RASSEGNA STAMPA
LIBERAZIONE - Soldati a guardia di niente sotto il metrò. La minaccia: «Ci rivediamo al G8»
Roma, 7 agosto 2008
Soldati a guardia di niente sotto il metrò. La minaccia: «Ci rivediamo al G8»
Roma, volantini contro le truppe
studente fermato dai granatieri
Checchino Antonini
«Devi essere uno di quelli che manifesta col volto coperto... Ci vediamo il
prossimo anno al G8». Circondato da almeno tre carabinieri e sette-otto
granatieri di Sardegna, Luca s'è sentito dare questo appuntamento da uno dei
militari che poco prima lo avevano invitato a seguirli mentre volantinava
contro la presenza dei soldati nelle città alla stazione della metropolitana
di Anagnina, a sud di Roma. Erano le 18 dell'altroieri.
Luca, 21 anni, liceale, è un attivista dei collettivi giovanili contro la
precarietà. Mentre gli controllavano i documenti ha chiesto ai militari il
perché della loro presenza. Si sarebbe sentito rispondere: «Che diresti se
tu avessi una sorella stuprata dai rumeni?».
Ieri pomeriggio Luca è tornato a volantinare nello stesso luogo con alcuni
suoi compagni che denunciano l'«identificazione initimidatoria,
ingiustificata e inquietante». «Normale controllo», secondo un cortese
tenente colonnello dell'Arma, il più alto in grado nel punto di
ritrovo"naturale" di pendolari senza automobile, cioè di immigrati. Vanno e
vengono dalla città all'hinterland dove gli affitti sono meno cari. A volte
il piazzale enorme della stazione diviene location di pic-nic per comunità
straniere senza altri spazi per la socialità minima.
Luca non stava commettendo alcun reato. L'ufficiale conferma che non è stato
denunciato. Ma il giorno dopo si troverà intorno una cinquantina tra agenti
digos e carabinieri in borghese, più lo schieramento di poliziotti e
militari sia carabinieri che granatieri, spilungoni col sorriso fisso e
pistola a penzoloni dal cinturone. Da quando si sono insediati hanno
acciuffato un minorenne rumeno, con precedenti, che aveva borseggiato una
turista di Ancona. Questo è l'unico risultato tangibile.
Tuttavia, al passaggio dei ragazzoni in divisa gli sguardi dei cittadini si
fanno spesso compiaciuti. Sembrano tutti favorevoli alla presenza dei
militari. Il cronista si sente spiazzato nei suoi pregiudizi. Chiede lumi a
un addetto alle pulizie visibilmente soddisfatto. «Che succedeva prima
dell'arrivo delle truppe?». «Nun me faccia parlà... Un po' de tutto!». «Ma
lei ha visto qualcuno commettere reati, violenze, stupri?». «Voci di
corridoio, così dicono... Io non ho mai visto niente. Però so' tanto
contento perché è più pulito. Un po' razzista, dice? Un po' tanto!». In
effetti, pare che dall'arrivo dei granatieri ci siano meno cartacce e
bottiglie in giro. «E' una questione di ordine e pulizia», conferma un
barista. «Polizia o pulizia?». «Pulizia». Il cronista, già meno
disorientato, si rassicura anche circa lo stato del suo udito. Aveva sentito
bene. La minaccia che ha spinto Alemanno a spedire gli uomini di La Russa ad
Anagnina era la sporcizia. Il banchista ammette la presenza di qualcuno con
qualche birra in più in corpo. Il tenente colonnello non va molto oltre, non
ha statistiche sui reati commessi in zona e suggerisce di cercare un
servizio di Canale 5 sugli abusivi nella stessa stazione: «Qualche furto con
destrezza succede, come anche l'accatonaggio per l'acquisto di una dose o
del tavernello». Tanto basta perché i cittadini «si sentano vulnerabili».
Viene in mente Massimo Troisi quando si chiedeva perché Mussolini non
l'avessero fatto capostazione anziché capo del governo visto che faceva
arrivare i treni in orario. La Russa sarebbe stato meno dannoso come
assessore al decoro urbano? Però quando si chiede conto al
tenente-colonnello dell'ossessione per rumeni e rom di alcuni suoi uomini,
congeda brusco il cronista: «Ecco dove voleva arrivare». Dove signor
colonnello?