RASSEGNA STAMPA
LA REPUBBLICA - L´ex sindaco Pericu: ora inchiesta parlamentare
Genova, 14 novembre 2008
"Ma quei giudici hanno punito solo i picchiatori"
L´ex sindaco Pericu: ora inchiesta parlamentare
"Vorrei capire se ci sia stato un approfondimento dei fatti e delle
situazioni"
DONATELLA ALFONSO
«ALLO STATO delle cose, mi riesce difficile capire. Spero che dalla
sentenza emerga il quadro complessivo della decisione». Beppe Perìcu, nei
giorni del G8 sindaco Ds di Genova - e suo uomo simbolo - avvocato
amministrativista, commenta così, a caldo, la sentenza sulla notte cilena
della Diaz, rimandando un giudizio più approfondito a quando saranno
chiare le motivazioni della sentenza stessa. E avverte: la necessità della
prova impone limiti al giudizio penale, ma vorrei che ci fossero stati i
giusti approfondimenti. E incalza: la verità definitiva sulle giornate di
Genova verrà dalla storia.
Beppe Perìcu, la sentenza sulla Diaz rovescia la posizione dei pm: i
vertici della polizia sono stati assolti, non è stata riconosciuta una
responsabilità nella catena di comando. Cosa ne pensa?
«Sono stati condannati soltanto quelli che avevano materialmente picchiato
i giovani che si trovavano nella scuola. D´altro canto, sono i limiti del
giudizio penale, che deve basarsi esclusivamente sulle prove documentali».
Da sette anni si attendeva una risposta chiara dalla giustizia su quella
notte di sospensione della democrazia, come fu detto. Ma secondo lei c´è
stata giustizia o no?
«Io spero che dalle carte della sentenza emerga il quadro complessivo
delle decisioni che sono state prese. Allo stato, francamente riesce
difficile».
Non solo le parti offese, ma tutta Genova aspettava un pronunciamento
netto su una pagina così inquietante, che l´aveva offesa profondamente.
Non pensa che la delusione sia forte?
«Io sono un avvocato e ho il massimo rispetto per la magistratura e per le
decisioni dei giudici, sia chiaro. Ma quello che vorrei è altro».
E cioè?
«Vorrei capire se ci sia stato un approfondimento dei fatti e delle
situazioni che si sono evidenziate».
Lei, da avvocato, farebbe appello contro una sentenza del genere? Sono
state riconosciute solo le singole responsabilità, non i contorni di una
vicenda che ha avuto ben altre connotazioni, anche politiche...
«Io non posso entrare in merito a cosa farei sulla sentenza perché,
ripeto, parlo da avvocato: non conosco le carte. Ricordiamoci, insisto,
che il magistrato penale non può risolvere queste problematiche. Deve
riferirsi esclusivamente ai reati commessi e accertati».
La scorsa estate, dopo la sentenza sulle violenze di Bolzaneto, aveva
parlato della necessità di affidare il giudizio sui giorni del G8 alla
storia. Ne è convinto anche dopo il pronunciamento sulla Diaz?
«Certo. Non è che una sentenza risolva i problemi, al di là degli eventi
specifici esaminati da quel giudice. E per quanto riguarda i fatti del G8,
io penso che il passare del tempo faccia sì che questi siano elementi
ormai della storia e non della cronaca».
Lei ha sottolineato a più riprese la necessità di una commissione
d´inchiesta parlamentare. Ne è ancora convinto?
«Sì. Sono garantista e convinto che i processi giudiziari possano solo
stabilire le responsabilità individuali. Una verità complessiva poteva e
potrebbe scaturire da un´inchiesta parlamentare».
Le reazioni violente delle forze dell´ordine, lei ha detto e anche
scritto, potevano essere imputate più a casualità che a volontà precise, a
ordini dall´alto...
«Io dico che ad un certo punto tra le forze dell´ordine erano emerse
reazioni vendicative, come si è visto anche da inquietanti
intercettazioni. L´atteggiamento era quello di "voler dare una lezione"
culminato nelle violenze della caserma di Bolzaneto e nella scuola Diaz.
Resto convinto che se la preparazione fosse stata più adeguata, molte
conseguenze negative avrebbero potuto essere evitate».