RASSEGNA STAMPA
LA STAMPA - Bolzaneto, tutti colpevoli
Genova, 6 marzo 2010
Bolzaneto, tutti colpevoli
Sentenza ribaltata per Ie violenze al 08, Ie vittime saranno risarcite
ALESSANDRA PIERACCI
Tutti responsabili, nonostante
la prescrizione, tutti chiamati
a rispondere dei risarcimenti
per quelle decine di
fermati sottoposti ad abusi
morali e fisici, a trattamenti
«degradanti e disumani», ovvero
a torture. Si è concluso
così a Genova, con un ribaltamento
totale della sentenza
di primo grado del luglio
2008, l'appello contro 44 tra
medici, agenti di polizia penitenziaria,
poliziotti e carabinieri
imputati delle violenze
nella caserma di Bolzaneto,
adibita a luogo di prima detenzione
durante i giorni del
G8 del luglio 2001.
«Finalmente giustizia è
fatta», commenta il pm Ranieri
Miniati. La collega Patrizia
Petruzziello aggiunge
«soprattutto nel rispetto delle
parti civili e di quello che
hanno dovuto subire». «Vergogna,
avete fatto di tutta
un'erba un fascio», è il grido
di protesta di un poliziotto.
Dopo 11 ore di camera di
consiglio il presidente Maria
Rosaria D'Angelo ha letto il
dispositivo davanti a un'aula
che ha visto riuniti molti di
quanti subirono la detenzione
in quei giorni. Presente,
accanto ai «suoi» magistrati,
il pg Luciano Di Noto. Se in
primo grado le assoluzioni
erano state 30 stavolta i magistrati
hanno accolto le richieste
dell'accusa: nessuno
è escluso, nemmeno i carabinieri
presenti nella caserma il
sabato pomeriggio di quei tre
giorni di violenze. Per quanto
riguarda gli effetti civili della
sentenza sono chiamati in causa
i tre ministeri: Giustizia, Interni
e Difesa.
Riconosciuta, in particolare,
la responsabilità dei 4 medici
presenti in caserma. Non
sconteranno pene perché il reato
relativo agli abusi è prescritto
ma sono chiamati a risarcire
le vittime. La dottoressa
Sonia Sciandra è stata condannata
a un anno e sei mesi
per falso ideologico nella cartella
clinica. Sette gli imputati
condannati penalmente a pene comprese fra uno e 3 anni.
Responsabili tutti i vertici:
Alessandro Perugini, allora vicecapo
della Digos, e il commissario
capo Anna Poggi, già
condannati in primo grado,
ma anche il generale della polizia
penitenziaria Oronzo Doria,
assolto in primo grado.
Raddoppiate le provvisionali
calcolate per le parti lese, si va
da 5 mila a 30 mila euro. II resto
sarà stabilito dall'azione civile
che tutti i legali si preparano
a intraprendere nei confronti
dello Stato.
Se l'irruzione nella scuola
Diaz fu definita «macelleria»,
quello che accadde nella caserma
dal 20 al 22 luglio 2001 fu
peggiore: vennero inflitte ai
fermati 4 delle 5 tecniche d'interrogatorio
che secondo la
Corte Europea sui diritti dell'uomo si configurano come
«trattamenti inumani e degradanth».
I fermati furono fatti
passare tra due ali di agenti e
presi a manganellate. Una volta
all'interno, le vessazioni proseguirono:
chi fu costretto a
mettersi carponi e ad abbaiare
come un cane, chi obbligato
a rimanere fermo nella posizione
del «cigno», su una gamba
sola e con le braccia alzate.
Un fermato piccolo di statura
fu insultato come «nano di
merda» e gli venne proibito di
andare in bagno. Altri vennero
denudati nel corso delIa visita
medica e presi in giro per gli
attributi; le donne furono minacciate
di violenze sessuali
agitando i manganelli, a loro
non vennero concessi ne cibo
ne acqua e ad alcune furono rifiutati gli
assorbenti igienici.
Vennero usati spray urticanti;
indirizzati dall'esterno verso
le finestre delle celle. A un detenuto
fu strappato il piercing,
a un altro, Giuseppe Azzolina,
accadde di peggio: un assistente
capo delia polizia di stato,
Massimo Pigozzi, gli afferrò le
dita di una mano, due da una
parte e due dall'altra, divaricandole
al punto di lacerargli
l'arto. La ferita venne suturata
senza anestesia. Per Pigozzi e stata confermata la pena a
tre anni e 2 mesi.