RASSEGNA STAMPA

CORRIERE MERCANTILE - G8, perquisita la redazione di “Gente“

Genova, 17 agosto 2004

INIZIATIVA DELLA PROCURA DELIA REPUBBLICA DI GENOVA PRIMA ANCORA DELLA PUBBLICAZIONE
G8, perquisita la redazione di “Gente“

La redazione del settimanale “Gente” e l’abitazione romana del giornalista del periodico Gennaro De Stefano sono state perquisite ieri mattina su ordine della Procura della Repubblica di Genova. Il provvedimento condotto dalla polizia giudiziaria erano finalizzato alla ricerca di atti dell’indagine svolta dalla magstratura genovese in relazione ai fatti di violenza durante il G8 e che gli inquirenti ritenevano essere entrati in possesso del gornalista, il quale, da tempo, stava lavorando per svelare alcuni particolari inerenti le violenze di quei tragici giorni del luglio 2001. La perquisizione è scattata intorno alle 9 e si è protratta per circa un paio d’ore. Improvvisa.
Neppure “preannunciata” dalla pubblicazione di alcuno scoop da parete della rivista. Un’autentica “azione preventiva”, quella della magistratura, duramente criticata dal segretario delle federazione nazionale della stampa, Paolo Serventi Longhi, e dal presidente ed il portavoce dell’associazione Articolo 21, Federico Orlando e Giuseppe Giulietti, che hanno posto sotto accusa il "fastidioso sapore intimidatorio e censorio di questa ennesima perquisizione ai danni di giornalisti". Al direttore di “Gente”, Umberto Brindani, ed al giornalista, Gennaro De Stefano, sono stati anche notificati gli avvisi di garanzia con i quali la Procura di Genova li informava di averli iscritti nel registro degli indagati per il reato di ricettazione, "per il solo fatto - si legge in un comunicato diramato dal settimanale - di aver ricevuto da una fonte documenti relativi a detta indagine".
Brindani e De Stefano confidano che la Procura di Genova al più presto accerterà che il reato ipotizzato a loro carico non esiste (ai sensi del codice penale commette il delitto di ricettazione"chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve od occulta denaro o cose provenienti da qualsiasi delitto, o comunque si intromette nel farli acquistare, ricevere o occultare"), ma giudicano "soncertanti e lesivi della libertà di stampa" gli avvenimenti di ieri mattina.
"Da parte mia - ha commentato Brindani - sto scrivendo un fondo, che uscirà mercoledì dal titolo: “L’articolo che non c’è’’".
Direttore e giornalista, infatti, stavano ancora vagliando il materiale per decidere se era importante per l’ opinione pubblica la sua pubblicazione.
"La cosa che sorprende di più - ha commentato il legale - è che vengano imputati per ricettazione direttore e giornalista, per il fatto di aver ricevuto in redazione documenti da una fonte, presumibilmente un puhblico ufficiale, che avrebbe rivelto segreti d'ufficio".
"Se c'è violazione di un segreto d’ufficio - ha aggiunto - e noi comunque non abbiamo ancora pubblicato niente, perchè la magistratrra genovese se la prende con noi invece che con il pubblico funzionario?".
L’awocnto ha sottolineato inoltre: "Mi domando se non sia stata una manovra per strumentalizzare direttore, giornalista e giornale, informando la magistratura dell’invio di quel plico di documenti". "Confido comunque - ha concluso - sull’operato della magistratura e in un rapido proscioglimento dei miei assistiti".