RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX - «Le minacce a Placanica? Se le scriveva da solo»
Genova, 8 aprile 2010
«LO VIDI ANCHE DISEGNARE LA STELLA BR SULLE OFFESE A BAGNASCO»
«Le minacce a Placanica? Se le scriveva da solo»
L’ex moglie denuncia: «Mi tormenta, ho paura di lui»
ILARIO LOMBARDO
QUEL POMERIGGIO del 20 luglio
2001 sarebbe cambiata anche la sua vita.
Il destino di Sveva Mancuso avrebbe
seguito la lunga e lenta traiettoria
del marito, Mario Placanica, l’ex carabiniere
accusato e poi assolto dall’accusa
di aver ucciso Carlo Giuliani nella
torrida giornata in Via Tolemaide, durante
il G8 di Genova. Sveva ha lasciato
Placanica nell’ottobre 2007, dopo due
anni di matrimonio, e un figlio, dopo
aver diviso con lui sofferenze, botte, incidenti
sospetti, paranoie, microspie,
psicofarmaci, ossessioni: un baratro in
cui i fantasmi di Mario avrebbero fatto
sprofondare l’intera famiglia. Con i
pezzi di una vita da rimettere insieme,
giù in Calabria. Su Placanica da quasi
due anni pendono le indagini per l’accusa
di violenza sessuale nei confronti
d iuna bambina. La notizia è stata diffusa
solo lo scorso novembre, a momento
dell’incidente probatorio, ma i fatti
risalgono al 2006, quando la minore
aveva 11 anni. Sveva ha deciso di parlare
con Il Secolo XIX e ha rivelato di continuare
a subìre minacce da parte dell’ex
marito. Dal 19 marzo le sono arrivati a
ripetizione tre bigliettini: «Puttana ti
ammazzo stai zitta», «Morte stronza»,
«Puttana muori», frasi sovrastate da
una piccola falce e martello, scritte a
stampatello, con la grafia nervosa di un
bambino. «Inizialmente fa
annotare
Sveva ai carabinieri non
volevo fare
questa denuncia in quanto credevo si
trattasse di qualcosa di poca importanza». Agli avvertimenti è abituata, spesso
si trova la macchina sottosopra, e
pensa ci sia qualcuno ad ascoltarla con
le cimici, come succedeva con Mario,
ma il suo avvocato Teresina Lavecchia,
l’ha convinta a presentare denuncia,
controignoti. Come aveva già fatto a dicembre,
dopo aver ricevuto insulti e minacce di morte sul proprio cellulare
e su quello della prima figlia, avuta da
un precedente matrimonio. Era una
voce maschile che non conosceva, oggi
però riguardo a quei biglietti, è sicura:
«dietro c’è Mario». È un sospetto, perché prove non ce ne
sono: restano però
i precedenti e quelli sono l’altra grande
rivelazione che per la prima volta la
donna fa alla stampa: «Mario è abituato
a scrivere bigliettini e minacce per attirare
l’attenzione», dice. Lo ha già fatto
nel 2007. La lettera di minacce firmata
Brigate Rosse rivolte a lui e al segretario
della Cei Angelo Bagnasco, con su
scritto “Mario Placanica morte. Bagnasco al rogo.
Solidarietà con i compagni.
Viva Carlo Giuliani”, «se l’è scritta
da solo» racconta Sveva: «La sera del 30
aprile del 2007 stavo dormendo. Apro
gli occhi e vedo Mario che guarda su internet
un sito con le immagini del sequestro
di Aldo Moro. Noto che sta ricalcando
con cura la stella delle Br. Gli
chiedo cosa sta facendo, e lui mi dice di
stare zitta, per le microspie.
Mi avrebbe
raccontato la mattina
dopo, l’1 maggio,
quando ho visto con i
miei occhi imbucare
la lettera nella nostra
cassetta della posta».
Allo stesso modo nei
giorni precedenti «è
stato lui a scrivere
con le bombolette
spray le minacce di morte apparse sui
muri vicino a casanostra a Sellia Marina,
firmate “Brigata 20 luglio”». E sempre lui è l’autore
a delle minacce telefoniche
di morte all’avvocato Ezio Menzione,
che si occupava di difendere alcuni
noglobal
nel processo per i
disordini del G8 di Genova. Telefonate
partite da una cabina
di Montepaone
Lido a fine maggio
2007. L’1 giugno
Placanica sarebbe
stato chiamato a deporre
come teste a
Genova. Sveva ha
assistito impotente
ad ogni azione del
marito, «Ero costretta
si
sfoga mi
minacciava, mi picchiava. Non sta bene.
È psicopatico e schizofrenico». Ricorda anche
«le sue continue sniffate di
coca» che mescolate agli psicofarmaci
una volta stavano costando la vita a tutti
e due per un incidente. Dopo essere
riuscita a liberarsi di lui, a lasciarlo,
Sveva ha chiamato Menzione e gli ha
raccontato quasi in lacrime la verità.
Ma perché dire tutto solo oggi? «Perché
sono sola e penso che Mario venga
coperto da polizia e carabinieri. Che
nonostante le mie continue denunce
nonmi aiutano. E poi perché mi vuole
togliere il bambino che ho avuto da
lui». Sveva infatti il 5 maggio sarà in tribunale,
convocata dall’avvocato di Placanica
per sottrazione diminore.