RASSEGNA STAMPA
LA REPUBBLICA -
L´urlo dei Giuliani: "Finalmente"
Genova, 19 maggio 2010
Parlano le vittime e i testimoni del pestaggio: "Sancite le responsabilità
di quella notte maledetta"
L´urlo dei Giuliani: "Finalmente"
Il Comitato verità e giustizia: "È il verdetto che ci aspettavamo già in
primo grado"
COSTANTINO MALATTO
«Finalmente, non credevamo alle nostre orecchie» urla sorridente
Haidi Giuliani, madre di Carlo, ucciso durante il G8 di Genova del 2001.
Soddisfatta per le condanne dei vertici della polizia al G8, inutile
dirlo: «È fondamentale - dichiara - che sia stata sancita la colpevolezza
della catena di comando della polizia. Questa è una sentenza che
restituisce un po´ di fiducia nella giustizia». Le fa eco il marito,
Giuliano Giuliani: «Dopo stasera possiamo dire: anche a Genova c´è un
giudice, non solo a Berlino. Abbiamo finalmente una sentenza che mette in
riga le responsabilità di quella maledetta notte alla scuola Diaz».
Pochi metri più in là, appena fuori dal portone del tribunale, affollato
malgrado l´ora tarda, c´è Enrica Bartesaghi, presidente del Comitato
Verità e Giustizia per Genova. La notte del massacro c´era sua figlia
Sara, che allora aveva 21 anni, nella scuola presa d´assalto dai
poliziotti. La ragazza fu pestata a sangue, poi scomparve a Bolzaneto
senza che i genitori ne sapessero niente per due giorni, poi ancora in
carcere a Vercelli. «Sono ancora incredula - commenta la Bartesaghi -
perché in realtà questa è la sentenza che ci aspettavamo al primo
processo. È importante il riconoscimento delle responsabilità della catena
di comando della polizia. Ora chiediamo l´immediata sospensione dei
responsabili, per tutelare il buon nome della polizia e la credibilità
dello Stato».
È presente anche qualcuno che quella notte c´era di persona alla scuola
Diaz, che venne picchiato, che portò per mesi i segni delle violenze
patite. È il caso di Lorenzo Guadagnucci, che all´epoca dei fatti aveva 38
anni: «È forse stata questa la prima volta che dalle istituzioni è
arrivata una risposta degna e all´altezza della gravità dei fatti che sono
accaduti. Finora avevamo avuto solo risposte insoddisfacenti. Per questo è
da lodare la lealtà dei giudici di questo processo, che finalmente hanno
stabilito che le violenze alla Diaz non sono state un caso, ma un piano
prestabilito».