nulla, cioè c’era una situazione di attacco in atto, quindi questa autovettura era ancora soggetta…
AVV.: un attimo, mi scusi se la interrompo, ma qua contano anche le frazioni di secondo, dopo gli spari c’era ancora una situazione di attacco in atto per come ha visto lei?
T: intanto questo prima o dopo gli spari io non lo so collocare perché, come le dico, non ho sentito gli spari.
AVV.: allora prima o dopo il corpo per terra, dopo il corpo per terra c’era ancora una situazione di attacco in atto?
T: credo di sì.
AVV.: crede… mi scusi, qui non è questione di memoria, non può credere, o l’ha visto o non l’ha visto e se l’ha visto ci dica in cosa consisteva questo attacco in atto.
T: ritengo che ci fosse una situazione ancora di attacco in atto sostanzialmente era lo stesso gruppo che ancora era vicino alla camionetta, quindi si faceva sotto alla camionetta con le stesse intenzioni precedenti.
AVV.: attaccavano la camionetta ancora quando il corpo era già per terra?
T: credo di sì.
AVV.: credo… sì o no?
T: no, credo di sì, questa è la risposta.
AVV.: cosa facevano per attaccare la camionetta, visto che crede di sì, quanti erano dopo che il corpo era ancora per terra coloro che attaccavano la camionetta.
T: non le so dare un numero preciso, mi rifaccio a quello che ho visto per tutto il corso della scena, erano diverse decine, diverse decine parlo di quelli proprio a contatto, le metologie di attacco erano spranghe, bastoni, pietre, molte pietrate, quindi lancio di oggetti contundenti, lancio di oggetti contundenti peraltro che continuava anche nei confronti miei e del maresciallo …
AVV.: lei ha visto spranghe e bastoni contro la camionetta residua anche dopo che c’era un cadavere per terra?
T: non so darle questa risposta così precisa, io ricordo di un attacco di spranghe e bastoni e lancio di oggetti contundenti nel corso di tutta la fase, ne ho subito anche le conseguenze, ho visto le conseguenze che c’erano sulle due Land Rover, però se nel secondo esatto che il corpo era per terra la campagnola in quel momento fosse tuttora diciamo attaccata con spranghe o con bastoni, questo non so collocarglielo in maniera così precisa.
AVV.: chi sono stati i primi ad avvicinarsi al corpo del giovane per terra?
T: ritengo che siano stati gli stessi Carabinieri che sono tornati sul luogo dopo essersene allontanati, nel senso che quando la campagnola si svincola e va via da quell’area, tra l’altro, come ho già detto, travolgendo il corpo, contestualmente arrivano sul posto i primi carabinieri che si erano allontanati verso P.zza Tommaseo.
AVV.: allora chiariamo un momento questi istanti, qua siamo ancora con il corpo per terra.
T: sì.
AVV.: posso dire che siamo un attimo prima o un attimo dopo che la camionetta è passata sul corpo del giovane?
T: direi di sì.
AVV.: quanti dimostranti vede assaltare questa camionetta in questa foto?
T: in questa foto ne vedo uno, però non vedo tutto quello che c’è attorno alla foto.
AVV.: no, certo, io difatti le ho chiesto in questa foto. Andiamo alla foto successiva, lei ha detto che il primo a prestar soccorso al corpo è stato un carabiniere? Mi dicono che va citata la foto altrimenti in registrazione non … allora questa che le abbiamo mostrato in cui lei dice che si vede un unico dimostrante è la numero 120.4 ora le mostro la numero 120.2… non è esattamente quella che volevo, io volevo una in cui si vede un dimostrante che soccorre il corpo del giovane… 65Folimpia128; questo momento, pacifico che questa persona non è un carabiniere, posso darlo per acquisito?
T: convengo con lei.
AVV.: questo momento quando si colloca temporalmente, sulla base di ciò che lei ha visto, ma ha detto che ha seguito continuamente con gli occhi quel punto, quindi ce lo dica.
T: questo ritengo che sia l’immediatezza… nell’immediatezza dell’evento quando cioè la campagnola si è appena allontanata e i primi Carabinieri devono ancora arrivare sul posto, dove c’è il corpo riverso a terra, ritengo.
AVV.: quindi i primi a soccorre il corpo non sono stati i Carabinieri, come ci ha detto un attimo fa.
T: no, io non ho detto che i primi a soccorrere il corpo sono stati i Carabinieri, io ho detto che sono stati i primi ad avvicinarsi.
AVV.: non cambia niente, questo mi sembra più vicino…
P.M.CANEPA: no, avvicinarsi non è soccorrere, scusi, abbia pazienza.
AVV.: allora pongo la domanda, questo signore si è allontanato prima o dopo i carabinieri?
T: ritengo prima, tra l’altro non so neanche se stia soccorrendo o cosa, in ogni caso ritengo prima, i Carabinieri che erano andati via sono stati poi … si sono avvicinati immediatamente dopo ritengo, si sono avvicinati al corpo immediatamente dopo, io ho detto tra l’altro che…
AVV.: allora qualcuno si è avvicinato prima, possiamo dire così?
T: più che avvicinato prima probabilmente era già presente sul posto perché…
AVV.: anche lei era presente sul posto, colonnello, con chi pensa di avere a che fare, con dei bambini dell’asilo.
P.M.: Presidente, con chi pensa di avere a che fare l’avvocato, stiamo andando avanti da ore su uno dei passaggi più fotografati, cerchiamo…
AVV.: proprio perché sono più fotografati, dottoressa, non mi si può venire a dire…
PRES.: no, avvocato, sto parlando io; credo di aver lasciato la massima libertà…
AVV.: prendo atto.
PRES.: con il massimo rispetto anche nei suoi confronti, però lei ha davanti un teste e come tale lo deve trattare…
AVV.: mi scuso con il teste e con voi soprattutto. Allora, i primi carabinieri che si avvicinarono al corpo del giovane per terra cosa fecero, ci dica, come dire, come si son svolte le cose da quel momento in poi.
T: dunque, i primi Carabinieri che arrivarono sul posto ritengo che si sistemarono diciamo lì nella zona per capire cosa era successo per ripresidiare la zona, perché tra l’altro la prima esigenza, come credo sia stato dimostrato anche dalla foto precedente, era che la zona non era ancora totalmente sgombera di manifestanti quindi la prima esigenza fu di sgomberare comunque la zona dai manifestanti residui; dopodiché, per quello che ho visto, si misero a presidio della zona e, che io ricordi arrivò praticamente subito una … questa donna con simboli da soccorso medico che si occupò del corpo, personalmente, dopo che vidi che la zona era stata di nuovo sotto presidio cercai subito, come dico, di capire come ho detto, dove erano finite le due Land Rover, sia per sapere se qualcuno dei Carabinieri era ferito gravemente o meno, sia per cominciare già subito a ricostruire la dinamica dell’evento.
AVV.: ecco, a proposito di questo, lei che impressioni ebbe, si avvicinò, tanto per cominciare si avvicinò al corpo del giovane o no?
T: sì, mi avvicinai, ma no mi soffermai ad esaminare con attenzione il corpo del giovane, mi avvicinai un paio di volte, ma non proprio con l’intento di esaminare…
AVV.: lei ha già detto che lì per lì tendeva ad attribuire la morte al fatto di essere stato …
T: sì, io ero convinto che la causa fosse il fatto di essere stato travolto dalla nostra macchina.
AVV.: vide sangue ?
T: sì, posso ricordare che c’era del sangue.
AVV.: il sangue era all’altezza della testa, all’altezza del torace, all’altezza del bacino?
T: be’, c’era una grossa macchia di sangue che più o meno andava dall’altezza, se ricordo bene, del tronco e della testa.
AVV.: collo e testa.
T: tronco e testa.
AVV.: verso l’alto comunque, la parte alta del corpo.
T: la parte superiore, sì.
AVV.: senta, qualcuno riscontrò una ferita d’arma da fuoco? In che momento e chi fu il primo a riscontrarla o perlomeno il primo a riferirlo a lei.
T: diciamo nei minuti successivi all’evento, quando la situazione si stava stabilizzando… non stabilizzando, ma insomma c’era meno concitazione, fu proprio il maggiore Cappello che mi disse – qui si parla di una ferita d’arma da fuoco, che questo qui è colpito da una ferita d’arma da fuoco – e rimasi per la verità interdetto perché, come ho già detto prima, mi sembrava veramente strano non essermi accorto che c’era stata l’esplosione di colpi d’arma da fuoco eppure così era, quindi questo fu l’inizio di quando io cominciai ad apprendere notizia che ci poteva essere questa ferita di colpi d’arma da fuoco.
AVV.: più o meno dopo quanti minuti dal fatto? E’ difficile, capisco, collocarlo, ma…
T: non lo so, guardi, sinceramente non lo so.
AVV.: l’ordine di qualche minuto o ci volle di più?
T: forse ci volle di più, io tra l’altro la cosa che invece dissi io a Cappello, forse prima che lui mi facesse questo discorso, dissi – guarda che forse la tua macchina ha arrotato questo qui – e anche lui fu diciamo sorpreso da questa cosa perché ovviamente non se n’era accorto, non aveva visto la scena. Quindi, ecco, seguono ovviamente dei minuti molto concitati, in cui si cerca di capire quello che è successo…
AVV.: ecco, ma vorrei capire se erano minuti o se ci volle mezzora per capire quel che era successo, perlomeno per avere un po’ più di chiarezza.
T: forse dopo mezzora qualcosa di più chiaro c’era, perché poi tra l’altro qualche notizia, ritengo, venne proprio da personale medico che era intervenuto sul posto.
AVV.: dopo quanto intervenne il personale medico?
T: non lo so io ricordo di questa donna veramente dopo pochissimo.
AVV.: no, ma un’ambulanza, per esempio?
T: l’ambulanza anche quella credo dopo poco tempo, adesso non so dirle, francamente non lo so se erano due minuti o dieci, però…
AVV.: lei interpellò i medici dell’ambulanza?
T: no, non interpellai i medici dell’ambulanza.
AVV.: o seppe che cosa avevano constatato i medici dell’ambulanza?
T: no, non interpellai i medici dell’ambulanza, però adesso non ricordo se parlando con Cappello, con Lauro, si disse che c’era la possibilità … avevano riscontrato una ferita d’arma da fuoco e quindi la cosa mi cominciava … mi mise… la preoccupazione in testa di recuperare il personale che aveva avuto parte a questa scena per capire quello che fosse successo.
AVV.: senta, se è possibile tecnicamente volevo farle sentire una telefonata, intanto ci dirà se lei ha partecipato a questa telefonata, è già agli atti, canale 4 n. 112, la possiamo sentire… [si procede all’ascolto della telefonata] questa è la telefonata che le volevo fare ascoltare, ci può dire fra chi era?
T: sì, era tra me e il Generale Desideri all’epoca Comandante della Regione Carabinieri Liguria.
AVV.: dove si trovava il Generale?
T: credo in Centrale Operativa, sì, in centrale operativa.
AVV.: e lei si trovava sul posto a quel punto?
T: sì.
AVV.: la telefonata comincia alle 18.04 dura poi quello che abbiamo sentito, alcuni minuti; volevo sapere, lei durante questa telefonata si è reso conto o le è arrivata notizia che c’era anche un colpo di arma da fuoco?
T: no, direi che se n’è cominciato a parlare anche prima, infatti se non sbaglio all’inizio della telefonata io dico anche, se non sbaglio, al Generale Desideri che c’è la possibilità però che ci fosse questa ferita da colpo d’arma da fuoco.
AVV.: sì, però di una ferita sotto l’occhio ne parla verso l’ottavo minuto, più esattamente ne parla in riferimento a ciò che dice il 118, comunque la telefonata questa è, poi la valuterà il Tribunale per ciò che è e per ciò che ci rivela. Le chiedo, ma del tutto en passant, a cosa poteva mai riferirsi il Generale in quel suo inciso iniziale, un po’ colorito, sulle banane.
P.M.: forse è da chiedere al generale non al teste qui presente, vista la frase colorita.
AVV.: io chiederò anche di sentire il Generale, però intanto Truglio ci può dire a cosa pensa che il Generale si riferisse.
P.M.: Presidente io mi oppongo, poi possiamo andare avanti ore su questo.
PRES.: obiezione del P.M. completamente fondata, lei lo sa benissimo, spero che lei non faccia delle domande a caso, quindi evidentemente ha un motivo per farlo, se la risposta è semplice e banale, visto che parliamo di banane, sentiamola.
AVV.: la domanda allora la posso rendere esplicita, dire, le risulta che in questa espressione colorita il Generale… le risulta per averlo appreso successivamente, naturalmente, potesse fare riferimento ad un addebito di responsabilità nei confronti di personale dell’Arma o altro?
T: non ho idea, guardi.
AVV.: non ha idea, lo chiederemo al Generale. Due domande di chiusura…
PRES.: per mia ignoranza, non abbiamo capito assolutamente nulla di questa domanda.
AVV.: il Generale dice una frase che l’avete sentita… io voglio cercare di capire qual è il senso…
PRES.: lei quindi intende dire che è un linguaggio colorito…
AVV.: attraverso un linguaggio molto colorito e molto esplicito…
PRES.: allora mi scusi, la domanda forse da fare al teste è questa, com’è che ha inteso questa frase, cioè l’ha capita, non l’ha capita, non c’ha fatto caso?
P.M.: ci riferiamo alla frase che il Generale dice che: - potrebbero lasciare prevedere un giro di banane in culo che metà basta, allora spiegami… è questa la frase su cui stiamo dibattendo?
AVV.: è questa la frase…
PRES.: quindi lei l’ha presa come una frase colloquiale…
T: sì, non c’ho fatto caso, ero più interessato ad occuparmi della questione che avevamo in mano.
AVV.: ma allora, visto che era così interessato ad occuparsi di ciò che aveva davanti agli occhi, era morto o non era ancora morto questo giovane alle 18.04?
T: era deceduto.
AVV.: era già stato posto qualche referto sulle modalità della morte da parte dei clinici?
T: era già…?
AVV.: stato posto un referto sulle modalità della morte da parte dei clinici che sono intervenuti, da parte del 118?
T: dunque, non lo so, non lo so, perché io non le ho avute in mano, mi pare che i rilievi sul posto furono eseguiti dalla Squadra Mobile, quindi non da noi, mentre io mi preoccupavo di capire quale fosse stato la dinamica degli eventi.
AVV.: proprio in ordine alla dinamica, mi sembra che le modalità della morte abbiano a che fare con la dinamica, comunque se lei mi dice che non era nei suoi interessi, ne prendo atto.
T: non ho detto questo, ho detto che se ne stava occupando qualcun altro mentre io mi sentii responsabilizzato a capire quale parte avessero avuto i militari che io avevo visto, i militari dell’Arma che erano con me, nella vicenda.
AVV.: senta, l’arma di Placanica le risulta che sia stata sequestrata?
T: non lo ricordo, non ricordo se e quando sia stata sequestrata, ritengo di sì.
AVV.: può essere stata sequestrata da lei oppure no?
T: no, non da me.
AVV.: certamente non da lei.
T: no.
AVV.: non sa dire se è stata sequestrata o non è stata sequestrata?
T: no, non lo so dire.
AVV.: sa se vi è stata un’indagine interna all’interno del Corpo dei Carabinieri in generale sui fatti di quella giornata e più in particolare sulla morte di Carlo Giuliani?
T: lei allude a…
AVV.: non un’indagine disciplinare, questo ci ha già detto che il disciplinare consegue al penale, un’indagine conoscitiva interna.
T: dunque, è stato fatto un seminario in cui si è un po’ parlato di lezioni apprese, ma con riferimento a tuta l’esigenza G8.
AVV.: no, io volevo sapere se è stata fatta un’indagine conoscitiva per accertare eventuali responsabilità o per assegnare medaglie al valore o cose di questo genere, cioè un’indagine, non un seminario discussivo.
T: dunque, se credo di interpretare il significato che lei vuole dare a indagine, da noi, nell’Arma dei Carabinieri prende solo la forma, solo ed esclusivamente la forma di un’inchiesta disciplinare che, come ho detto, consegue ad un procedimento penale.
AVV.: quindi nessuno, attraverso un procedimento interno, è stato sentito in ordine ai fatti di quella giornata dai superiori, diciamo, all’interno del Corpo dei Carabinieri…
T: no, è stato fatto un seminario di lezioni apprese in cui sono state esaminate le relazioni anche di quella giornata.
AVV.: ma lei è stato sentito su ciò che è accaduto dai suoi superiori?
T: no, io sono stato sentito dall’Autorità Giudiziaria…
AVV.: sì, questo lo so.
T: ai superiori ho riferito, ho rapportato quello che era successo.
AVV.: e non vi è stata un’indagine che non fosse la sola acquisizione dei rapporti? Che lei sappia.
T: riferita all’episodio morte di Carlo Giuliani?
AVV.: anche riferito all’intera giornata e, se vogliamo esser più ampi, anche riferito alle intere tre giornate del G8.
T: che io sappia ci sono state delle relazioni che sono state inviate d’urgenza e che sono state sicuramente esaminate dal vertice.
AVV.: però, che lei sappia, lei non è stato..
T: io non …
AVV.: non è stato sentito e non sa di altri che siano stati sentiti, non in sede penale… d’indagine penale, parlo di indagine interna, quella che in altri campi sarebbe un’indagine amministrativa.
T: diciamo che io sono stato sentito nell’immediatezza dai miei superiori, dal Colonnello Tessere e dal Generale Desideri, sono stato sentito nel senso che ho riferito quello che era successo, ho fatto il mio, per così dire, rapporto, li ho resi consapevoli dell’accaduto secondo la mia, come dire, la mia ricostruzione, le mie conoscenze. Poi se lei si riferisce sentiti sotto forma di un’inchiesta, ribadisco che da noi questo tipo di inchiesta prende la sola forma dell’inchiesta disciplinare e consegue normalmente ai fatti di rilevanza penale che sono già stati esaminati dall’Autorità giudiziaria.
AVV.: quindi quando lei fu sentito dal Generale Desideri non ve n’è traccia…
T: no, il Generale Gallitelli non l’ho nominato…
AVV.: Desideri…
T: ah Desideri, sì, scusi.
AVV.: ho detto Desideri. Non ve ne è traccia in una verbalizzazione?
T: no.
AVV.: nient’altro, grazie.
PRES.: le volevo fare una domanda brevissima; lei sa che il Giudice non conosce gli atti del procedimento, lei è ufficiale di Polizia Giudiziaria, no?
T: sì.
PRES.: lei è stato già sentito dal Magistrato?
T: come scusi?
PRES.: è stato sentito dal Magistrato, dal P.M. in sostanza?
T: sono stato sentito in merito ai fatti di P.zza Alimonda dal Magistrato…
PRES.: dal Pubblico Ministero?
T: dal Pubblico Ministero, sì.
PRES.: con più di un verbale, un verbale…
T: un verbale.
PRES.: una volta sola ?
T: una volta.
PRES.: solo nel procedimento relativo a P.zza Alimonda.
T: esattamente.
PRES.: le foto che lei ha visto oggi le sono state già sottoposte altre volte? I filmati li ha rivisti in qualche occasione che sia o televisione o occasione processuale in senso stretto oppure parlando con i suoi colleghi, ufficiali, superiori o altro?
T: sì, le foto … molte di quelle che mi riguardano le ho già viste, sono disponibili in rete..
PRES.: ma si ricorda se le ha viste in sede personale o in sede ufficiale? Ufficiale, insomma perché gliele ha fatte vedere qualcuno chiedendo chiarimenti.
T: ricordo che il Pubblico Ministero prima di sentirmi mi mostrò qualcuna di queste foto.
PRES.: quindi di fronte a queste immagini in nessun caso si è trovato… perché son passati anche sei anni, in nessun caso si è trovato, diciamo così, alla sprovvista, aveva già avuto diciamo contezza, le aveva già viste queste immagini?
T: sì, sostanzialmente sì.
P.M.CANCIANI: mi scusi Presidente, possiamo chiedere semplicemente per specificare, quando è stato sentito dal Pubblico Ministero rispetto ai fatti?
T: sono stato sentito la sera stessa del 20 luglio.
PRES.: una sola volta?
T: una sola volta.
PRES.: è stato fatto verbale?
T: sissignore.
PRES.: ha fatto delle relazioni scritte?
T: no, non ho fatto nessuna relazione scritta.
PRES.: al Comando dell’Arma in nessun caso?
T: non ho fatto nessuna relazione scritta perché sono stato verbalizzato, diciamo così, dall’Autorità Giudiziaria.
PRES.: quindi anche in tutti i verbali riassuntivi che ci sono, descrizione dei fatti, non c’è mai la sua firma?
T: no, mai.
PRES.: io, ripeto, perché non lo so, non è una domanda ad effetto.
T: no, mai, credo che ci fosse anche un motivo, per così dire, organizzativo nel senso che lì ogni comandante di contingente riferì su tutta l’attività complessiva del proprio contingente nella giornata, quindi diciamo io avevo avuto delle partecipazioni o comunque delle visioni non unitarie dell’attività che aveva fatto un singolo contingente nell’arco di tutta la giornata, quindi.
PRES.: comunque, dico, è una circostanza che apprendo adesso, siccome tutti quanti avevano un qualche atto scritto, un qualche, diciamo… un qualche atto su cui riferire, quindi lei viene interrogato oggi dal P.M. e dai difensori senza un brogliaccio, diciamo, senza una traccia che le parti potevano seguire per sapere quale sarebbe stata la sua deposizione, tranne l’interrogatorio reso al P.M.? Interrogatorio corposo, che lei ricordi, era molte pagine, era molto lungo?
T: be’, non me lo ricordo, comunque fu abbastanza approfondito.
PRES.: è soltanto per rendermi conto, non è una…
T: sì, fu un interrogatorio approfondito, devo dire poi, Presidente, che io ho letto molto della vicenda su dei siti, sul sito indimedia.org che mi ha dedicato molte pagine, quindi spesso sono andato a leggere, ho addirittura letto lì alcuni… c’era la pubblicazione di alcuni atti di questo processo, insomma, ho letto molto lì su quel sito, c’erano foto disponibili, molte delle foto che ho visto oggi me le ritrovavo su quel sito.
PRES.: questo comunque in tempi più recenti comunque, evidentemente non nell’immediatezza dei fatti, diciamo, non so, un anno fa, due anni fa le ha viste, tre anni fa?
T: sì, sono stati disponibili per molto tempo, sono uscite quasi subito e sono stati disponibili questi filmati e queste foto per molto tempo, credo che lo siano tuttora, se uno fa una ricerca li trova ancora.
PRES.: io intendevo dire un’altra cosa, le chiedevo lei queste immagini le ha viste recentemente o …
T: no, recentemente… di recente francamente non più, di recente no.
G.A L. DR. GATTI: io avrei bisogno di un chiarimento in merito al ripiegamento del contingente del Maggiore Cappello; innanzitutto ha detto che faceva parte del battaglione…?
T: Sicilia.
G.A L. DR. GATTI: siamo in P.zza Alimonda… questo contingente di quante persone sarà stato composto?
T: il numero esatto non lo ricordo, so che non era il contingente completo, perché era già stato, come dire, diviso e comunque direi che era più che dimezzato, il contingente della CCIR del battaglione Sicilia era originariamente di circa duecento uomini.
G.A L. DR. GATTI: e lì quanti ce ne sono?
T: in P.zza Alimonda non troviamo duecento uomini, credo che era stato più che dimezzato sia per il fatto che comunque era già stato diviso in aliquote, quindi già come predisposizione, come pianificazione era già diviso in aliquote e poi verosimilmente perché forse aveva anche avuto qualche defezione durante il corso della giornata, quindi non direi che arrivassero a cento, probabilmente erano molti meno.
G.A L. DR. GATTI: questo ripiegamento che è stato improvviso, abbastanza veloce, in che direzione si è mosso, sono andati tutti insieme o si sono sparpagliati?
T: dunque, il ripiegamento inizialmente …
G.A L. DR. GATTI: io vorrei che lei facesse riferimento alla cartina che ha davanti perché ci sono dei nomi delle vie, prima mi sembra che abbia detto qualcosa, ma vorrei un punto più preciso, dove sono andati questi suoi colleghi e sottoposti?
T: il contingente è in Via Caffa, parte superiore, ripiega inizialmente…
G.A L. DR. GATTI: parte superiore, scusi se la interrompo, intende la parte tra P.zza Alimonda e Via Tolemaide.
T: esatto. Mentre il contingente è attestato lì c’è questo urto, questo schianto, il contingente comincia a ripiegare, dapprima preservando più o meno una certa unità, dopo, man mano che continuava ad indietreggiare questa unità si è sfaldata, il ripiegamento è stato per la verità scomposto, quindi … anzi addirittura i Carabinieri si sono girati e sono andati via e sono andati via piuttosto..
G.A L. DR. GATTI: aspetti, aspetti. Questo momento nel quale si scompone il contingente, avviene ancora nella parte superiore di Via Caffa o già in P.zza Alimonda?
T: direi che è iniziato in Via Caffa per poi proseguire ed aggravarsi o comunque accentuarsi in P.zza Alimonda.
G.A L. DR. GATTI: e di lì dove sono andati?
T: francamente io non ho un’idea precisa se siano andati tutti verso Via Caffa parte bassa oppure se qualcuno si è addirittura ancora più sfrangiato, però questo ripiegamento era molto sfrangiato per l’appunto, diciamo io cercavo di mantenere sempre la visione in avanti e non mi preoccupavo di quello che succedeva dietro… non mi preoccupavo, non prestavo tanta attenzione a quello che succedeva dietro.
G.A L. DR. GATTI: è comprensibile. Mi sembra di avere capito, nel corso della sua deposizione, che almeno una parte di questi suoi Carabinieri dipendenti, si è diretto verso P.zza Tommaseo passando per la parte meridionale, verso mare, di via Caffa? Ho capito bene?
T: sì, esatto.
G.A L. DR. GATTI: lei li ha visti arrivare in P.zza Tommaseo per quanto lei ovviamente guardasse in avanti, fosse distratto da mille cose, li ha visti proprio arrivare in P.zza Tommaseo o soltanto andare nella direzione?
T: io li ho visti andare nella direzione e poi credo di aver visto anche che si tornavano un po’ a raggrupparsi all’imbocco di P.zza Tommaseo, non fosse altro perché, come dicevo, mi giravo cercando di richiamare la loro attenzione, quindi mi giravo verso quella direzione dove…
G.A L. DR. GATTI: non potevano essere tanto lontani se lei li richiamava.
T: sì, parliamo di imbocco di Via Caffa parte inferiore fino a Via Tommaseo.
G.A L. DR. GATTI: lei prima, parlando di sirene, sulle domande dell’avvocato, ha fatto riferimento ad un contingente di Polizia di Stato.
T: sì.
G.A L. DR. GATTI: si ricorda dov’era questo contingente?
T: all’imbocco di P.zza Tommaseo, Via Caffa-P.zza Tommaseo, quella zona lì.
G.A L. DR. GATTI: allora, se ricordo bene, io adesso vado un po’ a memoria, nel febbraio del 2005 abbiamo sentito il dirigente di Polizia di questo contingente che stava all’imbocco di Via Caffa come dice lui guardando su P.zza Tommaseo e ci ha riferito del contingente invece di Carabinieri che stava su Via Caffa guardando P.zza Alimonda, cioè, se ho capito bene, quello del Maggiore Cappello.
T: sì.
G.A L. DR. GATTI: quando questo teste, che si chiama Fiorillo ha fatto riferimento alla ritirata, diciamo, allo spostamento che lei ha definito scomposto, di questo contingente dei Carabinieri, non mi sembra che abbia fatto riferimento ad una direzione verso di loro, cioè verso P.zza Tommaseo, ma un’altra direzione che non ha saputo specificare, quindi questa mattina questa sua dichiarazione che questi Carabinieri vanno verso P.zza Tommaseo quindi verso questi poliziotti mi sembra leggermente diversa, ricorda bene? Magari si è sbagliato lui o mi sbaglio io nel ricordare quello che ha detto; sono andati proprio in quella direzione?
T: guardi, io credo di ricordare che di sicuro il ripiegamento era molto scomposto e sfrangiato, quindi si erano anche … come dire non era un reparto unitario, ma ormai erano un po’ gruppetti, un po’ isolati, etc. Io credo di ricorda perché qualcuno sia andato direttamente verso P.zza Tommaseo percorrendo Via Caffa, però da questo che mi dice adesso non posso escludere che sia magari passato invece qualcun altro da qualche altra stradina laterale, per esempio Via Ilice, da quello che vedo qui adesso, di sicuro però, girandomi, io guardavo il fondo di Via Caffa, imbocco P.zza Tommaseo perché li mi sembrava che … anzi ho visto che qualcuno si era raggruppato comunque lì in quella direzione.
G.A L. DR. GATTI: comunque lei si trovava all’imbocco di Via Caffa lato sud, lato mare.
T: sì, esatto.
G.A L. DR. GATTI: grazie.
PRES.: volevo ancora un chiarimento; la telefonata che vi ha fatto sentire la difesa, l’aveva già risentita in precedenza?
T: no.
PRES.: cioè oggi la risente per la prima volta?
T: sì.
PRES.: ne aveva un ricordo diretto di questa telefonata?
T: sì.
PRES.: perché ne aveva un ricordo diretto, qualcuno gliel’ha fatta ricordare, qualcuno le ha detto – ti ricordi quando ci siamo parlati - ?
T: no, avevo un ricordo diretto intanto perché avevo parlato con il Generale Desideri che era il comandante della Regione Liguria e perché ricordo di questa sua diciamo … era ansioso di sapere notizie esatte ed io ricordo che obiettivamente queste notizie esatte non ero ancora in grado di dargliele, con riferimento soprattutto all’esistenza o no della ferita di colpo d’arma da fuoco sul corpo di Giuliani, quindi in relazione a questo la telefonata la ricordavo.
PRES.: quindi si era già posto qualche domanda a se stesso… cioè io penso sempre, se uno mi registra io so che in questo momento sono registrato perché sto parlando con lei in questo processo, quando lei ha telefonato sapeva che era registrato perché sapeva che c’era un centro operativo che aveva una sua memoria, però evidentemente è una conversazione più libera, cioè non è che uno parla per la posterità, parla nell’immediatezza, nella concitazione del momento.
T: sì.
PRES.: ripensandoci… ha qualcosa in particolare che ripensadoci dice – ma potevo essere più chiaro, potevo essere più preciso, forse non sono stato chiaro, forse non è stato chiaro il Generale - oppure… La difesa addirittura le ha suggerito la possibilità che le venisse detto – stia attento perché ci possono essere dei problemi per l’arma o per le persone direttamente interessate –
T: no, questo francamente non era una mia preoccupazione e non la percepii come tale, percepivo che il fatto era grave, che avevo poco prima cominciato a prendere cognizione del fatto che, differentemente da come pensavo all’inizio ci poteva essere la ferita di colpo d’arma da fuoco, la cosa più importante per me era cercare di accertare se ci fosse o no effettivamente questa ferita di colpo d’arma da fuoco.
PRES.: quando è stato interrogato dal P.M. aveva già una contezza precisa dei fatti, aveva già sentito i suoi uomini, aveva già raccolto delle informazioni?
T: sostanzialmente sì perché avevamo già ricostruito, ricordo che comunque il Maresciallo che aveva portato Placanica in ospedale disse che effettivamente Placanica aveva sparato questi colpi d’arma da fuoco quindi c’era una cognizione già più netta.
PRES.: comunque lei poi al suo Comando ha riferito di essere stato interrogato dal Pubblico Ministero?
T: sì, sì.
PRES.: però a voce e non per iscritto.
T: non per iscritto, esattamente.
PRES.: perché è un po’ singolare, insomma, che non ci sia una sua relazione scritta sui fatti. Non lo so, dico normalmente, cioè in tutti i processi che ho visto nella mia vita, c’è sempre una relazione da parte del … anche perché lei aveva una sua responsabilità in campo, diciamo, lei ha parlato di una responsabilità delle relazioni fatte dai vari comandanti dei vari gruppi, lei poi era… ripeto, solo per saperlo, per capire.
T: sì, non mi venne richiesta…
PRES.: cioè nessuno glielo ha chiesto, ma nessuno le ha anche detto – non scrivere niente - ?
T: no, assolutamente, mi venne richiesta una relazione specifica sui fatti perché ritengo i fatti erano già oggetto di esame dell’Autorità giudiziaria.
PRES.: per completare il discorso che ha avviato al difesa, l’Arma non ha fatto una sua ricostruzione dei fatti?
T: se lei intende dire una ricostruzione autonoma rispetto al procedimento giudiziario no, l’Arma ritengo che abbia atteso l’esito del procedimento giudiziario prima di porre le sue valutazioni con riguardo all’accaduto specifico di P.zza Alimonda. Cioè se la richiesta è se c’è stata o no un’inchiesta parallela sul fatto specifico?
PRES.: vede, perché la difesa le ha ogni tanto fatto una domanda implicita, dicendo – ma nessuno si è pentito di quello che è successo - ? cioè non ha avuto qualche momento di flash tipo – si poteva fare una cosa diversa – La difesa riferiva la decisione se avanzare, se non avanzare, come avanzare, dopodiché lei diceva – ma comunque non ho deciso io, quindi no è responsabilità mia – Il problema non è la sua valutazione, il problema è come fatto storico, lei in qualche momento non si è posto il problema – ci stiamo mettendo in culo di sacco – come si dice… cioè una situazione senza uscita?
T: diciamo che la situazione effettivamente attirò la mia attenzione perché poteva essere, come dire… non esente da profili di rischio, credo che fosse il motivo per cui io poi rimasi lì, per verificare cosa stesse succedendo.
PRES.: perché al di là della responsabilità sui singoli episodi, dico, non ci può essere stato… questo qua glielo chiedo proprio come fatto storico, cioè da parte sua non c’è mai stato il dubbio di aver commesso, o lei personalmente o altri colleghi suoi, o non colleghi suoi, tipo appunto la Polizia di Stato, degli errori nella gestione di quei momenti? Non lo so, glielo chiedo perché la difesa poi ha i suoi consulenti tecnici, non so le domande che farà… lei dice che la camionetta doveva stare dietro perché fa parte del protocollo, quindi è chiaro che c’è tutta una procedura, ma c’è qualche momento in cui lei ha avuto dei dubbi sul fatto che nella concitazione del momento si potevano prendere decisioni diverse?
T: guardi, lì sul momento non mi sono posto questo problema se una decisione fosse congrua, se fosse aderente o no, e poi, rispetto a quello che è successo immediatamente dopo questo problema diciamo è stato superato, da, come dire, non c’è stato un momento di riflessione perché è stato superato dalla gravità di quello che era successo e di tutto quello che ne conseguiva.
PRES.: cioè la gravità della morte ha superato i problemi precedenti?
T: esatto.
P.M. CANEPA: proprio con riferimento alle telefonate, le è stata fatta sentire una telefonata delle 18.04.30 intercorrente fra lei e il Generale Desideri, era la prima telefonata che aveva con qualche suo superiore o aveva già…
T: no, era la seconda.
P.M.: vorrei far sentire una telefonata, sempre intercorrente sul canale 112, la numero 212 per vedere se è telefonata in cui il colonnello si riconosce e se è quella telefonata che dice di avere fatto prima di quella delle 18.00. [viene fatta ascoltare al teste una telefonata] è questa la telefonata a cui faceva riferimento?
T: sì, era una telefonata tra me e il Colonnello Tessere.
P.M.: telefonata delle 17.46.52, quindi è la prima telefonata che ha fatto per dare notizia a qualche superiore di quello che era accaduto?
T: era la prima telefonata… esattamente, per comunicare la notizia.
P.M.: grazie, non ho altre domande.
AVV.TAMBUSCIO: ancora una domanda, naturalmente l’ultima, torniamo alla serata del 20, intorno alle 20.00 di sera, lei era più o meno nella caserma di San Giuliano, dico più o meno nel senso stava negli uffici del Nucleo Operativo o comunque in caserma di san Giuliano, ecco, lei sa se il Generale … mi scusi, allora Colonnello Leso, si è occupato in qualche modo della pratica del decesso? Glielo chiedo perché era suo diretto superiore, giusto?
T: sì, sì, era la persona a cui mi riferivo, Leso se non sbaglio lo incontrai alla fiera, lo informai dell’accaduto, ma fu una cosa velocissima perché convenimmo che… credo poi tra l’altro che ci fossero già stati contati con il Comando Provinciale, convenimmo che dovevamo subito andare, tutti gli aventi causa, al Comando Provinciale a metterci a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
AVV.: poi che tipo di ruolo ha avuto il colonnello in quei momenti?
T: nessuno in particolare, che io sappia.
AVV.: glielo chiedo perché c’è una telefonata, sempre di questa sera, quindi registrata, in cui ci sono due ufficiali che si parlano e uno dice: – il colonnello Leso sta aggiustando la pratica del morto – io in riesco a capire il signiicato di queste parole, glielo posso anche far sentire, io le chiedevo se per lei ha un significato questo “aggiustare la pratica del morto” intorno alle 20.20, cosa può voler dire, io lo chiedo a lei…
T: 20.20?
AVV.: 20.20, sì.
T: secondo me non ha significato, può darsi che sia un’espressione gergale poco accorta, non so, sostanzialmente alle 20.20 mi sembra di poter dire con sufficiente approssimazione che eravamo tutti a San Giuliano dove stavamo facendoci sentire a verbale… non so gli orari dei verbali a che ora sono cominciati, etc…
AVV.: 20.20.
T: i verbali?
AVV.: il suo alle 20.20.
T: quindi sostanzialmente eravamo lì.
AVV.: se può attribuire un significato questo “aggiustare” vuol dire … cioè esporre a verbale.
T: no, guardi, non attribuisco nessun significato dietrologico al di là del fatto che possa essere, come ripeto, un’espressione gergale forse poco azzeccata, se vogliamo, come dire: – si sono impegnati in questa questione che è avvenuta –
AVV.: grazie, non ho nessun’altra domanda.
G.A L. DR. REALINI: solo una precisazione, nell’ultima telefonata che ha fatto ascoltare il P.M., mi pare proprio verso la fine, il suo interlocutore, che, se ho ben capito, è il Colonnello Tessere, quasi non dico che tronchi però le dice – va be’, va be’, Truglio, ne parli con Leso – io ho sentito che diceva – ne parli con Leso – come dire – adesso io mi devo occupare di altro, poi di questa cosa ne parli con Leso – La seconda telefonata che ha fatto, quella che invece le ha fatto sentire la difesa, quando lei ha telefonato stava cercando Leso oppure … volevo capire se poi ha seguito il consiglio del Colonnello Tessere e ha cercato Leso.
T: e sì, ho cercato Leso anche perché non ci avevo ancora parlato e ci tenevo a tenerlo informato di questa situazione.
G.A L. DR. REALINI: però non ci è più riuscito a parlare.
T: non ci sono riuscito, tant’è vero che poi l’ho incontrato alla fiera quando da P.zza Alimonda mi sono spostato alla fiera e lì finalmente ho potuto informarlo.
G.A L. DR. REALINI: quindi non ha avuto più contatti telefonici, ma poi visivi quando vi siete trovati alla fiera.
T: sì, esatto.
G.A L. DR. REALINI: va bene, grazie.
PRES.: possiamo chiudere con il teste.