RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX - Pisapia: il decreto anti ultrà vuol fermare anche i pacifisti
Genova, 18 Novembre 2007
Pisapia: il decreto anti ultrà vuol fermare anche i pacifisti
l'avvocato dei giuliani
L'applauso più lungo lo strappa Giuliano Pisapia, avvocato della
famiglia Giuliani e presidente della Commissione di riforma del codice
penale, quando alza il tono della voce e dice: «La Commissione d'inchiesta
sul G8 può servire, almeno, a chiedere al ministro Amato sotto giuramento
perché l'ex capo della polizia De Gennaro è diventato il suo capo di
gabinetto». Pisapia parla davanti a circa 200 persone riunite, ieri
mattina, nell'auditorium San Salvatore di piazza Sarzano per il convegno
che ha preceduto la "marcia dei 50 mila" per le vie di Genova. I decreti
sulla sicurezza dell'esecutivo di centro sinistra, lo stop alla
Commissione d'inchiesta sul G8, l'atteggiamento dei media di fronte agli
eventi del 2001, il processo ai 25 no global accusati di devastazione e
saccheggio, il no all'organizzazione alla Maddalena del G8 nel 2009. Ecco
i temi toccati al convegno di ieri. Titolo: "Genova 2001: un altro mondo è
possibile".
Pisapia ha ricordato il corteo dei migranti del 19 luglio 2001 e la grande
voglia di cambiamento che si respirava in quella occasione. «Ora il 90 per
cento di quei migranti - ha detto l'avvocato - rischia di essere espulso
con le famiglie: guardate a che livelli di discriminazione è giunto anche
il centro sinistra». «E' indispensabile - ha continuato Pisapia -
ritrovare l'unità del movimento che, dopo il G8, si è cercato in tutti i
modi di dividere». Di più: «Dal 2001 a oggi ogni decreto contiene
strumenti finalizzati a colpire il movimento. Ad esempio, quello contro la
violenza negli stadi punisce anche la resistenza passiva garantendo il
carcere anche a chi manifesta pacificamente». Dunque: «Gli abusi di Genova
non possono essere passati sotto silenzio, esiste un serio rischio di
autoritarismo». Appello all'unità anche da Giorgio Rinaldini, segretario
nazionale della Fiom: «Questa manifestazione è l'inizio di una ricucitura».
«La sicurezza sta diventando la parola magica per utilizzare il diritto a
proprio piacimento, bisogna scongiurare il pericolo di una svolta
reazionaria nel nostro Paese», scandisce dal palco Raffaella Boldini,
dell'Arci. Laura Tartarini, uno dei difensori dei 25 no global sotto
processo, si concentra sugli aspetti giudiziari: «Il processo Diaz è
quello più in ritardo perché coinvolge alti vertici della polizia».
Tartarini reputa sostanzialmente inutile la commissione sul G8 ma
denuncia: «Il governo rifiuta qualsiasi assunzione di responsabilità. Lo
dimostra il fatto che vengono impugnate dall'avvocatura anche sentenze su
piccoli risarcimenti civili». «Con la promozione di tutti i responsabili
dell'ordine pubblico a Genova nel luglio 2001, il governo ha lanciato un
preoccupante messaggio di impunità», attacca Vittorio Agnoletto,
parlamentare europeo ed ex portavoce del Genoa Social Forum: «La
commissione non piace neppure a una parte del Pd, che non ha nessun
interesse a riaprire la pagina del G8 di Napoli». Ultima stoccata: «La
gestione dell'ordine pubblico è sempre più affidata a corpi separati che
non rispondono al dibattito democratico». Aleandro Longhi, deputato del
Pcdi, propone al sindaco Marta Vincenzi di consegnare il Grifo d'oro, alto
riconoscimento del Comune, a Marco Poggi, «l'infermiere di Bologna che ha
avuto il coraggio di denunciare gli abusi compiuti nella caserma di
Bolzaneto».
Marcello Zinola, segretario dell'Associazione giornalisti di Genova,
infine, fa autocritica: «Le cronache sui processi relativi al G8 sono
state sporadiche. A un certo punto, anche su input degli editori e per
ragioni di vendite, si sono spenti i riflettori».
Vincenzo Galiano