COMMISSIONE D'INDAGINE

Seduta 01 - 07 Agosto 2001

Audizione del presidente della regione Liguria, Sandro Biasotti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della regione Liguria, dottor Sandro Biasotti, sui fatti accaduti in occasione del vertice G8 svoltosi a Genova.
Prima di dare inizio all'audizione in titolo ricordo che l'indagine ha natura meramente conoscitiva e non inquisitoria.
La pubblicità delle sedute del Comitato è realizzata secondo le forme consuete previste dagli articoli 65 e 144 del regolamento della Camera, che prevedono la resocontazione stenografica della seduta.
La pubblicità dei lavori è garantita, salvo obiezioni da parte di componenti il Comitato, anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, che consente alla stampa di seguire lo svolgimento dei lavori in locali separati.
Non essendovi obiezioni, dispongo l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.


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Signor presidente, la ringraziamo e la preghiamo di riferire sui fatti di cui lei è sicuramente a conoscenza e per i quali è stato invitato in questa sede. Ci scusiamo per il ritardo.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Grazie, presidente. Posso consegnare una relazione sulla organizzazione sanitaria, che costituiva poi la competenza primaria della regione, mentre, per quanto riguarda la relazione generale, preferirei rivederla, poiché contiene ancora alcuni allegati predisposti da alcuni miei delegati; ve la farò avere comunque nel più breve tempo possibile.
Quando il G8 è stato deciso nel ottobre-novembre del 1999, ho seguito personalmente la vicenda, perché mi trovavo in piena campagna elettorale per le elezioni regionali. L'interesse della regione era eccezionale, perché a noi interessava ricavarne un beneficio dal punto di vista turistico, una delle attività su cui noi puntiamo in modo prioritario. Direi che nei mesi successivi tutto si è poi svolto in un modo logico. Abbiamo predisposto contatti con il Governo di allora, contatti con le istituzioni locali, con la struttura di missione per far sì che il G8 fosse veramente un'occasione di promozione del nostro territorio. A tal fine concordammo con la struttura di missione di alloggiare le delegazioni, non solo a Genova, ma anche negli alberghi della riviera, precisamente a Rapallo, a Santa Margherita, a Portofino e ad Arenzano.
Addirittura, dopo una mia visita ed un pranzo con l'allora ministro degli esteri Dini, avevamo ottenuto di accogliere anche la riunione dei ministri degli esteri, che si doveva svolgere il 18 ed il 19 luglio e che si sarebbe dovuta tenere a Portofino ed a Santa Margherita. Ricordo che si trattava del periodo in cui cominciavano a manifestarsi le contestazioni antiglobalizzazione: credo che la riunione di Seattle sia del novembre o del dicembre 1999. Tutto il 2000 è passato poi senza


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fatti di una certa importanza. Arriviamo così all'inizio del 2001 quando le dichiarazioni che si succedevano sulla stampa erano, dal mio punto di vista - ma non solo dal mio - preoccupanti. I primi contatti ufficiali li abbiamo avuti a partire dal 10 gennaio del 2001, quando ricevemmo le prime richieste di incontro da parte delle associazioni non governative, riunite allora sotto la dicitura «patto di lavoro». In un primo tempo non esaudii però queste richieste, perché preferivo che tali incontri si tenessero anche con le altre istituzioni locali e con il Governo.
La mia posizione è sempre stata molto chiara: ritenevo non fattibile l'organizzazione del vertice G8 e nello stesso tempo la possibilità di accogliere la manifestazione anti-G8. Secondo il mio parere - e questo l'ho ripetuto sempre a chiare lettere - non era possibile la contestualità dei due avvenimenti per tanti motivi. Un primo motivo era relativo all'ordine di accoglienza: Genova città dispone solamente di circa 2 mila 500 posti letto e quindi - si parlava già allora di almeno 100 mila persone - l'accoglienza, secondo il mio punto di vista, sarebbe stata impossibile da gestire. L'aspetto più importante però, per quanto mi riguarda, era che ritenevo le dichiarazioni dei leader di alcune sigle di antiglobalizzatori di carattere violento. Ricordo, ad esempio, che le tute bianche si presentarono a Genova in assetto di guerra: venne dichiarata guerra allo Stato e voi conoscete meglio di me le varie dichiarazioni che si sono poi succedute nel corso dei mesi precedenti al G8. Certamente chiedevo di accogliere i manifestanti - tante tesi sostenute da loro lo sono anche dalla giunta e dal consiglio regionale -, ma chiedevo che queste manifestazioni si tenessero nei 15 giorni precedenti allo svolgimento ufficiale del G8. La mia posizione è rimasta isolata, tanto che si tennero le manifestazioni contemporaneamente al vertice. Signor presidente, ho qui una


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raccolta di tutte le mie dichiarazioni che, se serve, posso lasciarvi. Quando poi la contestualità si è rivelata l'unica soluzione possibile, perché si riteneva necessario il dialogo, sostenni la tesi, anche questa rimasta isolata, della necessità di blindare la città, anche se non usai tale termine, introdotto invece dai titoli dei giornali. Conoscendo bene la città, la ritenevo, per la configurazione delle strade, della struttura costruttiva ed abitativa di Genova, un'evidente scenografia per una guerriglia urbana.
Ho dimenticato di far notare - non so se serva, ma comunque lo dico - che il G8 fu organizzato a Genova per un fatto, credo, di compensazione, perché proprio in quel periodo (fine 1999) la Liguria perse i fondi europei, circa 2 mila miliardi di investimenti - al riguardo ci fu un dibattito molto acceso sui giornali locali che durò alcuni mesi -, perdendo una grande occasione di sviluppo per i successivi sei anni. Su tutti i giornali si lesse allora che il Governo D'Alema compensava la città con la concessione del summit G8.
Tornando a tempi recenti, posso dire che per quanto riguarda l'opportunità di non far svolgere la contestazione nei giorni del summit, l'allora Premier Amato convenne con me; al riguardo ho una relazione del prefetto, datata 2 febbraio 2001, che dice: «il Presidente del consiglio non sarebbe favorevole a far svolgere manifestazioni anti in contemporanea con il vertice G8; addirittura il presidente del consiglio avrebbe in mente di dirottare il popolo degli anti in una località lontana dalla Liguria». Ad un certo punto, comunque, l'opinione pubblica e, direi, il Governo Amato decisero di far svolgere queste manifestazioni. Mi permetto di fare una osservazione, avendo vissuto la situazione in prima persona (sono presidente della regione dal marzo 2000, ho quindi vissuto tutto il periodo del G8): ritengo che il Governo Amato


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abbia obiettivamente trascurato questa manifestazione. Trascurato nei fatti, perché ho visto ufficialmente il Presidente Amato solo durante la presentazione del logo del G8; ed anche perché non ho mai capito chi veramente si occupasse del G8. In un primo tempo, per quanto riguarda la sicurezza, se ne occupò il prefetto di Genova. In un secondo tempo Amato diede la responsabilità del G8 al ministro Dini, il quale non se ne occupò mai direttamente, affidando l'organizzazione a non so chi, che la affidò a sua volta al ministro plenipotenziario Vinci Giacchi. Sempre per quanto riguarda la sicurezza, se ne occupò per un certo periodo il prefetto Gianni, poi non lo sentii più, dopodiché se ne occupò di nuovo il prefetto e poi più nessuno, salvo il nuovo ministro degli interni, De Gennaro e quant'altri con loro.
Veniamo ai giorni del G8. Sapete già, perché penso ne abbiate già parlato con ....
MARCO BOATO. Lei ha detto Scajola, De Gennaro e quant'altri? A chi si riferisce?
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Ho partecipato ad un'unica riunione al Viminale, la settimana prima del vertice, con Scajola, De Gennaro e mi sembra - non sono sicuro al cento per cento, ma direi al 90 per cento -, Andreassi. Forse c'era anche qualcun altro, ma sinceramente non vorrei darle dei nomi che poi potrebbero essere magari non confermati nella realtà. Sicuramente c'era De Gennaro, che connubi in quell'occasione, e molto probabilmente Andreassi.
Con riferimento ai giorni del vertice, ero confinato nella zona rossa perché la sede della regione Liguria è appena fuori dalla suddetta area, proprio ai confini, quindi in una zona pericolosa dal punto di vista della sicurezza. Sono riuscito ad


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andare alla sede della regione sino a giovedì, non ci sono riuscito venerdì perché per arrivarci dovevo attraversare piazza Dante, quel varco cioè che avete visto in televisione in cui è stato operato il tentativo di sfondamento: la sede della Regione è proprio lì. Ho abitato nella zona rossa, la mia abitazione è in corso Italia, la strada nella quale si sono verificati gli avvenimenti più eclatanti e che è situata all'inizio dell'area in cui sono scoppiati molti incidenti. Pertanto, mi si consigliò, ma lo convenni, di trasferirmi nella zona rossa.
In tale zona, in cui sono stato per quattro giorni, obiettivamente non c'era, come ho sentito dire dal sindaco, un ammasso di forze di polizia così imponente. C'erano, ma come scenografia, una quarantina di cavalli con i rispettivi poliziotti, o carabinieri che fossero, e una normalissima forza dell'ordine. La mia impressione, comunque, è che fossero in numero abbastanza limitato, in base a quanto mi risultava visivamente, perché non ho le notizie che invece potreste avere voi.
Quindi, a parte la mia visione diretta del tentativo di sfondamento di piazza Dante nella zona rossa, ho visto quello che hanno visto tutti in televisione. Questo è quanto posso raccontarvi con riferimento ai giorni del G8, oltre alle informazioni che avevo in linea diretta con le strutture sanitarie. Ho avuto infatti per primo la notizia, purtroppo, del decesso del giovane, che ho comunicato in diretta al sindaco, alla provincia e al prefetto, perché eravamo in attesa di salutare il Presidente della Repubblica Ciampi. Allora l'informazione era di due morti, però sul secondo morto, una donna, le notizie, anche da parte dell'ospedale, non erano sicure.
È mia intenzione lasciarvi copia della relazione sul sistema sanitario e una rassegna stampa sulle dichiarazioni ante vertice che evidenziano i fatti. Per inciso, vorrei dire che mi sorprende che la gente si sia stupita degli incidenti; avevo


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previsto, già da gennaio, tutto quello che poi è esattamente successo, perché non c'era nessun'altra alternativa e perché si è visto quello che successo.
Mi riservo, invece, di consegnarvi in un successivo momento copia di questa relazione con gli allegati.
ANTONIO SODA. Qual è la natura di quella relazione?
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. È una relazione con una cronistoria degli avvenimenti, perché non ho personalmente partecipato a tutti gli incontri sulla sicurezza, avendo fatto partecipare altri al mio posto, come, ad esempio, gli assessori. Rappresenta, quindi, una sorta di cronistoria contenente vari allegati, quali i verbali delle riunioni in prefettura con il prefetto in tema di sicurezza, le lettere ricevute dagli antiglobalizzatori, le lettere di richieste di incontro: niente di particolarmente interessante, salvo alcuni verbali in cui si evidenzia la volontà del Governo Amato di non far svolgere le manifestazioni. In proposito, mi ero dimenticato di dirle, signor presidente, che addirittura in un verbale del 9 febbraio, in prefettura, alla presenza di rappresentanti di alte istituzioni, si convenne di non far svolgere manifestazioni né culturali né musicali né di massa nei giorni successivi al 15 luglio. Dico questo per farvi capire che la preoccupazione non era solo mia, che la manifestavo con fermezza, ma era sicuramente di tutti.
PRESIDENTE. Ringrazio il presidente della regione Liguria, dottor Sandro Biasotti, per l'informativa resa alla Commissione.
Do ora la parola ai colleghi che intendano rivolgere domande o richieste di chiarimento.
MARCO BOATO. La mia impressione è che potrebbe essere utile se il presidente della regione si soffermasse maggiormente,


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se lo ritiene opportuno, sulla parte relativa ai giorni in cui si è svolto il G8, avendo sviluppato di più la parte precedente. Veda lei, se ritiene di fornire al Comitato paritetico per l'indagine conoscitiva ulteriori elementi di informazione per quanto istituzionalmente le compete; per la parte precedente lei ci ha detto che è stato molto coinvolto dal G8 per l'aspetto turistico e lo ha ripetuto più volte all'inizio del suo intervento. Ciò è interessante dal punto di vista dell'economia regionale, ma il G8 aveva anche un altro significato, sul piano istituzionale.
Per quanto riguarda la questione «contestualità», lei non è il primo a dirci oggi che sarebbe stato favorevole; infatti il presidente della provincia ci ha detto la stessa cosa. Lo dico perché, trattandosi di due figure istituzionali che fanno riferimento a maggioranze politiche differenti, emerge comunque lo stesso dato come preferenza iniziale. Ad un certo punto lei ha detto: sono rimasto isolato. Affinché non sia equivocato quello che sto dicendo, vorrei dire, seppur brevissimamente, che ho apprezzato il modo in cui il Governo Berlusconi, in particolare il ministro degli affari esteri ed il ministro dell'interno hanno tentato, nella fase precedente il G8, di stabilire un dialogo ed una responsabilizzazione. Dico questo per eliminare qualsiasi ipotesi di strumentalizzazione alla mia domanda. Però lei ritiene che avendo sostenuto questa posizione, da un certo punto di vista sia rimasto isolato. Quindi lei è rimasto isolato rispetto al Governo Berlusconi, al ministro dell'interno e al ministro degli affari esteri: questo io capisco da quello che lei sta dicendo: se lei potesse, però, spiegarci meglio questo aspetto penso che ciò sarebbe utile.
Dopodiché, le chiedo di chiarire meglio - perché sembrerebbe, da quanto afferma, che non abbiate avuto nessuna informazione, ma è comunque anche questo un dato politico


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- quanto da lei detto sulla zona rossa, relativamente al fatto di aver verificato esser presente un numero limitato di forze di polizia. La comunicazione resa dal ministro dell'interno Scajola il 23 luglio in Parlamento, fa riferimento ad un numero preponderante di addetti delle forze di polizia all'interno della zona rossa, pari a circa 9 mila, o poco meno, unità e di un numero minore, circa 7 mila - cito a memoria, quindi domando scusa se commetto qualche errore tecnico - dalla zona gialla in su, quindi fuori dalla zona rossa. Dunque, se quasi 9 mila addetti delle forze di polizia nella zona rossa, che è molto limitata dal punto di vista geografico, a lei appaiono un numero limitato di forze di polizia - perché lei dice di aver visto qualche carabiniere o poliziotto a cavallo e poco più -, ho allora l'impressione che lei abbia visto poco di quello che è accaduto in quei giorni. Pertanto, le chiederei - poiché siamo qui per ascoltarla e non per contestarla, non avendo alcun potere al riguardo - di dirci qualcosa di più di quello che lei ha visto in quei giorni.
Vorrei fare un'ultimissima riflessione su quanto da lei detto «mi sorprendo che la gente si sia stupita degli incidenti». Non c'è dubbio che in occasione del vertice del G8 si sapesse che sarebbero arrivati a Genova anche gruppi organizzati (addirittura hanno occupato, a Quarto, una struttura della provincia nella notte tra il 19 e il 20 luglio), con l'intenzione di mettere in atto azioni violente di vera e propria guerriglia urbana; pertanto non si stupisce lei e non ci stupiamo noi. Quello che ci interesserebbe sapere, se lei ne è a conoscenza, riguarda le modalità di contrasto alle azioni di guerriglia, messe in atto dalle forze di polizia, non interne alla zona rossa, ma esterne. Infatti, il contrasto alle azioni di guerriglia sembra essere stato limitatissimo, mentre l'opposizione ai


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manifestanti pacifici risulterebbe essere stata sistematica: questa questione rappresenta il clou della nostra indagine conoscitiva.
IDA DENTAMARO. Mi pare di capire che la relazione che il presidente della regione Liguria depositerà in tema di assistenza sanitaria riguardi essenzialmente l'organizzazione del servizio...
PRESIDENTE. Mi scusi, senatrice, quella è già stata depositata; in realtà il presidente Biasotti si riserva di consegnarci una relazione relativamente a quanto lui, gli assessori o altri funzionari della regione hanno fatto o sul ruolo che hanno avuto nell'ambito del vertice G8: è su questa relazione che vi è la riserva.
IDA DENTAMARO. Ma la relazione già depositata riguarda l'organizzazione del servizio così come era stato preventivamente organizzato. Credo sarebbe utile, per il Comitato, ottenere notizie più precise in ordine agli interventi effettivamente attuati in materia sanitaria durante le giornate «calde» del vertice G8. In particolare, giacché il presidente Biasotti ha fatto riferimento alla voce diffusa il venerdì pomeriggio relativamente ad un secondo decesso di una ragazza ed ha anche affermato che si tratterebbe di una voce non meglio precisata proveniente dall'ospedale, chiedo se possa darci qualche notizia in più. Fino ad ora sappiamo che vi è stata una agenzia di stampa con la notizia di due decessi poi ritrattata ed ora apprendiamo che queste notizie sono giunte al suo orecchio direttamente dall'ospedale; allora vorremmo capire se si trattava di una ragazza ferita gravemente, se è in condizione di dircelo oggi o di acquisire queste notizie: desidereremmo quindi degli elementi in più su tale punto.


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Inoltre in riferimento alla notte del sabato, durante o dopo la perquisizione alla scuola (che a questo punto abbiamo chiarito essere la scuola Pertini), riterrei utile sapere quante ambulanze siano state inviate presso quella scuola e da quali strutture provenissero.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola al collega Bobbio desidero informare i colleghi che il documento fornitoci in questo momento dal presidente della regione Liguria riguarda il vertice G8 e l'organizzazione sanitaria nell'area metropolitana genovese dal 16 al 26 luglio 2001. Quindi, qualora non vi trovassimo le risposte alle sollecitazioni della senatrice Dentamaro, forse sarà il caso che ci venga fornita qualche notizia in più.
IDA DENTAMARO. Mi scuso, ma non avendo avuto modo di consultare tale documento, ritengo essenziali questi elementi.
PRESIDENTE. È chiaro che, essendoci stato fornito adesso, nessuno di voi lo ha ancora esaminato.
IDA DENTAMARO. Del resto, non avrei avuto altre occasioni di intervenire al riguardo quindi qualora non vi siano contenute queste notizie, insisto per acquisire le informazioni richieste.
LUIGI BOBBIO. Qualche breve chiarimento. È possibile che, in particolare per una delle domande, effettivamente i dati siano contenuti in quella relazione, ma la formulo ugualmente al presidente Biasotti. Lei ha affermato di aver manifestato la sua convinzione circa la necessità di non contestualizzare il vertice e le manifestazioni come fatto sia spaziale sia temporale, perché aveva serie perplessità, per non dire certezze, in


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relazione ai disordini che si sarebbero verificati. Desidererei sapere se lei parlò con il sindaco e con il presidente della provincia di queste sue, chiamiamole così, certezze, ed in particolare, se così fosse, cioè che ne abbia parlato, quale fu il loro punto di vista sulla questione.
Mi pare di aver capito che, dopo alcune perplessità iniziali dell'allora Presidente del Consiglio Amato circa la contestualità, alla fine la decisione finale della contestualità spaziale e temporale fu presa proprio dal Presidente Amato; vorrei che su questo punto mi fornisse chiarimenti, se lo ritiene opportuno. Chiedo ancora se lei possa fornire dati, in particolare numerici, dei dimostranti che si rivolsero alle strutture pubbliche sanitarie, per essere curati o comunque soccorsi, questo per poter poi operare un evidente calcolo al contrario.
Vorrei sapere, infine, se furono chiesti alla regione contributi, ed in caso positivo, da chi; chiaramente mi riferisco a contributi per il Genoa social forum o per organizzazioni collegate.
GRAZIELLA MASCIA. La relazione del presidente Biasotti esprime sostanzialmente una valutazione politica rispetto alla preparazione del vertice G8 e del fatto che questo si sia tenuto in contemporanea ad alcune manifestazioni. Mi pare di comprendere - e mi smentisca se sto sbagliando - che la regione, in questa materia, non abbia svolto alcun ruolo specifico; quindi lei ha partecipato in qualche modo ad una discussione, appunto, politica su cui ha espresso una opinione. Salto questo punto - d'altra parte l'onorevole Boato ha già posto una serie di domande interessanti al riguardo - per soffermarmi invece sugli aspetti di competenza propria della regione su cui vorrei essere smentita o ricevere conferma. Voi siete stati responsabili, in quei giorni, di tutto il servizio sanitario; se cerco nel volume che lei ci ha mostrato, senza


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averlo naturalmente potuto consultare, forse lì trovo che si parla di organizzazione in termini generici e generali. Ritengo che sarebbe utile sapere, in modo approfondito, che cosa sia successo in quei giorni dal punto di vista dell'impegno dei sanitari nella regione, con tutti i dati possibili; non pretendo referti medici, ma desidererei conoscere tendenzialmente il numero - nonché le caratteristiche delle ferite - delle persone che sono dovute ricorrere alle cure sanitarie ed anche capire i luoghi interessati.
Desidererei anch'io chiedere chiarimenti su questa notizia, che lei afferma aver ricevuto in diretta, relativamente al primo decesso, nonché di una seconda donna che era stata data per morta (le due notizie sono arrivate quasi in contemporanea); lei afferma che l'ospedale non ha confermato. Se possibile, vorrei sapere subito a quale ospedale si riferisca e quali notizie poi abbia avuto; immagino che un presidente di regione che ha avuto notizia di questo genere si sia poi preoccupato di verificare, indipendentemente dalle agenzie di stampa, perché questa voce sia arrivata. Le chiedo di dire inoltre che tipo di verifiche ha compiuto al riguardo.
Infine, in merito alla scuola Diaz vorrei anch'io conoscere il numero delle ambulanze, da dove siano arrivate e a che ora siano state allertate.
FRANCO BASSANINI. Vorrei rivolgere alcune domande al presidente Biasotti, al di là delle sue opinioni, che trovo per me molto interessanti ma il Comitato deve raccogliere fatti e notizie sui fatti. Chiedo se vi siano fatti concreti che risultano alla regione sullo svolgersi degli eventi e che sono a conoscenza del presidente, perché ne è stata investita l'istituzione regionale. Può darsi che non vi siano, nel senso che la regione ha una competenza - diciamo - molto meno diretta che non quella di un comune o di una provincia sullo svolgersi di


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queste vicende. Comune e provincia hanno dovuto anche mettere a disposizione, su richiesta del prefetto, edifici per l'accoglienza, mentre immagino che alla regione questo non sia stato chiesto; se così non fosse, mi interesserebbe sapere se anche alla regione sia stato chiesto di mettere a disposizione degli edifici per l'accoglienza dei manifestanti; immagino che non ce lo abbia detto perché ciò non è avvenuto.
Il presidente Biasotti ha anche affermato - e su questo vorrei rivolgergli una domanda specifica - che la sua posizione era contraria alla contestualità tra G8 e manifestazioni di dissenso e di contestazione rispetto al vertice G8 ed alla globalizzazione e che questa era la posizione anche dell'allora Presidente del Consiglio Amato. Ci ha detto che, ad un certo punto, il Governo Amato ha invece deciso per la contestualità. Io ho fatto parte di quel Governo, e poiché ciò non mi risulta vorrei sapere quando questo sia avvenuto; può darsi che non mi risulti perché il ministro della funzione pubblica di allora non era coinvolto in queste decisioni. Però mi interesserebbe sapere - ripeto - quando sia stata presa tale decisione, con la quale il Presidente del Consiglio Amato avrebbe modificato la sua opinione ed il suo orientamento che allora coincidevano con quelli del presidente della regione Liguria. È un elemento importante perché, fino a questo momento, avevo pensato che, invece, quella decisione fosse stata presa dal Governo Berlusconi, che peraltro può anche essere condivisa da molti di noi, non sto facendo una obiezione polemica (può darsi che mi sbagli).
Il presidente Biasotti ha affermato che il Governo Amato ha modificato il precedente orientamento contrario alla contestualità; però a questo punto, visto che lo ha detto il


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presidente della regione, sicuramente mi saprà dire anche quando ciò è avvenuto, trattandosi di un elemento, credo, non privo di importanza.
Abbiamo appreso, in particolare dal presidente della provincia, elementi abbastanza importanti sulla concentrazione dei cosiddetti black bloc in una scuola di Quarto; si tratta di una scuola della provincia nella quale non vi è stato alcun intervento di prevenzione, nonostante le segnalazioni dell'amministrazione provinciale alle autorità responsabili della sicurezza e dell'ordine pubblico. Vorrei chiedere se qualcosa del genere risulti anche alla regione, se quest'ultima disponesse di qualche osservatorio sui luoghi in cui si concentravano le frange violente delle organizzazioni violente, peraltro note anche alle cronache dei precedenti vertici, oppure se alla regione non risultasse nulla di tutto ciò.
LUCIANO VIOLANTE. Signor presidente, visto che alcune cose le ha già dette adesso il collega Bassanini, mi limiterò a qualche breve domanda.
Signor presidente, forse non ha seguito proprio tutto, perché mi sembra che l'idea che lei ha dato circa il numero dei poliziotti presenti nella zona rossa sia un po' diversa da quella che ci ha fornito il ministro degli interni. Forse ha seguito solo una parte degli eventi anche perché, se non ho capito male, il ruolo della regione non era preponderante nell'organizzazione del vertice rispetto a quello - per quanto ci è parso di capire - del comune e della provincia.
Lei ha detto di avere chiesto di accogliere le manifestazioni nei 15 giorni precedenti la manifestazione del G8 per evitare la contestualità: mi sembra che questo fosse il senso delle sue affermazioni. Vorrei sapere a quale autorità pubblica manifestò tale sua opinione e quando.


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Inoltre, lei dice: «quando la contestualità diventa irrinunciabile, chiedo di blindare la città». Questa domanda l'ha già posta il collega Bassanini: quando, a suo avviso, diventa irrinunciabile la contestualità, a quale soggetto chiede di blindare la città e che risposta ottiene?
Lei ha poi espresso perplessità sulla scelta di Genova come sede del vertice. Lei sa che Genova fu scelta all'unanimità dalle forze politiche: vorrei sapere se fece presente queste sue perplessità alla parte politica cui appartiene.
GABRIELE BOSCETTO. Signor presidente, in merito all'ultima domanda del presidente Violante, anch'io sarei lieto se volesse chiarire bene il passaggio che ha effettuato in termini di collegamento fra i 2.000 miliardi di fondi europei perduti per alcuni errori del Governo D'Alema e l'attribuzione compensativa del vertice G8 alla città di Genova. Per quanto riguarda il discorso delle manifestazioni non contestuali, sarebbe opportuno chiarire il fatto che sulla non contestualità vi poteva essere accordo o disaccordo, ma la stessa si sarebbe comunque resa necessaria perché il Genoa social forum e i diversi gruppi di contestatori avevano annunciato che in ogni caso avrebbero posto in essere manifestazioni, anche non autorizzate, nei giorni del G8.
Mi sembra, dunque, che questo tipo di diatriba sulla possibilità che vi fosse o meno contestualità e sulla volontà espressa al riguardo da parte dell'uno o dell'altro Governo sia qualcosa che appare al di fuori della realtà.
Credo, infatti, che qualsiasi Governo avrebbe voluto evitare ciò che è accaduto, ma qualsiasi Governo sapeva che avrebbe dovuto affrontare quel tipo di contestazione che, se avesse voluto essere esclusivamente una contestazione pacifica, si sarebbe potuta realizzare in qualsiasi altra città d'Italia. Siccome voleva essere una contestazione che andava volutamente


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ad infrangere una zona rossa in nome della libertà di manifestazione del pensiero - come se quest'ultima comportasse la non possibilità di tutelare l'incolumità e la libertà dei Capi di Stato e delle delegazioni che avevano liberamente scelto l'Italia per riunirsi - direi che, a questo punto, il tipo di contesto debba essere ben spiegato e tenuto in mente nonché ricordato nei suoi necessari passaggi.
GIANCLAUDIO BRESSA. Signor presidente, il presidente Biasotti ha svolto una relazione molto asciutta e determinata, ma non molto documentata. Gli chiederei, quindi, la cortesia di fornirci alcune informazioni in più, soprattutto relativamente a due questioni. La prima: egli ha ripetutamente sottolineato come fosse personalmente - e quando dice personalmente suppongo parli a nome della giunta regionale e del consiglio regionale - contrario alla contestualità.
Il presidente della provincia, pochi istanti fa, ci ha illustrato un programma che la provincia aveva presentato al ministero dei beni culturali e agli altri enti locali, in cui si prevedeva una serie di manifestazioni, a partire da maggio fino a luglio, in cui sostanzialmente si dava uno spazio mediatico alle idee che il vertice G8 portava con sé, nel tentativo di ottenere la presenza delle idee e non delle persone. Le chiedo se la giunta regionale e quindi la regione abbiamo preso parte a tale programma e - in caso di risposta affermativa - in che modo, perché altrimenti non si capisce in cosa possa consistere questo isolamento della regione. Abbiamo sentito, infatti, questa mattina il sindaco sostenere di essere stato contrario alla contestualità; abbiamo sentito il presidente della provincia affermare di essere stata contraria alla contestualità e di aver predisposto dei programmi; lei ci dice che era contrario alla


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contestualità, ma ci dice anche di avere sostenuto tale ipotesi da solo: vorrei capire come spiega questo suo senso di isolamento.
La seconda questione è la seguente: lei è stato molto preciso nell'indicarci una relazione del prefetto - quella del 2 febbraio - in cui lo stesso comunicava che anche il Presidente Amato era d'accordo con lei, essendo contrario alla contestualità. Potrebbe essere altrettanto preciso nel dirci quando il Presidente Amato ha cambiato idea e qual è stato l'atto del Governo che le consente di dire che da un certo momento in poi il Presidente Amato è divenuto favorevole alla contestualità di manifestazioni e vertice?
GIANNICOLA SINISI. Signor presidente, ringrazio il presidente della regione Liguria per la sua relazione. Lei ha affermato di aver avuto un incontro con il ministro dell'interno una settimana prima del vertice ed ha anche indicato le persone che erano presenti a tale incontro. Volevo chiederle se si trattava di un incontro riservato al quale partecipava soltanto lei o se vi partecipavano anche i rappresentanti degli enti locali interessati.
In proposito vorrei anche sapere se in precedenza abbia avuto altri incontri aventi ad oggetto il G8 con rappresentanti di Governo, mi riferisco tanto al Governo Berlusconi quanto ai governi precedenti. Siccome lei ha detto di aver incontrato il Presidente Amato soltanto una volta in occasione della consegna del logo, mi farebbe piacere sapere se per il G8 ha incontrato il Presidente Berlusconi o se questo incontro non è c'è stato.
Inoltre volevo chiederle se ha partecipato agli incontri del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica; lei, a differenza del presidente della provincia e del sindaco, non è membro di diritto di quell'organismo, quindi la sua presenza


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era meramente eventuale. Volevo sapere se lei vi ha partecipato, se vi ha partecipato un suo rappresentante o se, semplicemente, non vi ha partecipato nessun rappresentante della regione.
Riagganciandomi a ciò che dicevano i colleghi Bressa e Bassanini, sono rimasto un po' sorpreso dalla sua dichiarazione riguardante il cambiamento di rotta del Governo Amato in ordine alla non contestualità. Non sono qui per fare alcun tipo di contestazione ma al momento ci risulterebbe, per tabulas e quindi documentalmente, che il 2 giugno del 2001 il prefetto riunì un comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica nell'ambito del quale affermò che esisteva una zona gialla nella quale non erano consentite manifestazioni, salvo deroghe che intervennero solo successivamente. Ancora in quella data, ancorché forse superata la contestualità, le manifestazioni non erano ancora consentite.
Signor presidente, non ho capito bene se lei era o non era contento che Genova fosse stata designata come sede del vertice, perché, da una parte, ha affermato che questa cosa era largamente giovevole per il turismo e per l'economia della regione, dall'altra, mi è sembrato di registrare che, in questo senso, siano maturate delle perplessità postume. Insomma, vorrei capire meglio come sono andate le cose rispetto ai tempi.
In relazione ai loro ruoli istituzionali e all'attività che hanno compiuto, abbiamo chiesto al sindaco e al presidente della provincia di farci entrare in possesso delle copie degli atti e delle deliberazioni riguardanti iniziative di supporto al vertice di Genova. Chiedo a lei, per il tramite del presidente della Commissione, di poter avere gli atti, le deliberazioni della giunta e del consiglio regionale, ovviamente solo nel caso in cui questi atti ci siano.


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MARIA CLAUDIA IOANNUCCI. Vorrei ritornare un attimo alle competenze della regione. Dalle immagini televisive mi sembrava strano che, uscendo dalla scuola Diaz dopo un Blitz, si vedessero manifestanti con le bende, curati. Ritengo quanto mai anomalo che la polizia quando fa un Blitz porti con sé bende ed altre cose.
Volevo sapere se all'interno della scuola Diaz o della scuola Pertini era presente un presidio medico.
La presidente della provincia in precedenza ha sottolineato il grande silenzio del Governo Amato protrattosi dal febbraio al 19 giugno 2001, ossia fino al momento in cui il ministro Scajola convocò gli enti locali. Volevo sapere se a lei risulti tutto questo silenzio e se veramente dal febbraio fino al 19 giugno 2001 non vi furono altri incontri promossi dal Governo Amato.
SAURO TURRONI. Il presidente della regione Biasotti ci ha riferito che ad un certo momento, dopo la comunicazione del primo decesso, c'è stato il timore che un'altra persona, in particolare una donna, fosse morta.
Queste notizie, in ogni caso, arrivavano dagli ospedali. Volevo sapere quale fosse l'ospedale da cui proveniva la notizia e, qualora in esso fosse ricoverata questa persona, quale fosse la sua condizione clinica e se risultassero dai documenti in possesso di quella struttura sanitaria le circostanze nelle quali il soggetto era stato colpito e, soprattutto da che cosa.
ANTONIO SODA. Ringrazio anch'io il presidente della regione. Apprendo dalle dichiarazioni del ministro dell'interno Scajola che egli ha avocato a sé ed al suo Governo la scelta di consentire - leggo testualmente - le manifestazioni del dissenso contestualmente ai lavori del vertice. Egli definisce questa scelta ponderata e realistica.


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Queste affermazioni si riferiscono alla seduta del 23 luglio. Nella seduta del 5 luglio il sottosegretario di Stato per l'interno, nell'illustrare l'attività del Governo Berlusconi, si richiama ad un incontro del 28 giugno alla Farnesina, avvenuto unitamente al ministro degli affari esteri ed ai rappresentanti del Genoa social forum per confermare la linea del dialogo - che anche noi abbiamo condiviso - e la linea contestuale della fermezza.
Il sottosegretario di Stato per l'interno afferma che a Genova sarà previsto - si tratta di una dichiarazione del 5 luglio - uno spazio fisico per tutti coloro che vorranno manifestare liberamente. Nel senso sopra indicato si inquadra l'incarico dato dal ministro dell'interno al capo della polizia e al direttore generale della pubblica sicurezza di svolgere incontri con i rappresentanti del Genoa social forum e con le autorità comunali, provinciali e regionali. Il sottosegretario aggiunge che tali incontri sono già stati avviati; l'ultimo si è tenuto il 3 giugno e ad esso ne seguiranno degli altri.
Lei ha mai partecipato a questi incontri? Come rappresentante della regione quali esigenze ha rappresentato all'interno di questi incontri per garantire la sicurezza dei cittadini residenti a Genova, dei partecipanti al vertice e dei manifestanti? Che contributo ha dato la regione a questa serie di incontri mirati esclusivamente a garantire l'ordine e la sicurezza insieme al diritto costituzionale di manifestare?
Una domanda più specifica riguarda le competenze della regione in materia di sanità. Si è letto in questi ultimi giorni - non so se sia vero, ma glielo chiedo perché lei ha tutti gli strumenti per fornirci indicazioni utili - che in occasione della disposta perquisizione nella notte del 21 luglio intervennero


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sul posto ambulanze di soccorso contestualmente e, secondo alcuni, prima ancora dell'intervento della polizia all'interno dei locali scolastici.
Lei è in grado di poterci riferire, non questa sera, indubbiamente, se è vero che siano state richieste queste ambulanze prima ancora della perquisizione, chi le ha richieste, a chi sono state richieste, quando sono arrivate ed in che numero, quanti feriti queste ambulanze hanno raccolto?
ANTONIO IOVENE. Vorrei fare un'unica domanda. Lei, presidente, nella sua comunicazione ha fatto riferimento, in un paio di passaggi, al tentativo di sfondamento della zona rossa, in particolare riferendosi a piazza Dante. Ora, a noi risulta che non ci sia stato nessuno sfondamento della zona rossa nei giorni del G8 e contestualmente che - come ci è stato ricordato dal sindaco questa mattina - che si sia trattato di un assedio virtuale della cosiddetta zona rossa, tanto da non determinare alcun incidente grave nei pressi. Gli incidenti, quelli principali, significativi, si sono tutti registrati lontano dalla zona rossa e nel resto della città. A seguito di un intervento dello stesso sindaco, proprio lì, in piazza Dante - cui lei ha fatto riferimento -, il cosiddetto assedio si è spostato, successivamente all'intervento del sindaco, con una manifestazione che - è stato ricordato questa mattina -, nel momento in cui abbandonava quella piazza, è stata fatta oggetto di lacrimogeni (un intervento delle forze dell'ordine anche abbastanza ingiustificato, dalle notizie che si hanno).
Quindi, a quale tentativo di sfondamento lei si riferiva esattamente nella sua relazione?
MARCO BOATO. Vorrei fare una precisazione di pochi secondi, poiché ho citato delle cifre, le ho controllate ed erano in parte inesatte. Nella relazione del ministro dell'interno, si


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parla di 4.100 più 2.000: 6.100 nella zona rossa e 6.800 fuori dalla zona rossa. Volevo che restassero al verbale le cifre esatte, che adesso ho controllato.
PRESIDENTE. Presidente Biasotti, la invito a rispondere alle domande di cui ritenga di avere contezza; per le altre, mi pare che vi siano una serie di richieste di documenti. La prego di confortarci circa l'eventuale invio ed i relativi termini.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Vediamo subito di chiarire un aspetto che è stato messo in evidenza da diversi interventi, quello del secondo morto. Io ho detto che ho ricevuto l'informazione, ma l'ho ricevuta dal mio addetto stampa; dopo di ciò, mi sono messo in contatto con il mio assessore alla sanità che era presso l'ospedale San Martino, dove noi abbiamo il centro 118. L'assessore mi disse che anche lui aveva ricevuto questa voce, ma non riusciva a saperne di più. Tenete presente che noi avevamo allertato quattro, cinque ospedali e, quindi, era anche possibile che un ricoverato grave, o comunque deceduto, potesse essere ricoverato in altri ospedali, al di fuori del San Martino. Dopo di ciò, quindi, io comunicai ufficialmente il decesso al comune, alla provincia e al prefetto e comunicai questa voce che, tra parentesi - come voi forse saprete -, era stata anche scritta dall'ANSA, o comunque da qualche agenzia giornalistica. Quindi, non ho notizie successive, perché poi da una verifica fatta un paio d'ore dopo risultò che in nessun ospedale c'era un ferito grave. L'unico ferito grave ulteriore era un carabiniere che aveva l'orbita ferita e, quindi, c'era un po' di preoccupazione, ma non per la vita.
GRAZIELLA MASCIA. Quindi la verifica è stata fatta in tutti gli ospedali?


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SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. È stata fatta nella stessa serata del venerdì con tutti gli ospedali e non risultava nessun deceduto e comunque nessun ferito in pericolo di vita. Questo il venerdì.
Ora vado un po' a memoria. Sulla domanda delle autoambulanze, io non sono in grado di darvi in questo momento una risposta, né sul numero delle autoambulanze chiamate alla scuola Diaz né se queste fossero state chiamate da qualcuno prima dell'irruzione. Questo comunque possiamo verificarlo, perché tutto è registrato al 118. È possibile che qualche autoambulanza stazionasse in quei luoghi, perché noi avevamo concordato di far stazionare diverse autoambulanze anche nei punti dove si trovavano i manifestanti antiglobalizzazione.
Poi, andando un po' con ordine, io ho parlato di temi turistici, però mi riferivo al periodo storico in cui l'interesse della regione era prioritario per questo tema (parliamo dell'inizio del 2000). Sul numero dei poliziotti, io non sono in grado di darvi indicazioni numeriche, ma essendo vissuto per quattro giorni nella zona rossa, vi assicuro che...
GIANNICOLA SINISI. È stato detto nell'aprile.
PRESIDENTE. Marzo, ha detto: l'ha detto prima.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Sì, sì, marzo 2000.
GIANNICOLA SINISI. Come fa ad essere marzo 2000?
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Sì, 16 aprile 2000, le chiedo scusa.
PRESIDENTE. Ha detto marzo, io ricordavo la data di marzo; diciamo, iniziata la campagna elettorale.


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SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Sì, era il 16 aprile del 2000.
Sul numero dei poliziotti presenti nella zona rossa, credo di potervi dire - non ne ho certezza - che comunque nessun poliziotto è uscito dalla zona rossa. Non so se venga considerata zona rossa o meno la caserma della Foce che è stata adibita ad accoglienza per le forze dell'ordine, perché credo che la gran parte dei poliziotti...
MARCO BOATO. Presidente, io le ho dato le cifre che ha fornito il ministro Scajola il 23 luglio qui, in aula, alla Camera.
LUIGI BOBBIO. Presidente, se mi permette, non possiamo andare avanti con interruzioni e dialoghi!
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Però, guardi, io ero uno spettatore, con me c'erano seimila giornalisti, le assicuro che non c'era nessuna idea di una presenza così consistente e credo che seimila persone le avremmo viste...
LUCIANO VIOLANTE. Forse sembravano giornalisti ed erano poliziotti.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Tenga presente che la zona rossa non è così piccola come sembra, perché il centro storico è abbastanza frazionato. Io vedevo relativamente le forze dell'ordine. Comunque, credo non sia questo l'importante.
Sulla domanda che mi ha rivolto il senatore Bobbio, ho parlato con il sindaco e con la provincia in ordine alla contestualità diverse volte, sempre. Le posizioni erano, obiettivamente, favorevoli ad accogliere i contestatori da parte del sindaco e della provincia con manifestazioni e iniziative. Si parlava della cittadella 7, 8, 9 mesi prima; quindi la volontà


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esisteva; tra parentesi, sia il comune che la provincia hanno deliberato, nei loro rispettivi consigli, di accogliere i manifestanti, chiaramente, nei giorni del G8. Questo è evidente.
Sul fatto se Amato decise e quando decise sulla contestualità, posso dirle che sono stato presente ad una riunione con il Presidente Amato nel suo studio, con il sindaco, la provincia, la dottoressa Lanzillotta, mi sembra, ed altre persone; si parlò solo di accogliere i manifestanti.
GIANCLAUDIO BRESSA. In che occasione?
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. In occasione del giorno della presentazione del logo del G8, non ho la data però a questo si può risalire. Prima della presentazione ufficiale, ci recammo in un ufficio del Presidente Amato e si parlò solo di contestazione. Eravamo sette o otto persone. Il fatto di decidere la contestualità, credo sia avvenuto molto prima delle nuove elezioni. Ho visto adesso una lettera datata ... le elezioni quando sono state?
PRESIDENTE. Il 13 maggio.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Non vorrei fare sbagli. Ho una lettera che mi ha inviato il prefetto di Genova, datata 11 aprile; è una lettera del Genoa social forum al prefetto ed il prefetto me l'ha mandata in copia. Scrivono i Global forum: abbiamo apprezzato gli impegni assunti dal Governo nella sua collegialità di non procedere alla chiusura delle frontiere e di garantire il rispetto del diritto di espressione e manifestazione anche nei giorni del vertice del G8.
Quindi, credo che la decisione fosse ufficiale. Io non so dirle quando, come, dove, se l'hanno deciso, non c'ero; però


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le posso assicurare che con il passare dei giorni, molto prima delle elezioni, era scontato che si accogliessero i manifestanti nel giorno del G8. Le posso anche dire che le manifestazioni che erano state autorizzate erano solo quelle del 19 e del 21, non quella del 20. Questo fino agli ultimi giorni.
MARCO BOATO. Salvo le piazze tematiche.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Esattamente, salvo le piazze tematiche. Si concessero alcune piazze tematiche, ma non manifestazioni.
MARIA CLAUDIA IOANNUCCI. Possiamo acquisire la lettera, per favore?
PRESIDENTE. È già agli atti.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. No, questa non è agli atti.
PRESIDENTE. La lettera fa parte della relazione che si è riservato di inviarci, con tutti gli allegati.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Però, è una lettera, se volete una fotocopia...
PRESIDENTE. Aspettiamo che lei ci mandi la documentazione.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Il Genoa social forum ci chiese ufficialmente aiuti e fondi, anche dopo che il Governo Berlusconi stanziò i tre miliardi. Investii di questo il prefetto, che organizzò una riunione dove decidemmo di dividerci i compiti. Quindi, alla regione vennero chiesti anche edifici, precisamente venne chiesto l'edificio


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confinante con la scuola di Quarto che poi è stata oggetto di atti vandalici. L'edificio di Quarto è diviso in due, una parte di proprietà della provincia, una parte di proprietà della regione. La provincia diede la disponibilità, la regione non la diede, anche perché nei locali della regione ci sono attualmente dei ricoverati, non so se siano anziani o altro, comunque abbiamo un certo numero di malati.
Noi rispondemmo dicendo che non eravamo disponibili a dare alcunché perché «avevamo già dato» - come diciamo noi a Genova - nel senso che l'investimento della regione nel campo della sanità è stato superiore di circa 3-4 miliardi al preventivato. Abbiamo speso circa 7-8 miliardi per redigere il piano che poi voi avrete in copia, anche perché i 3 miliardi sono stati deliberati affinché fossero assegnati alla provincia e al comune, non alla regione. Quanto alla domanda che mi ha rivolto l'onorevole Mascia che mi ha chiesto se la regione non ha avuto alcun ruolo, devo dire che non è così. Il G8 è una manifestazione governativa e quindi la regione ha partecipato nella stessa misura in cui hanno partecipato la provincia e il comune, a tutte le iniziative, dal punto di vista sia della ristrutturazione della città, per la quale si formò una delegazione paritetica presieduta dal prefetto, sia della sicurezza. Anche se la regione non faceva parte dell'organismo dal punto di vista storico, è sempre stata invitata e ha sempre partecipato con un consigliere regionale, l'avvocato Brogli, che presiede la commissione sicurezza e carceri (ha sempre partecipato a tutte le riunioni che si sono tenute per quanto riguarda la sicurezza). Vi farò avere, per rispondere anche alla domanda, una relazione su che cosa è successo nei giorni del G8 per quanto riguarda la sanità (non credo che sia agli atti). Vi posso solo dire che abbiamo ricoverato negli ospedali cittadini circa 500 infortunati, che il primo giorno, venerdì, la percentuale anche


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delle forze dell'ordine era molto alta - vado a memoria, ma su 200 ricoverati circa 120-130 erano manifestanti, 60- 70 erano forze dell'ordine, e una quindicina giornalisti - mentre sabato la stragrande preponderanza era composta da manifestanti. Però, di questo abbiamo una statistica aggiornata e possiamo fornirvela. Quindi, credo di avere risposto alla domanda di Bassanini.
Sui danni alle strutture pubbliche, non avevamo nei giorni del G8 possibilità di avere informazioni diverse perché, di fatto, eravamo nella zona rossa e vedevamo soltanto le immagini televisive. Diciamo che non abbiamo avuto mai nessuna riunione ufficiale, salvo incontri con il sindaco per motivi di ospitalità dei giornalisti; non abbiamo avuto nei giorni del G8 nessuna riunione ufficiale, o almeno io non ho partecipato a riunioni ufficiali (ma non mi risulta che vi siano state).
Quindi, quanto alla domanda dell'onorevole Violante, la regione non era preponderante; ha avuto lo stesso ruolo di comune e provincia, in quanto il vertice era governativo e quindi ci hanno coinvolto nello stesso modo.
LUCIANO VIOLANTE. Scusi, presidente, come mai il finanziamento di 3 miliardi è andato soltanto a comune e provincia, se il ruolo era lo stesso?
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Perché l'atto amministrativo del Governo Berlusconi aveva previsto di darlo a comune e provincia. Non conosco le motivazioni; anzi, io mi stupii anche, ma, d'altra parte, ho preferito non intervenire, perché sinceramente era un problema di meno (a chi darlo, a chi non darlo) . Infatti, poi ci sono stati anche problemi a tale riguardo.


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Sulla richiesta di blindare la città, lo dissi a tutti, su tutti i giornali, in tutte le occasioni, perché era evidente che ci sarebbero stati scontri. Era per me sicuro, ma credo che - una notizia che forse voi non avete - la maggioranza degli abitanti di Genova, nella settimana del G8, andò via. Quindi, la preoccupazione era molto forte nei cittadini. Ricordo a tutti che si è parlato solo di violenze per mesi, mesi e mesi, e ancora oggi si parla solo di violenze e non dei temi del G8. Quindi, tutti si sono dimenticati i famosi temi per i quali c'è stato un morto e ci sono state tutte queste violenze. Non ho più letto - non do certo la colpa a voi, per carità! - nulla in merito ai temi del G8, ma si parlò solo di violenze; parlò di temi del G8 solo il Governo Berlusconi, e credo che a pochi interessassero i veri temi del G8.
Sulla domanda del senatore Boscetto, credo che aver perso i fondi europei sia stato un fatto eclatante, questa carenza del Governo D'Alema, del governo Mori, il mio predecessore - è stata anche - credo - parte preponderante della mia vittoria alle regionali. Credo che il G8 era su tutti i giornali, però non ho fatti concreti, nessuno disse mai, salvo notizie non ufficiali - che il G8 rappresentasse una compensazione. Se ne parlò diffusamente e tutti scrissero che era una compensazione; credo l'abbia detto anche D'Alema; ricordo che lessi che era comunque non un risarcimento, ma un atto dovuto nei confronti della città. Poi, onorevole Bressa, pochi documenti ve li farò avere; non è che abbia avuto il tempo di prepararli; purtroppo siamo in un periodo festivo e quindi sinceramente ho qualche difficoltà, per carenze anche dell'assessorato. Comunque, vi darò tutta la documentazione in questo frangente.


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Quando Amato ha cambiato idea non lo so, potete chiederlo al lui, ma certamente ha cambiato idea. In risposta all'onorevole Sinisi, quanto all'incontro con Scajola, io ho avuto, tale incontro ufficialmente (non era riservato)...
GIANCLAUDIO BRESSA. Scusi, presidente, non ha risposto alla domanda relativa al ruolo che la regione avrebbe avuto assieme provincia e comune sull'organizzazione delle manifestazioni prima del vertice.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Sì, guardi, prima del vertice, molto, molto prima, noi ci occupammo di manifestazioni ludiche. Adesso mi viene da ridere, però devo dirlo: abbiamo organizzato la sfilata di moda per scopi di beneficenza per le first lady, abbiamo organizzato tutti eventi di questo tipo, perché allora si pensava di accogliere con gioia e in tutto il territorio i grandi. Si trasformò il G8 da grande operazione di promozione per la regione, per la cultura e quant'altro, in una manifestazione in cui si parlava solo di violenza, questa è la verità. Quindi, tutto quello che noi preparammo venne reso nullo negli ultimi due mesi, quando poi si decise che - anche qui su decisione del Governo Amato - tutte le manifestazioni collaterali venissero annullate (anche da Berlusconi; per esempio, il fatto che le first lady non venissero, fu una decisione di Berlusconi) Noi non organizzammo nessuna iniziativa per i manifestanti, perché io non ho mai capito la differenza e non sono mai riuscito a distinguere tra chi era pacifico e chi non lo era; cioè, quando nel global forum sono rappresentate 800 sigle, io sfido chiunque a sapere - o almeno, io non sono capace - chi mi garantisce, chi mi tutela. Io ho chiesto, sempre via stampa, di fare un servizio d'ordine...


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FRANCO BASSANINI. Le organizzazioni delle chiese evangeliche si possono considerare pacifiche?
PRESIDENTE. Sono una delle tante organizzazioni.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Guardi, io ho fatto i complimenti al mondo cattolico perché è l'unico che ha accolto la mia richiesta di svolgere la manifestazione 15 giorni prima del G8. Le posso ricordare che a Genova si svolse 15 giorni prima una manifestazione di tante sigle cattoliche alla presenza del cardinale Tettamanzi; queste sigle cattoliche, non so dirle quante, ma erano tantissime (Commenti del deputato Boato)... No, però, il mondo cattolico accolse la mia proposta di svolgere le sue manifestazioni 15 giorni prima del G8, e così fecero. Ce ne saranno state delle altre, insomma, il mondo cattolico è variegato come il mondo civile... (Commenti).
PRESIDENTE. Proseguiamo, non perdiamo di vista quelle che sono le domande.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Abbiamo anche don Gallo che ha partecipato, un mio professore. Chiedo scusa, ma poi non riesco a riprendere il filo. Allora, se ero contento o no per il G8 a Genova, certamente... (Commenti)... Sì, esattamente, scusi, onorevole, ho incontrato Scajola in pubblico, con il comune e la provincia i primi giorni, ora la data non la ricordo...
GIANCLAUDIO BRESSA. Il 19 luglio.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Sì. Lì mi fu illustrata dal dottor De Gennaro l'idea del percorso dei manifestanti e la divisione della zona rossa e della zona gialla.


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Io chiesi ufficialmente di ampliare la zona gialla, perché il confine della zona gialla, com'era stato deciso allora, era - io conosco bene la città - sbagliato, in quanto si lasciava libera tutta la zona della foce, dove poi vi furono gli scontri. Quella è, infatti, una zona di stradine, dedali, molto pericolosa; dunque, io chiesi di ampliare la zona gialla a levante della città. Poi, probabilmente, De Gennaro scelse altre strade. Quindi, la zona gialla, di fatto, non ci fu più.
Quanto alla domanda se da febbraio a giugno si tennero o meno riunioni, credo di poter dire che senz'altro ci furono.
GIANNICOLA SINISI. Vorrei chiedere al presidente della regione di articolare in maniera altrettanto puntuale la risposta. Se mi permette di ripetere la domanda che ho formulato, io ho chiesto se c'è stato, una settimana prima del vertice - così come ha detto lei -, un incontro con il ministro dell'interno e se questo era riservato o se, invece, vi avessero partecipato altri soggetti.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. No, era a questo incontro che mi riferivo.
GIANNICOLA SINISI. Quindi, non è una settimana prima, ma un mese prima, il 19 giugno. Questo lo abbiamo assodato.
Le ho chiesto se ha avuto altri incontri con altri ministri dello stesso Governo o di altri Governi, in precedenza, sullo stesso argomento e, poi, le ho chiesto se ha incontrato il Presidente Berlusconi.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Ho incontrato alcuni ministri, ma per motivi diversi. Si è parlato, evidentemente, anche di G8, adesso non ricordo, ma non credo che siano stati incontri particolarmente determinanti.


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Ho incontrato Berlusconi, al quale espressi tutta la mia preoccupazione e al quale chiesi di spostare il vertice G8 all'ONU.
ANTONIO SODA. O di trasformare il G8 in una riunione ONU?
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Io chiesi di spostare il vertice del G8 presso la sede dell'ONU, nella casa di tutte le nazioni e lui mi ha detto che non era possibile. Ciò avvenne in occasione della prima visita che Berlusconi fece a Genova; io venni con lui in aereo da Roma a Genova. Quindi, la prima visita famosa, per la quale vi furono poi delle contestazioni.
ANTONIO SODA. Quella delle fioriere?
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Sì, quella delle fioriere. La prima visita di Berlusconi, quella dei panni stesi, quella del palazzo di fronte al Ducale. In occasione di quella visita io feci tale richiesta, ma lui mi disse che non era più possibile.
Per quanto riguarda la domanda relativa allo sfondamento della zona rossa, esattamente era in piazza Dante, dove il sindaco chiese ad Agnoletto di spostare i contestatori. Io ero proprio lì e lì ci fu il tentativo di sfondamento...
GRAZIELLA MASCIA. Con l'acqua minerale!
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. ... non pacifico, non pacifico, io ero lì e lo posso testimoniare. Addirittura tre o quattro ragazzi o ragazze riuscirono a sfondare la zona rossa.


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Non sono riuscito a prendere nota delle domande, ma credo di aver risposto a tutti.
PRESIDENTE. Il presidente Biasotti ritiene di aver risposto a tutti, ma se si vogliono fare delle precisazioni...
FILIPPO ASCIERTO. Vorrei sapere se corrisponde al vero che lei per tre giorni ha vissuto in albergo, perché non aveva la possibilità di muoversi a Genova, considerato il clima che c'era intorno alla zona rossa e, quindi, per la difficoltà di poter accedere all'altra parte della città.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Le confermo che ho vissuto in albergo per quattro giorni, per i motivi che lei ha detto.
PRESIDENTE. C'è l'onorevole Sinisi che vuole approfondire ancora qualche aspetto?
GIANNICOLA SINISI. Accolgo la sua ironia, presidente, ma non voglio approfondire un aspetto. Avevo chiesto al presidente della regione se ci sono stati atti o deliberazioni della giunta o del consiglio regionale e, in caso affermativo, se sarà possibile averli.
SANDRO BIASOTTI, Presidente della regione Liguria. Sì, ci sono state diverse discussioni monotematiche sul G8; certamente una l'abbiamo avuta il 6 marzo, nel corso della quale io manifestai le cose che ho detto a lor signori, ve le farò avere per completezza insieme all'altra documentazione. Comunque, quella del 6 marzo, nella quale sostenevo le tesi che ho prima esposto, ce l'ho, se vuole vederla posso dargliela in anteprima.
GRAZIELLA MASCIA. Scusi Presidente, nelle documentazioni che ci fornirà è possibile, anche in modo riservato, avere l'elenco delle persone che sono passate attraverso gli ospedali e in quali?


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PRESIDENTE. Ringrazio il presidente della regione Liguria, dottor Sandro Biasotti; aspettiamo questa documentazione a cui faceva riferimento con i documenti in allegato. Lo ringraziamo ancora per la collaborazione.
La seduta termina alle 18,40.