RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - "Cari ragazzi il vostro Comandante è insieme a voi..."

Genova, 15 novembre 2008

"Cari ragazzi il vostro Comandante è insieme a voi..."
Ecco la lettera che Vincenzo Canterini ha inviato ai ragazzi del primo
Reparto mobile condannati a Genova per i fatti della scuola Diaz.

Cari ragazzi del VII Nucleo,
l´anno 1999 fu un anno importante per il Reparto di Roma, infatti unitamente ai normali, gravosi e spesso pericolosi compiti che normalmente svolgevamo in ambito di Ordine Pubblico, ricevemmo l´importante incarico di prepararci per l´impegnativo appuntamento del G8 che si sarebbe svolto a Genova.
Ricevemmo un incarico similare per quanto riguardava tutti gli altri Reparti del Paese che a scaglioni vennero da noi e si addestrarono con il nostro stesso entusiasmo. Ricorderete senza dubbio l´atmosfera di quei giorni, si lavorava duramente ed in amicizia, eravamo un gruppo (seppur numeroso) estremamente sereno ed unito.
Chi scrive aveva spesso l´orgoglio di mostrare a tutti coloro che venivano al Reparto il grado di addestramento che avevamo raggiunto ed i progressi che stavamo facendo.
In effetti, se ben ricordate, eravamo consapevoli di quanto era importante quello che ci era stato ordinato di fare, perché, nella nostra esperienza e nella nostra convinzione, sapevamo benissimo che Poliziotti addestrati e mentalmente preparati sarebbero stati una garanzia soprattutto per la corretta difesa dei cittadini oltre che per la nostra incolumità.
Arrivati a Genova ci siamo trovati a fare servizio nelle condizioni di disagio e di pericolo che ci aspettavamo.
Abbiamo avuto i nostri feriti, i nostri ustionati e, seguendo quasi un istinto che forse trascendeva dal semplice Dovere Istituzionale, abbiamo buttato il cuore oltre l´ostacolo profondendo il nostro corpo e tutte le nostre energie nel contrasto ad individui mascherati, violenti ed organizzati, quanto e forse meglio di noi.
Dopo 18 ore di servizio siamo stati chiamati di nuovo all´opera e ci è stato ordinato di entrare in piena notte, in un edificio che non conoscevamo, dicendoci che probabilmente vi avremmo trovato occupanti pericolosi ed armati.
Io e voi sappiamo benissimo cosa è successo, ci siamo guardati più volte negli occhi; e guardandoci abbiamo capito quanto fosse alta la nostra professionalità e quanto il cameratismo e la dignità di ognuno di noi si riflettesse nello sguardo di tutti gli altri.
Abbiamo perso una battaglia; ma quante volte ci siamo sentiti umiliati e forse traditi, quante volte chi ci aggrediva pensava di averci sopraffatto e poi si accorgeva che invece eravamo vivi e fieri di esser noi; quante volte abbiamo guardato in faccia i nostri antagonisti e quante volte abbiamo fatto in modo, anche se feriti nel corpo e nell´animo di dimostrare loro che i perdenti non eravamo noi, ma loro, che pensavano con la violenza ed il sopruso di poterci definitivamente sovrastare.
Lasciamo tutte queste persone nei loro passamontagna e con i loro bastoni, diamogli l´illusione di avere vinto e facciamogli vedere che alla lunga saremo noi a vincere e potremo guardare nei loro occhi non con odio, che si riserva ad un nemico, ma con la serena consapevolezza della nostra innocenza.
Coraggio ragazzi, il vostro Comandante vi è vicino ed ancora indossa il casco insieme a voi.
Ancora non ci hanno messo a terra.

Vincenzo Canterini