RASSEGNA STAMPA
LIBERAZIONE - Rito abbreviato per De Gennaro
Genova, 13 maggio 2009
Rito abbreviato per De Gennaro
Inizierà il prossimo 30 giugno il processo all'ex capo della polizia ed
attuale coordinatore dei servizi Gianni De Gennaro, per i fatti del G8 di
Genova del 2001. De Gennaro ieri, insieme con l'ex dirigente della digos
genovese Spartaco Mortola, ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato per
l'accusa di aver indotto alla falsa testimonianza l'ex questore di Genova
Francesco Colucci durante il processo per l'irruzione della polizia nella
scuola Diaz. Colucci, che era presente all'udienza preliminare, ha invece
ha scelto il rito ordinario.
Rito abbreviato per il "superpoliziotto": avrebbe istigato l'ex questore a
mentire sulla regia della notte cilena del 2001
Diaz, ci sarà un processo per De Gennaro
ma l'ex capo della ps prende la scorciatoia
Il libro delle Edizioni Alegre è stato curato da Checchino Antonini,
Francesco Barilli e Dario Rossi
Checchino Antonini
Quasi balbettava dall'emozione quando riferì di aver ricevuto nientemeno
che i complimenti del Capo. «Li hai sbranati», gli aveva detto. La sua
allegria durò per giorni. Ogni volta che squillava il cellulare ripeteva
la litania gonfiando il petto coi colleghi. Finché un avviso di garanzia
gli cambiò l'umore. Ora dovrà riascoltare in tribunale quelle telefonate
in un processo pubblico che inizierà il 5 giugno a Genova. ll Capo,
invece, ha scelto una scorciatoia. Si chiama rito abbreviato, scavalca il
dibattimento e, in caso di condanna, garantisce lo sconto di due terzi
della pena.
L'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro e l'ex dirigente della digos di
Genova Spartaco Mortola compariranno il 30 giugno davanti al gip, Silvia
Carpanini, per essere processati con il rito abbreviato per l'accusa di
aver istigato l'ex questore di Genova Francesco Colucci a rendere falsa
testimonianza durante il processo per l'irruzione nella scuola Diaz
durante il G8 del 2001. «Il rito abbreviato è un loro diritto di imputati
- replicano l'eurodeputato Prc Vittorio Agnoletto ed Enrica Bartesaghi,
madre di una ragazza pestata alla Diaz e a Bolzaneto - ma servirà a
evitare le scomodità di un prolungato dibattimento. La polizia ha tenuto,
durante le inchieste sul G8, un comportamento opaco e ai limiti
dell'omertà come denunciato dagli stessi pm».
I pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini, ieri, hanno parlato per tre
ore durante l'udienza preliminare, hanno fatto sentire alcune
intercettazioni e letto una sintesi della memoria che controbatte le
eccezioni delle difese. Le parti civili che sono state ammesse sono
rappresentate dagli avvocati Laura Tartarini (per una delle vittime dei
pestaggi alla scuola Diaz) ed Emiliano Robotti (Giuristi democratici).
Questa storia inizia alla fine dell'aprile 2007. E' una sottotrama di
quella cominciata la notte tra il 21 e il 22 luglio del 2001 a Genova
quando centinaia di agenti di polizia si coprirono il muso e fecero
irruzione alla Diaz: una sessantina di feriti, alcuni gravissimi e 93
arresti illegittimi per un'accusa inventata. Quasi sei anni dopo,
Francesco Colucci doveva varcare la soglia di Palazzo di giustizia per
testimoniare. Colucci sarà uno dei nove poliziotti più alti in grado dello
Stivale. Gianni De Gennaro, oggi direttore del Dipartimento delle
Informazioni per la Sicurezza, capo delle barbe finte, avrebbe suggerito a
Colucci - questo dice l'accusa - di correggere il tiro e dire che, a
spedire Roberto Sgalla ai cancelli della Diaz fu lui stesso e non il capo
della polizia. Sgalla, allora portavoce della ps, fu colui che sbarrò la
strada ai legali e ai parlamentari dicendo che il massacro in corso altro
non era che una «normale perquisizione». Il giorno appresso fu lui a
organizzare la conferenza stampa in cui venivano esibite le prove false e
farlocche: coltellini da campeggiatore, attrezzi trafugati alla ditta che
stava restaurando la scuola. E le due molotov portate apposta dalla
questura per giustificare la notte cilena. De Gennaro, in corsa per fare
il Negroponte italiano, non voleva essere associato a una delle pagine più
oscure della polizia nostrana.
Spulciando tra le carte spunta una telefonata tra il testimone Colucci e
l'imputato Spartaco Mortola. Diceva l'ex questore: «Mi ha fatto leggere
(il Capo, ndr), poi dice... (parole incomprensibili) tu devi, bisogna che
tu un po' aggiusti il tiro sulla stampa (...) Io nella stampa avevo
dichiarato che praticamente avevo, persino il capo m'aveva telefonato per
la stampa. A questo punto io dovrei fare un po' di marcia indietro e dire:
oh, tante telef... se me lo richiedono, dice: Ma aveva dichiarato quello?
Sì, avevo dichiarato quello, però, ripensandoci bene, sicuramente io ho
avvertito Sgalla, io, ma non credo, non mi ricordo, tante telefonate,
tanti casini, che magari non me l'ha detto il capo, capito?». Colucci -
sembra risultare dai tabulati - "studierà" parecchio assieme a Mortola. Ma
alla fine potrà dire felice ai colleghi: «Poi stamattina m'ha chiamato il
capo. Dice li hai, li hai maltrattati una cosa del genere, li hai., li
hai... gli hai fatto la..., come ha detto, li hai... e no sbranati, li
hai... va be insomma, una frase ha detto. In senso positivo, chiaramente.
Che era contento eccetera. Ho saputo da FerrL.che anche Caldarozzi e
Gratteri sono stati contenti, diciamo, di questa... Luperi è rimasto
contento. D'altra parte è uno scenario nuovo si è aperto per colpa mia
diciamo». Per colpa sua, anche i pm la pensano così.