RASSEGNA STAMPA

CORRIERE MERCANTILE - «Gravi e fuorvianti le dichiarazioni di Manganelli sul G8 di Genova»

Genova, 12 febbraio 2010

«Gravi e fuorvianti le dichiarazioni di Manganelli sul G8 di Genova»

«Parziali e fuorvianti»: così vengono definite dal Comitato Verità e Giustizia per Genova le dichiarazioni rilasciate mercoledì scorso dal capo della polizia Antonio Manganelli sulle giomate del G8 del luglio 2001. «II capo della polizia -si legge in una nota del Comitato - non può ignorare che il G8 di Genova e già passato alla storia, in tutto il mondo, per le straordinarie e inconcepibili violenze delle fotze dell'ordine italiane: non solo alla scuola Diaz e alla caserma di Bolzaneto, ma anche nelle strade e nelle piazze della città». «II dottor Manganelli sembra ignorarlo - prosegue la nota - ma le giomate del luglio 2001 sono una delle pagine più nere nella storia della polizia italiana in tempo di democrazia ed è difficile trovare in Europa eventi altrettanto gravi e infamanti per le istituzioni democratiche» .
«Su numerosi gravissimi episodi, dalle violenze e gli abusi alla Diaz ai maltrattamenti di Bolzaneto ad altre violenze per strade - afferma ancora il Comitato - non ci sono versioni contrastanti e in alcuni casi agenti e infermieri hanno aggiunto lIe loro testimonianze a quelle delle vittime». E di dichiarazioni «di una gravità inaudita, sia per il momento nel quale vengono effettuate, sia per il loro contenuto» parla anche Vittorio Agnoletto, ex portavoce del Genoa Social Forum. «Le parole di Manganelli - osserva - arrivano infatti subito dopo le dichiarazioni del procuratore capo di Genova Pio Macchiavello e sembrano proprio confermare i gravissimi timori del magistrato, il quale, secondo quanto riportato da molti media, ipotizza che il rifiuto di testimoniare in aula da parte di molti dei 29 rappresentanti delle forze dell'ordine sotto processo per la mattanza della Diaz, sia il frutto di "una situazione generale di coartazione della volontà».
«Manganelli, giustificando tutta l'azione delle forze di polizia - conclude Agnoletto - conferma quanto come movimento abbiamo sempre affermato: non si trattava di qualche mela marcia, ma di un'azione pianificata dai vertici della polizia, che oggi infatti ne rivendicano la paternità».