RASSEGNA STAMPA
LA REPUBBLICA - Il dibattito dopo la lettera a "Repubblica" del capo della polizia Manganelli
Roma, 18 novembre 2008
"No alla commissione sul G8" alt del centrodestra al Pd, è scontro
Il dibattito dopo la lettera a "Repubblica" del capo della polizia
Manganelli
Cossiga propone l´organismo di inchiesta. La sinistra: è troppo tardi
ALBERTO CUSTODERO
«Manteniamo fermo il nostro "no" all´istituzione di una Commissione parlamentare d´inchiesta sui fatti del G8 di Genova». Il presidente dei
deputati Pdl Fabrizio Cicchitto chiude la porta al dialogo con il leader
del Pd Walter Veltroni, che ieri su Repubblica ha proposto di «accertare
la verità in Parlamento» dopo la sentenza di primo grado di Genova sui
pestaggi alla Diaz. E, soprattutto, dopo l´annuncio che il capo della
Polizia Antonio Manganelli «è pronto a muoversi nelle sedi istituzionali»
per raccontare come si sono svolti quei drammatici fatti. La maggioranza
respinge la proposta di Veltroni anche per voce del vicepresidente dei
senatori Gaetano Quagliariello, secondo il quale «bisogna evitare di
attivare la sede parlamentare come una sorta di contropotere all´indomani
di sentenze non gradite e non passate in giudicato».
Non prende posizione, al momento, il ministro dell´Interno, Roberto
Maroni: «Ho scelto di non parlare e continuo a non farlo», afferma il
responsabile del Viminale, che si limita a dire che aspetta di leggere le
motivazioni della recente sentenza che ha mandato assolti i dirigenti
della polizia che comandarono e diressero l´irruzione nella scuola Diaz.
Il Pd, però, non ci sta, fa quadrato con Veltroni. Ed è scontro. Ad
attaccare è il vicepresidente dei deputati del Pd, Gianclaudio Bressa,
che, pur senza citarlo, chiama in causa l´ex ministro dell´Interno ai
tempi del G8, Claudio Scajola, ora ministro dello Sviluppo Economico.
«Questa preclusione pregiudiziale del Pdl - tuona Bressa - sembra un
mettere le mani avanti per il timore che vengano fuori cose compromettenti
su esponenti dell´attuale maggioranza di Governo».
Sulla proposta di Veltroni si registra la presa di posizione del senatore
a vita Francesco Cossiga secondo cui, «dopo le parole del dottor
Manganelli, che ha ammesso l´esistenza di fatti ancora ignoti, o peggio
tenuti nascosti, l´istituzione di questa Commissione non solo è opportuna,
ma è anche assolutamente necessaria». Cossiga va oltre e, dopo aver
sottolineato l´urgenza di «fare chiarezza sull´ex capo della Polizia
Gianni De Gennaro, che fu responsabile della gestione operativa di quelle
giornate», propone addirittura una rosa di nomi di possibili candidati
alla presidenza, fra i quali i senatori a vita Carlo Azeglio Ciampi e
Oscar Luigi Scalfaro. Cossiga ha escluso la propria candidatura (e anche
quella di Giulio Andreotti), «avendo fatto parte di governi che una parte
dell´opinione pubblica ritiene responsabili di attività oscure o
antidemocratiche nella gestione della sicurezza negli anni ?60, ?70 e
?80». Quest´ultima dichiarazione è stata lo spunto per Vittorio Agnoletto,
portavoce del Genoa Social Forum ai tempi del G8, per passare al
contrattacco.
«La Commissione d´inchiesta va fatta - dice Agnoletto - ma sulla morte di
Giorgiana Masi (la diciannovenne uccisa in una manifestazione di piazza
nel ?77 da killer rimasti sconosciuti, ndr), e sulla gestione dell´ordine
pubblico nel periodo nel quale Cossiga era ministro dell´Interno».
«Proporre ora una Commissione d´inchiesta sui fatti di Genova - ha
aggiunto Agnoletto - è semplicemente un atto provocatorio con la
consapevolezza della cattiva fede». Attualmente sono due le proposte di
legge per l´istituzione di una Commissione sul G8: una, a Palazzo Madama,
porta la firma del senatore del Pd Roberto Della Seta, l´altra, alla
Camera, è dei radicali eletti nel Pd, primo firmatario Maurizio Turco.