IL LIBRETTO
OP Genova 2001
1 Palazzo Ducale - sede del Vertice G8 (where the G8 summit took place) -
Le piazze del Genoa Social Forum (GSF meeting points and demos):
2 piazza Portello - 3 piazza Manin - 4 piazza Dante - 5 piazza Paolo da Novi - 6 Boccadasse - 7 Arrivo del corteo dei sindacati di
base (end of the free unions demo) - 8 Partenza del corteo della disubbidienza
civile - Tute Bianche (TB) (starting point of the civil disobedience) - 9 p.le M. L. King - GSF convergence center - 10 Punta Vagno - GSF public forum - 11 Scuole Diaz - GSF media center - 12 Fiera - “cittadella” delle FFOO (temporary housing for Police
Forces) - 13 Questura (Police HQ) - 14 piazza delle Americhe - dove sarebbe
dovuto arrivare il corteo delle TB (where
the TB demo should have ended) - 15 percorso (route of) Mondelli +
carabinieri BTG. “Lombardia”.
All’incrocio con via Tolemaide si fermano
e attaccano il corteo delle TB (at the
Via Tolemaide intersection carabinieri
forces stop, and attack the TB demo) - 16 percorso (route of) Pagliazzo
Bonanno + reparti mobili PS. In Piazza
Manin caricano i pacifisti della Rete Lilliput (Police anti riot-units led by
Pagliazzo Bonanno attack the Lilliput Net
pacifists in Piazza Manin)
- 17 piazza Giusti, attacco al supermercato
“DìxDì” (“DìxDì” supermarket attacked) - 18 Marassi, attacco al carcere (the Marassi prison attacked) - 19 piazza Alimonda, uccisione di Carlo
Giuliani (where Carlo Giuliani was killed) - 20 corso Gastaldi e via Tolemaide, carica
finale e pestaggi (final police attack
and beatings)
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Il G8 di Genova
Genova nel 2001 rappresentava, per il movimento nato a
Seattle nel 1999, l'appuntamento su cui far convergere
esperienze di lotte locali e globali accomunate dalla critica
radicale al modello di sviluppo e ai processi di globalizzazione
liberista. Ma dopo il G8 Genova ha rappresentato la
repressione violenta della protesta: le cariche delle Forze
dell'Ordine, l'uccisione di Carlo Giuliani, gli arresti illegali,
i pestaggi e le torture. E dopo il G8 la repressione non
si è fermata, ma è continuata nelle aule di tribunale. Molte
persone che a vario titolo hanno partecipato al movimento
oggi sono accusate con capi di imputazione sproporzionati
rispetto ai fatti contestati, come sproporzionata era
stata la violenza delle FFOO durante il G8. La Procura di
Genova ha scelto di contestare il reato di devastazione e
saccheggio, reato di cui erano accusati anche i 93 arrestati
alla Diaz, che prevede una pena da 8 a 15 anni. E i procedimenti
contro i manifestanti di Genova hanno aperto
una stagione di repressione delle espressioni radicali del
movimento in tutta Italia. Si tratta di procedimenti complessi.
Per farvi fronte è stato necessario un lavoro impegnativo.
La struttura che coordina questo lavoro è il
Genoa Legal Forum.
G8 in Genoa
For the movement born in Seattle in 1999, Genoa in 2001
was meant to stand for the convergence of local and global
struggles and a radical critique of economic development
and neoliberal globalisation. However, instead of
this, G8 in Genoa has become symbolic of the violent
repression of protest, police attacks, the murdering of
Carlo Giuliani, illegal arrests, beatings and torture. And
this repression did not stop after the G8, but continued in
court. Many people, who in their various ways took part
in the movement, now stand accused with charges which
are disproportionate to the alleged facts, indeed as disproportionate
as the police violence had been during the
G8. The Genoese public prosecutor’s office chose to
accuse demonstrators of the offense of devastation and
plundering; the same offense that the 93 people who were
arrested at the Diaz school were accused of and which
has the penalty of between 8 and 15 years in jail. And the
cases against Genoa demonstrators initiated an era of
repression against the radical parts of the movement all
over Italy. The trials are complex. To face them, much
committed and engaged work has been necessary. The
structure that coordinates this work is the Genoa Legal
Forum (GLF).
I processi del G8
Dall'agosto 2001 gli avvocati del GLF si coordinano per
assicurare a tutte le persone che furono incarcerate e sono
sotto processo una difesa efficiente, e a chi ha subito violenze
e i cui diritti sono stati violati, la possibilità di fare
luce sulle responsabilità e di essere risarciti per i danni
subiti. Si sono costituiti gruppi di lavoro sui principali processi:
scuola Diaz, caserma di Bolzaneto e "fatti di strada"
del 20-21 luglio, coordinati attraverso gli uffici della segreteria
del GLF, dove sono raccolti gli atti processuali, il
materiale cartaceo, video, foto e audio (ad es. le comunicazioni
radio delle Forze dell'Ordine) che gli avvocati e i
consulenti tecnici analizzano per preparare l'esame dei
testimoni e le consulenze.
The G8 trials
Since August 2001, GLF lawyers have provided effective
defence to all those who were incarcerated and are on
trial, as well as providing legal support to those who suffered
violence and whose rights were violated. For these
people, the trials against members of the police make it
possible to establish who was responsible, as well as enabling
them to receive compensation for the damages they
suffered. Working groups have been formed for the main
trials: Diaz school, Bolzaneto detention centre and the
street incidents of the 20th and 21st of July. These groups
are coordinated through the secretarial offices of the
GLF where the trial documents have been gathered, as
well as the paperwork, video, photo, and audio (for example
PF radio communications) documents that the lawyers
and technical consultants analyse in preparation for
the questioning of witnesses and for expertise.
Il processo a 25 manifestanti
Uno dei procedimenti in corso a Genova, per i fatti di
strada del 20-21 luglio, è contro 25 manifestanti accusati
di devastazione e saccheggio in concorso. Questo reato,
introdotto nel dopoguerra e mai contestato prima per
scontri di piazza, presuppone che durante le giornate del
G8 di Genova l’OP sia stato messo in crisi anche tramite
compartecipazione psichica tra gli imputati. In pratica,
non occorre aver effettivamente “devastato”, ma è sufficiente
essere presenti mentre gli altri “devastano”.
Le indagini si sono basate su immagini e video di varia
provenienza, diramate a tutte le Digos italiane. La
Procura di Genova vuole dimostrare un “unico disegno”,
a cui ricondurre le singole azioni che i 25 imputati
avrebbero compiuto in concorso fra loro.
La difesa ha fatto emergere come in realtà l’OP sia stato
messo in crisi dalle stesse Forze dell’Ordine.
Un punto centrale è la ricostruzione della prima carica
contro il corteo delle Tute Bianche, per dimostrare che,
se ci sono stati atti violenti da parte dei manifestanti, si è
trattato di una reazione al comportamento delle FFOO
che può essere qualificata, secondo il codice penale,
come reazione agli atti arbitrari del Pubblico Ufficiale e
legittima difesa. I manifestanti si sono trovati in una
situazione di estremo pericolo, pestati selvaggiamente,
intossicati dal gas CS, senza possibilità di retrocedere.
Ma come si arriva a questa prima carica?
Nel primo pomeriggio del 20 luglio le azioni del blocco
nero si concentrano nella zona nord della città, oltre la
ferrovia. La Questura, per contrastare queste azioni, alle
14.30 circa ordina al Dirigente di PS Mario Mondelli,
responsabile del III Battaglione Carabinieri Lombardia,
di raggiungere piazza Giusti e poi Marassi. Alle 15.00
circa invia a Marassi il Dirigente di PS Pagliazzo
Bonanno, con i Reparti Mobili di Firenze e Bologna al
suo comando. I contingenti si muovono entrambi dalla
Questura ma, pur essendo diretti alla stessa zona della
città, percorrono strade differenti.
Mondelli impiega oltre 20 minuti per arrivare in via
Invrea all’incrocio con corso Torino, dove si ferma e
permette ai carabinieri di caricare senza motivo il corteo
che sta scendendo per via Tolemaide.
Pagliazzo Bonanno, invece, supera piazza delle
Americhe e attraversa il sottopasso di via Canevari raggiungendo
la zona di Marassi in meno di 10 minuti. Non trova alcun appartenente al blocco nero e la Questura gli
ordina di proseguire l’inseguimento. Arrivato a piazza
Manin carica brutalmente i pacifisti della rete Lilliput.
Perché la Centrale Operativa, che attraverso le telecamere
del traffico e degli elicotteri vede il corteo in via
Tolemaide, ordina al III Btg. Lombardia di passare da lì
invece che da piazza delle Americhe, come faranno qualche
minuto più tardi i reparti comandati da Pagliazzo
Bonanno?
The trial against 25 demonstrators
One of the current trials in Genoa, concerning street incidents
on the 20th and 21st of July, involves 25 demonstrators
who are accused of devastation and plundering.
This offense, introduced after the war, has never been
used in relation to street clashes. This accusation means
that during the days of the G8 in Genoa the public order
was breached through “psychological participation” (judicial
term) on the part of the defendants. In practice, it is
not necessary to have actually destroyed anything, it is
enough to have been present while others did so.
Investigations were based on images from various sources,
distributed to all Italian DIGOS (political security departments
of the Italian police). The Genoese public prosecutor’s
office wants to prove that there was a “common
plan” according to which all of the 25 defendants acted.
The defence demonstrated that in reality the Public
Order was jeopardized by the Police Forces.
The reconstruction of the first charge against the Tute
Bianche demonstration is crucial to the argument that if
acts of violence were committed by demonstrators, it was
in reaction to the behaviour of the PF. In legal terms, it was
a reaction to the arbitrary actions of a public officer and
therefore legitimate self-defence. Demonstrators found
themselves in an extremely dangerous situation, beaten
savagely, intoxicated by CS-gas without the possibility of
leaving the location. But what led to this first charge?
In the early afternoon of the 20th of July the actions of
the black blocks were concentrated in the north of the
city beyond the railway. To counteract such actions, at
14.30 the Questura (police headquarters) ordered police
commander Mario Mondelli, leading the III battalion
carabinieri (the “Lombardia”), to reach Piazza Giusti and then Marassi. At around 15:00, the Questura also
sent police commander Pagliazzo Bonanno with reparti
mobili (anti-riot units) to Marassi. Both contingents left
from the Questura and headed to the same area but they
took different routes.
It took Mondelli and his men more than 20 minutes to
get to the corner where Via Invrea meets Corso Torino.
They stopped there and the carabinieri, without reason,
attacked the demonstration which was coming down the
Via Tolemaide.
Pagliazzo Bonanno, in contrast, went past Piazza delle
Americhe and under the railway bridge to Via Canevari, reaching the Marassi area in less then 10 minutes. He did
not come across any members of the black block and
the Questura ordered him to continue pursuing them.
Arriving in Piazza Manin, he brutally attacked the
Lilliput Net pacifists.
The operational headquarters could see the march in Via
Tolemaide through traffic and helicopter cameras. So why
did they order the Mondelli with the carabinieri to go
across Via Tolemaide and not through Piazza delle
Americhe, as Pagliazzo Bonanno and his units had done
just a few minutes later?
Via Tolemaide
Dal punto di vista dell’OP come si può inquadrare la 1°
carica in Tolemaide?
Il corteo delle Tute Bianche si trovava ancora in zona
autorizzata quando è stato caricato a freddo, senza motivo,
senza preavviso e senza che la PS avesse prima cercato
di trattare con il gruppo di contatto, un gruppo di parlamentari
che precedeva il corteo e che, al termine del percorso
autorizzato, in piazza delle Americhe, doveva concordare
le modalità di arrivo con il responsabile per quella
manifestazione, il Dirigente di PS Angelo Gaggiano.
Con quella prima carica, i manifestanti si sono trovati a
dover arretrare in circostanze in cui arretrare era praticamente
impossibile, avendo alle spalle la massa del corteo,
in una strada, via Tolemaide, che ha poche vie di fuga sul
lato sinistro e sul lato destro è chiusa dal muro della ferrovia.
In questa circostanza, i manifestanti non avevano
altra alternativa che resistere alle cariche dei carabinieri.
Questo episodio determinerà gli scontri che sono durati
circa 3 ore e che hanno coinvolto tutta la zona di via
Tolemaide, corso Torino e piazza Alimonda, culminando
con l’uccisione di Carlo Giuliani.
Il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) prevede
che in ordine pubblico i carabinieri siano diretti da
un funzionario di polizia, ma la carica iniziale è stata comandata dal Capitano dei CC Antonio Bruno e non dal Dirigente di PS Mario Mondelli.
Via Tolemaide
So how does this first charge make sense from the point
of view of the maintenance of public order?
The Tute Bianche demonstration was taking place in an
authorized area when it was attacked, out of the blue and
unprovoked, without police trying to get in touch with the
contact group. This group was formed by members of
parliament preceding the demonstration, who were supposed,
at the end of the authorized route, to negotiate
further forms of protest with police commander Angelo
Gaggiano, responsible for this demonstration.
After the first attack, demonstrators found themselves
having to retreat in a situation in which retreating was virtually
impossible. This was when they had a mass of
demonstrators behind them, and were in a street with
only a few means of escape on the one side and with the
other side closed by the railway wall. In this situation,
demonstrators had no alternative but to resist the carabinieri
attacks.
This incident provoked the clashes that lasted about three
hours and involved the whole area of Via Tolemaide,
Corso Torino and Piazza Alimonda, culminating in the
killing of Carlo Giuliani.
According to Italian public security laws (Tulps), carabinieri
have to be always under the command of police in
public order situations. But the hearings established that
the initial attack was lead by carabinieri captain Antonio
Bruno and not by police commander Mondelli.
Piazza Alimonda
Mentre in via Tolemaide sono in corso le ultime cariche
comandate dal Dirigente PS Angelo Gaggiano, il Btg.
Sicilia, comandato dal Dirigente PS Adriano Lauro, che si
trovava in piazza Alimonda da circa mezz’ora, all’improvviso
decide di caricare da via Caffa quello che resta del
corteo delle TB, nonostante in quel momento la situazione
in piazza Alimonda sia tranquilla. La Compagnia è ridotta a 70 uomini, affiancati da 2 fuoristrada
defender. Hanno finito i lacrimogeni e, a detta
degli stessi Comandanti del Btg. Sicilia, il Capitano
Cappello ed il Tenente Mirante, non è in condizioni psicofisiche
per reggere una situazione di scontro.
Ciononostante avanza verso i manifestanti, abbozza una
carica, si trova di fronte una barricata di cassonetti, e alla
reazione dei manifestanti ripiega scompostamente.
Nella ritirata i CC si lasciano dietro i 2 defender che, come
dichiarato da Lauro e Cappello, non dovevano trovarsi in
quella situazione, in quanto mezzi non idonei ad affrontare
operazioni di OP.
Eppure su uno dei defender c’è il Tenente Colonnello
Truglio, il secondo ufficiale più alto in grado tra i carabinieri
presenti in piazza a Genova, dopo il Colonnello
Leonardo Leso. Truglio, Cappello e Mirante sono ufficiali
esperti, abituati a muoversi in teatri di guerra.
Come è stata possibile una manovra tanto insensata
quanto pericolosa?
Piazza Alimonda
At the same time that police commander Gaggiano was
leading the final attacks in Via Tolemaide, a carabinieri
battalion (the “Sicilia”), which had already been in Piazza
Alimonda for about half an hour and was lead by police commander Adriano Lauro, suddenly decided to start
another attack, from Via Caffa, on what was left of the
demonstration. This was in spite of the fact that the situation
in Piazza Alimonda was quiet.
The battalion was reduced to 70 men who no longer had
tear gas and who were no longer in a suitable psychogical
or physical condition to sustain a clash, as testified by the
“Sicilia” commanders captain Cappello and lieutnant
Mirante. Nonetheless, they moved towards the demonstrators,
attempted a charge, found themselves in front of
a rubbish bin barricade and they retreated in a chaotic
fashion in response to the reaction of the demonstrators.
The carabinieri left behind two defender jeeps which
should not have been there because they were not suitable
for PO operations, as testified by Lauro and Cappello.
Yet, in one of the jeeps was Colonel Lieutenant Truglio,
the second highest carabinieri in the streets of Genoa after
Colonel Leonardo Leso. Truglio, Cappello and Mirante
are expert officers, used to acting in war scenarios.
How was such a senseless and dangerous manoeuvre
possible?
La formazione delle FFOO
Durante il processo è emersa una mancanza di coordinamento
tra le FFOO, e nello specifico è risultato che: molti
operatori PS non conoscevano la città, i dirigenti di piazza
non avevano piantine né “scout”, le comunicazioni
contenevano informazioni errate, ad es. si inviavano contingenti
dove non serviva e si indicavano percorsi più lunghi.
Molti Funzionari di piazza non erano a conoscenza
dell’Ordinanza della Questura di Genova con cui si autorizzavano
i vari cortei. La Centrale Operativa avrebbe
dovuto coordinare i reparti di PS, CC e GdF, dalla Sala
Interforze allestita all’interno della Questura.
Prima del G8 c’erano state consultazioni tra organizzatori
dei cortei e rappresentanti delle FFOO, come ha dichiarato
l’ex-Questore di Genova Francesco Colucci. Anche l’ex-Capo della Digos Spartaco Mortola ha ammesso che il suo
ufficio era a conoscenza delle modalità e delle attrezzature
con le quali le Tute Bianche sarebbero scese in piazza.
Come mai queste informazioni che ha la Digos, mancano
non solo ai CC, ma anche ai RM e ai dirigenti di piazza?
Chi sono stati i veri protagonisti tra le FFOO?
Che formazione hanno ricevuto per gestire la “piazza” a
Genova?
The training of the Police Forces
During the trial, it became evident that there had been a
lack of coordination among the PF. In particular, many
police offices did not know the city, the commanders did
not have maps or scouts, communication contained
incorrect information, i.e. units were sent where they were
not needed and longer routes were recommended. Many
officers did not know the decree of the Genova Questura,
authorizing the different demonstrations. The interforces
room set up in the operational headquarters should have
ensured that the actions of the police, the carabinieri, and
also the border police units were coordinated. Before the
G8 there had been talks between demonstration organizers
and representatives from the police forces, according
to former Genoese police chief Francesco Colucci.
Furthermore, the former DIGOS-chief, Spartaco
Mortola, admitted that his office knew the forms of protest
of the Tute Bianche and the equipment they were to
take with them on the streets.
Why did this information not reach the carabinieri, the
police anti riot units and the commanders in the streets?
What training had they had to handle the situation on the
streets in Genoa?
Le CCIR
In occasione del G8 si sperimentano nuove tattiche e
nuovi equipaggiamenti per la gestione dell’OP. Vengono costituite 5 CCIR, Compagnie di Contenimento e
Intervento Risolutivo, contingenti formati da 4 plotoni di
50 uomini ciascuno, all’interno di battaglioni dei carabinieri
(VIII Btg. Lazio, III Btg. Lombardia, VI Btg.
Toscana, X Btg. Campania, XII Btg. Sicilia). Fra i comandanti
di queste compagnie ci sono ufficiali con preparazione
militare e esperienza in Somalia, Kosovo e successivamente
in Iraq. Ma un terzo di queste compagnie è composto
da militari di leva, alcuni arruolati da poche settimane,
come ad esempio l’ex CC Mario Placanica, che ha
sparato a Carlo Giuliani.
Il III Btg. Lombardia attacca il corteo autorizzato delle
TB, il XII Btg. Sicilia è responsabile dell’azione che si conclude
con l’uccisione di Carlo Giuliani.
The CCIR
For the G8, new tactics and new equipment for maintaining
public order were experimented with. Five CCIRs
(containment and resolutory interventions companies)
were created. These were formed out of four platoons of
50 men and are part of carabinieri battalions (VIII Btl.
Lazio, III Btl. Lombardia, VI Btl. Toscana, X Btl.
Campania, XII Btl. Sicilia). Among these units’ commanders
were officers with military training and experience
in Somalia and Kosovo (and subsequently in Iraq).
But one third of the members of these units were made
up of draftees, some of whom had just been in service
for a few weeks, like the ex carabiniere Mario Placanica,
who shot Carlo Giuliani.
The “Lombardia” battalion attacked the authorized Tute
Bianche demonstration. The “Sicilia” battalion is responsible for
the action carried out in Piazza Alimonda, which
resulted with the killing of Carlo Giuliani.
Il VII Nucleo
Per quanto riguarda la PS, pochi mesi prima del G8 viene
creato una squadra speciale di agenti addestrati per interventi
di OP, il VII Nucleo Sperimentale Antisommossa
del I Reparto Mobile di Roma, comandato da Vincenzo
Canterini: un gruppo di agenti scelti, fisicamente e psicologicamente
selezionati, addestrati da istruttori della polizia
di Los Angeles, dotati di nuovo equipaggiamento, fra
cui i manganelli “tonfa”. Il VII Nucleo è protagonista di
alcuni episodi chiave delle giornate di Genova: le prime
cariche di venerdì 20 luglio su piazza Savonarola, la carica
conclusiva sul corteo delle TB con i pestaggi sotto i portici
di corso Gastaldi ed infine la notte del 21 con l’irruzione
nella scuola Diaz.
The VII Nucleo
State Police trained a special unit of men for public order
operations a few months before the G8: the VII Nucleo of
the first reparto mobile di Roma, an experimental anti-riot
unit, under the command of Vincenzo Canterini. This
consisted of a group of men, physically and psychologically
selected and trained by Los Angeles police instructors
to use new equipment, for example the tonfa batons. The
VII nucleo was involved in some of the more infamous
episodes in Genoa: the first attacks on Friday 20th of July
in Piazza Savonarola, the final attack on the Tute Bianche
march with the beatings in Corso Gastaldi, and finally the
night of the 21st - the raid in the Diaz school.
“Armi improprie”
Nel corso del processo è emerso che molti CC del Btg.
Lombardia utilizzavano, invece dei manganelli di ordinanza
- i “tonfa” di nuova dotazione - bastoni e/o tubi di ferro
fasciati con nastro isolante nero. Queste armi improprie
hanno in molti casi causato ferite gravi ai manifestanti.
Il Capitano Antonio Bruno che comandava questo
Battaglione, chiamato a testimoniare, di fronte a foto scattate
al momento della carica ha dovuto ammettere la circostanza:
“O hanno portato degli oggetti non autorizzati
per conto proprio, o hanno utilizzato altri oggetti contundenti
per l’azione”. La Procura di Genova non ha aperto alcun procedimento
per quello che tecnicamente è un porto d’armi improprie,
in quanto nessun appartenente alle FFOO è legittimato a
portare armi diverse da quelle di ordinanza.
“Inappropriate Weapons”
During the trial it became evident that many carabinieri of
the “Lombardia” used clubs and iron bars wrapped in
black cellotape, instead of the regular new tonfa. These
“inappropriate weapons” caused serious injuries to
demonstrators in many cases. When Captain Bruno, who
was in charge of those carabinieri, testified, he was confronted
with pictures taken at the moment of the attack,
and therefore had to admit to what the circumstances had
been: “Either they took unauthorized objects on their
own, or they used other potentially dangerous objects for
the action.” The Genoese prosecutor’s office did not open any investigation
into what it meant to be carrying unauthorized
weapons, since no PF member is allowed to carry weapons
other than those assigned to him/her.
Il gas CS
Una direttiva del Capo della PS Gianni De Gennaro,
inviata a tutti i Questori nel febbraio del 2001, esortava a
evitare l’utilizzo di lacrimogeni in situazioni di affollamento
dove possano provocare situazioni di panico con ovvie
ripercussioni sulla sicurezza pubblica. I lacrimogeni sono
infatti da considerarsi rimedio estremo per fronteggiare
situazioni di particolare gravità.
Durante il G8 ne è stato fatto invece un uso arbitrario e
illegittimo, sono stati regolarmente sparati ad altezza
uomo, e persino dagli elicotteri e dai gommoni. In 2 giorni
se ne lanciano circa 6.200.
Si tratta di gas CS. Il CS è vietato dalle Convenzioni
Internazionali per l’uso in guerra, ma è consentito per
l’OP interno. Gli effetti sono: forte lacrimazione e irritazione
alla cute e alle mucose, crisi respiratorie, gravi dermatiti
e disturbi gastro-intestinali anche nei giorni successivi.
L’esposizione ad elevate concentrazioni combinata al
caldo umido può provocare edema polmonare, disfunzioni
respiratorie permanenti, mutamenti genetici ereditari.
I casi di intossicazione da gas CS sono stati numerosi
anche tra le FFOO, soprattutto tra il personale addetto al
lancio.
CS gas
One decree from the chief of police, Gianni De
Gennaro, which was sent to all local police chiefs in
February 2001, urged them to avoid using tear gas in
crowded situations where it can provoke panic with
obvious repercussions for public security. Tear gas should
in fact be considered a weapon to be used only in extreme
situations. During the G8, however, it was used arbitrarily
and illegally. Tear gas grenades where regularly shot
at point blanc range and even from helicopters and boats.
In two days, about 6.200 grenades were shot.
The gas used was CS gas, which is forbidden by international
conventions for use in war, but it is allowed, domestically,
to maintain public order. The effects are manifold:
streaming eyes, skin and mucous membranes irritation,
breathing crises, serious dermatitis, and gastric disorders
even in subsequent days. Exposure to high concentrations
of the gas, combined with hot humid weather, can provoke
lung edema, permanent respiratory malfunctions,
and genetic mutations. There have been several cases of
CS gas intoxication even among the police forces, especially
the men who were shooting the grenades.
A Genova viene stravolto il concetto per cui le Forze
dell’Ordine sono in piazza a garanzia del diritto di manifestare
dei cittadini. Le Forze dell’Ordine hanno gestito
l’Ordine Pubblico con interventi di tipo militare.
A Genova è stato definito un limite oltre il quale il “cittadino”
diventa “nemico”.
In Genoa, the concept that the Police Forces should be in
the streets to guarantee the citizens’ right to demonstrate
was completely undermined. The Police Forces dealt with
Public Order with military interventions.
In Genova a line has been drawn beyond which a “citizen”
is an “enemy”.