RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX - Fini a Genova
Genova, 01 aprile 2008
«solidarietà a de gennaro al g8 polizia aggredita»
fini a genova
Gianfranco Fini passa un giorno intero a Genova: incontra prima il
presidente del porto Luigi Merlo, poi un gruppo di imprenditori. Quindi si
lascia andare al bagno di folla in un Palazzo Ducale gremito dai
sostenitori del Popolo della libertà. Con il segretario di An, quasi tutti
i candidati liguri del cartello che sostiene la candidatura a premier di
Silvio Berlusconi. Ha addirittura anticipato i giornalisti nel rispondere
alla domanda che si aspettava da subito: la richiesta di rinvio a giudizio
per l'allora capo della Polizia Gianni De Gennaro con l'accusa di falsa
testimonianza in occasione dei fatti del G8.
«Conosco e stimo il prefetto De Gennaro da molto tempo - ha detto Fini,
che nel luglio del 2001 era vicepremier del secondo governo Berlusconi - e
non ho dubbio alcuno che dimostrerà la sua estraneità ai fatti che gli
vengono contestati dalla magistratura. Èâ??un servitore dello Stato nel
senso più bello e più pieno del termine». E mentre da più parti, specie
nel fronte del centrosinistra, torna la richiesta di fare luce su quei
drammatici giorni, Fini ha aggiunto: «Parlare ancora oggi di commissione
di inchiesta significa pescare nel torbido o volutamente dar corso a
un'opera di controinformazione lesiva della verità. È chiaro a tutto il
mondo che gli aggrediti erano i rappresentanti delle forze dell'ordine e
gli aggressori una parte cospicua dei manifestanti. Se poi nella caserma
di Bolzaneto o altrove ci sono stati singoli esponenti delle forze di
polizia che hanno dato vita a comportamenti non rispettosi della legge, va
da sé che devono essere individuati e puniti, ma nulla di più».
Respinta anche la richiesta dell'allora sindaco di Genova Giuseppe Pericu
di discutere del caso-G8 in un consesso internazionale: «Una proposta
spudorata, un inaccettabile il tentativo di ribaltare i fatti». A Radio 19
Fini ha ribadito anche i motivi che lo portarono, nel giorno del sangue
del G8, nelle stanze dei bottoni di questura e comando dei carabinieri:
«Ero il vicepresidente del consiglio e dopo le notizie della morte di
Giuliani e dell'assalto che fu orchestrato subito dopo alle forze di
polizia, sentii il dovere di recarmi presso la questura, la prefettura, il
comando dei carabinieri per esprimere la mia solidarietà a quelli che in
quel momento ereno impegnati nella difesa dello Stato e della credibilità
internazionale dell'Italia».
Fini, dal palco del Ducale, non ha poi risparmiato critiche verso
Pierferdinando Casini: «Si muove più per un astio personale contro
Berlusconi che per convinzione politica. Ma alla fine l'Udc drenerà voti
al Pd, mentre gli elettori voteranno per noi». Una nota sul fenomeno dei
«troppi candidati premier che stanno trasformando questa tornata
elettorale in un carnevale di Viareggio: servirebbe un criterio per cui
non si può proporre alla guida del Paese il primo che passa». Fini ha poi
allargato il ragionamento alla par condicio, ribadendo: «Chi è causa del
suo male pianga se stesso. Se par condicio deve essere significa che il
dibattito tra gli aspiranti a presidente del consiglio o è tra tutti o non
è. E facendolo tra tutti si correrebbe il rischio oggettivo di fare una
carnevalata».
Nel suo incontro con Merlo (al Ducale ha poi incontrato anche il
presidente dell'Autorità portuale di Savona Rino Canavese), Fini ha
parlato della necessità di «stabilire in modo inequivocabile» le
competenze in materia portuale, «perché oggì c'è il rischio di un
conflitto tra quelle regionali e quelle statali»; i porti devono avere
inoltre infrastrutture di collegamento con il retroterra. Su questo
terreno, Fini e Merlo, nell'incontro privato e informale, hanno trovato
«una duplice convergenza». E Merlo gli ha confermato che, a causa delle
infrastrutture inadeguate, ancora oggi aziende dell'astigiano si fanno
rifornire dai porti olandesi e non da Genova. «L'attività portuale non è
importante solo per Genova - ha concluso Fini - perchéè uno dei temi sui
quali dovrebbe esserci un pò più di attenzione anche da parte della
politica nazionale perché dotare i centri portuali di infrastrutture con
il retroterra aiuta l'economia nazionale».
Gio. M.