RASSEGNA STAMPA
L'UNITA' - Cosenza, assolti i 'sovversivi': la Procura impugna la sentenza
Roma, 8 dicembre 2008
Cosenza, assolti i 'sovversivi': la Procura impugna la sentenza
Non è ancora finita, per i 13 no global assolti il 24 aprile scorso dal
Tribunale di Cosenza. La procura della città calabrese, infatti, ha deciso
di impugnare la sentenza che scagionava la Rete Sud ribelle dalle accuse di
associazione sovversiva.
Il processo era cominciato nel 2002: il teorema Fiordalisi, come venne
soprannominato dal nome del magistrato titolare dell¹inchiesta, in sostanza
sosteneva che la Rete del Sud ribelle fosse una vera e propria associazione
sovversiva, responsabile di numerosi episodi (tra cui gli scontri del 2001 a
Genova e Napoli) volti a turbare l¹esecuzione delle funzioni del governo
italiano, sovvertire violentemente l¹ordinamento economico costituito nel
nostro Stato, sopprimere la globalizzazione dei mercati economici, alterare
l¹ordinamento del mercato del lavoro. Chi più ne ha più ne metta.
Il pm Fiordalisi aveva chiesto condanne per un totale di 50 anni: le più
severe - sei anni di reclusione e tre di libertà vigilata erano quelle nei
confronti degli imputati più noti: l'ex parlamentare di Rifondazione
Comunista, Francesco Caruso, il leader delle Tute bianche Luca Casarini e
Francesco Cirillo.
Dopo un processo durato sei anni, per i 13 giovani imputati era arrivata la
completa assoluzione, «perché il fatto non sussiste», diceva il giudice.
Ora, a sei mesi di distanza, si riaprono i fascicoli. L'impugnazione sarebbe
stata firmata dal Procuratore Capo della Repubblica, Dario Granieri, e dai
sostituti Claudio Curreli, Antonio Tridico e Francesco Minisci. Nell'atto si
evidenzia la presenza di gravi indizi nei confronti degli imputati. La
Procura contesta anche la sostituzione, dopo 13 udienze, dei giudici
popolari che componevano la Corte d'assise chiamata a valutare la posizione
dei 13 imputati.