RASSEGNA STAMPA

La Repubblica - Le vite parallele di tre giudici silenziosi ecco chi ha smontato la tesi di Bolzaneto

Genova, 16 luglio 2008

Carriere parallele e senza clamorose comparse alla ribalta, ma anche l´impegno in importanti dibattimenti
Le vite parallele di tre giudici silenziosi ecco chi ha smontato la tesi di Bolzaneto
Il presidente Delucchi gestì il crac della Festival quando era alla sezione fallimenti
La collega Carta è esperta di reati ambientali e la dottoressa Minici proviene da Pavia

MARCO PREVE

Quando l´altra sera alle dieci, Renato Delucchi, il presidente della terza sezione penale del tribunale, ha letto le otto pagine del dispositivo della sentenza, pareva che qualcuno avesse pigiato il tasto dell´avanzamento veloce. Probabilmente, raggiunto il traguardo, voleva fare il prima possibile per mettersi alle spalle il processo, o perlomeno uno dei processi più importanti della sua carriera. O, forse, sapeva che senza pause nella lettura avrebbe allo stesso tempo evitato che la sorpresa di qualche parte offesa si trasformasse in un mugugno ad alta voce, in un urlo di rabbia.
Perché un fatto è certo, il presidente Delucchi e i giudici a latere Luisa Carta ed Elena Minici sapevano che le loro decisioni avrebbero suscitato delle reazioni. Molte negative, ma quasi sempre nei limiti di un legittimo diritto di critica come si conviene in democrazia. Chi ha espresso il proprio scontento non lo ha fatto accusando i magistrati di essere toghe nere o malati mentali.
D´altra parte, la storia professionale dei tre componenti del collegio giudicante, è di quelle che non possono dare adito a particolari spunti polemici. Non sono mai stati al centro di "casi", non hanno trascorsi sindacali o di associazionismo di particolare rilevanza, e se condividono le rivendicazioni della categoria nei confronti dei vari governi lo fanno in silenzio. Dei tre nomi, solo quello di Luisa Carta, di recente può essere associato ad un´iniziativa pubblica, per altro assai pacata. Il giudice firmò, infatti, un appello per la giustizia che alla vigilia delle elezioni del 2006 aveva tra i promotori il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro.
Quanto alla sua carriera, negli ultimi anni, almeno a livello mediatico, è stata legata a due importanti vicende ambientali. Nell´ottobre del 2006, condannò a un anno e quattro mesi ciascuno Emilio Riva e i figli Fabio, Arturo e Claudio, per l´inquinamento provocato dalle acciaierie di Cornigliano di cui sono proprietari. A sostenere l´accusa c´erano due pm Francesco Albini Cardona e Vittorio Ranieri Miniati, uno dei pubblici ministeri di Bolzaneto.
E il giudice Carta è titolare anche di un altro processo storico, sempre sul versante ambientale. Quello che vede imputate sei persone - i prorpietari e i manager - per il reato di disastro ambientale legato alle vicende della fabbrica Stoppani di Cogoleto, una delle aziende simbolo dell´avvelenamento del territorio.
Anche Renato Delucchi, il presidente del collegio giudicante, ha legato il suo nome ad una delle vicende giudiziarie genovesi più rilevanti degli ultimi anni, anche se in questo caso l´ambiente non c´entra nulla ed il fronte è quello finanziario.
Delucchi, infatti, prima di passare alla sezione penale, era presidente del tribunale fallimentare e in quella veste gestì il crac della Festival, la compagnia che con le sue navi da crociera a Genova era stata osannata e coccolata dalla politica, dalla finanza e da molti professionisti, fino al giorno in cui si scoprì che l´armatore greco George Poulides aveva portato la società sull´orlo di una voragine finanziaria. Delucchi ebbe il compito di gestire così una vicenda particolarmente delicata, sia per le implicazioni politico finanziarie, che per quelle riguardanti al sorte dei dipendenti.
Sempre in quel ruolo Delucchi si era occupato della dichiarazione di insolvenza del Fondo di Previdenza Integrativa del Carlo Felice, e in precedenza del crack della Gepco, la società di costruzioni del marchese Giacomo Cattaneo Adorno.
C´è meno da dire sul terzo componente del collegio, Elena Minici, anche perché è arrivata a Genova da pochi anni ed è subito stata impegnata con Bolzaneto. Proveniente da Pavia è nota per essere giudice particolarmente attento e scrupoloso anche nelle cosiddette "udienze filtro".
Delucchi, Carta e Minici, il due marzo del 2007 avevano partecipato ad un´udienza particolare del processo, definita come "esame dello stato dei luoghi". Si era trattato di una vera e propria trasferta nell´ex carcere di Bolzaneto. Erano presenti anche i pm e gli avvocati difensori come quelli di alcune delle parti civili. Magistrati e legali avevano camminato lungo i corridoi dai quali si accedeva ai locali che avevano ospitato le varie fasi dell´immatricolazione, delle visite mediche e della detenzione delle centinaia di fermati. Un passaggio tecnico necessario per far sì che i giudici, nel prendere le loro decisioni, avessero presente anche i luoghi che erano stati teatro degli abusi e delle violenze.