RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - Il valzer dei pm per la corsa alle Procure

Genova, 22 settembre 2010

LALLA LASCIA A NOVEMBRE: AL VIA UNA SERIE DI SPOSTAMENTI IN TRE PROVINCE
Il valzer dei pm per la corsa alle Procure
Genova, in lizza tre big e un reggente. Due toghe d’assalto per Imperia. Veleni a Spezia

GRAZIANO CETARA e MATTEO INDICE

TRE “BIG” della giustizia italiana in corsa per la Procura di Genova, anche se forse regnerà per un po’ un discusso “reggente”, in un autunno caldo per le inchieste sulla corruzione. Due pm d’assalto a Imperia, dov’è entrata nel vivo la spinosa indagine sul porticciolo. E roulette pure per guidare l’accusa alla Spezia, mentre il caso delle villette nate delle Cinque Terre manda in fibrillazione più d’un politico.
I giochi sono in corso (sottotraccia) da mesi, ma adesso siamo davvero in dirittura d’arrivo. E presto quella che si vivrà dentro i palazzi di giustizia liguri potrebbe essere pocomeno che una rivoluzione, con avvicendamenti in serie nell’ufficio più importante, la Procura. Qui lavorano i magistrati che gestiscono i fascicoli più delicati, che decidono chi dev’essere indagato, intercettato, arrestato. E spesso possono, per legge, cambiare i destini delle persone.
Il capo a Genova, Francesco Lalla, potrebbe lasciare a novembre, in anticipo sulla scadenza naturale di luglio 2011, dopo una carriera assai longeva nonostante l’aspetto giovanile. Lalla ha superato da un po’ i 70anni. E non è un mistero che il toto successione, e le “caselle” liberate da altri movimenti più o meno freschi destino grande interesse. Si è appena chiuso il processo sulla spartizione del porto, tra veleni e colpi bassi tra avvocati e magistrati. Ed entro dicembre sono attesi avvisi di garanzia pesanti sul fronte sanità pubblica amministrazione.
In questo tourbillon, chi sarà il prossimo capo dei pm? In lizza ci sono tre “personaggi”, ma non sono escluse soluzioni interne. Tra i nomi che circolano con più insistenza c’è quello di Anna Canepa, ex sostituto procuratore a Genova e adesso membro della Procura nazionale antimafia. Ipotesi suggestiva e auspicata da tanti colleghi, sebbene problemi di anzianità professionale, e il lavoro a tamburo battente in corso a Roma, rendano la possibilità remota. Si parla di Armando Spataro, oggi procuratore aggiunto a Milano dove dirige l’antiterrorismo, autore d’inchieste choc in tema di eversione come il caso dell’imam Abu Omar rapito dalla Cia. E nelle ultime settimane ha preso corpo la candidatura di Vito Monetti, ora sostituto procuratore generale in corte di Cassazione. Monetti in città è stato pm fino a una decina d’anni fa, animatore d’un memorabile scontro verbale con Tiziana Parenti, passata da Tangentopoli alla corte di Berlusconi.
Tutti e tre hanno in comune la lunga attività in seno all’Associazione nazionale magistrati, dove sono esponenti di diverse correnti. Canepa è oggi nel consiglio nazionale di Magistratura democratica (ala progressista), Monetti ne è stato a tratti un esponente di primissimo piano; Spataro è invece uno dei leader del Movimento per la giustizia, che idealmente si colloca a sinistra di Md.
A sorpresa però potrebbe prendere corpo una soluzione tampone. Con il possibile pensionamento di Lalla assai più moderato e talvolta in conflitto con i suoi sottoposti, specie per le accuse alla polizia postG8 il ruolo di “reggente”, un capo senza gradi formali ma con tutti i poteri, sarebbe attribuito a Vincenzo Scolastico, numero due per anzianità e guida della Direzione distrettuale antimafia. Lo stesso Scolastico è attestato, da sempre, su posizioni più “conservatrici” (rifiutò di partecipare allo sciopero indetto dall’Anm a luglio contro i tagli alla giustizia). In primis perché è uno dei magistrati che a Genova ha lavorato meno, arrivando da Savona. E la sua “candidatura” la più concreta come facente funzioni non raccoglie consensi unanimi. La corsa a colpi di curriculum, graduatorie e stati di servizio va in scena anche per il posto di aggiunto, in pratica il “vice”, ruolo di grande rilievo. C’è una poltrona libera, lasciata da Franco Cozzi divenuto capo a Chiavari. E se la contendono, da indiscrezioni, due simboli delle indagini sul G8 Vittorio Ranieri Miniati e Patrizia Petruzziello, che hanno fatto condannare i torturatori di Bolzaneto, il pm anticorruzione Francesco Pinto, presidente Anm Liguria, e Silvio Franz.
Nel Ponente, dove restano saldi Francantonio Granero alla guida di Savona e Roberto Cavallone a Sanremo, il vero exploit va in scena a Imperia. Dove l’amministratore delegato della Porto di Imperia spa, la società che sta costruendo l’ambizioso porticciolo targato Caltagirone, è indagato per abusi demaniali. Proprio nella città feudo si è insediato da sei giorni Alessandro Bogliolo, in arrivo da Genova dove ha trascorso un anno e dove ha sfoderato una produttività record, riesumando inchieste su truffe e mala sanità che parevano destinate all’oblio: «Quella sul
porto è una delle indagini cardine di cui dovremo dedicarci» ha sussurrato prima di lasciare la scrivania. Bogliolo (che pur vivendo ad Alassio si è visto riconoscere il trasferimento nella «sede disagiata» di Imperia, con automatico incremento dello stipendio) potrebbe diventare a breve ilnumero uno di fatto, in quanto lo storico capo Bernardo Di Mattei s’appresta alla pensione. C’è di più. A ruota dell’ex “genovese” potrebbe arrivare Marco Zoccoda Sanremo. Magistrato schivo, ha in mano un’autentica patata bollente ovvero l’inchiesta sulle spese per la costruzione della mega pista ciclabile fra Imperia e Sanremo, finanziata con decine di milionidi euro regionali ora al setaccio delle Fiamme Gialle.
Da Ponente a Levante, il fermento non si stempera. E alla Spezia si pensa al dopo Massimo Scirocco, che sene va essendosi visto respingere la richiesta didirigere Massa. Addio senza polemiche? Nemmeno per idea. E qui di mezzo ci sono una serie d’indagini sul cemento facile che rischiano d’inguaiare vip e potenti locali (indagato il presidente del Parco Cinque Terre Franco Bonanini, Pd). Accertamenti ripartiti dopo un periodo di stasi, durante il quale Scirocco aveva respinto sdegnosamente l’insinuazione che parte della sua Procura si fosse trasformata in un piccolo porto delle nebbie. Ora alla Spezia il gioco s’è fatto di nuovo duro grazie alle lettere d’un misterioso corvo. Che accusa gli stessi investigatori autori degli ultimi (scomodissimi) rilievi. In questo clima s’insedierà il nuovo numero uno. Fra i pretendenti, il pm di Pisa Antonio Di Bugno e nuovamente Silvio Franz, uno dei più “anziani” in servizio a Genova.