RASSEGNA STAMPA

CORRIERE MERCANTILE - G8, condanne per Mortola e De Gennaro

Genova, 18 giugno 2010


APPELLO .:. Questore vicario e capo dei Servizi
G8, condanne per Mortola e De Gennaro
Ribaltata la sentenza di primo grado «Indussero Colucci a mentire»

FRANCESCO RICCI

Il prefetto Gianni De Gennaro è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione perché ritenuto colpevole di induzione alla falsa testimonianza nei confronti dell'ex questore Francesco Colucci. Con lui è stato condannato anche il vice questore vicario di Torino Spartaco Mortola. Il primo durante il G8 di Genova era capo della polizia, mentre oggi è capo del Dipartimento per le Informazioni e per la sicurezza; il secondo era capo della digos genovese. Secondo l'accusa avrebbero indotto Colucci a modificare alcune sue dichiarazioni sulla ricostruzione della notte del 21 luglio 2001 in cui si consumò la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz. La sentenza di appello, che prevede anche il pagamento delle tre parti offese, ribalta quella di primo grado che vide i due imputati assolti, con rito abbreviato, per una sostanziale mancanza di prove.
De Gennaro e Mortola, secondo quanto sostenuto dall'accusa, i pg Ezio Castaldi e Enrico Zucca e il pm Francesco Cardona Albini, avrebbero indotto Colucci a ritrattare alcune sue dichiarazioni sulla presenza dell'allora portavoce della polizia Roberto Sgalla, presente di fronte alla scuola Diaz durante l'irruzione. Chi chiamò Sgalla dandogli l'ordine di tenere a bada la stampa durante la perquisizione? Secondo i magistrati l'ordine arrivò direttamente dall'alto. Colucci a suo tempo ne sarebbe stato al corrente, ma durante l'istruttoria del processo avrebbe cambiato la sua versione, dicendo che non ricordava più nulla a riguardo. L'accusa sostiene che Mortola, in occasione di due telefonate intercettate, avrebbe riferito che il "capo", ovvero De Gennaro, gli suggeriva di aggiustare il tiro.
In primo grado per queste accuse, De Gennaro e Mortola erano stati assolti. Ieri i giudici (presidente Maria Rosaria D'Angelo, a latere Paolo Gallizia e Raffaele Di Gennaro) li hanno condannati, riducendo, sebbene di poco, le richieste avanzate da Castaldi, ovvero di due anni per De Gennaro e un anno e quattro mesi per Mortola. Le sorti processuali dei due condannati e dell'ex questore Colucci si erano separate in udienza preliminare, quando il primo scelse il rito ordinario, attualmente in corso, ed i secondi decisero di essere processati con rito abbreviato.
Spartaco Mortola, parlando con il suo avvocato Piergiovanni Iunca, si è detto ieri «Senza parole». Su di lui grava una condanna in appello a tre anni e otto mesi per l'assalto ai no global nella scuola Diaz. «E' un fardello in più che ci porteremo in Cassazione - ha commentato l'avvocato Iunca - sono sentenze che pesano. Questo è un problema personale e di carriera. Spartaco Mortola fa un lavoro che richiede una certa serenità d'animo. Ora leggeremo le motivazioni della sentenza e faremo ricorso in Cassazione». Il professor Franco Coppi, uno dei due difensori di De Gennaro, si è allontanato dal tribunale senza rilasciare dichiarazione. De Gennaro stesso, presente sia ieri che mercoledì alle ultime udienze al contrario di Mortola, ha lasciato il settimo piano del palazzo di giustizia prima della lettura del dispositivo. Carlo Biondi, difensore insieme a Coppi di De Gennaro, ha fatto un laconico commento: «Una sentenza sorprendente, andremo in Cassazione».
Soddisfazione è stata espressa dagli avvocati di parte civile, l'avvocato Emilio Robotti che rappresenta l'associazione dei giuristi democratici, Laura Tartarini e Gilberto Pagani per tre parti offese. «Dopo aver ottenuto anche in appello il riconoscimento delle nostre ragioni - ha detto Robotti - vediamo confermata un'attività che parte, per il G8 di Genova, dal luglio 2001 con l'attività di assistenza legale e consulenza all'istanza di sequestro della scuola Diaz e Pascoli oltre a dieci anni di attività processuale». «Siamo soddisfatti per la sentenza - ha commentato l'avvocato Laura Tartarini che assiste due parti offese - Giustizia è stata fatta. Questo dimostra che c'erano persone della polizia che manovravano perchè nel processo non si accertasse la verità». L'ammontare del risarcimento alle parti offese sarà stabilito in sede civile. La sentenza sarà depositata entro novanta giorni.