RASSEGNA STAMPA
LA REPUBBLICA - Poliziotti drogati e spacciatori figli di un sistema degenerato
Genova, 22 febbraio 2009
POLIZIOTTI DROGATI E SPACCIATORI FIGLI DI UN SISTEMA DEGENERATO
DON PAOLO FARINELLA
A Genova una dozzina di poliziotti tra i 22 e i 30 anni facevano uso di
cocaina. Due di loro spacciavano. Sono stati scoperti tramite le
intercettazioni, accusati e arrestati. La procura di Genova teme di avere
tolto il coperchio ad una pentola a pressione per la connessione accertata
tra agenti di polizia e gestori di discoteche o altri locali affini, tanto
che l´ordinanza di custodia cautelare parla di «stile di vita
delinquenziale». Bisogna aspettare la conclusione delle indagini e
dell´eventuale rinvio a giudizio, in rispetto alla presunzione d´innocenza.
Ciò detto, ritorna il problema su cui ho invitato a riflette nell´opinione
di domenica 8 febbraio, parlando della responsabilità degli adulti nella
educazione dei giovani. Gli agenti di polizia non sono persone private che
possono fare quello che vogliono: sono «pubblici ufficiali» che esercitano
la loro funzione in rappresentanza dello Stato nel cui nome agiscono,
limitando libertà e movimento di cittadini, giuridicamente sovrani. Noi
accettiamo la limitazione della nostra sovranità, dando mandato allo Stato
di regolare la convivenza civile; lo Stato affida a uomini e donne di
fiducia appartenenti ad un «corpo» giuridicamente rilevante (polizia) il
compito delicato di garantire la democrazia nella nostra città. Non alla
ronde che uccidono il Diritto.
L´arresto di uomini della polizia di Stato è una cartina di tornasole che
svela la degenerazione che ci distrugge. Di fronte agli efferati delitti
di stupro e violenza contro le persone, governo e maggioranza gridano alla
severità della legge e alla certezza della pena: «basta con la giustizia
facile». Queste grida avrebbero valore se a cominciare dal capo del
governo, passando per la maggioranza, attraversando l´opposizione e le
amministrazioni locali di qualsiasi città, vi fosse una sincera
sottomissione alla supremazia della Legge e se loro, per primi, dessero
l´esempio di stare al di sotto della Legge. Da anni assistiamo alla
demolizione sistematica della Magistratura, allo stravolgimento delle
Leggi, ormai manipolate alla luce del sole secondo le convenienze del capo
e dei suoi gregari. A chi guarda dall´esterno sembra che il governo voglia
favorire chi delinque (falso in bilancio, Class Action, delitti contro il
patrimonio, frode fiscale, ecc.) tanto che manager e boiardi di Stato,
parlamentari compresi, inquisiti (vedi Parmalat e Alitalia) resteranno
impuniti dei loro delitti.
I poliziotti di Genova sono l´ultima ruota del carro: hanno emulato
l´esempio dei loro superiori diretti che sono stati assolti nonostante
l´evidenza dei fatti del G8 di Genova: massacri, sospensione temporanea
della democrazia, delitti contro le persone in diretta tv, davanti agli
occhi di tutti e abbiamo dovuto sopportare l´onta di vedere i protagonisti
dello scempio dello Stato di diritto promossi a nuove e più travolgenti
carriere.
Per la moschea, a Genova si mobilitano ministri che fomentano la piazza,
disattendendo vincoli sanciti da quella Costituzione alla quale hanno
giurato fedeltà. Non si può pretendere dai giovani o dagli immigrati il
rispetto della Legge e delle norme di convivenza civile, se coloro che
devono essere di esempio, al di sopra di ogni sospetto, al contrario, si
dichiarano sciolti da ogni Legge e dovere. È stato condannato l´avvocato
inglese, Mills, che ha preso soldi da Berlusconi per giurare il falso in
tribunale in sua difesa, ma lui si è fatto la legge che lo rende
«impunito». Come può pretendere per i disgraziati «la pena certa»? Eppure
gli italiani lo gradiscono.
Quei poliziotti di Genova sono figli e vittime di un sistema degenerato e,
a loro volta, generano stili delinquenziali perché il pesce puzza dalla
testa: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di
pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete» (Mt
7,16). Vale anche per i preti.