RASSEGNA STAMPA
LA REPUBBLICA - Vincenzi: "Ora più che mai la commissione d´inchiesta"
Genova, 14 novembre 2008
Il sindaco in aula: "La giustizia ha chiarito che sono state commesse
violenze su ragazzi inermi"
Vincenzi: "Ora più che mai la commissione d´inchiesta"
"Ricordo la sera di Carlo, ero a casa, mi telefonarono: succede di tutto,
sembra il Cile?"
"Speravo che si potesse chiudere questa pagina dolorosa, ma non è ancora
tempo"
Marta Vincenzi, il sindaco, di Genova, arriva nell´aula bunker di palazzo
di Giustizia, verso le sei di sera. Ha un foulard rosso al collo, si siede
nelle file riservate alle parti civili. Spiega: «Sono venuta come sindaco
della città, e perché nel 2001, come presidente della Provincia, ho
seguito tutto il G8». Alle nove, quando la sentenza è stata letta, il
sindaco non ha dubbi:«serve adesso più che mai una commissione
d´inchiesta».
Sindaco Vincenzi, si aspettava questo verdetto?
« Speravo che la città dopo sette anni potesse chiudere una pagina
sofferta, dolorosa».
E invece?
«Credo che sia più che mai necessaria una commissione d´inchiesta
parlamentare. La giustizia ha chiarito che sono stati commessi fatti
illeciti, che ci sono stati responsabili, che ragazzi inermi hanno subito
violenze gratuite».
Una sentenza che assolve i capi della polizia e condanna chi ha eseguito
ordini.
«Una ricerca di verità c´è stata e va riconosciuto, speravo si arrivasse a
chiudere quella pagina, speravo che Genova e tutto il Paese potessero
ricominciare. Non è ancora quel tempo».
La sua presenza qui che cosa significa?
«Rappresento una città, che non può prescindere da quanto è successo,
perché se uno può pensare che non fa niente di male e finisce a prendere
botte, dove si va a finire?».
Esiste un aspetto positivo nella decisione dei magistrati?
«Certo, l´aspetto positivo sta nel fatto che c´è stata una ricostruzione
di quanto è accaduto, è servita tenacia, fatica, decisione,
determinazione. E´, comunque, un importante passo avanti nell´Italia che
per decenni non ha ricostruito niente delle sue pagine cupe, la strage di
Ustica, i suoi grandi misteri irrisolti»
Sindaco Marta Vincenzi che cosa ricorda di quei giorni di luglio del 2001?
«Tutto. Ero il presidente della Provincia, ho vissuto blindata nel mio
ufficio dentro la zona rossa. Abbiamo denunciato noi quelli che prendevano
le sbarre dei cancelli a Quarto, non è successo nulla, ma noi l´abbiamo
denunciato. E poi ricordo la sera in cui è morto Carlo Giuliani, ero
appena arrivata a casa, quando mi telefonano" sta succedendo di tutto,
sembra il Cile". Momenti terribili, noi avevamo sperato ben altro».
Che cosa d´altro?
«Volevano dimostrare che Genova era una città in grado di accogliere chi
diceva "un altro mondo è possibile" e sperava di riuscire a dimostrarlo.
Volevamo e vogliamo ancora essere la città dei diritti».
Un ragazzo le ha urlato, quali diritti, sindaco.
«Noi come Comune, li rispettiamo. Abbiamo organizzato una serie di
manifestazioni e altre ne faremo proprio con questo spirito, per ribadire
che vogliamo essere la città dove in quel G8 i diritti sono stati
affossati, e noi vogliamo ribadirli, rinforzarli».
Adesso, però, prevale l´amarezza nelle vittime nei loro parenti. Si è
parlato a lungo di una commissione di indagine parlamentare, sette anni
dopo, ha ancora senso?
«E´più che mai necessaria, per come questa pagina è stata chiusa. Ora
dobbiamo capire, fino in fondo, una pagina di storia recente».
E´ delusa?
«Dico solo, ribadisco, che speravo solo di chiuderla del tutto quella
brutta pagina. Ora la commissione di indagine può farlo».
(wa. v.)