RASSEGNA STAMPA
LIBERAZIONE - Sentenza Diaz, forza bruta contro legalità
Genova, 15 novembre 2008
LETTERE
Sentenza Diaz, forza bruta contro legalità
Io riprovo le sensazioni di quel 22 aprile 1985
Genova G8,
anche se vi credete
assolti...
Cara "Liberazione", dopo che la politica ha legittimato i vertici della polizia, responsabili delle mattanze a Genova nel luglio 2001, con le promozioni degli imputati e il rifiuto della commissione d'inchiesta, il tribunale di Genova, con la sentenza emessa nella tarda serata di giovedì 13 novembre, li ha assolti anche dalle responsabilità penali ed ha legittimato l'immunità delle forze dell'ordine da qualsiasi reato. Il tribunale di Genova ha sentenziato che chi spacca una vetrina è stato punito con dieci anni di carcere (nel processo a 25 manifestanti, concluso in primo grado nel dicembre scorso), mentre i maltrattamenti e le torture sui detenuti a Balzaneto, la mattanza alla Diaz non hanno responsabili e mandanti... Nonostante nel corso del processo siano state dimostrate in maniera incontrovertibile le responsabilità degli agenti,... la sentenza emessa dal Tribunale di Genova è di quelle da lasciare basito chiunque sia stato in grado di percepire la gravità degli accadimenti. Mi piacerebbe sentir dire, da quei politici che un giorno sì e l'altro pure, disquisiscono di giustizia avendo in testa soltanto le immunità castali da una parte e la lotta alla microdelinquenza dall'altra, cosa pensano di questa vergognosa sentenza. Ma la politica, non da oggi, su Genova tace, e anche quando ha parlato non ha mai capito, e quando ha capito ha voluto archiviare, il valore paradigmatico che quei due scempi della Diaz e di Bolzaneto avevano e hanno per le sorti del nostro stato di diritto. Forza bruta contro legalità. Eccezione contro regola. Sospensione dei diritti fondamentali in uno spazio affrancato da ogni garanzia e ogni convenzione... A Genova fu sospeso lo stato di diritto, anzi, fu sperimentato che sospendere lo stato di diritto è possibile, senza che il potere politico sia chiamato a risponderne e senza che ne paghi alcuna conseguenza. Immunità per tutte le alte cariche dello Stato, conquistata sul campo molto prima che in parlamento. Alla luce di questa sentenza che ha "graziato" i responsabili dei gravissimi fatti di sangue (ancora più gravi in quanto compiuti da coloro che dovrebbero far rispettare la legge) accaduti durante il G8 di Genova del 2001, non mi stupisce più di tanto constatare come il poliziotto Spaccarotella, responsabile dell'assassinio di Gabriele Sandri, avvenuto un anno fa all'interno del parcheggio di un autogrill, nonostante l'imputazione di omicidio non sia stato sospeso dal servizio e neppure abbia subito alcun procedimento disciplinare. Non resta che prendere coscienza del fatto che le forze dell'ordine, anche quando sbagliano, rispetto alla legge continuano a rimanere "più uguali" rispetti a tutti gli altri. «Disoccupate le strade dai sogni ed arruolatevi nella polizia» così cantava Claudio Lolli dopo le giornate del marzo bolognese del 1977. E' questo quello che ci vuole dire la sentenza di Genova. Ma si sbagliano se pensano di aver calpestato la nostra testardaggine per la verità e la giustizia. Le tragiche giornate del luglio 2001 rimarranno impresse dentro di noi. Lo schifo per questo potere ancora di più.
Italo di Sabato responsabile nazionale Osservatorio sulla Repressione Prc/Se
Le stesse sensazioni
di quel
22 aprile 1985
Caro direttore, cosa dire? sto rivivendo gli stessi stati d'animo del 22 aprile del 1985 quando sono uscita dal tribunale di Milano dicendo «in questo luogo non metterò più piede, se sarà necessario mi porteranno con la forza». Era sgomento, incredulità, impotenza, delusione, disappunto, disgusto, infinita tristezza, che si mescolavano nel mio cervello e nel mio animo quasi a ripetermi non sei cittadina di questo stato. Le stesse sensazioni le provo oggi 14 novembre 2008 ascoltando la sentenza di Genova. Allora almeno eravamo solo tre persone che vedevano calpestata la propria dignità di persona e negata la conoscenza della verità. Oggi purtroppo sono tante le persone che stanno subendo la beffa di una giustizia che non ha mai avuto e non ha ancora il coraggio di giudicare con imparzialità le responsabilità del'operato delle forze di polizia e di coloro che impartiscono gli ordini ogni qualvolta agiscono contro i principi costituzionali e i diritti universali dell'umanità. Vorrei poter abbracciare tutti coloro che hanno subito questa ingiustificata violenza delle istituzioni e dire loro "non arrendetevi". Se potete, se ve la sentite continuate a chiedere giustizia, forse non servirà ma almeno la memoria di quella mattanza non conoscerà l'oblio. Vorrei dire tante altre cose ma ho un nodo alla gola... Tutta la mia solidarietà e il mio affetto.
Lydia Franceschi via e-mail
Scuola Diaz,
sentenza
di regime
Caro direttore, di norma, in nome della legalità, le sentenze della magistratura si possono criticare ma le si accettano. Però, una sentenza come quella del tribunale di Genova così lapalissianamente di regime, fascista, tipica nelle dittature sudamericane e non solo, non può essere accettata... Occorre, a mio parere "muoversi" su diversi livelli. Innanzi tutto promuovendo una grande manifestazione di protesta nazionale a Genova, iniziative parlamentari a livello nazionale ed europeo, costituire un tribunale popolare che "rifaccia il processo" e giudichi anche le responsabilità personali di chi ha emanato simile indecente sentenza di regime...
Lucio Costa via e-mail
No, è una sentenza
italianissima
figlia dei tempi
Cari compagni, non sono d'accordo sul fatto che la sentenza che ha mandato assolto gli autori materiali dei pestaggi alla scuola Diaz sia da definire "cilena". Si tratta purtroppo di una sentenza italianissima, figlia dei tempi che viviamo. Tempi che consentono ogni tipo di violenza con relativa impunità, pestaggio di un ragazzo a Parma ad opera di vigili "urbani", squadroni fascisti che ammazzano per una sigaretta, gli stessi squadroni che tentano un irruzione nella sede Rai di "Chi l'ha visto", oppure nelle sedi Cgil e di Rifondazione. Stasera vedrò la faccia del ministro degli Interni... glorificare la giustizia nel nostro Paese.
Luciano Bravetti via e-mail