RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - Gita nella caserma del G8? No, grazie

Genova, 11 novembre 2010

"Gita nella caserma del G8? No, grazie"

ALLE elementari "Spinola" di Oregina avevano in programma una bella gita scolastica di quelle che piacciono tanto ai bambini: con le forze dell´ordine in uniforme, con una dimostrazione di cani-poliziotto e un intervento simulato dei robottini che disinnescano gli ordigni.
L´appuntamento però, era stato fissato all´interno della caserma di Bolzaneto. La stessa che durante il G8 del 2001 fu teatro di soprusi e torture ai danni di centinaia di fermati, delitti puniti con 44 condanne in appello. A qualche genitore la cosa non è andata giù, anche perché la scuola aveva anticipato che della vergognosa pagina del G8 non si sarebbe neppure accennato, durante la visita. La vicenda stava inevitabilmente scatenando una polemica, per domani era in programma un´assemblea pubblica con la presenza di rappresentanti di Amnesty International e dell´Anpi. A questo punto, i papà degli alunni e gli insegnanti hanno deciso che era meglio soprassedere: niente più gita a Bolzaneto, martedì 30 novembre. «La scuola ha il dovere di educare, non può fare finta di niente. Deve essere custode della memoria: in quella struttura è stata scritta la storia di Genova, è un luogo simbolico, se i bambini ci vanno hanno il diritto di sapere cosa vi è accaduto», aveva protestato un genitore, sottolineando che «non c´è niente di politico nella nostra indignazione. Il punto è che in un luogo così, se ci si va, bisogna raccontare tutto. Altrimenti è meglio portare i piccoli in un´altra caserma». Angelo Capizzi, dirigente scolastico dell´Istituto Comprensivo Oregina, ha spiegato: «La gita doveva essere fatta davanti alla questura, ma dal vicino liceo D´Oria avevano protestato perché in passato – tra cani, robot e applausi dei piccoli
studenti – si faceva troppo rumore. Abbiamo optato per Bolzaneto: in buonafede, all´interno di un progetto di valorizzazione del lavoro delle forze dell´ordine. Capisco le perplessità di qualcuno. Per non caricare di eccessivi significati l´appuntamento, per un senso di responsabilità nei confronti dei bimbi, perché non vogliamo metterli a disagio, abbiamo preferito annullare tutto».
(m. cal.)