IL LIBRETTO

OP Genova 2001


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Palazzo Ducale - sede del Vertice G8 (where the G8 summit took place) - Le piazze del Genoa Social Forum (GSF meeting points and demos): 2 piazza Portello - 3 piazza Manin - 4 piazza Dante - 5 piazza Paolo da Novi - 6 Boccadasse - 7 Arrivo del corteo dei sindacati di base (end of the free unions demo) - 8 Partenza del corteo della disubbidienza civile - Tute Bianche (TB) (starting point of the civil disobedience) - 9 p.le M. L. King - GSF convergence center - 10 Punta Vagno - GSF public forum - 11 Scuole Diaz - GSF media center - 12 Fiera - “cittadella” delle FFOO (temporary housing for Police Forces) - 13 Questura (Police HQ) - 14 piazza delle Americhe - dove sarebbe dovuto arrivare il corteo delle TB (where the TB demo should have ended) - 15 percorso (route of) Mondelli + carabinieri BTG. “Lombardia”. All’incrocio con via Tolemaide si fermano e attaccano il corteo delle TB (at the Via Tolemaide intersection carabinieri forces stop, and attack the TB demo) - 16 percorso (route of) Pagliazzo Bonanno + reparti mobili PS. In Piazza Manin caricano i pacifisti della Rete Lilliput (Police anti riot-units led by Pagliazzo Bonanno attack the Lilliput Net pacifists in Piazza Manin) - 17 piazza Giusti, attacco al supermercato “DìxDì” (“DìxDì” supermarket attacked) - 18 Marassi, attacco al carcere (the Marassi prison attacked) - 19 piazza Alimonda, uccisione di Carlo Giuliani (where Carlo Giuliani was killed) - 20 corso Gastaldi e via Tolemaide, carica finale e pestaggi (final police attack and beatings)

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Il G8 di Genova

Genova nel 2001 rappresentava, per il movimento nato a Seattle nel 1999, l'appuntamento su cui far convergere esperienze di lotte locali e globali accomunate dalla critica radicale al modello di sviluppo e ai processi di globalizzazione liberista. Ma dopo il G8 Genova ha rappresentato la repressione violenta della protesta: le cariche delle Forze dell'Ordine, l'uccisione di Carlo Giuliani, gli arresti illegali, i pestaggi e le torture. E dopo il G8 la repressione non si è fermata, ma è continuata nelle aule di tribunale. Molte persone che a vario titolo hanno partecipato al movimento oggi sono accusate con capi di imputazione sproporzionati rispetto ai fatti contestati, come sproporzionata era stata la violenza delle FFOO durante il G8. La Procura di Genova ha scelto di contestare il reato di devastazione e saccheggio, reato di cui erano accusati anche i 93 arrestati alla Diaz, che prevede una pena da 8 a 15 anni. E i procedimenti contro i manifestanti di Genova hanno aperto una stagione di repressione delle espressioni radicali del movimento in tutta Italia. Si tratta di procedimenti complessi. Per farvi fronte è stato necessario un lavoro impegnativo. La struttura che coordina questo lavoro è il Genoa Legal Forum.

G8 in Genoa
For the movement born in Seattle in 1999, Genoa in 2001 was meant to stand for the convergence of local and global struggles and a radical critique of economic development and neoliberal globalisation. However, instead of this, G8 in Genoa has become symbolic of the violent repression of protest, police attacks, the murdering of Carlo Giuliani, illegal arrests, beatings and torture. And this repression did not stop after the G8, but continued in court. Many people, who in their various ways took part in the movement, now stand accused with charges which are disproportionate to the alleged facts, indeed as disproportionate as the police violence had been during the G8. The Genoese public prosecutor’s office chose to accuse demonstrators of the offense of devastation and plundering; the same offense that the 93 people who were arrested at the Diaz school were accused of and which has the penalty of between 8 and 15 years in jail. And the cases against Genoa demonstrators initiated an era of repression against the radical parts of the movement all over Italy. The trials are complex. To face them, much committed and engaged work has been necessary. The structure that coordinates this work is the Genoa Legal Forum (GLF).

I processi del G8

Dall'agosto 2001 gli avvocati del GLF si coordinano per assicurare a tutte le persone che furono incarcerate e sono sotto processo una difesa efficiente, e a chi ha subito violenze e i cui diritti sono stati violati, la possibilità di fare luce sulle responsabilità e di essere risarciti per i danni subiti. Si sono costituiti gruppi di lavoro sui principali processi: scuola Diaz, caserma di Bolzaneto e "fatti di strada" del 20-21 luglio, coordinati attraverso gli uffici della segreteria del GLF, dove sono raccolti gli atti processuali, il materiale cartaceo, video, foto e audio (ad es. le comunicazioni radio delle Forze dell'Ordine) che gli avvocati e i consulenti tecnici analizzano per preparare l'esame dei testimoni e le consulenze.

The G8 trials
Since August 2001, GLF lawyers have provided effective defence to all those who were incarcerated and are on trial, as well as providing legal support to those who suffered violence and whose rights were violated. For these people, the trials against members of the police make it possible to establish who was responsible, as well as enabling them to receive compensation for the damages they suffered. Working groups have been formed for the main trials: Diaz school, Bolzaneto detention centre and the street incidents of the 20th and 21st of July. These groups are coordinated through the secretarial offices of the GLF where the trial documents have been gathered, as well as the paperwork, video, photo, and audio (for example PF radio communications) documents that the lawyers and technical consultants analyse in preparation for the questioning of witnesses and for expertise.

Il processo a 25 manifestanti

Uno dei procedimenti in corso a Genova, per i fatti di strada del 20-21 luglio, è contro 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio in concorso. Questo reato, introdotto nel dopoguerra e mai contestato prima per scontri di piazza, presuppone che durante le giornate del G8 di Genova l’OP sia stato messo in crisi anche tramite compartecipazione psichica tra gli imputati. In pratica, non occorre aver effettivamente “devastato”, ma è sufficiente essere presenti mentre gli altri “devastano”. Le indagini si sono basate su immagini e video di varia provenienza, diramate a tutte le Digos italiane. La Procura di Genova vuole dimostrare un “unico disegno”, a cui ricondurre le singole azioni che i 25 imputati avrebbero compiuto in concorso fra loro. La difesa ha fatto emergere come in realtà l’OP sia stato messo in crisi dalle stesse Forze dell’Ordine. Un punto centrale è la ricostruzione della prima carica contro il corteo delle Tute Bianche, per dimostrare che, se ci sono stati atti violenti da parte dei manifestanti, si è trattato di una reazione al comportamento delle FFOO che può essere qualificata, secondo il codice penale, come reazione agli atti arbitrari del Pubblico Ufficiale e legittima difesa. I manifestanti si sono trovati in una situazione di estremo pericolo, pestati selvaggiamente, intossicati dal gas CS, senza possibilità di retrocedere. Ma come si arriva a questa prima carica? Nel primo pomeriggio del 20 luglio le azioni del blocco nero si concentrano nella zona nord della città, oltre la ferrovia. La Questura, per contrastare queste azioni, alle 14.30 circa ordina al Dirigente di PS Mario Mondelli, responsabile del III Battaglione Carabinieri Lombardia, di raggiungere piazza Giusti e poi Marassi. Alle 15.00 circa invia a Marassi il Dirigente di PS Pagliazzo Bonanno, con i Reparti Mobili di Firenze e Bologna al suo comando. I contingenti si muovono entrambi dalla Questura ma, pur essendo diretti alla stessa zona della città, percorrono strade differenti. Mondelli impiega oltre 20 minuti per arrivare in via Invrea all’incrocio con corso Torino, dove si ferma e permette ai carabinieri di caricare senza motivo il corteo che sta scendendo per via Tolemaide. Pagliazzo Bonanno, invece, supera piazza delle Americhe e attraversa il sottopasso di via Canevari raggiungendo la zona di Marassi in meno di 10 minuti. Non trova alcun appartenente al blocco nero e la Questura gli ordina di proseguire l’inseguimento. Arrivato a piazza Manin carica brutalmente i pacifisti della rete Lilliput. Perché la Centrale Operativa, che attraverso le telecamere del traffico e degli elicotteri vede il corteo in via Tolemaide, ordina al III Btg. Lombardia di passare da lì invece che da piazza delle Americhe, come faranno qualche minuto più tardi i reparti comandati da Pagliazzo Bonanno?

The trial against 25 demonstrators
One of the current trials in Genoa, concerning street incidents on the 20th and 21st of July, involves 25 demonstrators who are accused of devastation and plundering. This offense, introduced after the war, has never been used in relation to street clashes. This accusation means that during the days of the G8 in Genoa the public order was breached through “psychological participation” (judicial term) on the part of the defendants. In practice, it is not necessary to have actually destroyed anything, it is enough to have been present while others did so. Investigations were based on images from various sources, distributed to all Italian DIGOS (political security departments of the Italian police). The Genoese public prosecutor’s office wants to prove that there was a “common plan” according to which all of the 25 defendants acted. The defence demonstrated that in reality the Public Order was jeopardized by the Police Forces. The reconstruction of the first charge against the Tute Bianche demonstration is crucial to the argument that if acts of violence were committed by demonstrators, it was in reaction to the behaviour of the PF. In legal terms, it was a reaction to the arbitrary actions of a public officer and therefore legitimate self-defence. Demonstrators found themselves in an extremely dangerous situation, beaten savagely, intoxicated by CS-gas without the possibility of leaving the location. But what led to this first charge? In the early afternoon of the 20th of July the actions of the black blocks were concentrated in the north of the city beyond the railway. To counteract such actions, at 14.30 the Questura (police headquarters) ordered police commander Mario Mondelli, leading the III battalion carabinieri (the “Lombardia”), to reach Piazza Giusti and then Marassi. At around 15:00, the Questura also sent police commander Pagliazzo Bonanno with reparti mobili (anti-riot units) to Marassi. Both contingents left from the Questura and headed to the same area but they took different routes. It took Mondelli and his men more than 20 minutes to get to the corner where Via Invrea meets Corso Torino. They stopped there and the carabinieri, without reason, attacked the demonstration which was coming down the Via Tolemaide. Pagliazzo Bonanno, in contrast, went past Piazza delle Americhe and under the railway bridge to Via Canevari, reaching the Marassi area in less then 10 minutes. He did not come across any members of the black block and the Questura ordered him to continue pursuing them. Arriving in Piazza Manin, he brutally attacked the Lilliput Net pacifists. The operational headquarters could see the march in Via Tolemaide through traffic and helicopter cameras. So why did they order the Mondelli with the carabinieri to go across Via Tolemaide and not through Piazza delle Americhe, as Pagliazzo Bonanno and his units had done just a few minutes later?

Via Tolemaide

Dal punto di vista dell’OP come si può inquadrare la 1° carica in Tolemaide? Il corteo delle Tute Bianche si trovava ancora in zona autorizzata quando è stato caricato a freddo, senza motivo, senza preavviso e senza che la PS avesse prima cercato di trattare con il gruppo di contatto, un gruppo di parlamentari che precedeva il corteo e che, al termine del percorso autorizzato, in piazza delle Americhe, doveva concordare le modalità di arrivo con il responsabile per quella manifestazione, il Dirigente di PS Angelo Gaggiano. Con quella prima carica, i manifestanti si sono trovati a dover arretrare in circostanze in cui arretrare era praticamente impossibile, avendo alle spalle la massa del corteo, in una strada, via Tolemaide, che ha poche vie di fuga sul lato sinistro e sul lato destro è chiusa dal muro della ferrovia. In questa circostanza, i manifestanti non avevano altra alternativa che resistere alle cariche dei carabinieri. Questo episodio determinerà gli scontri che sono durati circa 3 ore e che hanno coinvolto tutta la zona di via Tolemaide, corso Torino e piazza Alimonda, culminando con l’uccisione di Carlo Giuliani. Il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) prevede che in ordine pubblico i carabinieri siano diretti da un funzionario di polizia, ma la carica iniziale è stata comandata dal Capitano dei CC Antonio Bruno e non dal Dirigente di PS Mario Mondelli.

Via Tolemaide
So how does this first charge make sense from the point of view of the maintenance of public order? The Tute Bianche demonstration was taking place in an authorized area when it was attacked, out of the blue and unprovoked, without police trying to get in touch with the contact group. This group was formed by members of parliament preceding the demonstration, who were supposed, at the end of the authorized route, to negotiate further forms of protest with police commander Angelo Gaggiano, responsible for this demonstration. After the first attack, demonstrators found themselves having to retreat in a situation in which retreating was virtually impossible. This was when they had a mass of demonstrators behind them, and were in a street with only a few means of escape on the one side and with the other side closed by the railway wall. In this situation, demonstrators had no alternative but to resist the carabinieri attacks. This incident provoked the clashes that lasted about three hours and involved the whole area of Via Tolemaide, Corso Torino and Piazza Alimonda, culminating in the killing of Carlo Giuliani. According to Italian public security laws (Tulps), carabinieri have to be always under the command of police in public order situations. But the hearings established that the initial attack was lead by carabinieri captain Antonio Bruno and not by police commander Mondelli.

Piazza Alimonda

Mentre in via Tolemaide sono in corso le ultime cariche comandate dal Dirigente PS Angelo Gaggiano, il Btg. Sicilia, comandato dal Dirigente PS Adriano Lauro, che si trovava in piazza Alimonda da circa mezz’ora, all’improvviso decide di caricare da via Caffa quello che resta del corteo delle TB, nonostante in quel momento la situazione in piazza Alimonda sia tranquilla. La Compagnia è ridotta a 70 uomini, affiancati da 2 fuoristrada defender. Hanno finito i lacrimogeni e, a detta degli stessi Comandanti del Btg. Sicilia, il Capitano Cappello ed il Tenente Mirante, non è in condizioni psicofisiche per reggere una situazione di scontro. Ciononostante avanza verso i manifestanti, abbozza una carica, si trova di fronte una barricata di cassonetti, e alla reazione dei manifestanti ripiega scompostamente. Nella ritirata i CC si lasciano dietro i 2 defender che, come dichiarato da Lauro e Cappello, non dovevano trovarsi in quella situazione, in quanto mezzi non idonei ad affrontare operazioni di OP. Eppure su uno dei defender c’è il Tenente Colonnello Truglio, il secondo ufficiale più alto in grado tra i carabinieri presenti in piazza a Genova, dopo il Colonnello Leonardo Leso. Truglio, Cappello e Mirante sono ufficiali esperti, abituati a muoversi in teatri di guerra. Come è stata possibile una manovra tanto insensata quanto pericolosa?

Piazza Alimonda
At the same time that police commander Gaggiano was leading the final attacks in Via Tolemaide, a carabinieri battalion (the “Sicilia”), which had already been in Piazza Alimonda for about half an hour and was lead by police commander Adriano Lauro, suddenly decided to start another attack, from Via Caffa, on what was left of the demonstration. This was in spite of the fact that the situation in Piazza Alimonda was quiet. The battalion was reduced to 70 men who no longer had tear gas and who were no longer in a suitable psychogical or physical condition to sustain a clash, as testified by the “Sicilia” commanders captain Cappello and lieutnant Mirante. Nonetheless, they moved towards the demonstrators, attempted a charge, found themselves in front of a rubbish bin barricade and they retreated in a chaotic fashion in response to the reaction of the demonstrators. The carabinieri left behind two defender jeeps which should not have been there because they were not suitable for PO operations, as testified by Lauro and Cappello. Yet, in one of the jeeps was Colonel Lieutenant Truglio, the second highest carabinieri in the streets of Genoa after Colonel Leonardo Leso. Truglio, Cappello and Mirante are expert officers, used to acting in war scenarios. How was such a senseless and dangerous manoeuvre possible?

La formazione delle FFOO

Durante il processo è emersa una mancanza di coordinamento tra le FFOO, e nello specifico è risultato che: molti operatori PS non conoscevano la città, i dirigenti di piazza non avevano piantine né “scout”, le comunicazioni contenevano informazioni errate, ad es. si inviavano contingenti dove non serviva e si indicavano percorsi più lunghi. Molti Funzionari di piazza non erano a conoscenza dell’Ordinanza della Questura di Genova con cui si autorizzavano i vari cortei. La Centrale Operativa avrebbe dovuto coordinare i reparti di PS, CC e GdF, dalla Sala Interforze allestita all’interno della Questura. Prima del G8 c’erano state consultazioni tra organizzatori dei cortei e rappresentanti delle FFOO, come ha dichiarato l’ex-Questore di Genova Francesco Colucci. Anche l’ex-Capo della Digos Spartaco Mortola ha ammesso che il suo ufficio era a conoscenza delle modalità e delle attrezzature con le quali le Tute Bianche sarebbero scese in piazza. Come mai queste informazioni che ha la Digos, mancano non solo ai CC, ma anche ai RM e ai dirigenti di piazza? Chi sono stati i veri protagonisti tra le FFOO? Che formazione hanno ricevuto per gestire la “piazza” a Genova?

The training of the Police Forces
During the trial, it became evident that there had been a lack of coordination among the PF. In particular, many police offices did not know the city, the commanders did not have maps or scouts, communication contained incorrect information, i.e. units were sent where they were not needed and longer routes were recommended. Many officers did not know the decree of the Genova Questura, authorizing the different demonstrations. The interforces room set up in the operational headquarters should have ensured that the actions of the police, the carabinieri, and also the border police units were coordinated. Before the G8 there had been talks between demonstration organizers and representatives from the police forces, according to former Genoese police chief Francesco Colucci. Furthermore, the former DIGOS-chief, Spartaco Mortola, admitted that his office knew the forms of protest of the Tute Bianche and the equipment they were to take with them on the streets. Why did this information not reach the carabinieri, the police anti riot units and the commanders in the streets? What training had they had to handle the situation on the streets in Genoa?

Le CCIR

In occasione del G8 si sperimentano nuove tattiche e nuovi equipaggiamenti per la gestione dell’OP. Vengono costituite 5 CCIR, Compagnie di Contenimento e Intervento Risolutivo, contingenti formati da 4 plotoni di 50 uomini ciascuno, all’interno di battaglioni dei carabinieri (VIII Btg. Lazio, III Btg. Lombardia, VI Btg. Toscana, X Btg. Campania, XII Btg. Sicilia). Fra i comandanti di queste compagnie ci sono ufficiali con preparazione militare e esperienza in Somalia, Kosovo e successivamente in Iraq. Ma un terzo di queste compagnie è composto da militari di leva, alcuni arruolati da poche settimane, come ad esempio l’ex CC Mario Placanica, che ha sparato a Carlo Giuliani. Il III Btg. Lombardia attacca il corteo autorizzato delle TB, il XII Btg. Sicilia è responsabile dell’azione che si conclude con l’uccisione di Carlo Giuliani.

The CCIR
For the G8, new tactics and new equipment for maintaining public order were experimented with. Five CCIRs (containment and resolutory interventions companies) were created. These were formed out of four platoons of 50 men and are part of carabinieri battalions (VIII Btl. Lazio, III Btl. Lombardia, VI Btl. Toscana, X Btl. Campania, XII Btl. Sicilia). Among these units’ commanders were officers with military training and experience in Somalia and Kosovo (and subsequently in Iraq). But one third of the members of these units were made up of draftees, some of whom had just been in service for a few weeks, like the ex carabiniere Mario Placanica, who shot Carlo Giuliani. The “Lombardia” battalion attacked the authorized Tute Bianche demonstration. The “Sicilia” battalion is responsible for the action carried out in Piazza Alimonda, which resulted with the killing of Carlo Giuliani.

Il VII Nucleo

Per quanto riguarda la PS, pochi mesi prima del G8 viene creato una squadra speciale di agenti addestrati per interventi di OP, il VII Nucleo Sperimentale Antisommossa del I Reparto Mobile di Roma, comandato da Vincenzo Canterini: un gruppo di agenti scelti, fisicamente e psicologicamente selezionati, addestrati da istruttori della polizia di Los Angeles, dotati di nuovo equipaggiamento, fra cui i manganelli “tonfa”. Il VII Nucleo è protagonista di alcuni episodi chiave delle giornate di Genova: le prime cariche di venerdì 20 luglio su piazza Savonarola, la carica conclusiva sul corteo delle TB con i pestaggi sotto i portici di corso Gastaldi ed infine la notte del 21 con l’irruzione nella scuola Diaz.

The VII Nucleo
State Police trained a special unit of men for public order operations a few months before the G8: the VII Nucleo of the first reparto mobile di Roma, an experimental anti-riot unit, under the command of Vincenzo Canterini. This consisted of a group of men, physically and psychologically selected and trained by Los Angeles police instructors to use new equipment, for example the tonfa batons. The VII nucleo was involved in some of the more infamous episodes in Genoa: the first attacks on Friday 20th of July in Piazza Savonarola, the final attack on the Tute Bianche march with the beatings in Corso Gastaldi, and finally the night of the 21st - the raid in the Diaz school.

“Armi improprie”

Nel corso del processo è emerso che molti CC del Btg. Lombardia utilizzavano, invece dei manganelli di ordinanza - i “tonfa” di nuova dotazione - bastoni e/o tubi di ferro fasciati con nastro isolante nero. Queste armi improprie hanno in molti casi causato ferite gravi ai manifestanti. Il Capitano Antonio Bruno che comandava questo Battaglione, chiamato a testimoniare, di fronte a foto scattate al momento della carica ha dovuto ammettere la circostanza: “O hanno portato degli oggetti non autorizzati per conto proprio, o hanno utilizzato altri oggetti contundenti per l’azione”. La Procura di Genova non ha aperto alcun procedimento per quello che tecnicamente è un porto d’armi improprie, in quanto nessun appartenente alle FFOO è legittimato a portare armi diverse da quelle di ordinanza.

“Inappropriate Weapons”
During the trial it became evident that many carabinieri of the “Lombardia” used clubs and iron bars wrapped in black cellotape, instead of the regular new tonfa. These “inappropriate weapons” caused serious injuries to demonstrators in many cases. When Captain Bruno, who was in charge of those carabinieri, testified, he was confronted with pictures taken at the moment of the attack, and therefore had to admit to what the circumstances had been: “Either they took unauthorized objects on their own, or they used other potentially dangerous objects for the action.”
The Genoese prosecutor’s office did not open any investigation into what it meant to be carrying unauthorized weapons, since no PF member is allowed to carry weapons other than those assigned to him/her.

Il gas CS

Una direttiva del Capo della PS Gianni De Gennaro, inviata a tutti i Questori nel febbraio del 2001, esortava a evitare l’utilizzo di lacrimogeni in situazioni di affollamento dove possano provocare situazioni di panico con ovvie ripercussioni sulla sicurezza pubblica. I lacrimogeni sono infatti da considerarsi rimedio estremo per fronteggiare situazioni di particolare gravità. Durante il G8 ne è stato fatto invece un uso arbitrario e illegittimo, sono stati regolarmente sparati ad altezza uomo, e persino dagli elicotteri e dai gommoni. In 2 giorni se ne lanciano circa 6.200. Si tratta di gas CS. Il CS è vietato dalle Convenzioni Internazionali per l’uso in guerra, ma è consentito per l’OP interno. Gli effetti sono: forte lacrimazione e irritazione alla cute e alle mucose, crisi respiratorie, gravi dermatiti e disturbi gastro-intestinali anche nei giorni successivi. L’esposizione ad elevate concentrazioni combinata al caldo umido può provocare edema polmonare, disfunzioni respiratorie permanenti, mutamenti genetici ereditari. I casi di intossicazione da gas CS sono stati numerosi anche tra le FFOO, soprattutto tra il personale addetto al lancio.

CS gas
One decree from the chief of police, Gianni De Gennaro, which was sent to all local police chiefs in February 2001, urged them to avoid using tear gas in crowded situations where it can provoke panic with obvious repercussions for public security. Tear gas should in fact be considered a weapon to be used only in extreme situations. During the G8, however, it was used arbitrarily and illegally. Tear gas grenades where regularly shot at point blanc range and even from helicopters and boats. In two days, about 6.200 grenades were shot. The gas used was CS gas, which is forbidden by international conventions for use in war, but it is allowed, domestically, to maintain public order. The effects are manifold: streaming eyes, skin and mucous membranes irritation, breathing crises, serious dermatitis, and gastric disorders even in subsequent days. Exposure to high concentrations of the gas, combined with hot humid weather, can provoke lung edema, permanent respiratory malfunctions, and genetic mutations. There have been several cases of CS gas intoxication even among the police forces, especially the men who were shooting the grenades.



A Genova viene stravolto il concetto per cui le Forze dell’Ordine sono in piazza a garanzia del diritto di manifestare dei cittadini. Le Forze dell’Ordine hanno gestito l’Ordine Pubblico con interventi di tipo militare. A Genova è stato definito un limite oltre il quale il “cittadino” diventa “nemico”.

In Genoa, the concept that the Police Forces should be in the streets to guarantee the citizens’ right to demonstrate was completely undermined. The Police Forces dealt with Public Order with military interventions. In Genova a line has been drawn beyond which a “citizen” is an “enemy”.