RASSEGNA STAMPA
IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA - Linea dura contro la libertà
Cosenza, 12 agosto 2005
LINEA DURA CONTRO LA LIBERTA'
La linea dura annunciata da Tony Blair in concordia con le dichiarazioni
di Bush da Washington non so se approderanno a provvedimenti incisivi
come quelli dichiarati; le preoccupazioni e le rimostranze della grande
stampa inglese non fanno ritenere il proposito annunciato. C'è da
sottolineare che se il Regno Unito imboccasse la strada indicata da Tony
Blair sarebbe senz'altro un evento, più che preoccupante, drammatico per
tutta l'Europa. L'Inghilterra e' stata sempre una grnde bandiera di
Liberalismo Democratico anche con la Signora Tatcher; la caduta di
questo Liberalismo democratico che ha assunto nel tempo un grande valore
europeo ed universale sarebbe un'abdicazione senza rimedio dei grandi
principi di civiltà dei quali si è riunita l'Europa ed anche l'America:
una soluzione del conflitto a Oriente ed Occidente che più disastrosa
non potrebbe essere. Ma pensiamo al nostro Paese e ai sussulti
illiberali che già si sentono e di cui è una testimonianza la lettera di
Berlusconi ad Ezio Mauro pubblicata ieri 7 corrente mese sulla “Repubblica”.
Ezio Mauro risponde oggi con una nobile ed esauriente replica sulla
Repubblica. Io sono totalmente d'accordo con il direttore di questo
giornale. Mi permetto solo di aggiungere che il nostro Paese ha vissuto
periodi drammatici e torbidi non moltissimi anni fa e che ancora
recentemente alcuni anni fa a Genova un gruppo di ragazzi, che dormivano
nei sacchi a pelo durante i giorni del G8 sono stati massacrati da forze
di polizia evidentemente addestrati per l'abbisogna. Voglio dire che il
nostro Paese è un paese a rischio per la sua storia recente e
recentissima. Insomma noi abbiamo un Presidente del Consiglio imputato
di gravi reati che cerca di allontanare in tutti i modi con
provvedimenti ad hoc. Ma il Cavaliere cerca di rispondere alle giuste
osservazioni di Ezio Mauro; ne ha avuto ieri una replica esauriente. Ma
i timori non sono cessati, io vivo in una Regione, la Calabria, che in
epoche lontane ma non lontanissime ha avuto atteggiamenti contraddittori
se non compiacenti con forze reazionarie e illiberali. Il cardinale
Ruffo era calabrese e fu lui ad inaugurare la Mafia Calabrese
“Ndrangheta”, con lotte che devastarono alcuni luoghi della nostra
Regione e con il massacro di intellettuali Giacobini, in particolare a
Cosenza. Era il 1799, un anno lontanissimo però è possibile che un
residuo culturale di quella missione clerico-sanfedista sia ancora
rimasta nella cultura del popolo calabrese. Leggendo la lettera del
Cavaliere ho immaginato che si rivolgesse soprattutto ai destinatari di
cui sopra. Forse sbaglio e me lo auguro; però un delitto rimanere inerti
e non rispondere come si deve al populismo del Cavaliere che è bene
rintuzzare in ogni argomento.
Bene ha fatto Ezio Mauro con il suo articolo di ieri , bene facciamo noi
meridionali a continuare in questo impegno sapendo che l'esito finale
può essere davvero drammatico. Il 1922 non può più essere restaurato;
però la televisione può essere più forte del manganello. Occorre lungo
le linee indicate dal Direttore della Repubblica perseguire con tenacia
la difesa di quelle libertà civili ed umane che abbiamo conquistato con
la Resistenza e codificato nella Costituzione del 1948.
Francesco Martorelli