COMMISSIONE D'INDAGINE
Seduta 05 - 29 Agosto 2001
Audizione del Colonnello Salvatore Graci, comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui fatti accaduti in occasione del vertice G8 tenutosi a Genova, l'audizione del colonnello Salvatore Graci, comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova.
Prima di dare inizio all'audizione in titolo, ricordo che l'indagine ha natura meramente conoscitiva e non inquisitoria.
La pubblicità delle sedute del Comitato è realizzata secondo le forme consuete, previste dagli articoli 65 e 144 del regolamento della Camera, che prevedono la resocontazione stenografica della seduta.
La pubblicità dei lavori è garantita, salvo obiezioni da parte dei componenti il Comitato, anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, che consente alla stampa di seguire lo svolgimento dei lavori in separati locali.
Se non vi sono obiezioni, dispongo l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Colonnello Graci, noi la ringraziamo. Se lei ha preparato una relazione le sarei grato se la illustrasse al Comitato.
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova.Sono il tenente colonnello Salvatore Graci, Comandante del reparto operativo del comando provinciale di Genova. Durante il vertice del G8, quale comandante del reparto operativo del comando provinciale di Genova, avevo il compito di coordinare l'attività della centrale operativa, sovrintendere al coordinamento logistico dell'intero dispositivo dei servizi predisposti dall'Arma dei carabinieri avvalendomi degli ufficiali preposti agli specifici compiti. Per trovare la soluzione ad eventuali problemi di carattere logistico,
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i responsabili dei vari settori dovevano rivolgersi a me.
La gestione dell'articolato dispositivo di ordine pubblico e le relative attività di comando e controllo dei contingenti di ordine pubblico sono state ricondotte, come previsto dai principi della legge 1 aprile 1981, n.121, alla sala operativa interforze della questura di Genova.
La centrale operativa del comando provinciale di Genova e la sala operativa della questura sono in continuo collegamento attraverso i sistemi di interconnessione e di radio localizzazione. La combinazione di tali tecnologie consente il costante collegamento audio video (videoconferenza) tra gli operatori delle due forze di polizia e la contestuale rappresentazione su una cartografia elettronica - installata presso la centrale dei carabinieri e la sala operativa della Polizia di Stato - dell'ubicazione di tutte le pattuglie presenti sul territorio con la specifica attività svolta: vigilanza, intervento operativo a seguito di emergenza, e così via, eliminando ogni possibile sovrapposizione od omissione di interventi.
L'eccezionale complessività del dispositivo di sicurezza predisposto in occasione dello svolgimento del vertice G8 ha richiesto, oltre alla già indicata interconnessione della centrale operativa dell'Arma dei carabinieri e della sala operativa della Polizia di Stato, l'adozione di ulteriori provvedimenti straordinari volti ad integrare i sistemi di trasmissione, nonché ad accentrare presso la questura le attività di comando e controllo dei contingenti di ordine pubblico.
Il notevole numero di reparti e mezzi radio collegati presenti su Genova hanno imposto inoltre l'impiego da parte dell'Arma dei carabinieri e della Polizia di Stato delle rispettive reti di trasmissione, nella considerazione che una sola di esse non avrebbe potuto sostenere la gestione contestuale delle
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comunicazioni operative e di quelle logistiche senza incorrere nel rischio di un sovraccarico, con conseguente possibile congestione del sistema trasmissivo.
In particolare, per quanto attiene alla gestione degli specifici servizi di ordine pubblico, il questore ha esercitato la direzione operativa attraverso il centro radio della questura, articolato per l'occasione in tre sale («gestione G8», «forze di Polizia» e «Forze armate») tra loro attigue e separate solo da un vetro divisorio.
Dalla sala «gestione G8» e mediante la rete radio della Polizia di Stato il questore ha diramato direttamente gli ordini ai funzionari preposti all'impiego di ciascun contingente delle forze dell'ordine. Nella stessa sala è stato presente un ufficiale superiore dell'Arma dei carabinieri con il compito di aggiornare la centrale operativa del comando provinciale sulle decisioni assunte di volta in volta dall'autorità di PS mediante il citato sistema di videoconferenza.
Presso la sala «forze di Polizia» sono stati installati due apparati radio fissi della rete radiomobile dell'Arma dei carabinieri con scheda cripto per la protezione delle comunicazioni, sintonizzati su due frequenze specificatamente riservate alle esigenze del G8. Detti apparati sono stati utilizzati dagli ufficiali dell'Arma dei carabinieri per monitorare, attraverso l'ascolto delle comunicazioni, tutti gli eventi in cui erano coinvolti i contingenti dei carabinieri, nonché i servizi di vigilanza ai varchi di ingresso nella zona rossa ed agli obiettivi sensibili e di scorta a personalità affidate all'Arma dei carabinieri.
Nella sala «forze di Polizia» funzionavano due linee telefoniche punto a punto con la centrale operativa dell'Arma dei carabinieri quale sistema suppletivo alla video conferenza presente nell'attigua sala «gestione G8». Tutti gli ufficiali
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presenti nelle citate sale sono stati prescelti in ragione della particolare conoscenza della città di Genova. Infatti nelle citate sale sono stati impegnati: il tenente colonnello Filippo Ricciarelli, già comandante per dieci anni della compagnia carabinieri Genova-Sampierdarena, prima, e del reparto operativo del comando provinciale di Genova, dopo; il maggiore Filippo Calisti, già comandante della compagnia carabinieri Sampierdarena per cinque anni; il capitano Giuliano Alessandri, già comandante del nucleo operativo di Genova Sampierdarena per tre anni.
Per l'occasione - come già accennato - oltre alle due frequenze attestate anche in questura è stata utilizzata una terza frequenza della rete operativa per le comunicazioni di natura logistica con i reparti impegnati nei servizi di ordine pubblico. In particolare, ogni comandante di contingente, affiancato al funzionario della Polizia di Stato dirigente del servizio, poteva collegarsi con la centrale operativa dell'Arma dei carabinieri anche attraverso la frequenza riservata alle comunicazioni logistiche.
Le rimanenti tre frequenze sono state impiegate dagli operatori della centrale operativa del comando provinciale per le comunicazioni radio con le pattuglie impegnate nella normale attività di controllo del territorio e con i comandi di compagnie di stazioni dell'intera provincia.
Infine, per agevolare il coordinamento dei mezzi di trasporto di rinforzo impegnati sul territorio, sessanta veicoli dell'Arma dei carabinieri ed altrettanti della Polizia di Stato sono stati equipaggiati con i terminali per la localizzazione satellitare, in modo da rappresentare costantemente e contestualmente la posizione sulle cartografie elettroniche di entrambe le centrali dell'Arma dei carabinieri e della questura.
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PRESIDENTE. Ringrazio il colonnello Graci, al quale chiedo di lasciare al Comitato una copia della sua relazione.
ANTONIO SODA. Ho saputo che nella centrale operativa erano presenti ufficiali dell'Arma dei carabinieri scelti in ragione della propria conoscenza della città. Oggi abbiamo appreso che il battaglione Tuscania, formato da paracadutisti funzionalmente destinati ad isolare la guerriglia urbana e ad accerchiare i manifestanti, secondo tecniche che sono descritte anche nell'ordinanza del questore del 2 luglio, non raggiunse il punto esatto in cui stavano avvenendo i saccheggi perché sbagliò strada; così scrive oggi Il Secolo XIX e così oggi ci ha confermato il prefetto Andreassi. Colonnello, ci può spiegare cosa è successo, perché, se ho ben capito, questo reparto mobile era il più attrezzato, il più esperto, il più pronto a compiere l'operazione di contrasto ed isolamento delle frange violente, per non farle rientrare in movimento. Si dice anche che se questa operazione del 20 luglio si fosse conclusa positivamente, avrebbe prodotto notevoli risultati in termini di isolamento di parte delle frange violente. Sappiamo quello che poi è accaduto nel pomeriggio ed anche che i reparti dei carabinieri non furono più impiegati in una azione immediata di prima linea. Ci può dire, colonnello, che cosa è successo e cosa ha impedito al battaglione Tuscania di arrivare sul posto, dove si stavano verificando i saccheggi?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. So che il battaglione Tuscania è stato impegnato nel corso di quella giornata, mi sembra, in due occasioni. Apprendo adesso di questa, chiamiamola così, difficoltà di intervento del battaglione paracadutisti per raggiungere la zona dei saccheggi. Penso che riguardo tale argomento potrà essere molto più concreto e puntuale, nell'audizione
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di domani, il comandante provinciale di Genova, che ha curato direttamente ed in modo particolare l'aspetto operativo. A me non risulta che ci sia stato questo, chiamiamolo così, disguido o errore di itinerario per raggiungere l'obiettivo.
ANTONIO SODA. Lo ha confermato il prefetto Andreassi.
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Non metto in dubbio le affermazioni del dottor Andreassi: dico semplicemente che non sono a conoscenza di tali questioni.
MICHELE SAPONARA. Vorrei sapere dal colonnello se ci sono state intercettazioni telefoniche tra i manifestanti ed eventuali esponenti politici.
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Purtroppo, non sono in grado di rispondere a questa domanda, perché si tratta di un settore che non ho curato.
LUCIANO VIOLANTE. Vorrei sapere dal colonnello quali erano le sue responsabilità specifiche a Genova e se sono mutate durante il periodo del vertice G8, in relazione alle sue responsabilità istituzionali.
In secondo luogo: chi può accedere alle sale operative dei carabinieri durante le operazioni di ordine pubblico?
Infine: come mai la jeep che fu assalita durante lo scontro nel quale venne ucciso Carlo Giuliani era priva di radio, quindi di mezzi di comunicazione con la centrale, e guidata da carabinieri che non conoscevano la città?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Per quanto riguarda i miei compiti, essi
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non sono mutati durante il vertice del G8. Ovviamente, c'è stata una distribuzione degli incarichi nell'ambito del comando provinciale: il comandante provinciale ha distribuito, in relazione alle varie esigenze, incarichi specifici ai singoli ufficiali. Come ho detto nella mia relazione, poiché la centrale operativa istituzionalmente dipende dal comandante del reparto operativo, uno dei miei compiti era quello di coordinare tutta l'attività delle trasmissioni ed assicurare il collegamento tra la centrale operativa ed i reparti schierati sul territorio, naturalmente collegati con le radio. Non so dire se la campagnola dei carabinieri coinvolti in quel tragico episodio fosse priva di radio: lo sto apprendendo da lei.
In centrale operativa accede poi solo il personale militare autorizzato.
LUCIANO VIOLANTE. Durante le operazioni di ordine pubblico?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. No, normalmente: la centrale operativa è un'area riservata ed entra solo il personale autorizzato.
LUCIANO VIOLANTE. In quei giorni, entrò anche personale non autorizzato?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. In quel periodo, cioè durante i tre giorni del vertice G8, all'interno della centrale operativa erano presenti due o tre tecnici civili delle ditte specializzate che hanno installato la nuova centrale operativa del comando provinciale di Genova, i cui lavori sono stati ultimati a fine giugno. La centrale è diventata operativa dal 1o luglio. Pertanto, era necessario assicurare, per eventuali problemi, la
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presenza sul posto di tecnici specializzati che, in ogni caso, non si trovavano all'interno della centrale operativa; attigua alla centrale operativa vera e propria, ci sono due sale apparati ...
LUCIANO VIOLANTE. Lei sa qual è il punto della mia domanda?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Arrivo alla risposta. In centrale operativa, accompagnati dal comandante provinciale, sono entrati alcuni parlamentari, sia il 20 sia il 21 luglio: sono entrati, hanno salutato il personale di servizio presente e sono usciti.
LUCIANO VIOLANTE. Non si sono fermati?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. No, in centrale operativa si sono fermati il tempo strettamente necessario per salutare: dopo sono usciti accompagnati dal comandante provinciale.
LUCIANO VIOLANTE. Si ricorda chi erano?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Il 20 luglio erano gli onorevoli Ascierto, Bornacin e Bricolo.
LUCIANO VIOLANTE. Erano civili, non tecnici...
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Il giorno successivo era presente il Vicepresidente del Consiglio, onorevole Fini.
LUCIANO VIOLANTE. Capita abbastanza spesso che vengano parlamentari a visitare le vostre sale operative?
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SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Sono a Genova da cinque anni e questa è stata la prima volta che alcuni parlamentari sono venuti in centrale operativa.
LUCIANO VIOLANTE. La ringrazio.
MICHELE SAPONARA. Quanti altri vertici sono stati fatti?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Sono venuti altri parlamentari...
PRESIDENTE. Credo che la risposta del colonnello sia in linea con la domanda.
FILIPPO MANCUSO. Signor colonnello, le risulta che, alla decisione adottata presso la questura di Genova relativamente all'intervento presso la scuola Diaz abbia concorso la persona del comandante generale Siracusa? Le risulta che, fuori dall'ipotesi della partecipazione volitiva, il comandante Siracusa sia stato informato, del proposito di attuare l'operazione o che essa era stata attuata? In sostanza, desidererei conoscere se a lei risulta che il comandante generale Siracusa abbia in un certo modo partecipato a quella decisione.
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Per quello che mi risulta, assolutamente no. Il comandante generale non sapeva assolutamente nulla della perquisizione alla scuola Diaz.
GIANCLAUDIO BRESSA. Intervengo molto brevemente solo per avere una conferma di alcuni aspetti che a questo punto non mi sono più molto chiari. Avevo chiesto al generale Siracusa, per fugare alcuni dubbi sulla sua relazione, se il battaglione Tuscania fosse stato impiegato. Il generale Siracusa
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nella sua risposta ha sottolineato che era stato impiegato il battaglione Toscana, mentre il reparto dei paracadutisti Tuscania era di riserva. Mi pare, al contrario, di capire (come da lei sostenuto pochi istanti fa) che in quella giornata il Tuscania sia stato utilizzato in più di un'occasione. Vorrei avere dei chiarimenti in proposito.
La seconda domanda che vorrei farle, e concludo, è perché tecnicamente un reparto operativo di grande esperienza ed efficacia, qual è il Tuscania, sia stato tenuto di riserva, mentre sono stati impiegati, anche se in misura molto limitata, militari di leva nelle azioni di ordine pubblico. La situazione, così com'era facile evincere probabilmente anche dalle informative che erano arrivate in precedenza, lasciava presupporre una situazione operativa di scontro molto duro. Allora, mi chiedo: perché un reparto di provata esperienza come il Tuscania viene tenuto di riserva, e vengono invece impiegati militari di leva?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Per quanto riguarda la prima domanda penso che il comandante generale Siracusa abbia detto quello che gli avevamo comunicato inizialmente noi come comando provinciale. La prima relazione che gli era stata inoltrata era abbastanza succinta, quindi non è escluso che...
GIANCLAUDIO BRESSA. Non intendevo dire che il generale Siracusa avesse mentito, ma volevo solo che si chiarissero i termini della questione.
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Le confermo, per quello che mi risulta, che il battaglione Toscana ha fatto due interventi; se il comandante generale non è stato preciso su questi aspetti è
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perché noi come comando provinciale sul momento non glielo avevamo comunicato. L'utilizzo del battaglione paracadutisti come riserva, onestamente non l'ho deciso io, bensì la questura e il comando provinciale considerando opportuno tenere un reparto qualificato di pronto impiego da utilizzare cioè quale extrema ratio. Però, ripeto, si tratta di una valutazione che non ho fatto personalmente e dunque non è frutto di una mia decisione. È stato concordemente deciso dal comandante provinciale e dal questore di non utilizzare quel reparto ma di tenerlo pronto ad intervenire alla prima necessità.
ANTONIO SODA. Quei due interventi chi li ha disposti?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Sicuramente sarà arrivata l'attivazione da parte della questura e conseguentemente saranno usciti i reparti. Del resto, lo ripeto, nelle questioni di ordine pubblico l'utilizzo dei contingenti è disposto dal questore. Per cui se sono usciti i militari del battaglione paracadutisti è perché c'è stata una richiesta da parte del questore o da parte del funzionario che dirigeva l'ordine pubblico.
PIERLUIGI PETRINI. Lei ha detto di aver appreso dalla domanda del presidente Violante che sulla camionetta coinvolta nello scontro in cui è stato ucciso Giuliani, non c'era la radio. È emerso quasi un fondo di perplessità, che è anche la mia perplessità nella sua risposta, perché sappiamo che queste camionette, anche nell'utilizzo normale sulle strade, sono tutte dotate di radio. È possibile che ci sia una camionetta che non ha dispositivi di comunicazione? Anche i taxi sono tutti collegati con la centrale, mi auguro che la centrale operativa delle forze dell'ordine sia almeno a livello di una centrale dei taxi!
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SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Generalmente, tutti i nostri mezzi sono dotati di radio, però onestamente non saprei dire se su quella camionetta specifica ci fosse o meno la radio.
MARCO BOATO. Essendo entrato in aula qualche istante dopo l'inizio della sua relazione, le domando scusa in anticipo, signor colonnello, se dovessi chiedere qualcosa già detta.
Come credo lei sappia, la nostra Commissione non ha un compito di giudicare o di attribuire responsabilità. Il presidente le avrà letto la formula di rito all'inizio: a noi interessa conoscere i fatti. Quindi, quello che a noi può essere utile è un suo contributo - che ha già dato con la sintetica relazione iniziale e con le prime risposte che sta dando ai colleghi - per cercare di capire cosa sia effettivamente accaduto in quei giorni a Genova, in particolare in quelli più «caldi», cioè il 20 e il 21 luglio, ma anche il giorno precedente, il 19, quando non si sono verificati episodi drammatici. Inoltre, potrebbe essere utile cercare di capire, cosa eventualmente predisporre in futuro, (non auspicabilmente a Genova - «avete già dato», direbbe qualcuno-), perché determinati problemi non si ripresentino più. Questa è la premessa che le faccio per farle capire, ma lei lo sa benissimo, lo spirito con il quale lavoriamo: quello cioè di cercare di utilizzare il contributo che le persone audite, gli ufficiali in questo caso, ma anche i funzionari e comunque chiunque abbia avuto in qualche modo a che fare con la predisposizione dell'apparato di sicurezza, di ordine pubblico e di operatività in occasione del vertice G8 a Genova possono offrirci.
Sotto questo profilo le chiedo se, in base alla sua esperienza, siano emerse difficoltà, disfunzioni, problemi sotto il profilo del coordinamento tra i vari Corpi di polizia. Stiamo parlando, mi pare, prevalentemente, e giustamente, di Polizia
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di Stato e di Arma dei carabinieri, ma sappiamo che c'era anche un altro corpo, la Guardia di finanza, e non so se lei lo abbia citato (almeno, non nella parte che ho ascoltato). Vorrei quindi sapere in che modo avveniva la connessione e il coordinamento a livello di sale operative anche con il comando della centrale operativa della Guardia di finanza.
Nel corso di queste intense e drammatiche giornate, quali sono stati i problemi emersi (e se sono emersi, immaginando che qualche problema ci sia stato per una tale emergenza) che lei ha notato, dal punto di vista conoscitivo, sia per comprendere quello che è accaduto a Genova sia per meglio predisporre in futuro i corpi di Polizia e gli apparati dello Stato?
Specificatamente, le chiedo di spiegare - considerando che lei è un tecnico, oltre che un ufficiale, mentre noi non lo siamo, tranne il collega Ascierto - come in concreto avveniva l'operatività del rapporto fra le forze dell'Arma dei carabinieri, della Polizia di Stato ed eventualmente - se lo sa - della Guardia di finanza, per i singoli e specifici interventi che erano di volta in volta predisposti sotto la responsabilità dell'autorità di pubblica sicurezza, e come avveniva tale predisposizione. Se non ho capito male, infatti, esistono una centrale operativa presso il comando provinciale dei Carabinieri di Genova, di cui lei era ed è il responsabile, una sala operativa della Polizia, una sala internazionale e un centro radio, composto di tre sale interforze (G8, forze di Polizia e Forze armate) presso la questura ed infine una sala operativa del comando della Guardia di finanza. Come funzionava allora tale apparato? Lo ha delineato schematicamente nella sua relazione, ma le chiedo di spiegare più approfonditamente se, nel corso delle due giornate in cui sono emersi problemi di particolare rilevanza coincidenti con lo svolgimento del vertice G8, ci siano
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state difficoltà nelle comunicazioni, nei rapporti di comando e nella fasi di cooperazione e di collaborazione tra i vari corpi.
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Cominciando con l'ultima domanda, devo dire che non mi risulta esserci stata alcuna difficoltà nel coordinamento: mi riferisco ai rapporti tra l'Arma dei carabinieri e la Polizia di Stato, non essendo in grado di dirle di eventuali problemi con la Guardia di finanza, sebbene lo escluderei, ed eventualmente dovrebbe comunque essere il comandante della Guardia di finanza a comunicarglielo.
MARCO BOATO. Ma non eravate in videoconferenza con la Guardia di finanza?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Noi eravamo in videoconferenza soltanto con la sala situazione della questura.
MARCO BOATO. Ed a questa videoconferenza non partecipava anche la Guardia di finanza?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Non glielo so dire se essa fosse in videoconferenza, ma non mi sembra.
Sul nostro servizio di ordine pubblico per il vertice G8, posso dire invece che i contingenti dell'Arma dei carabinieri sono comandati di servizio, attraverso una ordinanza del questore, che decide l'entità dei contingenti e il loro invio. Ogni contingente è sempre comandato da un ufficiale dell'Arma, affiancato da un funzionario di Polizia. Per legge, la direzione del servizio spetta al funzionario di Polizia, che decide quello che bisogna fare: la sua gestione è autonoma. Il funzionario si collega con la sua sala situazione in questura attraverso la sua radio trasmittente.
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MARCO BOATO. Mi scusi, è collegato con la sala della questura o con la sala interforze in questura?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Sicuramente con la sala gestione G8.
MARCO BOATO. Quella interforze.
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. No, è la sala gestione G8, dove tecnicamente è stato gestito l'ordine pubblico.
MARCO BOATO. Nella sala G8 c'erano i funzionari di polizia e anche gli ufficiali dell'Arma dei carabinieri?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. C'era un ufficiale di collegamento dell'Arma dei carabinieri.
MARCO BOATO. Ed anche immagino un ufficiale della Guardia di finanza.
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Ritengo di sì, ma...
MARCO BOATO. Era comunque in qualche modo una sala interforze.
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Sì, sicuramente.Se il funzionario ha problemi o ha bisogno di direttive, si mette in contatto con la questura per ricevere o avere disposizioni e di fatto l'operatività, seppure il reparto appartiene all'Arma, è del funzionario della Polizia di Stato, che ovviamente opera in base agli ordini ricevuti o a quello che più opportunamente in quel momento
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ritiene di fare. L'unica comunicazione che il nostro contingente compie è quella del luogo in cui è stato spostato: è un semplice aggiornamento della situazione della dislocazione in città. Il funzionario di Polizia, insomma, non deve attendere ordini da parte di alcuno.
GIANNICOLA SINISI. Vorrei chiederle se nella nuova sala operativa installata presso il comando provinciale ci sia un sistema di radio localizzazione GPS per i mezzi dell'Arma dei carabinieri e uno che consenta di visualizzare la presenza sul territorio di quelli delle altre forze di polizia.
La presenza dell'Arma dei carabinieri nella sala operativa comune della questura (non so se si tratti della sala G8) era assicurata da un ufficiale di collegamento, vorrei allora conoscere il suo grado e se era in servizio presso il comando provinciale di Genova o altro comando.
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. L'interconnessione, attualmente, è solo tra la centrale operativa dell'Arma dei carabinieri - il comando provinciale di Genova - e la sala situazione della questura. Tutti i nostri mezzi radio localizzati compaiono anche presso la sala operativa della questura e viceversa: ognuno quindi conosce dove si trovano i mezzi dell'altra forza di polizia - escludendo la Guardia di finanza - per evitare duplicità di intervento od omissioni durante la normale attività.
Per quanto riguarda l'impiego degli ufficiali dell'Arma presso la sala operativa della questura, ricordo, come accennato anche nella mia relazione, che erano impegnati tre ufficiali: il tenente colonnello Filippo Ricciarelli, attualmente comandante del reparto operativo del comando provinciale di Torino; egli è stato trasferito in quella città un anno fa, dopo
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essere rimasto a Genova per dieci anni comandando per cinque o sei anni la compagnia di Genova Sampierdarena e per quattro o cinque anni il nucleo operativo del comando provinciale di Genova; sono stati poi utilizzati il maggiore Filippo Calisti, che ha comandato per cinque anni la compagnia di Genova - Sampierdarena, ed il capitano Alessandro Giuliani, che ha comandato il nucleo operativo della compagnia di Genova - San Martino.
MARCO BOATO. Facevano i turni nella sala?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Facevano i turni nella sala, ma durante la fascia critica che andava dalle otto di mattina a cessata esigenza erano presenti tutti e tre.
GRAZIELLA MASCIA. Signor colonnello, ho solo una domanda da rivolgerle. Non so se lei mi potrà aiutare, ma vorrei sciogliere un dubbio che ho sottoposto anche al questore, il quale mi ha però risposto in modo formale. Ho compreso, anche dalle parole da lei poc'anzi pronunciate, che in effetti in piazza il responsabile è il funzionario di Polizia. Su questo non ci sono dubbi. Io mi trovavo in capo al corteo delle tute bianche assieme ad altri parlamentari di Rifondazione comunista e non solo, e la prima carica arrivata è stata, possiamo dire, a freddo, senza che vi sia stato cioè un punto di contatto o una possibilità di dialogo. La cosa che quasi mi inquieta, perché secondo me ciò ha inciso anche sulle fasi successive, è stato il fatto che lì la presenza dei carabinieri era pari a 80 o 100 unità, mentre poco lontano c'era almeno un migliaio di poliziotti. Si è decisa questa carica immediata e poi la conseguenza è stata che quella successiva ha richiesto l'uso di ulteriori mezzi. Il clima è stato questo. Siccome ho bisogno
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di capire con quale criterio e per quali ragioni, fermo restando che la responsabilità è di chi ha agito sul posto, si è decisa la carica, volevo capire se lei è in grado di aiutarmi a ricostruire la dinamica degli avvenimenti.
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Purtroppo non sono in grado di aiutarla, perché, come ho accennato poco fa, si tratta di valutazioni che compie il funzionario che si trova sul posto. Possono essere giuste o sbagliate, ma sono valutazioni che compie tale soggetto. Onestamente, non sono quindi in grado di spiegarle le ragioni. Non sono in grado di chiarirle la situazione di cui lei ha parlato.
FILIPPO ASCIERTO. Ne approfitto per ringraziare i carabinieri di Genova per l'impegno profuso in quei giorni ed anche per l'organizzazione logistica e per l'aiuto che è stato dato ai dimostranti. Non se ne è parlato, ma ci sono stati in effetti molti episodi di solidarietà e di aiuto a persone che si sono sentite male.
Signor colonnello, volevo rivolgerle la seguente domanda: sui giornali è apparsa una fotografia che riprendeva alcuni uomini in borghese. Alcuni hanno asserito che poteva trattarsi di uomini infiltrati. Le volevo chiedere, essendo lei il comandante del reparto operativo, se aveva dato disposizioni per servizi particolari o, se così non è, vorrei conoscere che tipo di disposizioni aveva dato per quel giorno agli uomini del suo reparto. Vorrei inoltre sapere se la centrale operativa, in quelle circostanze di ordine pubblico, potesse prendere iniziative autonome circa servizi riguardanti sempre l'ordine pubblico o addirittura autorizzare cariche nei confronti dei manifestanti.
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. In relazione alla foto apparsa sui
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giornali, questa si riferisce ad un episodio verificatosi il pomeriggio di venerdì 20 luglio, quando si è compiuto un tentativo di assalto al comando provinciale. Si sono verificati due assalti al comando provinciale: il primo portato da corso Italia, il secondo da via Gobetti. Quando i dimostranti stavano arrivando da via Gobetti, il personale, in divisa ed in borghese, si è portato sul muro di cinta della caserma: tra questo, vi erano anche quei militari della foto, tutti appartenenti al nucleo operativo del comando provinciale di Genova. Si tratta quindi di personale militare autorizzato a vestire permanentemente l'abito civile. Essi ovviamente si sono attivati, com'erano vestiti al momento, per fronteggiare il pericolo che si profilava. Peraltro qualcuno, si vede dalla foto, aveva la placca esposta sul petto con la scritta «carabinieri». Analizzando bene la foto è possibile quindi constatare che si trattava proprio di uomini dell'Arma. Qualcuno aveva il fazzoletto sul viso: ricordo a tal proposito che si tratta di personale che generalmente opera anche nel campo della polizia giudiziaria e che sul momento ha ritenuto di coprirsi il viso per evitare un eventuale riconoscimento. Mi sembra comunque che proprio quel militare con il volto coperto abbia visibile la placca, per cui si capisce benissimo che si trattava di un carabiniere. È da escludere in ogni caso la presenza di agenti provocatori usciti dalla caserma o mandati in piazza a provocare disordini. Si tratta di una notizia assolutamente infondata.
Per quanto riguarda eventuali cariche che possono essere state ordinate da ufficiali dell'Arma, lo escludo in modo assoluto, in quanto, lo ripeto, tutti i contingenti erano diretti dal punto di vista funzionale da un dirigente della Polizia di Stato. Solo quest'ultimo può disporre un'eventuale azione quale una carica. Escludo quindi in modo assoluto che a
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Genova possano essere partite cariche da parte di reparti dell'Arma disposte dall'ufficiale dei carabinieri e non dal funzionario della Polizia di Stato.
FILIPPO ASCIERTO. Volevo porre un'ultima domanda: è vero che è stata emanata una disposizione per la quale gli uomini del reparto operativo non dovevano uscire di servizio nei giorni della manifestazione?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. In quel periodo, ovviamente, tutta l'attività operativa era limitata al minimo proprio per le condizioni ambientali esterne. Inoltre eravamo impegnati in un complesso di attività all'interno della caserma. Quella che possiamo definire come attività di polizia giudiziaria era quindi ridotta veramente al minimo. Non vi erano direttive scritte in tal senso, ma era la situazione contingente che ci ha costretto a ridurre al minimo l'attività esterna e a potenziare le attività all'interno della caserma.
LUCIO MALAN. Signor colonnello, nell'associarmi alle parole di ringraziamento espresse dall'onorevole Ascierto nei confronti dei carabinieri di Genova, vorrei porle la seguente domanda: si è parlato molto dell'impiego dei carabinieri ausiliari, ovvero di leva, nelle manifestazioni di Genova; questi sono normalmente impiegati per attività di ordine pubblico in manifestazioni di piazza anche in condizioni difficili come, per esempio, partite di calcio prevedibilmente «calde»?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Su questo punto ha già risposto in modo molto esauriente il comandante generale dell'Arma. Le posso però dire che gli ausiliari che prestano servizio nei
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battaglioni vengono utilizzati anche per questo tipo di attività. Tra l'altro, come già detto dal comandante generale, i militari ausiliari che sono stati impiegati a Genova avevano dieci mesi di preparazione e di esperienza. Non erano quindi alle prime armi.
ANTONIO IOVENE. Avrei voluto porle una domanda in relazione ai fatti di cui ha parlato l'onorevole Ascierto. Siccome ha già risposto, le chiedo semplicemente questo: da ciò che a lei risulta, esclude che possano essere stati utilizzati nelle manifestazioni di Genova appartenenti all'Arma come infiltrati?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova Lo escludo nel modo più categorico. Nei due giorni delle manifestazioni non c'era alcun militare dell'Arma in borghese a svolgere questo tipo di attività. Tutte le attività in quel periodo sono state ridotte al minimo, per un complesso di motivi, ed in ogni caso, lo ripeto, non vi era alcun carabiniere in borghese a svolgere attività di tal genere.
IDA DENTAMARO. Signor colonnello, volevo chiederle se le risulta che nel corso dei tre giorni si siano verificati inconvenienti di carattere tecnico nella sala operativa, per esempio nei collegamenti radio con le auto o con la sala operativa della questura o con la sala interforze. Ha fatto anche riferimento alla presenza di tecnici civili: è stato necessario il loro intervento? Ci sono stati momenti in cui il collegamento è venuto meno?
SALVATORE GRACI, Comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Genova. Non abbiamo avuto alcun problema di collegamento né con la questura né con i nostri mezzi dispiegati sul territorio.
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PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di parlare, ringraziamo il colonnello Graci, con l'unica preghiera di farci pervenire la relazione che lei ha letto per tenerla agli atti.