RASSEGNA STAMPA
La Repubblica - G8, violenze a Bolzaneto I legali: "Fatti non accertati"
Genova, 20 maggio 2008
            
            Ieri l´arringa dell´avvocato del medico accusato dei soprusi
            G8, violenze a   Bolzaneto I legali: "Fatti non accertati"
            
            MASSIMO CALANDRI
            
            ALESSANDRO   Vaccaro, avvocato di due tra i principali imputati del processo 
            per i   soprusi delle forze dell´ordine nella caserma di Bolzaneto - per 
            l´ispettore   Biagio Antonio Gugliotta l´accusa ha chiesto 5 anni e 8 mesi 
            di reclusione;   per il medico Giacomo Vincenzo Toccafondi, 3 anni e mezzo - 
            , nell´arringa   difensiva di ieri ha usato una stimolante metafora: «Da 
            buon genoano, mi   sento come se dovessi seguire la mia squadra a Madrid. 
            Dobbiamo giocare   contro il Real, al Santiago Bernabeu. E tutto è contro di 
            noi, ci danno già   per condannati. Parlano di goleada, scommettono su 
            quante reti subiremo: il   risultato, a quanto sembra, non è neppure in 
            discussione. La stampa titola   che non c´è scampo: non saranno fatti 
            prigionieri. Ma io non mi arrendo. Io   ci credo. Perché in campo, così come 
            nelle aule di giustizia, contano solo i   fatti. I fatti, non le suggestioni 
            esterne». Vaccaro ha inevitabilmente   chiesto di assolvere i suoi due 
            clienti. Ma prima di definire la posizione   dell´ispettore e del medico - 
            il primo non era affatto il "capo" del centro   di temporanea detenzione del 
            G8, anzi: ubbidiva agli ordini dei suoi   superiori; l´altro si è comportato 
            secondo il "buon senso" che deve avere un   dottore in situazioni di 
            particolari emergenza - , ha speso pesanti parole   di critica. Nei 
            confronti di chi era ai vertici dell´evento internazionale e   doveva 
            organizzare la gestione dei detenuti, ma non fece nulla per evitare   la 
            confusione. Nei confronti di alcuni colleghi, presentatisi in aula nei 
            mesi scorsi col solo scopo di fare "passerella", alla ricerca di 
            pubblicità in vista dell´approssimarsi delle elezioni: il riferimento era 
            rivolto «ad un collega siciliano», che molti hanno voluto identificare con 
            Alfredo Galasso. Il difensore di Gugliotta e Toccafondi ha avuto parole 
            dure anche per l´Avvocatura di Stato, che nel suo intervento aveva 
            ufficialmente chiesto «scusa» ai no-global che passarono per Bolzaneto. 
            «Chiedono scusa parlando fatti "accertati", e nel corso del processo. A me 
            non sembra che quei fatti siano accertati. Non ancora, almeno. Perché se 
            così fosse, allora lo Stato - ammettendo che i suoi uomini hanno commesso 
            dei reati - avrebbe già dovuto risarcire le vittime. L´alternativa a 
            questa riflessione è che i legali dell´Avvocatura abbiano parlato a titolo 
            personale: ma in questo caso, un intervento del genere non ha niente a che 
            vedere con questo processo». Al suo intervento è seguito quello di Mario 
            Iavicoli, che difende un ispettore e due medici sotto accusa: anche per 
            loro è stata chiesta l´assoluzione.
            
          

