IL LIBRETTO
OP Genova 2001

          1 Palazzo Ducale - sede del Vertice G8 (where the G8 summit took place) - 
          Le piazze del Genoa Social Forum (GSF meeting points and demos): 
          2 piazza Portello - 3 piazza Manin - 4 piazza Dante - 5 piazza Paolo da Novi - 6 Boccadasse -          7 Arrivo del corteo dei sindacati di 
          base (end of the free unions demo) -          8 Partenza del corteo della disubbidienza 
          civile - Tute Bianche (TB) (starting point of the civil disobedience) -          9 p.le M. L. King - GSF convergence center -          10 Punta Vagno - GSF public forum -          11 Scuole Diaz - GSF media center -          12 Fiera - “cittadella” delle FFOO (temporary housing for Police 
          Forces) -          13 Questura (Police HQ) -          14 piazza delle Americhe - dove sarebbe 
          dovuto arrivare il corteo delle TB (where 
          the TB demo should have ended) -          15 percorso (route of) Mondelli + 
          carabinieri BTG. “Lombardia”. 
          All’incrocio con via Tolemaide si fermano 
          e attaccano il corteo delle TB (at the 
          Via Tolemaide intersection carabinieri 
          forces stop, and attack the TB demo) -          16 percorso (route of) Pagliazzo 
          Bonanno + reparti mobili PS. In Piazza 
          Manin caricano i pacifisti della Rete Lilliput (Police anti riot-units led by 
          Pagliazzo Bonanno attack the Lilliput Net 
          pacifists in Piazza Manin) 
          -          17 piazza Giusti, attacco al supermercato 
          “DìxDì” (“DìxDì” supermarket attacked) -          18 Marassi,  attacco al carcere (the Marassi prison attacked) -          19 piazza Alimonda, uccisione di Carlo 
          Giuliani (where Carlo Giuliani was killed) -          20 corso Gastaldi  e via Tolemaide, carica 
          finale e pestaggi (final police attack 
          and beatings)
          
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Il G8 di Genova
  Genova nel 2001 rappresentava, per il movimento nato a 
          Seattle nel 1999, l'appuntamento su cui far convergere 
          esperienze di lotte locali e globali accomunate dalla critica 
          radicale al modello di sviluppo e ai processi di globalizzazione 
          liberista. Ma dopo il G8 Genova ha rappresentato la 
          repressione violenta della protesta: le cariche delle Forze 
          dell'Ordine, l'uccisione di Carlo Giuliani, gli arresti illegali, 
          i pestaggi e le torture. E dopo il G8 la repressione non 
          si è fermata, ma è continuata nelle aule di tribunale. Molte 
          persone che a vario titolo hanno partecipato al movimento 
          oggi sono accusate con capi di imputazione sproporzionati 
          rispetto ai fatti contestati, come sproporzionata era 
          stata la violenza delle FFOO durante il G8. La Procura di 
          Genova ha scelto di contestare il reato di devastazione e 
          saccheggio, reato di cui erano accusati anche i 93 arrestati 
          alla Diaz, che prevede una pena da 8 a 15 anni. E i procedimenti 
          contro i manifestanti di Genova hanno aperto 
          una stagione di repressione delle espressioni radicali del 
          movimento in tutta Italia. Si tratta di procedimenti complessi. 
          Per farvi fronte è stato necessario un lavoro impegnativo. 
          La struttura che coordina questo lavoro è il 
          Genoa Legal Forum.
          
          G8 in Genoa
          For the movement born in Seattle in 1999, Genoa in 2001 
          was meant to stand for the convergence of local and global 
          struggles and a radical critique of economic development 
          and neoliberal globalisation. However, instead of 
          this, G8 in Genoa has become symbolic of the violent 
          repression of protest, police attacks, the murdering of 
          Carlo Giuliani, illegal arrests, beatings and torture. And 
          this repression did not stop after the G8, but continued in 
          court. Many people, who in their various ways took part 
          in the movement, now stand accused with charges which 
          are disproportionate to the alleged facts, indeed as disproportionate 
          as the police violence had been during the 
          G8. The Genoese public prosecutor’s office chose to 
          accuse demonstrators of the offense of devastation and 
          plundering; the same offense that the 93 people who were 
          arrested at the Diaz school were accused of and which 
          has the penalty of between 8 and 15 years in jail. And the 
          cases against Genoa demonstrators initiated an era of 
          repression against the radical parts of the movement all 
          over Italy. The trials are complex. To face them, much 
          committed and engaged work has been necessary. The 
          structure that coordinates this work is the Genoa Legal 
          Forum (GLF).
        
I processi del G8
          Dall'agosto 2001 gli avvocati del GLF si coordinano per 
          assicurare a tutte le persone che furono incarcerate e sono 
          sotto processo una difesa efficiente, e a chi ha subito violenze 
          e i cui diritti sono stati violati, la possibilità di fare 
          luce sulle responsabilità e di essere risarciti per i danni 
          subiti. Si sono costituiti gruppi di lavoro sui principali processi: 
          scuola Diaz, caserma di Bolzaneto e "fatti di strada" 
          del 20-21 luglio, coordinati attraverso gli uffici della segreteria 
          del GLF, dove sono raccolti gli atti processuali, il 
          materiale cartaceo, video, foto e audio (ad es. le comunicazioni 
          radio delle Forze dell'Ordine) che gli avvocati e i 
          consulenti tecnici analizzano per preparare l'esame dei 
          testimoni e le consulenze.
          
          The G8 trials
          Since August 2001, GLF lawyers have provided effective 
        defence to all those who were incarcerated and are on 
        trial, as well as providing legal support to those who suffered 
        violence and whose rights were violated. For these 
        people, the trials against members of the police make it 
        possible to establish who was responsible, as well as enabling 
        them to receive compensation for the damages they 
        suffered. Working groups have been formed for the main 
        trials: Diaz school, Bolzaneto detention centre and the 
        street incidents of the 20th and 21st of July. These groups 
        are coordinated through the secretarial offices of the 
        GLF where the trial documents have been gathered, as 
        well as the paperwork, video, photo, and audio (for example 
        PF radio communications) documents that the lawyers 
        and technical consultants analyse in preparation for 
        the questioning of witnesses and for expertise.
        
Il processo a 25 manifestanti
          Uno dei procedimenti in corso a Genova, per i fatti di 
          strada del 20-21 luglio, è contro 25 manifestanti accusati 
          di devastazione e saccheggio in concorso. Questo reato, 
          introdotto nel dopoguerra e mai contestato prima per 
          scontri di piazza, presuppone che durante le giornate del 
          G8 di Genova l’OP sia stato messo in crisi anche tramite 
          compartecipazione psichica tra gli imputati. In pratica, 
          non occorre aver effettivamente “devastato”, ma è sufficiente 
          essere presenti mentre gli altri “devastano”. 
          Le indagini si sono basate su immagini e video di varia 
          provenienza, diramate a tutte le Digos italiane. La 
          Procura di Genova vuole dimostrare un “unico disegno”, 
          a cui ricondurre le singole azioni che i 25 imputati 
          avrebbero compiuto in concorso fra loro. 
          La difesa ha fatto emergere come in realtà l’OP sia stato 
          messo in crisi dalle stesse Forze dell’Ordine. 
          Un punto centrale è la ricostruzione della prima carica 
          contro il corteo delle Tute Bianche, per dimostrare che, 
          se ci sono stati atti violenti da parte dei manifestanti, si è 
          trattato di una reazione al comportamento delle FFOO 
          che può essere qualificata, secondo il codice penale, 
          come reazione agli atti arbitrari del Pubblico Ufficiale e 
          legittima difesa. I manifestanti si sono trovati in una 
          situazione di estremo pericolo, pestati selvaggiamente, 
          intossicati dal gas CS, senza possibilità di retrocedere. 
          Ma come si arriva a questa prima carica? 
          Nel primo pomeriggio del 20 luglio le azioni del blocco 
          nero si concentrano nella zona nord della città, oltre la 
          ferrovia. La Questura, per contrastare queste azioni, alle 
          14.30 circa ordina al Dirigente di PS Mario Mondelli, 
          responsabile del III Battaglione Carabinieri Lombardia, 
          di raggiungere piazza Giusti e poi Marassi. Alle 15.00 
          circa invia a Marassi il Dirigente di PS Pagliazzo 
          Bonanno, con i Reparti Mobili di Firenze e Bologna al 
          suo comando. I contingenti si muovono entrambi dalla 
          Questura ma, pur essendo diretti alla stessa zona della 
          città, percorrono strade differenti. 
          Mondelli impiega oltre 20 minuti per arrivare in via 
          Invrea all’incrocio con corso Torino, dove si ferma e 
          permette ai carabinieri di caricare senza motivo il corteo 
          che sta scendendo per via Tolemaide. 
          Pagliazzo Bonanno, invece, supera piazza delle 
          Americhe e attraversa il sottopasso di via Canevari raggiungendo 
          la zona di Marassi in meno di 10 minuti. Non trova alcun appartenente al blocco nero e la Questura gli 
          ordina di proseguire l’inseguimento. Arrivato a piazza 
          Manin carica brutalmente i pacifisti della rete Lilliput. 
          Perché la Centrale Operativa, che attraverso le telecamere 
          del traffico e degli elicotteri vede il corteo in via 
          Tolemaide, ordina al III Btg. Lombardia di passare da lì 
          invece che da piazza delle Americhe, come faranno qualche 
          minuto più tardi i reparti comandati da Pagliazzo 
          Bonanno?
          
          The trial against 25 demonstrators
          One of the current trials in Genoa, concerning street incidents 
        on the 20th and 21st of July, involves 25 demonstrators 
        who are accused of devastation and plundering. 
        This offense, introduced after the war, has never been 
        used in relation to street clashes. This accusation means 
        that during the days of the G8 in Genoa the public order 
        was breached through “psychological participation” (judicial 
        term) on the part of the defendants. In practice, it is 
        not necessary to have actually destroyed anything, it is 
        enough to have been present while others did so. 
        Investigations were based on images from various sources, 
        distributed to all Italian DIGOS (political security departments 
        of the Italian police). The Genoese public prosecutor’s 
        office wants to prove that there was a “common 
        plan” according to which all of the 25 defendants acted. 
        The defence demonstrated that in reality the Public 
        Order was jeopardized by the Police Forces. 
        The reconstruction of the first charge against the Tute 
        Bianche demonstration is crucial to the argument that if 
        acts of violence were committed by demonstrators, it was 
        in reaction to the behaviour of the PF. In legal terms, it was 
        a reaction to the arbitrary actions of a public officer and 
        therefore legitimate self-defence. Demonstrators found 
        themselves in an extremely dangerous situation, beaten 
        savagely, intoxicated by CS-gas without the possibility of 
        leaving the location. But what led to this first charge? 
        In the early afternoon of the 20th of July the actions of 
        the black blocks were concentrated in the north of the 
        city beyond the railway. To counteract such actions, at 
        14.30 the Questura (police headquarters) ordered police 
        commander Mario Mondelli, leading the III battalion 
        carabinieri (the “Lombardia”), to reach Piazza Giusti and then Marassi. At around 15:00, the Questura also 
        sent police commander Pagliazzo Bonanno with reparti 
        mobili (anti-riot units) to Marassi. Both contingents left 
        from the Questura and headed to the same area but they 
        took different routes. 
        It took Mondelli and his men more than 20 minutes to 
        get to the corner where Via Invrea meets Corso Torino. 
        They stopped there and the carabinieri, without reason, 
        attacked the demonstration which was coming down the 
        Via Tolemaide. 
        Pagliazzo Bonanno, in contrast, went past Piazza delle 
        Americhe and under the railway bridge to Via Canevari, reaching the Marassi area in less then 10 minutes. He did 
        not come across any members of the black block and 
        the Questura ordered him to continue pursuing them. 
        Arriving in Piazza Manin, he brutally attacked the 
        Lilliput Net pacifists. 
        The operational headquarters could see the march in Via 
        Tolemaide through traffic and helicopter cameras. So why 
        did they order the Mondelli with the carabinieri to go 
        across Via Tolemaide and not through Piazza delle 
        Americhe, as Pagliazzo Bonanno and his units had done 
        just a few minutes later?
        
Via Tolemaide
          Dal punto di vista dell’OP come si può inquadrare la 1° 
          carica in Tolemaide? 
          Il corteo delle Tute Bianche si trovava ancora in zona 
          autorizzata quando è stato caricato a freddo, senza motivo, 
          senza preavviso e senza che la PS avesse prima cercato 
          di trattare con il gruppo di contatto, un gruppo di parlamentari 
          che precedeva il corteo e che, al termine del percorso 
          autorizzato, in piazza delle Americhe, doveva concordare 
          le modalità di arrivo con il responsabile per quella 
          manifestazione, il Dirigente di PS Angelo Gaggiano. 
          Con quella prima carica, i manifestanti si sono trovati a 
          dover arretrare in circostanze in cui arretrare era praticamente 
          impossibile, avendo alle spalle la massa del corteo, 
          in una strada, via Tolemaide, che ha poche vie di fuga sul 
          lato sinistro e sul lato destro è chiusa dal muro della ferrovia. 
          In questa circostanza, i manifestanti non avevano 
          altra alternativa che resistere alle cariche dei carabinieri. 
          Questo episodio determinerà gli scontri che sono durati 
          circa 3 ore e che hanno coinvolto tutta la zona di via 
          Tolemaide, corso Torino e piazza Alimonda, culminando 
          con l’uccisione di Carlo Giuliani. 
          Il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) prevede 
          che in ordine pubblico i carabinieri siano diretti da 
          un funzionario di polizia, ma la carica iniziale è stata comandata dal Capitano dei CC Antonio Bruno e non dal Dirigente di PS Mario Mondelli.
          
          Via Tolemaide
          So how does this first charge make sense from the point 
        of view of the maintenance of public order? 
        The Tute Bianche demonstration was taking place in an 
        authorized area when it was attacked, out of the blue and 
        unprovoked, without police trying to get in touch with the 
        contact group. This group was formed by members of 
        parliament preceding the demonstration, who were supposed, 
        at the end of the authorized route, to negotiate 
        further forms of protest with police commander Angelo 
        Gaggiano, responsible for this demonstration. 
        After the first attack, demonstrators found themselves 
        having to retreat in a situation in which retreating was virtually 
        impossible. This was when they had a mass of 
        demonstrators behind them, and were in a street with 
        only a few means of escape on the one side and with the 
        other side closed by the railway wall. In this situation, 
        demonstrators had no alternative but to resist the carabinieri 
        attacks. 
        This incident provoked the clashes that lasted about three 
        hours and involved the whole area of Via Tolemaide, 
        Corso Torino and Piazza Alimonda, culminating in the 
        killing of Carlo Giuliani. 
        According to Italian public security laws (Tulps), carabinieri 
        have to be always under the command of police in 
        public order situations. But the hearings established that 
        the initial attack was lead by carabinieri captain Antonio 
        Bruno and not by police commander Mondelli.
        
Piazza Alimonda
          Mentre in via Tolemaide sono in corso le ultime cariche 
          comandate dal Dirigente PS Angelo Gaggiano, il Btg. 
          Sicilia, comandato dal Dirigente PS Adriano Lauro, che si 
          trovava in piazza Alimonda da circa mezz’ora, all’improvviso 
          decide di caricare da via Caffa quello che resta del 
          corteo delle TB, nonostante in quel momento la situazione 
          in piazza Alimonda sia tranquilla. La Compagnia è ridotta a 70 uomini, affiancati da 2 fuoristrada 
          defender. Hanno finito i lacrimogeni e, a detta 
          degli stessi Comandanti del Btg. Sicilia, il Capitano 
          Cappello ed il Tenente Mirante, non è in condizioni psicofisiche 
          per reggere una situazione di scontro. 
          Ciononostante avanza verso i manifestanti, abbozza una 
          carica, si trova di fronte una barricata di cassonetti, e alla 
          reazione dei manifestanti ripiega scompostamente. 
          Nella ritirata i CC si lasciano dietro i 2 defender che, come 
          dichiarato da Lauro e Cappello, non dovevano trovarsi in 
          quella situazione, in quanto mezzi non idonei ad affrontare 
          operazioni di OP. 
          Eppure su uno dei defender c’è il Tenente Colonnello 
          Truglio, il secondo ufficiale più alto in grado tra i carabinieri 
          presenti in piazza a Genova, dopo il Colonnello 
          Leonardo Leso. Truglio, Cappello e Mirante sono ufficiali 
          esperti, abituati a muoversi in teatri di guerra. 
          Come è stata possibile una manovra tanto insensata 
          quanto pericolosa?
          
          Piazza Alimonda
          At the same time that police commander Gaggiano was 
          leading the final attacks in Via Tolemaide, a carabinieri 
          battalion (the “Sicilia”), which had already been in Piazza 
          Alimonda for about half an hour and was lead by police commander Adriano Lauro, suddenly decided to start 
          another attack, from Via Caffa, on what was left of the 
          demonstration. This was in spite of the fact that the situation 
          in Piazza Alimonda was quiet. 
          The battalion was reduced to 70 men who no longer had 
          tear gas and who were no longer in a suitable psychogical 
          or physical condition to sustain a clash, as testified by the 
          “Sicilia” commanders captain Cappello and lieutnant 
          Mirante. Nonetheless, they moved towards the demonstrators, 
          attempted a charge, found themselves in front of 
          a rubbish bin barricade and they retreated in a chaotic 
          fashion in response to the reaction of the demonstrators. 
          The carabinieri left behind two defender jeeps which 
          should not have been there because they were not suitable 
          for PO operations, as testified by Lauro and Cappello. 
          Yet, in one of the jeeps was Colonel Lieutenant Truglio, 
          the second highest carabinieri in the streets of Genoa after 
          Colonel Leonardo Leso. Truglio, Cappello and Mirante 
          are expert officers, used to acting in war scenarios. 
          How was such a senseless and dangerous manoeuvre 
          possible?
        
La formazione delle FFOO
          Durante il processo è emersa una mancanza di coordinamento 
          tra le FFOO, e nello specifico è risultato che: molti 
          operatori PS non conoscevano la città, i dirigenti di piazza 
          non avevano piantine né “scout”, le comunicazioni 
          contenevano informazioni errate, ad es. si inviavano contingenti 
          dove non serviva e si indicavano percorsi più lunghi. 
          Molti Funzionari di piazza non erano a conoscenza 
          dell’Ordinanza della Questura di Genova con cui si autorizzavano 
          i vari cortei. La Centrale Operativa avrebbe 
          dovuto coordinare i reparti di PS, CC e GdF, dalla Sala 
          Interforze allestita all’interno della Questura. 
          Prima del G8 c’erano state consultazioni tra organizzatori 
          dei cortei e rappresentanti delle FFOO, come ha dichiarato 
          l’ex-Questore di Genova Francesco Colucci. Anche l’ex-Capo della Digos Spartaco Mortola ha ammesso che il suo 
          ufficio era a conoscenza delle modalità e delle attrezzature 
          con le quali le Tute Bianche sarebbero scese in piazza. 
          Come mai queste informazioni che ha la Digos, mancano 
          non solo ai CC, ma anche ai RM e ai dirigenti di piazza? 
          Chi sono stati i veri protagonisti tra le FFOO? 
          Che formazione hanno ricevuto per gestire la “piazza” a 
          Genova?
          
          The training of the Police Forces
          During the trial, it became evident that there had been a 
          lack of coordination among the PF. In particular, many 
          police offices did not know the city, the commanders did 
          not have maps or scouts, communication contained 
          incorrect information, i.e. units were sent where they were 
          not needed and longer routes were recommended. Many 
          officers did not know the decree of the Genova Questura, 
          authorizing the different demonstrations. The interforces 
          room set up in the operational headquarters should have 
          ensured that the actions of the police, the carabinieri, and 
          also the border police units were coordinated. Before the 
          G8 there had been talks between demonstration organizers 
          and representatives from the police forces, according 
          to former Genoese police chief Francesco Colucci.  
          Furthermore, the former DIGOS-chief, Spartaco 
          Mortola, admitted that his office knew the forms of protest 
          of the Tute Bianche and the equipment they were to 
          take with them on the streets. 
          Why did this information not reach the carabinieri, the 
          police anti riot units and the commanders in the streets? 
          What training had they had to handle the situation on the 
          streets in Genoa?
        
Le CCIR
          In occasione del G8 si sperimentano nuove tattiche e 
          nuovi equipaggiamenti per la gestione dell’OP. Vengono costituite 5 CCIR, Compagnie di Contenimento e 
          Intervento Risolutivo, contingenti formati da 4 plotoni di 
          50 uomini ciascuno, all’interno di battaglioni dei carabinieri 
          (VIII Btg. Lazio, III Btg. Lombardia, VI Btg. 
          Toscana, X Btg. Campania, XII Btg. Sicilia). Fra i comandanti 
          di queste compagnie ci sono ufficiali con preparazione 
          militare e esperienza in Somalia, Kosovo e successivamente 
          in Iraq. Ma un terzo di queste compagnie è composto 
          da militari di leva, alcuni arruolati da poche settimane, 
          come ad esempio l’ex CC Mario Placanica, che ha 
          sparato a Carlo Giuliani. 
          Il III Btg. Lombardia attacca il corteo autorizzato delle 
          TB, il XII Btg. Sicilia è responsabile dell’azione che si conclude 
          con l’uccisione di Carlo Giuliani.
          
          The CCIR
          For the G8, new tactics and new equipment for maintaining 
        public order were experimented with. Five CCIRs 
        (containment and resolutory interventions companies) 
        were created. These were formed out of four platoons of 
        50 men and are part of carabinieri battalions (VIII Btl. 
        Lazio, III Btl. Lombardia, VI Btl. Toscana, X Btl. 
        Campania, XII Btl. Sicilia). Among these units’ commanders 
        were officers with military training and experience 
        in Somalia and Kosovo (and subsequently in Iraq). 
        But one third of the members of these units were made 
        up of draftees, some of whom had just been in service 
        for a few weeks, like the ex carabiniere Mario Placanica, 
        who shot Carlo Giuliani. 
        The “Lombardia” battalion attacked the authorized Tute 
        Bianche demonstration. The “Sicilia” battalion is responsible for 
        the action carried out in Piazza Alimonda, which 
        resulted with the killing of Carlo Giuliani.
        
Il VII Nucleo
          Per quanto riguarda la PS, pochi mesi prima del G8 viene 
          creato una squadra speciale di agenti addestrati per interventi 
          di OP, il VII Nucleo Sperimentale Antisommossa 
          del I Reparto Mobile di Roma, comandato da Vincenzo 
          Canterini: un gruppo di agenti scelti, fisicamente e psicologicamente 
          selezionati, addestrati da istruttori della polizia 
          di Los Angeles, dotati di nuovo equipaggiamento, fra 
          cui i manganelli “tonfa”. Il VII Nucleo è protagonista di 
          alcuni episodi chiave delle giornate di Genova: le prime 
          cariche di venerdì 20 luglio su piazza Savonarola, la carica 
          conclusiva sul corteo delle TB con i pestaggi sotto i portici 
          di corso Gastaldi ed infine la notte del 21 con l’irruzione 
          nella scuola Diaz.
          
          The VII Nucleo
          State Police trained a special unit of men for public order 
        operations a few months before the G8: the VII Nucleo of 
        the first reparto mobile di Roma, an experimental anti-riot 
        unit, under the command of Vincenzo Canterini. This 
        consisted of a group of men, physically and psychologically 
        selected and trained by Los Angeles police instructors 
        to use new equipment, for example the tonfa batons. The 
        VII nucleo was involved in some of the more infamous 
        episodes in Genoa: the first attacks on Friday 20th of July 
        in Piazza Savonarola, the final attack on the Tute Bianche 
        march with the beatings in Corso Gastaldi, and finally the 
        night of the 21st - the raid in the Diaz school.
        
“Armi improprie”
          Nel corso del processo è emerso che molti CC del Btg. 
          Lombardia utilizzavano, invece dei manganelli di ordinanza 
          - i “tonfa” di nuova dotazione - bastoni e/o tubi di ferro 
          fasciati con nastro isolante nero. Queste armi improprie 
          hanno in molti casi causato ferite gravi ai manifestanti. 
          Il Capitano Antonio Bruno che comandava questo 
          Battaglione, chiamato a testimoniare, di fronte a foto scattate 
          al momento della carica ha dovuto ammettere la circostanza: 
          “O hanno portato degli oggetti non autorizzati 
          per conto proprio, o hanno utilizzato altri oggetti contundenti 
          per l’azione”. La Procura di Genova non ha aperto alcun procedimento 
          per quello che tecnicamente è un porto d’armi improprie, 
          in quanto nessun appartenente alle FFOO è legittimato a 
          portare armi diverse da quelle di ordinanza.
          
          “Inappropriate Weapons”
          During the trial it became evident that many carabinieri of 
        the “Lombardia” used clubs and iron bars wrapped in 
        black cellotape, instead of the regular new tonfa. These 
        “inappropriate weapons” caused serious injuries to 
        demonstrators in many cases. When Captain Bruno, who 
        was in charge of those carabinieri, testified, he was confronted 
        with pictures taken at the moment of the attack, 
        and therefore had to admit to what the circumstances had 
        been: “Either they took unauthorized objects on their 
        own, or they used other potentially dangerous objects for 
        the action.” The Genoese prosecutor’s office did not open any investigation 
        into what it meant to be carrying unauthorized 
        weapons, since no PF member is allowed to carry weapons 
        other than those assigned to him/her.
        
Il gas CS
          Una direttiva del Capo della PS Gianni De Gennaro, 
          inviata a tutti i Questori nel febbraio del 2001, esortava a 
          evitare l’utilizzo di lacrimogeni in situazioni di affollamento 
          dove possano provocare situazioni di panico con ovvie 
          ripercussioni sulla sicurezza pubblica. I lacrimogeni sono 
          infatti da considerarsi rimedio estremo per fronteggiare 
          situazioni di particolare gravità. 
          Durante il G8 ne è stato fatto invece un uso arbitrario e 
          illegittimo, sono stati regolarmente sparati ad altezza 
          uomo, e persino dagli elicotteri e dai gommoni. In 2 giorni 
          se ne lanciano circa 6.200. 
          Si tratta di gas CS. Il CS è vietato dalle Convenzioni 
          Internazionali per l’uso in guerra, ma è consentito per 
          l’OP interno. Gli effetti sono: forte lacrimazione e irritazione 
          alla cute e alle mucose, crisi respiratorie, gravi dermatiti 
          e disturbi gastro-intestinali anche nei giorni successivi. 
          L’esposizione ad elevate concentrazioni combinata al 
          caldo umido può provocare edema polmonare, disfunzioni 
          respiratorie permanenti, mutamenti genetici ereditari. 
          I casi di intossicazione da gas CS sono stati numerosi 
          anche tra le FFOO, soprattutto tra il personale addetto al 
          lancio.
          
          CS gas
          One decree from the chief of police, Gianni De 
        Gennaro, which was sent to all local police chiefs in 
        February 2001, urged them to avoid using tear gas in 
        crowded situations where it can provoke panic with 
        obvious repercussions for public security. Tear gas should 
        in fact be considered a weapon to be used only in extreme 
        situations. During the G8, however, it was used arbitrarily 
        and illegally. Tear gas grenades where regularly shot 
        at point blanc range and even from helicopters and boats. 
        In two days, about 6.200 grenades were shot. 
        The gas used was CS gas, which is forbidden by international 
        conventions for use in war, but it is allowed, domestically, 
        to maintain public order. The effects are manifold: 
        streaming eyes, skin and mucous membranes irritation, 
        breathing crises, serious dermatitis, and gastric disorders 
        even in subsequent days. Exposure to high concentrations 
        of the gas, combined with hot humid weather, can provoke 
        lung edema, permanent respiratory malfunctions, 
        and genetic mutations. There have been several cases of 
        CS gas intoxication even among the police forces, especially 
        the men who were shooting the grenades.
        
        
        A Genova viene stravolto il concetto per cui le Forze 
          dell’Ordine sono in piazza a garanzia del diritto di manifestare 
          dei cittadini. Le Forze dell’Ordine hanno gestito 
          l’Ordine Pubblico con interventi di tipo militare. 
          A Genova è stato definito un limite oltre il quale il “cittadino” 
          diventa “nemico”.
          
          In Genoa, the concept that the Police Forces should be in 
          the streets to guarantee the citizens’ right to demonstrate 
          was completely undermined. The Police Forces dealt with 
          Public Order with military interventions. 
          In Genova a line has been drawn beyond which a “citizen” 
          is an “enemy”.

