RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX - Tra gli agenti genovesi si teme l'effetto domino scandalo cocaina
Genova, 15 febbraio 2009
Tra gli agenti genovesi si teme l'effetto domino
scandalo cocaina
Domani l'arrivo degli ispettori inviati in Liguria
da Manganelli e gli interrogatori degli agenti che usavano droga
Il tour de force inizierà domani, con l'arrivo degli ispettori
inviati dal capo della polizia Antonio Manganelli e i primi interrogatori
di agenti cocainomani, «convocati» ufficialmente dai colleghi. Con un dato
certo: l'inchiesta sullo spaccio che nei giorni scorsi ha portato in
carcere due poliziotti genovesi (Stefano Picasso e Morgan Mele, il primo
in servizio ad Asti, il secondo a Lodi e da ieri indagato pure per il
possesso di armi clandestine) e ha inguaiato almeno trenta agenti che
partecipavano a coca-party e compravano abitualmente droga, rischia di
provocare nelle prossime settimane un autentico terremoto.
Da una parte il sostituto procuratore Vittorio Ranieri Miniati è certo di
aver individuato le responsabilità sullo spaccio, circoscrivendole a
undici persone, nove delle quali del tutto estranee alla polizia.
Contemporaneamente però sono gli stessi poliziotti impegnati nell'indagine
(insieme a un gruppo di finanzieri compongono il pool che ha lavorato
sottotraccia per due anni) ad aver deciso di approfondire i rilievi sul
semplice "consumo" di stupefacenti fra chi indossa la divisa a Genova e
non solo.
Ricordiamo. Le intercettazioni telefoniche hanno alzato il sipario su un
andazzo agghiacciante, l'abitudine di decine di agenti che si «bruciavano»
durante i party organizzati nei fine settimana in casa di uno o
dell'altro. E, dato ancora più sconcertante, dopo aver iniziato il proprio
servizio nel capoluogo ligure, i poliziotti drogati sono stati destinati a
varie questure del Nord Italia (almeno sei-sette) dove nessuno li ha mai
sottoposti ad alcun accertamento o ha rilevato comportamenti anomali.
Lette sui giornali le conversazioni captate dagli inquirenti, che
descrivono esistenze stravolte e allargano parecchio il ventaglio dei
potenziali consumatori, Manganelli ha optato per una soluzione draconiana:
chiederà agli uomini dell'ufficio ispettivo di far luce non solo
sull'ultimo scandalo, ma su una serie di episodi che negli ultimi tre anni
hanno seriamente minato la credibilità della polizia in Liguria. Dagli
arresti di tre investigatori della Narcotici di Genova, che avevano
trafficato cocaina per dodici anni (vedi servizio in alto) ai due agenti
finiti in cella perché abusavano di ragazze romene in guardina o
ricattandole. Uno di loro, fra l'altro, è stato condannato per i pestaggi
sui noglobal nella caserma di Bolzaneto durante il G8, e indagando su di
lui si è innescato l'effetto domino che ha portato all'ultima retata.
Proprio questo si teme a Genova, l'effetto domino. Ovvero che gli agenti
consumatori di coca interrogati da qui alla fine del mese facciano nomi
nuovi, e da questi si passi ad altre persone ancora, con il rischio di
allargare un bubbone già abbastanza doloroso. Senza dimenticare che la
stragrande maggioranza degli agenti genovesi - la parte sana e
predominante - continua a prendere le distanze: «Siamo pronti - ripetono
alle volanti della questura genovese come altrove - a qualsiasi test. La
polizia è pulita e non può essere delegittimata da poche mele marce».
M. IND.