5.08 ore 0.28
5.08 ore 0.28
Noi lo sapevamo che loro [i BB] erano alla fine del corteo, chi girava
sopra le
nostre teste pure... sono arrivate le camionette con i bastoni, sono
girate liberamente per
ore, erano gli unici mezzi che giravano in zona... non era difficile
individuarle!
Abbiamo saputo, via telefonini, dei saccheggi ai cantieri di Quarto:
sicuramente sarà successo
qualche ora prima, la polizia con gli elicotteri
li avrà visti in diretta, non hanno mosso un dito... ma
come è possibile???
Fonte: messaggio al GSF
5.08. ore 0.28
Sequenza 3. La calma è invece cessata in altri punti della città.
Sul lungo
mare arriva il famoso black block, alcuni di
loro vengono visti parlare con
la polizia, altri direttamente escono dalle loro
fila.
Iniziano a sfasciare tutto. Polizia e carabinieri stanno fermi. I Black
block cercano di infilarsi nel corteo dei lavoratori aderenti ai COBAS
e
altri sindacati, di cui picchiano uno dei leader, vengono respinti
a
fatica.
Fonte: messaggio al GSF
5.08 ore 1.06
Giovedì 19 luglio alle ore 15 circa mi trovavo in piazza Dante
dove era schierato un gruppo di carabinieri. E' passata una moto con due
persone che filmavano la piazza. A bordo due operatori con la pettorina
"Stampa". Un giovane carabiniere ha esclamato "Bravi,
fatemi il film così vi ricorderete di me quando vi spaccherò
la testa". Se questo è lo spirito con cui le forze dell'ordine
stavano in piazza quando ancora non era successo niente.....
Fonte: messaggio al GSF
5.08 ore 21.42
Infatti in tre occasioni abbiamo notato che delle persone di eta tra
25 e 35 anni, molti di loro con indumenti simili a quelli di molti di noi
(da manifestanti), arrivavano dinnanzi al cordone
di guardie di finanza che erano comandante da un ufficiale della polizia,
presentavano un documento e passavano indisturbate per dirigersi verso
la zona degli scontri. Non potevano essere abitanti del luogo poiché
tra la presentazione del documento e l’assenso a passare passavano pochi
secondi.
Fonte: messaggio al GSF
4.08 ore 19.35
"Stavo fotografando in primo piano il corpo del
ragazzo ucciso e sullo sfondo le forze dell'ordine , quando ho visto che
i carabinieri si stavano riorganizzando. Immediatamente
ho alzato il pass ufficiale e ho urlato "sono un giornalista". Mi sono
saltati addosso egualmente ed hanno iniziato a colpirmi in testa e su tutto
il corpo. Istintivamente mi sono aggrappato ad uno dei carabinieri
che mi stavano picchiando. Se fossi caduto a terra probabilmente mi avrebbero
massacrato. Manganellate e calci ovunque. Si sono
accaniti contro la mia mano che teneva stretta una delle due macchine fotografiche
che avevo: una Nikon. Sono riusciti a strapparmela, ma non era quella delle
mie ultime foto. Infatti avevo una Leica infilata sotto un braccio ed era
lì che c'erano gli ultimi scatti al ragazzo morto. Non l'avevano
vista. E' servito a poco. L'ho scoperto dopo che il carabiniere al quale
mi ero aggrappato, ad un certo punto mi ha tirato fuori dalla mattanza
e mi ha portato sugli scalini della chiesa di piazza Alimonda. Pensavo
che fosse finita. E invece no. Qualcuno si era accorto della Leica e dopo
un chiarissimo ed urlato "Tira fuori quel rullino o te la facciamo vedere"
mi è stata sfilata la pellicola dalla macchina. Quando mi hanno
lasciato, mi sono diretto , barcollando, verso il centro della piazza dove
avevo visto un'ambulanza. Devo ringraziare il collega Yannis Kontos, fotografo
dell'agenzia Gamma, che mi ha soccorso".
Fonte: messaggio al GSF
02.08
Mi sono trovato difronte quattro o cinque personaggi
"accampati" sulla strada,ricordo bene un soggetto con pantaloni neri ed
un grosso palo tra le mani,altre spranghe nell'aiuola spartitraffico.Un
carabiniere in divisa ,sceso da una scaletta che arriva in corso italia
si è avvicinati molto,molto, tranquillamente ed a preso a parlare
con i personaggi.Erano appena sfumati gli scontri all'estremo orientale
di piazzale Kennedy,in zona completamente cinturata dalle forze dell'ordine
Fonte: messaggio al GSF
01.08
Siamo partiti per Genova, senza preoccuparci delle posizioni "ufficiali"
del PRI, così come non ci siamo preoccupati di quelle, balbuzienti
e
contraddittorie, di tanta parte della sinistra istituzionale. Siamo
andati
a Genova con la commossa partecipazione delle persone che ci sono care,
di
quello che resta della tradizione laica, repubblicana e azionista.
Siamo
andati a Genova per istinto, il vecchio istinto libertario che ci fa
vedere
il lato oscuro del potere dietro le facce pulite del G8.
Siamo andati a Genova per ribadire la nostra religione civile: come
nella
repubblica si deve vivere da eguali, partecipando tutti del bene comune,
così nel pianeta si deve vivere, senza che a nessuno si usurpi
la dignità,
e il diritto all'autogoverno. Noi non vogliamo ritrovarci a essere,
senza
volerlo, padroni del mondo, né servi; noi vogliamo essere, pari
agli altri,
CITTADINI DEL MONDO.
[...] il mattino seguente,
lasciati gli zaini, ci rechiamo al cimitero di Staglieno, in visita
alla
tomba di Mazzini. Involontariamente la nostra bandiera rossa desta
qualche
preoccupazione e una pattuglia di Polizia Municipale ci intercetta
per
sincerarsi delle nostre intenzioni. Sciolto l'equivoco scambiamo due
parole
e ci mostrano persino la tomba di Ferruccio Parri, poco distante, discreta
e quasi anonima.
Racconto questi episodi per evidenziare il fatto che la situazione
a Genova
sembrava essere assolutamente sotto controllo, e nulla lasciava presagire
una disfatta della Legge quale quella che si è verificata poi.
La cosa che, a mente fredda, ci lascia più
stupiti è: com'è possibile che
noi, così irrilevanti, venissimo controllati
in ogni nostra mossa e con
tale efficacia, mentre invece gruppi ben più
numerosi, facinorosi e noti
alla polizia, sono riusciti a portare armi e
a usarle quasi indisturbati,
per due giorni di fila?
Com'è possibile che le maglie della rete
fossero così strette per noi e
così larghe per loro? Vorrei poter rivolgere
questa domanda al comandante
della piazza di Genova, ma temo che non ci sia
una risposta.
[...] in via Torino ci accoglie uno
scenario post-atomico: banche sfondate e saccheggiate, aiuole e pensiline
divelte, cassonetti incendiati, si cammina su un tappeto di frantumi
di
ogni genere inframmezzati dai bossoli cal. 40 dei lacrimogeni. Ora
cominciamo ad avvertire quella paura, che non dovrebbe esserci, verso
le
Forze dell'ordine del proprio Paese, che non avevamo fino alla sera
prima.
[...] Sabato partecipiamo al corteo, inserendoci subito dopo lo spezzone
della
FIOM. Il caso vuole che ci siano amici da raggiungere più avanti,
alla
testa del corteo, dove c'è Attac: li raggiungiamo a fatica in
mezzo alla
grande folla e ci assicuriamo così, de visu, che è pacifica
e festosa.
Alcune "tute nere" che cercano di infiltrarsi vengono respinte dai
cordoni,
con durezza.
Il caso ci ha voluto bene un'altra volta, perché
poi, a manifestazione
conclusa, veniamo a sapere che, proprio dove
eravamo posizionati noi
inizialmente, la Polizia ha sferrato una serie
di cariche a me tutt'ora
incomprensibili che hanno spezzato in due il
corteo. I manifestanti
coinvolti sono quelli di Lilliput, Legambiente
e altri. I pacifisti
insomma, quelli che sono stati caricati, inspiegabilmente,
anche il giorno
prima in piazza Manin. Perché proprio
loro? Nasce il sospetto che si sia
voluto colpire la parte del Movimento più
debole e indifesa.
Fonte: messaggio al GSF
01.08
Ma non c'è stata solo la manifestazione
e le testimonianze. Ci sono stati i
genovesi. Si è sempre detto che i genovesi
avevano paura. Sicuramente. Ma
non di noi. Mi aspettavo gente intimidita, come
se avessi scritto in fronte
"born to kill". Invece c'era tanta gente
ai balconi. Salutavano i
manifestanti, applaudivano e dal corteo rispondevano
con lunghi applausi.
Dai tetti spruzzavano acqua per rinfrescarci.
Sotto l'acqua ci divertivamo
come ragazzini al mare. Forse per smorzare col
gioco la paura delle cariche.
Ai portoni ci aspettavano con le bottiglia d'acqua
e i biscotti. Dov'era
quella Genova spaventata a morte che mi aspettavo?
Una donna ci ha mostrato
la sua bimba. E' paura questa? Agli angoli degli
incroci i genovesi
stazionavano. Senza altra organizzazione che
non venisse dalla solidarietà
spontanea, ci davano informazioni su dove passare
per evitare gli scontri.
Ci siamo fermati spesso a parlare con loro, a
cercare di capire. A chi non c
'era sembrerà strano : la Genova
che abbiamo conosciuto noi è stata
"materna". Nessuno a cui facessimo paura, nessuno
che si tirasse indietro.
Di quella giornata mi rimarrà il ricordo
di una consapevolezza tanto
profonda da vincere la paura. Genova è
una città che mi resterà nel cuore.
Lì mi sono sentita libera e partecipe.
Ho gridato quel NO che da troppo
tempo tenevo in gola.
Fonte: lettera al GSF
01.08
Io ho passato gli ultimi due giorni di Genova a
cercare un amico videomaker e artista del popolo. Ho perso
Roberto in un momento in cui sapevo di non poterlo perdere.
E infatti l'ho ritrovato la mattina di domenica 22 luglio nella
foto grande della seconda pagina de il manifesto, mani alzate e sguardo
impietrito di fronte a uno sbirro. Lui è stato picchiato da
cinque divise,
portato al pronto soccorso e dimesso, con videocamera sfasciata e qualche
punto dietro la nuca.
Una volta dimesso Roberto ha giustamente
inveito, picchiato e
umiliato, ha urlato e chiamato dei giornalisti
per raccontare la sua storia.
Tanto è bastato perché venisse
rinchiuso nuovamente contro la sua volontà.
Accettato questa volta al reparto di psichiatria
gli è stato affibbiato un
T.s.o. (trattamento sanitario obbligatorio).
Questo trattamento si usa
solitamente in casi gravissimi (schizofrenie
acute, impulsi omicidi/suicidi) e
richiede l'approvazione di un consultorio di
medici e la firma del sindaco.
Io Roberto l'ho trovato rimbecillito da un cocktail
micidiale di
psicofarmaci (Serenase e ansiolitici vari).
All'ospedale S. Martino il primario
di psichiatria (uno dei tanti medici e infermieri genovesi umani e
solidali) mi ha fatto intendere che avrebbe revocato il T.s.o. senza
problemi,
conscio dell'assurdità del provvedimento. Ma quello che mi chiedo
è: chi ha
prescritto quel trattamento? Sono state seguite anche durante
il G8
tutte le pratiche del caso?
Gli avvocati del Gsf mi assicurano che finora non ci sono state
denunce di altri casi del genere, ma la cosa resta gravissima. Un manifestante
che grida troppo o dà in escandescenza per le botte prese può
diventare
bersaglio di un'altra arma da sempre in mano al potere: la
definizione di una normalità funzionale ai meccanismi produttivi
del sistema.
Fonte Indymedia Italia
01.08 ore 18.29
Mi sono trovato difronte quattro o cinque personaggi
"accampati" sulla strada,ricordo bene un soggetto con pantaloni neri ed
un grosso palo tra le mani,altre spranghe nell'aiuola spartitraffico.Un
carabiniere in divisa ,sceso da una scaletta che arriva in corso italia
si è avvicinati molto,molto, tranquillamente ed a preso a parlare
con i personaggi.Erano appena sfumati gli scontri all'estremo orientale
di piazzale Kennedy,in zona completamente cinturata dalle forze dell'ordine.Il
fatto mi ha molto stupito ho perfino lanciato un paio di insulti prima
di scappare comunque sono incappato in altri "cordoni" più avanti,fermavano
tutti con lunga sosta perquisizione e trascrizione documenti......resto
a disposizione qualsiasi approfondimento ed in qualsiasi sede,anche se
un po' preoccupato visto il tenore attuale dello stato di diritto ,comunque.....
Fonte messaggio al GSF
30.07
Sono stato picchiato dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza quando
non opponevo nessuna resistenza, tentavo semplicemente di respirare; per
un attimo, infatti, in molti abbiamo creduto di morire soffocati a causa
dei fumogeni, dei lacrimogeni, e della calca umana. Abbiamo rischiato di
fare la fine dei topi e quando ci siamo rialzati con le mani alzate cercando
aria ci hanno rispediti a terra al suono del manganello. Una volta
caduti ci hanno scaricato addosso tutto il loro sapere, il loro addestramento:
violenza repressiva.
Ho abbracciato la mia ragazza, insieme abbiamo
tentato di proteggerci, ma loro continuavano cambiandosi i ruoli: questo
a te, quell’altro a me e poi viceversa. Ho visto signore cinquantacinquenni
sanguinare ed essere ulteriormente picchiate, li ho visti infierire su
un ragazzo oramai “inoffensivo” perché sdraiato per terra, li ho
sentiti ritornare su di me perché mi ero spostato in difesa delle
signore, li ho risentiti picchiare la mia ragazza perché ha osato
difendermi. A rifinire il lavoro con maggiore bestialità ci ha pensato
la GdF che, reclamando la sua parte, ci ha picchiato ancora un po’,
anche con calci, e ci ha spruzzato il famoso spray al peperoncino. Ormai
paghi del “servizio” ci hanno fatti rialzare usando molta violenza verbale
anche nei confronti dei feriti, ci hanno messi al muro e hanno guardato-
ipotizzo- se eravamo davvero così cattivi. Visto che non lo eravamo-
ma non potevano accorgersene prima che ci risparmiavano un sacco di botte
e di violenza psicologica?- ci hanno fatti andare via, sempre a mani alzate,
umiliati, impauriti, violati.
Fonte: messaggio al GSF
30.07 ore 22.16
Mi ha colpito un particolare: a piu' riprese
al gruppo dei quattro
blacks (tutti vestiti di nero, uno con
una stella rossa sulla schiena,
un altro con un basco nero e occhiali scuri, un terzo con capelli
rasati a cresta e scarponi tipo anfibi con gambale alto, l'altro con
una A anarchica sulla maglietta) si avvicinava
un tizio vestito in
chiaro, blue-jeans e maglietta quasi bianca,
chiaro anche di pelle e
di capelli; scambiava qualche frase con loro
e poi si allontanava,
per riapparire e riagganciarli piu' avanti: uno
"di loro" ?
Come diceva qualcuno che di trame deve intendersi: a pensar male
si fa peccato, ma spesso ci s'azzecca.
Fonte messaggio al GSF
30.07 ore 21.07
Voglio testimoniare che il corteo pacifico è
stato caricato senza alcuna ragione dalla polizia. Io ero presente
alla manifestazione di sabato assieme al gruppo Lilliput (tutti coloro
che erano con me possono testimoniarlo). A un certo punto abbiamo visto
in una via parallela a quella a cui stavamo manifestando parecchi poliziotti
con dei mezzi cingolati che avanzavano per la via. La cosa che ha stupito
tutti noi era che la via da cui arrivavano era assolutamente deserta e
nel corteo non c'era alcun "teppista". Sono avanzati lanciando lacrimogeni.
Poi, dopo alcune centinaia di metri, è arrivata un' altra carica
con lacrimogeni, anche questa ingiustificata.
Fonte messaggio al GSF
30.07 ore 16.23
Sabato 21Luglio ore 19.45. Con due ragazze di RadioGap sto cercando
di
raggiungere la scuola Armando Diaz [...] E' alla sede del Gsf che ho
appuntamento con
Vittorio Agnoletto per recarci entrambi agli studi di TeleGenova dove
andrà in onda la diretta di Gad Lerner per "La 7". Intorno sembra
adesso tutto tranquillo [...] In Via Francesco
Pozzo, angolo via Saluzzo, poco più avanti di PiazzaTommaseo
, a pochi
metri dalla sede della Polizia Stradale, una trentina di agenti
in
tenuta antisommossa ferma una macchina con quattro giovani a bordo.
I
poliziotti li fanno scendere, vedono un volantino
o forse addirittura
una copia del "Manifesto" (siamo distanti possiamo
vedere tutto
abbastanza bene ma non nei particolari) sta di
fatto che sui quattro di
abbattono una selva di manganellate, pugni e
calci con uno dei
poliziotti (il più esagitato) che colpisce
con un qualcosa che
assomiglia ad un guantone o ad un maglio, uno
dei giovani che cade in
ginocchio davanti a muro, sbatte la testa e zampilla
sangue. Dico alle
due ragazze di RadioGap (troppo esposte è la radio del Gsf )
di
starsene lontano ed insieme ad un cittadino che assisteva indignato
ci
facciamo coraggio e ci avviciniamo mentre il pestaggio prosegue.
Levo
la mano destra in alto mostrando il mio tesserino
di giornalista e
faccio per avvicinarmi a quello che penso sia
il comandante del
plotone. L'agente esagitato di prima lascia ad
altri il compito di
proseguire il pestaggio e si avventa su di me
, mi prende per i capelli
e mi scaraventa a terra. Continuo a tenere
il tesserino saldo in mano e
ripeto che sono un giornalista. Con la coda dell'occhio noto
che
l'agente sta caricando il pugno, indurisco i muscoli per prepararmi
a
ricevere il colpo sperando che non faccia troppo male. Il pugno rimane
sospeso per aria solamente perché, su una motoretta, si presenta
uno
dei legale del GSF che si qualifica come avvocato.
A quel punto
l'agente che mi ha scaraventato a terra impugna
la mitraglietta e la
punta in faccia all'avvocato urlando : "Avvocato
dei mie coglioni, qual
è il nome del tuo assistito? Di chi razza
di bastardo sei la balia?".
Ovviamente l'avvocato non poteva sapere il nome
dei quattro ragazzi
che, riversi al muro erano circondati da un cordone
di poliziotti. Più
volte il poliziotto ha emulato il gesto di sparare
urlando parole
irripetibili in un evidente stato di alterazione.
In
quel momento, con
un giornalista a terra ed un avvocato minacciato con una mitraglietta,
ho capito che Genova era sospeso ogni straccio di stato di diritto.
Il
cittadino che con me si era avvicinato intanto veniva allontanato
a
schiaffi e calci dalla zona. Il comandante del plotone che aveva
partecipato alla cacciata del cittadino mi ha intimato di alzarmi ed
andarmene perché- testuali parole - "se sono un giornalista
allora devo
sapere che non posso interferire in azioni di ordine pubblico".
L'avvocato è costretto ad urlare "me ne
vado via, me ne vado via"
mentre l'energumeno di prima continuava a sventolargli
di fronte la
mitraglietta. Mi sono allontanato con
un senso infinito di amarezza e
d'impotenza. Un fotografo che aveva ripreso la
scena è stato raggiunto
e sotto la minaccia costretto a cedere il rullino
. Allontanandomi vedo
che finalmente il pestaggio è finito e che uno dei giovani,
volto
sanguinante riverso al muro si regge le costole come volesse riprendere
fiato. Non posso aiutare né lui né i suoi tre compagni,
ma ho il dovere
di denunciare quanto ho visto e subito, perché tutto ciò
non ha niente
a che vedere con uno Stato democratico.
fonte: messaggio al GSF
30.07 ore 16.33
la polizia non stava svolgendo un servizio di
tutela dell'ordine ma bensì
una guerra personale , verso i manifestanti.
I fumi ci hanno seguiti quasi fino ai pulman che ci attendevano al
cimitero.
Verso le 21.00 siamo ripartiti verso vicenza distrutti, pesanti e come
se
non bastasse al casello dell'autostrada dall'altra parte
(posizionati per fermare le macchine in uscita) dei polizziotti ci
hanno
salutati ironicamente, alcuni facendo rimbalzare in mano il
manganello altri solamente con la mano...
fonte: messaggio al GSF
30.07 ore 19.47
Ho visto, pure, un manipolo di qualche decina
di vandali, i cosiddetti “black block”, compiere la loro opera dissennata
di distruzione. Lo facevano però, sostanzialmente indisturbati dalla
polizia e completamente al di fuori (culturalmente e fisicamente) dal corteo
pacifico dei 300.000 del Genoa Social Forum. Un delirio di devastazione
fine a se stessa da ripudiare moralmente prima ancora di contestarne una
qualche efficacia, utile solo a fornire facili strumenti a chi persegue
la strategia mediatica di delegittimare tutto il movimento.
Non ho visto invece arrivare, quando ero a centinaia di metri dal punto
in cui i “neri” mettevano a fuoco negozi, automobili e cassonetti, la carica
insensata e immotivata che le forze dell’ordine hanno voluto condurre sul
corteo pacifico attaccando di sorpresa, anche dalle stradine laterali,
proprio nel punto dove mi trovavo con gli amici di Mesagne. E’ stata un’azione
di una violenza cieca e brutale, fatta di insulti, sputi in faccia,
manganellate in testa e lanci di lacrimogeni ad altezza d’uomo.
fonte: messaggio al GSF
29.07 ore 15.05
[...]Lacrimogeni ad altezza cranio, manganelli
ovunque anche su un vecchio di 70 anni, un lacrimogeno
scoppiato in
faccia ad una ragazza, corse disperate di migliaia
di persone in preda
al panico che formavano una calca paurosa e pericolosa,
urla di
disperazione di chi non capiva il perché
di tanta violenza. Diversi
compagni sono saliti su degli alberi nel tentativo di sfuggire alla
carica ma gli alberi sono stati scossi e chi cadeva per terra veniva
picchiato e preso a calci. Nella corsa sollevando la testa in alto,
mentre l'aria era diventata irrespirabile per i gas e pensavo di
svenire, ho sollevato la testa in alto e ho potuto vedere che anche
dagli elicotteri venivano sparati lacrimogeni oltre che gettato a mò
di
secchiate acqua mista a liquido urticante. Ci siamo lentamente
ricomposti ma la carica e' durata per un'ora su tutto il Lungomare,
con
intensità diverse, mentre umiliati e avviliti indietreggiavamo
per
evitare ulteriori mazzate. Una delle tante cose raccapriccianti che
ho
potuto vedere è stata la carica portata dalla polizia ad
un'autoambulanza che sul Lungomare era arrivata per soccorrere un
ragazzo che si era sentito male.
Fonte: messaggio al GSF
29.07 ore 13.11
[il bliz alla Diaz] ero in strada
avevamo appena fatto un giro alla scuola pertini dove erano ospitati
un
po' di persone che si erano rifugiate li' dopo il pomeriggio di cariche
e
lacrimogeni avevamo contato piu' o meno le persone per decidere se
dormire tutto
insieme o se non avevamo abbastanza posti molti di quelli che stavano
nella pertini se ne stavano andando e si stava aspettadno l'ultima tornata
di partenze le persone dormivano mangiavano scherzavano sulla giornata
difficile
volevo solo mettere a nanna tutti i primi segni inquietanti sono stati
una perquisizione in una pizzeria vicina e l'arresto di tre ragazzi seduti
sui gradini della pizzeria prima che potessimo intervenire; e un paio di
volanti a distanza di sicurezza
l'ultimo avvocato mi becca per strada e mi dice: io vado, ci vediamo
domani mattina io gli dico: si mettiamo a letto tutti e poi ci facciamo
una dormita,
sorridendo tempo 2 minuti e vediamo i lampeggianti e il plotone con
i blindati della
polizia che avanzano sono in mezzo alla strada tutti mi guardano
grido "inside!!!!!" alle persone alla mia destra che fuggono dentro
la
pertini spingo le altre verso la scuola diaz (dove c'era il media center)
chiudo il cancello giusto a un metro dal primo sbirro imbestialito
che ci
sta caricando ci buttiamo nel seminterrato in una decina barrichiamo
la porta del piano seminterrato, entre spediamo gli altri ai piani superiori.
barrichiamo anche le altre entrate e recuperiamo per miracolo un ragazzo
tedesco che era rimasto chiuso fuori (sfondando una finestra per farlo
entrare, scopriro' poi che era insieme a sky che invece e' rimasto incastrato
nella strada tra le due scuole)
mentre un ragazzo di radio gap (non cito il nome perhce' non so se
gli va)
sta salendo cn un tavolo per barricare l'ingresso al piano terra lo
vedo
volare giu' con tre poliziotti in borghese con la pettorina polizia
che lo
manganellano intervengo per tirarlo vesro l'entrata della palestra
mi prendo 4 o 5 manganellate mentre tutti gli altri si rifugiano in
palestra e nella sala stampa io e questo ragazzo siamo di fronte agli sbirri
incarogniti
ci guardiamo non alziamo le mani ma le mostriamo (come a dire: siamo
disarmati, cosa
cazzo volete fare?)
attimi tesi lunghissimi
poi abbassano i manganelli e ci intimano di metterci tutti in palestra
faccia a terra vediamo fuori nel cortile della pertini l'elicottero
a 50 m da terra che
scruta con il fro il cortile e i dintorni, mentre 300 sbirri irrompono
sentiamo le grida sembra di stare in un film dell'orrore
come se li stessero squartando di fianco a te ma in mezzo ci sono due
cortili una strada e tre piani ci trattano bene tutto sommato alle richieste
di mandato e di spiegazioni ci dicono: "non siamo in america, qui non ci
sono i film, facciamo quello che vogliamo" " voi siete qui illegalmente""
parli con il superirore""dov'e""non lo so".
le grida continuano il rumore dell'elicottero a un certo punto si ritirano
esco in strada
4 cordoni di poliziotti difendono la pertini e il massacro che c'e'
stato
vedo sky svenuto, vedo barelle morbide uscire con due ragazzi massacrati
inizio a gridare in faccia a ogni poliziotto intanto sono accorsi i
giornalisti (quelli "veri") agnoletto, parlamentari, compagni da altri
centri di accoglienza
grido e gridano i miei compagni ogni barella con una persona piu' morta
che viva
il coro e' "assassini!" il mio grido e' per ognuno dei poliziotti "E'
colpa tua! Assassino!"
uno per uno non finiscono mai le barelle continuano a uscire
non fanno vedere i feriti a nessuno escono dei sacchi neri
per un attimo il terrore negli occhi di tutti poi si capisce che ci
sono oggetti dentro, ch non ti vogliono mostrare per decidere cosa metterci
dentro
vedo le lacrime negli occhi di tutt* di fronte alla crudelta' e all'insensatezza
di tutto cio' che sta succedendo in me c'e' solo odio
un odio profondo un senso di avere passato un limite, un punto di non
ritorno
il regime globale ha inizio non si torna indietro lacrime, terrrore,
odio, paura orrore
intanto ripristianiamo la rete e la comunicazione fluisce
arrivano anche i carabinieri hanno paura basta applaudirli troppo da
vicino perche' si ritraggano dietro lo scudo paura di che? gli chiedo mostrandomi
disarmato e in pantaloncini neri tensione sale va via l'ultima ambulanza
tentano di allontanarsi ma sono sommersi dai fischi e dagli insulti
allora l'elicottero cala ancora sulle nostre teste a pochi metri dal
cortile della diaz la gente si rifugia dentro per non venire investita
dalle folate di
polvere quando riusciamo sono lontani un ragazzo di roma, io, e altri
andiamo a seguire il loro cordone che si e' appostato in cima alla via
il ragazzo di roma si avvicina dove punta il loro fare con qualcosa
in mano
la tensione sale e' un cane di pelusc che sta li'
e guarda questo cordone di sbirri mentre il mio odio sale alle stelle
insieme alle immagini delle teste spaccate, delle bracia e gambe rotte...
poi torno indietro la stampa si e' gia' avventata sulla scuola io aspetto
un po' entro con una ragazza di roma
sangue, robe alla rinfusa, un termosifone sporco di sangue, sulle scale
una striscia di sangue lungo tutta la parete, pozze qua e la', una
spranga
sporca di sangue, mentre la presidenza,l'aula computer ecc sono tutte
linde e pulite esco alle 5.30 riusciamo ad andare a letto dopo aver
ospitato anche le persone che stavano al carlini e al ciclamini, stremati
anche loro
rimango un paio d'ore nel sacco a pelo condiviso penso sonnecchio
alle 9.30 mi alzo
inizia la resistenza
fonte: mailing list imc-italy
28.07 ore 15.48
Le forze dell'ordine hanno usato la presenza di alcuni gruppi violenti
(in tutto non più di 300) per poter giustificare una sconcertante
violenza il cui reale obiettivo sono stati i 300.000 manifestanti di Genova.
Numerose testimonianze scritte, orali, fotografie e filmati dimostrano
la presenza di molteplici poliziotti infiltrati e vestititi da tute nere.
Un
black block inglese, ha dichiarato di essere stato invitato a Genova dai
suoi "fratelli" italiani, che gli assicuravano che la polizia li avrebbe
lasciati in pace.
fonte: messaggio al GSF
28.07 ore 14.27
Alle 8 troviamo gli altri. La piccola e carla erano state insieme.
Carla oltre al limone ci dava coraggio, ma ora la guardo e anche nei suoi
occhi leggo la paura che non ammette. Si sono rifugiate
in un portone dove hanno trovato la solidarietà di una famiglia
che gli ha dato dell’acqua e del limone, gli ha fatto coraggio e gli ha
dimostrato solidarietà sino a quando non è entrata la polizia
con i manganelli in pugno. Si non mesi ai 2 lati delle scale e le hanno
fatte scendere facendole passare sotto i loro manganelli, a sara
hanno tolto il foulard che come me si era messa per ripararsi dal lacrimogeni,
dicendole che non di può tenerlo, a carla hanno strappato la pettorina
gialla che come gruppo ci permetteva di riconoscerci e di non perderci.
E poi hanno detto “siete tutti dei bastardi, se è morto quel ragazzo
è solo vostra la colpa”.
fonte: messaggio al GSF
28.07 ore 14.19
A questo punto prima di continuare vorrei ringraziare i pochi genovesi
rimasti in citta', senza la loro solidarieta' e il loro aiuto le cose sarebbero
andate anche peggio (se un peggio e' ipotizzabile), grazie
a tutti quelli che ci hanno indicato la strada per uscire da quel budello
di strade e stradine che e' genova, grazie a quelli che ci hanno soccorso
dopo le aggressioni della polizia, grazie ai due "angeli" che hanno accompagnato
Riccardo al pronto soccorso, grazie al prete della chiesa di piazza Martinez
in cui ci siamo rifugiati, grazie al simpatico signore con la macchina
rossa che ci ha dato un passaggio alla nostra macchina mentre intorno la
polizia rastrellava chiunque camminasse a piedi, grazie ai medici e agli
infermieri che hanno medicato i nostri amici e che gli hanno permesso di
sfuggire alla polizia appostata negli ospedali, grazie a tutti gli
uomini e le donne, ed erano tanti, che dalle finestre delle loro case ci
hanno incoraggiato applaudito e (a volte) riforniti di acqua.
[...] A genova si calcola che fossero schierati 20.000 tutori dell'ordine,
sabato c'erano in piazza 200.000 persone almeno, i black bloc non erano
piu' di 500.
Facciamo due conti: per ogni black bloc c'erano
400 manifestanti e 40 poliziotti.
I black bloc si identificano da centinaia di
metri di distanza, sono tutti vestiti di nero, hanno poche bardature (scudi,
protezioni) e molte armi, si muovono velocissimi, tirano le molotov con
una precisione militare, le loro azioni sono rapide e precise, colpiscono
e scompaiono.
Nella giornata di venerdi' questi 500 hanno messo
a ferro e fuoco la citta', ma come hanno fatto?
Come sono arrivati?
Noi siamo arrivati in macchina e ci hanno fermati appena usciti dall'autostrada,
ci hanno perquisito, ci hanno sequestrato un coltello (di quelli con il
manico rosso di plastica) con cui dovevamo tagliare il pane.
La CIA e i servizi di Intelligence di tutta Europa da almeno una settimana
segnalavano possibili attentati islamici, palloncini con sangue infetto
e menate varie, ora ci dicono che sono arrivati dall'estero, e i controlli?
fonte: messaggio al GSF
28.07 ore 12.36
Sono Francesco Russo, manifestante ed aderente contro il g8. Volevo
dire che mentre tornavo indietro dalla manifestazione pacifista partita
da piazza Manin ho avuto davanti a me l'arrivo dei black block che non
avevano subito nessun attacco dalla polizia dato che arrivavano tranquillamente
suonando i tamburi e distruggendo tutto.Andando più avanti da una
strada secondaria sono arrivato nel punto in cui praticamente avevano distrutto
tutto e li ho incontrato un militante del black block che era rimasto indietro
poichè si era fermato in un alimentari, che lui affermava di aver
distrutto, per far spesa.Mi ha chiesto una sigaretta glielo data e gli
ho chiesto perchè hanno distrutto la città. Mi sembrava in
uno stato molto confusionale e mi ha risposto che lui l'ha fatto perchè
è fascista di forza nuova e perchè tifa con la roma mostrandomi
il tatuaggio che aveva sul braccio che raffigurava il simbolo della roma
e la scritta forza roma. Dopo una signora gli ha consigliato di disinfettarsi
le ferite che aveva alla gamba con una delle arance che aveva preso dal
negozio e ha cominciato ad urlare io sono un duro sono un fascista.
Questa è la testimonianza che io posso dare per dimostrare l'inserimento
di pazzi nazi-fascisti e neo-nazisti provenienti dall'italia e sicuramente
organizzati per boicottare la nostra manifestazione insieme all' apparato
delle forze dell'ordine che ha fatto solo un brutale lavoro di oppressione
delle manifestazioni. vi saluto spero che questa mia piccola testimonianza
possa servire
Fonte: messaggio al GSF
27.07 ore 22.47
mi è venuto in mente che a bologna, dove studio, mi è
capitato di parlare con un ragazzo che fa il poliziotto (che, ho saputo,
non è poi stato a genova a causa di un infortunio) e che in quel
periodo stava facendo il corso di preparazione al g8. il poverino (per
non dire di peggio) cercava di conquistarmi raccontandomi in
che modo venissero istigati alla violenza verso i manifestanti. mi ha detto
addirittura che cantavano delle canzoni (ne ha anche intonata una) per
caricarsi e andare allo scontro con la giusta dose di adrenalina nelle
vene. la canzone aveva il ritmo e il tono fra il violento e lo scurrile
suòl genere di quelle che si sentono in curva allo stadio.
Fonte: messaggio al GSF
27.07 ore 16.42
Giunta a Marassi, la polizia non ha assolutamente dato vita ad uno
scontro
diretto con i black bloc, né ha tentato un accerchiamento del
gruppo, che in
quel momento stava risalendo compatto lungo Scalinata Montaldo. Sarebbe
bastato chiuderli dalle due parti della scalinata,
bloccando anche la
deviazione per Via Montello, e per quel gruppo
non ci sarebbe stata via di
fuga! Invece no : la Polizia si è limitata
a spingere i black bloc verso la
testa della scalinata. Da lì le tute nere,
indisturbate (qualcuno dice
"scortate", e a vederlo sembrava quasi così),
hanno potuto in pochi istanti
raggiungere Piazza Manin, devastando con
il generoso contributo della
polizia il raduno della Rete di Lilliput
Fonte: messaggio rivevuto dal GSF
27.07 ore 13.09
Abbiamo incontrato per caso due signore ed un
giovane che abitavano i piani superiori del palazzo, ci hanno raccontato
l'
accaduto. Erano circa in 200, a cui si sono aggiunti teppisti vari
e
ubriachi. Ci hanno messo circa mezz'ora a fare quel "lavoro". Ai due
estremi
della strada c'erano, a detta loro, 5000 poliziotti (mi sembra un numero
decisamente eccessivo, facciamo che erano semplicemente tanti). Mentre
la
banca veniva distrutta sono stati a guardare. Quando la banca ha preso
fuoco
il gruppo di teppisti ha citofonato agli abitanti del palazzo, consigliando
di uscire a causa dell'incendio, poi sono scappati da una scaletta
posteriore.
A quel punto la polizia ha pensato bene di intervenire, carica e lacrimogeni
sulle famiglie.
Fonte: messaggio al GSF
27.07 ore 1.30
Ero in piazza Manin, quel pomeriggio. Tutto è filato liscio.
Un ragazzo sta per lanciare una bottiglia di vetro sui poliziotti oltre
la
rete: è fermato al volo da un ragazzino più giovane di
lui.
Un cinquantenne brizzolato insulta in maniera chi sta oltre la rete,
dall'altra parte ci sono anche una donna (giornalista?) ed altri
personaggi in borghese (ridacchiano).
Una trentenne gli suggerisce di spostare le sue considerazioni a piani
di
riflessioni più consone ad un uomo della sua età. Si
zittisce.
A due metri da me si viene a sedere un ragazzo basso, magro. Comincia
ad
inveire in tedesco contro i poliziotti. --Un'acredine ed un odio, mai
uditi.-- Non c'entrava niente col resto della piazza, da dove si
lanciavano oltre la cortina palloncini, bolle di sapone, salsicce colorate
di due metri NOG8 e bottiglie di plastica. Mi chino, lo guardo negli
occhi
e col gesto delle mani gli chiedo perché. Nessuna risposta.
Continua
imperterrito. Allora mi siedo a mezzo metro da lui e ascolto; approfitto
di una pausa per dirgli (in inglese) che dovrebbe prendersela così
chiaramente coi mandanti e non coi loro strumenti. Mi risponde in inglese,
ribalta la frittata, dice che loro usano noi come strumenti. Di fronte
all'insensatezza della replica taccio. Le sue invettive durano ancora
pochi minuti. Si allontana. Ce l'ho fatta, mi dico. Poi penso che potrebbe
ricominciare da un'altra parte. Lo seguo. In mezzo alla folla, toccandolo
sulla spalla, gli chiedo come si chiama. Nessun riflesso. Solo, inveendo
come faceva prima verso i poliziotti, mi dice di non toccarlo, non
toccarlo soprattutto alle spalle. Perché ha buchi dappertutto,
nella
testa, nella pancia, nella schiena, nelle gambe. Se ne va... impossibile
qualsiasi tipo di relazione. Sta recitando una parte.
SABATO
Il corteo è fermo. Non siamo ancora arrivati a piazzale Kennedy.
Un
compagno col telefonino mi dice che ci sono incidenti vicino al tunnel.
Stiamo fermi per un'ora.
Ad un tratto mi vedo accanto il brizzolato.
G. "Non eri quello che inveiva ai poliziotti in piazza Manin ieri?"
B. "Son genovese. E' un mese che mi perseguitano quei disgraziati
lavorando sotto casa mia, a momenti nemmeno la notte ci fanno dormire..."
G. "Allora prenditi una camomilla, un buscopan, ma non scaricare sul
corteo i tuoi isterismi personali..."
Lavora parecchio col cellulare. Sparisce.
Rieccolo dopo mezz'ora. Stesso posto.
B. "Eccoli, eccoli; sono loro i black bloc, scendono da quel pulmino..."
Cerca la mia reazione. Sto ferma come un camaleonte. Il pulmino si
è
avvicinato al corteo scendendo da una traversa sul lungomare ma è
lo
stesso che ha accompagnato il corteo di Attac in Manin il giorno prima.
Ormai è chiaro: non è un manifestante.
DOMENICA
Ho avuto occasione di parlare con una coppia
di genovesi. Abitano in un
appartamento agli ultimi piani lungo le strade
degli scontri. Hanno avuto
modo di osservare dall'alto gruppi di ragazzi
vestiti di nero agire, poi
cambiarsi d'abito e infilarsi nel corteo. Hanno
osservato la polizia
rimanere inerte alle loro azioni per caricare
invece il corteo
successivamente.
Quanti come loro hanno visto?
fonte: email inviata al GSF
27.07 ore 1.15
Al tg1 delle ore 13.30 di oggi 22/07/01 sono state mostrate le "armi
improprie" sequestrate dalla polizia durante un blitz sanguinoso svoltosi
nelle scuole assegnate come dormitori al GSF. Due clips TV mostravano tali
armi:
1. Prima clip: una serie di una ventina di coltellini a serramanico,
per la maggior parte del tipo "Victorinox" normalmente usati per pic-nic,
la cui lama non supera i 6 cm di lumghezza o del tipo "Epinel" il classico
coltellino da boy-scout.
2. Seconda clip : un piccone e due spezzoni di tubo non meglio identificabili.
Nel tg1 delle ore 17 si riproponeva la seconda clip omettendo, ritengo
per pudore, la prima.
Infine nel tg1 delle ore 20 le clips diventavano tre: precisamente:
la seconda, un particolare della prima che riproponeva n° 9 coltelini,
ovviamente ingranditi, di cui 6 innucui "Victorinox" ,n°1 "Epinel"
e due a lama fissa ma molto piccoli di lunghezza simile agli "Epine" ed
una nuova clip che proponeva un raschietto (del tipo usato di solito per
raccogliere sostanze fini disperse sul suolo), in primo piano ma di piccole
dimensioni se rapportato ad altri oggetti vicini.
Fuori discussione la presenza del piccone, ma tutto il resto del bottino
non può giustificare un'azione così brutalmente repressiva
su una massa di diverse centinaia di ragazzi,perpetrata nottetempo e senza
alcuna leggittimazione!
Spero di riuscire ad allegare alla E-mail le tre immagini tratte dalla
registrazione del tg delle ore 20. Chiedo una risposta al conduttore di
"prima pagina".
fonte email inviata al GSF
26.07
At the rr stn at Genoa on way home they were
arrested by Italian
cops. They were forced to put on black garb plus
masks
to show they were balck blok, and then photographed
for the cops' political purposes They
were then
released to return home.
fonte: mailing list lilliput-g8
26.07 ore 8.09
Io ero in piazza Manin, una piazza da cui era partita la mamnifestazione
della rete di Lilliput (il massimo del pacifismo e della non violenza)
che
aveva "assediato" con un sit in una parte della zonarossa.
[...] Ad un certo punto una decina di ragazzi del Black block si sono
fatti
avanti, ed abbiamo creato un blocco pacifico, per impedirgli di andare
nella
strada da dove stavano tornando gli altri manifestanti [...]
In una frazione di secondo, quindi, i lacrimogeni, il loro passaggio,
e tra il fumo la visione dei
celerini che ci caricavano a manganellate! noi,
ragazze e ragazzi, signore,
signori, tutte persone con le mani alzate, pitutrate
di bianco, noi! non
hanno seguito i BB.Si sono accaniti su di noi.
Due mie amiche mi hanno raccontato di aver visto
un celerino che aveva messo
lo scarpone sul petto di una ragazzina di 16
anni, tenendola a terra,
picchiandola con il manganello e urlano "sei
una puttana! stai zitta
troia!!!!".
Purtroppo le cose le ho scritte in fretta, mancano
ancora mille altre cose
da dire. Ad esempio
delle camionette dela polizia da cui scendevanpo i
polizziotti per manganellare personreehce sempèlicemente
camminavano verso
il loro campeggio. O degli insulti che gli stessi
tutori dell'ordine
rivbolgevano in corsa alle ragazze. Capite?
fonte: messaggio inviato al GSF
25.07 ore 0.30
Quasi contenti di non essere rimasti nel corteo (giungono voci delle
cariche al corteo pacifico) e ormai abbastanza tranquilli (e dopo aver
trovato un pub aperto) decidiamo di avvicinarci a Piazzale Kennedy, zona
di ritrovo e dibattito del Gsf.
Siamo un gruppetto di quasi una decina di persone (alcuni tedeschi)
e scendiamo per delle stradine passando ad una quindicina di metri da un
folto schieramento di Polizia -2 blindati, decine di furgoni, decine di
poliziotti in tenuta antisommossa- particolarmente rilassati e calmi.
Subito dietro c'è una caserma della polizia
(dovrebbe essere quella di via Saluzzo 1)
Al nostro passaggio un paio di questi energumeni
mi fanno cenno di avvicinarmi a loro (forse perchè ho i capelli
lunghi e il pass da fotografo del Gsf al collo?); tranquillamente mi avvicino
e inizio a preparare i documenti ma subito mi sbattono al muro e con un
paio di calci sulle caviglie mi allargano le gambe per perquisirmi sommariamente.
Consegno immediatamente il coltellino tipo svizzero
che avevo nel marsupio e faccio notare che sono fotografo amatoriale e
che non ero stato al corteo.
Mi viene quindi immediatamente chiesto il rullino,
con una ginocchiata e un pugno nelle costole per chiarire meglio il concetto.
I colleghi, che ormai si sono avvicinati accerchiandomi,
sorridono (anzi ridacchiano strafottenti) e uno insiste con un'altra ginocchiata.
Spiego che non ho nulla da nascondere e che non ero un manifestante,
mostro il pass MEDIA del Gsf ma insitono con sorrisi beffardi dicendo che
"non ho capito" e che se non faccio vedere loro il rullino mi prendono
la macchina fotografica.
A questo punto ho estratto la scheda di memoria Compact Flash da 96
Mb della macchina digitale (che non tenevo in mano ma nel marsupio) e un
poliziotto me la strappa di mano dicendomi dopo un violento spintone che
è finita nel tombino.
Mi spintonano e mi dicono che posso andarmene, mentre un poliziotto
non in divisa che stava salendo la rampa verso l'ingresso della caserma
mi lancia per terra il coltellino, restituendomelo...
fonte: http://www.geocities.com/greencarlo/g8/
27.07 ore 8.58
Ho visto sferrare ripetute manganellate ad una
di queste persone caduta a
terra mentre correva per sfuggire alla nube di
gas lacrimogeno. Non ho
visto nulla del genere accennato nei confronti delle tute nere che
hanno
incendiato macchine e cassonetti. Anzi, una volta dispersi i manifestanti
pacifici, le forze dell'ordine si sono allontanate, lasciando che questi
continuassero a devastare.
Fonte: messaggio al GSF
22.07. ore 21.40
Mi sono trovata tra gli scontri anche se stavo ballando e cantando
in piazza
Manin..mi è arrivato un lacrimogeno sul piede..sono scappata..ero
impreparata...
Ho visto una ragazza accovacciata dopo l'attacco della polizia con
segni di
manganellate sulla faccia e sulla schiena(l'avevo abbandonata durante
la
carica..lei è rimasta ferma davanti al banchetto del commercio
equo e
solidale con le mani alzate..) mi(ci) hanno attaccato durante il corteo
x almeno 5 volte..STAVO SOLO
CAMMINANDO E URLANDO la mia protesta..
NON ESISTE ATTACCARE IN MODO INDISCRIMINATO TUTTI!!!!
Ho visto disabili in carrozzella spaventati dagli
spari dei lacrimogeni e
anziani farsi largo tra i manifestanti che correvano..
ho sentito alle mie spalle gli scoppi..l'odore acre dei lacrimogeni
che mi
seguiva..il rumore terribile delle "forze dell'ordine" che caricavano..
Ma passato questo..ora ho paura..la vera paura...mi sto rendendo conto
di
quello che ho visto.. in più ci sono i blitz fatti in giro x
tutta genova..le accuse al GSF..i
feriti,gli arrestati.. non capisco!!!!Chi sta dalla parte della ragione
e chi da quella del
torto??? Perchè è così complicato??Non capisco
chi è il buono e chi il cattivo..
e poi ci sono quelli che mi dicono che non è servito a nulla
il fatto che io
ci fossi..anzi..ho fatto solo preoccupare chi mi sta intorno..che tanto
non cambierà mai nulla..
Ma allora xchè mi continua a venire in mente una scena:piazza
manin contro i
black blocks con le sole mani alzate e urlando NON VIOLENZA..
sono indietreggiati...
fonte: mailing list cerchiodig8
24.07
“Al grido di ora vi divertirete meno e questo
è l’ultimo G8 che fate, i poliziotti hanno attaccato. C’era uno
che chiamavano dottore che coordinava l’operazione. Fuori dalla scuola,
più tardi, ho visto molti funzionari della questura in giacca e
cravatta. I poliziotti dentro la scuola sputavano e tiravano calci;
picchiavano coi manganelli e distruggevano tutto. Una furia devastatrice,
una violenza mai vista. Cercavano qualcuno? Non lo hanno detto. Ho avuto
l’impressione che non cercassero nessuno in particolare, che volessero
colpire tutti”.
Impossibile riuscire a mostrare il tesserino, dichiarare di essere
un cronista: “Non hanno voluto sentire ragioni, pestavano e basta”. Man
mano che racconta, le immagini gli si ripresentano davanti agli occhi.
“Uno degli agenti che mi avevano aggredito, poco dopo, era lì a
chiedere ad un’infermiera un paio di guanti per evitare il contatto con
tutto quel sangue. L’ho visto io dalla barella, mentre venivo portato sull’ambulanza”.
Poi continua: ”Non c’erano feriti prima, non
ho visto armi in quella scuola. Ma i poliziotti urlavano eccoli qua sono
loro ogni volta che dagli zaini spuntava una maglietta o un pantalone nero.
Sono stati attimi di terrore. Hanno colpito tutti. Questo è l’ultimo
G8 che fate continuavano ad urlare. Io li ho sentiti entrare, ho
sentito i loro passi sulle scale, ma non mi sono reso conto di quanto stava
per accadere. Era mezzanotte. Alle due meno un quarto ero sull’ambulanza”.
Le immagini riaffiorano a sprazzi. “Uno dei ragazzi
aggrediti ha avuto una crisi epilettica, nessuno dei poliziotti ha fatto
nulla. Alla fine, hanno separato noi feriti dagli altri. C’è
voluto un sacco prima che arrivassero i soccorsi”.
fonte: http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,64734,00.html
24.07.2001
ore 21.00 del giorno 24/07/01.
va in onda lo speciale di canale 5 sul G8.
tra le varie immaggini c'e' ne una molto strana fanno vedere la
perquisizione alla scuola Diaz, e dicono che e' iniziata alle ore 24,00
circa e anche il
capo della polizia la confermato ieri nell'intervista con Mentana,
dicendo di
aver trovato resistenza all'interno della scuola quindi suppongo
siano entrati dopo le
24,00. Subito dopo lo speciale di canale 5 fa vedere cosa le forze
dell'ordine ( le
chiamo ancora cosi ) trovano all'interno, e qui che, chi ha la possibilita'
di riguardarlo potra' notare che il filmato girato dalla polizia con
videocamera dove riprende in un angolo buio con solo la luce della
stessa
vari oggetti tra cui maschere antigas bastoni ecc. dopo la perquisizione
il
particolare strano e che come tutte le videocamere
sul display viene riportato giorno e ora ebbene notate il giorno è
il
21/07/01 e l'ora 22,45 allora come e possibile che abbiano trovato
tutta quella roba
due ore prima di entrarci se qualcuno mi sa dare una risposta lo faccia
per favore
se no lo faccia presente a quelli di canale 5 che hanno montato come
al
solito un bel servizio.
fonte Decoder 2.0 del 26/07/01 (18:53)
24.07 ore 23.33
Avevamo nuvole di gas a sinistra e davanti.Parte dei partecipanti
comincia a correre indietro verso il mare.Altri fuggono terrorizzati e
intanto gli occhi cominciano a bruciare e non ci si vede più.Avevamo
alle spalle un portone aperto di un grosso palazzo e in tanti proviamo
ad entrare.Una calca indescrivibile.Paura,lacrime ed il terrore della folla
impazzita prende diversi di noi. Perdiamo il contatto con tutti gli altri
e ci ritroviamo in tre,fra mille spinte e urla alla calma naturalmente
inascoltate, dentro l’androne del palazzo. Chi è rimasto fuori spinge
e noi cominciamo a salire in alto lungo la scalinata.Arriviamo
al quinto sesto piano e cominciamo a tirare fuori dagli zaini l’acqua e
i limoni,chi ce li ha, per attenuare l’effetto dei lacrimogeni.Famiglie
genovesi,che ringraziamo, ci offrono acqua,ghiaccio e limoni e comincia
l’attesa e le telefonate agli amici e compagni persi nell’assalto della
polizia.Dopo un tempo che non ricordo vediamo che la gente comincia a defluire
ed anche noi seguiamo il flusso.Arrivati all’ultima rampa vediamo che l’androne
è pieno di poliziotti.Qualcuno impaurito prova a risalire ma le
urla dei poliziotti “uscite uscite” convince tutti a scendere.Vedo poliziotti
che sbattono ragazzi contro il muro e con i fucili lancialacrimogeni danno
colpi violenti alla schiena dei ragazzi.Ad alcuni fanno depositare
gli zaini ad altri tolgono il fazzoletto che hanno sul viso per difendersi
dai gas che ancora si respirano anche se in modo sopportabile
fonte: messaggio inviato al GSF
24.07.01 ore 19.17
Un giornalista che si avvicina mostrando il pass
viene invitato minacciosamente da un celerino
a metterselo nel culo, mentre
una poliziotta con casco e manganello indossa
beffardamente una maglietta
gialla del GSF. L'arsenale ritrovato,
dichiarato dalle autorità di polizia,
è una totale bufala. La scuola è in ristrutturazione
e sui due lati
ricoperta da impalcature. Su ogni balcone si trovano tubature lasciate
dai
lavoratori edili che stanno ristrutturando l'edificio: potevano essere
centinaia le spranghe ritrovate [...]
In una carica della polizia, ho visto la polizia schierata correre
contro la testa di uno spezzone di corteo invaso dai lacrimogeni e
manganellare decine di persone immobili con le braccia alzate: ragazzi
e
ragazze, uomini e donne anche di 50/60 anni che stavano sfilando
pacificamente e che non potevano muoversi perché dietro di loro
erano
bloccate decine di migliaia di manifestanti in attesa di proseguire
il
corteo [...] Da tre giorni la presidente della
Provincia di Genova segnalava la presenza di
centinaia di questi deficienti in una scuola
di Quarto, da loro occupata:
nessun poliziotto si è recato sul posto.
Così come nessuno è andato nel
parco dove ne campeggiavano altre centinaia descritti puntualmente
da una
giornalista del Manifesto (22 luglio, pag. 6). Tutte le cariche di
polizia
e carabinieri avvengono dopo le devastazioni e ai danni dei manifestanti.
fonte: messaggio inviato al GSF
24.07 ore 18.21
Avevo più paura della polizia che dei black blocs. Eppure per
tutta la strada non abbiamo incontrato nessuno schieramento, nessun controllo.....vedevamo
arrivare alla spicciolata dei "neri" senza cappuccio e senza armi, entrare
nel campeggio e tranquillamente cucinare ecc....Abbiamo fatto un sopraluogo...organizzavano
i turni di ronda per la notte, ma nessuno, neanche di giorno è entrato
per perquisire il campo.Eppure vicino al Valletta Cambiaso, in zona Albaro
c'è una caserma di carabinieri (quella delle foto incriminate)e
non posso credere che non sapesse niente. Sono usciti armati, erano
lì da 4-5 giorni, mettevano cartelli di riunioni sul cancello esterno......
fonte: messaggio inviato a GSF
24.07 ore 18.35
Avevano depositi di armi improprie in vari punti di Genova,
segno di preparazione e di organizzazione. E di denaro. Erano professionisti,
non teppistelli. Agivano in maniera palese, alla luce del sole, sotto
gli
occhi delle forze dell'ordine che NON SONO INTERVENUTE
CONTRO I "BLACK BLOCK" mentre sfasciavano tutto, prendendo piuttosto le
loro devastazioni come scusa per attaccare tutti gli altri. Ha visto
alcuni di questi "neri" parlare tranquillamente (sarebbe più corretto
dire "confabulare") con i poliziotti...
fonte: messaggio inviato a GSF
23.07 ore 18.23
[...] Dopo varie soste in vie traverse ci ritroviamo
ancora in una cinquantina. Molta gente vaga tra vie e vicoli secondari
per allontanarsi dalle cariche immotivate degli agenti. Ci diamo appuntamento
all'ostello dello studente lì decidiamo di proseguire verso
i pullmans. Prendiamo via del forte di San Martino. Una fresca viuzza stretta
da alte mura di cinta di sassi dai quali spuntano chiome di alberi da frutto
e più in alto di un boschetto. In cima la via si biforca: una strada
pianeggiante porta verso la campagna mentre la discesa verso le case. Ormai
siamo solo noi trentini. Di lontano si sentono ancora rumori di scontri
e inseguimenti. Ci sentiamo al sicuro e, tranquillamente, ci avviamo verso
la discesa. E' a questo punto che arriva il finimondo. Fortunatamente solo
per alcuni di noi. Uno sparo ci blocca. Spuntate da chissà dove
tre camionette ci superano a tutta velocità e ci sbarrano la strada.
Scendono una decina di agenti con il volto coperto da fazzoletti e maschere
antigas. Con parolacce ci fanno alzare le mani. Cerchiamo il dialogo ma
ci zittiscono a insulti. Prima ancora di controllare i documenti picchiano
al volto e al corpo Marco. Poi dividono le donne dagli uomini prendendo
a manganellate questi ultimi. Sempre con le mani alzate ci fanno inginocchiare
per terra faccia al muro (stile Gestapo).
Marcella piange in preda alla disperazione. Siamo
disarmati, impotenti davanti ad una violenza inaudita. A
noi donne ci fanno togliere gli zaini con l'intenzione di picchiarci sulla
schiena. Per fortuna interviene uno di questi (non si possono definire
uomini), e ordina agli altri di non picchiare le donne, ma però,
non gli ricorda di non insultarle. Le parolacce che ci urlano in faccia
sono piene di odio e di disprezzo mentre ci svuotano gli zaini. Intanto,
sul lato opposto della strada gli uomini ricevono lo stesso trattamento
addizionata a manganellate e calci. "Stronza" a me "assassina" ad un'altra
"Fascisti rossi" "pacifisti di merda" "la colpa è vostra se un ragazzo
è morto" "la colpa è vostra se uno dei nostri è all'ospedale"
"siamo noi i più forti" solo per citare le più ricorrenti
e le più ripetibili e intanto giù botte e insulti. La paura
è tanta siamo soli in balia di un plotone armato e invasato e di
una violenza che ci fa restare attoniti. Il
disprezzo col quale ci trattano fa male alla pancia. Le botte fanno male
fuori ma il loro atteggiamento punge in profondità la mente e i
visceri. Malauguratamente per loro , arrivano correndo due ragazzi "rasta"
vengono presi trascinati per terra per alcuni metri e picchiati con una
ferocia che credevo possibile sono in quei film americani di cassetta.
Calci di punta con gli anfibi, sprangate e poi, quando da uno zaino dei
due spunta un passamontagna l'accanimento contro di loro aumenta.
Ad un certo punto con disprezzo ci lanciano per
terra i documenti che hanno recuperato dai nostri zaini svuotati e ci ordinano
di raccoglierli e iniziare a correre al loro tre. Mentre uno gridava tutto
questo un altro conta: uno! tre! e hanno ricominciato a manganellare.
Finalmente riusciamo a raccogliere la roba e
superare le camionette che ci sbarrano la strada e, aiutati da alcuni genovesi
usciti provvidenzialmente sul balcone, abbiamo preso la via per l'ospedale
S. Martino dove ci aspettavano gli altri che erano riusciti a sfuggire
all'imboscata.
Incredulità, sconforto, rabbia, impotenza.
fonte: mailing list cerchiodig8
27.070 ore 17.02
Cari amici,
allora io ero a Genova. Io ho visto. Non date
retta ai giornali ed ai telegiornali.
E' stata una cosa pazzesca, un massacro.
E' difficile raccontare cio' che e' avventuto
tra venerdi' e sabato.
Per farlo mi aiuto con quello che ho visto
io e quello che hanno visto
altri carissimi amici presenti a
Genova.
Vi prego di avere la pazienza di leggere
e' veramente la cronaca di un
incubo che difficilmente sentirete sui
grandi mass media.
1.Io arrivo Giovedi' a Genova dopo la
festosa manifestazionedei
migranti 50.000 persone.
Ci sono i campi di raccolta, siamo tantissimi.
Migliaia di persone assolutamente pacifiche, un clima meraviglioso (vi
ricordate i campi scout?)
si discuteva si cantava si stava bene
insieme.
Scout e militanti, volontari e professionisti
e venerdi' mattina
iniziamo le piazze tematiche in
una citta' blindata:le varie associazioni si
troveranno sparse nella citta' per
fare un assedio festoso con danze, performance e
slogan alla famosa linea rossa.
A questo punto sul lungo mare arriva il famoso blak blok, alcuni di loro
vengono visti parlare con la polizia, altri direttamente escono dalle
loro fila.Parlano soprattutto tedesco.
Iniziano a sfasciare tutto. Polizia e
carabinieri stanno fermi. I Black
block cercano di infilarsi nel corteo
dei lavoratori aderenti ai COBAS e
altri sindacati, di cui picchiano uno
dei leader, vengono respinti a
fatica. Poi i black blok puntano
sulla prima piazza tematica (centri sociali),
piombano armati fino ai denti. La polizia
li insegue, i manifestanti si trovano attaccati prima dai black e
poi dalla polizia che a quel punto inzia le cariche violentissime. I
Black se ne vanno e piombano sulla
piazza dove c'era la rete di Lilliput
(commercio equo, gruppi cattolici di base,
Mani Tese..ecc.). La gente
facendo resistenza pacifica cerca di allontanarli.
La polizia insegue:
carica la piazza. La gente alza le mani
grida pace! Volano lacrimogeni
manganellate. Ci sono feriti. I Black
se ne vanno e continuano a
distruggere la città...
300-400 del
Black Bloc vagano per Genova, chi li guida conosce
perfetttamente la citta': il loro percorso
di distruzione punta a
raggiungere tutte le piazze tematiche
dove ci sono le iniziative del
movimento.. E' impressionante. Si muovono
militarmente, si infiltrano, i capi gridano ordini, gli altri agiscono.
E a ruota arrivano polizia e carabinieri
Intanto nella piazza tematica dove c'e'
l'ARCI e l'Associazione Attac
ecc.: tutto va bene, nel primo pomeriggio
si decide di andarsene dal confine
con la linea rossa fino ad allora
assediata con canti, scenette, ecc. La
gente sfolla verso Piazza Dante,
la polizia improvvisamente lancia lacrimogeni
alle spalle,. Fuggi fuggi generale. Gli
ospedali si riempiono di feriti. Molti pero' non vanno a farsi medicare
in ospedale: la polizia ferma tutti quelli che ci arrivano.
E' sera. La gente e' sconvolta, molti
inziano a essere presi dalla
rabbia. Dei black improvvisamente
non si ha piu' notizia.
Alla cittadella dove c'e' il ritrovo del
Genoa Social Forum saremo
diecimila.E' arrivata la notizia della
morte del ragazzo.
C'e' paura, i racconti di pestaggi violentissimi
si moltiplicano.
Ragazzi e suore che piangono. C'e'
un sacco di gente ferita. Un anziano che piange
con una benda in testa, è
un pensionato metalmeccanico.
C'e' Don Gallo della Comunita' di San
Benedetto. C'e' la mamma leader
delle Madri di Plaza de Mayo in Argentina,
quelle che da anni cercano notizie
dei loro figli desaparecidos: dice
che e' sconvolta per quello che ha visto
con i suoi occhi, gli ricordano troppo
l'Argentina della dittatura: non
pensava fosse possibile in Italia
Intervengono mio fratello, Luca Casarini delle tute bianche e Bertinotti
(l'unico politico che ha avuto il coraggio di correre ) calmano tutti:
ragazzi non uscite in piccoli gruppi, non accettate la sfida della
violenza. Si decide che la risposta
sara' la grande manifestazione del giorno
dopo, saremo in tantissimi, pacificamente
contro tutte le provocazioni e le
violenze di black block e forze dell'ordine.
Il
senatore Malabarba racconta che e' stato in questura. Ha trovato
strani personaggi vestiti da manifestanti, parlano tedesco
ed altre lingue straniere. Confabulano con la polizia e poi escono
dalla questura. Scoppia improvvisamente
un incendio in una banca vicino alla cittadella.
Gli elicotteri ci sono sopra: per
piu' di 40 minuti non arriva ne' pompieri
ne' niente.
Di notte uno dei campi dove siamo a dormire,
il Carlini, viene
circondato dalla polizia. Entrate
a perquisire, fate quello che volete. La gente
piange: implorano di non essere ancora
caricati. La polizia entra: nel
campo non trova niente.
2. Sabato: la grande manifestazione, siamo
veramente una moltitudine. Il
corteo parte, ci sono mille colori. Gente
di tutto il mondo. Tutte le
associazioni, il volontariato, i contadini,
i metalmeccanici, i curdi,
....ecc. Canti, danze, mille bandiere.
Piazzale
Kennedy. Non ci sono scontri. Non c'e' niente.
Sbucano i black Block La polizia improvvisamente,
senza alcun motivo,
spacca in due l'enorme manifestazione.
. Si scatena la guerra. Cariche
dovunque, manganellate. Sono impazziti.
La polizia carica i metalmeccanici della
FIOM, i giovani di Rifondazione.
Iniziano inseguimenti per tutta Genova. Chi
rimane solo è inseguito, picchiato.
Decine di persone testimoniano di
inseguimenti e pestaggi solo perche' riconosciuti
come manifestanti. E'
picchiato dalla polizia un giornalista
del Sunday Times (sul numero di
oggi racconta la sua avventura...)
In un punto tranquillo della manifestazione,
sul lungomare,
improvvisamente da un tetto vengono
sparati lacrimogeni che creano panico. Usano gas irritanti, producono
dermatiti, non fanno respirare.
I Black Bloc? compaiono e scompaiono,
nessuno li ferma. Attaccano un
ragazzo di Rifondazione. Gli spaccano
la bandiera e lo picchiano. Attaccano a
pietrate i portavoce del Genoa Social
Forum. Spaccano vetrine ed
incendiano. Sono armati fino ai
denti: ma come ci sono arrivati nella Genova
blindatissima? La testa della grande manifestazione
è tranquilla, il Genoa Social Forum fa l'appello di
defluire con calma, di non girare da soli per la citta'.
Veniamo indirizzati verso Marassi dove
ci sono i pulman di quelli
arrivati la mattina. Siamo fermi
li'. Non si puo' andare avanti: a piazzale
Kennedy e' guerra. Siamo in tanti fermi,
seduti per terra. Improvvisamente
partono i lacrimogeni. Fuggi fuggi
generale. Si cerca di tornare verso la
cittadella del Genoa Social Forum:
passano camionette della polizia da dove urlano:
vi ammazzeremo tutti!
La seconda parte del corteo non arriverà
mai alla piazza dove era
prevista la conclusione. Tutte le
persone vengono caricate indistintamente sul
lungo mare. Chi riesce scappa nei
vicoli verso la collina, dove si scatena una
vera e propria caccia all'uomo. Sabato
notte, la manifestazione era ormai finita da alcune ore, la polizia
irrompe nella Sede stampa del Genoa Social
Forum. Picchiano tutti con
una violenza impressionante. In
particolare sono interessati alla
documentazione (testimonianze, video,
foto...ecc.) che raccontano quello avvenuto tra venerdi' e sabato:
sono molti attenti a distruggere tutto. Vengono
distrutti tutti i PC e tutto il materiale
che trovano, viene arrestato l'avvocato
che coordina il gruppo di avvocati
presenti a Genova. Viene distrutto o
portato via anche tutto il materiale
che gli avvocati avevano raccolto per
difendere le persone arrestate.
Adesso non si sa piu' neanche quante sono e quali
sono le accuse.
Durante la perquisizione, fatta senza
alcun mandato, a parlamentari,
avvocati, giornalisti e medici e'impedito
di entrare.
Le famose armi comparse oggi in conferenza
stampa ieri non si erano
viste....rimangono i feriti e gli arrestati.
Del black blok non si sa piu' niente.
Vi assicuro, due giorni da incubo: black
block e forze dell'ordine hanno
fatto un massacro e volevano farlo.
Poliziotti e carabinieri erano stati montati in modo pazzesco, fin da
venerdi' mattina urlavano e insultavano..
Gli hanno veramente lavato il cervello.
E poi oggi a sentire televisioni e leggere
giornali:
Dio mio sembra proprio un regime: dove
hanno scritto la verita' che
tutti noi che eravamo li'
abbiamo visto? ivnto poi matto a pensare che alcuni potranno ancora pensare:
"voi contestatori, dite le solite cazzate..."
Non fatevi imbrogliare, abbiate il coraggio
di mettere in discussione i
vostri convincimenti sulle meravigliose
forze dell'ordine
italiane e sugli apparati democratici
del nostro Stato.
A Genova veramente e' avvenuto qualcosa
di pazzesco. Hanno inaugurato il
nuovo governo.... Un'altra
piccola cosa: sul giovane ammazzato. La sapete la prima
versione della questura prima che
comparissero i video? ammazzato da un sasso
lanciato da altri manifestanti.......
Se pensate che molta della documentazione
raccolta da testimoni e' stata
distrutta dopo l'irruzione alla sede del
Genoa Social Forum di questa
notte....ci rimangono le "sicure" versioni
delle forze dell'ordine...
Meditate e per favore fate girare, stampate,
parlate, c'e' bisogno di
raccontare la verita'. A vostri amici,
parenti, colleghi di lavoro.
Vi prego non voltatevi dall'altra parte.
grazie
fonte: cerchiodig8
27.07. ore 0.00
Sabato alla manifestazione: invece di cercare
di circondare i manifestanti violenti ( quelli che andavano dritti, mentre
il corteo pacifico si sbrigava di continuare a destra ( V. Casaregis)),
le forze d'ordine schiacciavano i violenti verso il corteo per poi causare
un panico generalizzato estremamente rischioso con una pioggia micidiale
di lacrimogeno che per minuti lunghissimi non lasciavano un respiro pulito.
fonte: messaggio al GSF
27.07 ore 2.34
A Genova ho visto bande di ragazzi più
o meno giovani (solo i famigerati
black bloc?) sfasciare vetrine, incendiare macchine,
aggredire componenti
del Gsf, ho visto interi battaglioni di polizia
e carabinieri lasciar fare,
in un'atmosfera surreale stile Beirut.
Ho visto lacrimogeni cadere in mezzo a manifestanti
pacifici ed inermi, ho
visto picchiare ragazzi quando a terra, ho visto
caricare persone senza
motivo. E tutto questo mentre c'era chi sfasciava
impunemente una città.
Ho visto manifestanti disarmare i violenti, ho
visto i pacifisti scacciare i
black bloc dalla piazza con la forza della determinazione,
ho visto
duecentomila persone pacifiche attaccate e picchiate
senza la benchè minima
rezione.
fonte: mailing list lilliputge
26.07 ore 18.44
"Il mio errore è stato quello di
salire su un muro per osservare meglio
la battaglia fra la polizia e i manifestanti
Per un secondo la mia
vista si appanna. Un manganello della polizia
mi ha colpito alla testa.
Giornalista inglese (in italiano
nel testo ndt) grido alla dozzina di
poliziotti che corrono verso di me in tenuta
antisommossa. La mia mente
si nuove frenetica mentre altri manganelli
mi piovono addosso. [ &] Due
poliziotti mi trascinano per terra, urlando
in italiano e continuando a
picchiarmi. Il mio elmetto da ciclista
si è già diseintegranto sotto i
loro colpi. I manganelli mi colpiscono
sulla schiena, le braccia, le
tibie.
Mi trascinano poi sui binari di un tram
vicino ad un semaforo e mi
ordinano di mettere la testa sul binario.
Obbedisco, incredulo di quello
che mi sta capitando. Presi da nuovi impulsi
di violenza, iniziano a darmi
calci sulla testa, sulla schiena e sulle
gambe. Sono felice
quando si
avvicina un ufficiale e dice qualcosa tipo:
Resistenza all arresto con
violenza. Portatelo alla stazione
.
[Alla stazione di polizia] uno di loro
mi colpisce allo stomaco con il
manganello e mentre sono piegato in due
un altro dice fagli mangiare le
patate [un modo di dire nel
gergo della polizia] [ &] Due ore e mezzo
dopo il primo colpo alla testa, un ufficiale
mi dice che posso andare.
Prima di andarmene, vedo un teeen ager
magro e coi capelli lunghi seduto
per terra, le mani dietro la schiena. aiutami.
Chiamami un avvocato -
mi mormora"
fonte: John Elliott Il testo completo in
originale si trova su http://www.sundaytimes.com/
26.07 ore 15.08
Siamo in due gruppi, 4 + 4, medici e barellieri.
Facciamo avanti ed
indietro, il corteo non supera i
due KM. Un gruppo, nel mezzo non ci
sembra costituito da sindacalisti.
Sono un centinaio, sono quasi tutte
ragazze, hanno non più di diciott'anni.
Sono vestiti di nero, anfibi, calze,
maglietta, bandana, casco da motorino,
occhiali da piscina, molti
maschere antigas. Il tutto indossato,
benché non abbiano sparato neppure un
lacrimogeno. Sono ben inseriti a
metà del corteo. Chiedo ad uno del
servizio d'ordine chi sono. Mi dice
che non lo sanno, che sono romani
e che si sono aggiunti compatti alla partenza
e che loro non gli possono di
certo impedire di manifestare. Perini,
responsabile di questa manif, mi
dice che é stato loro intimato di fare
casino staccandosi. Arriviamo alla fine
del percorso, stiamo per fare dietro front
e loro incominciano a tirare
pietre. Gli operaioni urlano: "basta
imbecilli, smettetela teste di cazzo".
Incredibile, smettono. Sulla strada
di ritorno ad un certo punti si
staccano e corrono tutti insieme
in una via laterale: incendiano dei
cassonetti e rompono delle vetture.
La polizia che ci sta davanti e
dietro, in tenuta superantisommossa,
non si muove. Spariti nel nulla.
fonte: messaggio inviato al GSF
26.07 ore 11.10
Venerdì 20/7/2001, la manifestazione era
ormai conclusa da tempo, stavo ritornando allo stadio Carlini con un mio
amico, seguivamo dei giornalisti de "La Repubblica", abbiamo visto degli
agenti venire verso di noi,un agente si è staccato dagli altri e
ha chiesto al mio amico cosa era quella mascherina, lui non gli ha risposto
ma gli ha chiesto: "si può passare di qui?", l'agente per tutta
risposta lo ha steso con una manganellata, ma fortunatamente lui è
riuscito subito a rialzarsi e scappare. Dietro
c'ero io: al grido di "Addosso alla puttana!" mi hanno caricato, io mi
sono messa a guscio, ma non avendo il casco, mi hanno riempito la testa
di manganellate, poi dei calci nei reni, fortissimi, e infine mi hanno
gettato addosso dello spray al peperoncino e se ne sono andati. Io ero
in preda alle convulsioni, mi veniva da vomitare, non vedevo niente e sentivo
dolore dappertutto, un agente è tornato
indietro, credo che volesse chiedermi scusa o accertarsi del mio stato
perché non mi ha picchiato e mi ha appoggiato di fianco un orologio
che in realtà non era mio ma del mio amico che era stato manganellato
prima di me.
fonte: messaggio inviato al GSF
26.07 ore 22.56
''Non ce la facevo piu',
continuavano a prendermi a calci. Ad un certo
punto ho finto di
essere morto, ma un carabiniere e' venuto a tastarmi
il polso, e
quando si e' accorto che ero ancora vivo ha continuato
a
picchiarmi''. Mark Cowell, il giovane
inglese ancora ricoverato
dopo il blitz di sabato notte, racconta la sua versione dei
fatti dall' ospedale San Martino, dove si trova per un grave
trauma toracico.
''La maggior parte dei giorni che sono rimasto a Genova - ha
raccontato dal suo letto d' ospedale, con la testa china su un
lato e la voce monocorde - li ho trascorsi nella scuola di
fronte a quella dove e' avvenuto il blitz, dove lavoravo nello
staff di Indymedia. Anche quel giorno ero stato li', ma alla
sera, quando stavo cercando di raggiungere delle amiche
nell'edificio di fronte, ho sentito arrivare i mezzi delle forze
dell' ordine. Non ho fatto tempo a correre dentro la scuola che
alcuni agenti mi hanno buttato a terra e hanno iniziato a
prendermi a calci e a colpirmi con il manico del manganello''.
Cowell, 33 anni, e' originario di Londra, e scrive su alcune
riviste di controinformazione. Durante la notte di sabato ha
riportato la lesione di un polmone, diverse costole rotte e un'
emorragia interna, che lo hanno fatto giungere all' ospedale di
San Martino in condizioni gravi.
''Ho pensato di morire - ha proseguito
-, seriamente. Erano
in cinque e continuavano a gridare in inglese
'kill the black
bloc, kill the black bloc', anche se rispondevo
che sono un
pacifista, e che i black bloc li detesto anch'
io. Arrivavano
calci da tutte le parti, sembrata una partita
di football''.
Cowell mentre parla fa lunghe pause, in cui, senza peraltro
mai distogliere lo sguardo che punta dritto alla parete,
riprende fiato, e si riposa dopo le numerose interviste di
giornalisti britannici e i colloqui con il suo avvocato
italiano. ''L' Italia e' un bel posto - ha concluso - dove molte
persone sono state gentili con me, ma dopo quanto e' accaduto
non credo di esagerare dicendo che i carabinieri e la polizia
sono degli assassini. Io ero venuto a Genova per fare il
giornalista indipendente, senza fare male a nessuno, e invece
torno a casa con un polmone sfondato''. (ANSA).
Fonte: ANSA, dichiarazione di Mark Cowell
26.07 ora 1.15
avete notato che per tutti quei giorni c'erano
strani individui che
sfrecciavano in due su motorini nel bel mezzo
degli scontri?
chi erano? ho visto sul sito di azione globale
dei popoli una foto di uno di
questi personaggi che parla con la polizia. io
credo fossero infiltrati che si
spostavano guidati dall'elicottero da una zona
all'altra per entrare nei cortei.
non posso pero' affermare che fossero del black
block, di sicuro erano vestiti
da manifestanti.
Alcuni amici venuti dal belgio mi hanno detto
di avere visto un gruppuscolo
di black block che avevano trasmittenti e microfoni
installati nei caschi neri
da motociclisti e che si muovevano in modo coordinato
dopo aver ricevuto ordini
via trasmittente.
Ho sentito io stesso dei poliziotti gridare "sporco
negro" ad un manifestante
africano.
Mi e' stato riferito di carabinieri che, venerdi'
sera, canticchiavano in
coro "uno di meno- c'e' n'e' uno di meno".
7) ho visto venerdi' sera fuori dal galliera
la polizia caricare indistintamente
sui cellulari tutti i dimessi dall'ospedale
e portarli via.
fonte: mailing list Cerchiodig8
25.07 ore 22.35
Quando mi avete scrittto che "l'Arma dei Carabinieri
starebbe richiedendo a
tutti gli esercenti di laboratori o negozi fotografici
di Genova, che le
vengano consegnati i rollini con immagini scattate
dai cittadini", mi sono
ricordato di quello che mi è accaduto
nella mattinata del 19. Sono andato a
scattare un po' di foto dei viccoli e vie chiuse
dalla polizia con le
barriere. Nell'arco di 1 ora sono stato perquisito
ben 10 volte dalla
polizia e dai carabinieri. C'è stata una
volta, però, che mi ha colpito. I
carabinieri mi hanno fatto un sacco di domande,
come al solito. Ma una no me
la aspettavo: dove lei pensa di sviluppare questi
rullini? Ciòe qua a
Genova? Dove? Gli
ho rispostto che pensavo di svilupparli in Brasile, non a
Genova. Ed è finito tutto lì.
fonte: messaggio al GSF
25.07 ore 20.22
Quando il gas si è diradato, circa 20
minuti dopo, c’erano dei giornalisti con telecamere e macchine fotografiche
lungo la strada, tre di loro, di varie nazionalità, sono entrati
e le persone che erano nell’androne hanno chiesto loro di farci uscire
e di aiutarci. Uno dei giornalisti sembra si sia diretto verso la polizia
con le mani in alto e dopo aver parlato un po’ con degli agenti è
tornato indietro dicendoci di stare calmi. Subito dopo è uscito
nuovamente e i poliziotti hanno cominciato ad entrare, dopo aver allontanato
anche tutti gli altri giornalisti che erano per strada. Gli agenti si sono
disposti in due file lungo le pareti dell’androne e ci hanno fatto scendere
con le mani alzate. Via via che le persone
passavano venivano prese a male parole, perquisite e percosse con i manganelli
o prese a calci. Solo per il fatto di avere una maglietta rossa,
uno stemmino di Che Guevara, una maglietta di Greenpeace o anche senza
alcun motivo siamo stati aggrediti moralmente e fisicamente, trattati come
delinquenti per aver esercitato il nostro diritto di manifestare pacificamente.
Abbiamo visto con i nostri occhi una ragazza di 16 o17 anni insultata con
appellativi come “troia” e “puttana” e spintonata; una donna di una cinquantina
d’anni offesa e umiliata; noi personalmente
abbiamo rimediato calci negli stinchi e manganellate nel costato o sulle
braccia [...] Nell’attesa della partenza,
mentre aspettavamo membri del nostro gruppo che non erano ancora rientrati,
sono passati davanti alla folla e ai pullman diverse camionette della polizia
con uomini che dal tetto ci puntavano i lacrimogeni, mentre altri agenti,
dentro i mezzi ci sbeffeggiavano, alcuni alzando il braccio destro facendo
il saluto romano.
fonte: messaggio al GSF
25.07 ore 17.35
Mentre giro INORRIDITO per le vie della citta'
mi cade
l'occhio su 5/6
elementi vestiti di nero. Li seguo quatto quatto per una
cinquantina di metri e mi accorgo che si fermano
sull'uscio di un portone per
cambiarsi di abito. In un attimo erano passati
da Black bock a pacifici
manifestanti!!!!!!!!!!!!!!!
Questo e' successo anche Sabato: dopo aver partecipato
a vari spezzoni di
manifestazione in Corso Torino e in Corso Italia
decido con in paio di miei
amici di andare in piazza Solari per lasciare
i motorini e riunirmi al corteo,
ormai spezzato, in Corso Sardegna. E anche qua,
davanti alla BANCA CARIGE di via
airoli vedo 2 ragazzotti vestiti di nero che
si mettono davanti alle vetrine per
cambiarsi di abito e subito dopo si sono diretti
verso il corteo pacifico come
se non fosse accaduto nulla...............
fonte mailing list cerchiodig8
25.07 ore 17.17
Ho richiesto a diverse TV locali ed a TG5se si
potevano rivedere dellle
inmagini relative agli scontri della giornata
in cui è stato amazzato
C.Giuliani, ma non sono riuscito ad avere risposta.
Tali inmagini sono relative ad una
persona che con pettorina gialla(quella
dei giornalisti)ed elmetto giallo,indietreggia
davanti ai manifestanti
impugnando quellla che sembra una pistola alzata
ad altezza d'uomo.
Nelle prime inmagini all'inizio del TG5 di quelgiorno
fatale si vedono, poi
fonte: messaggio al GSF
25.07 ore 16.20
[il 20 luglio] seguiamo le strade parallele a
Corso Gastaldi e ad ogni incrocio possiamo vedere ciò che accade:
qualche decina di tute nere stanno devastando vetrine e bruciando cassonetti;
nelle strade laterali che stiamo percorrendo, vediamo arrivare parecchie
auto (italiane): arrivano veloci, parcheggiano nelle vicinanze del corso,
ne scendono gruppi di ragazzi apparentemente ‘normali’ che si avviano rapidamente
e con decisione verso il luogo dei vandalismi; eppure tra i vandali
vediamo solo tute nere, per cui tute e armi sono evidentemente già
in loco; ricordo (ma sono ricordi confusi), di aver visto alcuni tipi che
decisamente ‘stonavano’ tra i manifestanti: teste rasate, tipo naziskin
osserviamo a lungo questi fatti, mentre
camminiamo verso il ‘fiume’ chiedendoci dove diavolo siano i 20.000 poliziotti:
infatti non se ne vede uno; gruppetti di manifestanti appena arrivati come
noi vagano sperduti e spaventati; dovunque i pochi genovesi rimasti ci
indicano le strade più sicure, non troppo stupiti di quanto sta
accadendo [...]
parte la carica;
i poliziotti invece di avanzare verso le tute nere puntano dritti su di
noi, bastonando le mani alzate; cado, mi riparo la testa con le braccia,
conto più di 10 colpi, poi non li conto più; vedo gli scarponi
dei poliziotti passare accanto a me e ognuno dà un colpo, forse
di più quando i piedi finiscono di passarmi davanti agli occhi,
mi alzo barcollando; vicino a me alcune persone sanguinano dalla testa;
i lacrimogeni ci soffocano; i poliziotti sono ancora lì, si sono
fermati dopo averci picchiati, ci osservano con indifferenza; i black sono
scomparsi, nessuno sembra averli inseguiti
[in ospedale] il
pronto soccorso è pieno di medici e infermieri, tutti allertati
e in attesa dei primi feriti: mi portano subito ai raggi; il
corridoio pullula di poliziotti in barella, pochissimi i manifestanti;
dopo quello che ho appena visto, non ci posso credere e interrogo i medici;
si mettono tutti a ridere: ‘quelli appena li toccano vengono a fare i raggi,
così hanno i giorni di permesso! a voi invece vi arrestano!’;
vedono la mia faccia e mi rassicurano: ‘non preoccuparti, fidati’; vicino
a me c’è un infermiere volontario con la faccia coperta di sangue,
racconta di essere stato estratto dall’ambulanza e picchiato dalla polizia
[...] ben tre medici vengono a trovarmi; il responsabile mi rassicura:
ha ricevuto l’ordine di segnalare tutti i ricoverati ma
non ha nessuna intenzione di farlo; non ci crede ancora neanche lui: ‘ma
siamo diventati matti?
fonte: messaggio al GSF
25.07 ore 15.38
[Piazzale Krnnrdy]Io non capivo più nulla,
non respiravo più e sentivo il tossire
ossessivo di quell'anziana che
credevo stesse morendo. Alcuni urlavano 'state
calmi, copritevi la bocca,
chiudete gli occhi perché poi passa, passa'.
Non so quanto sia durato tutto
questo. Alla fine ho aperto gli occhi, pensando
di vedere gente in fuga, di
mettermi in mezzo alla strada e di scappare.
Ma in strada non c'era più
nulla. Solo e più che mai inquietanti,
un cordone di agenti della guardia di
finanza in tenuta antisommossa che ci teneva
contro il muro manganellando
quelli in piedi sulla parte più esterna
del marciapiede. Urlavano come
ossessi, noi stavamo sempre con le mani in alto
urlando 'pace', e loro
urlavano, urlavano, urlavano. Ci hanno ordinato
di sederci tutti e di stare
con le mani in alto. Accanto a me c'erano due
coppie di ragazzo e ragazza
che piangevano disperati, uno aveva la maglietta
bianca tutta intrisa di
sangue che scendeva dalla testa. Con il manganello
un agente ha alzato la
mia borsa (quelle piccole che si portano a tracolla)
urlando come un pazzo
'Cos'hai lì dentro, fammi vedere cos'hai
lì dentro', l'ho aperta, avevo un
walk-man, volantini, fazzoletti, portafogli.
La ragazza accanto a me urlava
'datemi dell'acqua', uno di loro ha alzato la
maschera antigas e ha
accennato con rabbia a uno sputo.
Dietro le gambe dei poliziotti ho visto
cos'era rimasto a terra: cellulari rotti, zaini,
scarpe, maglioni. E sul
lato verso il mare gente che correva ancora.
Ci hanno ordinato di alzarci e
di stare con le mani alzate. Hanno fatto uscire
dalla striscia di persone
schiacciate contro il muro solo due ragazzi in
carrozzina. Ci hanno ordinato
di camminare con le mani alzate nella direzione
opposta rispetto a quella
che stavamo percorrendo e, sempre urlando, ci
hanno accompagnato per circa
200 metri. In testa avevo solo un terrore: ma
ci arrestano o ci portano in
questura? Al primo piazzale ci hanno lasciato
andare
fonte: messaggio al GSF
25.07 ore 15.28
sono Paolo di Parma (qualcuno non mi conoscerà,
scusatemi se
mi sono permesso di prendere i vostri nomi
da qualche mailing list)
Sono tornato pohe ore fa da Genova, anzi
da Pavia dove sono stato
rinchiuso per tre giorni per aver partecipato
alle manifestazioni in modo
assolutamente tranquillo e pacifico. Stavo
aiutando una DOTTORESSA medico
con croce rossa su pettorina bianca ad
aver cura di un ferito quando sono
arrivati i carabinieri. A nulla è
servito alzare le mani in alto. Mi hanno
portato via e menato per una notte. Le
offese gli insulti i pugni e le
manganellate che ho preso hanno fatto qualcosa
dentro di me che non
dimenticherò....
Ed ora sono accusato di resistenza aggravata
ed altre cose tipo he avrei
tirato un sasso al militare, quando l'unica
cosa che avevo in mano era la
mia macchina fotografica e legata alla
cintura una borraccia rossa
scambiata per una molotov. Ora sono a casa e
non so quando avrò il processo ma
rischio tanto.....
Non mi dilungo in particolari sulle botte
perchè ora la mia priorità è
trovare testimoni.
fonte: mailing list Cerchiodig8
2.07. ore 14.52
Mi guardo attorno. È l'inferno. La polizia
ci è addosso.
Tanti manifestanti sono a terra, disperati. I
celerini avanzano lenti,
intabarrati nelle loro armature. Sembrano guerrieri
spaziali, sotto i
loro caschi, dietro le loro maschere antigas,
e gli scudi, e le armi
puntate. Vedo un
ragazzo senza più scarpe né maglietta, solo i pantaloni
luridi. Corre, cerca di sfuggire ai poliziotti.
Ha il volto coperto di
sangue. Scivola sul selciato, cade a terra. Gli
sono addosso, lo
caricano di manganellate.
Vorrei gridare: noooo! La voce non mi esce
dalla gola. Esce da altre gole, la polizia lo
prende con le cattive e lo
rimette in piedi, mentre lui implora. Intanto,
i poliziotti avanzando
alzano i vessilli dei manifestanti da terra e
li buttano verso i loro
cellulari e i loro blindati. Come trofei di guerra.
[....]
Camminiamo tra ali di celerini. Sembrano le forche
caudine.
Ci urlano: bastardo, stronzo, figlio di puttana,
comunista di merda.
Sulla destra un poliziotto mi guarda con occhi
di odio: bastardo (lui lo
dice, io lo penso). Sulla
sinistra un altro mi afferra il braccio e mi
rassicura: è tutto apposto. Grazie, gli
dico. Belin, vedi che poi un
celerino democratico ogni tanto lo incontri.
Un minuto più tardi Lucia
mi spiega l'arcano. Lei, e altri manifestanti
accanto a lei, hanno
sentito distintamente: zitti zitti, che c'è
la stampa.
Il giorno successivo, domenica, a TG2 Dossier,
verso le 21.30, scorrono
le immagini della nostra "resa". Però
senza sonoro, senza rumore
d'ambiente. Gli insulti non arrivano al pubblico
seduto davanti alla tv.
[...] Arriva un'ambulanza del GSF, ha il lunotto
sfondato. Presto, questo ragazzo sta male, portatelo
su. Ma cosa è
successo? Lo abbiamo raccolto dalla parti di
via Zara, ha il volto
sfigurato, raccontano i sanitari. Lo abbiamo
caricato sull'ambulanza, la
polizia ci ha sparato un lacrimogeno dentro.
Salgo le scale con loro.
Quando entro nella sala medica c'è gente
devastata. Io mi vergogno,
quando chiedo ancora un po' di spray per respirare.
[...] Siamo su un taxi, dalle parti dello stadio
Carlini. Mio fratello è
arrivato alla Diaz. Veniamo a prenderti, gli
dico, non muoverti di lì.
Quando sale sul taxi, ci descrive un po' di situazioni
vissute. Ha
soccorso ragazzi con la schiena devastata dalle
manganellate. Li hanno
bastonati con rara ferocia. Racconta: ho contato
quarantotto
manganellate sulla schiena di un ragazzo che
avrà avuto diciotto anni.
Un mio collega ha trovato una ragazza straniera
che aveva la gamba
spezzate in tre punti diversi. Prima l'hanno
manganellata, poi l'hanno
sollevata di peso e l'hanno butta giù
da un muretto.
fonte: messaggio al GSF
24.07 ore 15.26
mi è "solamente" capitato di essere inseguito
assieme ad
altre persone su per un budello da una camionetta
agli 80 all'ora, con
il rischio d'inciampare ed essere travolto, senza
aver fatto nulla, solo
perché ero li, solo perché ho partecipato
al corteo in maniera pacifica,
solo perché volevo esprimere le mie idee
democraticamente.
fonte: messaggio inviato a cerchiodig8
24.07 ore 16.27
[21 luglio] Gli agenti si accaniscono soprattutto su Elisabetta.
Altre persone intorno subiscono lo stesso trattamento, persino una
signora,
che mostrando il tesserino dice di essere parlamentare europeo. C'è
un
ferito a terra, non e permesso avvicinarsi. E'
presente almeno una persona
che indossa la fascia tricolore [probabilmente
il questore o il vicequestore],
ma sembra non avere la situazione sotto controllo.
I poliziotti non lo ascoltano.
fonte: mailing list Lillput-g8
24.07 ore 14.47
Sabato 21, tagliati fuori dal corteo all'altezza
di piazzale Kennedy,
abbiamo tentato di ricongiungerci alla testa
che era riuscita a passare
lo sbarramento della polizia. A
questo fine siamo saliti su una scala
che porta ad una strada sovrastante dove un gruppo
di finanzieri, ai
quali abbiamo chiesto quale fosse la strada più
sicura per
ricongiungerci al corteo, ci ha lasciato "amichevolmente"
passare
oltre. Pochi metri dopo, siamo stati bombardati
alle spalle
presumibilmente dagli stessi finanzieri con
alcuni fumogeni che hanno
creato il panico tra noi e il piccolo gruppo
di manifestanti
assolutamente e palesemente pacifici che come
noi tentavano di
raggiungere piazza Ferraris.
fonte: messaggio inviato al GSF
24.07 ore 13.43
Difficile scordare quella strana poliziotta con
casco scudo manganello e anche maglietta gialla con scritta no global e
tatuaggio (vero? finto?) sul braccio. Difficile scordare i militanti
della rete lilliput, perlopiù scout, e cattolici di base pestati
a sangue. Difficile scordare candelotti lacrimogeni sparati sui piedi di
ragazzine e di ragazzini di dodici anni, le facce dei bambini terrorizzati
e soffocati dai lacrimogeni mentre i genitori dalle mani dipinte di bianco
imploravano agli agenti di smettere di usare i manganelli contro gente
inerme, lontana dagli scontri e assolutamente pacifica. Difficile
scordare tre ragazzine buttate giù dal muretto di via Corridoni
che dà su un cortile tre metri più in basso
fonte mailing list adngda
24.07 ore 13.32
[manif. del 21] Ho
visto carabinieri presi dal panico che caricavano e sparavano
all'impazzata senza ritegno e mi chiedo cosa
ci facevano dei ragazzini di
leva armati con rivoltelle in mezzo a quel casino.
[...] Per questo io e alcuni mia amici siamo
andati verso i carabinieri a braccia
alzate pregandoli di smetterla di seppellirci
di lacrimogeni , in tutta
risposta i tutori dell'ordine ci hanno mirato
e sparato addosso i
candelotti, uno mi ha sfiorato una gamba e l'altro
mi e caduto tra i piedi a
quel punto è stato il caos , il
corteo è stato spezzato in più tronconi
abbiamo iniziato a correre per salvarci inseguiti
dalle cariche dei
poliziotti che ci bombardavano alle spalle [....]
Vi parlo un po' delle tute nere :
quelli che ho beccato erano dei ragazzini
per lo piu' stranieri accento
tedesco o olandese che parlavano e capivano
l'italiano
loro sistematicamente spaccavano tutto
, ogni cosa, correvano con delle
spranghe vram frantumavano una vetrina
e si rimischiavano nel corteo ,
spaccavano tutto e basta , noi provavamo a fermarli
e con alcuni ci siamo
riusciti ma era difficile gestire tutto
e occuparci anche di loro .
E poi sembra che queste persone si trovassero
in ogni punto della città , o
meglio in tutti i punti dove creare scompiglio
e spaccare tutto significa
spingere ed autorizzare la polizia la polizia
a picchiare noi.
fonte: messaggio inviato al GSF
24.07 ore 12.54
Sapete che le forze dell'ordine stanno facendo
il giro di tutti i laboratori fotografici?
fonte: messaggio inviato al GSF
24.07 ore 13.01
molti testimoni hanno chiamato Radio Popolare
Sabato notte per dire di avere visto chiaramente su un motorino scorazzare
un finto giornalista con una pistola in mano in mezzo a migliaia di manifestanti.
Altri testimoni diretti dicono di aver visto
"black blocs" parlare tranquillamente con degli agenti.
Nessuno puo' ancora stabilire l'attendibilita' di tali affermazioni, tuttavia
ci sono gia' delle prove fotografiche di poliziotti travestiti da manifestanti
fonte messaggio spedito al GSF
24.07 ore 1.36
[...] AVEVO SCAMBIATO 2 PAROLE CON UN RAGAZZO
CREDO DEL BICIG8 STEMPIATO E DI STAZZA BUONA (SE NON MI RICORDO MALE) CHE
FACEVA LA STAFFETTA BICI-COMUNICAZIONE DURANTE L'ADN.
MI DISSE CHE AVEVA VISTO POLIZIOTTI SPACCARE
LE CABINE PUBBLICHE.
SE QUELLO CHE MI HAI DETTO è VERO... FATTI
VIVO, DEVI TESTIMONIARE IN
QUALCHE MODO. IMMAGINO
CHE PENSERAI CHE SIA INUTILE MA NON è COSì. MAGARI CONTATTA
QUALCUNO DEL GSF
fonte: mailing list adngda
24.07.01 ore 11.45
Alla sera sul treno che ci riportava a Sestri
c'erano alcune
"vecchiette" inglesi di "DROP THE DEBT" che tremavano
ancora.
Un ragazzo piangeva perche nel fuggi fuggi aveva
perso contatto con i
suoi amici....ci
ha raccontato che sono dovuti scappare spingendo le
carrozzine dei disabili dalle cariche della polizia.
Fonte: messaggio inviato al GSF
24.07 ore 1.29
La polizia non c'era e quando è arrivata
ha assistito
indifferente a tutto quello che stava succedendo,
alla loro prepotenza, al
loro creare paura in chi gli stava davanti disarmato e con le mani
alzate,
al loro distruggere con spranghe ogni cosa che incontravano, al loro
assalto
ai negozi e al loro dare fuoco a tutto. Il gruppo pacifista riunito
in
centro nei pressi della zona rossa ha accolto l'appello a disperdersi
per
permettere alle forze dell'ordine di unirsi ai colleghi e intervenire.
Sono
arrivati un'ora dopo in quella stessa zona dove ero io, dove gli anarchici
avevano ancora una volta risposto ai nostri applausi e insulti con
la
violenza. Sono arrivati e hanno attaccato noi, io
sono stata minacciata dal
manganello di un poliziotto che mi ha detto "togliti
di qui o ti spacchiamo
il culo". Al mio "fascisti di merda, alleati
degli anarchci" mi sono sentita
portare via dalla folla preoccupata ma prima li ho visti prendere a
calci
gente seduta in terra che non stava facendo nulla.
fonte: messaggio inviato al GSF
23.07 ore 23.45
[20 luglio, piazza dante] Dopo aver studiato
la folla variegata, alcuni militari coperti dal casco si avvicinano alle
grate che da qualche ora venivano usate come percussioni e dalle quali
si urlava "siete ridicoli". All'improvviso avanzano le mani nelle quali
impugnavano bombolette e spruzzano spray al pepe mirando agli occhi dei
manifestanti. Pochi sono colpiti, ma in modo serio. Ho visto un giovane
non riuscire ad aprire gli occhi dal bruciore ancora due ore dopo. Non
ci piace. "Bastardi!" grida qualcuno. E non hanno tutti i torti. Noi usiamo
palloncini, specchi, fischietti, striscioni, cartelloni, aerei di carta
che non fanno alcun male. Qualche specchietto e qualche bottiglia vola
oltre il muro. [...]
[perqisizione, il 21 sera] Alla
sera, in un quartiere residenziale lontano dagli scontri, ci perquisiscono
dalla testa ai piedi: noi due e loro quattro in borghese. Sta facendo buio
e la tensione è ancora alta, abbiamo un po' paura. "Documenti!".
"Cosa facevate di fianco a quell'auto?"
"La guardavamo, com'era malconcia"
"Perché camminavate veloci?" "Perché
hai due copie de Il Manifesto?"
"Cos'è questo adesivo con scritto Attac?"
"È la sigla di un'associazione francese" "Non contar balle,
è uno slogan!" [...]
Fonte: messaggio inviato al GSF
23.07 ore 21.33
si sta trattando per sapere dove deviare, se deviare, cosa fare. un
tratto del corteo ha già passato la piazza e si dirige lungo la
strada dritta verso il punto d'arrivo.
noi siamo seduti a terra con le mani alzate, le battiamo a tempo per
far sentire che sono vuote, siamo armati solo di bandiere e di striscioni.
Siamo un corteo pacifico in attesa di notizie
siamo un corteo pacifico in trattativa con le forze dell'ordine. Ed
iniziano le cariche ed i lacrimogeni volano sulle prime file dal cordone
di polizia e dai tetti delle abitazioni a picco sul lungomare su di noi
sono precisi uno per carreggiata a scalare a risalire il corteo. Sui tetti
dovevano esserci da prima perché erano su per centinaia di metri
e non ci vai in 10 minuti.
Quei lacrimogeni non li avevo mai provati, sono nuovi, sono irritanti
al peperoncino, non riesci a respirare non vedi un cazzo ti sale la schiuma
dalla bocca e dal naso. Grande dote di civiltà e quasi un miracolo
che nessuno si sia messo a correre che non siano stati travolti dalla folla,
siamo indietreggiati compatti a passo svelto ma senza correre per evitare
il peggio, c'erano donne incinta affianco a me bambini, persone anziane
le cariche non hanno rispettato nessuno, violenza inaudita e gratuita.
La folla dispersa non si è solo ritirata indietro, qualcuno ha provato
nelle vie traverse, e li ancora candelotti e cariche. Una ragazza subito
dietro noi è stata colpita alla testa sa un fumogeno parato
dall'alto verso l'alto che quindi ricadeva da un'altezza di almeno 60-70
metri, la testa fracassata per quel poco che sono riuscito a vedere mentre
il fumo iniziava a
farmi chiudere gli occhi, solo l'acqua in faccia ti salvava per pochi
istanti. corrono le autombulanze a raccogliere i feriti mentre la polizia
carica ancora. Uno dei miei compagni si ritira su
di un piccolo monticello tra il mare e la strada, con lui ci sono anziani
e donne scappati dai gas. si rifugiano dentro il boschetto. quando
la polizia avanzando a colpi di cariche di blindati arriva all'altezza
del boschetto inizia a tirare candelotti per farli uscire, sono come topi
in trappola. uno prova a trattare e a spiegare che stanno ritirando, vogliono
andare via... il poliziotto interlocutore gli dice che non c'è problema
che scendessero a mani alzate ... la prima a venir giù è
una ragazza, la massacrano di manganellate in quattro e la portano via.
allora
il gruppo scende in massa per evitare di essere pestato uno ad uno. Appena
istradati tutti la polizia ricomincia, cariche e lacrimogeni su una
folla inerme e pacifica che sta ritirando. ALLE SPALLE !!! persone schiacciate
contro le ringhiere della strada e malmenate gratuitamente, non me ne do
pace. tutto questo avviene poco dopo il mio secondo incontro con marzia,
per caso in mezzo alla folla stordita... e le cariche cominciano anche
sulla strada parallela al lungomare dove molti si erano avventurati [...]
al rientro mentre aspettavamo il treno alla stazione di quarto, dopo
ore di prese per il culo sugli
orari da parte del ferrovie COMPLETAMENTE DISORGANIZZATE
e VOLUTAMENTE disorganizzate per aumentare la tensione, ci siamo visti
caricare a forza su una navetta per la stazione di brignole ad aumentare
il carico di gente e di rabbia nella stazione, con la celere che tranquilla
davanti alla polferr si picchiettava addosso con i manganelli, come per
scaldarli. Ci sono stati altri attimi di tensione scene di isteria,
ostruzionismo da parte dei ferrovieri, anche loro allineati alle strategia
del terrore. e la commozione passando davanti ad una lapide "per i caduti
per la libertà" sul mare in cui qualcuno con un pennarello
aveva aggiunto il nomi CARLO GIULIANI
Fonte: messaggio inviato al GSF
23.07 ore 23.28
Com'è che su tutti i telegiornali sapevano
identificarli con storia,
provenienza, modalità "espressive" (si
fa per dire) e nessuno ha fatto
niente per bloccarli alla frontiera, quando gli
stessi TG mostravano giorni
prima che alcuni manifestanti PACIFISTI provenienti
dalla Grecia erano stati
stati rimandati a forza in patria?
Fonte: mailing list Cerchiodi g8
23.07 ore 21.33
i primi racconti sull'accaduto, i black blocks che si infiltrano all'ultimo
momento in mezzo al
corteo e che iniziano la loro opera con un'organizzazione degna di
un apparato militare,
piccoli gruppi difficilmente localizzabili e abbastanza numerosi da
poter distruggere incendiare
rivoltare macchine, ma una ogni quattro, una ogni quattro, schemi
di azione che
si ripetevano esatti e veloci. non dei cani sciolti, ma dei guerrieri
organizzati, il seguito prova e
spero proverà quello che è accaduto. La polizia indietreggia
e li lascia agire,
indisturbatamente, i neri si spostano e si dileguano per andare a violentare
altre zone, e la
polizia parte con le repressioni indiscriminate su che stava a guardare.
è proprio il caso di dire
giovani donne vecchi e bambini, non risparmiano nessuno. Veder manganellare
i ragazzi
della rete lilliput a mani alzate di fronte alla celere in assetto
antiterrorismo è qualcosa che
fa salire il sangue alla testa. così come tutto il clima di
disordine e di terrore VOLUTO creare
dalle forze dell'ordine. si è visto di tutto contro la folla
inerme, lacrimogeni sparati ad altezza
uomo, dentro le autombulanze per cacciare i manifestanti feriti, ragazzi
strappati dalle mani
dei medici volontari e ordinari con braccia e gambe rotte, trascinati
via di forza vedendosi
negare il diritto ad essere soccorsi. Poi la tragicità della
morte sulla piazza i due spari del
carabiniere, per fortuna il primo non ha ucciso nessuno, e infierire
sul cadavere e sui
manifestanti, si perché nei tg non ho mai visto finire la sequenza
di un pestaggio, l'immagine
si blocca all'arrivo del poliziotto sul manifestante, le botte non
si vedono nemmeno quelle
rifilare alle spalle o quando sei a terra
[...] si sta trattando per sapere dove deviare, se deviare, cosa fare.
un tratto del corteo ha già passato la piazza e si dirige lungo
la strada dritta verso il punto d'arrivo.
noi siamo seduti a terra con le mani alzate, le battiamo a tempo per
far sentire che sono vuote, siamo armati solo di bandiere e di striscioni.
Siamo un corteo pacifico in attesa di notizie
siamo un corteo pacifico in trattativa con le forze dell'ordine. Ed
iniziano le cariche ed i lacrimogeni volano sulle prime file dal
cordone di polizia e dai tetti delle abitazioni a picco sul lungomare su
di noi sono precisi uno per carreggiata a scalare a risalire il corteo.
Sui tetti dovevano esserci da prima perché erano su per centinaia
di metri e non ci vai in 10 minuti.
Quei lacrimogeni non li avevo mai provati, sono nuovi, sono irritanti
al peperoncino, non riesci a respirare non vedi un cazzo ti sale la schiuma
dalla bocca e dal naso. Grande dote di civiltà e quasi un miracolo
che nessuno si sia messo a correre che non siano stati travolti dalla folla,
siamo indietreggiati compatti a passo svelto ma senza correre per evitare
il peggio, c'erano donne incinta affianco a me bambini,
persone anziane le cariche non hanno rispettato nessuno, violenza inaudita
e gratuita. La folla dispersa non si è solo ritirata indietro, qualcuno
ha provato nelle vie traverse, e li ancora candelotti e cariche. Una ragazza
subito dietro noi è stata colpita alla testa sa un fumogeno
parato dall'alto verso l'alto che quindi ricadeva da un'altezza di almeno
60-70 metri, la testa fracassata per quel poco che sono riuscito a vedere
mentre il fumo iniziava a
farmi chiudere gli occhi, solo l'acqua in faccia ti salvava per pochi
istanti. corrono le autombulanze a raccogliere i feriti mentre la polizia
carica ancora. Uno dei miei compagni si ritira su di un piccolo monticello
tra il mare e la strada, con lui ci sono anziani e donne scappati dai gas.
si rifugiano dentro il boschetto. quando la polizia avanzando a colpi di
cariche di blindati arriva all'altezza del boschetto inizia a tirare candelotti
per farli uscire, sono come topi in trappola. uno prova a trattare e a
spiegare che stanno ritirando, vogliono andare via... il poliziotto interlocutore
gli dice che non c'è problema che scendessero a mani alzate ...
la prima a venir giù è una ragazza, la massacrano di manganellate
in quattro e la portano via. allora il gruppo scende in massa per evitare
di essere pestato uno ad uno. Appena istradati tutti la polizia ricomincia,
cariche e lacrimogeni su una folla inerme e pacifica che sta ritirando.
ALLE SPALLE !!! persone schiacciate contro
le ringhiere della strada e malmenate gratuitamente, non me ne do pace.
tutto questo avviene poco dopo il mio secondo incontro con marzia, per
caso in mezzo alla folla stordita... e le cariche cominciano anche sulla
strada parallela al lungomare dove molti si erano avventurati
fonte: messaggio inviato al GSF
23.07 ore 20.15
Cari amici, provo a raccontare.
Sabato 21 Luglio. La manifestazione è
finita, io e Norma ci dirigiamo verso
Piazzale Kennedy percorrendo a ritroso il percorso
del corteo, dobbiamo
recuperare la Vespa incautamente lasciata là.
All'altezza della galleria di
C.so Sardegna decidiamo di bypassare gli scontri
che si suppone siano oltre
a quella galleria. Il nostro percorso diventa
Via Giacometti, Ponte di
Terralba, C.so Gastaldi Via Francesco Pozzo.
Durante la strada decine di
persone: gruppuscoli di amici, famiglie, singoli
evidentemente reduci dalla
manifestazione. La maggior parte di essi guarda
cartine o si attacca ai
telefonini cercando di capire dove si trova,
hanno tutti lo stesso problema
riunirsi ai loro amici, ritrovare il pullman
o l'automobile e tornarsene a
casa propria. Questa è l'atmosfera quando
giungo in Via Pozzo. Do'
un'indicazione a una signora che mi chiede dov'è
Pzza Martinez, dopodichè ci
accingiamo ad andare verso Via Trento la via
parallela a via C. Battisti. In
quel mentre una
camionetta della polizia sfreccia dirigendosi verso Piazza
Tommaseo, un gruppo di ragazzi urla "assassini"
unico atto di ostilità nei
confronti dei tutori dell'ordine.
Notiamo due ragazze che si abbracciano "
sei qui? come stai? bene" si sono ritrovate.
Siamo
ancora fermi nei pressi
del curvone quando vediamo arrivare due famiglie
con i figli piangenti (uno
di pochi mesi) "che è successo?" "Ci hanno
tirato dei fumogeni dalla
camionetta in corsa."
Le due famiglie si dirigono verso Cso Gastaldi. Li
guardo allontanarsi, ho il magone e mi viene
quasi da piangere per quei
bambini. Mi volto e ho paura. Almeno due camionette
di poliziotti e una
macchina inchiodano davanti a noi lanciano due
o tre (fa differenza?)
fumogeni nella direzione di quelle famiglie.
Provo a scappare, ma desisto
e mi accuatto contro il muro ho le mani alzate,
Norma è rannicchiata due
macchine più in là, lei ha le mani
sulla faccia e guarda per terra. Gli
altri non li vedo più, vedo solo delle
tute blu che scendono dalle
camionette e si mettono a correre verso Cso Gastaldi
uno mi guarda e capisco
che sta decidendo cosa fare di me. Non mi colpisce.
Neanche Norma viene
colpita, ci fanno segno di andarcene. Eseguiamo
prontamente. Forse mi ha
salvato il mio pass di lusso di cameramen che
avevo al collo, ma Norma? Non
so nulla degli altri: la signora che voleva andare
in Piazza Martinez, le
due amiche ritrovate, i bambini ed i loro genitori,
e anche il gruppo di
ragazzi che ha gridato assassini. Sono scosso
io più di Norma (le donne sono
più coraggiose, o forse lei è più
abituata alla dittatura). Cerco di
avvisare del pericolo altri gruppi che incontro
all'incrocio con via Trento,
sembro un invasato ma spero che mi credano e
non si dirigano verso Brignole
o Cso Torino. Percorriamo alcuni metri in Via
Trento quando sembra che la
scena si ripeta, ma per fortuna le camionette
si fermano danno un'occhiata
fanno marcia indietro e se ne vanno. Io mi sono
spaventato lo stesso.
Arriviamo finalmente in via Nizza. Dall' alto
in mezzo alla devastazione
vediamo la vespa salva insieme alla macchina
posteggiatale vicino, sembrano
le uniche cose intere. Scendiamo prendiamo la
Vespa e andiamo verso levante,
piano piano alla devastazione si sostituisce
la normale sporcizia di una
mafestazione di decine di migliaia di persone
ne incontriamo ancora a
centinaia, addirittura un corteo di un migliaio
che si dirige verso
Piazzale Kennedy tenendosi per mano. A Quinto
ci prendiamo un gelato e poi
da mia zia a Quarto Alto fino a tarda sera, la
più tarda possibile,avevamo
ancora paura.
fonte: mailing list cerchiodig8
23.07 ore 18.55
LA PARTENZA
Il corteo dei "disobbedienti", che si era formato dallo stadio Carlini,
era
composto da 10\15mila persone, era molto ordinato disposto sul viale
che
conduceva verso il centro. Alla testa c'era il gruppo di contatto composto
da alcuni parlamentari, dai portavoce delle tute bianche e dagli altri
esponenti delle associazioni che partecipavano alla manifestazione.
Insieme
a loro decine di giornalisti. Il corteo vero e proprio era guidato
dagli
"strumenti di offesa", gli unici che aveva: 8 enormi teste di maiale
fatte
di gomma piuma, gente che indossava pettorine gialle e verdi di carta
velina
con una "D", che stava per disobbedienti, ritagliata sul petto. Al
loro
fianco mostri transgenici, sempre di gomma piuma: una grande carota
modificata geneticamente e una locusta colorata. Offesa dunque, ma
non certo
fisica. Subito dietro, grandi scudi di plastica, quattro metri per
due,
montati sulle rotelline dei carrelli da supermercato, erano spinti
da
quattro o cinque persone. Sarebbero dovuti servire per proteggere la
testa
del corteo nel suo avvicinamento alla zona rossa. Dietro di loro gli
scudi
più piccoli, portati a mano dalla gente bardata di gomma piuma,
di bottiglie
di plastica vuote, scotch, casco, ginocchiere e protezioni di questo
genere.
L'assalto pacifico alla "zona rossa" partiva così, come una
squinternata
armata brancaleone, senza nessuno strumento di violenza fisica (gli
appelli
a non portare niente di pericoloso si erano ripetuti per tutta la mattina),
ma tutti avevano in tasca una "arma segreta" che sarebbe servita a
violare
la cittadella dei potenti. L'atmosfera alla partenza era di allegra
confusione, non c'era nessuna tensione e soprattutto nessun presagio
di
morte. In corteo, oltre ai centri sociali e alle tute bianche senza
tuta,
c'erano i giovani comunisti, i bolognesi del social forum, molti greci,
i
francesi della Lega comunista rivoluzionaria, impeccabili da buoni
francesi,
tutti ordinati, una bandiera rossa ciascuno (con la scritta "100% a
sinistra") e tutti intonati a cantare l'Internazionale e tanti altri,
magari
venuti solo con un gruppetto di amici.
Non so se Carlo era nel corteo, ma tante di quelle persone potevano
fare la
sua stessa fine.
LA TENSIONE
Già su corso Gastaldi arrivano le prime notizie dei disordini,
corre voce
che i cosiddetti "back block" abbiano assaltato il centro congressi
di
piazzale Kennedy, sede del gsf.
Ma la zona è lontana e il corteo non si scompone continuano
i cori e la
marcia. Poche centinaia di metri più avanti all'incrocio con
una via latrale
si cominciano a vedere i segni di devastazione appena compiuti, auto
rovesciate e negozi distrutti. Parlo con un ragazzo toscano finito
nella
zona per caso, è molto risentito per quello che ha visto, mi
dice che erano
una quarantina la maggior parte tedeschi e inglesi, molto determinati
e con
grande abilità nel distruggere. La polizia gli stava semplicemente
dietro
senza intervenire, spesso la loro azione contro una banca durava molti
minuti, durante i quali nessuno gli disturbava. Raccolgo da terra un
piccolo
volantino del Tikb, mi dicono che si tratta di un gruppo inglese.
Il corteo continua, ma la strada si restringe notevolmente, è
un budello con
a destra il muro che costeggia la ferrovia, è via Tolemaide,
io continuo a
precederlo e arrivo all'incrocio con corso Torino, una strada molto
più
larga, dove avrebbe dovuto svoltare il corteo. Siamo ancora molto lontani
dalla zona rossa.
LA CARICA
In una strada laterale, poco oltre l'incrocio, altre auto date alle
fiamme e
cassonetti rovesciati. Si avverte a poche centinaia di metri la presenza
di
altri scontri. Nemmeno il tempo di affacciarsi
a guardare cosa accade ed
ecco arrivare una squadra di carabinieri in tenuta
antisommossa e maschera
antigas, completamente sconvolti, scalmanati,
molto aggressivi. Sembrano
all'inseguimento di qualcuno, alla furiosa ricerca
di un nemico. Ma il
nemico è invisibile perché tra
loro, noi e il corteo non c'è nessuno!
Sbucano in corso Torino travolgendo e aggredendo
tutto e tutti quelli che
trovano, ma non c'è nessuno che li minaccia
o che fa resistenza. Partono
subito decine di lacrimogeni sparati ad altezza
inequivocabilmente bassa,
uno passa a pochi metri dalla mia faccia.
Scappo, non ho molta scelta, in
via Tolemaide c'è il muro umano del corteo, dietro di me la
ferrovia,
davanti i carabinieri, l'unica via di fuga è verso piazza delle
Americhe.
Corro in quella direzione. I carabinieri si dividono tra le due strade,
una
parte, la più consistente subito affiancata e preceduta dai
mezzi blindati,
va verso la testa del corteo e comincia a caricarlo con una incredibile
forza d'urto. Contemporaneamente attaccano anche la strada dove mi
trovo,
sparano lacrimogeni, uno di loro mi insegue lancia-lacrimogeni
in mano, io
non avevo nessun tesserino, né della stampa
ufficiale, né di quella
indipendente, ma loro non fanno nessuna attenzione
a vedere se ne hai uno,
infatti aggrediscono anche chi è pieno
di tesserini e pettorine. Sembra che
debbano fare piazza pulita, esprimono una violenza
inaudita. Urto una gamba
e non riesco più a correre, riesco a scavalcare il muretto di
una casa per
sfuggire ai carabinieri che intanto continuano ad inseguire la gente
anche
per 200 metri.
GLI SCONTRI
Oltre l'incrocio lo scontro diventa terribile. Ed è qui che
è cominciata la
fine. Il corteo sbanda, arretra, il fuggi fuggi generale, con la strada
così
stretta e come unica via di fuga la retromarcia, per poco non si trasforma
in un massacro. La carica è violentissima. Arrivano migliaia
di agenti e
soprattutto decine di autoblindo e jeep che si mettono a compiere
pericolosissime evoluzioni cercando di ricacciare indietro il corteo.
Nel
frattempo mi avvicino alla zona anche se proprio le acrobazie dei mezzi
dei
carabinieri rischiano di travolgere chiunque.
Alla testa del corteo qualcuno cerca di resistere, gli scudi di plastica
diventano un tetto, l'unica protezione alla pioggia di lacrimogeni,
ma la
polizia se ne accorge e comincia a spararli anche rasoterra. Il corteo
continua ad arretrare è di nuovo quasi tutto fuori dall'imbuto
di via
Tolemaide.
Sono convinto che, se a questo punto la carica si fosse attenuata o
fosse
finita, il peggio si sarebbe evitato. Quasi tutte le persone erano
tornate
indietro, uscite dalla strettoia, stavano raggiungendo l'ampio corso
Gastaldi. Si sarebbero fermate li. Il corteo si sarebbe ricompattato
e come
in altre manifestazioni si sarebbe potuta raggiungere un intesa. Poteva
anche rimanere fermo dov'era, o arrivare qualche centinaio di metri
più
avanti, scandire qualche coro e ritornare alla base.
Invece le cariche, se possibile, diventano più veementi proprio
quando la
situazione poteva essere gestita. Invece no! E a questo punto si scatena
la
battaglia. Io, e l'80% del corteo che è rimasto fermo in corso
Gastaldi, pur
sentendo profondamente ingiusto, sbagliato e folle quello che sta
succedendo, non partecipiamo allo scontro. La
sensazione è che un corteo
pacifico e festoso che voleva solo arrivare a
500 metri dalla zona rossa,
magari prendersi pure qualche manganellata, per
poi fermarsi e usare la sua
"arma segreta" per violare la zona rossa, era
stato aggredito con una
ferocia spropositata, con i carabinieri più
interessati al lato agonistico
dello scontro che a tenere l'ordine pubblico
e con i loro capi, diretti
dall'alto, che hanno autorizzato una strategia
di attacco, più che di
contenimento di eventuali disordini, che prima
delle cariche nessuno del
corteo aveva compiuto.
CARLO GIULIANI
Non tutti riescono a tenere dentro la rabbia e le botte, non Carlo.
In quel
momento durissimo le prime file, pur arretrando, cercano di reagire
lanciando quello che capita, pietre e san pietrini trovati per terra
e
bottiglie vuote. Si usano le macchine per bloccare i mezzi blindati.
La
carica dei carabinieri, che finora ha agito completamente indisturbata,
si
ferma. Le prime file ormai composte dai pochi che hanno resisto alla
furia
cercano di ritornare all'incrocio, mai superato di corso Torino. Ci
riescono, più che per la loro reazione, perché i militari
devono prendere
fiato per ripartire alla carica. Così accade che la situazione
diventa
sempre più calda, gli scontri si spezzettano nelle vie laterali,
arrivano
altre migliaia di poliziotti di rinforzo. Arriva
la guerriglia. Alle spalle
dell'incrocio c'è via Caffa, io ci passo
per raggiungere la zona degli
scontri senza passarci attraverso. Anche qui
la situazione è insostenibile.
I carabinieri già violentissimi quando
nessuno li toccava stanno perdendo la
testa, li vedo più volte imbracciare le
armi minacciosi. Saranno le quattro
e mezza, mi allontano, la gamba mi fa male.
Mi rifugio nel pronto soccorso
dove incontro Sergio un ragazzo conosciuto sul treno la sera prima.
Avevamo
parlato un po', non era mai stato ad una manifestazione, aveva paura
degli
scontri, ma ci teneva a protestare, a dire il suo no. Non era certo
un
"Rambo". E faceva bene ad aver paura, ha la testa rotta, perde sangue.
Si è
trovato davanti, nelle prime file, ha preso le manganellate e i lacrimogeni,
ha lanciato pietre. Una gli è arrivata sulla testa, cinque punti
di sutura e
un no che non ha potuto gridare a nessuno.
Mentre siamo li arriva da una dottoressa la notizia degli spari e del
ferito che presto diventa un morto.
LA REPRESSIONE
Gli scontri continuano, non solo nella zona calda che viene rastrellata
con
perizia. Le cariche si dirigono sempre più su respingendo la
parte di corteo
rimasta pacifica fino a cinquanta metri dallo stadio. Chiunque arriva
sotto
le mani della polizia viene picchiato e arrestato. La zona calda è
vicinissima al pronto soccorso sentiamo fuori le urla e le botte ormai
la
resistenza dei non pacifici è stata disfatta, si pensa a fare
pulizia. Molti
arrivano feriti, anche un medico, e avrebbero bisogno di essere ricoverati
in ospedale, ma la c'è la polizia che li aspetta per arrestarli.
Inseguendo
un manifestante in fuga un carabiniere spara un lacrimogeno nel cortile
del
pronto soccorso siamo costretti a rifugiarci tutti in una stanza e
a
chiudere porte e finestre. Per uscire e non essere arrestati un pulmino
della croce rossa ci porta in una zona sicura.
L'ARMA SEGRETA
Torniamo allo stadio, la notizia che hanno ucciso un ragazzo è
stata
confermata, molti piangono, altri discutono. Le discussioni dureranno
tutta
la notte, penso che continuino ancora adesso e siano destinate a durare
per
mesi e a cambiare questo movimento per sempre. Con la tristezza della
morte
sommata all'inutilità, vengono riposte in uno scatolone le "armi
segrete"
dei disobbedienti. Sono piccoli specchietti, come quelli usati da Archimede
nell'assedio di Siracusa nel 213 avanti cristo. Solo che a Genova non
c'erano navi romane da dare alle fiamme, solo le oscure e fitte grate
issate
dal G8 da violare con un raggio di sole.
fonte: mailing list cerchiodig8
24.07 ore 16.25
Venerdì 20 Luglio a piazza Manin sono
stato testimone ( e ho documentato
fotograficamente ) di quali ordini possono aver
ricevuto i carabinieri
per tutelare l' ordine pubblico e la sicurezza
dei cittadini genovesi. I
fatti che descriverò hanno una loro logica
spiegazione solo se causati
dall' esecuzione dei seguenti ordini: lasciare
liberi i Black Block di
distruggere indisturbati quello che vogliono,
usare questi gruppi per
disperdere i manifestanti pacifisti.
A Piazza Manin, era regolarmente autorizzato
il raduno di ambientalisti,
scout, gruppi femminsti, Lilliput, GSF. Nessun
anarchico insurrezionalista
era presente. La manifestazione era assolutamente
pacifica e senza
tensioni. Don Gallo, insieme a Franca Rame, era
riuscito a mediare con il
colonnello dei carabinieri, schierati a 40 metri
dalle cancellate, in fondo
a Via Assarotti, la possibilità di poterci
avvicinare in fila indiana alle
cancellate stesse e di affiggere cartelli e striscioni,
cosa che è stata
fatta, in un clima relativamente calmo.
Improvvisamente, in Piazza Manin è arrivata
una decina di Black Blocks,
seguiti a pochi metri di distanza da una squadra
di una quindicina di
carabinieri. Appena arrivati sulla piazza questi
ultimi iniziavano il
lancio di lacrimogeni provocando la fuga disordinata
di molti presenti,
mentre il gruppo di Lilliput , rimasto compatto
bloccava sia a Black
Blocks che ai carabinieri l' accesso a via Assarotti,
alzando le mani
dipinte di bianco.
Black Blocks e carabinieri sfilavano lungo questa
barriera umana e
imboccavano corso Armellini dove incominciavano
gli atti di vandalismo.
A questo punto gli anarchici erano chiaramente
separati dai manifestanti
che si erano dati alla fuga e, all'altezza di
piazza S. Bartolomeo degli
Armeni, gli anarchici con cassonetti e campane
per il vetro rovesciate
facevano una barricata da dove cominciavano un
fitto lancio di bottiglie
verso i carabinieri. Questi avanzavano in gruppo
compatto ed ordinato
fino alla barricata ma giunti nei suoi pressi,
invece di inseguire i Black
Blocks, chiaramente individuabili e rimasti gli
unici occupanti del
Corso, su comando del caposquadra si fermavano
e deviavano compatti
verso la piazza di San Bartolomeo dove aveva
trovato rifugio un gruppo di
pacifisti, in maggior parte donne e ragazze,
assolutamente inermi e senza
vie di fuga. Nonostante ciò, erano picchiate
selvaggiamente a freddo ed
una di loro era strappata con forza al gruppo
e portata via. Il gruppo di
carabinieri scendeva quindi verso via Assarotti
dove altre testimonianze
raccontano di ulteriori aggressioni ai manifestanti
presenti, nonostante,
lo ricordiamo, fossero autorizzati ad occupare
quella strada e con
atteggiamenti assolutamente pacifici, anche verbalmente.
Nel frattempo i Black Blocks continuavano indisturbati
la loro opera di
distruzione lungo Corso Solferino, mentre la
presenza di un' altra squadra
di forze dell' ordine, alla fine di questo Corso
e pochi uomini posti a
presidiare salita San Rocchino, avrebbe permesso
facilmente di bloccarli in
modo definitivo, soluzione realizzabile senza
difficoltà se solo si
fossero voluti spostare lungo via Bertola parte
degli uomini schierati a
difesa della zona Rossa,
alla fine di via Assarotti. Questa operazione
sicuramente si sarebbe potuto realizzare anche
in accordo e con la
collaborazione dei dimostranti che, preoccupati
dal preannunciato arrivo
dei Black Blocks avevano già sgombrato
la parte bassa di via Assarotti,
temendo di rimanere chiusi tra la polizia e gli
anarchici. E' il caso di
sottolineare come, sia in questo caso che per
tutto il resto delle due
giornate di guerriglia, agli anarchici non gli
ne sia potuto fregare di
meno dell' abbattimento delle barriere della
zona rossa, mentre le strade
deserte e la città abbandonata dai suoi
abitanti è stato il terreno ideale
per attuare, assolutamente indisturbati, la loro
strategia di distruzione.
fonte: mailing list lilliput G8
23.07 ore 15.55
Per la manifestazione di domani ci serve una
foto di almeno una
delle tre cariche alle rete lilliput di sabato.
Soprattutto il momento del passaggio alla spicciolata
alla curva di
piazzale kennedy.
Quella foto dimostra che si
è volutamente attaccato il pezzo più
debole del corteo, con donne e bambini, con la
precisa volontà di
distruggere.
fonte: mailing list adngda
23.07 ore 13.42
Non credo di essere fantasiosa e tendenziosa
quando
affermo che in p.zza
Manin, venerdì, le forze
dell'ordine sono intervenute SOLO quando i BB,
già
presenti in piazza da almeno 10/15 minuti, erano
di
fronte a noi che cercavamo, poveri ingenui, di
fermarli a mani alzate.
Eviterò di parlare di
"collusione" delle forze dell'ordine con i BB
se
preferisci, però dimmi tu a cosa devo
pensare per
giustificare i lacrimogeni che hanno sparato
ad
altezza uomo.
Fonte : mailing list cerchiodig8
ore 16.35
Gli scontri già..... vediamo come... Io ho sfilato indisturbato
fino quasi
alla fine del lungomare poi poche decine dei black hanno iniziato a
rompere,
con la compiacenza dei poliziotti, distanti appena poche decine di
metri, un
muro di un palazzo per ricavarne pietre e semafori tra i fischi e le
urla
dei manifestanti.
Poi quando i Black hanno finito in tutta tranquillità la loro
opera
devastratrice, i poliziotti hanno cominciato a caricare con un lancio
di
lacrimogeni dal mare, dagli elicotteri e da terra( ad altezza d'uomo
naturalmente) i pacifici manifestanti che essendo in maggior parte
alla
prima esperienza a fuggire in modo confuso ed estremamente pericoloso.
Gli unici che hanno cercato di porre ordine a questo fuggi fuggi sono
stati quelli di rifondazione .
Ah dimenticavo l' uniche cariche che ho visto effettuare nei confronti
dei
Black, sono state quelle fatte dalla sicurezza di Rifondazione che
non
hanno esitato un istante quando hanno visto un operatore , reo di aver
ripreso i Black, rincorso da quei delinquenti , con assi di legno e
spranghe.
Per fortuna esistono filmati e fotografie, ai quali spero di poter
dare il
mio apporto, che danno un altra interpretazione dei fatti, poiche
testimoniano in modo incrovertibile , che le cose sono sono andate
in un
altro modo, o meglio nel modo voluto da chi , si dichiara "polo delle
libertà" ma in realtà è soltanto una versione
riveduta, corretta ed
aggiornata del governo Tambroni.
Fonte : mailing list cerchiodig8
22.07 ore 22.40
Carissimi e carissime,
ero a Genova da giovedì 19 a oggi, ho partecipato alle iniziative
varie (corteo migranti il 19, corteo Piazza Manin il 20, assembla del
20 sera, corteo del 21...). [...]
Scrivo a caldo e quindi non perfettamente lucido.
Scrivo sapendo che porto solo una visione parziale perchè non
ero
dappertutto, ma vorrei che mettendo assieme le parzialità si
scavasse nei fatti accaduti e si uscisse con più consapevolezza;
sarebbe già un bel risultato.
Da ciò che ho visto "direttamente" traggo delle considerazioni
di
questo tipo che sintetizzo perchè nel mare di e-mail ho paura
che
poi nessuno riesca a leggere e ascoltare gli altri:
1) In P.zza Manin venerdì stavamo fronteggiando un gruppo di
Black Blok quando sono partiti decine di lacrimogeni, inutili a
sloggiare i B.B. ma che han destato panico e fuggi fuggi; nel fumo
i
BB imperturbabili rovesciavano e incendiavano; altri piccoli episodi
a cui ho assistito sono simili nella logica.
ERGO,
la polizia ha agito per alzare la tensione e
coinvolgere tutti i
manifestanti negli scontri, in modo da impaurire
i più, sollecitare la
ns violenza, confermare ai media che siamo un
movimento
pericoloso, far parlare di violenza e non dei
ns contenuti, ecc.
2) La presenza di provocatori e gruppi che avrebbero agito
violentemente su cose e persone era prevedibile anche se non si
immaginava una capacità organizzativa siffatta.
ERGO
andava studiata una strategia di contromosse efficaci e varie
alternative possibili e una struttura informativa, decisionale e
logistica adeguata, oppure fatto un passo indietro (se non si è
preparati allo scontro insegnano tutti i manuali di guerra e
guerriglia, è meglio non farlo).
3) In P.zza Manin a fronteggiare i BB non c'erano gruppi di affinità
organizzati ma decine di giovani impreparati che hanno alzato le
braccia (e non fatto per esempio un cordone sottobraccio) per
impedire di avanzare ai BB o per respingerli.
Quando sono ripassati i poliziotti dopo la carica e ci hanno
fronteggiato, una parte si è seduta per terra in sit-in,
nell'incomprensione degli altri che non capivano perchè dovevamo
impedire alla PS di passare di lì.
fonte: mailing list Cerchiodig8
22.07 ore 14.55
Da ciò che si è visto a Genova,
era chiarissimo che il Black Blok era
d'accordo con la polizia. Altrimenti non
si potrebbero spiegare le decine di
episodi nei quali il Blok usciva indenne e gli altri manifestanti erano
caricati. Si parla inoltre di 50-100 infiltrati della polizia nelle
file del
Blok. Se non ci fossero stati accordi penso che quelli del Blok se
ne
sarebbero accorti e li avrebbero allontanati, come hanno fatto i baschi
il 20.
fonte: mailing list lilliput-g8
22.07 ore 13.55
Compagni ed amici. Sono appena tornato da Genova, ed ancora non mi
raccapezzo per quanto è successo in questi tre giorni.
Il disegno criminale è chiarissimo nella mia testa ed ora a
freddo, posso
ragionare. Le cose che ho visto sono da regime e penso non ci si trovasse
di fronte ad
una situazione simile dal ventennio fascista.
Ho visto squadroni di persone vestite di nero e con le spranghe in
mano
uscire dalle file della polizia e distruggere tutto, per poi ritirarsi
in
gran fretta e lasciare spazio alle forze dell’ordine (!)
che
arrivavano tra fumogeni e manganelli. Ho visto l’utilizzo
di gas mai visti prima contro i quali nulla era
efficace e che ti lasciavano addosso i segni del loro passaggio, con
conseguenze fisiche per chi era stato troppo esposto.
Ho visto persone di ogni età massacrate
solo per essere lì a esprimere il
loro dissenso. Ho visto la repressione verso
gli organi di stampa alternativi, che avevano
la sola colpa di dare informazioni veritiere
su come fosse realmente la
situazione. Ho visto la morte di un compagno
che dormiva con noi al Carlini, massacrato
dai carabinieri pe5chè esprimeva il proprio dissenso.
[...]
fonte mailing list adngda
23.07 ore 11.19
Facendo una chiaccherata con un esponente della polizia municipale
, ho
scoperto che venerdi 20 , il black block dopo
aver iniziato a devastare si
è rifugiato in Villa Imperiale -S.Fruttuoso,
è stato visto da alcuni
abitanti che hanno immediatamente telefonato
alla polizia municipale.
Arrivata la pattuglia (con a bordo il mio interlocutore)
e presa la
decisione di non poter intervenire per ovvi motivi
di salvaguardia
personale, è stata chiamata la polizia
.....mai arrivata....
Questo la dice lunga sul comportamento della p.s. riguardo al blocco
nero.....
fonte: email ricevuta dal GSF
23.07 ore 12.38
Ho visto cose inaudite!!
Teppisti totalmente ignorati dalla polizia e
dai carabinieri, anzi assecondati nei loro intenti di distruzione.
Sono a disposizione per testimoniare in qualunque momento. La verità
deve venir fuori e tutti sanno, primi fra tutti i genovesi che erano presenti
dalle finestre delle loro abitazioni!
fonte: mailing list Cerchiodig8
23.07 ore 11.12
Cari Amici,
il 21 a Genova ero nello spezzone abruzzese (con Rifondazione, FIOM,
WWF e altri) alla fine del corteo. Come ormai tutti sanno ci hanno caricato
sul lungomare quando da ormai mezz'ora eravamo seduti e con le mani alzate
(almeno la nostra metà di corteo, sul lato esterno del lungomare
avevamo gli anarchici "ufficiali" che non mi sembra -non ci giurerei-si
siano seduti. In ogni caso tra di loro c'erano diverse persone -una minoranza-
con spranghe e volto coperto. Non mi sembrava il loro servizio d'ordine
perchè non erano sui loro lati ma sparpagliati in mezzo. Comunque
tra di loro moltissimi erano a volto scoperto e tranquilli). Dietro di
loro c'erano i COBAS, con un nutritissimo servizio d'ordine (OTTIMO!, altro
che quello nostro fatto da persone che si tenevano mano nella mano mentre
a dieci centimetri passavano sui marciapiedi spranghe di ogni tipo..),
visto che il giorno prima erano stati pestati dagli sconosciuti neri. Comunque
in quel momento anarchici e COBAS non stavano facendo niente, anche perchè
davanti a loro c'erano manifestanti pacifici (bandiere dei verdi e LAV).
L'elicottero della polizia ci vedeva benissimo e sicuramente ha visto tra
di noi la carrozzina di un disabile. Sono arrivati lacrimogeni dappertutto,
anche dall'elicottero, a decine, e, mentre cercavamo di scappare, cadevano
sia dietro che molto davanti a noi con il rischio di rallentare la fuga.
Abbiamo rischiato di fare la fine dei topi perchè molti sono
stati spinti (anch'io e la mia ragazza) contro il muro laterale del lungomare.
Ho visto arrivare l'autoblindo a lato e, sinceramente, per qualche ora
sono stato in pena a pensare se il nostro amico disabile si era salvato.
Poi ho raccolto le testimonianza di amici di WWF e Amnesty che erano davanti
a noi (insieme a bandiere di LAV e Verdi) che hanno subito il pestaggio
della carica. I ragazzi del WWF si sono salvati letteralmente buttandosi
sulla scogliera (insieme al giornalistra di Repubblica Curzio Maltese che
ha raccontato tutto nel suo corsivo), da cui hanno visto picchiare a terra
numerose persone. Tra queste c'erano almeno due attivisti di Amnesty (una
di L'Aquila).
Siamo scappati indietro per un centinaio di metri quando una parte
del corteo ha svoltato a sinistra su una grande laterale dove c'era da
tempo (li avevamo visti quando siamo passati sfilando circa 45 minuti prima)
un nutritissimo cordone di polizia. Era un'ottima via di fuga preventiva.
Il motivo di questa chiusura laterale mi sfugge completamente, visto che
prima nessuna strada laterale era stata bloccata prima lungo il corteo
e che non vi erano scontri. So solo che mentre eravamo fermi abbiamo deciso
di non retrocedere perchè avevamo paura di indirizzare il corteo
verso quel cordone. Anche durante la fuga molti hanno proseguito indietro
sul lungomare per paura di andare verso i colleghi di coloro che ci avevano
appena caricati senza motivo.
La rabbia delle persone normali era tale che quando siamo passati a
mani alzate accanto a centinaia di poliziotti schierati sulla questa via
laterale molti da soli andavano comunque verso i poliziotti a gridargli
insulti e a chiedere spiegazioni.
Dopo qualche tempo dispersi per Genova senza informazioni su dove andare
ho visto passare una piccolo corteo a mo' di battaglione. Poi un mio amico
mi hanno detto che erano i COBAS e che hanno provocato alcuni danni (bisognerebbe
controllare - ora, luoghi- queste voci con testimoni diretti). Certo essere
picchiati dai neri prima e poi in maniera ingiustificata dalla polizia....avrebbe
fatto saltare i nervi a molti.
fonte: mailing list cerchiodig8
23.07 ore 12.26
non so se questo sia il canale giusto x informarvi di quanto ho visto,ma
io ci provo lo stesso
Venerdi 20 mi trovavo in P.zza Manini x la manifestazione organizzata
credo dall'associazione lilliput e ho visto quanto segue:Vi erano dei
polizziotti a presidiare le griglie che proteggievano la zona rossa
di P.zza
Corveto,verso le ore 15ca io mi trovavo
in P.zza Marsala e mi
dirigevo attravesro via Assorotti verso P.zza
Maninin all'incrocio notavo due
uomini di grossa corporatura vestiti di nero
con un giubbotto di Jeans parlare
con alcuni polizziotti,cosa che notai ma non
mi destò li per li nessuna
preoccupazione,salvo poi rivedere gli stessi
uomini in P.zza Manin girarsi
il giubbotto(all'interno era di un colore
scurro molto simile al nero)
all'arrivo dei famigerati black bloker
, mischiarsi a loro e incominciare
a malmenare chiunque gli fosse vicino.questo
e' piu o meno la ricostruzione
di ciò che ho visto ,anche perche poi ho perso di vista i due
uominia a
causa dell'arrvo delle forze dell'ordine che hanno caricato donne e
ragazzi
inermi e spaventatissini che non centravano nulla con quei teppisti.
fonte: email inviata al GSF
23.07 ore 10.11
Siamo arrivati quasi a p.zza kannedy. Si sentiva nell'aria che c'era
qualcosa che non andava, ogni tanto
c'erano delle onde che spingenvano il grosso corteo indietro, rischiando
di
creare panico. Un ragazzo con il megafono, mentre alcuni urlavano di
andare indietro
perche' arrivava la polizia, diceva di non andare indietro per non
schiacciare i compagnio, meglio prendere le
manganellate piuttosto, lo abbiamo seguito e ci siamo seduti per terra
con le braccia alzate in segno di pace e
urlavano "No alla violenza", è stata la cosa piu' inteliggente
da fare. Ad un certo punto abbiamo visto i
lascimogeni cadere, a me sembrava assurdo,
ripetevo "perche'? che facevamo noi?" , mi sono messo gli occhialini
da
mare, perche' legendo quasta lista sapevo che chi portava le lenti
a contatto poteva avere piu' problemi, li
ho messi e ho messo anche la mascherina. Ci siamo spostati verso il
muro,
mi giro e vedo una scena di guerra, vedo dei Robocop che facevano
impressione e poi i carri armati. I robocop con i manganelli ci
costringevano a stare attaccati ai muri e camminare avanti facendo
mosse con i manganelli, a due ragazzi dietro di
me gli è arrivata una manganellata, alla ragazza che ha urlato
"che ho fatto io? perche?" , io mi sono girato e
ho visto due ragazzi come me, forse colpiti perche' avevano i jeans
e la maglietta nera, ma senza nessuna arma
in mano o passamontagna, forse colpita perche aveva fatto un metro
in piu
dal muro. Vedo un ragazzo sanguinante in volto con un robocop che
lo trascinava tenednolo dal collo, una vecchietta accompagnata da un
graduato che urlava ai robocop di far passare la vecchietta che non
riusciva a respirare. Era una scena incredibile.
Siamo andati indietro, poi verso lo stadio Carlini, abbiamo visto altri
fumi di lascimogeni, abbiamo dovuto alzare il passo, poi siamo arrivati
al Carlini, sapendo che una parte del corteo
era arrivata a destinazione, ma io ero contento cmq di esserci stato,
anche se non sono arrivato dove erano
gli altri. Bella democrazia la nostra. Il resto lo sapete.
fonte: mailing list cerechiodig8
3.07 ore 9.51
In questi giorni mi e' capitato di sentire un paio
di notizie interessanti che per quanto ne so non hanno
avuto alcun seguito, mentre meriterebbe saperne
di piu':
- venerdi' pomeriggio in una trasmissione televisiva
(non ricordo quale) e' stato riferito che la
gente
che abita intorno ad un luogo - dalle parti di
Albaro - in cui c'era un accampamento dei neri,
vedendo che genere di preparativi stavano facendo
con spranghe e altro armamentario, ha avvertito
piu' volte la polizia, ma nessuno si e' presentato
- sabato mattina un tale e' intervento nella
trasmissione radiofonica Prima Pagina, su Radiotre,
riferendo che una sua amica si trovava in un
campeggio (da quello che ho capito era un campeggio
turistico, non uno di quelli dei manifestanti) in
c'erano addirittura alcune centinaia di neri con
tute, caschi ecc., ben visibili a tutti, e anche qui
la polizia non si e' vista; ha anche detto il nome
del campeggio, ma non me lo ricordo
Se fossero confermate, si tratterebbe di notizie
significative a proposito dell'atteggiamento
delle forze dell'ordine.
fonte: mailing list controg8
23.07
C'è un medico del servizio sanitario volontario del G.S.F. con
gli abiti imbrattati di sangue e una grossa garza sulla nuca. Racconta
di essere stato ridotto in quel modo mentre si è buttato a
difendere un altro collega medico (che noi non abbiamo visto li' fuori,
probabilmente era dentro in condizioni piu' gravi).I due erano ai lati
di un corteo che è stato caricato, e vi sono rimasti mentre la polizia
avanzava in modo da soccorrere i manifestanti, ma
la polizia si è accanita anche contro di loro insultandoli nonostante
urlassero di essere dei medici.
fonte: http://web.tiscali.it/rix
22.07 ore 10.19
Con tutti i casini successi ho potuto testimoniare e documentare
fotograficamente un singolare comportamento delle forze dell' ordine
a
Piazza Manin all' arrivo delle Black Block. A fronte di una chiara
individuazione di chi stava distruggendo cose e lanciava su di loro
oggetti
contundenti all' inizio di Corso Armellini la squadra di poliziotti
,
invece di inseguirli lungo il Corso, girava verso passo Bartolmeo dove
incontrava un gruppo di pacifisti rifugiatisi nello slargo, in gran
parte
donne e ragazze, che a freddo sono stata aggredite a manganellate e
una
ragazza e stata gravemente ferita e fermata. L' episodio e stato
testimoniato anche da Elisabetta Zucchi.
Ovviamente i Black Blocks hanno potuto continuare indisturbati a fare
i
loro guasti lungo Corso Solferino. Se pensate che questo piccolo episodio
possa servire a capire quale strategia ha guidato le forze dell' ordine
per
tutelare la citta, sono pronto a testimoniare.
fonte: mailing list lilliput-g8
22.03 ore 4.24
Riguardo a ciò che è successo alle 16, confermo tutto,
io ero nella parte del corteo caricata dalla Polizia,
quella che è stata costretta a retrocedere ed
andarsene... avevamo contrattato un percorso
alternativo... poi hanno detto di no!....
ci hanno detto di retrocedere.... enoi lo abbiamo
fatto, MA LORO CI HANNO CARICATO UGUALMENTE
Principali gruppi coinvolti le sezioni di Rifondazione
di PIstoia Pisa e FIrenze, nelle quali era forte la
presenza di minorenni, donne e anziani.
I FASCISTI QUANDO VEDONO DEI COMUNISTI CHIARAMENTE
PERDONO LA TESTA.....
ALTRA NOTA IMPORTANTISSIMA...
IN PIAZZALE K. NEL POMERIGGIO DEL 20 DEI RAGAZZI
DI
BERGAMO HANNO VISTO I CARABINIERI E LA CELERE
CHE
PRIMA DI PARTIRE A DARE MAN FORTE AI CAMERATI
IN
PIAZZA SI SONO FATTI FARE LE FOTO MENTRE INNEGGIAVANO
AL DUCE E MENTRE FACEVANO IL SALUTO ROMANO...
Giudicate voi.
Enrico che stanotte non dormirà
fonte: mailing list cerchiodig8
ore 9.58
Come previsto la mia associazione, Stato di Allucinazione, costituitasi
per l'occasione in GdA AltaValpolcevera ha partecipato al concentramento
pacifico di Lilliput, di Manin. Quindi abbiamo deciso di partecipare
ai
gruppi no-block che si sono assembrati in via Assarotti. La
manifestazione è andata bene: colorata, pacifica, forse la più
"pericolosa" per i
contenuti che portava, e probabilmente c'era un chiaro interesse per
far si che
questa si disperdesse. Già con l'arrivo del "Pink Block" (altrettanto
festoso e
colorato) si sono verificate le prime scaramucce giù dalle griglie,
e
c'è stata qualche corsetta, frutto dei primi avanzamenti della
polizia, ma
nulla di grave. Quindi con la notizia dell'imminente arrivo del "Black
Block"
(e qui concordo con Carlo Schenone, questi non sono anarchici, bensì
avanzi
di galera) si è deciso di sciogliere la manifestazione e molta
gente ha
ripiegato verso la piazza tematica di Manin, mentre altri sono rimasti
in fondo via Assarotti per continuare il blocco. Il mio gruppo è
risalito
ed ho visto con i miei occhi l'arrivo di questi deliquenti a Manin,
provenienti da Via Montaldo, e la scia di distruzione che si lasciavano
alle spalle.
Quest'orda era aperta da 4 sbandieratori con tanto di tamburi (!!),
vestiti completamente di nero e con caschi con borchie metalliche,
seguiti da
personaggi con mazze, catene e spranghe ed adirittura un tizio aveva
un
carrello del supermercato con dentro un sacco della spazzatura nero,
rigonfio di bottiglie incendiarie.
Arrivati a Manin gli "sbandieratori" si sono
permessi il lusso di fare
anche una sorta di spettacolo a mo di quelli
del palio di Siena....ma stiamo
scherzando? Dov'era la polizia? Com'è
possibile che questi figuri
abbiano potuto rialire impunemente via Montaldo
"armati" senza che nessuno li
bloccasse, tutto ciò è inaudito
se non pensando que questi individui
siano al soldo di qualcuno e che vi sia il chiaro
interesse nel far prevalere
la violenza a danno dei contenuti.
Con l'arrivo del Black Bolck abbiamo ripiegato su circ. a Monte ed
instradato manifestanti provenienti dall'estero e da altre parti
d'Italia, che erano rimasti in balia degle eventi non sapendo bene
cosa fare e
dove si trovassero. Successivamente abbiamo raccolto la testimonianza
(abbiamo il numero
telefonico) di una ragazza rimasta a fare blocco con i lillipuziani
tra
la polizia ed il Black Block in fondo a via Assarotti, che è
stata
calpestata e malmenata dai poliziotti (ed anche insultata) quando questi
hanno deciso
di caricare non curanti dei pacifisti, ma anzi travolgendoli ed infierendo
su di essi.
A mio avviso ieri le forze dell'ordine si sono
macchiate di gravissime
responsabilità, caricando i pacifisti,
sparando ad altezza d'uomo (non
dimentichiamo che un ragazzo di 23 anni è
morto), e lasciando la città
in balia di orde di vandali, mentre erano protesi
a difendere il fortino
che gli 8 "grandi" si sono costruiti.
Che esistessero cittadini di serie A e
di serie B già si sapeva, ma ieri ne è stata data conferma.
[...]
Fonte: mailing list adngda
21. 07 ore 6.00
Segnalo: anche io ero in piazza Manin tra musiche e
danze. L'arrivo dei Black Block ciè stato segnalato
15 minuti prima del loro "trionfale" ingresso. Dopo di
loro, e alle loro spalle, sono sopraggiunte le forze
dell'ordine (ma li stavano scortando?). Ci siamo
schierati ad impedire che i Black Block scendessero
lungo via Assarotti fino al limite con la zona rossa
gremito di gente. Mentre qualcuno di noi andava a
trattare con loro, proprio allora la polizia ha
caricato. Indiscriminatamente. Perchè
si è permesso
che un gruppo di violenti entrasse in contatto
con i
pacifisti? Perchè la polizia non li ha
fermati prima?
Perchè mi sono dovuta improvvisare, insieme
ad altri,
a svolgere quel servizio d'ordine che dovrebbe
essere
sempre garantito durante una manifestazione?
[....]
fonte: mailing list cerchiodig8
21. 07 ore 5.05
non li hanno fermati. hanno lasciato che la situazione degenerasse
indegnamente per sentirsi in diritto di reprimere nel sangue ideali calunniati
di violenza, quando non vogliamo altro che la fine di questi episodi terribili.
fonte: mailing list cerchiodig8
21.07.01 ore 2.14
Notizie dal centro stampa dei magazzini del cotone: gruppi di violenti,
vestiti di nero (i "black block"), stanno salendo verso piazza Manin, la
piazza della non violenza. Ad un certo punto compaiono poche avanguardie,
poco dopo altri, ma in tutto non più di qualche decina. Dopo un
breve giro di consultazione, decidiamo di contrapporci in modo non violento,
per impedire che intrappolino i restanti pacifisti presenti lungo via Assirotti.
La strada è praticamente cieca, tranne due vicoli, e la famigerata
grata laggiù in basso. Ci schieriamo in fila, le mani bianche alzate,
e iniziamo la trattativa. Interviene anche don Benzi. I black capiscono,
promettono di cambiare direzione. Applauso.
Ed ora il caos. Lacrimogeni a pioggia lontano, in mezzo alla piazza,
la polizia sopraggiunge dietro ai black, carica all'improvviso. I
black fuggono per primi, i pacifisti non violenti si radunano ai lati della
strada, le magliette e le mani bianche bene in vista, la testa ed il viso
scoperti. La polizia attacca. Non i black. Sfruttando il panico indotto
dai lacrimogeni si scaglia su di noi, spara ancora lacrimogeni, ad altezza
uomo, ed a questo punto tutti scappano in ordine sparso. Quindi
si cunsuma l'incredibile: le botte piovono su tutti quelli che si sono
accucciati, confidando in un qualche raziocinio dell'azione della polizia.
Tutt'altro: siamo in balia si un esercito di agenti che, mentre i black
continuano a devastare la zona circostante (rovesciando macchine ed incendiando
cassonetti), si accaniscono su di noi.
Ci si perde di vista, ognuno segue un gruppo, in un vicolo, per cercare
di dare tregua ad occhi e stomaco. Finchè la furia non si placa,
ma ancora si vedono gruppetti di celerini picchiare nelle stradine in salita.
Chiediamo
ai poliziotti COSA FARE per evitare questo scempio. Siamo in gruppo con
alcuni francesi, con persone di una certa età. Chiediamo DOVE
ANDARE... "Affanculo", ci risponde il celerino, prima di colpire al viso
un giovane (non un black, questi stavano già sfasciando vetrine
molto lontano da lì). Finalmente ci dicono di defluire
su un lato. Lentamente, senza fidarci troppo, ci allontaniamo, e ci riuniamo,
in salvo.
Bilancio? Giovanni ed Elisabetta malmenati mentre erano accucciati
a terra, tutti noi intossicati dai gas, la delusione di chi pensava di
poter portare il proprio messaggio di non violenza. Non possiamo evitare
di pensare che i conti non tornino, che ci sia qualcosa che non va nelle
strategie delle forze dell'ordine. Perchè questa valanga di teppisti
è arrivata fino a noi? Perchè ha continuato a scorrazzare
per tutti i quartieri fino a sera? Come si giustifica la violenza delle
forze dell'ordine su persone inermi a mani alzate, in un luogo dedicato
alla non violenza?
fonte: mailing list adngda
20 luglio 2001
Ci troviamo verso le tredici e trenta in Piazza Manin e scendiamo in
Via Assarotti dove diversi manifestanti stanno facendo festa. Apprendiamo
che, in accordo con la polizia che presidia il varco di Via Assarotti,
alcune persone possono avvicinarsi alle barriere per appendere cartelli,
palloncini o quant’altro.
Ci rallegriamo di questa situazione che riteniamo di massima tranquillità.
Poco dopo purtroppo, un allarme, vero o falso, ci fa arretrare di molti
metri; cerchiamo rifugio da un pericolo ignoto.
La situazione ritorna tranquilla fino a quando non ci comunicano che
‘gli anarchici?’ erano intenzionati a dirigersi nella zona. Rapidamente
ripieghiamo verso Piazza Manin.
Effettivamente i ‘sovversivi’ arrivano e decidiamo di allontanarci
verso la strada che conduce al Righi. Qualcuno fortunatamente e coraggiosamente
si ferma cercando di sbarrare la strada a questi violenti e riesce ad evitare
che questi si dirigano in Via Assarotti dove stazionano ancora ignari e
pacifici manifestanti.
A questo punto la polizia giunta dalla parte opposta non trova di meglio
che sparare lacrimogeni, spingendo di fatto i ‘sovversivi’ contro chi aveva
fermato la folle corsa, e , subito dopo aggredire i ‘difensori’ dei manifestanti.
Nel frattempo i ‘sovversivi’ hanno modo di allontanarsi, dirigersi
verso l’Ospedale Evangelico e fare tutti i danni che hanno voluto. La polizia
scompare.
Le persone che erano ‘fuggite’ lentamente si riaggregano in Piazza.
Troviamo una signora, non più giovanissima, con la testa fracassata
dalla Polizia. Questa signora accetta i soccorsi dei sanitari presenti,
ma rifiuta, per non essere denunciata di ricorrere all’ospedale. Questo
la dice lunga sulla differenza di feriti fra le forze dell’ordine e i manifestanti
che si rileva per ogni manifestazione.
Ritornano un’altra volta i ‘sovversivi’ ; questa volta attraversano
la Piazza tra i fischi e le urla dei presenti che si ritengono indignati
e defraudati del loro diritto alla manifestazione pacifica. La Polizia
non c’è, o perlomeno non si vede.
Quando tutto è finito da almeno quindici minuti, arrivano da
via Assarotti i militi in tenuta antisommossa. A questo punto decidiamo
di allontanarci perché non sappiamo più se saremo difesi
o attaccati dalle Forze dell’Ordine.
La giornata continua e decidiamo di portarci verso la Foce, come chiesto
dal coordinamento del GFS e (secondo informazioni giunte in piazza) come
consigliato dal Sindaco di Genova. Purtroppo siamo fermati dalle Forze
dell’Ordine prima di Brignole che dichiarano che ‘ il sindaco comanda sino
ad un certo punto’.
Dobbiamo pensare di essere in un ‘regime militare’ in cui la democrazia
può essere sospesa in qualsiasi momento?
Nel frattempo apprendiamo che c’è un morto tra i manifestanti.
Questo ci fa pensare ulteriormente: è
possibile che i Black Block abbiano potuto fare ciò che hanno voluto
e che chi aderisce al GFS non possa nemmeno radunarsi alla Foce senza subire
intimidazioni?
C’è qualcosa che non torna.
Le forze dell’ordine hanno garantito l’incolumità
della zona rossa e non hanno fatto nulla per fermare chi devastava la città.
Senza voler male ai lavoratori poliziotti o carabinieri
che siano, dobbiamo pensare che abbiano ricevuto ordini precisi di lasciar
campo libero ai Black Block per inficiare l’operato dell’insieme del GSF.
Si consideri che i Black Block hanno avuto tempo di distruggere e saccheggiare
negozi, incendiare auto e si sono mossi celermente come chi conosce perfettamente
la città. Le forze dell’ordine al contrario non hanno avuto ‘la
prontezza’ di fermarli. Da considerare inoltre che
sono state effettuate preventive perquisizioni a tappeto e, casualmente,
i Black Block sono riusciti ad evitarle.
Tutto ciò lascia molto perplessi.
Riteniamo che come minimo segnale di distensione debbano essere interrotti
i lavori del G8 e che, per permettere di fare chiarezza sui fatti relativi
alla morte del manifestante, si ‘faccia da parte’ (leggi: DIMETTERSI) il
Ministro degli Interni.
fonte: messaggio ricevuto dal GSF
23.39
Le schiere di mine vaganti non sono state
assolutamente intaccate dalle azioni violente
ed
ingiustificate della polizia.
Anzi, immagino che domani torneranno alla carica pi'
cattivi di oggi.
Sono sicuro che dentro quel gruppo di incappucciati
oggi fossero presenti forze dell'"ordine".
Troppe voci diverse hanno riportato la stessa
impressione.
[...]
Sta di fatto che oggi la polizia ha lasciato di
proposito che un gruppo piccolo di scellerati avesse
la strada libera per distruggere e di conseguenza,
giustificare la carica degil agenti.
Non c'è alcun dubbio che la strategia sia stata quella
di farli convergere verso il grande corteo per
attaccare tutti indistintamente.
fonte: cerchiodig8
ore 19.33
HelpSTATO IMPOTENTE E MENEFREGHISTA! DOVE SONO LE ISTITUZIONI QUANDO
SERVE? CHI DIFENDE LA CITTà E I GENOVESI?
in piazza manin invece la polizia ha caricato
lilliput, rete contro g8 che
si impedivano la bvlak block di andare a devastare
cvia assarotti.
spero almeno che la manganellata che ho preso mi faccia diventare piu'
furbo.
da quello che so io il blocco del varco di piazza portello dei grupi
di
affinita' e rete contro g8 e' terminato dopo 4 ore tranquillamente.
fonte: cerchiodig8
20.07 ore 18.53
HelpBasta! Stanno distruggendo casa mia. Auto incendiate per le strade,
cassonetti distrutti, vetrine disintegrate e uffici divelti, monitor seminati
sull'asfalto, scontri nel mio quartiere a p.zza Tommaseo -abito in via
Trebisonda- p.zza Alimonda, via Montevideo (dove mio padre lavora), la
mia famiglia è chiusa in casa mentre sciami di Delinquenti Bastardi
mettono indisturbati a fuoco casa mia! Fermateli.
Dove cazzo è la Polizia? Hanno solo cacciato le Tute Bianche per
abbandonare il territorio alla mercè di piccoli Bastardi Terroristi
Vandali Maledetti!
[...] fonte: cerchiodi g8
20.07 ore 16.37
Attenzione
Carabinieri travestiti da anarchici.
Cinque carabinieri travestiti da anarchici, con
le spranghe in pugno, sono stati visti parlare con un maresciallo in divisa
davanti alla caserma di piazza Kennedy
fonte: mailing list cerchiodi g8
20.07 ore 15.00
Intorno alle 15.00 tra la stazione di Brignole e piazza delle Americhe
i
primi lanci pesanti di lacrimogeni in reazione, pare, alle azioni del
black block. Incendi e provocazioni che accenderanno i media di nuove
polemiche. Rinnovo un appello alla tranquillità e una presa
di distanza
da ogni azione violenta.
fonte: cerchiodi g8
Prima della tempesta
July 19, 2001 9:19 PM
Festa, una gran festa. Al termine del corteo dei migranti circa 30.000
persone hanno sfilato per le vie di Genova assolutamento in modo
pacifico e festoso.
E' stata una emozione grandissima vedere come a poco a poco la gente
si univa al corteo sciogliendo la tensione creata in questi giorni da
chi continua a non volere credere che c'e' un movimento ormai ampio
che grida che questo sistema economico uccide, che questo sistema si
puo' cambiare! Se c'e' una immagine che ricordero' per sempre e'
quella di una donna anziana che dalla sua finestra e' scoppiata in
lacrima vedendo i lillipuziani sotto casa che la salutavano al grido
'Genova libera'
[...] C'e' molta attesa per domani quando
molte realta' proveranno a violare la zona rossa con azioni
dimostrative. Speriamo che il clima non violenza e rispetto per la
citta' si mantenga come espressione di forza del movimento. E questo
e' sicuramente chiaro per la rete di Lilliput.
n.b. i trentini a genova sono diventati 16 da oggi e stanno tutti bene
ospiti dei meravigliosi amici di Genova.
Fonte: mailing list cerchiodig8