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G-Hate Genova luglio 2001
Gianfranco Pancrazio, Franco Leo e Matteo Nigro
Le giornate di Genova raccontate dai protagonisti: i preparativi, le manifestazioni, gli scontri di piazza, i metodi della polizia, le aspettative del movimento.
"G-Hate…" è un lavoro di cui siamo particolarmente fieri. Perché crediamo di essere riusciti con questo lavoro a coniugare due aspetti spesso in contrasto tra loro se non addirittura escludentesi a vicenda: rigore informativo e coinvolgimento empatico. Da una parte la volontà di offrire a chiunque, anche a coloro che non hanno partecipato del movimento di protesta contro il G8 o che addirittura lo hanno avversato, gli elementi informativi essenziali per comprendere quello che è successo; dall'altra restituire oltre alla cronaca anche l'atmosfera e la temperatura emotiva che hanno caratterizzato quelle memorabili giornate e i loro protagonisti. Né abbiamo voluto rinunciare ad alcuni accorgimenti narrativi che potessero dare a "G-Hate…" la forma di racconto oltre a quella di reportage. Così ad esempio l'utilizzo "estemporaneo" di alcune testimonianze che integrano e affiancano la cronaca arricchendola del recente passato e futuro, senza interromperne ritmo e continuità visiva. Alla fine le immagini restituiscono allo spettatore una visione complessiva, partecipata e "filmicamente" fruibile di un evento di mobilitazione, lotta e passione politica. Una narrazione che abbiamo voluto delegare completamente alla voce dei soli protagonisti, anche quando la complessità degli avvenimenti ci consigliava di ricorrere a un testo fuori campo per maggiore chiarezza e fluidità. Ci sembrava che le nostre parole sotto forma di testo fuori campo, anche laddove potevano rafforzare la comprensione, togliessero vita, forza e freschezza ai fatti. Una scelta espressiva che ci ha portato ad adottare il modo di guardare e sentire dei protagonisti, con i loro occhi e i loro sentimenti. Più precisamente abbiamo girato e montato "G-Hate" come se fossimo stati una delle tante componenti della moltitudine convenuta a Genova per protestare contro il G8, trasformando la telecamera in una delle tante voci (e dei tanti occhi) che trovavano la loro comunanza di intenti in "un altro mondo (possibile)", per dare corpo e sostanza a un'altra idea di umanità, libera dalle coercizioni economiche e politiche imposte da un sistema di comando fondato sullo sfruttamento e l'ingiustizia."
(Gianfranco Pancrazio)