RASSEGNA STAMPA
La Repubblica - "A noi va bene così il verdetto ci ha restituito l´onore perduto..."
Genova, 16 luglio 2008
Il giorno dopo soddisfazione ma anche toni soft tra gli accusati
"A noi va bene così il verdetto ci ha restituito l´onore perduto..."
Perugini tace. Il medico Toccafondi: "Conta che sia finita" Pigozzi: "Mi
dispiace di pagare da solo"
MASSIMO CALANDRI
«A ME sta bene quello che ha deciso il tribunale. E non mi va di
aggiungere altro». Il vice-questore Alessandro Perugini, attualmente in
servizio ad Alessandria, taglia corto. I pm avevano chiesto una condanna a
tre anni e sei mesi. Lui prende atto dei due anni e quattro mesi in primo
grado - saranno indultati, e comunque la prescrizione spazzerà via tutto -
ma anche dei risarcimenti ordinati dal tribunale per quasi un centinaio di
prigionieri. E pensa già al prossima sentenza, quella attesa in autunno
per gli arresti illegali e il pestaggio di un minorenne davanti alla
questura di Genova.
Giacomo Toccafondi, il medico difeso dall´avvocato Alessandro Vaccaro, ha
ottenuto uno sconto pesante: un anno e due mesi, questa la condanna. Ne
avevano chiesti tre volte tanto. «L´importante è uscire riabilitato da
questo processo. E´ stato dimostrato che in quei giorni del G8 ho solo
fatto il mio mestiere. Sono e resto un medico. Mi dispiace solo per quei
reati minori che mi hanno attribuito. In un caso non avrei redatto un
referto: ma avevo soccorso quella donna, la situazione era in mano ai
carabinieri e credevo di aver fatto tutto il possibile. Poi ci sono due
episodi di ingiurie: sinceramente, non me li ricordo proprio. Sono
convinto di non aver mai detto certe cose. Ma va bene così, l´importante è
che sia finita».
Infine c´è Massimo Pigozzi, il poliziotto che ha lacerato la mano -
divaricandogli le dita - a Giuseppe Azzolina. E´ stato condannato a tre
anni e due mesi di reclusione. «E mi dispiace di essere l´unico a pagare.
Pago per un errore, perché io quell´uomo non l´ho toccato. Giuro. E´ vero,
l´ho accompagnato dall´ospedale San Martino a Bolzaneto. Nient´altro. In
quella caserma sarò rimasto dieci minuti, non di più». Il suo avvocato,
Nicola Scodnik, ricorda che nel processo tutte le testimonianze erano a
suo favore: i colleghi che parteciparono alla traduzione con il furgone, e
quelli che facevano da scorta, hanno escluso che l´agente sia l´uomo che
ha aggredito Azzolina. Un amico della vittima ha parlato di un uomo basso
e in borghese. Mentre Pigozzi è quasi un gigante. E quel giorno era in
divisa. «Sono stato là dentro dieci minuti. E pago per tutti. Quel signore
sarà stato ferito senz´altro, d´accordo. Ma non da me. Ha commesso un
errore. Ma gli hanno creduto comunque».