RASSEGNA STAMPA
LA REPUBBLICA -
Diaz, il giorno della verità sull´assalto alla scuola
Genova, 18 maggio 2010
Diaz, il giorno della verità sull´assalto alla scuola
Oggi pomeriggio la sentenza del processo d´appello. In primo grado 13
condanne
Il procuratore generale Macchiavello ha chiesto oltre 110 di carcere
MASSIMO CALANDRI
CON il sanguinario assalto alla scuola Diaz, nell´ultima notte del G8 di
nove anni fa, la Polizia di Stato ha scritto una delle pagine più nere
della sua storia. Oggi il tribunale deciderà chi sono i responsabili delle
violenze gratuite e delle menzogne che impregnarono quella sporca
operazione. La sentenza del processo d´appello è attesa nel tardo
pomeriggio - in mattinata è previsto il deposito di alcune perizie e la
controreplica del professor Gilberto Lozzi, difensore del capo dello sco,
Gilberto Caldarozzi - , ma è anche possibile che la camera di consiglio,
presieduta da Salvatore Sinagra, non si pronunci prima di domani,
mercoledì. In primo grado furono condannati 13 imputati, e assolti i
superpoliziotti. I giudici se la presero con alcuni degli autori materiali
delle violenze, non con i presunti mandanti e tantomeno con quelli che
firmarono il surreale verbale - farcito di falsi - che giustificò gli
arresti illegali e il massacro dei 93 no-global.
Pio Macchiavello, procuratore generale che ha sostenuto la pubblica
accusa, ha chiesto per i 27 imputati oltre 110 anni di galera. «Non l´ho
fatto volentieri. Ma l´ho fatto. Per dovere», aveva detto nel corso di un
emozionante intervento, raccontando in maniera esemplare quanto ancora
profonda sia la ferita provocata dal G8 e da un comportamento della
Polizia di Stato «che non si potrà mai dimenticare». Macchiavello ha
lavorato per anni e quotidianamente, quando era pm, con la polizia
giudiziaria. In particolare con alcuni di questi imputati: uomini che
hanno tradito due volte la fiducia di tutti, anche la sua. La pubblica
accusa ha preso atto della prescrizione, che dopo nove anni ha tolto di
mezzo buona parte dei reati contestati e addirittura un imputato. Restano
però in piedi il falso ideologico, le lesioni personali gravi ed un caso
di peculato. Sono stati chiesti quattro anni e dieci mesi per Giovanni
Luperi, oggi direttore dell´Aisi, e per Francesco Gratteri, capo
dell´Antiterrorismo. Quattro anni e sei mesi per Gilberto Caldarozzi e per
il genovese Spartaco Mortola, questore vicario a Torino.