RASSEGNA STAMPA
LA REPUBBLICA - Processo Diaz "Minacciati gli imputati"
Genova, 11 febbraio 2010
Processo Diaz "Minacciati gli imputati"
MARCO PREVE
Il procuratore generale del processo bis per l´irruzione nella scuola Diaz
del G8 parla di minacce e coartazione nei confronti dei poliziotti
imputati che rifiutano l´interrogatorio in aula. E si scatena così una
battaglia giudiziaria che ha, sullo sfondo, il rischio di un nuovo
processo nel caso in cui l´interrogazione di sei parlamentari del Partito
Democratico venisse accolta dal ministro della Giustizia e l´attuale
presidente del collegio giudicante, Salvatore Sinagra, fosse costretto ad
abbandonare il suo posto per limiti di età.
Ieri, in aula, il pm Pio Macchiavello nella lettura della relazione nel
processo di secondo grado ha sottolineato come «il rifiuto degli imputati
di sottoporsi all´esame sia stato determinato da una situazione generale
di coartazione della volontà: l´acquisizione a fini di prova dei verbali
dei loro interrogatori avrebbe riguardato infatti anche e soprattutto le
gravissime responsabilità dei loro diretti superiori gerarchici, fino ai
massimi livelli della polizia».
Le parole del procuratore generale hanno uno scopo processuale ben preciso.
Abitualmente, le dichiarazioni rese durante la fase istruttoria, qualora
l´imputato rifiuti l´interrogatorio in aula, possono essere utilizzate
solo contro lo stesso dichiarante, ma non contro altri imputati che
vengano tirati in ballo. Ma se, invece, viene accettata la tesi secondo
cui il rifiuto dell´interrogatorio sia frutto di solleciti, pressioni
quando non di minacce, i verbali possono essere utilizzati come fonti di
prova anche contro gli altri imputati.
Di fronte a questa eventualità alcuni avvocati difensori dei funzionari e
degli agenti imputati chiederanno di avere una dilazione dei tempi per
poter approfondire meglio gli atti. E nel frattempo proseguirà il suo iter
l´interrogazione parlamentare in grado di "seppellire" il processo
d´appello alla Diaz. Rita Bernardini, Maurizio Turco, Maria Coscioni,
Marco Beltrandi, Elisabetta Zamparutti e Matteo Mecacci, tutti deputati
del Pd ritengono infatti che il Csm, Consiglio Superiore della
Magistratura, abbia violato i regolamenti modificando in alcuni casi le
procedure che consentono ai magistrati arrivati al 70° anno di età di
chiedere la proroga per altri due anni.
Tra i nomi citati nell´interrogazione c´è anche quello di Salvatore
Sinagra presidente del collegio d´appello per la vicenda Diaz. Se la sua
proroga dovesse essere annullata, per la brutale irruzione del 2001
sarebbe necessario un nuovo processo.
In primo grado, lo scorso novembre 2008, il tribunale pronunciò 13
condanne e 16 assoluzioni (tutti i vertici della polizia). I pm Enrico
Zucca e Francesco Cardona Albini avevano chiesto 28 condanne per un
ammontare complessivo di 109 anni e 9 mesi di reclusione. Anche la procura
generale aveva presentato ricorso contro la sentenza di primo grado
ritenendo valide le motivazioni dei colleghi Zucca e Cardona Albini, tanto
che il pg Macchiavello ha chiesto, rispetto al primo grado, pene più
severe.