PROCESSO AI 25 MANIFESTANTI - Le motivazioni

9.1 Il Blocco Nero - il percorso > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > 1 | 2 | 3

Il Blocco Nero
Il Percorso

1. I termini “Blocco Nero” e “Black Block” sono ormai di uso comune nei mezzi di informazione e genericamente sono riconducibili a manifestazioni di protesta condotte in più occasioni da persone riunite in gruppo, travisate e vestite di nero, autrici di danneggiamenti diffusi.
Non si tratta di persone note che preannunciano le proprie forme di protesta alle Forze di Polizia, della loro organizzazione o delle loro organizzazioni nonché dei loro intendimenti ed attività non esiste una qualche forma di pubblicità legalmente riconosciuta.
Un teste, Luca CASARINI, li ha definiti un tipo di “strategia” più che un’organizzazione.
Come chiarito dai testi (AGNOLETTO, BOLINI, CASARINI), i Black Block non facevano parte del Genoa Social Forum, non avevano aderito alle manifestazioni di questo, agivano separatamente e in alcuni episodi si contrapposero agli aderenti al GSF.
Gli atti di questo processo non consentono di individuare la natura, l’organizzazione, l’ampiezza di questo fenomeno.
Dalla relazione presentata dall’On. Graziella MASCIA al Comitato Parlamentare d’Indagine sui fatti accaduti in occasione del vertice del G8 (prod. difesa 4.12), che riprende dichiarazioni rese in quella sede dai Prefetti LA BARBERA e ANDREASSI, si apprende come le informative segnalavano la provenienza dei cosiddetti black block dagli “ambienti anarchico-insurrezionalistici italiani e stranieri”.
Al Blocco Nero si può fare riferimento ai fini di questo procedimento solo nella misura in cui le prove raccolte consentono di individuare un gruppo piuttosto nutrito di manifestanti caratterizzati dal travisamento, dal colore nero prevalente nell’abbigliamento, dall’uso di segni distintivi, striscioni, bandiere di colore nero, dalla condotta altamente distruttiva di strutture dell’arredamento urbano, di esercizi commerciali, uffici ed autoveicoli.
Il riferimento al Blocco Nero o ai Black Block (BB) avviene pertanto in questi atti per semplicità di riferimento da parte delle fonti di prova acquisite e non perché sia stato svolto uno specifico accertamento circa l’esistenza di una organizzazione così denominata e sui suoi appartenenti.
Questi risultano essere comparsi in un determinato luogo ad una certa ora, essere stati raggiunti da un folto gruppo di persone dalle caratteristiche simili accompagnate da striscioni, bandiere rosse e nere raffiguranti organi del corpo umano e da una curiosa componente musicale, i c.d. “tamburini”.
Si tratta in quest’ultimo caso di persone parimenti travisate e vestite di nero che suonavano dei tamburi, inscenavano dei caroselli e davano insomma un tono militaresco al procedere del corteo del Blocco Nero, che accompagnavano nel percorso seguito lungo le vie della città.
Appare importante rilevare che le manifestazioni svolte nei giorni 20 e 21 luglio dai componenti del Blocco Nero non erano state oggetto di preavviso all’Autorità di Pubblica Sicurezza, la quale pertanto poteva impedirle (art. 18 co. 4 T.U.L.P.S.) mediante la forza pubblica, soprattutto considerando che durante queste manifestazioni si verificarono fatti che integravano pienamente i requisiti per lo scioglimento previsti dagli artt. 20 e 21 del testo unico (manifestazioni o grida sediziose o lesive del prestigio dell’autorità, manifestazioni che possono mettere in pericolo l’ordine pubblico o la sicurezza dei cittadini, la commissione di delitti).
Si può ancora rilevare come, a differenza degli altri manifestanti che nei giorni di Genova protestano contro il Vertice del G8, i componenti del Blocco Nero esprimono una forma di protesta esclusivamente “materiale”, esplicitata cioè non attraverso messaggi verbali, pubbliche prese di posizione sui grandi problemi del mondo contemporaneo, ma attraverso comportamenti fattuali materializzatisi esclusivamente in attività distruttive.
I Black Block non cercano sistematicamente il contatto con le Forze di Polizia, che incontrano solo in poche occasioni [6] o la contrapposizione con altre forme di protesta, che incontrano direttamente solo in Piazza Manin: il loro si può leggere come il messaggio di una protesta “globale”, totalizzante, distruttrice di tutte le cose che incontrano.
Così facendo lasciano lungo il proprio percorso un paesaggio fatto di macerie: banche e negozi distrutti e svuotati, auto e barricate incendiate e un profondo senso di insicurezza, in altre parole la turbativa dell’ordine pubblico, che proietterà i propri effetti anche sugli scontri del pomeriggio del 20 luglio, rendendoli in qualche modo più gravi.
Per questo sarebbe un errore minimizzare la portata delle condotte di queste persone in base al dato fattuale che queste mostrano di colpire, anzi di accanirsi, solo contro le cose, manifestazioni esteriori del diritto di proprietà.
Ciò che è accaduto a Genova in quei giorni va letto non solo in sequenza cronologica ma anche secondo una sequenza “logica” nella quale ciò che viene fatto precede quanto avviene successivamente non solo temporalmente, ma anche nella coscienza e nella consapevolezza dei protagonisti al di là della prova, che qui manca, che le condotte dei diversi gruppi potessero essere in qualche modo raccordate o coordinate tra loro.

2. I primi episodi rilevanti avvenuti la mattina del 20 luglio 2001 sono stati ricostruiti sulla base delle comunicazioni registrate dalla Sala Operativa della Questura e delle immagini delle telecamere del traffico [7].
Essi vedono come teatro una zona spazialmente molto limitata tra Piazza Paolo da Novi a ponente e Piazza Tommaseo a levante, tra Via Tolemaide a monte e via Siria verso mare, si tratta di un’area posta completamente al di fuori della ZONA ROSSA.
Via Tolemaide corre da levante verso ponente, si trova a monte ed è parallela a Corso Buenos Ayres, Corso Torino va da mare verso monte, incrociando prima Corso Buenos Ayres, quindi Via G. Tommaso Invrea e poi Via Tolemaide, Piazza Savonarola si trova nella zona dell’incrocio tra Corso Torino e Corso Buenos Ayres.
Proseguendo verso ponente per un breve tratto, sul lato mare di Corso Buenos Ayres si trova Piazza Paolo da Novi.
Quest’ultima è collegata a Piazza Savonarola anche da Via Siria, parallela verso mare di Corso Buenos Ayres.



In Piazza Paolo da Novi era stata preavvisata una manifestazione statica, una “piazza tematica”, dei COBAS.
Qui non vi era presidio di Forze di Polizia, mentre un piccolo contingente di Agenti di P.S. si trovava nella parte terminale di Corso Buenos Aires lato ponente [8] e un contingente di Carabinieri si trovava all’incrocio tra Via Pisacane e Via della Libertà [9].
3. Alle 10.39.25 perveniva alla S.O. della Questura una telefonata che segnalava in via Carrara a Quarto una decina di persone che aveva aperto un tombino, recuperando da esso dei corpi contundenti sottratti nella notte precedente alla ditta ASTER, quindi quelle persone si erano dirette verso il centro città [10].
Alle 11.33.39 la S.O. riceveva sul canale 113 la telefonata di un privato che segnalava circa duecento persone armate con bastoni e travisate che da Via Tolemaide si dirigevano verso Corso Torino.
La telecamera del traffico SAVONAROLA si trova esattamente sopra l’incrocio tra Corso Torino e Corso Buenos Ayres, è di tipo orientabile e può riprendere Corso Torino nelle due direzioni monte e mare e Corso Buenos Ayres sia verso levante sia verso ponente [11].
Alle 11.21.26 (reperto 57A clip 64) inquadrava un furgone con cassone bianco e alcuni manifesti appiccicati sul cassone mentre faceva il proprio ingresso in Piazza Paolo da Novi.
Dalle ore 11.40.00 alle ore 11.42.25 (reperto 57A clip 66) la telecamera ritraeva un numero consistente di manifestanti che si dirigevano verso Piazza Paolo da Novi.
Alle ore 11.42.10 la S. O. della Questura riferiva di aver ricevuto la segnalazione della presenza di alcuni manifestanti che in Piazza Paolo da Novi si stavano mettendo caschi e maschere e chiedeva una verifica all’elicottero (POLI48, trascrizioni vol. II pag. 126).
Si tratta della prima segnalazione di questo genere di manifestanti in Piazza da Novi.
Il teste ZAMPESE ha messo in evidenza come l’aggregazione di persone armate sia relativa solo alle persone che si dirigevano in Piazza Paolo da Novi, mentre nel resto della città venivano in quel momento segnalati solo manifestanti pacifici.
Nello stesso periodo di tempo, alle ore 11.45, la telecamera SAVONAROLA mostrava in piazza Savonarola la presenza di un gruppo di manifestanti vicino ad un cantiere.
Questo cantiere è collegato a piazza Paolo da Novi da via Siria (su questi fatti vedi il paragrafo 8) e le immagini mostrano flussi di persone che si spostano tra queste due piazze.

4. Come si è detto, alle 11.21.26 veniva ripreso (telecamera SAVONAROLA reperto 57A clip 64) l’ingresso ed il posizionamento in Piazza Paolo da Novi di un furgone con cassone bianco proveniente da levante.
La stessa telecamera (reperto 57A clip 68) registrerà alle successive ore 12.00.17 il momento in cui il furgone lascerà la piazza.
Il reperto filmato 210 (da 00.00.50 a 00.03.55) [12] mostra Piazza Paolo da Novi e il furgone già ripreso dalla telecamera SAVONAROLA.
Si tratta di un autocarro furgonato con cabina blu e cassone bianco, sopra al cassone si vedono dei manifesti.
Il mezzo si trova nella medesima posizione delle immagini della telecamera SAVONAROLA (quindi le riprese del reperto 210 avvengono tra le 11.21.26 e le 12.00.17) ma viene filmato da prospettiva diversa da quella di quest’ultima.
Davanti al furgone si vede un soggetto con casco bianco, maglietta verde priva di maniche, pantaloni scuri, si trova all’altezza della cabina del furgone.
La P.G. (teste ZAMPESE) ha individuato nelle immagini del reperto 210 altri manifestanti che si vedranno seguire i movimenti del Blocco Nero, tra questi:
- al minuto 00.56 un soggetto al centro dell’immagine che indossa una canottiera scura, un maglione annodato in vita e sta demolendo le recinzioni dei giardini;
- dietro di lui vi è un soggetto con casco giallo non indossato, una maglia bianca e una sciarpa rosa;
- al minuto 01.07 un soggetto con maglia bianca, zaino sulla schiena, travisato con fazzoletto blu;
- al minuto 01.52 un soggetto vestito di scuro, con tuta e maglia blu, passamontagna scuro, occhiali da sciatore con la scritta BRICO, mascherina antipolvere bianca, questi si trova insieme al soggetto con casco bianco, maglietta verde senza maniche di cui sopra;
- al minuto 02.07 un soggetto posto a fianco della bandiera, indossa un casco giallo antinfortunistico, maglia cobalto a maniche corte;
- al minuto 02.32 un soggetto con casco antinfortunistico giallo, maglia rosa stinta, mascherina trasparente, zaino nero a tracolla.
Nelle immagini di questo e di altri reperti si vedono i manifestanti che si sono travisati e iniziano a porre in essere una sistematica opera di demolizione dell’arredo urbano, disselciando le mattonelle della pavimentazione, le pietre ottenute verranno poi messe negli zaini o dentro i cassonetti della spazzatura in seguito usati per costruire le barricate [13].
Alle ore 11.29.58 la telecamera SAVONAROLA ritraeva l’arrivo in Piazza Paolo da Novi di una mucca in gesso giallo.
Il filmato reperto 192-5 [14] (da 02.13.19 a 02.15.49) mostra alcune fasi della demolizione dell’arredo urbano di Piazza Paolo da Novi, si vedono anche il furgone di cui sopra e sullo sfondo dell’immagine a destra si nota la mucca in gesso giallo (00.07 dall’inizio del filmato) [15].
Questo filmato consente di individuare, tra gli altri, al minuto 01.04 un soggetto con zaino giallo e blu intento a disselciare il pavimento.
La mucca in gesso giallo risulta essere stata trasportata in questa piazza da un trattore condotto dal teste Giovanni Battista DAGNINO.
Questi (visibile nelle immagini del filmato a secondi 00.23 dall’inizio con indosso un cappello giallo) risulta aver fotografato le attività di demolizione degli arredi urbani e le sue foto costituiscono il reperto 214 [16].
Le foto 18 e 19 ritraggono il furgone di cui sopra in Piazza Paolo da Novi: il teste ha ricordato che aveva già visto e fotografato (foto n. 5) quello stesso furgone il giorno precedente durante il corteo dei MIGRANTES.
In Piazza Paolo da Novi DAGNINO ha affermato di aver visto che alcune persone presenti sul furgone consegnavano a quelle a terra aste di bandiera e bastoni: si trattava di pezzi di legno allungato, rotondi o ovali, nuovi e levigati che qualificava come manici di attrezzi agricoli nuovi.
Il teste Giacomo Ortensio AMADORI, giornalista di Panorama sentito all’udienza del 29/9/2004, era arrivato in Piazza Paolo da Novi poco prima delle 11 e vi rimase tra i 30 e i 40 minuti.
Qui AMADORI trovò una situazione inaspettata perchè gli appartenenti ai COBAS erano sottorappresentati mentre vi erano decine di ragazzi, travisati e coperti da imbottiture, intenti a smontare le ringhiere delle aiuole e a procurarsi dei sampietrini [17].
Nella piazza vi erano alcune centinaia di persone.
Anche AMADORI vide il camioncino bianco posto tra Piazza Paolo da Novi e Corso Buenos Aires dal quale venivano prelevati due sacchi contenenti qualche decina di bastoni.
I bastoni venivano portati dal furgoncino fino a dietro uno striscione degli anarchici toscani.
Il teste vide la preparazione di bottiglie Molotov: si trattava di bottiglie di plastica e forse anche di vetro, che venivano confezionate nelle aiuole.
Nella Piazza Paolo da Novi non vi erano contingenti di polizia, questi si trovavano invece in fondo a Corso Buenos Aires, davanti al cinema Augustus a presidio della ZONA ROSSA e venivano insultati dai manifestanti.

5. La telecamera SAVONAROLA alle ore 11.42.08 (reperto 57A clip 66) inquadra come si è già detto Corso Buenos Aires verso ponente.
Piazza Paolo da Novi si trova a sinistra dove vi è il maggior raggruppamento di persone e dove si nota anche il cassone bianco con manifesti appartenente al furgone di cui sopra.
In queste immagini la Digos (teste ZAMPESE) ha individuato il soggetto a destra del teleschermo che provenendo da Corso Buenos Ayres si vede entrare in piazza Paolo da Novi.
Questi si presenta con capelli lunghi tipo rasta ed un oggetto blu di lato, che in seguito si rivelerà essere uno scudo, il giovane è stato identificato dalla Polizia Giudiziaria in FA [18].
L’individuazione della persona poi identificata in FA è resa possibile dai seguenti particolari (teste ZAMPESE):
- nel reperto 70 H OGG SO X 7T [19] (relativa al danneggiamento di una vetrina dell’agenzia FIRPO) il giovane presenta capelli lunghi, annodati a treccia tipo rasta, indossa una maglietta nera a maniche corte con il disegno bianco di un volto nella parte anteriore, in vita porta annodata una giacca tipo tuta di color nero, veste pantaloni neri e scarponcini neri, porta tre bracciali sul braccio destro,
- nel reperto 65D G8 12 [20] il soggetto poi identificato in FA ha con sé uno scudo: questo scudo viene portato da FA in tutti i suoi spostamenti e consiste in un’insegna azzurra con il marchio della casa automobilistica CHRYSLER (un pentagono bianco nel quale è inserita una stella a cinque punte) sul quale è apposta con del nastro rosso la A di anarchia.
Le immagini della telecamera SAVONAROLA mostrano FA che si dirige verso i giardini al centro della piazza (alle ore 11.42.10 che è anche l’esatto momento nel quale la Sala Operativa della Questura chiede una verifica dei soggetti mascherati ed armati su questa piazza) [21].
La foto n. 20 del reperto 214.1 [22] scattata dal teste DAGNINO documenta una fase del disselciamento della pavimentazione dei giardini.
Tra i diversi soggetti visibili (tra i quali il soggetto con lo zaino giallo e blu e i capelli biondi già visto nel reperto 192-5 al minuto 01.04) si nota sullo sfondo a destra uno scudo della casa automobilistica CHRYSLER sul quale è stata riportata la A di anarchia con del nastro rosso, colui che porta in mano lo scudo è stato identificato in FA.
Le successive foto 21, 22 e 24 del medesimo reperto documentano il travisamento dei soggetti e l’opera di demolizione dell’arredo urbano come anche di smontaggio di alcuni cartelli stradali presenti sulla piazza.
Il contesto che ritrae FA è dunque quello della demolizione degli arredi urbani di Piazza Paolo da Novi.
Altri reperti filmati consentono di ricostruire le condotte tenute da FA in Piazza Paolo da Novi a partire dal momento del suo arrivo alle ore 11.42.08 fino alle 12.00.28, quando viene ripreso fuori da quella Piazza.
In particolare il filmato reperto 192-14 TPO [23] (da 01.55.07 a 01.57.03) riprende una fase della demolizione dell’arredo urbano di Piazza Paolo da Novi.
A secondi 05 del filmato si vede FA chino e intento a procurarsi dei corpi contundenti.
Egli è riconoscibile perché indossa scarponcini neri o comunque scuri, una maglietta nera e porta i capelli stile rasta annodati dietro.
A minuti 1.20 dall’inizio del filmato si vede FA che svelle un cartello stradale insieme ad altre persone.
L’imputato si identifica nel soggetto più esterno appeso al palo (minuto 01.30) si riconosce anche la maglietta scura con un disegno bianco di un volto sul davanti.
Sulla sinistra dell’immagine appena sopra la scritta della telecamera si vede lo scudo bianco e blu dell’imputato.
Le pietre vengono raccolte e portate via.
Al minuto 01.36 si vede bene lo scudo con lo stemma della CHRYSLER in rilievo appoggiato ad una ringhiera divelta.
Dal filmato risulta che FA ha agito nel contesto spazio temporale delle azioni degli altri soggetti del Blocco Nero.
In queste immagini del reperto 192-14 TPO oltre a FA si notano altri soggetti intenti a procurarsi corpi contundenti che la P.G. ha individuato come appartenenti al Blocco Nero e seguito nelle immagini nel corso dei loro spostamenti.
In particolare al minuto 01.20 vicino a FA si vede il soggetto con maglietta verde senza maniche e pantaloni scuri già visto con un casco bianco davanti al furgone nel reperto 210.
Al minuto 01.39 si nota il soggetto vestito di scuro con tuta e maglia blu, passamontagna scuro, occhiali da sciatore con la scritta BRICO e mascherina antipolvere bianca, già ripreso nelle immagini del reperto 210 al minuto 1.52 e ss.
Al minuto 01.43 si nota il giovane con capelli biondi e zaino giallo e blu già ritratto nel reperto 192-5 a 01.04 e nella foto 20 di DAGNINO (reperto 214.1).
La scena nella quale FA sta svellendo il palo della segnaletica stradale è oggetto anche del reperto 192-25 [24], da 01.15.13 a 01.15.48.
Nel contesto generale della demolizione dell’arredo urbano di Piazza Paolo da Novi si nota la condotta del FA relativa proprio al palo suddetto.
Al minuto 00.14 lo stesso è visibile in viso perché non è travisato, ha un abbigliamento scuro, i capelli sono lunghi tipo rasta, indossa una maglia nera con il disegno di un volto nella parte anteriore.
A sinistra vicino al palo si vede lo scudo appoggiato sul manto erboso (00.26), mentre a 00.31 vicino a FA si nota il soggetto già visto con gli occhiali da sciatore marca BRICO.
La telecamera del traffico SAVONAROLA (reperto 57A clip 68 dalle ore 12.00.00 in avanti) riprende il momento nel quale il furgone esce da Piazza Paolo da Novi (ore 12.00.15) [25] e quello nel quale anche FA si trova fuori dalla piazza, ormai giunto in Corso Buenos Ayres (ore 12.00.28).
In questa immagine FA si trova in basso sul teleschermo, di lui si notano i capelli lunghi, la capigliatura, la maglia nera e le basette.
Nelle stesse immagini si vede un soggetto con la maglia gialla uscito anch’egli da Piazza Paolo da Novi.

6. Il reperto 210 nelle immagini già indicate mostra alcuni manifestanti mentre demoliscono l’arredo urbano.
Come si è già rilevato (paragrafo 4), la P.G. ha individuato in queste immagini numerosi soggetti che si vedranno anche in seguito tra i protagonisti delle condotte del Blocco Nero.
Sullo sfondo dell’immagine si vede continuativamente il furgone tg. AK331CR e questo dato consente di collocare cronologicamente l’opera di demolizione tra le 11.21 e le 12.00.
Al minuto 01.36 vengono divelti alcuni pali della segnaletica stradale e viene disselciata la pavimentazione di Piazza Paolo da Novi.
L’attività di queste persone appare chiaramente finalizzata a procurare a sé pietre, pezzi di asfalto, bordi e ringhiere di aiuole, panchine: tutto materiale da usare come corpi contundenti da lanciare e per la creazione di ostacoli stradali (le ringhiere metalliche che si vedranno poste sulla sede stradale di Corso Torino, cfr. ad es.: reperto 150-3 La7e reperto 70H OGGS37OS [26]).
Dato il numero di persone intento a tale attività e l’ampiezza dell’opera di danneggiamento gli effetti di questa hanno comportato la rimozione di mq. 30 di pavimentazione stradale e la totale demolizione degli arredi urbani della piazza, resi del tutto inservibili al loro uso normale e come tali sostituiti nei giorni successivi al termine delle manifestazioni (cfr. teste ZAULI, Direttore del Settore Parchi e Giardini del Comune di Genova, che ha indicato in £. 25.215.500 l’ammontare dei danni subiti nella piazza).

7. Il GSF aveva preannunciato in Piazza Paolo da Novi una manifestazione statica, una piazza tematica, organizzata dai COBAS.
La relazione presentata dall’On. MASCIA al Comitato Parlamentare di Indagine (pag. 35) ricorda che al momento di raggiungere la piazza i primi manifestanti la trovarono già occupata dai Black Block.
Tra le 11.30 e le 11.45 gli avvenimenti erano precipitati: alcune decine di giovanissimi, senza segni distintivi evidenti, avevano iniziato a lanciare contro il reparto di Polizia, schierato in Corso Buenos Aires, oggetti ottenuti da un cantiere e sradicando la pavimentazione della piazza. almeno un esponente dei COBAS era stato ferito.
Quindi era sopraggiunto un corteo di circa duecento persone e il reparto di Polizia era intervenuto.
A questo punto i manifestanti pacifici si erano allontanati verso mare lasciando completamente la piazza [27].

8. Verso le ore 11.45 all’incrocio tra Corso Buenos Aires e Corso Torino vengono rilevati altri analoghi preparativi finalizzati al travisamento ed all’armamento dei manifestanti e alcuni cittadini ne informano la Sala Operativa della Questura.
Con la telefonata ricevuta sul canale 113 alle ore 11.44.25 un cittadino informa la Polizia dello spostamento di alcuni cassonetti e dello smontaggio delle impalcature di un cantiere tra Corso Buenos Ayres e Corso Torino.
Si tratta di un cantiere della ditta Edilfari apposto quel giorno al civico 40 r di Piazza Savonarola, sull’angolo destro di questo edificio in prossimità di via Siria [28].
Come si è già visto Via Siria collega Corso Torino e Piazza Savonarola da un lato con Piazza Paolo dall’altro da Novi, si tratta di luoghi molto vicini tra loro e quel mattino vi era un continuo flusso di persone in entrambe le direzioni.
In atti vi è una comunicazione della Sala Operativa della Questura alle ore 11.46.34 che informa come tra Corso Torino e Corso Buenos Ayres stia succedendo qualcosa.
Sotto un profilo cronologico vi è coincidenza tra il messaggio radio inviato dalla Sala Operativa all’elicottero della Polizia relativo ai soggetti travisati in Piazza Paolo da Novi (delle ore 11.42.10) e le comunicazioni relative al cantiere di Piazza Savonarola (delle ore 11.44.25 e 11.46.34).
La telecamera del traffico SAVONAROLA riprende l’episodio relativo al cantiere.
Delle immagini riprese da questa telecamera rileva il reperto 57A nelle clips 67 (dalle 11.45.00) e 68 (dalle 11.54.00).
In questo momento nell’area dell’incrocio tra Corso Torino e Corso Buenos Ayres la P.G. (teste ZAMPESE) ha individuato diversi soggetti visti vicini, comunicare tra loro, poi notati agire di concerto e in maniera organica in relazione al cantiere della Edilfari.
Da 11.45.14 in poi la telecamera inquadra, dapprima solo sullo sfondo, la protezione arancione del cantiere di Piazza Savonarola e poco dopo si notano apparire sulla sinistra nei pressi del cantiere due persone in seguito identificate negli imputati CM e VV.
CM [29] si presenta con una maglia verde a maniche corte, un maglione blu legato in vita, i pantaloni scuri a fuseaux neri che finiscono poco sotto il ginocchio, scarponcini, marsupio multitasca in vita, è travisata da un foulard di tipo etnico, in testa porta una mascherina trasparente, in alcune immagini impugna un bastone che ha la parte dell’impugnatura fasciata con qualcosa di bianco e porta un casco color viola o azzurro elettrico con inserti gialli, a volte indossato a volte legato alla cintola.
VV è vestito con una felpa blu con cappuccio ed un disegno bianco nella parte posteriore, indossa una mascherina antipolvere bianca e pantaloni verdi, porta occhiali da vista, in alcune immagini lo si vede con guanti da manovale gialli ed un casco integrale bianco.
Nel palazzo sullo sfondo si notano le vetrine dell’agenzia FIRPO, ancora intatte, dietro l’angolo del palazzo si trova Via Siria.
Le immagini mostrano all’interno del cantiere un soggetto con maglia gialla da portiere di squadra di calcio, contrassegnata cioè dal numero 1 in rosso sulla schiena.
Questa maglia presenta anche un ovale rosso nella parte anteriore e maniche nere.
Si tratta di soggetto che partecipa attivamente alle attività illecite del Blocco Nero e che quindi compare in più immagini, significativamente vicino agli imputati CM e VV.
Questi tre ed altri sembrano anzi formare un gruppo abbastanza compatto nei propri movimenti attraverso la città e dalle condotte del tutto omogenee, sono infatti presenti in maniera ricorrente nel corso dei diversi episodi che hanno come protagonista il Blocco Nero da Piazza Savonarola fino all’assalto al carcere di Marassi e poi alla zona di circonvallazione a monte.
La P.G. (teste ZAMPESE) ha indicato questo come il “gruppo CM” dal nome dell’imputata identificata per prima.
Il soggetto in questione (indicato dalla P.G. nel soggetto “A” del “gruppo CM”) si caratterizza appunto per la maglia gialla da portiere, in più immagini indossa un casco integrale bianco e sotto un passamontagna nero o un fazzoletto rosso [30], porta uno zaino grigio e nero.
A ore 11.46.48 e poi a 11.48.54 (clip 67) si nota questo soggetto senza casco ma con il passamontagna nero.
Sempre nello stesso contesto la P.G. ha individuato due altri soggetti, indicati con le lettere B e C, che sembrano far parte del medesimo gruppo di CM, VV e A.
Il soggetto B porta un passamontagna scuro, pantaloni scuri, giubbotto blu, casco blu con striscia rossa nella parte posteriore, al centro del casco vi è un adesivo, alla cintola ha un portaoggetti di tipo militare e viene individuato nell’immagine della clip 67 (reperto 57A telecamera SAVONAROLA delle ore 11.45.58) in mezzo ad alcune persone con Kway arancione.
Il soggetto C porta un casco arancione antinfortunistico con la scritta “G8”, felpa azzurra con maniche più scure e pantaloni verdi (clip 67 ore 11.45.49).
Nel corso della giornata e degli avvenimenti A, B, C, CM e VV vengono più volte ripresi vicini mentre si muovono nel medesimo luogo e contesto e agiscono in maniera organica e speculare, si avvicinano e parlano tra di loro, in altre parole paiono stare insieme [31].
Le immagini della clip 67 mostrano come i manifestanti hanno accatastato vicino all’albero dei corpi contundenti prelevati verosimilmente dal cantiere (11.45.38) CM compare sulla sinistra dell’immagine (11.45.58 e ss.) è riconoscibile per la maglia verde e in mano porta un bastone con l’impugnatura fasciata di bianco (particolare meglio visibile a 11.53.51).
Davanti a CM si vede VV con la felpa che reca un disegno nella parte posteriore.
A e VV appoggiano i propri caschi vicino all’albero, poi si dirigono verso il cantiere, A vi entra per primo, VV sale sulle impalcature (11.46.44).
Da qui e per alcuni minuti VV passa ad A, rimasto a terra, le tavole di legno che smonta dai ponteggi.
Il cantiere viene saccheggiato.
Mentre viene svolta questa operazione CM staziona davanti al cantiere (11.47.27 e 11.47.33), vicino a lei si nota B (11.47.49).
Alle 11.52.58 VV è sceso dall’impalcatura, di fronte a sé ha CM.
La clip 68 (dalle ore 11.54.00) inquadra ancora CM con in mano il bastone, il casco azzurro elettrico/viola con inserti gialli legato alla cintola, un marsupio alla cintola, la maglietta a maniche corte, un guanto ignifugo alla mano sinistra, una maschera trasparente ed un foulard che la travisa.
Dietro di lei si vede VV travisato con mascherina antipolvere bianca, brandisce il manico di un piccone, indossa una felpa blu con cappuccio ed un disegno al centro della parte posteriore (ore 11.54.31), un paio di guanti da manovale gialli, pantaloni verdi.
In mano l’uomo tiene un casco integrale bianco (11.54.10), porta gli occhiali.
Alle ore 11.55.23 si nota sullo sfondo l’edificio con l’agenzia FIRPO non ancora danneggiata, si vede l’albero dove sono stati accatastati alcuni corpi contundenti e altri manifestanti già muniti di bastoni e simili.
Quindi si vedono i manifestanti spostarsi dal cantiere verso Piazza Paolo da Novi percorrendo Corso Torino, tra questi c’è A seguito a distanza di pochi secondi dalla CM.
VV invece rimane ancora per qualche minuto vicino all’albero e ai corpi contundenti ivi accatastati: lo si vede con il casco bianco integrale e girato di schiena (11.58.31).
Le persone del gruppo CM si sono trovate insieme nello stesso luogo per quasi dieci minuti.

9. In Corso Buenos Aires, all’altezza di Piazza Paolo da Novi la telecamera SAVONAROLA inquadra i primi cassonetti messi dai manifestanti a costituire barricate, riempiti con le pietre prelevate nella piazza.
Come si è visto, alle 12.00.17 la telecamera SAVONAROLA (reperto 57A clip 68) inquadra il furgone tg. AK331CR mentre esce da Piazza Paolo da Novi.
Contemporaneamente (alle 12.00.28) anche FA lascia quella piazza percorrendo Corso Buenos Aires.
Un secondo dopo si vede anche A che torna verso il cantiere di Piazza Savonarola.
Anche VV ed altri del gruppo CM sono ritornati presso il cantiere (12.03.50), dove alcuni si travisano (clip 69 da 12.08.15 in avanti).
In particolare, sulla sinistra di VV si vede B che (12.03.50) è travisato da un passamontagna nero ma è senza casco e si trova vicino ad A.
L’Agenzia FIRPO non risulta ancora danneggiata (12.08.07), poco dopo davanti ad essa arriverà il furgone.
A questo punto proveniente da Piazza Tommaseo, cioè da levante irrompe sulla scena un corteo di manifestanti vestiti di nero (telecamera SAVONAROLA ore 12.08.23).
Si tratta di un corteo segnalato alla Sala Operativa della Questura sia da telefonate di privati cittadini (delle ore 11.54.15 che indica la presenza di circa 150 persone armate e travisate nella zona di Albaro in Valletta Cambiaso e delle ore 12.03.58 che indica un gruppo di anarchici in Via Albaro [32]) sia dall’elicottero della Polizia di Stato in una comunicazione registrata alle ore 12.05.18.
il personale di quest’ultimo comunica la presenza di circa 250 persone tutte armate con caschi, bastoni e spranghe che scendono le scalinate che da Via Trento portano in Piazza Tommaseo [33].
La Sala Operativa della Questura alle ore 12.05.50 risponde facendo espresso riferimento alla presenza di manifestanti in Piazza Savonarola intenti a mascherarsi e armati di spranghe e bastoni, nonché ad altri 200/250 in piazza Tommaseo.
Alle ore 12.08.23 la telecamera SAVONAROLA puntata in direzione levante documenta il sopraggiungere del corteo proveniente da Piazza Tommaseo.
Il corteo è evidentemente composto da alcune centinaia di persone vestite in modo omogeneo di scuro, completamente travisate, armate con corpi contundenti.
Esso è accompagnato da diverse bandiere nere e rosse, simboli anarchici, in testa reca uno striscione nero con la scritta bianca “SMASH”.



Il reperto 158 [34] (da minuti 02 a 03.20) documenta con riprese dal basso il passaggio del medesimo corteo davanti all’incrocio con via Casaregis, la maggior parte dei componenti è armata con corpi contundenti.
Il teste AMADORI, uscito da Piazza Paolo da Novi ha ricordato di essersi trovato in Corso Buenos Aires vicino allo striscione degli anarchici toscani quando la folla dei manifestanti si era aperta in due ali e vi era stato un boato di esultanza perché come dal nulla era comparso un gruppo di circa 300 ragazzi vestiti di nero muniti di passamontagna, felpe e di uno striscione con scritto SMASH, definito il motto dei Black Block.
Questi provenivano da Piazza Tommaseo ed avevano raggiunto l’incrocio di Corso Torino con Corso B. Aires, erano armati e parevano “militarizzati”.
Molte tra le persone viste in Piazza Paolo da Novi pronte a dare battaglia si erano unite al corteo dei Black Block: il numero totale dei facinorosi era così di qualche centinaio.
Il teste sentì parlare in diverse lingue: quelli più organizzati parlavano inglese, molti tedesco, altri basco, in Piazza Paolo da Novi vi erano molti italiani.
La P.G. (teste ZAMPESE) ha individuato come luogo nel quale venne costruito lo striscione nero con la scritta SMASH l’interno della palestra del complesso scolastico Pascoli – Diaz di Via Cesare Battisti.
In atti (reperto 185 foto 449 [35]) è stata acquisita una foto che ritrae il momento nel quale viene appunto apposta la scritta “SMASH”.
Dai particolari del luogo si ricava trattarsi della palestra in questione, in seguito oggetto di apposito sopralluogo degli investigatori, che il 23 luglio vi sequestrarono caschi, capi di abbigliamento neri, bandiere usate dai TAMBURINI, occhiali, maschere, protezioni per gomiti e ginocchia, foulard, zaini e maschere antigas.
Via Cesare Battisti si trova vicino a Via F. Pozzo, il luogo nel quale per la prima volta venne notato il corteo preceduto dallo striscione SMASH prima che scendesse la scalinata Assereto verso Piazza Tommaseo.

10. Come riferito dal teste AMADORI, giunto all’incrocio con Corso Torino il corteo dello SMASH si congiunge con i manifestanti, parimenti travisati, provenienti dalla zona di Piazza Paolo da Novi.
Ciò è documentato dalle immagini della telecamera SAVONAROLA delle ore 12.09.03.
Pochi secondi dopo alcuni manifestanti iniziano a danneggiare le vetrine dell’agenzia del Credito Italiano sita al n. 112 r di Corso Buenos Aires, nonostante il vano tentativo di dissuasione da parte di alcuni abitanti.
Tra i manifestanti presenti sulla sede stradale, anche se finora non interessato ai danneggiamenti si nota A (sull’estrema destra del teleschermo 12.09.22).
Tra gli aggressori che colpiscono le vetrate si nota (immagini delle ore 12.09.36) un soggetto con casco giallo e zaino sulla schiena già individuato poco prima durante il disselciamento di Piazza Paolo da Novi.
A 12.11.45 si vede nella parte bassa del teleschermo il soggetto con casco giallo e maglia cobalto parimenti veduto in Piazza Paolo da Novi, questi si allontana mentre vengono colpite le vetrine.
Queste ultime vengono colpite e distrutte con l’ausilio di attrezzi usati nell’edilizia (12.11.33), quindi alcuni soggetti penetrano all’interno dell’Agenzia e ne danneggiano gli arredi (cfr. le immagini della telecamera interna al credito Italiano al paragrafo 11).
Le immagini della telecamera SAVONAROLA [36] e le foto del reperto 120 “primi scontri” [37] mostrano la diretta ed attiva partecipazione all’assalto all’Agenzia del Credito Italiano da parte di CM e tra gli altri dei soggetti A, B, E.
La CM si vede (SAVONAROLA 12.16.55) in basso a destra nell’immagine ed è riconoscibile tra l’altro per il casco, il bastone tenuto in mano, i fuseaux e gli scarponcini.
Nelle immagini seguenti si vedono ancora la donna ed altri soggetti intenti a danneggiare l’ingresso della banca, si individuano in particolare:
- un primo soggetto che indossa jeans strappati, una maglietta scura, scarpe da ginnastica tipo Adidas è parzialmente travisato da un chefir e colpisce con un calcio le vetrate di Corso Buenos Aires (12.16.59): la P.G. lo ha indicato come il soggetto E del gruppo CM;
- dietro E si vede il soggetto con casco bianco e maglietta verde senza maniche già ripreso (reperto 210) in Piazza Paolo da Novi vicino al furgone tg. AK331CR;
- a 12.17.02 sulla destra si individua un soggetto che tiene in mano un cartello stradale, porta una tuta scura con strisce arancioni, una maglietta scura a maniche lunghe, è travisato e indossa occhiali da sci con la scritta BRICO, anch’egli è già stato visto in Piazza Paolo da Novi intento alla demolizione degli arredi urbani (reperto 210), tanto questi quanto il soggetto con il casco bianco colpiscono le vetrate della banca;
- a 12.17.04 si vede CM all’altezza delle strisce pedonali di Corso Torino,
- a sinistra davanti alla banca compaiono contemporaneamente A e DIM,
- davanti ai due si nota B con il casco blu e la striscia rossa.
DIM è riconoscibile perché indossa una maglia verde acqua, in seguito sequestratagli dalla P.G. al momento del suo arresto, una giacca in pelle portata sulle spalle, occhiali da sole e un sacchetto azzurro alla cintola sul fianco sinistro (vedi anche la foto del reperto 120 n. 19).
In questa fase e da queste immagini l’atteggiamento del DIM appare non violento.
Nella foto da ultimo citata egli attraversa la massa di persone presente sul marciapiede e si avvicina all’agenzia oggetto dell’attacco, quindi in una successiva immagine si affaccia attraverso la vetrina infranta (reperto 120 foto 14) e guarda all’interno.
Dalle sole immagini non si notano gesti di violenza ascrivibili a questo imputato, a differenza che ad altri.
Egli pare un mero spettatore connivente rispetto a quanto si verifica intorno a lui.
Invece A e CM picchiano ripetutamente contro le vetrate, la donna si serve del bastone, le vetrine del Credito Italiano vengono sfondate (da 12.17.23).
Contemporaneamente nel centro dell’incrocio staziona, insieme a molti altri, VV riconoscibile per la felpa con un disegno nella parte posteriore (cfr. telecamera SAVONAROLA 12.18.15).
Le foto del reperto 120 fermano le immagini dell’assalto al Credito Italiano e consentono di individuarne i protagonisti:
- nelle foto 45 e 46 si nota A riconoscibile per la maglia gialla, il casco integrale con un disegno laterale;
- nella foto 22 si nota ancora A che colpisce un oggetto con un calcio e CM, parzialmente coperta ma riconoscibile per i fuseaux, gli scarponcini, il guanto ignifugo, la maglia verde, il maglione blu e le cerniere del marsupio.
La donna si trova in prima fila davanti alla banca e ne colpisce le vetrate con il bastone;
- nella foto 44 la CM si vede distintamente con tutti i particolari di cui sopra mentre colpisce la vetrata, dietro la donna si vede A
- nella foto 19 si notano ancora la CM di profilo mentre infrange la vetrata, sulla destra della foto si vede il soggetto con gli occhiali da sci marca BRICO, pantaloni blu con strisce laterali, scarpe rosse, a sinistra invece si nota DIM con la giacca sulla spalla e gli occhiali da sole che si avvicina tra la folla sul marciapiede;



- nella foto 20 A entra nella banca, CM continua a colpire la vetrata, DIM guarda verso l’ingresso della banca;
- analoghe immagini sono riportate nelle foto 14, 18 e 21: nella 14 si notano anche due soggetti (il primo travisato e con una bottiglia in mano, il secondo indossa una maglia grigia con un disegno, ha i capelli lunghi, è travisato con un drappo, porta pantaloni scuri con grosse tasche e scarpe tipo ginnastica) che saranno presenti lungo il percorso del Blocco Nero; questa stessa foto documenta come DIM si affacci alla porta del Credito Italiano senza però entrarvi, dietro di lui si vede la CM; nella 18 la CM ha il viso girato verso l’obbiettivo.

11. Dopo aver sfondato le vetrine dell’Agenzia i manifestanti penetrano all’interno del Credito Italiano continuando la propria opera di danneggiamento che comprende anche l’asportazione di vari oggetti, come monitor di computer e la loro dispersione all’esterno.
Sul punto rilevano le immagini della telecamera interna alla banca [38] che consentono di individuare tra le persone introdottesi all’interno A (maglia da portiere), B (casco con un adesivo, guanti, gancio all’altezza della cintola, un portaoggetti di tipo militare) e CM.
In più foto (ad esempio le n. 3, 7, 8, 11, 12, 15, 36) si individuano i particolari dell’abbigliamento della CM (la maglietta a maniche corte, il maglione e il marsupio legati in vita, il casco con gli inserti più chiari, il bastone, il guanto, il travisamento) che consentono di esprimere un positivo giudizio di riconoscimento, nonché la circostanza che la donna agisca nel medesimo contesto e con le medesime condotte delle persone a lei vicine, tutti già visti prendere parte alla distruzione delle vetrine.
Anche da questo particolare si comprende l’unicità degli intenti di quelle persone, il concorso nella medesima condotta illecita.
Ulteriore particolare è la circostanza che i bastoni usati da più manifestanti per i danneggiamenti in questo contesto presentino l’impugnatura fasciata di bianco probabilmente con dello scotch per renderla più maneggevole [38].
Il particolare non appare causale ma preordinato all’uso di questi corpi contundenti e costituisce elemento di carattere indiziario della preparazione in comune degli strumenti destinati ai danneggiamenti.
La devastazione della parte interna dell’Agenzia del Credito Italiano si protrae fino alle 12.23.29, orario al quale si riferisce l’ultima immagine ripresa dalla telecamera interna.
I danni riportati da questa agenzia del credito Italiano ammontano a circa Euro 63.000 [40] e furono risarciti dal Comune di Genova [41].
Il teste AMADORI ha ricordato che alla distruzione delle vetrine dell’agenzia del Credito Italiano parteciparono molte persone non solo quelle del corteo dello SMASH.
Alcuni erano poi entrati nei locali dell’agenzia, ne avevano estratto i mobili incendiandoli per strada e cercando di dar fuoco anche ai locali.

12. Mentre viene attaccata e distrutta l’agenzia del Credito Italiano il corteo con lo striscione SMASH si sposta verso ponente fino all’altezza di Piazza Paolo da Novi (telecamera SAVONAROLA 12.14.01).
Il camion tg. AK331CR non è più davanti all’agenzia FIRPO.
L’incrocio tra Corso Buenos Aires e Corso Torino è occupato da una cinquantina di persone travisate di nero: una di queste (casco giallo, canottiera nera, maschera antigas si trova vicino ad una bandiera rossa e nera) era già stato visto rimuovere una recinzione di aiuole in Piazza Paolo da Novi, ora si sistema il casco e poi si dirige verso Piazza Tommaseo (12.15.48 e 12.16.07).
Contestualmente viene attaccata e distrutta l’agenzia immobiliare FIRPO sita in Corso Buenos Aires n. 51 r.
Le immagini (reperto 182 [42] da 00.02.19 a 00.05.10, telecamera SAVONAROLA clip 70, reperto 150-3 [43] da 00.00 a 00.12 e diverse fotografie) documentano l’assalto, che riguarda solo le vetrine e le strutture esterne dell’agenzia e che si svolge dalle 12.18 in poi.
Ad esso partecipano diversi soggetti alcuni dei quali già notati nel corso dei danneggiamenti alla vicina agenzia del Credito Italiano (i due uffici si trovano agli angoli opposti dell’incrocio tra Corso Buenos Aires e Corso Torino).
Tra questi si notano il soggetto C del gruppo CM, A, FA, B.
C viene identificato per il casco arancione con la scritta G8, la tuta azzurra con le maniche più scure, si vede nel reperto 182 (a 00.02.27) mentre i manifestanti cominciano a colpire le vetrate.
Al minuto 00.03.34 i manifestanti che si erano recati fino a Piazza Paolo da Novi ritornano verso l’incrocio tra Corso Torino e Corso Buenos Aires, in questo momento è in corso l’assalto al Credito Italiano.
La telecamera SAVONAROLA (12.18.46) mostra C in basso a sinistra mentre transita davanti all’agenzia FIRPO tenendo in mano un distanziale sottratto al cantiere della Edilfari.
Si nota anche A che ha in mano un altro distanziale.
Le immagini di SAVONAROLA alle ore 12.18.35 inquadrano nell’incrocio un soggetto con casco giallo e maglia rosa (già visto in Piazza P. da Novi reperto 210) e davanti a lui FA.
Questi porta per il caratteristico scudo simbolo della casa automobilistica CHRYSLER sul quale è stata apposta la A di anarchia.
Il reperto 70 H OGG SO X 7T mostra FA che colpisce con un calcio la vetrata dell’agenzia FIRPO sita al 48 r di piazza Savonarola cioè sul lato di Corso Torino.
L’imputato è riconoscibile per i capelli lunghi, annodati a treccia tipo rasta, indossa una maglietta nera a maniche corte con il disegno bianco di un volto nella parte anteriore, in vita porta annodata una giacca tipo tuta di color nero, veste pantaloni neri e scarponcini neri, porta tre bracciali sul braccio destro, sul braccio sinistro dalla manica della maglietta spunta un tatuaggio a punta.



Il reperto 150-3 mostra (a 00.02) il soggetto B del gruppo CM che tiene in mano due corpi contundente e colpisce ripetutamente le vetrate della FIRPO.
L’immagine è posteriore alle 12.23 perché fino ad allora B era impegnato nell’assalto all’agenzia del Credito Italiano.
In questo momento i manifestanti si sono già portati da Corso Buenos Aires verso il centro di Corso Torino lato mare, si vedono dei cassonetti.
I reperti 70H foto OGG SQA 4T, 95 A8U, 95 A8T e 95 A8S [44] documentano i danni riportati dall’agenzia FIRPO nelle vetrine poste su Corso Buenos Aires [45].

13. Le immagini della telecamera del traffico SAVONAROLA mostrano verso le 12.20 i manifestanti portarsi verso mare percorrendo Corso Torino, giunti all’altezza di Via Pisacane gli stessi erigono delle barricate utilizzando cassonetti, campane per la raccolta differenziata e ringhiere di aiuole.
Immagini dal basso sono contenute nel reperto 150-3 nello spezzone da 00.12 a 00.27 [46].
A 00.23 si vedono le barricate in Corso Torino all’altezza del Comune di Genova.
Si notano CC, dietro di lui CM e all’altezza di un cassonetto il soggetto B con il casco indossato ed un estintore in mano.
Il gruppo si dirige di corsa verso monte, alcuni tra cui VV saltano l’improvvisata barricata.
Anche il reperto 181-38 [47], tratto dal TG2, mostra (a 00.06 e ss.) alcuni manifestanti a ridosso di una barricata in Corso Torino.
Tra loro si riconoscono A, B, VV e CM che agiscono nell’ambito del medesimo contesto spazio temporale.
Si tratta delle medesime barricate del filmato precedente.
Qui viene incendiato un cassonetto posto all’incrocio (00.16).
CM è riconoscibile per le caratteristiche fisiche e dell’abbigliamento.
VV, che è accucciato e insieme a B manipola un copertone, è riconoscibile per i pantaloni verdi con le tasche laterali, la felpa e il casco bianco.
I due danno fuoco al copertone (cfr. anche il reperto 88/B denominato Manifestazione G8/11 [48]): si vede bene l’adesivo nella parte posteriore del casco di B, si nota il fumo ed il fuoco sul margine destro del pneumatico, sulla destra si vede CM che si rivolge alle persone accucciate (da 00.28 a 00.30 del filmato 181-38).
L’immagine del reperto 70H foto OGGS37OS [49] è sovrapponibile a quelle precedenti:
a destra vicino al cassonetto si vede A di spalle che posiziona una ringhiera, alla sua sinistra si vede sia il soggetto travisato con fazzoletto nero e maglia più chiara già visto nella distruzione del Credito Italiano sia la CM che si riconosce da alcuni particolari come il marsupio multitasche, il maglione legato in vita, il nastro adesivo allacciato alla cintola sul fianco destro (già notato nel reperto 120 foto 44), il bastone fasciato di bianco, un fazzoletto etnico viola, la mascherina trasparente, un guanto alla mano sinistra, la donna è travisata dal fazzoletto etnico.
Davanti alla CM vi sono due soggetti accucciati e intenti a manipolare un copertone: quello a destra è B (casco blu con striscia rossa e adesivo nella parte posteriore, giubbotto blu, si notano inoltre alcuni particolari già rilevati nelle foto riprese all’interno del Credito Italiano foto 0031, cioè il moschettone portato a sinistra, un marsupio che ora risulta bordeaux, porta dei guanti rossi).
Vicino a B c’è VV con pantaloni verdi con le tasche grosse, casco integrale bianco, giubbotto blu, nella parte posteriore della tuta un disegno più chiaro, sotto la felpa si vede una maglietta più chiara A sinistra di VV c’è un soggetto travisato con una maglietta sui capelli, porta un fazzoletto scuro sul viso, uno zaino rosso e nero ed era già stato ripreso in Piazza Paolo da Novi.
Il reperto 70H foto OGGS34JS [50] mostra un’inquadratura analoga alla precedente, ma vista da altra angolazione: a destra si vede la CM con casco e marsupio alla cintola e l’abbigliamento già descritto, accucciato si vede B (si nota il moschettone e l’adesivo sul casco) che insieme a VV (casco occhiali da vista, felpa scura con disegno chiaro sulla schiena) sta manipolando un copertone, i due hanno anche una bottiglia da cui versano del liquido sul copertone, a sinistra si vede A con la caratteristica maglia da portiere.

14. Il reperto 220 [51] (DVD CM) mostra il confronto intorno alle barricate di Corso Torino tra i manifestanti del Blocco Nero e le Forze di Polizia prima che questa compia la carica.
L’operatore si trova all’altezza di Piazza Paolo da Novi, nei pressi della medesima piazza e all’incrocio di Corso Torino si vede un contingente di Polizia.
A 00.10 viene inquadrato Corso Torino all’altezza di Via Siria, si nota un cassonetto incendiato ed una barricata.
I manifestanti prima saltano la barricata e avanzano verso monte (è la stessa scena documentata anche dal reperto 150-3), poi tornano di corsa verso mare e le barricate, tra loro si riconoscono A, VV e CM.
CM rimane più indietro rispetto agli altri e fa roteare il proprio bastone all’indirizzo di alcuni cine fotoreporter che sono costretti a spostarsi.
Nel corso delle immagini si vede A (00.46) che strappa dalla mano di un operatore una borsa, poi corre tenendo questa in mano.
Dietro di lui e in seguito davanti a lui (frame 56 tratto dal filmato) si vede prima camminare poi correre anche VV, riconoscibile per il casco bianco, poco oltre c’è B del quale si nota il casco con l’adesivo.
La borsa tenuta da A è quella sottratta al fotografo Domenico FRASSINETTI, il quale stava riprendendo le scene degli scontri (capo 23).
Dalle immagini (da 00.44 a 00.44) si nota che VV sta passando accanto ai due proprio mentre A strappa la borsa a FRASSINETTI.
Tra VV e i due può esservi una distanza di circa uno o due metri.
VV cammina con il viso (si noti la posizione del casco) rivolto in avanti, apparentemente disinteressato a quanto sta accadendo accanto a lui.
VV passa accanto alla scena della rapina senza accelerare il passo, poco più avanti invece si metterà a correre, raggiungendo e superando A.
Quindi si vede FRASSINETTI tendere il braccio come per inseguire A che fugge con la borsa e venire affrontato e fermato da un soggetto diverso da VV: si tratta di B.
Qualche secondo dopo B viene ritratto poco più avanti verso mare mentre si trova a fianco di A e i due si volgono indietro, in questo momento coperto dai due c’è anche VV che compare nell’immagine successiva.
La visione dei frames da 15 a 21 conferma quanto sopra.
Il frame 16 mostra a sinistra, sotto al cartello con il segnale di parcheggio P, FRASSINETTI con il braccio destro teso in avanti.
FRASSINETTI si trova immediatamente a destra di un albero, davanti a lui vi sono un cartellone pubblicitario ed un lampione.
Poco più avanti, già a sinistra del lampione si vede A con il braccio destro proteso all’indietro, come se avesse appena terminato di strappare qualcosa a qualcuno.
Nello spazio tra i due si vedono due figure: più vicino a FRASSINETTI e dietro al cartellone pubblicitario un individuo rivolto in avanti (cioè in direzione mare, la stessa in cui guardano A e FRASSINETTI) che dalle immagini successive risulta essere VV, dietro al lampione si vedono le gambe di una seconda figura.
Quest’ultimo è il soggetto B che si contrappone a FRASSINETTI ritardandone il tentativo di recupero della borsa, mentre VV si allontana (particolari visibili nel frame 18).
Quindi VV e B si allontanano dalla scena (frame 21).
L’episodio della sottrazione della borsa di FRASSINETTI viene ripreso anche dalla telecamera del traffico SAVONAROLA (clip 71 da 12.25.00 a 12.26.28).
La ripresa è su Corso Torino all’altezza della FIRPO ma sul lato di levante, si nota (ore 12.24.10) il cassonetto dato alle fiamme, già visto nel precedente filmato e alcune persone che con un estintore cercano di spegnere le fiamme.
Sono presenti alcuni operatori che documentano ciò che accade e in particolare alcune barricate erette dai manifestanti al centro strada (12.24.52) poco oltre alcune campane per la raccolta differenziata.
Tra i fotografi a sinistra della freccia disegnata sull’asfalto, si nota anche FRASSINETTI (12.25.02) con il giubbotto grigio, i pantaloni grigi più chiari, la borsa a tracolla.
FRASSINETTI è intento a fotografare la barricata vi si avvicina e rimane nell’inquadratura fino almeno a 12.25.44 quando si volta e fugge, inseguito come si vedrà tra breve.
Sullo sfondo a sinistra della barricata si vede A e accucciati dietro la ringhiera della barricata si vedono anche (a 12.25.25) VV a sinistra e B a destra che manipolano un copertone e poi la CM.
A 12.25.40 VV e B terminano la propria attività relativa al copertone e si alzano, quindi per primo B poi VV, CM e A superano la barricata e iniziano a correre verso monte e il gruppo di fotografi (12.25.43).
Di conseguenza questi ultimi, tra cui FRASSINETTI, si voltano e fuggono anch’essi verso monte.
La CM si ferma all’altezza del contro viale mentre gli altri tre proseguono la corsa davanti B, poi VV, infine A.
Sia i fotografi sia gli inseguitori scompaiono dalle immagini per alcuni secondi fino a che a 12.26.04 a sinistra si vede CM ritornare verso la barricata seguita dagli altri e infine (a 12.26.26) in basso a sinistra compaiono due agenti di polizia che si avvicinano lentamente alla barricata mentre i manifestanti arretrano.

15. Nella propria deposizione Domenico FRASSINETTI, fotoreporter free lancer, ha ricordato l’aggressione subita poco dopo mezzogiorno.
Egli era arrivato in centro verso le 10.30 e si era poi portato a piedi nella zona intorno a Via XX Settembre che riteneva più significativa.
Saputo da alcuni colleghi che in Pazza Paolo da Novi c’erano probabilmente i Black Block vi era andato verso le 11.15 o 11.20, potendo notare un gruppo di ragazzi che stava disselciando la piazza.
Alcuni prendevano le piastrelle del marciapiede 20x20 a quadretti e le rompevano, altri sfilavano i paletti dalle aiuole e spostavano dei cassonetti.
Il teste cercò di alzare la macchina fotografica per riprendere queste attività ma venne immediatamente diffidato.
Quindi alle 12 FRASSINETTI si trovò in mezzo ad una banda lugubre vestita di nero che improvvisava una musica e si trovò in mezzo al “finimondo” in cui vide sfasciare lo sportello di una banca col bancomat.
I soggetti vestiti di nero erano tra i 100 e i 200.
Appena quelli si allontanarono un po’ il teste cominciò a fare delle foto a un gruppetto di loro [52] e venne minacciato più volte dalla persona che poi gli sottrasse la borsa, riconosciuto nel soggetto A.
Le minacce erano rivolte a far smettere FRASSINETTI dal fotografare.
Nonostante ciò il teste continuò a fotografare fino a che alcune di quelle persone, tra cui appunto A, corsero verso di lui.
A quel punto il teste fuggì, ma scivolò e cadde, uno di loro gli fu addosso munito di un bastone lungo, forse di ferro, con il quale lo colpì senza peraltro fargli particolarmente male.
Quindi l’uomo vide la borsa del teste caduta a circa tre metri di distanza e la prese, il teste non poté impedire all’uomo di prendergli la borsa.
L’aggressione è ritratta nel reperto 70H OGGRWB9T [53] riconosciuta dal teste, così come il filmato e i frame (reperto 220) mostratigli in udienza FRASSINETTI ha ricordato di essere scivolato e caduto per terra consentendo così all’inseguitore A di raggiungerlo.
A suo giudizio l’aggressione era stata causata dal fatto che il teste non se ne andava come gli era stato intimato e continuava a scattare delle foto.
Il teste non era in grado di ricordare attività particolari compiute da soggetti diversi da A in quanto la sua attenzione era rivolta verso quest’ultimo e soprattutto cercava di non farsi bastonare.
La borsa sottrattagli conteneva uno zoom quadrangolare, un teleobbiettivo, una scheda per macchina digitale con parte delle foto scattate il giorno precedente, il danno subito si aggira sui 4/5 milioni di lire per quanto concerne il materiale sottrattogli, inoltre ha subito il danneggiamento di altro materiale per un valore di circa mezzo milione di lire, il danno totale è dunque di circa 5 milioni di lire.
In seguito rinvenne la borsa sottrattagli, che era ormai vuota.
Non è stato mai risarcito.

16. Dopo l’episodio relativo a FRASSINETTI un reparto della Polizia di Stato, diretto dal Dr. LAPI (contrassegnato dalla sigla radio GAMMA 14) carica le barricate erette dai manifestanti del Blocco Nero su Corso Torino e sulla adiacente via Pisacane disperdendo una parte di essi verso mare.
Alle ore 12.27.47 LAPI comunica alla Sala Operativa l’inizio della carica [54].
Le immagini della telecamera SAVONAROLA [55], del reperto 150-3 [56] e di altri reperti mostrano la carica della Polizia su Corso Torino, che viene coadiuvata da analoga manovra compiuta da un contingente di Carabinieri del 3° Battaglione Lombardia in Via Pisacane (cfr. paragrafo 17).
Le due manovre ottengono l’effetto di dividere il gruppo dei manifestanti del Blocco Nero in due parti: la parte più cospicua si sposta verso levante attraverso le vie Pisacane, Trebisonda e Barabino, raggiungendo quindi Piazza Tommaseo verso le ore 12.40 (paragrafo 19), una parte più piccola si muove invece verso il lungomare chiudendosi dietro le cancellate di Piazzale M. L. King (paragrafo 18).
Alle 12.37.52 LAPI è in grado di comunicare alla Sala Operativa della Questura di aver disperso i manifestanti in Corso Torino e la propria decisione di ritornare con il contingente in Corso Buenos Aires [57].
Il teste Filippo LAPI aveva a propria disposizione circa 160 uomini dei Reparti Mobile di Genova e di Roma; verso le
11.45 su ordine della Sala Operativa aveva iniziato ad avanzare su Corso Buenos Aires in direzione di Piazza
Tommaseo con gli uomini del Reparto Mobile di Roma, quindi intervenne anche su Corso Torino.
La telecamera SAVONAROLA mostra a 12.27.47 le barricate e al di là della seconda i manifestanti attestati, in primo piano a destra si nota B, a 12.28.14 si vede A che alza la mano come per dare indicazioni agli altri, ha un bastone nella mano sinistra e il casco non indossato.
A 12.29.08 si vede sopraggiungere CM che ha in mano il bastone e si muove oltre la barricata insieme ad A e a B.
Al di là della barricata si vedono alcuni manifestanti attestati in via Pisacane, dove si vedono degli scontri (12.29.48).
In Corso Torino si vedono ancora la CM a sinistra e A e B (12.30.06), si nota il fumo dei primi lacrimogeni.
I manifestanti lanciano sassi e corpi contundenti contro la Polizia (a 12.31.15) e poi si disperdono nelle laterali via Trebisonda, Pisacane e Barabino.
Contemporaneamente avviene la carica del contingente di Carabinieri in via Pisacane e le due cariche riescono a dividere i manifestanti in due gruppi.
Corso Torino risulta ormai libero alle 12.31.50 [58].
Le immagini del reperto 150-3 mostrano la carica della Polizia in Corso Torino.
A 00.12 il primo manifestante che si vede a sinistra viene identificato nell’imputato CC [59].
Nelle successive immagini dietro al cassonetto si riconoscono B e dietro a lui A.
In primo piano vi è una persona con giubbotto rosso e pantaloni color militare già visto in occasione del saccheggio del cantiere di Piazza Savonarola e che poi segue il gruppo CM.
A 00.16 si nota CC (il secondo sulla destra), a 00.30 sullo sfondo lo stesso CC con alla destra A riconoscibile per la maglia gialla da portiere, ancora più a destra si trova B, chinato a prendere un estintore.
I frame di questo reperto [60] consentono di apprezzare la presenza di CC.
Questi è visibile a sinistra con il volto travisato da un fazzoletto nero (frame 001): spunta da dietro un palo.
Il frame 002 oltre a CC (a sinistra) mostra anche il soggetto con il Kway rosso (a destra).
Nel frame 003 CC è a sinistra dell’immagine.
Nel frame 004 a sinistra si vede ancora CC, mentre immediatamente alla destra di questo imputato e in posizione leggermente arretrata si nota all’altezza delle recinzioni metalliche CM e all’altezza del cassonetto si vede B.
Nei frame da 006 a 009 si vede al centro CC travisato e con in mano una bottiglia ed altri corpi contundenti.
I reperto 41 A e 150.1 [61] mostrano le medesime scene e le condotte di CM, A e B.
Il 150.1 in particolare (da 00.04 in poi) ritrae il movimento della CM e degli altri manifestanti del Blocco Nero verso Via Trebisonda (si trovano già all’altezza del civico 16) e quello del contingente di Polizia verso Corso Buenos Aires (la presenza dell’imputata si apprezza soprattutto nei frame da 001 a 004 del 150.1 e nei frame da 004 a 006 del 41).
Il teste AMADORI ha definito quanto visto in Corso Torino come una situazione di guerriglia urbana: le barricate costituite dai cassonetti erano state incendiate, vi erano vetrine infrante e scritte sui muri, a terra si calpestavano vetri e detriti, la Polizia lanciava i lacrimogeni mentre i manifestanti proteggevano la propria ritirata con un fitto lancio di corpi contundenti.

17. Contemporaneamente agli scontri in Corso Torino nell’adiacente Via Pisacane si verifica un contatto tra alcuni manifestanti del Blocco Nero ed un contingente dei Carabinieri del 3° Battaglione Lombardia originariamente schierato su via della Libertà.
Lo scontro [62] è documentato già nelle immagini della telecamera SAVONAROLA di cui al paragrafo precedente che mostrano il movimento dei manifestanti e il successivo lancio di lacrimogeni e viene ripreso direttamente nel reperto 192.17 (da ore 02.08.50 a 02.10.30) [63].
A 00.23 al centro dell’immagine si vede un soggetto con casco bianco, maglia verde senza maniche già notato in piazza Paolo da Novi davanti al furgone (reperto 210) e durante l’assalto al Credito Italiano di corso Buenos Aires.
Questi in particolare (00.34 e ss.) e è il terzo sulla destra dal semaforo, si dirige verso le vetrine dell’agenzia immobiliare FERRARI e le colpisce sfondandole.
Quindi i manifestanti si spostano lungo via Pisacane continuando l’opera di danneggiamento e rovesciando ed incendiando alcune auto.
A 00.45 e ss. si vede rovesciare poi incendiare una ROVER tg AV758BX di proprietà di PARODI Giorgio posta all’altezza del civico 8 di via Pisacane.
A 01.16 le Forze dell’Ordine incalzano i manifestanti che si ritirano lasciando dietro di sé dei cassonetti rovesciati, quindi, passando attraverso Piazza Palermo, si ricongiungono con il grosso del corteo in piazza Tommaseo.
Il reperto 186_1 foto 0094 [64] documenta il lancio di oggetti incendiari in via Pisacane.
In questa via al n. 54 c’è il Bar SKIPPER che viene danneggiato, così come la Bottega delle Carni al 50 r e il negozio Prima Linea al 52.
Nel reperto 186 foto 0183 [65] si vedono i manifestanti dirigersi verso via Trebisonda, a destra c’è B in primo piano con in mano un estintore e un bastone, a sinistra c’è CM di spalle riconoscibile per il casco, il bastone, un rotolo di nastro alla cintola.
In questo momento alcuni manifestanti stanno imbrattando l’edificio con una scritta rossa.
Mario MONDELLI, funzionario della Polizia di Stato aveva a propria disposizione un contingente di 200 CC del Battaglione Lombardia, comandati dal Capitano Antonio BRUNO.
Alle 9.30 il contingente venne inviato all’incrocio tra Via della Libertà e Via Pisacane per chiudere ai dimostranti la strada verso la Questura.
Verso le 11 iniziarono i disordini che raggiunsero l’apice attorno alle 12.30 quando qualche centinaio di dimostranti provenienti da Corso Torino cercò di forzare il blocco lanciando corpi contundenti e bombe molotov e facendosi scudo dei cassonetti della spazzatura.
Il numero degli aggressori era consistente, avevano tutti il volto travisato da cappucci, cappelli o sciarpe.
Il contingente di Carabinieri lanciò lacrimogeni ed effettuò alcune cariche di alleggerimento riuscendo infine a disperdere gli aggressori nelle vie limitrofe senza alcun contatto diretto.
Alcuni militari riportarono lesioni, almeno due vennero colpiti da grosse pietre.
Alle 13.05 il Tenente ODIERNA VITI, comandante di un plotone del Battaglione Tuscania venne inviato d’urgenza in Via Pisacane con alcuni cingolati ed un blindato munito di benna idoneo a rimuovere barricate.
Sul posto il teste trovò uno scenario di devastazione: cassonetti ribaltati, marciapiedi divelti, cocci, vetri, un’auto rovesciata, che perdeva carburante e presentava un principio d’incendio.
Vi era anche un mezzo del 3° Battaglione Lombardia in panne circondato da una decina di militari.
Il teste si preoccupò di rimuovere l’auto in fiamme, pericolosa per i negozi e le abitazioni vicine, quindi rimase in Via Pisacane a difendere il mezzo dei CC in panne.
Vi erano continui attacchi dei manifestanti che lanciavano oggetti contro i Carabinieri.
Le cariche dei Carabinieri consentirono loro di avanzare fino all’incrocio con Corso Marconi.

18. Sotto le cariche della Polizia in Corso Torino e Via Pisacane i manifestanti arretrarono parte verso levante e parte verso mare.
Corso Torino e la sua prosecuzione Via Rimassa sono perpendicolari al lungomare che in quel tratto è costituito da Corso Marconi.
Ancora a mare di Corso Marconi vi sono verso ponente Piazzale Kennedy e verso levante Piazzale Martin Luther King.
In quest’ultimo vi erano alcune strutture del Genoa Social Forum, centro conferenze e spazio spettacoli, la piazza era divisa da Corso Marconi da alcune cancellate.
I manifestanti in ritirata da Corso Torino si riversarono in Piazzale M.L.King chiudendosi alle spalle i cancelli.
Il teste Adriano LAURO, funzionario di Polizia, dirigeva un contingente dei Carabinieri del Battaglione Sicilia comandato dal Capitano Claudio CAPPELLO e forte di circa 100 unità.
A fine mattinata il contingente avanzò da Corso Buenos Aires lungo Corso Torino e Via Rimassa dove incontrò un gruppo di circa 4/500 persone incappucciate e mascherate che vennero caricate e fuggirono verso mare.
A Piazzale M.L. King i Carabinieri trovarono una situazione abbastanza confusa: c’erano parecchi manifestanti che lanciavano pietre e corpi contundenti ferendo alcuni CC, molti erano mascherati e barricati dietro ai cancelli.
Le strutture circostanti erano devastate, una banca e altri esercizi commerciali avevano le vetrine distrutte, c’erano resti di bombe Molotov sull’asfalto, il 99% delle poche auto parcheggiate aveva subito danni.
Non potendo entrare nel piazzale, il contingente rimase ad una distanza di sicurezza in modo da non essere colpiti e controllare la situazione.
Vennero chiesti dei rinforzi che giunsero [66] muniti di un mezzo cingolato per sfondare il cancello.
Questi però arrivarono solo dopo circa mezz’ora, quando la maggior parte dei manifestanti aveva avuto il tempo di allontanarsi attraverso la scogliera.
Poiché alcuni manifestanti si erano spostati in Corso Italia verso il ristorante Punta Vagno il contingente del Battaglione Sicilia si spostò in quella direzione, lasciando sul posto il Tuscania.
Il teste Corrado SCATTARETICO, Maggiore dei Carabinieri era in servizio tra Piazzale Kennedy e Piazza Rossetti e fronteggiava manifestanti ostili che da Corso Marconi effettuavano anche lanci di bottiglie incendiarie contro i Carabinieri.
Il teste ha ricordato l’arrivo del contingente del Tuscania con dei blindati che dovevano servire a forzare le cancellate di Piazzale M.L. King e le difficoltà che una parte dei manifestanti opposero al passaggio dei mezzi.
I mezzi riuscirono ugualmente a passare e ad intervenire in Piazzale M.L. King [67].
Il fronteggiamento in Piazzale Martin Luther King e lo sfondamento della cancellata sono ripresi nelle immagini dei reperti 192.17 e 42-2 [68].

19. Come si è visto la parte più cospicua dei manifestanti del Blocco Nero si sposta da Corso Torino attraverso Via Trebisonda, Via Montesuello e Via Saluzzo fino a giungere e ad attestarsi in Piazza Tommaseo da dove proseguirà verso Piazza Giusti, Via Canevari e il carcere di Marassi. In Via Trebisonda danneggiano ed incendiano due auto come un cittadino comunica per telefono alla Questura alle ore 12.48.54. La telefonata parte dalla Farmacia Montesuello che si trova all’angolo tra via Montesuello e via Trebisonda.



La foto 173 del reperto 186 [69] mostra un momento del passaggio dei manifestanti in Via Trebisonda.
Sulla destra si nota il cancello della caserma della Polizia Stradale di Via Saluzzo, che sarà a breve fatta oggetto di un assalto; la seconda persona a sinistra è CM riconoscibile per il casco, il bastone, il marsupio, nella mano destra ha una bottiglia in vetro, porta maglione blu già visto il giorno prima all’asilo Prato Verde ed un marsupio color militare poi sequestrato dalla PG.
Davanti a CM si vede il soggetto con casco blu, Kway rosso e zaino già visto al cantiere di Savonarola e in Corso Torino; a destra si vede E con jeans strappati e in parte travisato da Kefir rosso, tiene in mano una spranga di ferro (o tubo Innocenti).
A sinistra davanti al civico 7 di Via Trebisonda si vede un’auto rovesciata: si tratta dell’Alfa Duetto tg. CB84433 di ANNIBALE Luigi che in seguito verrà incendiata.
La foto n. 11 del reperto 235 [70] ritrae il danneggiamento di un’auto davanti al n. 11 r di Via Montesuello, si tratta di una Fiat tg AH377GR di proprietà dei Metronotte Città di Genova.
A destra si vede CM che colpisce l’auto, che peraltro è già gravemente danneggiata e mostra il parabrezza sfondato.
A sinistra di CM si vede VV, travisato con mascherina bianca antipolvere, porta una felpa blu, un fazzoletto rosso, pantaloni verdi con tasche, occhiali da vista, tiene in mano un bastone munito di un drappo bianco.
A sinistra dell’immagine si vede il soggetto con casco bianco e maglia verde già visto in più occasioni e da ultimo mentre colpiva le vetrine dell’agenzia FERRARI al n. 29 r di Via Pisacane; davanti a lui c’è E con in mano il tubo Innocenti già notato nel reperto 186 foto 173.
Vi è un’ulteriore immagine del danneggiamento dell’auto (reperto 186 - 0284 [71]).
Questa si vede sullo sfondo a destra ed è riconoscibile anche per il particolare portapacchi, il luogo è via Montesuello 11 cancello.
Vicino all’auto si nota il soggetto con il casco bianco e la maglietta verde senza maniche, di fianco a lui si vede B che indossa una maschera antigas, porta alla cintola l’oggetto militare già visto all’arrivo a Brignole del gruppo CM e nelle fasi della rapina a FRASSINETTI, ha in mano un bastone di legno.
A sinistra di questi si vede CM travisata con un foulard etnico viola, tiene in mano un bastone munito di impugnatura bianca, porta un marsupio multitasche alla cintola ed un maglione legato alla vita.
Dietro la CM si vedono allontanarsi insieme E (con Kefir rosso e tubo Innocenti in mano) e VV riconoscibile per l’abbigliamento, il disegno sulla parte posteriore della felpa e con in mano un bastone che ha attaccata una bandierina.
A sinistra si vede A.
Il reperto filmato 210 da minuti 10.30 a minuti 17.30 [72] mostra ancora via Trebisonda e Via Montesuello al momento del passaggio dei manifestanti del Blocco Nero, con l’incendio di una Hyundai tg BF553EM di proprietà di MEDIA VIDEO, dell’Alfa Duetto tg CB 6443 di proprietà di ANNIBALE Luigi e della Fiat tg AH377GR di proprietà dei Metronotte Città di Genova.
Sullo sfondo si nota l’edificio rosa della caserma della Polstrada di Via Saluzzo 1.

20. Alle 12.50 [73] i manifestanti del Blocco Nero attaccano la caserma della Polizia Stradale di Via Saluzzo 1.
Le immagini del reperto 192.22 [74] mostrano i manifestanti che lanciano pietre contro la caserma sfondandone le vetrate, quindi gettano una bomba Molotov dentro la caserma (00.09) provocando un incendio parziale (00.13), in seguito spento dalla Polizia.
I testi Giuseppe ESPOSITO, Antonio MENNELLA e Antonio SANCINETO della Polizia Stradale hanno riferito come l’attacco avvenne verso le ore 13, mentre la caserma era presidiata da pochissimi agenti, non più di quattro o cinque, che tra l’altro non erano né equipaggiati né preparati ad una simile evenienza.
Vi era stato un corteo che da Via Trebisonda si era diretto verso Piazza Tommaseo e al termine di questo c’era un gruppo di circa 150/200 persone vestite di nero, travisati con passamontagna, quindi irriconoscibili.
Passando nella piazza questi individui videro l’insegna della Polizia di Stato e dopo pochi minuti attaccarono la caserma con un massiccio lancio di pietre, bottiglie ed altri corpi contundenti.
ESPOSITO stava smontando dal servizio al corpo di guardia, sito al piano terra dove c’è l’entrata per il pubblico.
Le pietre ruppero la parte superiore dei vetri della caserma, perché fino ad altezza d’uomo i vetri erano antieffrazione, un Agente venne colpito alla testa e ferito in modo leggero.
Poi alcuni soggetti accesero una molotov, si arrampicarono sul portone e la lanciarono dentro la caserma, la bottiglia esplose.
ESPOSITO si munì di estintore e cercò di domare le fiamme, mentre alcuni aggressori cercavano di entrare in caserma.
L’attacco era condotto da circa un centinaio di persone tutte a viso coperto.
Quando gli aggressori si accorsero che i vetri erano infrangibili si diedero alla fuga.
A quel punto il Comandante chiese agli Agenti di rimanere in caserma per sorvegliare la situazione, perché la manifestazione continuava e gli attacchi potevano ripetersi.

21. Dopo l’attacco alla caserma i manifestanti si attestano in Piazza Tommaseo erigendo barricate sugli accessi di Corso Buenos Aires (dove si trova il contingente di Polizia diretto dal Dr. LAPI, come da sua comunicazione alla Sala Operativa delle ore 12.37.19) e su via Caffa [75].
Da Piazza Tommaseo si dipartono Via Caffa che porta in Piazza Alimonda e poi in Via Tolemaide, Corso Buenos Aires, Via Montesuello, via Pozzo, scalinata Borghese che porta in via Dassori e via Montevideo che poi termina all’incrocio con Corso Gastaldi e Via Tolemaide.
In seguito i manifestanti lasceranno piazza Tommaseo usando scalinata Borghese e Via Dassori da un lato e via Montevideo dall’altro.
La costruzione delle barricate inizia alle 12.43.18 come documentato dalla telecamera SAVONAROLA [76] (la quale poi mostrerà lo sfondamento delle barricate ad opera della Polizia alle successive ore 12.53-12.55).
Una volta erette le barricate e così protetti da un immediato intervento delle Forze di Polizia, i manifestanti iniziano una violenta opera di distruzione dell’arredo urbano di Piazza Tommaseo.
Oltre a CM, a VV, a CC ed ai soggetti A, B e C qui si vedono per la prima volta gli imputati UD e MI.
La foto n. 10 del reperto 235 [77], scattata verso le 12.40, ritrae le barricate su Corso Buenos Aires e su Via Caffa.
Al centro dell’immagine tra le prime file di cassonetti, chino a raccogliere oggetti, travisato e con uno zaino si vede CC.
La foto 38 del reperto 49 [78] mostra sullo sfondo a destra la barricata su Corso Buenos Aires, mentre in basso a sinistra alcuni manifestanti disselciano la pavimentazione ed estraggono cubetti di porfido.
Viene assaltata e distrutta l’Agenzia n. 84 della CARIGE ai civici 12 e 14 della Piazza, in particolare si vedono i manifestanti distruggere l’ingresso, il bancomat e rimuovere le tavole messe a protezione della banca.
Al centro dell’immagine, all’altezza della cabina telefonica a destra, si nota A e il soggetto con maglia rosa e casco giallo già visto in Piazza Paolo da Novi; all’incrocio con Corso Buenos Aires a destra all’altezza dei cassonetti dati alle fiamme si nota C con il casco arancione, tuta blu con maniche più scure.
Più avanti alla destra di C e a sinistra dell’immagine si vede UD.
Quest’ultimo ha capelli corti, occhiali, mascherina bianca, maglietta bianca, zaino, pantaloni bermuda verdi con tasconi, due protezioni alle braccia, scarpe da ginnastica e in entrambe le mani tiene una pietra.
Davanti ad UD si vede un soggetto parzialmente travisato, con drappo bianco, azzurro e rosa e tra i due si nota un soggetto che porta la mascherina, gli occhiali, una maglietta grigia a maniche corte, un maglione verde legato in vita e delle protezioni, quest’ultimo soggetto è stato identificato in MI.
A sinistra all’altezza del primo tendone verde vicino a dei soggetti che disselciano il pavimento si nota VV che ha in mano un bastone con bandiera.
Dietro a VV si nota una sagoma (braccio, maglia verde, parte bianca di un bastone) corrispondente a CM, meglio visibile nel reperto successivo.
Si notano anche altri soggetti già visti durante l’assalto al credito Italiano e in Piazza Paolo da Novi, ma non identificati.
Il reperto 100 2007 foto 069 [79] la distruzione degli ingressi dell’Agenzia 84 della CARIGE, un manifestante sta smontando una telecamera, a sinistra si nota A con la caratteristica maglia gialla con spalla nera e borraccia rossa alla vita.
La foto 071 del reperto 100 2007 [80] mostra un particolare dell’assalto alla CARIGE e la distruzione delle vetrine del Banca Antonveneta [81].
Si può vedere CM intenta a sfondare le vetrate, è riconoscibile dal casco blu con inserti gialli, bastone, guanto alla mano sinistra, maglia verde, maglione blu legato alla vita, pantaloni scuri appena sotto le ginocchia, scarponcini scuri.
Dietro a CM si vede C con casco arancione, felpa, giacca della tuta azzurra e maniche blu, pantaloni verdi e una spranga in mano.
Sullo sfondo vi sono alcuni manifestanti che disselciano la pavimentazione.
La foto 186 del reperto 186 [82] mostra B (quarto soggetto sulla destra) con casco blu con striscia rossa e adesivo sulla parte posteriore, felpa blu, marsupio in vita, porta oggetti di tipo militare già visto, guanti da sci rossi, pantaloni neri, scarponcini, tiene in mano una lattina ed un bastone.
La foto 32 del reperto 235 [83] mostra le barricate incendiate in Corso Buenos Aires.
A destra il soggetto con capelli corti, maschera antipolvere, elastico bianco, occhiali, catenina, maglietta bianca con lo spallaccio rosso e blu è stato identificato in UD.
In occasione della perquisizione operata a carico di UD al momento dell’esecuzione della misura cautelare personale venne rinvenuto e sequestrato presso di lui uno zaino con questo spallaccio, nonché i pantaloni corti e le scarpe da ginnastica ritratti nella foto 38 del reperto 49.
In questa foto sulla destra si vede un soggetto in piedi sopra un bidone.
Lo stesso soggetto in questa stessa posizione è visibile nella foto 47 del reperto 88A [84] in bianco e nero che mostra sullo sfondo l’assalto alla CARIGE.
A sinistra del soggetto in piedi sul bidone si vede MI che è travisata e presenta protezioni sugli avambracci, maglia a maniche corte, mascherina antigas, occhiali, capelli lunghi.
Alla sinistra di MI in posizione più arretrata si vede UD.
La foto 0167 del reperto 186 [85] ritrae sullo sfondo la farmacia al civico 22 r di Piazza Tommaseo che si affaccia anche su Corso Buenos Aires.
Si vedono i cassonetti rovesciati, a destra vicino alla buca delle lettere c’è A piegato e munito di una bottiglia avvolta in un portabottiglie rosso.
Davanti ad A, alla sua sinistra, si vede un soggetto travisato mentre lancia una pietra, porta la maglia grigia ed era già stato visto al Credito Italiano, in Corso Torino e in Piazza Tommaseo nel reperto 49 di Furio Filippo.
Nella foto 25 del reperto 88E [86] si vedono due manifestanti mentre accendono una bomba Molotov, sullo sfondo tra i due si vede un soggetto con casco bianco già visto in Piazza Paolo da Novi, al Credito Italiano, in Via Pisacane e in Via Montesuello.
In questa foto questo soggetto sta fuggendo verso via Montevideo.
Alla sinistra del soggetto con la Molotov in mano si vede B riconoscibile per il casco blu con la striscia rossa e l’adesivo sulla parte posteriore.
Nel reperto 88E “manifestazione 0101” [87] si vedono i manifestanti che prima preparavano le Molotov mentre le lanciano verso le barricate e la Polizia.
A destra sullo sfondo si vede un soggetto con pantaloni militari, Kway rosso, zaino, bastone in mano e casco blu già notato durante il saccheggio del cantiere Savonarola e in Corso Torino, si tratta di persona che ha seguito il cd. gruppo CM.
La foto “RACCOLTA TG 5 0004” tratta dal filmato reperto 238 [88] mostra sullo sfondo il civ. 1 di Piazza Tommaseo con l’agenzia 84 della CARIGE.
In basso a destra si vede un casco blu con inserto giallo in uso a CM.
La distruzione delle banche e l’avanzata della Polizia appaiono contestuali tra le 12.44 fino alle 12.53 quando la Polizia sfonda le barricate
L’immagine di SAVONAROLA (reperto 75 100 Fuji DSCF 0119 [89]) mostra Corso Buenos Aires e Piazza Tommaseo, a sinistra c’è la farmacia.
Le barricate sullo sfondo non sono ancora incendiate, quindi l’immagine è precedente a quelle di cui sopra.
A destra si vede CC.
Un’immagine di poco successiva è la foto 3 del reperto 123 [90], che ritrae i manifestanti attestati in piazza Tommaseo, mentre la Polizia si trova ancora all’altezza di Via Casaregis, il terzo a destra è CC, travisato da un fazzoletto scuro, porta uno zaino nero con spallacci scuri, una maglietta grigio verde a maniche corte, jeans, scarpe più chiare, marroni.
La foto 40 del reperto 49 [91] di Furio Filippo mostra piazza Tommaseo dall’alto.
A sinistra si vede il civico 1 con la Banca Antonveneta e la CARIGE Agenzia 84 adiacenti l’una all’altra.
Sullo sfondo si notano, già in fiamme, le barricate verso Corso Buenos Aires.
All’altezza delle barricate si vede C travisato da una mascherina bianca, porta il casco arancione e la , giacca della tuta con le maniche più scure.
Al centro della foto si vede un soggetto già visto al Credito Italiano con la maglia grigia chiara a maniche corte.
Davanti a questo si vede un soggetto con zaino giallo e blu, capelli biondi, maglietta grigia con maniche scure già visto in Piazza Paolo da Novi, qui ha in mano un pezzo di ringhiera di aiuola in ferro.
Alla sinistra di quest’ultimo e vicino alla cabina si vede A con un bastone in mano.
Dietro A si vede un soggetto con casco giallo, maschera antigas, maglia rosa e bianca che tiene delle pietre in mano ed era già stato visto in Piazza Paolo da Novi e poi all’incrocio tra Corso Torino e Corso Buenos Aires vicino a FA alle 12.18.
I manifestanti demoliscono il bancomat e l’ingresso della banca [92], mentre in basso a sinistra all’altezza della Banca Antonveneta si vede VV travisato da una mascherina bianca e con in mano un bastone con la bandierina bianca.
Dietro a VV sulla sinistra si nota CM contrassegnata da casco con inserto giallo, mascherina antipolvere bianca, maglietta verde, bastone con impugnatura bianca, fuseaux neri leggermente sotto al ginocchio e scarponcini.
Il film reperto 238 [93], mostra i manifestanti mentre colpiscono le telecamere della banca.
A 00.02 si vede passare CM riconoscibile per il casco blu cobalto con gli inserti gialli, mentre a 00.04 dietro al soggetto con maglia rossa e travisato si vede UD che indossa gli occhiali ed una mascherina bianca, uno zaino, le protezioni sull’avambraccio e il pantalone corto.
In questa fase viene dato fuoco al bancomat della CARIGE.
A 00.13 si vede davanti alla banca B, riconoscibile per il casco blu e con la striscia rossa e l’adesivo dietro.
Il film reperto 210 da minuti 10.30 a minuti 17.30 [94] mostra i manifestanti ancora in Piazza Tommaseo.
A 02.10 il secondo a sinistra è VV, il primo a destra è B che tiene una lattina ed un bastone in mano ed è caratterizzato dai capi di abbigliamento già notati.
VV porta i pantaloni verdi ed ha un bastone con legato un drappo bianco.
Sullo sfondo si notano i lacrimogeni della Polizia e alcuni manifestanti che si allontanano.
A 03.17 sulla sinistra si nota un soggetto che corre da Corso Buenos Aires verso Via Montesuello.
Questi è stato identificato in DP.
In questa fase i manifestanti stanno abbandonando Piazza Tommaseo ma continuano a contrastare la Polizia e si notano A e B.
A 04.33 a destra dell’immagine e dietro un soggetto con maglia bianca si nota ancora VV con mascherina bianca, bastone con drappo bianco in mano, disegno nella parte posteriore della felpa.
A 04.39 sullo sfondo nota ancora DP con maglia verde e casco bianco, che si trova davanti alle vetrine della Banca Antonveneta.
Lo si rivede a 05.16 e ss. quando si sposta verso Via Montesuello allontanandosi dagli scontri.
A 04.50 viene filmata l’avanzata della Polizia che in poche decine di secondi sfonda le barricate e riconquista la piazza.
Nel frattempo i manifestanti si sono allontanati per via Dassori e via Montevideo.
Il film reperto 192-16 da 01.33.00 a 01.33.36 [95] documenta la fase dei danneggiamenti all’agenzia 84 della CARIGE.
A 00.01 sopra la scritta 7 del mese di luglio immediatamente davanti all’ingresso della banca e al cartello bianco si nota, tra la folla che assale l’istituto, un soggetto di spalle con maglia grigioverde, travisato da un fazzoletto scuro, che porta uno zaino con spallaccio ed è stato identificato in CC (si vedano anche i frame 0014-0018).
Poi CC si allontana dalla CARIGE.
A 00.16 si nota lo spostamento di alcuni manifestanti verso la scalinata Assereto per raggiungere Albaro e di seguito l’avanzata delle forze dell’ordine.
A 00.22 sulla sinistra vicino alle barricate si vede di spalle A, dietro di lui si sposta CM.
A 00.27 al centro di spalle ancora A, mentre davanti a lui nelle prime file c’è B che lancia pietre contro la Polizia che avanza.
I frame del filmato del reperto 185-05 [96] mostrano le barricate all’incrocio tra Piazza Tommaseo e Corso Buenos Aires (001): a sinistra in basso si vede A, al centro della foto sotto la bandiera rossa e sotto la statua c’è B accucciato.
Quindi (004) B si è alzato, si vede anche A e si nota un casco blu con inserti gialli, maglia verde a maniche corte, si tratta di CM con guanto bianco.
La CM ha in mano il bastone con l’impugnatura più chiara (005), oltrepassa A mentre B lancia qualcosa contro la Polizia (006), quindi la donna si allontana verso sinistra (007).
Nel frame 0011 il contingente di Polizia si trova all’altezza del passaggio pedonale e contro di esso vengono lanciate delle bottiglie incendiarie.
Nel frame 0012 la Polizia sta per oltrepassare le barricate e si vedono le fiamme provocate dalle bombe Molotov (anche 0013).
Le immagini dei frame da 0011 a 0013 vengono contestualizzate mediante la telecamera SAVONAROLA [97].
Alle 12.52.48 la Polizia si trova all’altezza di Via Casaregis mentre i manifestanti sono sulle barricate e lanciano oggetti contro gli Agenti.
Alle 12.54.13 la Polizia è già più vicina alle barricate e ai manifestanti, alle 12.54.47 la Polizia riceve il lancio di una bomba Molotov e questa immagine appare sovrapponibile al frame 0013 del rep. 185 05.
È ancora la telecamera SAVONAROLA (dalle ore 12.54 alle ore 12.55) a documentare l’avanzata della Polizia sulla barricata: i manifestanti sono asserragliati e lanciano pietre e altro, la Polizia risponde con i lacrimogeni.
Infine i manifestanti lasciano la piazza e la Polizia vi entra.
Il reperto 134 107 [98] mostra i manifestanti sulle barricate: sulla destra il primo che si vede a sinistra del palo è CC, travisato, porta uno zaino, una maglia scura grigio verde avio, dei jeans e delle scarpe chiare.
Il reperto 75 DSCF 0124 [99] mostra sulla destra le barricate incendiate, si nota CC all’altezza di un poliziotto e alla sinistra di un bidone.
L’imputato è travisato con foulard scuro, si notano gli spallacci dello zaino nero e la maglia grigia avio a maniche corte.
Alla sua sinistra si vede A al centro e dietro al cassonetto con la scritta ROSSI si vede E, travisato con kefir rosso, mentre lancia delle pietre.
E è il più avanzato tra i manifestanti ritratti nel reperto 232 DIGOS 1 [100], si nota il kefir rosso e i jeans strappati.
A sinistra si vede CM con un bastone, la donna è riconoscibile per il casco con inserti gialli, il bastone ed il guanto.
La foto reperto 135 0024754 E [101] reperto 135 mostra in primo piano un manifestante, già visto nell’episodio del Credito Italiano di Corso Buenos Aires, che tiene un bastone in mano e lancia una pietra.
Sulla sinistra a ridosso dei cassonetti ribaltati si vede MI (capelli lunghi, mascherina e occhiali) e dietro di lei UD con occhiali e mascherina, spallaccio e maglia bianca: i due si trovano all’altezza della pensilina dietro i bidoni rovesciati.
La foto 70H OGGRYTZT [102] mostra in posizione avanzata a destra E con il Kefir rosso, le scarpe da ginnastica tipo ADIDAS, i jeans strappati e la maglia scura.
Alla sua destra si vede B con un bastone, una lattina, una grossa pietra in mano, il moschettone sul lato sinistro già notato nell’episodio del credito Italiano e in Corso Torino.
Dietro a B sulla destra si vede CC travisato con un fazzoletto scuro, spallacci dello zaino nero, maglia tinta avio, jeans.
Dietro al soggetto E sulla destra della foto si vede UD con occhiali da vista, maschera antipolvere bianca, lo spallaccio di due colori, la maglia bianca.
Il reperto 232 DIGOS 2 (56) [103] mostra le barricate in Piazza Tommaseo con al centro E munito di un tubo Innocenti e dietro di lui A con il casco integrale.
Nel reperto 75 foto 100 FUJI DSCF 0125 [104] si vedono ancora le barricate, a destra si nota UD con gli occhiali, lo zaino, la maglia bianca, la maschera antipolvere e la protezione al braccio sinistro, mentre all’estrema sinistra dell’immagine c’è B di spalle con maschera antigas e casco blu.
In questa foto i cassonetti sono in fiamme.
La foto reperto 88 D EXT 32 STO [105] mostra i manifestanti dietro le barricate: si vede in prima fila un soggetto mentre lancia una pietra e ne tiene un’altra in mano, in altre immagini è ripreso vicino a MI.
Nel reperto 135 0024 7579 [106] foto in bianco e nero a ridosso del chiosco si individua il settimo soggetto da sinistra, travisato con mascherina e occhiali, protezione agli avambracci, persona che è stata identificata in MI, mentre il soggetto con maglia bianca, spallaccio, mascherina, occhiali è stato identificato in UD.
Davanti a UD il soggetto con la mascherina bianca e un bastone con drappo bianco è VV, la cui mascherina mostra un elastico legato sia dietro sia in alto a doppio legaccio.
A ridosso delle barricate si vede un soggetto con casco scuro e maglia nera con un disegno sul davanti già visto in Piazza da Novi, mentre a sinistra della foto dietro i due bidoni rovesciati si riconoscono B e CC caratterizzato dal foulard, dallo zaino nero sulla schiena e dall’attaccatura dei capelli della foggia già vista nelle altre immagini a lui relative.
Il reperto Piazza Tommaseo DIGOS 20 lugliob [107] mostra in posizione avanzata al centro E con il Kefir rosso, dietro di lui dentro ai giardini all’altezza del basamento della statua si trova C con il casco arancione e la felpa blu con le maniche più scure.
Il reperto 70H OGGSOHTT [108] mostra E di spalle e alla sua sinistra un soggetto, già visto davanti al Credito Italiano, che è travisato e porta una maglia grigia e che lancia una pietra.
A destra di E sullo sfondo dietro le barricate si vede VV con mascherina bianca e felpa blu scura con cappuccio, guanti gialli.
Il reperto 88A 060bn [109] mostra al centro A con un bastone ed una pietra in mano mentre si trova in Piazza Tommaseo, sullo sfondo è visibile la CARIGE 84 e a sinistra un soggetto completamente travisato e munito di fionda.
La foto reperto 186.0294 [110] ritrae il momento in cui i manifestanti cominciano ad allontanarsi dalle barricate, sulla sinistra si vede l’incendio del bancomat della CARIGE e si vede un soggetto travisato con maglietta, casco bianco, borsa nera mentre si copre il viso con la maglietta: si tratta di DP.
La foto reperto 186-1-0187 [111] mostra i manifestanti che cominciano ad allontanarsi dopo aver incendiato le barricate, al centro sotto la scritta Farmacia all’altezza della cabina si vede UD con maglietta bianca, zaino chiaro, pantaloni, protezioni agli avambracci, una pietra in mano.
La foto reperto 186-1-0188 [112] mostra ancora UD all’altezza della cabina sotto la scritta Farmacia sul salvagente della fermata dell’autobus, egli tiene in mano una pietra, ha le protezioni agli avambracci e lo zaino rosso e blu che gli sarà in seguito sequestrato.
Il reperto Polizia Scientifica foto Tommaseo [113] mostra sulla sinistra all’altezza del palo arancione UD che si allontana dalle barricate, si notano le bardature, le imbottiture agli avambracci, la mascherina.
La foto reperto 224 CD 21 050 2 [114] mostra i manifestanti che si allontanano e sullo sfondo via Caffa e la ferrovia.
A sinistra del palo verde si nota VV riconoscibile per i pantaloni verdi con tasche laterali, le scarpe marroni, la felpa blu con cappuccio ed un disegno nella parte posteriore, il laccio della mascherina antipolvere, nonché la maglietta chiara che spunta dalla felpa.
Il reperto 88 D RI P3 ZT [115] ritrae lo stato dell’agenzia 84 della CARIGE 84 dopo l’assalto con le vetrate sfondate, il bancomat incendiato, le telecamere scardinate, le protezioni in legno asportate e usate per incendiare il bancomat.
Il reperto 95 A9H [116] mostra la piazza ormai libera dai manifestanti, si notano i cassonetti ribaltati, i cubetti e le pietre disselciate, sullo sfondo alcuni manifestanti attestati sulla scalinata Borghese.
Oltre agli arredi urbani, all’agenzia 84 della CARIGE e a quelle della Banca Antonveneta è stata danneggiata anche l’agenzia delle Poste di Via Pozzo 2 [117].

22. Il teste Filippo LAPI ha riferito dell’avanzata della Polizia dall’incrocio tra Corso Buenos Aires e Corso Torino fino a Piazza Tommaseo avvenuta su ordine della Sala Operativa [118].
Qui il contingente del teste doveva portare soccorso alla caserma della Polizia Stradale che era stata assalita.
Però durante il primo tentativo di raggiungere la caserma gli Agenti vennero assaliti da gruppi che lanciavano corpi contundenti (sassi, bastoni, cassonetti incendiati, qualche molotov) e dovettero arretrare su Corso Torino.
Un secondo tentativo ebbe maggior fortuna, il contingente avanzò lentamente e raggiunse la caserma.
Nel frattempo i manifestanti ostili si erano attestati nei giardini soprastanti la piazza e sulla scalinata e da qui continuavano a lanciare sassi contro la Polizia.
Terminato questo intervento il teste aveva dovuto farsi medicare ad una mano, ustionata da un cassonetto incendiato.
Anche Giulietto CHIESA ricorda i manifestanti sulle scalinate sopra Piazza Tommaseo dopo l’intervento della Polizia.
La piazza era piena di detriti, un’agenzia della CARIGE era completamente sfondata.
I testi AMADORI e PREVE seguirono quel giorno l’intero percorso del corteo delle Tute Nere e in Piazza Tommaseo notarono per la prima volta i TAMBURINI, curioso gruppo musicale composto da sei o sette ragazzi e ragazze, che da quel momento svolgeva il ruolo di apripista del corteo del Blocco Nero, dettando i tempi con ritmo ossessivo.
I componenti erano travisati con maschere di gommapiuma e dei copricapo dalla forma di conchiglia, avevano bandiere nere anarchiche con la A cerchiata e il disegno di un fegato.
AMADORI li vide per la prima volta quando questi iniziarono a suonare mentre era in corso la difesa della barricata di piazza Tommaseo.
I TAMBURINI non erano delegati allo scontro con le Forze dell’Ordine, che evitavano, ma in relazione al quale “dettavano i tempi”.
Secondo AMADORI tutti i presenti si davano da fare, chi seguiva i TAMBURINI era pronto a questo genere di cose, era stata una scelta di campo, era cioè pronto a passare una giornata di guerriglia, mentre chi non voleva era già scappato.
Chi stava lì sapeva che doveva scappare se attaccava la Polizia, doveva attaccare, mordere e fuggire e distruggere tutto quello che poteva.
Entrambi i testi hanno ricordato le devastazioni di banche, negozi ed autovetture e la contrapposizione con la Polizia.
La situazione era di guerriglia diffusa, focolai e fiamme dappertutto, fuggifuggi, attacchi con Molotov da un lato e lacrimogeni dall’altro, senza peraltro il contatto diretto, cioè corpo a corpo, tra manifestanti ed Agenti.
Verso Corso Buenos Aires c’era una barriera con fiamme molto alte e la Polizia non riusciva ad avvicinarsi [119]
Tra i manifestanti c’era grande fermento, all’inizio non sapevano quale direzione prendere sotto l’incalzare della polizia, poi i TAMBURINI si erano mossi lungo Via Montevideo e il grosso del corteo delle Tute Nere li aveva seguiti: erano tutti a viso coperto e armati di bastoni e vanghe, qualcuno non era vestito di nero.
Allora in Piazza Tommaseo aveva fatto irruzione la Polizia che superava la barricata.

23. Uscendo da Piazza Tommaseo una parte dei manifestanti sale le scalinate Borghese ed Assereto verso la zona di Albaro (cfr. le telefonate al 113 con menzione degli scontri in Albaro [120]), mentre la parte più consistente, preceduta dalla formazione dei TAMBURINI percorre via Montevideo verso l’incrocio con Corso Gastaldi e Via Tolemaide, dove il gruppo si ferma per alcuni minuto intorno alle 13.15 (teste PREVE).
In questa via i manifestanti danneggiano seriamente alcuni esercizi commerciali (tra cui gli uffici della SIXT RENT al 111 r, l’AGEDI al 47, la BG Porte al 115 ed il negozio al 113 r ) e distruggono alcune auto, che si vedono bruciare tra le 13.25 e le 13.28 (cfr. le immagini della telecamera del traffico GASTALDI ed una segnalazione al 113).
In questa fase si nota la partecipazione attiva agli atti di devastazione da parte di CM, VV, FA, DP, CC, oltre ad A, B, C ed E.
Mentre le due auto bruciano si vede passare una Vespa con due persone a bordo identificate in AC e VA che si dirigono verso ponente.

 

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[6] In Corso Torino, in Piazza Tommaseo, al carcere di Marassi e quando danno l’assalto alla Zona Rossa nell’area sottostante a circonvallazione a monte.
[7] Le telecamere del traffico forniscono dati certi quanto a luogo, data e ora delle riprese. Durante i giorni del vertice le telecamere del traffico erano gestite dai Carabinieri che ne hanno consegnato al P.M. le riprese contenute in 16 DVD (teste CORDA).

[8] Quindi all’incrocio tra Corso Buenos Aires e Via Brigata Partigiane, si vedano le riprese della telecamera SAVONAROLA delle ore 10.34.10, reperto 57A clip 60.
[9] Cfr. i testi MONDELLI e BRUNO.
[10] Via Carrara si trova nelle vicinanze delle strutture della Provincia di Genova di Via Maggio, date in uso al GSF per l’accoglienza dei manifestanti, strutture che vennero pesantemente danneggiate dai manifestanti che con ciò si procurarono dei corpi contundenti (teste ZAMPESE). La ASTER è una ditta a partecipazione comunale che si occupa della manutenzione stradale e dell’arredo urbano del Comune di Genova.

[11] I reperti filmati relativi alla telecamera SAVONAROLA sono il numero 57A per il giorno 20 luglio e il numero 57B
per il giorno 21 luglio, si trovano, unitamente ad altri reperti nell’allegato 5 delle produzioni del P.M., i filmati delle telecamere del traffico risultano visibili mediante un programma inserito in ogni DVD.
[12] Si trova nell’allegato 5 delle produzioni del P.M.

[13] Particolari dell’opera di devastazione dell’arredo urbano di Piazza Paolo da Novi si trovano nelle deposizioni dei testi CHIESA e FRASSINETTI.
[14] Anche questo reperto è presente nell’allegato 5 delle produzioni di P.M., si tratta di reperto video proveniente dal sequestro compiuto presso il TPO di Bologna.
[15] Di conseguenza le immagini del reperto 192-5 sono girate tra le 11.29.58 (ora in cui la mucca gialla entra nella piazza secondo la telecamera SAVONAROLA) e le 12.00.17 (ora in cui, secondo la stessa fonte, il furgone lascia la piazza)
[16] Vedi paragrafo n.5.
[17] In termini analoghi si vedano i testi Marco PREVE, udienza del 21/9/2004 e Giulietto CHIESA, udienza del giorno 8/2/2005.
[18] Sull’identificazione dei singoli imputati si veda la seconda parte di questo capitolo.
[19] Cfr. il DVD personale di FA cartella “selezione ordinata” al n. 23.
[20] Ibidem al n. 88.
[21] E’ anche il momento in cui il teste Giulietto CHIESA presente in Piazza Paolo da Novi si chiede perché nessuno
intervenga a fermare i danneggiamenti in atto sulla piazza.
[22] Si trova nell’allegato n. 9 delle produzioni del P.M. e nel DVD di FA cartella “selezione ordinata” al n. 10.
[23] Si trova nel DVD FA.
[24] Si trova nell’allegato 9 delle produzioni del P.M., mentre alcuni frame, da 1 a 30, si trovano nel DVD personale di FA.
[25] La telecamera SAVONAROLA (reperto 57A clip 68) riprende a ore 12.01.10 la targa del furgone, AK331CR. Il 21 luglio il furgone verrà filmato dall’elicottero della Polizia mentre da esso vengono distribuiti bastoni e simili ai manifestanti (testi ZAMPESE e GORI). Lo stesso giorno il veicolo verrà sequestrato dalla Polizia nell’ambito di un’operazione che porterà al sequestro di diversi bastoni, sbarre di ferro e di un tonfa dei Carabinieri, nonché all’arresto di ventitre persone tra cui anche CC (v. verbale di sequestro al n. 33 delle produzioni del P.M.). Il sequestro avverrà all’interno di una struttura data in uso ai manifestanti come dormitorio. Gli oggetti non vennero rinvenuti vicino a nessuno e fu impossibile attribuirne il possesso a persone specifiche (teste GORI), gli arresti non vennero convalidati. Il furgone risulta essere stato noleggiato da aderenti al Centro Sociale ASKATASUNA di Torino.
[26] Si trovano rispettivamente: il reperto 150-3 nel 3° DVD personale di CM e VV contrassegnato con il n. 13 h. 12.30; il reperto 70H OGGS37OS nel 5° DVD dei medesimi imputati cartella “elenco di selezione ordinata” contrassegnato con il n. 071.
[27] Nello stesso senso cfr. le deposizioni BOLINI, che informò telefonicamente dell’accaduto i vertici della Polizia e MASCIA, che ricevette informazioni sulle molestie apportate alla manifestazione, sulle successive cariche e sul ritiro dei COBAS da Gigi MALABARBA.
[28] Il teste Riccardo BOTTINO procuratore della s.r.l. Edilfari ha dichiarato che si trattava di un cantiere per la manutenzione ordinaria di alcuni edifici, installato per conto del Comune di Genova e composto da ponteggi e recinzioni di plastica. Le lavorazioni erano state sospese il giovedì e,al momento di ritornare in cantiere la settimana successiva, erano state constatate l’abbattimento delle recinzioni e la sottrazione di tubi Innocenti, di una decina di tavole di legno e di diversi distanziali di ferro per cavalletti. Non era stata presentata denuncia di furto trattandosi di materiale di scarso valore economico e considerata la franchigia imposta dall’assicurazione.
[29] Per l’identificazione di questa e degli altri imputati si veda la seconda parte di questo capitolo.
[30] Vedi il casco, passamontagna e il fazzoletto di A nel reperto 41 0038, DVD CM elenco selezione ordinata con
didascalia n. 160.
[31] VV e CM erano già stati individuati dalla P.G. al loro arrivo alla stazione ferroviaria di Genova e in seguito filmati insieme (reperto Luna Rossa 70) la mattina del 19 luglio nel giardino dell’asilo “Prato Verde”. Tanto all’arrivo alla stazione quanto nel giardino dell’asilo vicino ai due era stato notato un individuo in possesso di un casco blu con striscia rossa (alla stazione) e un portaoggetti di color militare legato alla cintola (in entrambe le occasioni): oggetti notati sulla persona di B il 20 luglio. Nel reperto 164-070 (5°DVD CM VV) frame 0011 - 0013 relativo al giardino dell’asilo “Prato Verde” si può notare la CM seduta.
[32] Comunicazione sul canale 113-05 a pag. 132 del volume II delle trascrizioni.
[33] Comunicazione n. 48, a pag. 133.
[34] Si trova nell’allegato n. 5 delle produzioni del P.M.
[35] Si trova nell’allegato 9 delle produzioni del P.M.
[36] Reperto 57A clip 70.
[37] Le foto qui utilizzate si i trovano nel 5° DVD personale di CM e VV cartella selezione ordinata.
[38] Le foto di questo reperto si trovano nel 5° DVD personale di CM e VV.
[39] Reperto 120 “primi scontri” RP21.
[40] Cfr. nel 5° DVD CM e VV la cartella relativa ai danni al Credito Italiano.
[41] Si vedano le dichiarazioni del teste GARRESIO all’udienza del giorno 1/6/2004, che ha indicato in circa 170.000.000 di lire i danni riportati da tre diverse agenzie del Credito Italiano, risarciti ad opera del Comune.
[42] Si trova nel DVD allegato 9 delle produzioni del P.M.
[43] Si trova nel 3° DVD CM VV al n. 12.
[44] Si trovano nel DVD di FA nella cartella denominata “elenco di selezione ordinata FA” alle foto n. 22, 24, 25 e 26 nelle produzioni del P.M.
[45] Il teste Umberto FIRPO titolare dell’agenzia ha indicato l’ammontare dei danni in circa 45/50 milioni di Lire, risarciti dall’assicurazione e dal Comune, si vedano i relativi documenti al n. 14 delle produzioni del P.M..
[46] Si trova nel 3° DVD CM VV al n. 13.
[47] Si trova nel 3° DVD CM e VV al n. 19.
[48] Si trova nel 5° DVD CM VV cartella “elenco di selezione ordinata” è contrassegnata con il n. 73.
[49] Si trova nel DVD 5 degli imputati CM e VV cartella “elenco di selezione ordinata” è contrassegnato con il n. 071.
[50] Si trova nel 5° DVD CM VV foto n. 72.
[51] Il filmato si trova nel 3° DVD CM VV al n. 18, i frames di questo filmato si trovano nel 5° DVD.
[52] Si tratta dei reperti 70H OGGS370S, 70H OGGS34JS e 88B Manifestazioni G8 11 già viste (paragrafo 13) costituire le foto 71, 72 e 73 della cartella “selezione ordinata CM e VV” del 5° DVD di questi imputati: immagini che ritraggono i due, A e B dietro la barricata di Corso Torino, cfr. anche la produzione cartacea all’udienza del 15/6/2004.
[53] Si tratta della foto n. 85 della selezione ordinata nel 5° DVD CM VV.
[54] Una comunicazione relativa alla carica di LAPI è trascritta a pag. 143.
[55] Reperto 57A clip 71.
[56] Si tratta di un filmato dell’emittente La7 presente nel DVD di CC.
[57] La trascrizione si trova a pag. 147.
[58] Immagini di SAVONAROLA clip 71.
[59] Per i dati relativi all’identificazione degli imputati si veda la parte seconda di questo capitolo.
[60] Si trovano nel DVD di CC.
[61] Si trovano nel 3° DVD CM VV, mentre i relativi frame si trovano nel 5° DVD dei due imputati.
[62] Sul quale vedi anche i testi CARISDEO e SPOSI.
[63] Si trova nell’allegato 9 delle produzioni del P.M.
[64] Si trova nell’allegato 9 delle produzioni del P.M.
[65] Si trova nel 5° DVD CM nella cartella “fotografie CM e VV”.
[66] Si tratta del Battaglione Paracadutisti Tuscania, su questa manovra si vedano le deposizioni dei testi ROMANO e ODIERNA VITI.
[67] I testi Nicola BIANCHI, Vincenzo MARESCA e Corrado SCATTARETICO hanno ricordato anche che i manifestanti di Corso Marconi avevano danneggiato alcune vetrine di Piazza Rossetti, dando anche fuoco ad alcuni negozi. Gli episodi più gravi si erano verificati intorno alle 15/15.30 quando i Carabinieri avevano dovuto chiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco.
[68] Si trovano nel 1° DVD compilato dalla Polizia Municipale filmato n. 2 da 05.07 a 06.01.
[69] Si trova nel 5° DVD CM VV cartella “fotografie CM VV”.
[70] Si trova nel 5° DVD CM VV cartella “selezione ordinata” al n. 087.
[71] Ibidem al n. 091.
[72] Si trova nell’allegato 5 delle produzioni del P.M.
[73] Come risulta da una telefonata con la quale personale della Polizia Stradale segnala al 113 l’attacco alla caserma, cfr. pag. 155 delle trascrizioni.
[74] Si trova nell’allegato 9 delle produzioni del P.M.
[75] Qui converge anche una parte di manifestanti che, a seguito delle cariche delle Forze dell’Ordine in Corso Torino e Via Pisacane delle ore 12.30, si era dapprima diretto verso mare, quindi era ritornato indietro percorrendo Salita Fogliensi e Via Nizza fino a Via Dassori e infine a Piazza Tommaseo.
Durante il percorso questi manifestanti danneggiavano i locali di una rivendita di auto e attaccavano la caserma della Guardia di Finanza sita al civico 28 di Via Nizza.
[76] Reperto 57A clip 72, 73 e 74.
[77] Si trova nel DVD CC nella cartella “elenco fotografie”.
[78] Si trova nel DVD relativo ad UD e MI nella cartella “elenco di fotografie”, è un reperto proveniente da Furio Filippo.
[79] Si trova nel 5° DVD CM VV nella cartella “selezione ordinata” al n. 096.
[80] Si trova nel 5° DVD CM VV nella cartella “selezione ordinata” al n. 095.
[81] I locali della Banca Antonveneta erano vuoti perché lo sportello si era trasferito al civ. 17, anche quest’ultimo civico verrà comunque danneggiato (teste ZAMPESE).
[82] Si trova nel 5° DVD CM VV nella cartella “selezione ordinata” al n. 092.
[83] Si trova nel DVD relativo ad UD e MI nella cartella “elenco di fotografie”.
[84] Si trova nel DVD relativo ad UD e MI nella cartella “elenco di fotografie”.
[85] Si trova nel 5° DVD CM VV nella cartella “selezione ordinata” al n. 109.
[86] Si trova nel 5° DVD CM VV nella cartella “selezione ordinata” al n. 102.
[87] Si trova nel 5° DVD CM VV nella cartella “selezione ordinata” al n. 103.
[88] Si trova nel 5° DVD CM VV nella cartella “selezione ordinata” al n. 098.
[89] Si trova nel DVD CC nella cartella “fotografie”.
[90] Si trova nel DVD CC nella cartella “fotografie”.
[91] Si trova nel DVD CC nella cartella “fotografie”.
[92] L’agenzia 84 della CARIGE subirà un danno di oltre 30.000 Euro, cfr. il teste BERNESCHI e la documentazione prodotta dalla parte civile nel faldone produzioni del P.M. al n. 24.
[93] Si trova nel DVD di UD e MI.
[94] Si trova nel DVD DP.
[95] Si trova nel DVD CC.
[96] Si trovano nel 5° DVD CM VV.
[97] Reperto 57A clip 73 e 74.
[98] Si trova nel DVD CC nella cartella “fotografie”.
[99] Si trova nel DVD CC nella cartella “fotografie”.
[100] Si trova nel 5° DVD CM VV cartella “fotografie”.
[101] Si trova nel DVD UD MI cartella “fotografie”.
[102] Si trova nel DVD CC cartella “selezione ordinata” al n. 027 e nel DVD UD cartella “selezione ordinata” al n. 019.
[103] Si trova nel 5° DVD CM VV cartella “selezione ordinata” al n. 110.
[104] Si trova nel DVD UD cartella “selezione ordinata” al n. 021.
[105] Si trova nel DVD CC cartella “selezione ordinata” al n. 028.
[106] Si trova nel DVD UD cartella “selezione ordinata” al n. 020.
[107] Si trova nel DVD CC cartella “fotografie”.
[108] Si trova nel 5° DVD CM VV cartella “selezione ordinata” al n. 112-1.
[109] Ibidem al n. 108.
[110] Ibidem al n. 107.
[111] Si trova nel DVD UD cartella “selezione ordinata” al n. 022.
[112] Ibidem al n. 023.
[113] Ibidem al n. 024.
[114] Si trova nel 5° DVD CM VV cartella “selezione ordinata” al n. 105.
[115] Si trova nel 5° DVD CM VV cartella “Danni CARIGE Ag.84 Piazza Tommaseo 02.
[116] Si trova nel DVD CC cartella “fotografie”.
[117] Il teste Adriano POGGIO ha riferito dei danni riportati da cinque uffici postali per un totale di £. 363.000.000, si vedano i documenti nel faldone produzioni del P.M. al n. 16.
[118] L’ordine di raggiungere la caserma della Polizia Stradale è (pag. 148 e 149 delle trascrizioni) poco dopo le ore 12.37, alle 13.05.43 LAPI comunica di essere rientrato in possesso di Piazza Tommaseo (pag. 164 delle trascrizioni) e riceve l’ordine di avanzare ancora verso la caserma della Stradale.
[119] PREVE ha notato che lungo il proprio percorso il Blocco Nero era solito lasciare dietro di sé barricate fatte di cassonetti incendiati per ritardare gli inseguitori.
[120] In particolare a partire dalle ore 12.48.54 viene segnalato l’incendio di auto e di cassonetti in Via Montesuello
(volume II pag. 154, 156 delle trascrizioni). Peraltro alcuni manifestanti erano discesi attraverso una scalinata da Via Dassori in Via Montevideo e si erano uniti agli altri.