RASSEGNA STAMPA
LA REPUBBLICA - Bolzaneto, lo Stato non vuole risarcire le vittime
Genova, 27 gennaio 2009
Bolzaneto, lo Stato non vuole risarcire le vittime
G8, l´Avvocatura ricorre: nessuna provvisionale. Sconcerto tra i legali
delle parti civili
MASSIMO CALANDRI
Dopo aver chiesto ufficialmente scusa per i soprusi e le violenze
commesse dai propri uomini nella caserma di Bolzaneto, lo Stato italiano
si rifiuta di risarcire le vittime. Attraverso la propria Avvocatura ha
infatti appellato la sentenza del luglio scorso, che condannava funzionari
di polizia, agenti e guardie carcerarie a pene minime e ad un risarcimento
� in solido con i Ministeri di appartenenza � di circa due milioni di
euro. Non è un´istanza scontata, quella presentata nei giorni scorsi alla
Corte d´Appello di Genova: c´è la concreta possibilità di ribaltare il
verdetto � è scritto nelle 15 pagine depositate -, e allora perché
mettere mano al portafogli col rischio di non vedersi più restituire il
denaro? Una tesi clamorosa che ha provocato sconcerto e polemica tra i
legali delle parti civili. A quasi otto anni dalle «torture» � parola
ribadita dai giudici motivando la loro decisione -, le centinaia di
persone passate per il carcere del G8 attendevano almeno un anticipo sulla
somma loro dovuta. Quella che tecnicamente viene definita provvisionale.
Ma lo Stato, pur riconoscendo che i no-global nel luglio 2001 subirono
«vergognose vessazioni», non ci sta. Penalmente sa bene che la
prescrizione tra qualche giorno cancellerà tutto. Sul piano civile,
confida in un verdetto ancora migliore di quello dell´estate passata: «Il
favorevole esito dell´impugnativa proposta � scrivono gli Avvocati dello
Stato, Matilde Pugliaro e Giuseppe Novaresi �imporrebbe quindi un
recupero di quanto indebitamente versato che, in mancanza di garanzie
reali, e vista la molteplicità dei destinatari � molti dei quali,
oltretutto, residenti in differenti Stati � rischierebbe di non andare a
buon fine». Vale la pena di ricordare che la provvisionale, suddivisa tra
142 aventi diritto, ammonta a circa un milione di euro. Nell´appello
vengono denunciate anche la «contraddittorietà intrinseca del dispositivo»
e la «assenza di correlazione tra dispositivo e motivazione».
Sei mesi fa Renato Delucchi, presidente della terza sezione del tribunale,
aveva condannato 15 dei 45 imputati a 23 anni e 9 mesi di reclusione, meno
di un terzo rispetto a quanto simbolicamente chiesto dai pm Patrizia
Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati. I giudici avevano di fatto
riconosciuto l´esistenza a Bolzaneto di un "campo", ammettendo la
sconfitta della giustizia italiana: costretti ad applicare le leggi a
disposizione, che non disciplinano il reato di tortura, avevano escluso il
dolo e l´aggravante dei "futili motivi". Alla vigilia della sentenza
l´Avvocatura si era rivolta alle 252 persone passate per la "prigione
temporanea": «Sentiamo il dovere di esprimere le doverose scuse, che
provengono direttamente dallo Stato italiano � avevano ribadito in aula
Matilde Pugliaro e Giuseppe Novaresi -. Nei giorni del G8 sono state poste
le premesse perché in un luogo carcerario si esasperasse una concezione
totalitaria del rapporto tra individui». Addirittura era stato negato il "nesso organico" tra gli imputati e la pubblica amministrazione:
poliziotti, carabinieri e guardie non potevano più essere considerati "servitori dello Stato". E lo Stato non si sentiva dunque più responsabile
per gli atti da loro commessi. Una tesi che però il tribunale non aveva
accolto, condannando anche i ministeri al pagamento dei danni.