RASSEGNA STAMPA
L'UNITA' - Il G8 di Genova Le sentenze e un clima «teso»
Roma, 10 ottobre 2009
IL G8 DI GENOVA
LE SENTENZE
E UN CLIMA «TESO»
DUE GIUDIZI
CHE STUPISCONO
Giuliano Giuliani
PAPÀ DI CARLO, UCCISO IL 20 LUGLIO 2001
La camera di consiglio non è stata rapida come per
l’assoluzione di De Gennaro dall’imputazione
di induzione alla falsa testimonianza,
ma l’attesa non ha superato la mezz’ora
rispetto all’orario previsto. E ne è uscita una
sentenza che, come si dice in questi giorni, va rispettata
ma può essere commentata. E il commento è:
autentico stupore.
Sto parlando della sentenza emessa ieri dalla corte
d’appello genovese nel processo a 25 manifestanti
accusati di associazione per delinquere finalizzata
alla devastazione e al saccheggio relativamente ai
giorni del G8 del luglio 2001. Il primo grado si era
concluso con una condanna complessiva a 108 anni,
anche se differenziati fra 24 manifestanti (una
era stata assolta): da un massimo di 12 anni a un
minimo di qualche mese. La sentenza valutò infatti
che diversi accusati avevano commesso al più una
sorta di reato di resistenza, in quanto il loro comportamento
era stato indotto da cariche violente e ingiustificate
dei reparti speciali dei carabinieri (il riferimento
è a quanto accadde in via Tolemaide, dove
venerdì 20 luglio un corteo autorizzato venne brutalmente
attaccato per ore dove era stato autorizzato
a transitare dal questore). In ogni caso, già allora
12 anni per danni materiali e neanche un giorno per
teste rotte, polmoni rovinati e persone in coma, erano
apparsi una vistosa contraddizione.
La sentenza di ieri assolve 15 imputati, con motivazioni
analoghe a quella di primo grado e soprattutto
perché nel frattempo è maturata la prescrizione.
Ma per 10 di essi (per i quali sarebbe intervenuto
un condono di tre anni) aumenta le pene, per uno
addirittura 15 anni, che in Italia è difficile erogare
persino per un omicidio. Insomma, sembra che alla
fine i conti debbano tornare. Che cos’è, una sorta di
inaudita compensazione?
Non smetteremo di sorprenderci negativamente
per tutto ciò che in questi otto anni continua a verificarsi.
Archiviazioni per negare processi che avrebbero
potuto affermare, se non giustizia, almeno brandelli
di verità, come nel caso dell’omicidio di Carlo
(e la recente sentenza della Corte europea di Strasburgo
ha condannato lo Stato per non aver fatto
tutto quello che avrebbe dovuto fare per evitare ciò
che è successo e verificare le responsabilità di quanto
accaduto). Assoluzioni per gli alti vertici della polizia
compromessi nella vicenda Diaz e delle false
prove (molotov e quant’altro). Nessun procedimento
aperto nei confronti dei reparti speciali dei carabinieri,
neppure di quelli che cantavano «faccetta nera
» nell’acquartieramento genovese. E adesso una
sorta di accanimento nei confronti di dieci persone,
quasi che sia tutta colpa loro. Non è un Paese sereno.