RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX - 
          «Complotto a Genova» Ecco le voci della polizia
        
        Genova, 30 giugno 2009
«Complotto a Genova» Ecco le voci della polizia
          il processo a de   gennaro
          
          Un documento clamoroso: le registrazioni audio dei colloqui   fra i più alti dirigenti della polizia italiana, che preparano e commentano le   udienze del processo sull'irruzione alla scuola Diaz, durante il G8 di Genova.   Parlano delle indiscrezioni di stampa e si complimentano reciprocamente dopo le   varie deposizioni, convinti che finirà tutto in una bolla di sapone. Un   documento imbarazzante, come potrebbe risultare il processo per falsa   testimonianza, sempre per i fatti genovesi, contro l'ex numero uno della Polizia   Gianni De Gennaro, oggi a capo dei servizi segreti. È accusato di aver indotto   un altro super-funzionario a mentire per tenerlo fuori dai guai.
           
          
          G8,   telefonate che scottano
          Su Radio19 l'audio dei colloqui tra i poliziotti. De   Gennaro a processo
       
           Nel giorno che potrebbe segnare definitivamente   uno dei processi più imbarazzanti sul G8 di Genova - quello per falsa   testimonianza all'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, oggi coordinatore dei   servizi segreti, accusato di aver indotto un altro super-funzionario a mentire   per tenerlo fuori dai guai - spunta un documento per certi aspetti clamoroso.   Sono le registrazioni audio dei colloqui fra i più alti dirigenti della polizia   italiana, che preparano e commentano le udienze del processo sull'irruzione alla   scuola Diaz, le indiscrezioni della stampa, che si complimentano l'uno con   l'altro dopo le varie deposizioni convinti che si chiuderà tutto in una bolla di   sapone.
          LE TELEFONATE erano già state trascritte e riportate dal nostro   giornale, come da altri quotidiani. Tuttavia il loro ascolto integrale, in una   parola «dal vivo», è uno dei dettagli su cui s'incardina l'ultimo atto d'accusa   della Procura. Che nel chiedere, domani, la condanna di Gianni De Gennaro   (insieme a lui è imputato sempre per falsa testimonianza l'ex dirigente Digos   Spartaco Mortola, mentre il terzo protagonista della vicenda, l'ex questore di   Genova Francesco Colucci, sarà giudicato successivamente) presenterà un dossier   in cui ripercorre dettagliatamente il "senso" di quelle chiamate, insistendo   appunto sulle voci. Secondo i pubblici ministeri Enrico Zucca e Francesco   Cardona Albini, i massimi responsabili della pubblica sicurezza, dopo i pestaggi   nella scuola, si misero in qualche modo d'accordo per ostacolare gli   accertamenti della magistratura, in una sorta di "cartello" che avrebbe dovuto   vanificare le indagini.
          I documenti audio dei quali è in possesso Il Secolo   XIX saranno proposti attraverso una piattaforma multimediale: accessibili   attraverso il sito internet www.ilsecoloxix.it e ascoltabili sulle frequenze di   Radio 19 (oggi dalle 8 alle 9), dove ne saranno trasmessi estratti ragionati e   commentati (nell'articolo accanto è spiegato il perché si è deciso di divulgare   il materiale). In tutto si tratta di 150 file, dalla lunghezza variabile,   ottenuti dal controllo di quattro telefoni: due cellulari nella disponibilità di   Colucci, un altro portatile usato da Mortola e il suo "fisso" in questura.
          Si   sa che è stato proprio il telefono, a giocare un ruolo decisivo per smascherare   i presunti depistaggi post G8. E per capirci qualcosa bisogna ripercorrere   alcune tappe fondamentali. Il 3 maggio 2007 (il G8 è finito da sei anni) l'ex   questore Colucci viene ascoltato in aula al processo Diaz. Tentenna spesso e a   precisa domanda, risponde: «Non fu De Gennaro a dirmi di contattare l'addetto   stampa della polizia dopo l'irruzione nella scuola». Il dettaglio escluderebbe   definitivamente il "capo" da ogni coinvolgimento nella sciagurata operazione. Il   problema numero uno è che Colucci, nelle settimane immediatamente successive al   blitz, aveva sostenuto l'esatto contrario: «Fu De Gennaro a darmi l'ordine». Il   problema numero due è che una settimana prima, al telefono con Spartaco Mortola,   ribadiva: «Il 3 devo venire a Genova; il capo m'ha dato le sue dichiarazioni,   m'ha fatto leggere (riferendosi in questo modo alla deposizione che De Gennaro   aveva già reso, sempre sull'irruzione nell'istituto dove alloggiavano i   noglobal) e dice "bisogna che tu aggiusti un po' il tiro sulla stampa"». La tesi   dei pm è semplice: De Gennaro mostra i suoi verbali a Colucci (erano finiti   entrambi ai servizi segreti) e gli chiede di cambiare le carte in tavola per   rimanere fuori dal buco nero della Diaz. Colucci lo racconta a Mortola chiedendo   ulteriori consigli, e finiscono tutti e tre nei guai per falsa   testimonianza.
          De Gennaro e Mortola hanno chiesto di essere giudicati con   rito abbreviato (una procedura che snellisce decisamente i tempi e contempla, in   caso di condanna, lo sconto d'un terzo), mentre Colucci seguirà il percorso   "ordinario". Questa mattina in aula, davanti al giudice Silvia Carpanini, quasi   sicuramente Gianni De Gennaro ci sarà, assistito dai suoi legali Franco Coppi e   Carlo Biondi. Potrebbero essere riascoltate le telefonate e lui stesso (così   come Mortola, avvocati Piergiovanni Iunca e Alessandro Gazzolo. che ribadiscono   da sempre la «marginalità» del loro cliente nella vicenda) potrebbe chiedere di   parlare.
          E PERO' il colpo di teatro è rappresentato dalla visione «d'insieme»   che la Procura cercherà di dare sull'intera vicenda. L'obiettivo è dimostrare -   proprio attraverso l'ascolto degli audio - quello che era il "clima" a giudizio   degli inquirenti «di omertà» e «reciproche coperture» in cui si è svolto il   processo-chiave sui pestaggi alla Diaz, e nel quale sono poi maturate le «false   testimonianze» oggi alla sbarra. Per il raid nella scuola, ricordiamo, ci sono   state 16 assoluzioni e 13 condanne "minori" (35 anni e 7 mesi di reclusione   complessivi) senza addebiti per i dirigenti di grado più alto. Ci sarà insomma   battaglia, al palazzo di giustizia di Genova, fra oggi e domani. Perché   un'eventuale condanna, e non è escluso che dopo le richieste dell'accusa il   giudice emetta la sentenza già entro l'estate, allungherebbe un'ombra su tutta   la gestione del processo Diaz da parte dei "big", che oggi ricoprono incarichi   di prestigio per il ministero dell'Interno. Ma va ricordato, ancora, che   l'impianto accusatorio su De Gennaro (e su questo ha sempre insistito) è fondato   esclusivamente sulle dichiarazioni di un'altra persona, poiché non c'è nemmeno   una telefonata in cui parla direttamente. È tutto un teorema, o qualcosa è stato   manipolato davvero?
          
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