RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX - Arresti illegali al G8, le telecamere smascherano gli abusi di Manin
Genova, 28 agosto 2010
Depositate le motivazioni delle condanne
Arresti illegali al G8, le telecamere smascherano gli abusi di Manin
I giudici di Appello: «I manifestanti erano disarmati. In primo grado travisati i fatti»
«È FALSA la circostanza secondo cui gli arresti dei due spagnoli sarebbero avvenuti in un contesto di scontri tra manifestanti e polizia. Dai filmati si vede benissimo come gli arrestati si siano diretti a mani nude contro i blindati della polizia». Lo sostengono i giudici della Corte d’appello nella motivazione della sentenza di condanna per quattro poliziotti accusati di aver arrestato illegalmente due studenti iberici durante le manifestazioni del G8 di Genova 2001. In primo grado i quattro, in forza al VII Reparto Mobile di Bologna, erano stati assolti mentre il 13 luglio scorso, in Appello, sono stati condannati a 4 anni ciascuno, per falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Si tratta di Antonio Cecere, Luciano Beretti, Marco Neri e di Simone Volpini.
Per le accuse di calunnia e abuso d’ufficio è stata dichiarata la prescrizione. L’inchiesta riguardava gli scontri avvenuti il 20 luglio 2001 in piazza Manin dove manifestavano varie associazioni religiose e pacifiste. I quattro poliziotti furono inviati in piazza dove era stato segnalato che alcuni black bloc si erano infiltrati. In quel contesto furono arrestati i due spagnoli con l’accusa di aver lanciato una bottiglia incendiaria l’uno e di essersi scagliato contro gli agenti impugnando una sbarra di ferro il secondo. Nella motivazione i giudici, parlando dei testi a difesa, si riferiscono anche alla testimonianza di un funzionario del reparto mobile di Bologna che parlò di scontri in corso in un altro lato della piazza. «Oltre a quello dei due spagnoli - affermano - nessun altro arresto è avvenuto in piazza Manin».
Per lui i giudici d’appello hanno trasmesso gli atti alla Procura con l’ipotesi di falsa testimonianza. «La sentenza di primo grado - dice la Corte - parla di una commistione inscindibile tra i manifestanti pacifici e gli appartenenti al blocco nero e di una azione di disturbo dei pacifisti verso le forze dell’ordine che cercavano di arginare le violenze dei black bloc. Non corrisponde al vero perché dai filmati è possibile vedere come i manifestanti violenti si opponessero solo brevemente alla polizia per poi scappare». «I filmati confermano la versione data dalle vittime: l’arresto non avvenne durante scontri o lancio di lacrimogeni ma molto dopo, quando la situazione dell’ordine pubblico era ormai ristabilita. Inoltre confermano che i due spagnoli non avevano alcun oggetto in mano, non avevano lanciato molotov e non si opponevano alla polizia».