RASSEGNA STAMPA
La Repubblica - Bolzaneto, i poliziotti restano al loro posto
Genova, 25 luglio 2008
Bolzaneto, i poliziotti restano al loro posto
Nessuna sospensione dal lavoro per i 13 condannati del G8
L´unico "fermato" è stato l´agente condannato per violenza alle prostitute
MASSIMO CALANDRI
NON saranno sospesi dal servizio i tredici pubblici ufficiali condannati
per i soprusi e le violenze a Bolzaneto, nel carcere provvisorio del G8.
Nessuna conseguenza professionale, è probabile al contrario che alcuni di
loro possano essere presto promossi. Dieci funzionari e sottufficiali
della Polizia di Stato, tre della Penitenziaria. Con gli altri due
imputati giudicati colpevoli, due medici genovesi, hanno accumulato in
tutto circa 24 anni di reclusione. Ma sono le responsabilità riconosciute
dalla terza sezione del tribunale, a lasciare perplessi. Difficile che i
medici possano rispondere al proprio Ordine e comunque quello è un
discorso a parte. Concentriamoci sui "servitori dello Stato". Un agente
della Penitenziaria ha rotto le costole a pugni ad un ragazzo spagnolo.
Una sua collega ha preso una giovane e le ha spinto la faccia dentro una
turca, urlandole "troia" e "puttana". Un poliziotto ha strappato la mano
sinistra ad un no-global, divaricandogli il dito e medio e l´anulare fino
a provocargli una ferita di cinque centimetri. Un altro ha preso a calci
nella schiena un fermato. Tutti hanno partecipato o comunque non hanno
impedito che in quella vergognosa "zona franca" le persone fossero
picchiate, minacciate, derise, insultate. Hanno visto ciò che accadeva –
come quando con le forbici sono stati tagliati i capelli di una giovane
tedesca – ma non hanno fermato i colleghi. E non li hanno riconosciuti nel
corso delle indagini. Tutti questi signori, e naturalmente i due
funzionari che hanno pagato con una condanna a due anni e quattro mesi,
continuano a prestare servizio. La maggior parte di loro nel capoluogo
ligure. Come se nulla fosse accaduto. Il prossimo anno, intorno alla
primavera, scatterà la prescrizione. Nonostante il preannunciato appello
della procura – i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati
avevano chiesto la condanna di 44 imputati -, non ci saranno conseguenze
penali o altri processi. I condannati, e in solido i ministeri di
appartenenza - degli Interni, della Giustizia - pagheranno i risarcimenti
in separata sede. Resta lo sconcerto di sapere che investigatori di questo
tipo, che non hanno mai ammesso di avere sbagliato, tantomeno hanno
chiesto scusa, continueranno a prestare servizio.
L´unico ad essere stato sospeso, ma è successo già due anni fa, si chiama
Massimo Luigi Pigozzi, quello che ha strappato la mano, condannato a tre
anni e due mesi di reclusione: assistente capo della Polizia di Stato, ha
dovuto temporaneamente lasciare la divisa nel 2006 – lavora oggi come
autista in una pubblica assistenza – dopo essere finito nei guai per
presunte violenze sessuali ai danni di due prostitute straniere. Nelle
guardine della questura. Per questa vicenda sarà presto rinviato a
giudizio. In caso di condanna, perderebbe quasi automaticamente il lavoro.
Per gli altri casi, la legge sul pubblico impiego parla chiaro. Se non è
stato necessario l´arresto, è a discrezione dell´amministrazione di
appartenenza – al momento del rinvio a giudizio del dipendente sotto
accusa – un provvedimento di sospensione o meno. Non è mai accaduto con
gli imputati di Bolzaneto, e tutto suggerisce che non accadrà mai. Le
«scuse» dello Stato, chieste attraverso l´Avvocatura nel corso del
dibattimento, appartengono ormai al passato remoto. Quasi come la
sentenza, pronunciata solo dieci giorni fa.