RASSEGNA STAMPA
IL GIORNALE - G8, il giallo del proiettile che uccise Giuliani
Genova, 14 agosto 2008
L’avvocato Taormina: quella pallottola non era in dotazione alle pistole dei carabinieri semplici
Federico Casabella
È di nuovo giallo sulla morte di
Carlo Giuliani, il «no global» ucciso da
un proiettile vagante durante il G8 genovese
del 2001. Ad ucciderlo potrebbe
essere stato un proiettile in dotazione
a ufficiali. È stato lo stesso Mario
Placanica, il carabiniere calabrese accusato
di aver sparato a Giuliani, la
cui posizione venne archiviata per legittima
difesa, a riaprire il caso.
In una denuncia contro ignoti,depositata
alla procura di Catanzaro e, per conoscenza,
a quella di Genova ci sarebbe
una perizia che indicherebbe l’assenza,
nel corpo del ragazzo, di residui di
camiciatura del proiettile che colpì il
«no global». L’avvocato Carlo Taormina,
che rappresenta Placanica, afferma:
«Se così fosse a sparare non sarebbe
stata la pistola di ordinanza di Placanica,
perché i proiettili in dotazione ai
sottufficiali sono obbligatoriamente camiciati
». La linea di Taormina, riprenderebbe
l’ipotesi del «mister X» che
avrebbe sparato a Giuliani, mentre il
carabiniere calabrese sarebbe solo servito
come copertura per non identificare
altri responsabili. «Se le cose stanno
così - conclude Taormina - a sparare è
stato o un ufficiale, che può utilizzare
qualsiasi tipo di proiettile, oppure un
civile».
Sulla morte di Giuliani, all’epoca del
processo, vennero eseguite due perizie.
La prima sosteneva che dalla pistola di
Mario Placanica fossero partiti due colpi:
il primo in aria in segno di avvertimento,
ed il secondo indirizzato verso il
«no global». Un proiettile, infatti, venne
ritrovato sulla facciata della chiesa
di piazza Alimonda, zona della città dove
si svolsero i tafferugli tra i «disobbedienti
» e le forze dell’ordine. La seconda
fa fede su una serie di filmati che
testimoniano una nuvola di fumo vicino
al tettuccio della jeep, come se anche il
secondo colpo fosse stato sparato verso
l’alto ma fosse stato deviato verso Giuliani
da una pietra o da un calcinaccio
che, lanciati contro la camionetta dei
militari, deviarono il proiettile.